Il Duomo di Milano
Posté par atempodiblog le 18 octobre 2015
Dedicazione del Duomo di Milano, solennità liturgica celebrata dalla Chiesa latina di Rito Ambrosiano la III Domenica di ottobre
Ogni tanto alzava gli occhi ai fastigi del duomo, che gli apparivano da prospettive diverse: dovunque sulle guglie gotiche c’erano statue, fatte dello stesso marmo delle pareti, erano centinaia e centinaia. Pensò ai maestri scalpellini che le avevano scolpite: uomini sconosciuti i quali, qui e altrove, avevano spesa la vita intera, soprattutto nel medio evo, a scolpire con pazienza, e spesso con arte mirabile, le statue delle cattedrali, anche quando sapevano che una volta issate al loro posto, nessuno avrebbe potuto ammirarle: nessuno, tranne Dio. Lui dopo tutto non si era sempre considerato uno scalpellino? Sebbene scolpisse pagine anziché pietra. Cos’era dunque questa pena che l’attanagliava perché la gente non avrebbe forse mai conosciuta la sua opera? Certo, come dice il Vangelo, non si accende un lume per metterlo sotto il moggio: tuttavia il suo dovere era di continuare a scrivere senza lasciarsi turbare, seguisse o no il successo. Delle sue opere avrebbe certamente goduto Iddio; e anche suo padre, lo scalpellino–scultore, che si trovava con Dio là in alto.
di Eugenio Corti – Il cavallo rosso
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