Posté par atempodiblog le 6 décembre 2014
Il culto non di adorazione ma, ma di venerazione infinita e di amore senza limiti per Maria, è di una tale importanza che, senza di esso, tutto resta sterile […].
Finché non avrai conosciuto Maria e non le avrai dato il tuo cuore, sarai nelle tenebre, perché è in lei e grazie a lei che ci viene concesso lo Spirito Santo.
Ciò che ti ho detto, mia cara, mio dolce amore, è profondamente serio, e nessun altro te lo dirà… Tu sentirai, tu comprenderai che, poiché il Verbo fatto carne, Gesù redentore, è stato donato al mondo attraverso Maria, sua madre, bisogna che anche noi, che siamo sue membra e suoi fratelli, siamo generati da lei, non secondo la carne, ma secondo lo Spirito.
La Chiesa, che parla di solito con un linguaggio misterioso, perché è obbligata a parlare come Dio stesso ci ha parlato, ci insegna che nessuna grazia, nessuna forza, nessun amore, nulla, assolutamente nulla ci viene da Dio se non per mezzo di Maria, cioè attraverso l’amore di Dio, e la sua gloria.
di Léon Bloy, lettera alla sua fidanzata del 14 febbraio 1890
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Posté par atempodiblog le 6 décembre 2014
La libertà, questo dono prodigioso, incomprensibile, inqualificabile, con cui ci è dato di vincere il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, di uccidere il Verbo incarnato, di pugnalare sette volte l’Immacolata Concezione, di agitare con una sola parola tutti gli spiriti creati nei cieli e nell’inferno, di trattenere la volontà, la giustizia, la misericordia, la pietà di Dio sulle sue labbra e di impedirle di discendere sulla sua creazione; questa ineffabile libertà altro non è che questo: il rispetto che Dio ha per noi.
di Léon Bloy – Nelle tenebre
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Posté par atempodiblog le 21 novembre 2014
“Con la polemica aggressiva, che umilia, raramente si risolve un problema. E, d’altro canto, non si giunge mai a un chiarimento quando fra chi discute c’è un fanatico”.
“Il violento perde sempre, anche se vince la prima battaglia…, perché finisce accerchiato dalla solitudine della sua incomprensione”.
San Josemaria Escriva’ de Balaguer
«Gesù Cristo è al centro di tutto, assume tutto, soffre tutto. E’ impossibile colpire una creatura senza colpirLo, umiliare qualcuno senza umiliare, o uccidere qualunque uomo senza maledire o uccidere Lui stesso. Il più vile di tutti i manovali è costretto a servirsi del Volto di Cristo per ricevere un ceffone da non importa quale mano. Altrimenti lo schiaffo non potrebbe mai raggiungerlo e resterebbe sospeso, nell’intervallo dei pianeti, per secoli e secoli, fino a che non incontrasse il Volto che perdona».
Léon Bloy
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Posté par atempodiblog le 6 octobre 2014
Giobbe visto da Georges de La Tour
“Dico che qualcuno mi ama quando quel qualcuno accetta di soffrire per me e a causa mia. Altrimenti quel qualcuno che sostiene di amarmi non è altro che un usuraio dei sentimenti che vuole installare il suo commercio nel mio cuore”.
Léon Bloy
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Posté par atempodiblog le 4 novembre 2013
“Il portiere della storia non guarda le loro ragioni, ma guarda i loro visi. Per cancellare di colpo tante immagini deprimenti bastano dieci visi di monaci perduti in fondo ad un monastero o quella contadina spagnola che intravidi un giorno nel più fitto segreto di una chiesetta di Toledo con le braccia allargate in un gesto sovrano, eretta come una regina, mentre pregava in ginocchio. Ma bisogna dunque frugare nei monasteri e nelle cappelle castigliane per raccogliere i riflessi morenti di un fuoco che deve incendiare il mondo?”.
Léon Bloy
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Posté par atempodiblog le 2 septembre 2013
Lo scrittore francese Léon Bloy (1846-1917) è noto per un’affermazione, continuamente citata: «Vi è una sola tristezza, quella di non essere santi». Qui lo ricordiamo quale “difensore”delle apparizioni di La Salette (Francia), per cui scrisse “pagine di fuoco” (cf G. Vigini [a cura di], La tristezza di non essere santi, Paoline 1998, pp. 142, H 8,26). A La Salette (1846) la Vergine pianse lungamente. Questo pianto è stato messo in relazione con la lacrimazione di Siracusa (foto: il Santuario). Si tratta dell’immagine in terracotta del Cuore immacolato di Maria di cui si ricorda il 60° dell’evento in questo 2013: lacrimò dal 29 agosto al 1° settembre del 1953 (cf l’agile volumetto, fresco di stampa, di Annalisa Lorenzi: Lacrime. Breve storia della Madonnina di Siracusa, San Paolo 2013, pp. 128, H 10,00). Riguardo a questo fatto unico nella storia recente, Pio XII in un accorato radiomessaggio si chiedeva: «Comprenderanno gli uomini l’arcano linguaggio di quelle lacrime? Oh, le lacrime di Maria! Erano sul Golgota lacrime di compatimento per il suo Gesù e di tristezza per i peccati del mondo. Piange ella ancora per le rinnovate piaghe prodotte nel Corpo mistico di Cristo?».
Parole forti, che richiamano alcune espressioni di Bloy: «Una lacrima di Maria è qualcosa davvero! Una lacrima della Purissima per me, pover’uomo sommerso nel diluvio della collera e del pentimento divini! Una lacrima della Rosa mistica per me… Perché lei ha pianto come suo Figlio ha versato il suo sangue, cioè per ciascun uomo in particolare, giudicato da lei e da lui prezioso come tutti i mondi» (Méditations d’un solitaire). E ancora: «Provate a immaginarvi una madre senza macchia di parecchi miliardi di figli lebbrosi agonizzanti, singhiozzanti nelle torture, votati alla morte più infame, coperti del fango più immondo. Solo lei rimasta pura e spettatrice intemerata della loro perdizione. Questo dappertutto e in tutti i secoli…» (Introduction à la vie de Mélanie).
Tratto da: Madre di Dio
Supplica alla Madonna delle Lacrime
Madonna delle lacrime,
abbiamo bisogno di Te:
della luce che si irradia dai Tuoi occhi,
del conforto che emana dal Tuo cuore,
della Pace di cui sei Regina.
Fiduciosi ti affidiamo le nostre necessità:
i nostri dolori perché Tu li lenisca,
i nostri corpi perché Tu li guarisca,
i nostri cuori perché Tu li converta,
le nostre anime perché Tu le guidi a salvezza.
Degnati, o Madre buona,
di unire le Tue lacrime alle nostre
affinché il Tuo divin Figlio
ci conceda la grazia…(esprimere)
che con tanto ardore noi Ti chiediamo.
O Madre d’Amore,
di Dolore e di Misericordia,
abbia pietà di noi.
dell’Arcivescovo Ettore Baranzini
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Posté par atempodiblog le 9 avril 2013
«Le obiezioni sentimentali (contro la Chiesa – n.d.r.) non hanno alcun valore. Abbiamo, sì o no, il dovere di ubbidire a Dio e alla Chiesa. Tutto sta qui. Da questo punto di vista, semplicissimo, il sacerdote è soltanto uno strumento soprannaturale, un generatore di Infinito, e bisogna esser asini per considerarlo diversamente, perché tutto questo avviene e deve avvenire nell’Assoluto. Da più di trent’anni, ascolto Messe dette da sacerdoti che non conosco e mi confesso con altri che non so se siano santi o assassini. Io non sono il loro giudice. E sarei un idiota se pretendessi di indagare. A me basta sapere che la Chiesa è divina e che i Sacramenti amministrati da un cattivo sacerdote hanno esattamente la stessa efficacia di quelli amministrati da un santo sacerdote… Il mondo protestante che mi attornia è incontestabilmente laido, mediocre, privo di assoluto fino all’inverosimile. Qual è il carattere specifico di questo mondo? È l’esclusione del soprannaturale, è il Soprannaturale escluso dal Cristianesimo, cioè l’idea più illogica e sragionevole che sia potuta entrare nella mente umana. Conseguenza: il disprezzo del Sacerdozio, l’avvilimento della funzione sacerdotale al di fuori della quale il soprannaturale non può manifestarsi. Senza il potere di consacrare, di legare e di sciogliere, il Cristianesimo svanisce per far posto… ad un razionalismo abietto, certamente inferiore all’ateismo. Il sacerdote cattolico ha una tale investitura che, se è indegno, la sublimità del suo Ordine risplende molto di più. C’è un sacerdote criminale, meritevole, poniamo della più ampia dannazione? Ebbene, ha ugualmente il potere di transustanziare!… Come non sentire questa infinita grandezza?» (Antologia di cattolici francesi del secolo XIX , trad. e notizie di Domenico Giuliotti, lanciano, Carabba 1931, pp. 198-199)
di Leon Bloy
Tratto da: Oblatio Rationabilis
Inoltre Pensieri sul Sacramento dell’Ordine
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Posté par atempodiblog le 15 mars 2013
Noi possiamo camminare quanto vogliamo, noi possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va. Diventeremo una ONG assistenziale, ma non la Chiesa, Sposa del Signore. Quando non si cammina, ci si ferma. Quando non si edifica sulle pietre cosa succede? Succede quello che succede ai bambini sulla spiaggia quando fanno dei palazzi di sabbia, tutto viene giù, è senza consistenza. Quando non si confessa Gesù Cristo, mi sovviene la frase di Léon Bloy: “Chi non prega il Signore, prega il diavolo”. Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio.
Papa Francesco I
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Posté par atempodiblog le 11 mars 2013
«Gesù Cristo è al centro di tutto, assume tutto, soffre tutto. E’ impossibile colpire una creatura senza colpirLo, umiliare qualcuno senza umiliare, o uccidere qualunque uomo senza maledire o uccidere Lui stesso. Il più vile di tutti i manovali è costretto a servirsi del Volto di Cristo per ricevere un ceffone da non importa quale mano. Altrimenti lo schiaffo non potrebbe mai raggiungerlo e resterebbe sospeso, nell’intervallo dei pianeti, per secoli e secoli, fino a che non incontrasse il Volto che perdona».
Léon Bloy
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Posté par atempodiblog le 29 janvier 2013
«Mi sento indicibilmente solo e so in anticipo
che non avrò neanche un secondo per precipitarmi nell’abisso di luce…
Ma voglio ancora sperare.
Attendo ancora Qualcuno.
Qualcuno di molto povero, molto conosciuto e molto grande.
Qualcuno deve venire,
Qualcuno che io sento galoppare sul fondo degli abissi
deve venire, in modo inaudito»
Léon Bloy
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Posté par atempodiblog le 27 octobre 2012
“Più andremo verso Dio e più saremo uniti, cioè avvicinati.
Gli esseri umani non sono paralleli ma convergenti e Dio è il loro fuoco”.
Léon Bloy
Fonte: Il canto del Cuore
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Posté par atempodiblog le 9 octobre 2011
Gesù è al centro di tutto. E’ impossibile colpire un essere umano senza colpire Lui, umiliare qualcuno senza umiliare Lui, maledire o uccidere uno qualsiasi senza maledire o uccidere Lui.
Léon Bloy
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Posté par atempodiblog le 24 janvier 2011
« Non esiste il caso, perché il caso è la Provvidenza degli imbecilli, e la Giustizia vuole che gli imbecilli non abbiano Provvidenza ».
Léon Bloy
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Posté par atempodiblog le 20 décembre 2009
Dopo Gesù Cristo il popolo di Dio siamo tutti noi: io, il falegname, il fabbro, l’impiegato, lo spazzino, il poeta.
Il popolo di Dio è tutto ciò che è povero, tutto ciò che soffre, tutto ciò che è profondamente umile.
E’ l’immenso gregge nella solitudine, la moltitudine dei cuori tristi alla ricerca del Paradiso.
Non ho subito la miseria, l’ho sposata per amore, avendo potuto scegliere un’altra compagna.
La miseria è la mancanza del necessario.
La povertà è la mancanza del superfluo.
Più andremo verso Dio e più saremo uniti, cioè avvicinati. Gli esseri umani non sono paralleli ma convergenti, e Dio è il loro fuoco.
Ogni anima è un raggio della Divinità, da cui è partita come da un sole e da cui un giorno deve essere riassorbita.
Nessuno sa chi è maggiormente il suo prossimo, nessuno lo saprà mai, se non nella Luce. Ed è una grazia immensa incontrare qua e là, dopo infiniti dolori, qualche probabile fratello, qualche supposto cugino del Paradiso.
Attendo ancora Qualcuno.
Qualcuno di molto povero, molto sconosciuto e molto grande.
Qualcuno deve venire.
Qualcuno, che io sento galoppare sul fondo degli abissi, deve venire, in modo inaudito…
Léon Bloy
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Posté par atempodiblog le 1 novembre 2009
«La festa di oggi ci parla di beatitudine, di felicità piena e duratura. Chiediamo perdono al Signore se abbiamo cercato di costruire la nostra felicità prescindendo dalle parole di Cristo; oppure se abbiamo atteso passivamente di possederla senza assumerci quaggiù le nostre responsabilità. La nostra unica tristezza dovrebbe essere “quella di non essere santi”».
Léon Bloy
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