La festa di Ognissanti/ Gli splendidi volti dei Santi invece delle orride maschere

Posté par atempodiblog le 30 octobre 2023

La festa di Ognissanti/ Gli splendidi volti dei Santi invece delle orride maschere
di Don Aldo Buonaiuto  In Terris, la voce degli ultimi

La festa di Ognissanti/ Gli splendidi volti dei Santi invece delle orride maschere dans Don Aldo Buonaiuto Tutti-i-Santi

Halloween è l’anti-culti cristiano: un invito ad abitare il mondo dei mostri, in amicizia con anime inquiete e terrificanti, intrappolate sulla soglia tra i due mondi, a divertirsi con figure della fantasia horror e demoni del male, invece che cercare la comunicazione con gli angeli della luce e con i santi, testimoni della gioia e dell’amore di Dio.

Quando il mostruoso è considerato piacevole, il terrificante è divertente, l’orrido è appagante, cade il confine tra il bene e il male, la porta del giudizio si spalanca sul baratro morale.

La festa di Ognissanti e la Commemorazione dei defunti, sono invece, l’occasione per riflettere sul mistero della morte nella prospettiva della Resurrezione e come nascita all’immortalità, dove soltanto coloro che hanno vissuto in osservanza alla Parola di Dio, alla luce del suo Amore, potranno vivere la pienezza della gioia eterna.

È necessario, anzi, urgente, recuperare e promuovere una cultura della vita, che, con la sua bellezza, offre esempi e modelli di speranza ai molti immersi in quella che Papa Francesco ha definito una “cultura di morte”, ormai imperante, di cui Halloween è uno strumento e una manifestazione.

L’azione di sensibilizzazione critica consiste anche nel valorizzare l’alternativa cristiana ad Halloween, la festa di Ognissanti, così come la luce è la bella alternativa al buio: gli splendidi volti dei Santi invece delle orride maschere degli zombies.

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Passa la figura di questo mondo

Posté par atempodiblog le 24 octobre 2023

Passa la figura di questo mondo
di Padre Livio Fanzaga – Radio Maria FB

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La solennità di tutti i Santi e la commemorazione dei Fedeli defunti illumina il mese di novembre con la luce dell’eternità.

All’interrogativo, che sale spontaneo dal cuore umano, sul senso della morte, la Chiesa risponde con la fede nella vita eterna. Mai come oggi c’è bisogno di testimoniare la fede nella vittoria della vita sulla morte, perché gli uomini sembrano essersi rassegnati alla “mortalità” che affligge la loro vita e pensano che con la morte “finisce tutto”. E’ la concezione “nichilistica” della vita, ridotta a un fenomeno effimero e casuale destinato a scomparire.

Il cristiano crede nella resurrezione di Gesù Cristo, centro e cuore della sua fede, e sa che fin da ora siamo uniti a Lui e lo saremo eternamente, anche quando sarà passata la figura di questo mondo.

Nella festività dei santi il nostro sguardo si apre sulla gioia del Cielo, dove risplende la Gerusalemme celeste, meta piena di speranza del nostro cammino nel tempo.

Nella celebrazione dei fedeli defunti il cuore si apre alla carità e prega per i nostri fratelli che si purificano, in attesa dell’entrata in Paradiso.

Sono giorni di gioia, nei quali dobbiamo elevare lo sguardo oltre i confini della finitezza, dove l’effimero oscura la nostra vista, per ritrovare la forza di percorrere il santo viaggio e giungere alla meta che Dio ci ha preparato e dove siamo attesi dai nostri cari che ci hanno preceduto.

Divisore dans San Francesco di Sales

Freccia dans Viaggi & Vacanze Novena per le anime del Purgatorio

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Vale la pena ricalcare l’esempio dei santi

Posté par atempodiblog le 31 octobre 2022

Vale la pena ricalcare l’esempio dei santi dans Citazioni, frasi e pensieri Marcia-dei-santi

I santi sono persone e non personaggi immaginari come i supereroi. Vale la pena ricalcarne l’esempio perché sono stati uomini, donne e bambini che hanno lottato contro il mondo per essere fedeli al Signore. Loro ci insegnano che la santità non richiede forze e poteri sovrumani.

Travestendosi, invece, da zombi, demoni, fantasmi e quant’altro per Halloween si può dare ai giovani la sensazione che gli spiriti maligni siano divertenti, amichevoli e che non ci sia nulla di sbagliato nel volerli emulare.

Padre Michell Joe B. Zerrudo

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Onoriamo i santi perché seguono Dio e sono degni delle nostre imitazioni e devozioni

Posté par atempodiblog le 29 octobre 2022

Onoriamo i santi perché seguono Dio e sono degni delle nostre imitazioni e devozioni dans Citazioni, frasi e pensieri Rev-fr-Marius-P-Roque
Padre Marius P. Roque (20/09/1962 – 26/04/2021)

Smettetela di vestirvi da fantasmi, vampiri o streghe. Cambiamo questa tradizione. Se guardi “Halloween”, la radice della parola è “hallow” che significa “holy”. Ecco perché il primo di novembre è il giorno di tutti i santi. Onoriamo i santi perché seguono Dio e sono degni delle nostre imitazioni e devozioni.

+Rev. padre Marius P. Roque

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Su Halloween, i Santi e l’insipienza di noi cristiani

Posté par atempodiblog le 30 octobre 2017

Su Halloween, i Santi e l’insipienza di noi cristiani
di Costanza Signorelli – La nuova Bussola Quotidiana

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“Tenete a casa i vostri figli quella notte, perché – anche senza volerlo e a loro insaputa – gioirebbero e danzerebbero per il Grande Cornuto, che appunto… è un cornuto. E che non può salvarli!”. Don Ermes Macchioni, sacerdote in Fontana di Rubiera (Reggio Emilia) ed attivissimo esorcista da oltre trent’anni, sulla cosiddetta “festa” di Halloween ha le idee molto chiare: “quella è la notte più esoterica e satanica di sempre”. Eppure, non è tanto con la festa pagana che il don se la prende perché “il mondo civile può celebrare quello che vuole”, ma è con “l’insipienza e l’incoerenza di noi cristiani”. Tutt’altro che una lamentela la sua: è la semplice (e sempre meno scontata) volontà del buon pastore di condurre il gregge verso una vita cristiana radicale e ben radicata nel Vangelo. E infatti don Ermes ha dato inizio a quella che – dalle sue parti – è ormai diventata una tradizione: la grande festa dei Santi nella sera del 31 ottobre. Sera in cui, per l’appunto, il calendario liturgico cristiano segna la vigilia di Ognissanti. Così: bambini e ragazzi, adulti e piccini, si trovano tutti insieme per festeggiare nel nome e nella gloria del Signore. La Nuova Bq lo ha intervistato per approfondire questa vincente iniziativa e per fare un po’ di chiarezza su Halloween che, molto spesso, è considerata una festa innocua anche dai credenti.

Intanto, don Ermes, ci racconti: com’è questa Festa dei Santi che si è inventato?
Circa dieci anni fa, quando ancora ero parroco nella chiesa di San Michele a Sassuolo, ho capito che era necessario offrire ai bambini e ai ragazzi una proposta positiva che si contrapponesse alla sempre più celebrata notte di Halloween. Fu così che iniziai a organizzare la festa dei Santi proprio nella sera del 31 ottobre, che è in assoluto la notte più esoterica e satanista dell’anno. Qualche anno fa io ho cambiato parrocchia, ma quella festa non ha mai smesso e continua tuttora. Si tratta di un momento di aggregazione semplice e gioioso, con giochi, canti, dolci e tutto quanto si possa trovare in un’autentica festa. E però, è una festa alla luce dei Santi! Ognuno sceglie il santo che più sente vicino alla propria storia personale, per esempio quello di cui porta il nome, e poi è chiamato a dare ragione di questa rappresentazione. Si apre così un momento di gioiosa catechesi sulla vita dei santi e sulla bellezza e l’importanza che la loro vita rappresenta nella storia della Chiesa. Ma anche nella nostra storia personale: i bambini, i ragazzi devono essere educati a guardare ai santi come veri modelli di vita. Poi, chi non si traveste da santo si deve vestire esclusivamente di bianco.

Insomma mi sembra di capire: niente travestimenti da maghi, streghe o morti che camminano…
Quanti sanno davvero perché ad Halloween ci si veste così? Cosa significa? Nel rituale originale di Halloween sta scritto: « Nella vigilia di Ognissanti i defunti uscivano dai sepolcri, per tornare ancora una volta con gli amici di un tempo a godere il tepore, il conforto e la gioia dell’amicizia. Che tutti quanti siano felici e colmi di gioia. Danziamo dunque e stiamo felici per tutti i nostri fratelli che hanno già varcato la soglia……proprio come accade oggi ». No! Questa è esattamente una catechesi al contrario, una catechesi cattolica rovesciata! Non accade per niente questo perché non può accadere: non esiste un auto-risurrezione! Il cristiano non può celebrare questo, nemmeno per scherzo. I nostri defunti non ritornano; essi sono viventi in Cristo (e speriamo tutti), ma non possono tornare da noi. Siamo noi che dobbiamo raggiungere il loro mondo. Attenzione: per raggiungere il loro mondo non serve la magia di streghe e fattucchieri, ma serve seguire Cristo, imparare a vivere come Lui e a morire come Lui. Noi cristiani non celebriamo i demoni, ma i Santi che sono vivi in Cristo!

Perciò un cattolico, per la sua stessa fede, dovrebbe opporsi alla festa di Halloween?
Io non mi presento contro Halloween, ma contro l’insipienza e l’incoerenza di noi cristiani. Cioè: uno è libero di fare come crede, il mondo civile può scegliere di fare tutte le feste che vuole. Però io dico: perché noi cristiani dobbiamo prendere parte a feste pagane?

Molti le risponderebbero: “per divertirsi, per far divertire i bambini, che male c’è?”
A parte che per divertirsi e far divertire i bambini ci son ben altri modi. Per esempio: venendo all’oratorio vestiti di bianco come nella nostra festa, i bambini e i ragazzi fanno tutto quello che fanno quelli vestiti di nero, i quali invece non sanno affatto quello che stanno facendo in quella notte.

Che cosa stanno facendo?
Bisogna sapere che la magia di Halloween è ben di più. Non è solo un fatto sociologico e commerciale, ma è un evento spirituale partecipando al quale, anche solo passivamente, cioè per moda, si commetterebbe un peccato d’idolatria. Poiché si renderebbe comunque un’adorazione implicita a satana, aderendo alla festa magica di quella notte. Noi battezzati respingiamo con forza tutto questo perché amiamo e teniamo dentro un altro tipo di Speranza, che sgorga come Sorgente perenne da un Sepolcro trovato vuoto, in un’alba di splendore accecante: l’Alba Pasquale!

Perché c’entra satana?
Sempre nel rituale originale di Halloween si parla di « decorare e drappeggiare », di « canti, musiche, recitativi…che si ispirino tutti alla morte, agli spiriti, ai fantasmi e alla magia, anche se non devono essere privi di toni di conforto e piacevolezza ». E ancora: « Sull’altare va collocato, fra gli strumenti necessari, anche un elmo cornuto o qualcosa che bene rappresenti questo concetto ». Domando allora: chi rappresenta codesto elmo cornuto?!? Ecco la preghiera del rituale: « Con questo, nella santa vigilia di Samhain, ti concedo il dominio e il potere, o Grande Cornuto, Dio dei regni tenebrosi ». Allora da esorcista io dico a tutti: non si può giocare con i dèmoni, nemmeno indirettamente! Ad Allen Kardec, che è il teorizzatore dello spiritismo e lui stesso grande spiritista dell’Ottocento, gli spiriti fecero questa confessione: “Quando voi ci tendete la mano per chiedere qualunque cosa, anche la più banale, per noi è un invito a farci avanti”.

Però poi c’è un paradosso: si accolgono feste come Halloween o simili, ma si parla sempre meno del diavolo a tutti i livelli, tanto più se si tratta di bambini o ragazzini. Don Ermes, occorre parlare del diavolo? Anche ai più piccoli?
Ma certo che occorre, io sono un esorcista! I genitori dovrebbero smetterla di pensare che il diavolo faccia paura ai loro figli, anche perché i loro figli tramite internet vanno proprio a cercare queste realtà! I genitori magari non se ne accorgono, ma proprio attraverso quei telefoni che i ragazzini hanno sempre tra le mani,  loro imparano, ad esempio, come fare i medium, come fare le sedute spiritiche e fanno anche ben altro… Perciò i genitori non si accorgono che i loro figli, purtroppo, sono molto più avanti di loro. Questo è problema veramente serio che come esorcista conosco bene! E poi aggiungo un’altra cosa.

Prego.
Se la Madonna di Fatima, la prima cosa che ha fatto con i veggenti – che avevano 7, 9 e 10 anni – è stata di fare vedere loro l’inferno. Proprio Lei che è “La Madre”, la prima cosa che ha fatto è stata di portarli a vedere l’inferno. E le nostre mamme cristiane? Perché allora si trattengono da questo?

Magari per paura…
Un cristiano non deve avere paura del diavolo! E’ il diavolo che ha paura di noi cristiani! Noi dobbiamo tenercelo lontano, non dobbiamo andarlo a cercare. Ma dobbiamo anche sapere che il diavolo ha paura di noi, perché se viviamo il nostro battesimo, se lo viviamo fino in fondo, il diavolo non può toccarci! Perciò bisogna cominciare ad educare i bambini sin da piccoli, non si può cominciare quando ormai il mondo li ha avvolti: la preghiera, i sacramenti, una catechesi sulla vita morale. E bisogna anche iniziare a insegnar loro a combattere il maligno che esiste e opera: per esempio, rinunciando a far star male gli altri, rinunciando all’orgoglio, rinunciando a vendicarsi, rinunciando a tutte quelle attività che si contrappongono alla domenica come giorno del Signore, magari ridimensionando un po’ il calcio etc… Ma più che la paura, la ragione per cui non si parla più del diavolo è un’altra.

Quale?
E’ venuta a mancare la fede. E’ venuta a mancare la frequentazione ai sacramenti, in particolare la Santa Messa. Non so dalle vostre parti, ma da noi alla domenica si va a fare la spesa al centro commerciale e non c’è più tempo di andare a messa. Io sono esorcista da trent’anni ormai: prima era difficile trovare dei posseduti, erano davvero pochi. Adesso quelli che, in un modo o in altro, sono caduti nelle mani del diavolo sono davvero tanti. Il diavolo oggi si sta dando un gran da fare e credo che gioisca tanto perché la fede si è intristita, la fede è stata abbandonata. Bisogna tornare con forza ai sacramenti e alla preghiera: le vere armi della vittoria contro il male!

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L’Azione Cattolica della parrocchia San Massimo Vescovo è pronta a festeggiare HOLY-WEEN

Posté par atempodiblog le 23 octobre 2017

L’Azione Cattolica della parrocchia San Massimo Vescovo è pronta a festeggiare HOLY-WEEN
Tratto da: Azione Cattolica San Massimo Vescovo Orta Di Atella

L'Azione Cattolica della parrocchia San Massimo Vescovo è pronta a festeggiare HOLY-WEEN dans Fede, morale e teologia HOLY-WEEN

Forse i più grandi ricordano com’era andare in chiesa con i propri nonni o genitori e sentirli riconoscere ad uno ad uno i santi affrescati sulle mura o fatti statue… Non esisteva Wikipedia né si era particolarmente colti, eppure ciò era possibile perché i santi facevano parte del vissuto quotidiano di ogni singolo cittadino!

Oggi come cristiani rischiamo di dimenticarci che i santi sono la parte più bella della nostra Italia; ci fa bene ricordare i loro volti, che ci dicono come la santità sia ancora oggi possibile in persone concrete, in carne ed ossa.

HOLY-WEEN è un’iniziativa interamente firmata AC che vuole semplicemente rispolverare e puntare i riflettori sulla bellezza della vita dei santi!

PROGRAMMA
MARTEDI 31 OTTOBRE

Dopo:
- aver scelto un santo a piacere
- aver conosciuto la sua storia
- aver indossato il costume e il simbolo che lo rappresenta
- esserti procurato una torcia… e un dolcino…

Ti aspettiamo:

- Alle ore 19:30 in Chiesa per un momento di preghiera e condivisione 
- al termine, spostamento al centro pastorale per festeggiare con giochi, balli e divertimento 
- saluti ore 22:00

Non mancare!

Parrocchia S. Massimo Vescovo
Via Chiesa, 20
CAP. 81030 – Orta di Atella (CE)

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Esorcisti: la festa di Halloween sfruttata dai satanisti

Posté par atempodiblog le 30 octobre 2016

Esorcisti: la festa di Halloween sfruttata dai satanisti
Per padre Francesco Bamonte, presidente dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti, la notte di Halloween del 31 ottobre è “tutt’altro che uno scherzo”. “In alcuni siti internet di personaggi per bambini – afferma – si possono trovare link dai quali si accede direttamente ai siti di satanismo e magia nera”. “I pianificatori sociali del male – aggiunge – sanno che abituando i bambini sin dai primi anni di vita alla familiarità e alle immagini del linguaggio occultista, in età adulta rischiano di essere indotti all’occultismo vero e proprio che può diventare, per le nuove generazioni, l’alternativa al cristianesimo”. Luca Collodi, per Radio Vaticana, ne ha parlato con don Aldo Buonaiuto, sacerdote esorcista e coordinatore generale del Servizio Antisette della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi:

Esorcisti: la festa di Halloween sfruttata dai satanisti dans Anticristo halloween-e-zucche-vuote

R. - Il 31 ottobre non è tanto la festa di Halloween – non dovremmo definirla una festa – ma, come la definisco io, un fenomeno. Perché il 31 è la vigilia della festa di Ognissanti. Già questa parola “Halloween” non andrebbe utilizzata perché, purtroppo, riconducibile ad un altro fenomeno della modernità. Quello legato al capodanno dei satanisti e dell’esaltazione del mondo dell’occultismo, con tutto il suo horror e con tutto il macabro che rappresenta. Noi cristiani celebriamo la Festa dei Santi, la festa di persone realmente esistite, non fantasmi, zombie, vampiri, mostri, mostriciattoli, ma persone eroiche che hanno dato la vita nella storia della cristianità, con la capacità di cambiare gli eventi della storia nella direzione del bene.

D. – Ma in verità, don Buonaiuto, dobbiamo dire che la gente, alla fine, festeggia comunque Halloween senza molti problemi…
R. – E’ un fenomeno e, per alcuni appunto una festa, che non riguarda la nostra tradizione. Si mischiano aspetti che, sia pure in libertà di coscienza, un cristiano non può non criticare. A partire dall’enorme indotto commerciale prodotto. Fu Papa Sisto IV, nel 1480 a solennizzare definitivamente la Festa di Ognissanti. Perché le superstizioni portavano i contadini, gli allevatori non solo a pregare, ma anche a ingraziarsi questi spiriti delle tenebre all’inizio dell’inverno. Contadini e allevatori ripercorrevano ciò che accadeva al tempo dei druidi, quando questi sacerdoti andavano di casa in casa per chiedere l’offerta.

La domanda non era “ Trick or treat?”, “Dolcetto o scherzetto?”, ma era: “Offerta o maledizione?”, cioè: “Dai l’offerta perché si faccia la festa del principe Samhain, colui al quale il dio Sole deve lasciare il posto affinché ci sia protezione nella famiglia, nel raccolto, nell’allevamento? ». Quindi: “Vuoi ingraziarti questo principe delle tenebre chiamato Samhain, oppure preferisci che la maledizione arrivi nella tua casa, nel tuo lavoro?”. Poi, con la presenza in modo particolare degli irlandesi negli Stati Uniti, questa tradizione, superstizione, diventa per un periodo prevalentemente riconducibile al mondo commerciale e ai bambini.

D. – Per padre Bamonte, il responsabile degli esorcisti di tutto il mondo, si tratta di una celebrazione esoterica. E Halloween è il capodanno di satana…
R. – Sì. E’ il capodanno di satana perché anche i satanisti hanno un loro calendario. E in questo calendario il mese di ottobre è quello votato all’adescamento di nuovi adepti e alla sua preparazione, perché questo evento viene preparato per tutto il mese. Addirittura, credono che quanti, anche indirettamente, partecipano a questo fenomeno chiamato “Halloween” e che celebrano questo rituale di esaltazione, possano partecipare all’adorazione e al culto di satana.

D. – Don Bonaiuto, lei ci dice che attraverso un elemento ludico, talvolta di scherzo, si cela un possibile ingresso al mondo dell’occulto?
R. – Ecco, questo è il messaggio che noi dobbiamo dare a tutti coloro che ci ascoltano. Guai però a estremizzare. E’ infatti pericoloso quel voler per forza vedere il diavolo dappertutto, ma è altrettanto pericoloso l’estremo opposto, quello di banalizzare, ridicolizzare e relativizzare ciò che invece può essere un apripista ad un mondo molto pericoloso.

Dalla nostra esperienza, dal numero verde Antisette della Comunità Papa Giovanni XXIII, (800.228.866) vediamo come spesso dietro ai ragazzi ci sia sempre qualche mente diabolica e la presenza di adulti. Quindi attenzione. Un’attenzione in più da parte delle famiglie sui loro figli, proprio perché questo lato oscuro di Halloween non continui a produrre danni in particolare sui giovani.

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La festa di Ognissanti ci apre la prospettiva del Cielo

Posté par atempodiblog le 22 octobre 2015

no ad halloween

Torniamo su un argomento: l’imminente festa di Halloween che abbiamo più volte affrontato, anche perché ogni anno se ne torna a discutere, soprattutto se la festa sbarca in parrocchia. La festa di Halloween, nella sua forma originaria, non ha niente di disdicevole per la fede, perché è la rielaborazione cristiana di feste ancestrali celtiche (da cui il nome stesso che significa «la vigilia di Ognissanti»).

È vero che, arrivata in America, attraverso i cattolicissimi immigrati irlandesi, deve poi la sua grande fortuna ad una «rilettura» neopagana e neogotica, alla quale non sarebbero estranei anche ambienti massonici. Ma spiegarne l’improvviso successo anche in Italia solo come un fenomeno consumistico o di colonizzazione culturale (e certamente è anche questo) è francamente riduttivo. Se tanta fortuna ha incontrato anche tra i nostri ragazzi, è anche perché fa leva su alcuni elementi come l’irrazionale, il magico, il rapporto con i morti che la nostra cultura razionalistica, o meglio scientista, vorrebbe eliminare del tutto, ma che invece sono parte essenziale dell’immaginario umano e specialmente di quello infantile e giovanile. Questo spiega fra l’altro il successo tra i ragazzi dei racconti di Harry Potter.

E se è giusto esprimere riserve sull’esaltazione di aspetti macabri e magici legati ad Halloween questa festa però può essere occasione per impegnarci:

ecco il compito della parrocchia, ma anche dei genitori e degli educatori a presentare anche ai più piccoli in maniera convincente, con la catechesi e la testimonianza, la bellezza e il significato delle celebrazioni del 1° e 2° novembre, sempre nell’ottica della Comunione dei Santi, cioè di quel legame profondo che come ci ricorda il «Catechismo della Chiesa cattolica», § 194-195 unisce a noi, che siamo pellegrini sulla terra, coloro che passati da questa vita stanno purificandosi, aiutati anche dalle nostre preghiere, e coloro che già godono della gloria di Dio e intercedono per noi.

di Toscana Oggi

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Una zucca, anche se di moda, rimane sempre una zucca

Posté par atempodiblog le 28 octobre 2014

Una zucca, anche se di moda, rimane sempre una zucca
Il cardinale Mauro Piacenza spiega il significato liturgico e religioso della Festa di tutti i Santi e della Commemorazione dei defunti

È vero che nella commemorazione dei defunti è possibile ottenere l’indulgenza Plenaria? Le indulgenze valgono per sé, per l’anima del defunto o anche per amici e parenti? E come si fa a contenere gli effetti negativi della festa di Halloween?
Queste e altre domande
ZENIT le ha rivolte al cardinale Mauro Piacenza, Penitenziere Maggiore del Tribunale della Penitenzieria Apostolica.

Una zucca, anche se di moda, rimane sempre una zucca dans Cardinale Mauro Piacenza Halloween

Eminenza, nei prossimi giorni si celebrerà la Festa di tutti i Santi e la Commemorazione dei defunti. Il Popolo di Dio sente molto questi giorni, che sono anche occasione di riflessione e di preghiera. è ancora valida la pratica delle indulgenze per i defunti?
Certamente sì! Nel giorno del 2 novembre, visitando un cimitero ed avendo assolto alle consuete condizioni (essere confessati, comunicati, recitare il Credo e pregare secondo le intenzioni del Santo Padre), è possibile ottenere l’indulgenza plenaria, applicabile ad un fedele defunto.

Solo in quel giorno è possibile farlo?
No, in quel giorno è possibile farlo in modo particolare e visitando un campo santo, ma ogni altro giorno dell’anno, è possibile lucrare l’indulgenza plenaria, ottemperando alle varie opere di pietà, contenute nell’Enchiridion Indulgentiarium (la raccolta delle modalità con cui è possibile ottenere la cancellazione delle pene dovute per i peccati), e scegliere di applicarla a se stessi, oppure ad un fedele defunto. L’unica “limitazione” a questa pia pratica è che essa può essere compiuta una sola volta al giorno; si può lucrare, quindi, una sola indulgenza al giorno, applicabile a se stessi, o ad un fedele defunto.

Talvolta, in alcune immaginette, ci sono delle preghiere con sotto la dicitura: 100 giorni di indulgenza, 300 giorni di indulgenza. Come si devono interpretare tali iscrizioni?
Fino alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II, era possibile incontrare indicazioni di questo tipo. Il corretto approfondimento teologico ci porta a ritenere che, essendo l’eternità fuori dal tempo e non un “tempo prolungato”, non sia propriamente opportuna l’indicazione specifica della pena temporale e della relativa indulgenza. Pertanto, oggi si parla unicamente di due tipi di indulgenza: plenaria, quando tutte le pene dovute per i peccati vengono cancellate, o parziale, quando solo in parte vengono condonate.

Ma non basta l’assoluzione sacramentale? Non basta confessarsi?
Certamente la prima grande Riconciliazione, è l’evento della Morte e Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo! In Cristo, tutte le promesse del Padre sono diventate un “sì” (2Cor 1,20). Egli è la fonte della misericordia, il fine della misericordia e la misericordia stessa. Papa Francesco non cessa di ricordare alla Chiesa come questa realtà della misericordia,sia determinante per l’annuncio e per la sequela cristiana. A ben vedere, il monito “Non abbiate paura” di San Giovanni Paolo II è sulla stessa linea della misericordia. Anche perché come potrebbe l’uomo non avere paura, se non ci fosse la possibilità della misericordia? E come potrebbe la misericordia essere reale esperienza vissuta, e non soltanto parola proclamata, se non determinasse, nella concreta esistenza di ciascuno, la effettiva possibilità di vincere ogni paura grazie alla certezza della verità, alla serenità del bene e, ultimamente, alla vittoria di Cristo su tutte le brutture della storia umana? Come ogni atto umano, anche i peccati hanno delle conseguenze. Il sacramento della Riconciliazione assolve i peccati, ma non ne elimina tutte le relative conseguenze. Attraverso le indulgenze, la Chiesa madre attinge generosamente al tesoro della divina misericordia, offrendo ai fedeli la possibilità della remissione non solo delle colpe, ma anche delle pene ad esse relative. Per esempio, se un uomo percuote un altro uomo, i due si possono riconciliare, ma nulla potrà cancellare il dolore e il segno dello schiaffo sulla guancia. Le indulgenze cancellano anche quel segno.  Si comprende bene come il tesoro dal quale la Chiesa attinge costituisca la sua più vera e preziosa ricchezza.  Quella è la banca più sicura e consolante che esista e i suoi azionisti sono veramente fortunati!

Lei ha detto, Eminenza, che le indulgenze possono essere applicate a se stessi, o a un fedele defunto. Perché non ad un altro fedele, per il quale si prega? Al proprio marito, alla propria moglie, ai propri figli?
Questo non è possibile per il grande mistero della libertà, che ci fa immagine e somiglianza di Dio e che Dio stesso rispetta profondamente. Ciascuno, finché è in vita, cioè finché è nel tempo, può cambiare le proprie scelte esistenziali, può decidere personalmente di convertirsi e in questo senso nessuno può sostituirsi alla libertà dell’altro. Pertanto ciascuno può lucrare le indulgenze e applicarle a se stesso. Certamente si può pregare per la conversione dei fratelli, per la conversione dei peccatori, ma l’indulgenza, per sua natura, è già un pio esercizio, per compiere il quale sono necessari veri atti di conversione, primo tra i quali la Riconciliazione sacramentale. Per quanto riguarda i defunti, essi con la morte sono usciti dal tempo ed è cessato per loro il dono della libertà. Per questa ragione, è sempre importante che la nostra libertà sia orientata al bene e non è affatto prudente permanere a lungo in stato di peccato mortale. Non potendo le anime dei defunti fare più nulla per la propria purificazione, in forza della comunione dei santi, cioè dell’unità profonda di tutti i battezzati in Cristo, noi, che siamo ancora in cammino, possiamo compiere la straordinaria opera di misericordia spirituale in suffragio delle anime, e ciò a beneficio loro e, nel contempo, anche a beneficio nostro.

È questa la ragione per cui la solennità di Ognissanti e la commemorazione di tutti i fedeli defunti sono così ravvicinate? Il primo e il due novembre?
Certamente la Chiesa, fin dalle origini, ha pregato per i fedeli defunti appartenenti alle prime comunità cristiane. Che essi fossero martiri, o comuni fedeli morti di morte naturale, la comunità ha inteso da subito il suffragio per i defunti come una dimensione strutturale della propria vita, della propria preghiera e, soprattutto, della celebrazione Eucaristica. Come a significare che l’unità profonda con Cristo e in Cristo, creatasi con il Battesimo, e la condivisione della medesima Eucaristia, vissuta nella comunità cristiana, non potessero essere spezzati nemmeno dalla morte. Del resto, a ben pensarci, se la morte è stata sconfitta da Cristo, chi è rinato in Cristo non può più essere separato da nulla, nemmeno da quella morte che Cristo ha già sconfitto! La Solennità di tutti i Santi mette in luce proprio la verità della communio sanctorum, dell’unione di tutti i battezzati. Come ci ha ricordato più volte Papa Francesco: “il tempo prevale sullo spazio”. Pertanto l’unione nel tempo di tutti i battezzati, dai primissimi cristiani, fino a coloro che domani mattina riceveranno il Battesimo e fino alla fine della storia, è un unione che nulla potrà mai scalfire e che determina quel camminare della Chiesa nel tempo che è reale anticipazione, qui sulla terra, del Regno dei Cieli. Noi apparteniamo all’unico Corpo ecclesiale che, ininterrottamente, da Gesù Cristo, dalla Beata Vergine Maria e dagli Apostoli, giunge fino a noi, ed è per questa ragione che la Chiesa celeste è molto più numerosa, molto più interessante, molto più dotta e molto più “influente” della Chiesa terrestre.

Nella notte che procede la Solennità dei Santi, da un decennio circa, si è diffusa anche in Europa la moda di Halloween. A che cosa è dovuto questo fenomeno? Che cosa ne pensa?
Come Lei ha ben detto, si tratta di una moda, che certamente ha dei risvolti comunque seri e non solo di ordine consumistico. Mi pare di poter dedurre che la stragrande maggioranza dei ragazzi, che organizzano feste in maschera in quella occasione, sono vittime inconsapevoli sia della moda, sia di chi, a tutti i costi, deve vendere dei prodotti commerciali, manipolando realtà spirituali. Trovo il fenomeno talmente irrazionale da diventare la reale cifra della società contemporanea: chi non crede nella verità finisce per credere a qualunque cosa, comprese le zucche! Non mi sfugge, peraltro, che in taluni casi questo tipo di manifestazioni abbiano origine spiritistica e perfino satanica e, pertanto, alimentarle e non correggerle può trasformarci in inconsapevoli alimentatori di quel “fumo di satana”, che già troppo intossica il mondo. Dobbiamo stare tutti attenti a non respirare fumi tossici; talvolta ciò accade quasi inavvertitamente. Ricordiamoci che una zucca, anche se benedetta, rimane sempre una zucca. Quelle di Halloween non sono nemmeno benedette!

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Halloween, un fenomeno da non sottovalutare

Posté par atempodiblog le 14 octobre 2014

Halloween, un fenomeno da non sottovalutare
Quella che molti ritengono essere una semplice carnevalata nasconde un disegno tutt’altro che innocente e casuale, un mondo sotterraneo che abbina business e occultismo
di don Aldo Buonaiuto – RomaSette

Halloween, un fenomeno da non sottovalutare dans Don Aldo Buonaiuto Halloween-don-Buonaiuto

Immagini di mostri, streghe, fantasmi e scheletri stanno facendo capolino lungo strade ed edifici delle nostre città. Il motivo è Halloween. Quella che molti ritengono essere una semplice carnevalata, nasconde un disegno tutt’altro che innocente e casuale, un mondo sotterraneo che abbina business e occultismo. Uno degli aspetti più preoccupanti è come, negli ultimi anni, venga sempre più pubblicizzata in strutture pubbliche e private come asili e scuole di ogni ordine e grado. Halloween, infatti, sta diventando un problema legato all’educazione e alla formazione delle giovani generazioni che ormai conoscono più le vicende e le leggende di questa assurda ricorrenza che le feste religiose e civili della nostra tradizione. Non credo che esista il precedente di un evento perfettamente estraneo alla nostra cultura che si sia insidiato con tale successo in un lasso di tempo così limitato. Un martellamento continuo cui sono sottoposti i nostri figli con insegnanti letteralmente “infatuati” che presentano miriadi di iniziative per “giocare” con tutto ciò che è macabro.

Le librerie sono popolate da pubblicazioni e anche libri di testo per gli istituti scolastici destinati ai bambini dai 3 anni in su che danno più rilevanza ad Halloween che al Natale. Ci sono classici della narrativa che rappresentano la “notte delle streghe” in veste di racconto a sfondo malinconico, fino a giungere ad audio-libri con cd e dvd forniti di schede didattiche per le maestre e di linee guida per le recite. Nessuna fascia di età è esclusa a partire da fumetti e schede da colorare, dedicati ai più piccoli che ancora non sanno leggere e scrivere, per giungere alle analoghe versioni soft-horror per i preadolescenti. Canzoncine e musiche, gadget e lavoretti, filastrocche e racconti, laboratori e corsi, fiabe e film, sfilate e festicciole, puzzle e carte da gioco, piatti dolci e salati, tutto in salsa lugubre. Ma cosa c’è di educativo in tutto ciò? Qualcuno si azzarda addirittura ad affermare che i bambini sono “naturalmente” attratti dai mostri… La verità è che i veri mostri siamo noi che permettiamo ai piccoli di nutrirsi di queste nefandezze!

Il termine Halloween deriva dall’espressione “All-Hallows-Eve” che significa “vigilia di tutti i santi” e indica un fenomeno che sempre più si sovrappone alla festività religiosa di Ognissanti presentandosi come una pseudo-festa delle tenebre. Secondo alcuni studiosi di folklore, All-Hallows-Eve avrebbe soppiantato una ricorrenza pagana dei popoli celti, chiamata Samhain. Con tale termine si indicava una serie di giorni considerati “sacri” dai sacerdoti celtici – i druidi – a cavallo tra la fine di ottobre e i primi di novembre durante i quali la popolazione celebrava il passaggio tra la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno. Durante la festa si svolgevano riti orgiastici con uso smodato di bevande alcoliche; l’offerta di sacrifici, inoltre, era considerata necessaria per ingraziarsi gli spiriti delle tenebre.

Il substrato pagano è sopravvissuto anche alla predicazione dei primi apostoli e alla conversione delle terre barbariche al cristianesimo rimanendo nascosto sotto la cenere ma mai del tutto sopito. Fu Papa Gregorio IV, nell’834, ad accorgersi della permanenza del suddetto retaggio nei popolani. Come contromisura alle superstizioni celtiche, decise di spostare la festa di Ognissanti dal tredici maggio – sua data originaria – al primo novembre al fine di fermare la proliferazione di rituali magici in onore di Samhain. Similarmente, nel X secolo, venne introdotta la festa di tutti i fedeli defunti in opposizione a quella delle streghe.

Proprio a motivo di queste sue origini Halloween oggigiorno è l’anticamera verso qualcosa di ancora più inquietante. Per i seguaci dell’occulto il 31 ottobre sarebbe il capodanno satanico, il giorno più magico dell’anno, propizio per compiere i riti più indicibili. Per le organizzazioni settarie in genere è la grande occasione per adescare nuovi adepti. Purtroppo i giovani sono i più esposti a cadere in queste trappole infernali a causa della loro inesperienza e della loro curiosità. I mass-media riportano sempre più frequentemente le scelleratezze che avvengono durante le notti di ottobre e novembre: innumerevoli riti malefici, profanazioni di camposanti, furti di ostie consacrate, sacrifici di animali, vere e proprie messe nere. Sono solo la punta di un iceberg.

La diocesi di Rieti ha da poco comunicato che lo scorso 6 ottobre, presso la chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Grazie in Vazia, in circostanze ancora da chiarire, è stato perpetrato il furto sacrilego dell’Eucaristia. Nello stesso giorno un altro furto sacrilego è avvenuto anche a Spinetoli, in provincia di Ascoli Piceno, dove ignoti, dopo essersi introdotti in una chiesa, hanno forzato lo sportellino del tabernacolo sottraendo la pisside con dentro un centinaio di ostie consacrate. Esiste anche la compravendita – principalmente tramite internet – di reliquie rubate, fatto che dimostra l’esistenza di un mercato del sacro clandestino. Poco tempo fa, per esempio, è stato denunciato per ricettazione dalla Guardia di Finanza di Cosenza un uomo che cercava di vendere su eBay – noto sito internet di annunci economici – due oggetti della tradizione sacra e popolare: una spina della corona di Gesù e una parte della spugna imbevuta di aceto che i soldati romani posero sul suo costato.

Di fronte a questo scenario sono in aumento le diocesi, parrocchie, associazioni e semplici educatori che avanzano la proposta di opporsi ad Halloween tornando a celebrare la festa dei Santi che hanno l’indubbio merito di essere persone di grande esempio morale realmente vissute e non creature immaginarie o mitologiche. Sottovalutare il fenomeno Halloween, che procura confusione sostituendosi ai momenti liturgici significativi, significa promuoverlo. I bambini, sempre più frastornati e bombardati da questo evento, non conoscono o non sentono la festività dei Santi. È necessario sollecitare una pastorale attenta al ridare alla festa dei Santi e alla commemorazione dei defunti il valore irrinunciabile che la tradizione gli ha attribuito. È anche importante non aderire in alcun modo all’evento, decretando così il fallimento di questa trappola dell’occulto.

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I Santi: uomini che non portano maschere

Posté par atempodiblog le 28 octobre 2013

I Santi: uomini che non portano maschere
Tratto da: La nuova Bussola Quotidiana

In vista della festa di Tutti i Santi e della commemorazione dei defunti, riportiamo il testo integrale della lettera scritta ai propri fedeli dai sacerdoti del Decanato di Valceresio, Arcidiocesi di Milano. La lettera, non solo spiega il senso delle festività di inizio novembre, ma mette in guardia dalla festa pagana di Halloween, il cui reale significato è la celebrazione del dio della morte. E durante la quale le sette sataniche ne approfittano per reclutare adepti.

santi

Carissimi amici,

come ogni anno la Chiesa si appresta a vivere la festa di Tutti i Santi e il giorno in cui si commemorano i nostri cari defunti che già godono della visione di Dio. L’occasione di questa grande festa ci richiama al destino che ci attende: la vita in Cristo. Gesù, infatti, con la sua morte e risurrezione, ha impedito che la parola “fine” tirasse il sipario sulla nostra vita. Il tratto di strada, più o meno lungo, che percorriamo sulla terra è un pellegrinaggio verso la vera patria che è il Cielo, popolato da coloro che la Chiesa ha posto come modelli per tutti, i Santi, e da coloro che ci hanno preceduto nel raggiungimento della méta, i nostri cari defunti.

Così, persino il momento più drammatico per la vita di un uomo, com’è la morte, viene raggiunto dalla luce della fede che ci consente di guardare con speranza al momento del nostro tornare alla casa del Padre. A questo proposito conviene riascoltare le parole che nel 2007 Papa Benedetto XVI ha scritto nell’Enciclica Spe Salvi: «Da una parte, non vogliamo morire; soprattutto chi ci ama non vuole che moriamo. Dall’altra, tuttavia, non desideriamo neppure di continuare ad esistere illimitatamente e anche la terra non è stata creata con questa prospettiva. Allora, che cosa vogliamo veramente? Questo paradosso del nostro stesso atteggiamento suscita una domanda più profonda: che cosa è, in realtà, la “vita”? E che cosa significa veramente “eternità”? Ci sono dei momenti in cui percepiamo all’improvviso: sì, sarebbe propriamente questo – la “vita” vera – così essa dovrebbe essere. A confronto, ciò che nella quotidianità chiamiamo “vita”, in verità non lo è. Agostino, nella sua ampia lettera sulla preghiera indirizzata a Proba, una vedova romana benestante e madre di tre consoli, scrisse una volta: In fondo vogliamo una sola cosa – “la vita beata”, la vita che è semplicemente vita, semplicemente “felicità”. Non c’è, in fin dei conti, altro che chiediamo nella preghiera. Verso nient’altro ci siamo incamminati – di questo solo si tratta… Non sappiamo che cosa vorremmo veramente; non conosciamo questa “vera vita”; e tuttavia sappiamo, che deve esistere un qualcosa che noi non conosciamo e verso il quale ci sentiamo spinti» (n. 11).

Mossi da questa grande speranza nei prossimi giorni visiteremo i cimiteri dove riposano le persone che abbiamo amato in attesa della risurrezione dell’ultimo giorno quando, al ritorno di Cristo, la morte verrà definitivamente distrutta e tutti potremo vivere della Sua stessa vita sotto “cieli nuovi” e in una “terra nuova”, travolti dallo stupore per la bellezza di tutto. Il tempo sfocerà nell’eterno e l’uomo non potrà più scegliere “per” o “contro” il Signore. Avverrà, infatti, il giudizio “dei vivi e dei morti”, cioè di tutta l’umanità. Verrà così smascherato il tentativo degli uomini di vivere “come se Dio non ci fosse” e tutto (noi, gli altri e il mondo) apparirà nella sua nuda verità. Il giudizio sarà: “particolare” al momento della morte di ciascun uomo e “universale” al momento del ritorno di Cristo alla fine dei tempi.

Paradiso e Inferno, che non sono due luoghi ma due condizioni umane, sono le possibilità che stanno davanti a noi in base a come si è giocata la nostra libertà di fronte a Dio. Poiché nel morire la decisione definitiva di una persona può essere incerta, la Chiesa afferma la possibilità del Purgatorio, come estrema occasione di purificazione e salvezza grazie alle preghiere di Gesù e Maria e all’intercessione della Chiesa mediante la celebrazione della santa Messa per i defunti, l’Indulgenza, l’offerta della sofferenza e delle opere di carità, la preghiera quotidiana.

Vista la grandezza del destino che ci attende, vista la forza che queste realtà ci danno per vivere con più intensità il reale, riteniamo veramente assurdo e pericoloso il proliferare di un modo pagano di festeggiare queste ricorrenze, a scapito del grande tesoro della fede che vogliamo custodire e trasmettere con gratitudine.

Uno dei modi più confusi e deviati è la festa di Halloween. La fede ha realtà molto più interessanti e ragionevoli da consegnarci rispetto alle zucche vuote, ai bambini (e anche adulti!) travestiti da streghe, fantasmi, vampiri e diavoli, al girovagare di casa in casa con la domanda sulle labbra: «Dolcetto o scherzetto?», che è l’ingenua traduzione di una formula dell’antico cerimoniale pagano, e al dilagare di discutibili feste serali e notturne dei ragazzi più grandi storditi dal volume della “musica” (se così si può chiamare) e ambigui divertimenti.

Preoccupati per il moltiplicarsi ingenuo di feste come questa, vi proponiamo tre criteri di giudizio per educare il nostro modo di guardare la realtà a partire dalla fede:
1. Il cuore di ogni uomo è pieno di domande grandi sul senso di tutto. La vita e la morte sono, forse, i nodi più scoperti. Usiamo del tempo che abbiamo per andare a fondo delle questioni più decisive, verificando se in noi la fede regge davanti alle sfide del vivere o se, quello di Cristo, è diventato solo un nome.
2. Halloween è una festa nata in ambito pagano, che non ha nulla a che vedere con la fede cristiana. Celebra il dio della morte (Samhain) ed è intrisa di esoterismo e magia, finendo talvolta per percorrere sentieri che sanno di diabolico. C’è un’evidente contraddizione per chi è battezzato, anche se l’intenzione con cui festeggiamo non è cattiva, né tantomeno contro la fede in Cristo.
3. Secondo uno studio della comunità “Giovanni XXIII”, fondata da don Oreste Benzi, il 16% dei ragazzi che partecipano a sette occulte ed esoteriche, dove avvengono le cose più cruente come i sacrifici offerti al Diavolo e la profanazione dell’Eucaristia, viene adescato proprio in questa occasione. Occorre, dunque, essere molto vigilanti senza inoltrarsi in luoghi e compagnie che potrebbero risultare molto pericolosi.

Il cardinale Scola, nella sua Lettera pastorale Il campo è il mondo. Vie da percorrere incontro all’umano, ci invita, tra le altre cose, a ritrovare il vero senso della festa che troppo spesso finisce per “esaurire l’io anziché ricaricarlo” (pag. 33). Custodiamo il gusto per le cose belle, vere, buone e giuste. I Santi che festeggiamo sono uomini e donne che hanno vissuto senza maschere, pieni di passione per Cristo e per il fratello, perché erano certi che «la fede non abita nel buio, ed è luce per le nostre tenebre» (Papa Francesco, Lumen Fidei, 4).

Con grande affetto, in Cristo!
I sacerdoti del Decanato

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Un fenomeno vincente e preoccupante: Halloween, festa delle zucche vuote

Posté par atempodiblog le 24 octobre 2013

Un fenomeno vincente e preoccupante
Halloween, festa delle zucche vuote
Perché si è affermata così rapidamente una festività estranea alla nostra cultura? È una trovata commerciale o qualcosa di più? È un processo inevitabile? La risposta più appropriata ed efficace è riproporre la ricchezza della festività di Tutti i santi, per introdurre anche i bambini a una visione seria ma anche serena dell’aldilà.
di Paolo Pegoraro – Vita Pastorale

Un fenomeno vincente e preoccupante: Halloween, festa delle zucche vuote dans Fede, morale e teologia Tutti-i-Santi

Halloween non fa più notizia
È un dato di fatto, anche in Italia. Come se ci fosse sempre stata. Invece è comparsa, almeno come fenomeno di costume, non più di sette anni fa. Ma nessuno si chiede più perché ragnatele, zucche e teschi invadano le vetrine di ogni genere di negozi a fine ottobre. «In fondo si tratta solo di una festa innocua», è l’acquiescente risposta che ci diamo.
A fare una ricerca in libreria non si trova nulla che racconti la storia di questa festa. In compenso, però, si scopre che dal 2001 si pubblicano un numero incredibile di libri per bambini: Come festeggiare Halloween, Halloween party, Halloween per bambini, Tre feste… tre recite – Halloween Natale Pasqua. «Lo vedi?», sospira sollevata una parte di noi. «È solo un’occasione d’intrattenimento per i più piccini…».
Sarà poi vero? Damien Le Guay, filosofo e critico letterario, denuncia la situazione nel fulminante pamphlet La faccia nascosta di Halloween. Come la festa della zucca ha sconfitto Tutti i santi (Elledici 2004, pp. 127, € 8,00). In Francia, nota Le Guay, Halloween si è imposta senza colpo ferire in appena tre anni e una vittoria così rapida non s’improvvisa: «Halloween è una festa artificiale: fu premeditata, non spontanea; è stata venduta, progettata, lanciata come un prodotto di largo consumo» (p. 87).
Dietro, infatti, c’era l’abile strategia di marketing del gruppo Masport-César, azienda specializzata in maschere e costumi, che ha fatto balzare il proprio fatturato da 4,27 a 126,23 milioni di euro. La produzione nazionale di zucche passava dalle 21.700 tonnellate del 1996 alle 30.100 del 2000. Una volta consolidato questo nuovo settore di mercato in Europa, ecco farsi avanti anche i colossi statunitensi: McDonalds, Disney e Coca-Cola.

Non solo marketing
Un ruolo chiave, però, lo avevano svolto i mass media, divenuti i principali promotori del nuovo fenomeno sociale. Immediata la risposta di ristoranti e discoteche, che improvvisano seduta stante party di Halloween e menù a base di zucca. Ma se si tratta soltanto di soldi spillati ai gonzi, perché preoccuparsi? Damien Le Guay, infuocato da un sarcasmo degno di Leon Bloy, elenca una serie di motivi che fanno riflettere.

1 - Per prima cosa, denuncia la compiacente passività che vige ormai in ogni strato sociale: in nome del precetto del divertimento, spesso troppo simile all’alienazione, si abbraccia acriticamente ogni cosa. Anche i cristiani non amano più farsi troppe domande su quello che succede.
2 - Il secondo aspetto preoccupante è lo svilimento della solennità di Tutti i santi e della commemorazione di tutti i fedeli defunti. Halloween s’insinua in un vuoto di disaffezione e, insieme a Babbo Natale e ferragosto, consolida quel calendario “post-cristiano” di feste ridotte a nuda esteriorità. Proprio come le sue zucche, sgargianti ma vuote, Halloween «manifesta tutta la “pericolosità” dell’ideologia moderna delle feste: le idee sono scomparse, rimane solo la pratica festiva. Una sorta di pratica senza teoria, di azione senza ragione, di realizzazioni senza responsabili, di battaglia senza un avversario identificabile» (p. 54).

Il ruolo dell’immaginazione
3 – Terzo motivo:«L’aspetto più desolante della festa di Halloween è la sua povertà spirituale e il pericolo simbolico che costituisce» (p. 119). Le Guay parla a proposito di “povertà spirituale” perché questo revival europeo di Halloween è svincolato da tutti i significati che aveva ricevuto nei secoli precedenti: mischia nel suo calderone simboli celtici e cristiani, folklore statunitense, fascinazioni occultiste e psicologia spicciola per venire incontro a ogni prurigine esoterica. Ma tutto è riproposto come maschera e burla, anche la paura della morte. Perché è proprio la realtà della morte, forzosamente nascosta per tutto il resto dell’anno, a essere esorcizzata in un ambiguo rito collettivo, quasi una festa dell’eterna giovinezza che relega nelle case, ancora una volta, gli anziani.
4 - Altro motivo di preoccupazione è che dietro la mascherata della stregoneria e del diabolico, presentate come qualcosa da non prendere sul serio, si cela invece un fenomeno in drammatica crescita: «Presentare Halloween come un rito pagano è eccessivo; sarebbe altrettanto menzognero non riconoscere in essa numerosi e vari aspetti presi in prestito dal paganesimo e dalla stregoneria» (p. 38). Anche se Halloween non promuove esplicitamente fenomeni di occultismo, è accertato che nella notte del 31 ottobre il loro numero aumenta in modo consistente.
5 - Ultima, ma forse più fondata ragione su cui interrogarsi, è che Halloween è una festa indirizzata ai bambini. Le Guay invoca un «principio di precauzione per l’immaginario» (p. 9) perché è nell’immaginazione dei più piccoli che si produce una più forte suggestione, inoculando una fitta cortina di simboli legati a una certa idea – per nulla cristiana – dell’aldilà. Senza considerare che per le prossime generazioni festeggiare Halloween sarà un evento normale, anzi, tradizionale.
Quelle di Le Guay sono riflessioni che vale la pena considerare, quanto meno perché sono domande critiche che risvegliano l’attenzione dalla presunta “inevitabilità” di Halloween. Quale atteggiamento avere davanti a un fenomeno che si espande anno dopo anno? Limitarsi a un confronto muscolare è di sicuro controproducente, anche perché Halloween sembra essere fatta apposta per provocare una beffarda “caccia alle streghe”. A ben vedere, inoltre, Halloween evidenzia un nervo scoperto della società contemporanea: l’incapacità collettiva di affrontare il problema-morte senza depotenziarlo o razionalizzarlo.
Occorre promuovere, innanzi tutto, una serie di atteggiamenti positivi e propositivi che per il cristiano significano testimonianza prima ancora che sfida. Un primo passo è quello della conoscenza e dell’informazione per vivere consapevolmente questi veri e propri segni dei tempi. La repentina imposizione di un fenomeno di massa come Halloween non può passare sotto l’attenzione di tutti come se nulla fosse, a meno che non si sia sprofondati nella rassegnazione. Bisogna avere il coraggio di farsi delle domande, ma anche di farle: provate a domandare che cosa si festeggia ad Halloween, o perché la si festeggia in Italia: otterrete le più varie, balbettanti risposte.

Offrire alternative valide
Il secondo atteggiamento che dovrebbero promuovere quanti si occupano della catechesi è riproporre il valore della solennità di Tutti i santi, all’interno di una rinnovata catechesi sui misteri escatologici della fede cristiana. La liturgia ci prepara alla commemorazione dei fedeli defunti celebrando la comunione di tutta la Chiesa – di quanti pellegrinano, di quanti si purificano e di quanti già contemplano Dio – ricordandoci la comune vocazione alla santità. Dunque la solennità di Tutti i santi va riproposta innanzi tutto nel suo significato ecclesiale, secondo quanto ricorda Lumen gentium 49: «Tutti quelli che sono di Cristo, infatti, avendo il suo Spirito formano una sola Chiesa e sono tra loro uniti in lui (cf Ef 4,16). L’unione di coloro che sono in cammino coi fratelli morti nella pace di Cristo non è affatto spezzata, anzi, secondo la perenne fede della Chiesa, è consolidata dalla comunione dei beni spirituali». Questa fraternità indistruttibile è un annuncio di speranza più liberante di qualsiasi esorcismo sull’aldilà: nella notte in cui Halloween dà piede libero ai nostri fantasmi interiori, la Chiesa c’invita a meditare non sulla morte, ma sulla vita eterna. Tornare a contemplare l’orizzonte ultimo della nostra vita è l’incoraggiamento di cui abbiamo bisogno per dissipare demoni e paure.
L’ultima attenzione pastorale da attuare è quella verso i bambini, proprio perché Halloween ne fa i suoi involontari protagonisti. Qui il ruolo dei genitori diventa insostituibile: per quanto insegnanti o catechisti possano aiutarli, è loro compito accompagnare gradualmente i figli verso una presa di coscienza pacifica, ma senza veli, con il mistero della morte. Una modalità è certamente la visita ai propri cari al cimitero, raccontando le loro vite ai ragazzi se non li hanno conosciuti, magari con l’aiuto delle loro fotografie. Insegnare a pregare per i defunti con serena confidenza è la via migliore per sviluppare una visione cristiana dell’aldilà, vitale, sentita, integrata anche a livello affettivo. Da incoraggiare, infine, il rapporto dei bambini con gli anziani e i nonni in modo speciale.

Divisore dans San Francesco di Sales

Evoluzione storica di un fenomeno multiforme
CHI HA PAURA DELL’ALDILÀ?

Il fascino di Halloween è legato in modo inequivocabile a come immaginiamo l’aldilà. Commemorare i defunti è atto religioso elementare, tanto che molti antropologi considerano la sepoltura dei propri simili come la prima azione propriamente umana. Il ricordo dei propri cari ha sempre rivestito una fondamentale importanza sia nei culti primordiali che in quelli più elaborati: ogni cultura ha sviluppato un suo “giorno dei morti”.

È una festa celtica? Per i Celti britannici l’occasione era Oidche Shamhna, la Notte di Samhain, dio della morte, che segnava la fine dell’estate e l’arrivo dell’inverno. Si riteneva che durante questo passaggio della ruota stagionale Samhain liberasse gli spiriti malefici e i morti tornassero sulla terra; per ammansirli si lasciavano davanti alle porte offerte di cibo e s’indossavano costumi spaventosi per ricacciare gli spiriti nel loro mondo. A officiare i riti di Samhain erano i druidi, che in cambio di compensi proteggevano la popolazione accendendo grandi falò e offrendo sacrifici, talvolta umani.

È una festa cristiana? La solennità di Tutti i santi, istituita nel settimo secolo da papa Bonifacio IV a ricordo dei martiri e inizialmente celebrata il 13 maggio, venne spostata al 1° novembre da Gregorio III nell’anno 834 con l’esplicito intento di aiutare i fedeli a vivere cristianamente la commemorazione dei defunti, abbandonando gli usi pagani. Nasceva così All Hallows’ Eve, cioè la Vigilia di Tutti i santi, celebrata la notte del 31 ottobre. Per Lutero è il giorno in cui la Chiesa ha formalmente abbandonato la fede biblica.

È una festa irlandese? Le tradizioni popolari sopravvissute nella cattolica Irlanda diedero origine alla festa di Halloween – storpiatura di [All] Hallows’ Eve – celebrata in parallelo alle festività cristiane. Ma gli elementi pagani sono decaduti a folklorismo: resta la forza coesiva della festa, ma si è indebolito il suo intimo significato. Si usa scavare volti paurosi nel cavolo rapa trasformandoli in lanterne, le Jack-o-lantern, a rappresentare il personaggio di un racconto, Jack il malfattore, che ingannò il diavolo e per questo, respinto sia dal paradiso che dall’inferno, fu condannato a vagare nella notte eterna facendosi luce con un lanternino. Il consueto trick-or-treat (dolcetto o scherzetto) che i bambini chiedono di casa in casa prende invece origine da un’usanza medievale: i pellegrini bussavano alle porte domandando un po’ di soul cake – il “dolce dell’anima”, un pane quadrato con uvetta – promettendo preghiere per i defunti del donatore.

È una festa americana? Halloween giunge negli Stati Uniti insieme alle centinaia di migliaia d’irlandesi costretti a lasciare la patria dalla disastrosa carestia di patate del 1845-’50. Mancando il cavolo rapa si cominciano a scavare le lanterne nelle zucche americane. Del tutto decontestualizzata, la festa perde anche il suo carattere nazionale e si tramuta in un carnevale nero all’insegna del divertimento collettivo: è negli Usa che Halloween raccoglie l’immaginario gotico di gatti neri, streghe, fantasmi, candele, mascherate e burle. D’altra parte, sono gli anni di Edgar Allan Poe. Si consolida l’uso del trick-or-treat: i bambini passano per le case chiedendo dolci, ma se non li ricevono possono insaponare i vetri della casa o anche romperli, scavare buche nel giardino o imbrattare di vernice le auto.

È una festa europea? Infine Halloween torna in Europa come fenomeno di massa una decina di anni fa, un vero e proprio format importato dagli Stati Uniti. Dal 1995 un’azienda francese di costumi, la Masport, comincia a promuovere Halloween in Europa, fino ad attirare l’attenzione dei giganti americani dell’intrattenimento (McDonalds, Disney, Coca-Cola). Oggi, in Francia, Halloween è un marchio commerciale registrato e detenuto dalla società Optos-Opus. In Italia l’interesse per Halloween è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi cinque anni, irraggiandosi dai maggiori centri urbani alle periferie.

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Monsignor Frisina: “Halloween è solo una corruzione della festa di Ognissanti”

Posté par atempodiblog le 12 octobre 2013

Monsignor Frisina: “Halloween è solo una corruzione della festa di Ognissanti” dans Festa dei Santi e dei fedeli defunti Festa-santi

«Il commercio non inventa una festa per celebrare qualcosa. Halloween è infatti solo una corruzione della festa di Ognissanti. Un momento di limpida memoria del Paradiso è diventato una festa horror che non si concilia con la “luminosità” della cultura mediterranea.
Eppure persino la tv italiana dimostra che le fiction sui santi riescono ad avere più audience dei film violenti. Questo perché l’Italia conserva un dna cristiano, anche se spesso è soffocato da culture commerciali ed ostili. Dobbiamo riuscire a dare un senso cristiano alle date del 1 e del 2 novembre senza metterci su quel livello. Ossia, se Halloween ha i suoi gadget, non per questo il cristianesimo deve crearsi i suoi. La Chiesa deve proporre una cultura alternativa.
[…] ricordare il Paradiso, il Purgatorio e i nostri defunti in modo luminoso, con lo sguardo rivolto verso il Cielo».

Monsignor Marco Frisina – RomaSette

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La trappola dell’occulto: Halloween, Capodanno di tutto il mondo esoterico

Posté par atempodiblog le 2 novembre 2012

La ricorrenza nasce come culto al principe della morte. Data importante per gli occultisti, un cristiano non dovrebbe definirla una festa, sebbene si presenti come momento di divertimento
di Aldo Buonaiuto – RomaSette.it

La trappola dell'occulto: Halloween, Capodanno di tutto il mondo esoterico dans Don Aldo Buonaiuto Halloween

Da diversi anni Halloween si è diffuso ovunque in Italia e in buona parte dell’Europa attraverso un processo apparentemente legato solo al business e alla moda, silenzioso e inarrestabile. Genitori e nonni si prodigano a comprare la famigerata zucca, gli addobbi e le maschere spaventose ai propri bambini, con lo stesso impegno profuso per la festa di carnevale. Ma Halloween non è un carnevale, e un cristiano non dovrebbe definirla una festa, sebbene si presenti soltanto come un innocente momento di spensierato divertimento.

Purtroppo molti ignorano il reale significato di questa deleteria ricorrenza che nasce dal “Samhain”, un rito in onore di divinità pagane celebrato nelle isole britanniche dalle popolazioni celtiche. Si trattava, quindi, di un culto al principe della morte attraverso riti orgiastici, durante i quali le bevande alcoliche scorrevano a fiumi, e l’offerta di sacrifici anche umani era considerata necessaria per ingraziarsi gli spiriti maligni. I Druidi, che rappresentavano la casta sacerdotale dei Celti, celebravano la notte di “Samhain” come la solenne cerimonia di passaggio dalla stagione estiva a quella invernale.

Era questo il momento in cui le tenebre avrebbe domato il dio del Sole facendo tornare sulla terra le anime defunte che si sarebbero introdotte nei viventi. Per allontanare questi spiriti si compivano dei rituali dove era necessario mascherarsi con le pelli di animali uccisi in precedenza. I Druidi portavano delle lanterne create con delle rape svuotate e incise a forma di volto umano al cui interno era posta una candela accesa realizzata con il grasso dei sacrifici. Il mattino seguente si accendeva il fuoco nuovo e si compiva il giro delle famiglie portando in ogni abitazione le braci ardenti: chi rifiutava l’offerta veniva maledetto. Papa Gregorio IV nell’834 decideva di posticipare la festa di Ognissanti dal 13 maggio al 1° novembre, al fine di scalzare le credenze popolari relative al culto del “Samhain”.

Gli irlandesi credevano che il 31 ottobre i defunti potessero avere un accesso nel mondo dei vivi. Per questo motivo tradizionalmente in casa lasciavano il fuoco acceso, il cibo sulla tavola e la porta d’ingresso socchiusa. I bambini, invece, chiedevano leccornie, mele e nocciole che rappresentavano le offerte ai defunti. Anche oggi, i ragazzini, soprattutto nei Paesi di cultura anglosassone, vanno in giro a bussare alle porte delle case ripetendo la formula “trick or treat”, che dietro all’innocente significato di “dolcetto o scherzetto” e alla traduzione letterale di “trucco o divertimento”, nasconde quello originario di “maledizione o sacrificio”. Secondo una leggenda la tradizionale zucca, somigliante ad una testa di morto, rappresenta l’irlandese errante Jack O’Lantern, che avrebbe cercato di ingannare il diavolo che a sua volta si sarebbe vendicato condannandolo a vagare in eterno tra terra e cielo.

Oggi attorno ad Halloween c’è un mercato di maschere, teschi, zucche, mantelli, cappellacci, fantasmi, streghe e zombie…balli in maschera, notti trasgressive… Ma è anche un periodo in cui si denota un netto incremento di affari per i maghi dell’occulto. È proprio questo l’aspetto ancora più inquietante di tutta la vicenda: il 31 ottobre viene riscoperto con grande fascino dagli esoteristi che addirittura definiscono questa notte come «il Capodanno di tutto il mondo esoterico, la festa più importante dell’anno per i seguaci di satana».

Altro che semplice evasione e gioco! Halloween si rivela il “giorno più magico dell’anno” e l’occasione per consultare maghi, oroscopi e tarocchi fino a giungere alle iniziazioni esoteriche. Per gli occultisti è una delle quattro ricorrenze più importanti del loro calendario, dove la profanazione dei cimiteri, le messe nere, i sacrifici e ogni sorta di dissacrazione e sacrilegio vengono esaltati ed auspicati. Halloween rappresenta così l’ennesimo tentativo di promuovere il macabro, l’orrore, l’occultismo e l’esoterismo, la stregoneria e la magia.

La santità, la purezza, la carità, la bellezza, sono costrette a lasciare il posto ad immagini di morte e di sangue, a messaggi distorti e lugubri, costringendo la nostra cultura ad accogliere le attività del male come se fossero un bene e rifiutando il cristianesimo come superato e fuori moda. Le nuove generazioni ricevono un ulteriore bombardamento di orrore e violenza, pensando forse che la paura della morte si possa vincere facendo amicizia con fantasmi e vampiri, streghe e demoni.

Dinanzi a questa realtà è importante reagire e non subire passivamente una ricorrenza lontana dalla nostra cultura e antitetica alle nostre radici religiose. Vorrei concludere rivolgendomi a tutti quei cattolici impegnati nel mondo dell’educazione che, insieme ai genitori, hanno la responsabilità di trasferire alle nuove generazioni il vero senso della vita con i suoi valori. Lo esprimo con le parole di un testimone della bellezza, innamorato di Gesù e dell’uomo, don Oreste Benzi, nel suo ultimo articolo scritto proprio su Halloween alla vigilia della sua morte: «Vogliamo che i nostri figli festeggino il giorno di Ognissanti con i demoni, il mondo di satana e della morte oppure con gioia e pace vivendo nella luce? Esortate i vostri figli dicendo loro: vuoi giocare e divertirti con i demoni e gli spiriti del male o invece scegli di gioire e far festa con i Santi che sono gli amici simpatici e meravigliosi di Gesù?».

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HALLOWEEN: il nulla tende ad essere riempito da Satana

Posté par atempodiblog le 29 octobre 2012

“Satana oggi opera per distruggere le famiglie e attira a sé i giovani utilizzando il loro tempo libero”. (Padre Livio Fanzaga)

HALLOWEEN: il nulla tende ad essere riempito da Satana dans Anticristo halloween-e-zucche-vuote

“Figli cari! Anche oggi vostra madre vi avverte che Satana sta provando a soffocare tutto ciò che c’è di buono in voi. Ma la vostra preghiera non gli consente di riuscirci. Pregando voi riempite tutti i vuoti e così impedite a Satana di entrare nella vostra anima. Pregate, figli cari, e vostra madre pregherà con voi per vincere Satana”. (Messaggio straordinario di Medjugorje del 21/03/1988)

“Voglio dirvi anche che Satana in questo tempo sta operando in modo particolare per sviarvi dalla via del bene. Vi raccomando pertanto di riempire con la preghiera tutti gli spazi vuoti così che Satana non possa nuocervi. In particolare vi raccomando di pregare nelle vostre famiglie. Vostra madre pregherà insieme con voi”.  (Messaggio straordinario di Medjugorje del 21/05(1989)

“Cari figli, io sono con voi anche se non ne siete coscienti, desidero proteggervi da tutto ciò che satana vi offre e attraverso cui vi vuole distruggere”. (Messaggio di Medjugorje del 25/03/1990)

Divisore dans San Francesco di Sales

HALLOWEEN: il nulla tende ad essere riempito da Satana
di Don Marino Bruno
Fonte: Il cittadino, settimanale cattolico da Genova – il cittadino.ge.it
Tratto da: Luci sull’est

Halloween dans Fede, morale e teologia

[...] questa ricorrenza è paragonabile ad un fiume in piena riempito da tanti affluenti. Infatti si fanno tante congetture, alcune attendibili, altre no. [...] s’invitavano genitori ed educatori a non dare l’approvazione ad una vicenda che si fonda sul vuoto [...] E’ una vicenda che si fonda sul vuoto, perché non ha contenuti, di nessun genere. E quando non ci sono contenuti, dev’esserci sempre allarme rosso. Perché, secondo quanto ha compreso la Chiesa cattolica, il nulla tende ad essere riempito da Satana.
La religione celtica non sembra dare adito a situazioni spettrali, nella notte di Samhain, il 31 ottobre. Il rinnovato rapporto con i morti, tipico di quella circostanza, sembra che fosse sereno. L’elemento spettrale parte sicuramente dall’uso che il mondo esoterico ha voluto fare di alcune leggende dei Celti [...]
Ne riprendiamo una, quella più importante e famosa, la leggenda di Jack [...] Il protagonista è un fabbro dalla pessima condotta morale, che un 31 ottobre venne colto da un attacco mortale di cirrosi epatica. Il diavolo arrivò per prenderselo, ma Jack gli chiese il favore di poter bere il suo ultimo bicchierino.
Ottenuto il permesso, iniziò a far presente che non aveva neppure una moneta per pagare la consumazione nell’osteria, pertanto chiese al diavolo di trasformarsi in una moneta da sei pence. Questi, stupidamente, acconsentì; Jack afferrò la moneta, la mise nel borsellino, che aveva – all’esterno – una croce ricamata. Il diavolo era imprigionato e con una croce a due centimetri di distanza che lo faceva soffrire. Jack gli propose di posticipare di un anno la sua morte, al prigioniero non restò che accettare, per poter riavere la libertà e terminare di soffrire a causa del simbolo cristiano che l’opprimeva.
Un anno dopo il diavolo si presentò all’appuntamento con Jack. L’instancabile truffatore gli prospettò una sfida: non sarebbe più riuscito a scendere da un albero. Il diavolo, divertito per l’ingenua sfida, accettò. Salì su un albero che si trovava nei pressi, mentre Jack incise sulla corteccia una croce, la cui presenza rendeva problematico – all’avversario – passarvi accanto. Pertanto lo spirito del male era imprigionato sui rami. L’infaticabile fabbro gli promise che avrebbe cancellato la croce, ridandogli la libertà, se lui avesse rinunciato a portarlo con sé all’inferno.
Così fu. Jack bussò alla porta del Paradiso, ma gli fu risposto che non lo potevano accettare; non potendo andare neppure all’inferno, ricevette dal diavolo un dono quale squisito atto di cortesia, consistente in un tizzone ardente, che gli potesse illuminare il cammino in quell’eterno limbo buio che avrebbe dovuto percorrere per l’eternità.
Jack, da uomo che non si scoraggiava mai, fece in modo che quel tizzone gli potesse davvero durare nel tempo, per cui lo ripose in una rapa intagliata, ricavandone in tal modo una lanterna. Infatti oggigiorno si parla di Jack o’ lantern. Quando la leggenda, nella metà del 1800, passò in America in conseguenza d’una massiccia emigrazione del popolo irlandese nel nuovo continente, gli emigrati scoprirono che le zucche erano più grosse e più facili da scavare rispetto alle rape, anche perché le rape americane erano più piccole di quelle europee. Ecco perché oggi si usano le zucche, vere o di plastica.
La leggenda di Jack esprime un aspetto che emerge dalla tradizione celtica, che emerge in un modo non pienamente chiaro, vista la pluralità di torrenti di leggende e di si dice che arricchiscono la notte d’inizio di quel nuovo anno. Si tratterebbe di quella setta che ogni sera del 31 ottobre bussava alle porte delle case…
In epoca vittoriana gli strati borghesi, di fatto, s’impadronirono della festa, copiando la moda americana, che era solita organizzare feste – talvolta anche a scopo benefico – proprio nella notte del 31 ottobre. Il 31 ottobre è anche uno dei sabba delle streghe. Perché tutte queste coincidenze proprio in tale data? Già nel 1910 le fabbriche statunitensi producevano tutta una serie di manufatti finalizzati unicamente ad Halloween, che prese il nome di notte degli scherzi, o di notte del diavolo.
Diventò rapidamente la notte in cui ci si abbandonava ad un comportamento anarchico, amorale, vandalico, fino al punto che il governo la proibì. Durante la seconda guerra mondiale la festa servì per tenere alto il morale delle truppe, e dal 1945 ebbe luogo una regia per dirottarla sui bambini, quale festa per loro. Dall’America la moda è passata in questi ultimi anni anche da noi. Il messaggio che vagamente, confusamente passa è che in quella notte bisogna travestirsi in modo tale da far paura, con la zucca che fa luce, perché si fa la parte dei morti che devono spaventare le persone; in quella notte si deve dire a tutti dolcetto o scherzetto, che esprime un inno alla mentalità del ricatto, alla mentalità del pizzo di chiaro stampo mafioso. Il bambino è invitato ad esigere, altrimenti delle forze negative che agiranno dietro suo comando porteranno disgrazie.
E’ una festa dove le componenti religiose celtica e cristiana sono state eliminate. Se ad un bambino venisse raccontata la leggenda di Jack, il messaggio che passerebbe sarebbe veramente antipedagogico, indipendentemente da ogni riferimento alla dottrina cristiana. Un uomo bugiardo che è più perfido del male, e che comunque viene aiutato proprio dal diavolo a lenire il suo cammino, col dono di un tizzone acceso, mentre il Paradiso tace e non fa nulla, stravolge ogni concetto di bene e di male che gli educatori, genitori in testa, vogliono trasmettere ai piccoli. E’ un’opinione condivisa? Il male diventa dispensatore d’un gesto di carità che a Dio non viene neppure in mente di attuare. I bambini hanno bisogno di fiabe.
Se Halloween è elevata a dignità di fiaba, scusate, ma io non ho ancora compreso nulla di pedagogia. Le fiabe sono vere – scriveva Italo Calvino – sono nella loro sempre ripetuta e sempre varia casistica di vicende umane una spiegazione generale della vita. E’ importante nutrirsi ed essere nutriti di fiabe. Quale spiegazione generale della vita emerge dalla vicenda di Jack? I bambini hanno bisogno d’essere aiutati ad elaborare un rapporto non macabro con il concetto di morte e di morti. Questo l’affermo indipendentemente da ogni riferimento religioso, ateo, agnostico, filosofico.
Non è il momento in cui parlare di vita ultraterrena sì o no, reincarnazione sì o no. Adesso siamo in campo pedagogico, dove dei minimi comuni multipli socialmente condivisibili non possono non imporsi. Un concetto di al di là che faccia paura, che possa ricattare anziché esprimere solidarietà, sicurezza, serenità, tranquillità, non aiuta la crescita del bambino.
Se Halloween è solo una festa innocente io devo ancora comprendere da che parte guardare per iniziare a vivere. C’è un abisso tra Halloween e il carnevale: i mandanti di questo carnevale d’ottobre sono gli stessi che stanno cercando di bombardare – con stile politically correct – la religione in sé e quella cattolica in modo particolare.
Quando esoterismo, lobby politiche e filosofiche lavorano per svitare il senso del sacro ed il rispetto che gli si deve, ponendovi sopra la profumata patina della new-age, non meravigliamoci se le loro prede preferite sono i bambini. Forse un bambino può venir lasciato libero di scegliere da grande se farsi battezzare oppure no, ma Halloween no, Halloween va vissuta, perché è innocua. Signori, Halloween, impostata così, è pedofilia esercitata in campo morale, psicologico, spirituale, mentale, senza violentare il corpo.
Il concetto sereno e dignitoso della vita si distrugge anche sconquassando la solennità della morte e la situazione di chi è morto. Rendere la morte un carnevale significa che il capolinea del vivere terreno, quel capolinea che esprime la sintesi dell’intero vivere terreno, di ciò che s’intende del concetto di vita e del concetto di morte, è solo edonismo. Un popolo infettato di edonismo può essere manipolato con maggiore facilità dal burattinaio più furbo, o da più burattinai. Dare un senso del macabro ai bambini in merito al concetto della morte e dei morti significa iniziare a demolire la dignità della vita terrena sino dalla più tenera età, col consenso acritico di non pochi genitori ed educatori che non se ne stanno accorgendo.
Ormai conviviamo col velenoso spacciato per innocuo: dai cibi che ci vengono propinati, forse dalle onde emesse dai cellulari, allo spinello fumato perché intanto è solo uno spinello, l’assunzione di veleni per il corpo e per la mente è all’ordine del giorno. Crediamo d’essere liberi, ma corriamo il rischio d’essere prigionieri di modelli di vita esprimenti un tu devi kantiano che fa rabbrividire. La libertà si conquista ponendoci in modo critico dinnanzi a tutto. Va alzato lo spirito critico. Di tutti, su tutto. Giocare a fare il fantasma o altro ancora, giocando a vivere il ruolo di spirito inquieto, non è educativo. Ma è solo un gioco, viene detto da troppi. Ci rendiamo conto di quale messaggio si ricolma la mente del bambino in conseguenza di questo gioco? Ci vogliamo pensare a cosa resta nella mente, e cosa nella mente continua a lavorare? Il bambino ci ritornerà sopra tante volte per associazione di idee, ogniqualvolta gli verrà spontaneo.
Ai genitori ed agli educatori cristiani chiedo di evitare ogni manifestazione legata ad Halloween.
Noi siamo cristiani, non festeggiamo Halloween, potrebbe essere la risposta. Noi siamo cristiani penso che dovrebbe essere la frase da obiettore di coscienza di pasticceri, giornalai, cartolibrari, dinnanzi alla domanda del cliente che chiede ma non avete nulla per Halloween?
Gli insegnanti non possono non avere le idee chiare in merito alla non pedagogicità di questa farsa autunnale. Si parla tanto di presepe si o presepe no nelle scuole, di recita di Natale si o no – sempre nelle scuole – per non offendere sensibilità religiose non cristiane o atee, e qui c’è ben più rispetto ai vari credo religiosi o filosofici: è in gioco l’equilibrio psicologico del bambino su vita e morte, viventi e defunti. Praticamente, le riflessioni-impalcatura su cui fondare il proprio modo di vivere, il significato ed il senso stesso da dare alla vita. Ed alla morte. E ai morti. Non posso credere che questo, almeno questo, non sia condivisibile da ogni collega.
Oggi abbiamo elaborato alcune riflessioni essenziali sull’aspetto pedagogico. Prossimamente ne presenteremo altre, inerenti l’invasione del mondo dell’occulto in tutti i settori della vita.
E’ già pronta anche l’intervista fatta a Don Gilles Jeanguenin, un Sacerdote che quotidianamente esercita il ministero di esorcista, approvato dal nostro Arcivescovo.
E’ anche disposto a venire a parlare nelle scuole, laddove un docente ne faccia richiesta.

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