L’augurio del Papa per questo Natale: “Fatevi stupire dal sorriso di Dio”

Posté par atempodiblog le 13 décembre 2020

L’augurio del Papa per questo Natale: “Fatevi stupire dal sorriso di Dio”
Il Papa ci spiega cosa intende per “farsi stupire”. E aggiunge: “Portate questo augurio ai vostri cari a casa, specialmente ai malati e ai più anziani: che sentano la carezza del vostro sorriso”
di Gelsomino Del Guercio – Aleteia

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Lasciamoci accarezzare da un sorriso, il sorriso di Dio. Per questo Natale così diverso da tutti gli altri, Papa Francesco ci consegna un augurio speciale. Lo annuncia nel libro ‘Ti auguro il sorriso per tornare alla gioia‘ (edito da Libreria pienogiorno in collaborazione con l’Editrice Vaticana).

«Carissimi – esordisce il Papa – scambiamoci questo augurio, che vale per sempre: a Natale, partecipando alla Liturgia, e anche contemplando il presepio, lasciamoci stupire dal sorriso di Dio, che Gesù è venuto a portare. È Lui stesso, questo sorriso».

Il “regalo” che ci ha consegnato Gesù
Come Maria, come Giuseppe e i pastori di Betlemme, «accogliamolo, lasciamoci purificare, e potremo anche noi portare agli altri un umile e semplice sorriso. Portate questo augurio ai vostri cari a casa – è il pensiero di Natale che rivolge a tutti noi Papa Francesco – specialmente ai malati e ai più anziani: che sentano la carezza del vostro sorriso. È una carezza. Sorridere è accarezzare, accarezzare con il cuore, accarezzare con l’anima. E rimaniamo uniti nella preghiera».

Il sorriso più “potente” del Bambino Gesù
Il sorriso di Dio è un tutt’uno con la Natività. Quando guardiamo un neonato, osserva il Papa, «siamo portati a sorridergli, e se anche sul suo piccolo viso sboccia un sorriso, allora proviamo un’emozione semplice, ingenua. Il bambino risponde al nostro sguardo, ma il suo è un sorriso molto più “potente”, perché è nuovo, è puro, come acqua di sorgente, e in noi adulti risveglia un’intima nostalgia d’infanzia».

Questo è avvenuto «in modo unico» tra Maria e Giuseppe e Gesù. «La Vergine e il suo sposo, con il loro amore, hanno fatto sbocciare il sorriso sulle labbra del loro bambino appena nato. Ma quando ciò è accaduto, i loro cuori sono stati riempiti di una gioia nuova, venuta dal Cielo. E la piccola stalla di Betlemme si è come illuminata».

La difficoltà di sorridere
Gesù, sottolinea Papa Francesco, «è il sorriso di Dio. È venuto a rivelarci l’amore del Padre, la sua bontà, e il primo modo in cui l’ha fatto è stato sorridere ai suoi genitori, come ogni neonato di questo mondo»: è questa l’essenza dell’augurio che il Papa ci consegna per questo Natale. 2020.

«A volte diventa difficile sorridere, per tanti motivi – conclude Francesco -. Allora abbiamo bisogno del sorriso di Dio: Gesù, solo Lui ci può aiutare. Solo Lui è il Salvatore, e a volte ne facciamo esperienza concreta nella nostra vita».

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L’umorismo virtù fondamentale del cristiano

Posté par atempodiblog le 23 juin 2020

L’umorismo virtù fondamentale del cristiano
di Andrea Monda – L’Osservatore Romano

L’umorismo virtù fondamentale del cristiano dans Andrea Monda San-Tommaso-Moro

«La gioia profonda del cuore è anche il vero presupposto dello humour e così lo humour, sotto un certo aspetto, è un indice, un barometro della fede». E poi: «La gioia va molto unita al senso dell’umorismo. Un cristiano che non ne ha, gli manca qualcosa […] per me, il senso dell’umorismo è l’atteggiamento umano più vicino alla grazia di Dio».

La prima affermazione è degli anni ’80 ed è di Joseph Ratzinger, la seconda è di circa quarant’anni dopo ed è di Papa Francesco, ma si intuisce che non è una battuta estemporanea, sganciata da una “pratica quotidiana”, infatti in quella stessa occasione il Papa ha precisato che proprio per questo «da quarant’anni recito la preghiera di san Tommaso Moro», per avere «il senso dell’umorismo. Vanno sempre insieme la gioia cristiana e il senso dell’umorismo».

È giusto allora ricordare queste affermazioni nel giorno della festa di san Tommaso Moro, un uomo che è stato capace con l’arma del sorriso di affrontare la sua vita, piena di trionfi e di rovesci improvvisi, di gloria e di persecuzione, e soprattutto di fronteggiare gioiosamente la sfida più grande, una condanna a morte ingiusta e comminata dal suo vecchio amico, il re Enrico VIII.

L’umorismo è dunque un’arma, per dire meglio, è una virtù, che il cristiano non può non coltivare. Tommaso Moro lo ha fatto ed è stato un uomo felice, capace di donare felicità a chi stava vicino, più che felice è stato beato, forte perché capace di vivere la sua personale “beatitudine” che ha riassunto in questa folgorante battuta: «Beato chi sa ridere di se stesso, perché non finirà mai di divertirsi». L’ironia cristiana è innanzitutto auto-ironia, un atteggiamento che sospende il giudizio tranciante sugli altri e al tempo stesso è pronto a riconoscere, con misericordia, i propri limiti. È in questo punto che si salda il sodalizio tra umorismo e umiltà, altra virtù fondamentale per il cristiano. Le due parole provengono dalla stessa radice: humus, terra, che poi è la radice stessa anche di humanitas. L’essere umano è tale se si riconosce nato dalla terra, composto di fango, limitato. Su questa essenza fragile, sporca, Dio ha però soffiato, secondo il racconto biblico, il suo spirito, elevandolo alla più alta delle creature, a sua immagine e somiglianza, riscattandolo dalla mera naturalità. E non è un caso che un altro modo per dire humour, umorismo sia parlare di spirito: un uomo umoristico è un uomo spiritoso, capace di battute “di spirito”. Quando Papa Francesco, da circa sette anni, predica la necessità per i cristiani di diventare uomini spirituali, di aprirsi all’opera dello Spirito Santo, ricomprende anche questo effetto, apparentemente secondario, di diventare uomini spiritosi, capaci di sorridere innanzitutto di se stessi. Più volte infatti Bergoglio ha messo in guardia da ogni forma di rigidità e ha invitato il popolo di Dio a sciogliere ogni durezza che rende sclerotico il cuore. L’olio che fa sciogliere il cuore è composto anche da questo sano e umile umorismo. Per nutrire questa umiltà che ci libera è fondamentale la preghiera, magari la stessa preghiera di san Tommaso Moro, che il Papa dice quotidianamente da quarant’anni e il cui testo, così semplice e forte che non ha bisogno di altro commento, pubblichiamo qui di seguito.

Divisore dans San Francesco di Sales

Dammi o Signore, una buona digestione
ed anche qualcosa da digerire.

Dammi la salute del corpo,
col buonumore necessario per mantenerla.

Dammi o Signore, un’anima santa,
che faccia tesoro di quello che è buono e puro,
affinché non si spaventi del peccato,
ma trovi alla Tua presenza
la via per rimettere di nuovo le cose a posto.

Dammi un’anima che non conosca la noia,
i brontolamenti, i sospiri e i lamenti,
e non permettere che io mi crucci eccessivamente
per quella cosa troppo invadente che si chiama «io».

Dammi, o Signore, il senso dell’umorismo,
concedimi la grazia di comprendere uno scherzo,
affinché conosca nella vita un po’ di gioia
e possa farne parte anche ad altri.

Così sia.

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Il perché del Credo dopo l’omelia

Posté par atempodiblog le 22 mars 2016

SS Trinità

“Il motivo per cui la Chiesa ha posto il Credo dopo l’omelia è per invitarci a credere nonostante ciò che abbiamo ascoltato”.

Cardinale Tomáš Špidlík

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Funziona!! :D

Posté par atempodiblog le 12 mars 2016

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Il meraviglioso scherzo di don Bosco a chi voleva rinchiuderlo in manicomio

Posté par atempodiblog le 27 juin 2015

Il meraviglioso scherzo di don Bosco a chi voleva rinchiuderlo in manicomio
Pochi uomini al mondo furono protagonisti sin dall’infanzia di tante peripezie come lui
Tratto da: Aleteia

Il meraviglioso scherzo di don Bosco a chi voleva rinchiuderlo in manicomio dans Libri Don-Bosco

Non solo le autorità civili molestavano il povero don Bosco e tentavano d’impedire lo sviluppo della sua Opera, ma anche i suoi colleghi sacerdoti. Anzi, costoro si erano messi in testa che don Bosco stesse dando i numeri, e che tutto questo affaccendarsi appresso ai ragazzi fosse una vera mania.

Alcuni, infatti, andarono a trovarlo e, con tutta carità, presero a dirgli:

- Caro don Bosco, tu, capiscilo, comprometti il carattere sacerdotale! Con le tue stravaganze, con l’abbassarti a prendere parte ai giochi di quei monelli, con l’accompagnarti con loro per le vie e per le piazze, perdi il tuo decoro, desti ammirazione, ti fai ridere appresso!

E siccome don Bosco, sicuro dell’Opera sua, dava segno di non essere persuaso della logica di quegli avvisi, essi andavano continuando:

- Ma tu hai perso la testa! Non ragioni più! Povero e caro don Bosco, non bisogna ostinarsi… Tu non puoi fare l’impossibile! Non vedi che anche la Provvidenza è contraria alla tua opera e che non trovi nessuno che ti voglia affittare un locale?

- Oh la Provvidenza! – esclamò a questo punto don Bosco alzando le mani al cielo -, la Provvidenza mi aiuterà! Lei mi ha inviato questi ragazzi e io non ne respingerò neppure uno, ritenetelo bene! Voi siete in errore, la Provvidenza farà tutto ciò che è necessario. E poiché non mi si vuole affittare un locale, ne fabbricherò uno io con l’aiuto di Maria Santissima. Vi saranno vasti edifizi, con scuole, laboratori, officine, di ogni specie, spaziosi cortili e porticati… una magnifica chiesa. E poi, anche chierici, catechisti, assistenti, professori, capi d’arte, e numerosi sacerdoti. Vedrete, vedrete…

All’udire tali parole, quei suoi amici si sentirono profondamente commossi. Essi vi vedevano una prova certa della pazzia del loro amato collega, e se ne andarono crollando il capo e ripetendo fra loro:

- Poveretto! Davvero gli ha dato di volta il cervello! Occorre subito provvedere.

Don Bosco attendeva gli eventi, pronto a ogni più dura lotta.

Quei tali, presi gli accordi con la Curia Vescovile, andarono a parlare col direttore del manicomio. Ottenuto un posto al creduto pazzo, due di loro, i più svelti e coraggiosi, accettarono di eseguire il pietoso disegno.

Presero a nolo una vettura chiusa, si recarono all’abitazione di don Bosco e, fatti i primi convenevoli, lo invitarono a una passeggiata dicendogli:

- Un po’ d’aria ti farà bene, caro don Bosco; vieni, abbiamo qui una carrozza che ci aspetta.

Il Santo si avvide subito del gioco che gli volevano fare, ma accolse l’invito esclamando:

- Corbezzoli!… una carrozza!… Evviva la carrozza!….Veramente non ci sono assuefatto, ma via!…andiamo.

Giunti alla vettura, lo invitarono a entrare per primo; ma egli si scusò dicendo:

– No! Sarebbe una mancanza di rispetto per parte mia. Favoriscano loro per primi.

Quelli salirono senza alcun sospetto, persuasi che don Bosco li avrebbe seguiti; ma egli, appena li vide dentro, chiuse con fragore lo sportello, gridando al cocchiere:

– Presto! …al manicomio!!! Il vetturino sferza il cavallo, e più veloce che non si dica, giunge alla mèta ove, trovato il portone spalancato e gli infermieri pronti in attesa, entra di corsa.

Il custode chiude prontamente il portone; gli infermieri circondano la carrozza, aprono gli sportelli e invece di un pazzo ne vedono due.

Quantunque entrambi protestassero energicamente, furono condotti al piano superiore, ed essendo assenti medici e direttore, perché era l’ora del mezzogiorno, dovettero adattarsi a pranzare coi ricoverati. Solo verso sera, chiarito l’equivoco, poterono essere messi in libertà.

La cosa fece in un baleno il giro della città, e da quel giorno si corressero le idee nei riguardi del Santo, e l’ammirazione verso di lui s’accrebbe assai.

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Amare gli altri così come sono

Posté par atempodiblog le 12 avril 2014

Amare gli altri così come sono dans Citazioni, frasi e pensieri Amare_il_prossimo

“Cosa fa” venne chiesto al signor K., “quando ama una persona?”. “Ne faccio un abbozzo”, disse il signor K., “e mi preoccupo che gli assomigli”. “Chi? L’abbozzo”. “No”, disse il signor K., “la persona”.

da Storie del signor Keuner di Bertold Brecht

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Oggi è il mio giorno preferito

Posté par atempodiblog le 19 janvier 2014

Oggi è il mio giorno preferito dans Citazioni, frasi e pensieri 28tb3i1

Che giorno è?”, chiese Pooh.
È oggi”, squittì Pimpi.
Il mio giorno preferito”, disse Pooh.

Decisamente doveva aver letto Chesterton, il nostro caro amico Winnie. Oggi è il mio giorno preferito.
Al di la della battuta, l’inventore di Winnie the Pooh, Alan Alexander Milne, era davvero amico di Chesterton e membro del Detection Club. Un po’ di influenza l’avrà di certo subita…

Tratto da: G. K. Chesterton – Il blog dell’Uomo Vivo

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In Piazza San Pietro distribuita la ‘Misericordina’, una medicina spirituale con efficacia garantita da Gesù

Posté par atempodiblog le 17 novembre 2013

In Piazza San Pietro distribuita la ‘Misericordina’, una medicina spirituale con efficacia garantita da Gesù
di Amedeo Lomonaco – Radio Vaticana

In Piazza San Pietro distribuita la ‘Misericordina’, una medicina spirituale con efficacia garantita da Gesù dans Sorriso miserikordyna_misericordiumIn Piazza San Pietro, in occasione dell’Angelus (17 novembre 2013), è stata dunque distribuita ai fedeli la medicina spirituale “Misericordina”. Confezionato come in una vera scatola di farmaci, il ‘medicinale’ è un simpatico composito con efficaci strumenti per la salute dell’anima: un rosario, un’immaginetta della Divina Misericordia, un ‘bugiardino’ con la posologia e le istruzioni d’uso.

La sorpresa e la gratitudine dei fedeli hanno accompagnato, in Piazza San Pietro, la distribuzione di scatole di “Misericordina”. Il ‘medicinale’ – come si legge nel ‘bugiardino’ – porta misericordia nell’anima, avvertita con una diffusa tranquillità del cuore. La sua efficacia è garantita dalle parole di Gesù. Viene ‘applicato’ quando si desidera la conversione dei peccatori, si sente il bisogno di aiuto, manca la forza per combattere le tentazioni, non si riesce a perdonare qualcuno, si desidera la misericordia per un uomo moribondo e si vuole adorare Dio per tutte le grazie ricevute. Può essere applicato, sia dai bambini sia dagli adulti, tutte le volte che se ne avverte il bisogno. La ‘somministrazione’ – si ricorda nelle istruzioni per l’uso – prevede la recita della Coroncina alla Divina Misericordia, promossa da Santa Faustina Kowalska. Non si riscontrano effetti imprevisti e controindicazioni. I Santi Sacramenti favoriscono l’efficacia del medicinale. Prima di usare il farmaco – si legge infine nel ‘bugiardino’ – si consiglia di rivolgersi ad un sacerdote per ulteriori informazioni e di conservare le avvertenze in caso di riutilizzo. Le scatole di “Misericordina” sono state prodotte in migliaia di esemplari e in quattro lingue: italiano, spagnolo, inglese e polacco. L’iniziativa, che ha già avuto dei precedenti in Polonia, è stata promossa da mons. Konrad Krajevski, elemosiniere pontificio.

divisore dans Medjugorje

freccetta.jpg Rosario in grani (medicinale)

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Siberian Husky gioca con le foglie morte

Posté par atempodiblog le 6 octobre 2013

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Mai andare alle intenzioni…

Posté par atempodiblog le 9 juillet 2013

Mai andare alle intenzioni... dans Riflessioni Scacchi

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La sorella maggiore…

Posté par atempodiblog le 17 mai 2013

“Chi di voi vorrà essere il più grande, chi di voi vorrà essere il primo, si faccia servo di tutti… servo di tutti”. ♪♫ ♪

La sorella maggiore... dans Sorriso s6614y

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Umorismo

Posté par atempodiblog le 14 mai 2013

Auguri Benedetto  dans Articoli di Giornali e News benedettoxvipapaemerito

“La gioia profonda del cuore
è anche il vero presupposto dello ‘humour’;
e così lo ‘humour’,
sotto un certo aspetto,
è un indice,
un barometro della fede”.

(Benedetto XVI)

Umorismo dans Citazioni, frasi e pensieri maritain

“Una civiltà senza umorismo si prepara il suo funerale”.

Jacques Maritain

fryderykfranciszekchopi dans Sorriso

“Chi non ride mai non è una persona seria”.

Fryderyk Franciszek Chopin

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Dio guarda il cuore!

Posté par atempodiblog le 9 février 2012

Dio guarda il cuore! dans Racconti e storielle Zappa-Roberta

PER VOI RAGAZZI
Benvenuti! Ogni pomeriggio parleremo di noi, perche’ abbiamo deciso di rinunciare definitivamente al passeggino, perché ognuno deve essere se stesso e non un clonato, perché non vogliamo rimanere a metà, vogliamo avere l’anima spumeggiante e vivere ghiottamente!

MI VOGLIO BENE!
Al mattino mi guardo allo specchio e dico: Questo sono io. Mi piaccio. Complimenti corpo mio! Sei straordinario! Alla sera penso: Dio è Intelligente: non guarda come appaio, ma come sono. Dio guarda il cuore! Che importa se ho il naso a patata? Mi faccio una risata! Che importa se sono cicciottella? Rido e la vita diventa bella! Che importa se sono allampanato? Mi dò un cuore proporzionato! Beato chi sa’ ridere di se stesso, non gli mancheranno mai gli argomenti.

Roberta Zappa — Radio Maria

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La parrocchia sottomarina in direzione di Betlemme

Posté par atempodiblog le 9 décembre 2011

La parrocchia sottomarina in direzione di Betlemme dans Padre Livio Fanzaga parrocchiasottomarina

La parrocchia sottomarina, silenziosa e solenne, si avvia, nuotando, in direzione di Betlemme.
I pesci in processione, resistendo al freddo e al gelo, un canto soave elevano verso il cielo.
“Tu scendi dalle stelle” cantano in coro quelle anime belle.
Davanti alla culla del Divino Bambino si fa avanti un timido pesciolino.
“In questo mondo crudele, che non ti ama più, eccoti il nostro cuore, o piccolo Gesù”.
I chierichetti in fila portano un cestino, colmo di regali per Gesù Bambino.
Il Pesce Palla, accompagnato dalla gente, porta a S. Giuseppe il conto corrente.
“E’ per i ripetitori – dice - della nostra Radio Maria, che porta il nome della tua sposa pia”.
La Santa Famiglia dà la benedizione alla parrocchia che festosa riparte in processione.
In coda il Pescecane, dimagrito e in affanno, pensa al cenone dell’ultimo dell’anno.

Padre Livio Fanzaga

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Sorridere con i bambini

Posté par atempodiblog le 2 janvier 2010

Sorridere con i bambini dans Sorriso maestre

Robertina domanda alla mamma:
- Ma è più lontana la Luna o Londra?
La madre risponde un po’ seccata:
- La vedi la Luna, no? Mentre Londra, la vedi da qualche parte?

micetto dans Sorriso

Durante la lezione di musica, la maestra dice:
- Voi suonate il flauto, ragazzi, e io vi accompagno con uno strumento a vostro piacere. Che cosa volete che suoni?
Gli alunni rispondono in coro:
- La campanella!

micetto

La maestra chiede ad un alunno:
- Qual è il contrario di melodia?
L’alunno, dopo aver riflettuto un po’, risponde in tono sicuro:
- Selotenga!

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