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La Madonna che Scioglie i Nodi, dalla Germania trecento anni di grazie

Posté par atempodiblog le 2 février 2024

La Madonna che Scioglie i Nodi, dalla Germania trecento anni di grazie
L’arcivescovo Bergoglio ne diffuse la devozione nel Sud America Gli italiani i pellegrini più numerosi
di Giacomo König – ACI Stampa
Tratto da: 
Radio Maria

La Madonna che Scioglie i Nodi, dalla Germania trecento anni di grazie dans Articoli di Giornali e News

Dipinta dal pittore tedesco Johann Georg Melchior Schmidtner nel 1700, la “Madonna che Scioglie i Nodi” dispensa grazie tramite la famosa Novena da oltre trecento anni. Il quadro originale Maria Knotenlöserin, un olio su tela grande 182 centimetri per 110, è conservato nella Parrocchia di San Pietro a Perlach, nella città di Augusta, nel Land tedesco del Bayern. Don Günter Grimme, sacerdote ora in pensione, ma ancora attivo come direttore spirituale in questa parrocchia, spiega ad Acistampa la spiritualità e la devozione legate a questo quadro.

Don Grimme, a quando può essere fatta risalire la diffusione della devozione a questa immagine di Maria?
«Da quando l’attuale Papa Francesco, in qualità di arcivescovo di Buenos Aires, ha promosso la venerazione dell’immagine in Argentina, da dove si è diffusa poi in tutto il Sud America. Da qui sempre più visitatori si sono poi recati a visitare il quadro originale. Tuttavia, il numero di gran lunga maggiore di pellegrini proviene dall’Italia. Un evento speciale del 2015 è stato il pellegrinaggio di tutte le diocesi bavaresi ad Augusta per vedere la “Scioglitrice di nodi”. Questo ha avuto luogo come parte dei preparativi per commemorare l’elevazione della Madonna a “Patrona Bavariae” nel 1917».

Vengono celebrate funzioni speciali per adorare questa immagine?
«L’evento più importante dell’anno ecclesiastico per quanto riguarda questa immagine miracolosa è la funzione solenne dell’8 dicembre o della domenica più vicina a questa data, poiché Maria è raffigurata nell’immagine come “Immacolata”. Ci sono poi le devozioni delle domeniche di maggio, quando, oltre alla Madonna scioglitrice di nodi, un’altra raffigurazione di Maria nel presbiterio invita all’adorazione e alla preghiera. La madre di Gesù viene commemorata con preghiere e canti anche in molte altre occasioni e ogni sabato la celebrazione eucaristica si conclude con la « Salve Regina” o l’antifona corrispondente all’anno ecclesiastico».

É possibile quantificare quanti pellegrini visitano l’immagine?
«Se si sommano le persone che partecipano alle funzioni religiose, i fedeli che si trovano sempre in chiesa durante il giorno e i gruppi, ogni giorno circa 450 persone visitano in media San Pietro a Perlach».

Si possono fare anche visite guidate della Chiesa?
«Certamente. Sono possibili visite guidate che illustrano la storia della chiesa e dell’immagine miracolosa. Tuttavia, è necessario prenotare in anticipo, poiché i volontari non sono sempre disponibili. Lo stesso vale se un gruppo vuole celebrare una propria funzione religiosa. Di norma, quindi, chiediamo ai gruppi ospitati di partecipare all’Eucaristia delle ore 9.30 insieme a noi. Anche perché vogliamo preservare San Pietro, che si trova vicino alla piazza del municipio dove pulsa la vita della città, come un’oasi di pace e tranquillità dove pregare il più indisturbati possibile».

Mi racconti un po’ la sua esperienza personale e spirituale con l’immagine di Maria che Scioglie i Nodi.
«Sono particolarmente colpito dal modo in cui Maria è attenta e concentrata sui nodi che le vengono consegnati. La storia della vita e della fede di questa donna conteneva molte imponderabilità e domande che non trovavano semplicemente risposta. Inizia con le circostanze speciali dell’Annunciazione e della nascita di Gesù e termina con la terribile esperienza di vedere suo figlio morire come un criminale sulla croce. Per me, la fede di Maria nel fatto che Dio è fedele e mantiene la sua promessa si riflette nella frase che attraversa i Vangeli come un filo rosso: “Ella conservava tutte queste cose nel suo cuore”. E alla fine, nell’esperienza della Pentecoste, tutti questi nodi furono sciolti. Guardare a Maria, che si è presa cura dei nodi della sua vita, è per me un esempio da cui attingere fiducia e speranza per me e nella preghiera per gli altri».

Maria si prende cura però anche dei nodi della vita di ognuno.
«Assolutamente sì. Nella nostra chiesa c’è sempre un libro dove chiunque può scrivere le proprie intenzioni. Di solito le persone scrivono brevi note; alcuni descrivono in modo più dettagliato ciò che li preoccupa, o esprimono la loro  angoscia. Può capitare che qualche tempo dopo si trovi un riferimento a queste affermazioni, ma con un grande ringraziamento. Segno che Maira ha ascoltato la preghiera».

A chi consiglierebbe in particolare la Novena a Maria che Scioglie I Nodi?
«Secondo me ha senso pregare questa novena, come facciamo ogni anno, in preparazione all’8 dicembre, e portare così alla Madonna dei Nodi intenzioni importanti. Ma se penso al nostro libro delle intenzioni, diventa chiaro che ogni necessità può trovare posto nella preghiera della Novena».

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Il Papa e la Madonna: dieci cose da sapere

Posté par atempodiblog le 9 décembre 2017

Il Papa e la Madonna: dieci cose da sapere
La devozione mariana accompagna il pontificato di Francesco sin dal suo esordio. Nel giorno del suo quinto atto di venerazione della statua dell’Immacolata in piazza di Spagna, ne ripercorriamo l’intensità e la profondità in dieci immagini.
di M. Michela Nicolais – Agenzia SIR

Il Papa e la Madonna: dieci cose da sapere dans Fatima santo-padre-francesco

Papa Francesco compie il suo quinto atto di venerazione davanti alla statua dell’Immacolata in piazza di Spagna, a Roma. La sua devozione mariana ha radici profonde: proviamo a ripercorrerla in dieci tappe.

Maria Immacolata. “Abbiamo bisogno delle tue mani immacolate, per accarezzare con tenerezza, per toccare la carne di Gesù nei fratelli poveri, malati, disprezzati, per rialzare chi è caduto e sostenere chi vacilla”. È un passo della preghiera pronunciata un anno fa, l’8 dicembre, in piazza di Spagna. All’omaggio all’Immacolata, appuntamento molto sentito dai romani, il Papa ha aggiunto la sua cifra personale visitando anche la basilica di Santa Maria Maggiore e l’icona della Salus Populi Romani, che Francesco venera anche prima della partenza per ogni viaggio apostolico e, quando possibile, anche al suo rientro. È lì, davanti al quadro della Madonna attribuito dalla tradizione a San Luca, che il Papa ha sostato il 14 marzo del 2013, il giorno dopo la sua elezione al soglio di Pietro.

La Madonna di Lujan. È stata nonna Rosa – personaggio largamente presente negli aneddoti della sua vita personale che il Papa cita spesso come esempio ai fedeli – ad introdurre il piccolo Jorge Mario Bergoglio all’amore per la Madonna. Da sacerdote e da vescovo, Francesco ha sempre celebrato i riti legati alle feste mariane. Da cardinale e arcivescovo, Bergoglio ha presieduto ogni 8 maggio le celebrazioni di Nostra Signora di Lujan, la Madonna più amata in Argentina. Nel suo stemma vescovile, cardinalizio e papale, figura in basso a sinistra una stella, simbolo della madre di Cristo e della Chiesa.

La Madonna che scioglie i nodi. Anche se devotissimo alle icone sudamericane della Vergine, è ad Augusta, in Germania, che Bergoglio ha scoperto l’immagine che avrebbe caratterizzato il suo culto mariano: la Madonna che scioglie i nodi. Nel 1986 vede un quadro, ex voto per la ricomposizione di un matrimonio in crisi, con Maria che schiaccia la testa al serpente mentre con le mani scioglie i nodi – simboli di unione coniugale – sorretta da due angeli. Nasce così la decisione di introdurre questa immagine in Argentina: nel 1996 ne incorona una riproduzione nella chiesa di San José del Talar a Buenos Aires.

Nostra Signora di Aparecida. Nel luglio 2013, in occasione del suo primo viaggio internazionale, incontrando l’episcopato brasiliano, la storia di Aparecida diventa la chiave di lettura per la missione della Chiesa. Dai tre pescatori che trovano l’immagine dell’Immacolata Concezione, secondo il Papa, si può imparare che “le reti della Chiesa sono fragili, forse rammendate; la barca della Chiesa non ha la potenza dei grandi transatlantici che varcano gli oceani. E tuttavia Dio vuole manifestarsi proprio attraverso i nostri mezzi, mezzi poveri”, come quelli della gente semplice.

La Madonna di Lourdes. Ai fedeli raccolti nei giardini vaticani per la recita del Rosario, a conclusione del mese di maggio, Papa Francesco ha suggerito un nuovo titolo con il quale rivolgersi alla Madonna. “Vergine della Prontezza”, l’ha chiamata il 30 ottobre 2014, raccogliendosi in preghiera davanti all’edicola votiva che riproduce il luogo dell’apparizione della Vergine a Lourdes. Il riferimento è il mettersi in cammino “in fretta” di Maria per far visita alla cugina Elisabetta: “Non ha perso tempo, è andata subito a servire”.

La Vergine del Rosario. In un tweet di qualche tempo fa, Francesco aveva confessato: “Il Rosario è la preghiera che accompagna sempre la mia vita; è anche la preghiera dei semplici e dei santi, è la preghiera del mio cuore”. Per il Papa, il Rosario è anche “una sintesi della Divina misericordia”, come ha spiegato al termine dell’anno giubilare. A tutte le persone che incontra, nelle udienze pubbliche e private, il Papa regala una corona del Rosario e alla preghiera del Rosario Francesco invita spesso i giovani. Contenevano un Rosario anche le “misericordine” fatte distribuire in piazza San Pietro nel novembre 2013, per una medicina che fa bene al cuore.

La Madonna di Guadalupe. “Il mio desiderio più intimo è fermarmi davanti alla Madonna di Guadalupe”. Francesco lo aveva confessato già sul volo di andata per l’Avana, in occasione del suo viaggio a Cuba e in Messico. Una volta entrato nel Santuario dedicato alla Vergine meticcia, il Papa ha sostato davanti alla sua immagine venti minuti in preghiera, da solo, prima della Messa.

La Madonna delle Lacrime. È il 5 maggio 2016, il giorno della Veglia per asciugare le lacrime, novità assoluta del calendario giubilare. Per l’occasione, a San Pietro, viene esposto il reliquiario della Madonna delle lacrime di Siracusa. Maria, assicura il Papa, “con il suo manto asciuga le nostre lacrime” e “ci accompagna nel cammino della speranza”.

La Madonna di Fatima. Circa dieci minuti, in piedi, in silenzio davanti alla statua della “Signora”. È una delle istantanee più commoventi del viaggio del Papa a Fatima, per proclamare santi i primi bambini non martiri della storia della Chiesa. La devozione per la Madonna di Fatima risale, del resto, all’inizio del ministero petrino di Francesco: al termine della Messa in occasione della Giornata mariana, il 13 ottobre 2013, il Papa ha affidato il suo pontificato alla Madonna di Fatima.

Madre della speranza. Se c’è un’immagine ricorrente nel pontificato di Francesco, e declinata con gli accenti della tenerezza, è quella di Maria “madre della speranza”, come l’ha definita nell’udienza del 10 maggio scorso. Il suo è un “istinto di madre che semplicemente soffre, ogni volta che c’è un figlio che attraversa una passione”. “Non siamo orfani: abbiamo una madre in cielo”, che “ci insegna la virtù dell’attesa, anche quando tutto sembra privo di senso”.

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Maria che scioglie i nodi: la testimonianza di due coniugi francesi

Posté par atempodiblog le 17 mars 2016

Maria che scioglie i nodi: la testimonianza di due coniugi francesi
Denis e Suzel Bourgerie si sono conosciuti proprio pregando la celebre novena cara a papa Francesco. E hanno avuto una vita piena di grazie…
di G. S.
Tratto da: Zenit

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Per molti romani è stata una sorpresa, la testimonianza dei coniugi Bourgerie in due chiese della capitale. Denis e Suzel Bourgerie, fondatori del celebre santuario di Campinas e della Novena a Maria che scioglie i Nodi, nei giorni scorsi sono stati ricevuti in Vaticano.

A fine giornata, poi, la coppia di sposi non si è sottratta alle domande di adulti e ragazzi che, in questi anni hanno conosciuto questa devozione tanto cara a papa Francesco.

Fu proprio il cardinale Bergoglio a introdurre in Argentina il filiale affidamento alla Madonna raffigurata in un dipinto con un nastro tra le mani. Con il passare degli anni e il susseguirsi di prodigiose testimonianze di rinascita, l’appello alla Vergine si è diffuso in tutto il Sud America.

Infatti, la vita di ogni uomo è intralciata da nodi o problemi che ostruiscono il fluire della felicità. Solo una Donna può accogliere questi affanni, che spesso ci bloccano per anni, e risolverli secondo la Volontà del suo Divin Figlio. Lo ha sperimentato pienamente Denis, aviatore affermato e brillante, consacrato da bambino dalla mamma nella cattedrale di Notre Dame de Paris.

Quest’uomo desiderava un tesoro più grande dei successi professionali e fiducioso implorò la Madre di Cristo per trovare la donna della sua vita. Anche Suzel sperava in cuor suo di condividere la vita cristiana con uno sposo straordinario. Il Signore aveva nei Suoi progetti questo incontro ed i due si riunirono in Brasile per un luminoso fidanzamento che li condusse al matrimonio cattolico.

Nell’incontro tenuto presso la parrocchia dei Rogazionisti di piazza Asti, Denis ha raccontato anche delle difficoltà incontrate nel luogo dove sorgeva l’iniziale Chiesa di Maria Porta del Cielo. In questa città, non molto distante da San Paolo, sorgeva una inquietante discoteca con simbologia pagana che quotidianamente invitava allo sballo ed alla perdizione.

Dopo una lunga ma fiduciosa attesa la Provvidenza gli ha permesso l’acquisto della discoteca che è stata trasformata in una grandissima casa di preghiera che ogni giorno accoglie migliaia di pellegrini e bisognosi.

Da questo santuario si è diffusa la Novena scritta dalla signora Bourgerie, con una invocazione per essere consolati da preoccupazioni, conflitti relazionali, problemi economici, ecc.

Grazie ad Alessandra, giovane di Nuovi Orizzonti, nella serata romana dopo la spiegazione del quadro, Denis ha vigorosamente detto a tutti i presenti che “chiunque desidera incontrare l’amore sponsale può chiedere a Dio ciò, attraverso una lista, con le caratteristiche che la persona dovrebbe avere!”.

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Card. Comastri: Papa Francesco pone l’Anno della Misericordia sotto il manto protettore di Maria

Posté par atempodiblog le 15 août 2015

Card. Comastri: Papa Francesco pone l’Anno della Misericordia sotto il manto protettore di Maria
Nella Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria in Cielo, Papa Francesco reciterà l’Angelus alle 12.00 insieme ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro. Sull’importanza di questa festa e il legame tra Jorge Mario Bergoglio e la Madre di Dio, Alessandro Gisotti [di Radio Vaticana] ha intervistato il cardinale Angelo Comastri, vicario generale del Papa per lo Stato della Città del Vaticano:

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R. – Oggi questa festa è particolarmente attuale, anche per la nostra società e per il momento che stiamo vivendo. C’è un grande culto del corpo, una idolatria del corpo, ma purtroppo staccato dall’anima. E’ dall’anima bella che parte la bellezza del corpo! Maria era bella dentro; Maria era bella nei suoi sentimenti, Maria era bella nella sua umiltà, Maria era bella nella sua generosità, Maria era bella nella sua dedizione totale a suo Figlio, al Salvatore, ed è quella bellezza che in qualche modo è affiorata nel corpo e ha giustificato la sua assunzione. Ora, il Papa tutto questo lo sa: Papa Francesco lo sa e lo crede e lo vive – possiamo dire – con la semplicità di un bambino, ed è questo un fatto molto bello, dal quale possiamo trarre grandi insegnamenti. Il Papa molto spesso fa riferimento alla nonna, perché doveva essere, in casa, l’anello della tradizione di fede – gli ha insegnato a pregare – un personaggio di riferimento della sua infanzia, dalla quale ha ricevuto sicuramente anche l’amore per la Madonna.

D. – La devozione mariana di Francesco, appunto, nasce fin da bambino: pensiamo alla Vergine di Lujan, a Buenos Aires. Questo lo vediamo anche dal modo in cui il Papa parla di Maria: in modo semplice, filiale, come si parla in famiglia della mamma …
R. – Certamente. Il Papa esprime la sua devozione alla Madonna nelle formule più semplici. Vedere il Papa che, quando torna da un viaggio, va a portare un mazzo di fiori a Santa Maria Maggiore: già questo fatto dice la sua semplicità. Ed essendo semplice, parla: parla subito al cuore, trasmette subito il messaggio e ci dice con estrema chiarezza che il Papa si sente un figlio aggrappato alla mamma, un figlio che ha bisogno di raccontare alla mamma la sua storia, i suoi viaggi, le sue fatiche, i suoi impegni. Questo è il senso di quel mazzolino di fiori che lui porta sull’altare.

D. – Personalmente, cosa la colpisce della devozione che Francesco ha per la Vergine?
R. – Più volte ho riflettuto su una devozione tipica che il Papa ha portato a Buenos Aires e poi ha portato nel mondo: la devozione alla “Madonna che scioglie i nodi”. Chi non ha qualche nodo nella vita? Chi non ha qualche nodo da sciogliere? Allora è bello immaginare Maria e immaginare la mamma come Colei che prende un groviglio e che, con pazienza, cerca di scioglierlo, di dipanarlo e di far ritornare la bellezza della vita normale, della vita che tutti vorremmo vivere. Io penso a un particolare della vita della Madonna: Maria a Cana. Un matrimonio, un nodo: viene a mancare il vino. E Maria scioglie il nodo. Ma lo fa con una delicatezza estrema. Maria si rivolge a Gesù, ma non dice: “Devi fare un miracolo!”, no. Lo stile di Maria è lo stile della delicatezza, lo stile dell’umiltà. Semplicemente dice: “Figlio, non hanno più vino”. La risposta di Gesù è una risposta che sicuramente la Madonna in quel momento non poté capire in tutta la profondità ed era una prova di fede anche per Lei: “Non è ancora giunta la mia ora”. Maria capì successivamente qual era l’ora di cui parlava Gesù in quel momento; ma la sua risposta è di una bellezza straordinaria. Maria non si scoraggia. Dice ai servi, semplicemente: “Qualunque cosa vi dirà, voi fatela”. E questo abbandono semplice, umile è il terreno in cui sboccia il miracolo, il terreno in cui si scioglie il nodo.

D. – L’Anno della Misericordia inizierà, per decisione di Papa Francesco, l’8 dicembre, Solennità dell’Immacolata Concezione. Il Papa mette questo Giubileo sotto il segno, anzi, forse sotto il manto protettore di Maria…
R. – L’Immacolata è il progetto iniziale di Dio. Dio ci vorrebbe tutti immacolati, puri dentro, e questa bellezza originaria che, adesso è venuta a mancare nella storia per il peccato umano, è ricominciata con Maria. Aprendo il Giubileo della Misericordia nel giorno dell’Immacolata, il Papa ci dice: “Questo è il sogno di Dio”, e possiamo tutti fare un passo per avvicinarci al sogno di Dio. Lasciamoci condurre da Maria. Lasciamoci portare da Lei: Maria ci indicherà la strada della misericordia, la strada nella quale possiamo recuperare tutti la bellezza che abbiamo perduto. Dio è pronto; la porta è aperta: entriamo!

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Per “sciogliere i nodi” della famiglia oggi. Storia di un culto sudamericano

Posté par atempodiblog le 13 juillet 2015

Per “sciogliere i nodi” della famiglia oggi. Storia di un culto sudamericano
Alcuni cenni sulla “Madonna che scioglie i nodi”, devozione tedesca approdata in Argentina grazie ad un giovane Bergoglio
di Carlo Bellieni – Zenit

Per “sciogliere i nodi” della famiglia oggi. Storia di un culto sudamericano dans Fede, morale e teologia 30c37ep

Si parla in questi giorni tanto di famiglia, e tanti sembrano avere ricette buone, alcune ottime. Ci viene da pensare che più che le ricette conti la memoria del significato reale e della reale forza della famiglia. Ricordiamo qui un avvenimento che può essere di aiuto.

La storia inizia in Germania nel 1700 circa, quando un nobile – si racconta – pregando la Madonna poté migliorare la relazione con sua moglie. Fece allora dipingere ad un artista un dipinto celebrativo e costui rappresentò la Madonna, in atto di schiacciare la testa del serpente-demonio, che tiene in mano una corda piena di nodi complicati, che però al passare dalle sue mani risultano sciolti e la corda liscia e rilassata.

L’artista era Johann Georg Melchor Schmidtner, un pittore che si era formato in Germania e poi a Venezia, tanto che il quadro è di buna fattura. Venne chiamato in tedesco “María als Knotenlöserin”, cioè Maria che scioglie i nodi. Il quadro fu poi donato ad un convento e dopo la distruzione di questo finì alla chiesa di San Peter am Perlach, ad Ausburg.

Ma la nostra storia ha un seguito latinoamericano. Nel 1984 un sacerdote gesuita che era andato a studiare in Germania riportò nella sua Buenos Aires una cartolina che rappresentava il quadro. Fu tanta la devozione del sacerdote, che il dipinto fu riprodotto dall’artista Ana Betta de Berti nella città argentina e fu posto nella chiesa di San José del Talar (calle Navarro 2460) l’8 dicembre 1996.

Il quadro suscitò così tanta impressione che venne anche riprodotto altrove a Buenos Aires, ad esempio nella cappella dell’Università del Salvatore e, con il permesso del cardinale Quarracino, nella parrocchia di San Giuseppe, in ragione del vincolo sponsale di questo santo con la Vergine. Ella viene oggi chiamata la Virgen Desatanudos, cioè “Sciogli-nodi”. La data principale di venerazione della Vergine in questa particolare accezione è per l’appunto l’8 dicembre, ma anche il 15 agosto e il 28 settembre e richiama grandi folle. Viene venerata col titolo di “Patrona dei matrimoni e dei conflitti nella vita delle persone e dei popoli”.

Da questo culto viene un suggerimento: oggi si parla di famiglia solo per farne oggetto di rivendicazioni o per farne una delle tante medaglie o titoli di cui ci si fregia nella vita. Invece della famiglia bisogna innamorarsene, coltivarla, farla rifiorire da consuetudini e opacità; e riconoscere i nodi che da soli non sappiamo sciogliere. Perché i nodi ci sono; ma non devono essere l’ultima parola. E come fiorisce una famiglia che supera i nodi insieme e che non viene lasciata sola nella periferia della tristezza o della povertà! Allora per lavorare sulla famiglia bisogna prima raccontare, mostrare, illustrare (e ringraziare) le belle famiglie che popolano l’Italia, l’Argentina e tanti paesi e che attraverso i mille nodi quotidiani sanno fiorire.

Questa storia di una devozione sudamericana però resterebbe una tra le tante senza un finale speciale, cioè svelare che il sacerdote gesuita che diede vita a questo culto, portando con sé l’immagine della Vergine Sciogli-nodi dalla Germania, era un giovane Jorge Mario Bergoglio, oggi Papa Francesco, così innamorato di una Madre della famiglia che ne guarda i nodi e le difficoltà.

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Maria dei nodi (canto)

Posté par atempodiblog le 18 novembre 2014

Maria dei nodi (canto)

Maria dei nodi (canto) dans Canti vg0uub

Maria dei nodi, io vengo a Te e porto molte gioie e molte pene con me.
Maria dei nodi, che non senta – i nodi sono molti, non vanno via.

Maria dei nodi, come questo sembra consolante: c’è una mano, che scioglie i nodi.
Maria dei nodi, guarda qui il groviglio! Io non riesco scioglierlo – aiutami Tu, Santa Vergine.

Maria dei nodi, il groviglio sono io – infine confuso: abbi compassione!
Maria dei nodi, Tu sei già nella Luce, Tu sai già di cosa ancora ho bisogno.

Testo Josef Weiger con l’aiuto di Günter Grimme. Musica: Paderborn 1765

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Nessun groviglio è senza uscita

Posté par atempodiblog le 3 septembre 2014

L’eloquente devozione di Papa Francesco per l’immagine della «Vergine che scioglie i nodi»
Nessun groviglio è senza uscita
di Stefania Falasca – Avvenire

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Non si può comprendere a fondo la tenerezza e  la misericordia che caratterizzano la peculiare  fisionomia del magistero di papa Francesco  senza cogliere l’immanenza della Madre di Dio nella  sua vita. E senza tener presente il titolo particolare con  il quale egli sovente ama venerarla e invocarla:  Colei  che scioglie i nodi. È questa una speciale devozione  mariana, poco conosciuta in Europa, ma largamente estesa oggi nel Sud America, soprattutto in Argentina, grazie proprio alla promozione e alla diffusione del culto operate da Bergoglio.

La venerazione della «Vergine che scioglie i nodi» ha origine da un’immagine votiva bavarese risalente al 1700 (Maria Knotenlöserin)  ad opera del pittore tedesco Johann Melchior Schmidtner, ora conservata come pala d’altare in una cappella della chiesa romanica di San Peter in Perlach, tenuta dai gesuiti nel cuore della città di Augsburg, in Baviera.  Ed è lì che negli anni Ottanta, durante i suoi soggiorni di studio a Ingolstadt, padre Bergoglio la scoprì. Tornato in Argentina egli iniziò a divulgarne la conoscenza, incontrando grande rispondenza nel popolo. Divenuto poi vescovo ausiliare di Buenos Aires, si adoperò affinché all’effige della Vergine scioglitrice dei nodi venisse dedicato un santuario. Un’artista locale dipinse una riproduzione del quadro e l’8 dicembre 1996, nella chiesa porteña  di San José del Talar, Nuestra Señora la que Desata los Nudos  venne intronizzata alla presenza di migliaia di fedeli.

Come arcivescovo, Bergoglio ne consolidò il culto continuando a inaugurare cappelle in suo onore e a servirsi dell’effige anche come personale ‘biglietto da visita’, scrivendo a vicini e lontani.  Chi guarda per la prima volta il dipinto resta sorpreso dal motivo inconsueto. Il singolare e suggestivo dipinto, infatti, non presenta la consueta immagine della Madonna con il bambino, bensì la Vergine Immacolata nel suo stato di Assunta in cielo che schiaccia la testa del serpente mentre è intenta a sciogliere con le sue mani nodi da un nastro sorretto da due angeli. Posto al suo fianco uno dei due angeli porge alla Madonna il nastro aggrovigliato di nodi piccoli e grandi.  Dall’altro lato il nastro, in cui si rispecchiano la luce della misericordia e della salvezza divina, scivola ormai liscio nelle mani dell’angelo che lo mostra con uno sguardo eloquente al fedele la cui preghiera è stata ascoltata, il cui nodo è stato sciolto per l’intercessione, le mani di Maria.

Il dipinto, come ex voto, intendeva evocare semplicemente la grazia ricevuta dal committente per la ricomposizione del suo matrimonio (il nastro, infatti, secondo l’usanza del tempo, stava a indicare l’unione coniugale). L’immagine iconografica e il gesto di Maria sono tuttavia carichi di significati allegorici più ampi, sottolineati e suggeriti da Bergoglio, che rimanda alle parole di Ireneo di Lione nella sua opera Adversus haereses  riportate nella Costituzione dogmatica conciliare sulla Chiesa Lumen gentium:  «Volle il Padre delle misericordie che l’accettazione della predestinata Madre precedesse l’incarnazione, perché così, come una donna aveva contribuito a dare la morte, una donna contribuisse a dare la vita… ‘Il nodo della disobbedienza di Eva ha avuto la sua soluzione con l’obbedienza di Maria; ciò che Eva legò con la sua incredulità, la Vergine Maria sciolse con la fede’».

Maria, dunque, era ed è presente in ogni tempo come scioglitrice dei nodi della colpa e dei mali. «Tutti – ha spiegato più volte Bergoglio – abbiamo nodi nel cuore, mancanze, e attraversiamo difficoltà. Il nostro Padre buono, che distribuisce la grazia a tutti i suoi figli, vuole che noi ci fidiamo di Lei, che le affidiamo i nodi dei nostri mali, i grovigli delle nostre miserie che ci impediscono di unirci a Dio, affinché Lei li sciolga e ci avvicini a suo figlio Gesù. Questo è il significato dell’immagine».  Come è detto anche nella preghiera rivolta a «Maria che scioglie i nodi» diffusa con l’imprimatur dell’allora arcivescovo di Buenos Aires (e che riproduciamo qui sotto, ndr):  «Il maligno mai fu capace di imbrogliarti con le sue confusioni… e intercendo insieme a tuo Figlio per le nostre difficoltà, con tutta semplicità e pazienza ci desti un esempio di come dipanare la matassa delle nostre vite».

Il vescovo ausiliare di Madrid e segretario generale della Conferenza episcopale spagnola, Juan Antonio Martinez Camino, ha recentemente proposto di pregare la «Vergine che scioglie i nodi» per papa Francesco affinché lo custodisca e lo sostenga con la sua materna sollecitudine nel compito che gli è stato affidato.

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Ecco il testo della
«Preghiera a Maria che scioglie i nodi»
diffusa con l’imprimatur dell’allora arcivescovo di Buenos Aires monsignor Bergoglio 

Santa Maria, piena della Presenza di Dio, durante i giorni della tua vita accettasti con tutta umiltà la volontà del Padre, e il Maligno mai fu capace di imbrogliarti con le sue confusioni. Già insieme a tuo Figlio intercedesti per le nostre difficoltà e con tutta semplicità e pazienza ci desti un esempio di come dipanare la matassa delle nostre vite. E rimanendo per sempre come Madre Nostra poni in ordine e fai più chiari i legami che ci uniscono al Signore. 

Santa Maria, Madre di Dio e Madre nostra, tu che con cuore materno sciogli i nodi che stringono la nostra vita, ti chiediamo di ricevere nelle tue mani… e che ci liberi dai legacci e dalle confusioni con cui ci tormenta colui che è nostro nemico. 

Per tua grazia, per tua intercessione, con il tuo esempio liberaci da ogni male, Signora nostra, e sciogli i nodi che impediscono di unirci a Dio affinché, liberi da ogni confusione ed errore, possiamo incontrarlo in tutte le cose, possiamo tenere riposti in lui i nostri cuori e possiamo servirlo sempre nei nostri fratelli. Amen.

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Da Maria che scioglie i nodi al Santuario di Sankt Peter am Perlach

Posté par atempodiblog le 24 août 2014

Cari amici del blog,
quest’estate vi ho portato con me da Maria che scioglie i nodi (Augusta). Lì vi ho ricordato in preghiera.
Buona domenica,

Angelo

Da Maria che scioglie i nodi al Santuario di Sankt Peter am Perlach dans Amicizia 2qd1rmd

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Padre Russo: in ogni lettera il cardinale Bergoglio collocava un’immagine di “Maria che scioglie i nodi”

Posté par atempodiblog le 24 août 2014

Padre Russo: in ogni lettera il cardinale Bergoglio collocava un'immagine di “Maria che scioglie i nodi” dans Apparizioni mariane e santuari 2nh21yp

Un angelo porge alla Vergine un nastro annodato che passando per le sue mani viene sciolto e raccolto dalle mani di un altro angelo. E’ l’immagine di “Maria che scioglie i nodi” (Virgen Maria Knotenlöserin), un dipinto a olio su stoffa realizzato intorno al 1700, che si trova a St. Peter am Perlach, in Germania.

La devozione del cardinale Jorge Mario Bergoglio, oggi Papa Francesco, verso questa immagine di Maria è grande. Il Padre Alejandro Russo ha spiegato a Radio Vaticana l’origine dell’immagine.

“Il Santo Padre ha passato un periodo in Germania per motivi di studio e lì in una Chiesa trovò l’immagine della Vergine che scioglie i nodi. Portò con sé a Buenos Aires alcune cartoline di questo ritratto e cominciò a inserirne una in ogni lettera che scriveva. Col tempo, una pittrice argentina si offrì di fare una copia della stessa immagine per metterla nella cappella dell’Università.

La Vergine riceveva così la devozione di tante persone, ma l’ambiente era piccolo. Alcuni che lavoravano nell’Università e appartenevano alla parrocchia di San José del Talar, chiesero al parroco di collocare nella chiesa una copia più grande dell’immagine. La gente scoprì il quadro e così si è sviluppata una devozione importante nella Repubblica argentina.

Certamente non fu il cardinale Jorge Mario Bergoglio, allora arcivescovo di Buenos Aires, a ispirare la collocazione del quadro in questo luogo, ma fu lui ad ispirarne la devozione”.

Tratto da: Maria dei nodi

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I nodi del pastore Bergoglio

Posté par atempodiblog le 30 octobre 2013

I nodi del pastore Bergoglio
Fu lui a importare in Argentina dalla Germania la devozione alla Madonna “che scioglie i nodi”. Agli studi preferiva la cura d’anime. E oggi fa lo stesso: lascia ad altri l’esposizione della dottrina. Come nel caso della comunione ai divorziati risposati   

di Sandro Magister – Chiesa Espresso

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Da quando è stato eletto papa, Jorge Mario Bergoglio è costantemente sotto lo sguardo del mondo, che ne scruta ogni gesto e ogni parola. Ma la sua precedente biografia ancora attende di essere altrettanto investigata. Il libro di Nello Scavo “La lista di Bergoglio” ha sollevato il velo sul ruolo dell’allora giovane gesuita negli anni di piombo della dittatura militare:

2e2mot5 dans Diego Manetti Il gesuita che umiliò i generali

Ma ancora poco si conosce dei sei anni in cui Bergoglio fu superiore della provincia argentina della Compagnia di Gesù, tra il 1973 e il 1979, e dei reali motivi che portarono alla sua successiva emarginazione, fino all’esilio nella periferica residenza gesuita di Córdoba come semplice direttore spirituale.
Fu in uno di quei suoi anni difficili che Bergoglio si recò in Germania “per ultimare la tesi dottorale”, come dice succintamente la sua biografia ufficiale nel sito web del Vaticano.
Era il marzo del 1986. Bergoglio avrebbe compiuto 50 anni in dicembre. Per la tesi di dottorato aveva scelto come tema Romano Guardini, il grande teologo tedesco che fu maestro di due futuri papi, Paolo VI e Benedetto XVI, e di cui Bergoglio aveva letto e ammirato soprattutto due libri: “Il Signore”, sulla persona di Gesù, e “Der Gegensatz”, edito in spagnolo col titolo “Contrasteidad”, molto critico della dialettica hegeliana e marxista.
Ma da come si svolse quella sua trasferta in Germania e da come essa si interruppe dopo soli pochi mesi, con l’abbandono della tesi dottorale, si può dedurre che Bergoglio compì quel viaggio più per ordine dei suoi superiori gesuiti che di sua spontanea volontà.
Nell’intervista autobiografica “El Jesuita” Bergoglio avrebbe poi raccontato che in Germania, ogni volta che vedeva decollare un aereo, sognava di essere lui a bordo, verso l’Argentina. Tanta era la sua voglia di tornare in patria.
Gli archivi di Romano Guardini erano a Monaco, mentre la facoltà teologica nella quale Bergoglio avrebbe difeso la sua tesi dottorale era la Sankt Georgen di Francoforte.
Ma egli non si limitò a fare la spola tra queste due città. Da Monaco si arriva velocemente in treno anche ad Augsburg, Augusta.
E fu lì che la sua trasferta tedesca cambiò radicalmente di segno.

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Ad Augsburg, nella chiesa dei gesuiti, dedicata a San Pietro, c’è una venerata immagine mariana: la Madonna “che scioglie i nodi”.
Maria vi è raffigurata mentre scioglie i nodi di un nastro che le porge un angelo, e che un altro angelo riceve da lei senza più i nodi. Il significato è trasparente. I nodi sono tutto ciò che complica la vita, le difficoltà, i peccati. E Maria è colei che aiuta a scioglierli.
Bergoglio fu molto colpito da questa immagine mariana. Quando pochi mesi dopo fece ritorno in Argentina, portò con sé un buon numero di cartoline con la Madonna “che scioglie i nodi”.
La tesi dottorale fu abbandonata sul nascere e lo stesso pensiero di Romano Guardini non lasciò su Bergoglio un’impronta duratura. Nell’intervista di papa Francesco a “La Civiltà Cattolica” in cui egli dedica ampio spazio ai suoi autori di riferimento, Guardini non c’è.
Ma in compenso, grazie a quel suo soggiorno in Germania nel 1986, Bergoglio fece inconsapevolmente nascere in Argentina una nuova devozione mariana.
Un artista al quale aveva dato la cartolina acquistata ad Augsburg riprodusse l’immagine e la offrì a una parrocchia del popolare Barrio de Agronomía, nel centro di Buenos Aires.
Ospitata nella chiesa, l’immagine di Maria “desatanudos” attrasse un numero crescente di devoti, convertì peccatori e segnò un’inattesa crescita della pratica religiosa. Al punto che dopo pochi anni si consolidò la tradizione di un pellegrinaggio all’immagine, proveniente dall’intera Buenos Aires e anche più da lontano, il giorno 8 di ogni mese.
“Mai come quella volta mi sono sentito uno strumento nelle mani di Dio”, confidò Bergoglio a un confratello gesuita che fu suo discepolo, padre Fernando Albistur, oggi professore di scienze bibliche al Colegio Máximo di San Miguel, a Buenos Aires.
Padre Albistur lo racconta in un libro fresco di stampa curato da Alejandro Bermúdez, con le interviste a dieci gesuiti e a dieci laici argentini amici di Bergoglio da lunga data.
E non è il solo. Nello stesso libro anche padre Juan Carlo Scannone, il più autorevole dei teologi argentini, già professore del giovane gesuita Bergoglio, riferisce lo stesso episodio.
A giudizio di Scannone, il caso della Madonna “che scioglie i nodi” aiuta a capire più a fondo il profilo “pastorale” di papa Francesco e la sua accentuata attenzione al “popolo”.

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Bergoglio non è mai stato un teologo, tanto meno un accademico. Tra i teologi dice di prediligere Henri De Lubac e Michel de Certeau. Ma non perché ne abbia assimilato le posizioni complessive, peraltro tra loro diversissime. Di De Lubac cita quasi sempre un solo saggio: “Meditazioni sulla Chiesa”, e di esso quasi sempre un solo passaggio: quello contro la “mondanità” della Chiesa.
Anche da papa egli è dunque soprattutto uomo d’azione, d’azione pastorale. Chi l’ha conosciuto da vicino e gli è amico da anni – come i venti intervistati del libro di Alejandro Bermúdez – vede in lui eccezionali qualità di comando e notevole abilità di calcolo. Ogni suo gesto, ogni sua parola, non sono mai lasciati al caso. E la sua priorità è la cura pastorale del “popolo” che gli è affidato, che da quando è papa vede allargato a tutto il mondo.
La sua predicazione si addice volutamente a questo profilo. È primariamente rivolta alla gente comune, ai deboli di fede, ai peccatori, ai lontani. Non presi nel loro insieme, ma come se il papa voglia parlare a tu per tu con ciascuno di essi.
Come nel Vangelo Gesù è esigentissimo nei comandamenti ma si rivolge ai singoli peccatori con misericordia, così vuol fare papa Francesco.
Sulle questioni disputate, sul nascere, sul morire, sul generare, è di una ortodossia dottrinale indiscussa: “Il parere della Chiesa lo si conosce e io sono figlio della Chiesa”, ha tagliato corto nell’intervista a “La Civiltà Cattolica”.
Ma l’esposizione dottrinale la lascia ad altri e per sé riserva lo stile misericordioso del pastore d’anime.
L’esempio più lampante di questa azione congiunta è di pochi giorni fa, quando sulla questione disputata della comunione ai cattolici divorziati e risposati papa Francesco ha fatto intervenire il prefetto della congregazione per la dottrina della fede, Gerhard Ludwig Müller. Che in un ampio articolo su “L’Osservatore Romano” ha ribadito in tutto e per tutto le ragioni del “no” alla comunione:


2e2mot5 dans Diego Manetti Divorziati risposati. Müller scrive, Francesco detta

L’arcivescovo Müller è uno dei pochi capi di curia che Francesco ha confermato nel ruolo. Un uomo quindi di sua piena fiducia. Al quale non ha esitato di affidare anche il compito – nello stesso articolo – di dissipare gli equivoci nati da alcune formulazioni su “misericordia” e “coscienza” usate dallo stesso papa nel proprio pubblico conversare.
L’inaugurazione di questo doppio registro comunicativo – in questo caso del papa e del suo custode di dottrina – è sfuggita quasi del tutto ai media, tuttora abbagliati dalle presunte “aperture” di Francesco. Ma è prevedibile che si riprodurrà altre volte e su altri temi.
E consentirà forse di sciogliere un nodo interpretativo dell’attuale pontificato: quello dell’apparente distacco di papa Bergoglio dai suoi predecessori nell’affrontare la cosiddetta “sfida antropologica”.

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Papa Francesco si è esplicitamente richiamato alla Madonna “che scioglie i nodi” nella prima parte della meditazione da lui pronunciata il 12 ottobre in piazza San Pietro, nella giornata mariana dell’anno della fede, alla presenza di un’ancor più celebre immagine mariana, quella di Fatima:

2e2mot5 dans Diego Manetti “La fede di Maria scioglie il nodo del peccato…”

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Il libro 2e2mot5 dans Diego Manetti Alejandro Bermúdez (edit.), “Pope Francis. Our Brother, Our Friend”, Ignatius Press, San Francisco, 2013.

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