È appena scesa la notte su Pontmain, piccolo villaggio della Mayenne. Quella sera, 17 gennaio 1871, sul volto di ogni abitante si legge l’inquietudine. Si dice che le truppe tedesche siano entrate nella Mayenne. Inoltre, sono più di quattro mesi che trentotto uomini del villaggio sono partiti per il fronte. Le loro famiglie aspettano disperatamente qualche notizia. A poco a poco, in maniera insidiosa, l’attesa di è trasformata in angoscia e, in quella cupa sera d’inverno, sono in molti a pensare che gli uomini non torneranno.
Il parroco del villaggio, don Guérin, cerca di calmare gli animi e non smette di dire ai bambini del catechismo: “Pregate, figlioli, otterrete la misericordia. E soprattutto rivolgetevi a Maria”. Maria, madre di Dio e madre degli uomini, avrebbe potuto restare insensibile alla preghiera di quei bimbi che aspettano con ansia il ritorno del padre, del fratello, dello zio o del cugino? Allora, da giorni, i bambini recitano il rosario con rinnovato fervore.
Nella stanza comune della fattoria di Barbedette, quella sera, l’atmosfera è pesante, tesa: “Se arrivano i prussiani… non ci sono uomini…”. Il piccolo Giuseppe non ne può più. Sgattaiola fuori casa. La neve e il ghiaccio coprono la terra di uno spesso manto bianco. Tutto è calmo. Il ragazzo assapora il silenzio. Tuttavia, c’è qualcosa di strano. Alza gli occhi e fissa il cielo, che d’improvviso gli sembra troppo chiaro per quell’ora tarda. Si accorge delle numerosissime stelle che brillano nel firmamento, gli pare di non averne mai viste così tante… E d’un tratto, di fronte a lui, a sette o otto metri sopra la casa di Augustin Guidecoq, il cielo si apre.
Giuseppe vede una Donna d’incantevole bellezza che lo guarda sorridendo. Indossa una lunga tunica blu, senza cintura, disseminata di stelle d’oro a cinque punte. Ai piedi porta calzature dello stesso colore, ornate di una fibbia d’oro. Un velo nero le copre il volto, nascondendo in parte la fronte e i capelli, e le ricade sulle spalle. Una corona d’oro, simile a un diadema, sormonta il velo.
Giuseppe grida. Corre a chiamare la sua famiglia, che non vede nulla e che chiama a sua volta i vicini. A poco a poco tutti gli abitanti del villaggio sono lì, ma solo sette bambini vedono qualcosa. Alcuni adulti cominciano a spazientirsi e ad accusare i ragazzi di mentire o di prendersi gioco di loro. Tuttavia, la visione continua e i racconti hanno accenti così sinceri che i genitori acconsentono a rimanere all’aperto nonostante il freddo. Si mettono a recitare il Padrenostro, l’Ave Maria e il Magnificat. A poco a poco la visione si fa più precisa.
Una piccola croce rossa appare sul cuore della Signora, mentre intorno a Lei si forma un ovale blu. Tre belle stelle visibili da tutti rimangono all’esterno dell’ovale.
La Signora sembra triste, poi un gran cartiglio bianco, lungo come la casa dei Guidecoq, appare sotto i suoi piedi. E su di esso appaiono a loro volta, uno dopo l’altro, dei caratteri dorati. Compongono un messaggio di speranza e di pace che i genitori, “non vedenti”, fanno decifrare ai bambini: “Pregate, bambini miei, pregate”. E poco dopo: “Dio vi esaudirà entro breve”, poi: “Mio figlio si lascia toccare”. Una croce di un rosso vivo appare davanti alla Santa Vergine e, su questa croce, un Cristo tutto coperto di sangue. In cima alla croce c’è un’altra traversa bianca su cui è scritto a lettere rosse: “Gesù Cristo”. La Vergine abbassa gli occhi e posa uno sguardo doloroso sul crocefisso che mostra agli astanti in ginocchio, i quali rinnovano l’ardente supplica: “Prega per noi, poveri peccatori”.
Verso le 21 la Vergine scompare dietro un velo bianco che sembra svolgersi davanti a lei. Per un attimo resta visibile solo la corona, poi svanisce, nel momento stesso in cui tutto il villaggio unito recita l’Ave Maria.
L’indomani le truppe tedesche non proseguono l’avanzata e cominciano a evacuare la Mayenne. Il borgo di Pontmain è preservato dall’invasione e il messaggio della Vergine si realizza: “Pregate, Dio vi esaudirà entro breve”. Il 28 gennaio, infatti, viene firmato l’armistizio e i trentotto parrocchiani sono di ritorno. Nel villaggio molti considerano miracolosa questa circostanza.
Era il 17 gennaio 1871 a Pontmain; sei dei sette bambini hanno preferito tenere tutta la vita questa storia per sé. Forse per obbedienza, per dovere, per umiltà o semplicemente per paura di non essere creduti? Giuseppe Barbedette, invece, ha preso i voti. È su ordine del suo vescovo che un giorno ha fatto il racconto dei fatti così come oggi li conosciamo.