Il Papa affida alla Madonna del Rosario tutte le famiglie del mondo
Posté par atempodiblog le 7 octobre 2015
Il Papa affida alla Madonna del Rosario tutte le famiglie del mondo
All’udienza generale il Papa ha ricordato che oggi la Chiesa celebra la memoria della Beata Vergine Maria del Rosario. A Lei ha affidato le famiglie di tutto il mondo e il Sinodo sulla famiglia. Ha quindi invitato tutti i fedeli a imitare San Giovanni Apostolo: come lui – ha detto – “accogliete Maria nelle vostre case e fatele spazio nella vostra esistenza quotidiana” perché “la sua materna assistenza sia fonte di serenità e di forza”. Poi, così si è rivolto a giovani, malati e sposi:
“Cari giovani, la speranza che abita il cuore di Maria vi infonda coraggio di fronte alle grandi scelte della vita; cari ammalati, la fortezza della Madre ai piedi della croce vi sostenga nei momenti più difficili; cari sposi novelli, la tenerezza materna di Colei che ha accolto nel grembo Gesù accompagni la nuova vita familiare che avete appena iniziato”.
La preghiera del Rosario risale al secolo XIII e fu promossa in particolare dai Domenicani. Il 7 ottobre 1571, a Lepanto, nello Stretto che separa i Golfi di Patrasso e Corinto, la coalizione formata da Venezia, Spagna e Stato Pontificio ottenne una schiacciante vittoria contro la flotta turca. Questo evento ebbe risonanza in tutto il mondo cristiano e spinse San Pio V ad istituire una festa di ringraziamento che prese il nome di “Santa Maria della Vittoria”. Estesa nel 1716 alla Chiesa universale e fissata definitivamente al 7 ottobre da San Pio X nel 1913, venne in seguito denominata la festa del Rosario. Tante le raffigurazioni artistiche sulla Vergine del Rosario, in particolare il quadro custodito nella Basilica di Pompei in cui la Madonna viene rappresentata in trono con il Bambino in braccio fra San Domenico e Santa Caterina: la Vergine offre il Rosario alla Santa e Gesù al Santo. Sul significato che ha per i fedeli la preghiera alla Madonna del Rosario, Elvira Ragosta [di Radio Vaticana] ha intervistato padre Alberto Valentini, mariologo monfortano:
R. – La preghiera del Rosario è stata detta un po’ la preghiera dei poveri, dei semplici, ma tutte le volte che io uso questa espressione penso ai poveri della Scrittura, agli anawim, che sono coloro che sono intimi del Signore. Soltanto le persone che hanno un’esperienza di fede e che hanno fatto un cammino riescono a pregare con la corona. La preghiera dei poveri, perché? Perché anticamente i dotti, i colti pregavano con i Salmi, 150 Salmi, e invece le persone che non potevano, pregavano con 150 Ave Maria. Non a caso erano lo stesso numero dei Salmi, fino all’aggiunta dei Misteri della Luce da parte di San Giovanni Paolo II.
D. – Come pregare con il Rosario?
R. – Il Rosario è una preghiera di meditazione, anzitutto, ha bisogno di silenzio, di quiete, ha bisogno di distensione. Le Ave Maria che si susseguono, precedute dal Padre Nostro e dal Gloria, sono delle meditazioni sulla storia della salvezza. Le preghiere di cui si compone la corona sono quelle fondamentali: la preghiera del Signore, del Padre Nostro; la prima parte dell’Ave Maria, che è l’annuncio alla Vergine, e la seconda parte, che è l’invocazione della Chiesa; e poi la glorificazione della Trinità. E’ quindi una preghiera densissima, che apparentemente può sembrare semplice, ma concentra i massimi dati della fede riuniti in una preghiera.
D. – La devozione alla Madonna del Rosario ha origini antiche, risale al 13.mo secolo, ma come si è evoluta e rafforzata fino ai nostri giorni?
R. – Le evoluzioni sono state tante nei secoli. Possiamo dire che soprattutto alcuni Papi hanno dato un impulso particolare al Rosario. Il primo è San Pio V, nel ricordo della battaglia di Lepanto e della vittoria dei cristiani, avvenuto proprio il 7 ottobre 1571. E’ stata quindi istituita questa festa in ricordo della protezione che hanno ricevuto dalla Vergine. Poi bisogna ricordare senz’altro Leone XIII, che soprattutto nella Enciclica Octobri mense del 1891 ha insistito sul Rosario. Lui, però, ripetutamente ha parlato della corona. Più vicino a noi c’è Paolo VI, il grande Paolo VI, che nella Marialis Cultus ha dedicato l’ultima sezione proprio al Rosario, dicendo che è una preghiera che deve convincere con la sua bellezza, non si può imporre. Non è necessario, se uno ha difficoltà, che preghi con il Rosario. Dobbiamo, però, essere conquistati – chi riesce – dalla bellezza di questa preghiera, gli altri possono fare anche altre preghiere. E’ però sempre un segno di maturazione cristiana. Poi naturalmente dopo Paolo VI abbiamo il Rosarium Virginis Mariae del 2002 di Giovanni Paolo II, il quale ovviamente era devotissimo. Anche questo Papa sappiamo che va sempre a Santa Maria Maggiore prima di impegni importanti e stamattina ha raccomandato la Chiesa e il Sinodo alla Vergine del Rosario.
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