Cotignac, l’apparizione più famosa di san Giuseppe

Posté par atempodiblog le 18 juillet 2024

Cotignac, l’apparizione più famosa di san Giuseppe
7 giugno 1660, Cotignac, sud della Francia: san Giuseppe appare a un giovane pastore assetato e gli fa scoprire una sorgente dalle proprietà miracolose. Un’apparizione, riconosciuta dalla Chiesa, che non smette di dare i suoi frutti.
di Ermes Dovico – La nuova Bussola Quotidiana
Tratto da: Radio Maria

Cotignac, l’apparizione più famosa di san Giuseppe dans Apparizioni mariane e santuari San-Giuseppe

Siamo in un piccolo comune nel sud della Francia (regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra). È il 7 giugno 1660 e un giovane pastore, di nome Gaspard Ricard, pascola le sue pecore sul monte Bessillon. È circa l’una di pomeriggio e il caldo è intenso. Esausto per la sete, Gaspard si sdraia a terra. All’improvviso vede apparire un uomo dall’aspetto imponente e venerabile, che gli indica un grande masso lì vicino e gli dice: «Io sono Giuseppe, solleva questa roccia e berrai».

Gaspard, alla vista di quel masso, esita (più tardi, la sera di quel 7 giugno, otto uomini insieme riusciranno a spostarlo con notevole difficoltà). Ma Giuseppe gli ripete il comando. Stavolta il pastore obbedisce, solleva la roccia con estrema facilità e vede scorrere abbondante acqua dolce. Beve con gusto a quell’inaspettata sorgente, ma quando rialza il capo si accorge di essere rimasto solo.

Verso le tre di pomeriggio Gaspard si reca alla piazza principale di Cotignac e racconta quanto gli è accaduto. La notizia dell’apparizione di san Giuseppe si diffonde rapidamente e i pellegrini scoprono che quella sorgente sul Bessillon ha proprietà fuori dall’ordinario: non pochi ne tornano guariti da febbri, malattie agli occhi e altre infermità; soprattutto, non si contano le grazie spirituali, di guarigione e fortificazione interiore.

Con le donazioni dei devoti si deciderà di costruire una cappella. Due mesi dopo l’apparizione, il 9 agosto, venne benedetta la posa della prima pietra. I lavori furono completati nell’ottobre del 1660. Ma già l’anno seguente, vista l’insufficienza della chiesa per l’afflusso di fedeli, fu avviata una costruzione più grande. Si tratta del santuario consacrato nel 1663 – tuttora esistente e meta di pellegrinaggi – che sorge accanto al luogo della fonte miracolosa, dove è inciso nella lingua locale [vedi foto accanto, di Marina Cristea] un significativo passo del profeta Isaia: Haurietis aquas in gaudio de fontibus Salvatoris, «Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza» (Is 12, 3).

L’apparizione avvenne mentre imperversava in Francia il giansenismo, che con la sua durezza e la sua errata idea della Misericordia divina allontanava le persone dai sacramenti, in primis Confessione ed Eucaristia, criticando pure il culto dei santi e della stessa Vergine Maria.

Al riguardo va ricordato che a Cotignac si è manifestata nello spazio di meno di un secolo e mezzo l’intera Sacra Famiglia. Nel 1519, dunque agli albori della crisi religiosa avviata da Lutero, il piccolo comune francese era stato infatti teatro di due apparizioni – avvenute il 10 e 11 agosto (a circa tre chilometri di distanza dal luogo dove poi sarebbe apparso da solo san Giuseppe) – della Madonna con Gesù Bambino in braccio. La Madre di Dio aveva chiesto al veggente, il boscaiolo Jean de la Baume (talvolta indicato come “de la Saque” o “de la Mire”, per via del fatto che all’epoca i cognomi erano raramente fissati), di riferire al clero e ai consoli di Cotignac di adoperarsi per la costruzione di una cappella sotto il titolo di Nostra Signora delle Grazie e di andarvi «in processione, per ricevere i doni che voglio diffondervi». E tempo dopo quella chiesa, presto edificata in obbedienza al comando celeste (la prima pietra fu posta il 14 settembre, giorno dell’Esaltazione della Santa Croce, del 1519), era stata affidata alle cure degli Oratoriani.

Si tratta della stessa famiglia religiosa a cui nel secolo successivo, a seguito dei fatti legati alla sorgente sul Bessillon, il vescovo di allora, l’italiano Giuseppe Zongo Ondedei, in una lettera datata 31 gennaio 1661, affidò la cura del luogo e della cappella in onore di san Giuseppe. «Noi, volendo seguire (…) le vie che la Divina Provvidenza ci ha tracciato e per non separare le cose che ha voluto unire, abbiamo creduto che non ci fosse niente di meglio di affidare l’amministrazione della cappella dello sposo [Giuseppe] a coloro che assolvono così bene quella della sposa [Maria]», scrisse il vescovo Ondedei. Accanto al santuario, sorse anche un piccolo monastero.

Più di un secolo dopo, la Rivoluzione francese indusse ad un abbandono di quel luogo benedetto. Il monastero cadde in rovina, mentre la cappella rimase in piedi, curata dai parroci di Cotignac e aperta due-tre volte l’anno ai fedeli, in particolare per la solennità del 19 marzo.

Il XX è stato il secolo della rinascita del culto sul Bessillon. Nella lettera pastorale dell’1 febbraio 1971, in cui ricordava l’eccezionalità della visita di san Giuseppe, monsignor Gilles-Henri-Alexis Barthe, vescovo di Fréjus-Tolone (1962-1983), scriveva: «Abbiamo indubbiamente dimenticato troppo il privilegio di questa visita del Santo Patriarca a uno dei giovani più umili del nostro Paese. [Giuseppe] si è ritirato di nuovo nel suo silenzio, ma la primavera continua a scorrere, assistendo al suo passaggio. C’è stato un tempo in cui più pellegrini venivano a pregarlo. Nelle gioie e nelle speranze, nei dolori e nelle angosce di questo tempo, quante lezioni possiamo imparare da san Giuseppe, il benefattore giusto, attento e silenzioso. Quante grazie dobbiamo chiedergli per l’umanità, per la Chiesa di cui è Patrono, per il nostro Paese, per la nostra diocesi».

Nell’Anno Santo 1975, il ritorno in Francia dei benedettini del monastero di San Benedetto di Médéa (Algeria) si è rivelato provvidenziale per Cotignac: i religiosi hanno acquisito il santuario di San Giuseppe e ricostruito il monastero (affidandosi all’architetto Fernand Pouillon), avendo cura di armonizzare i nuovi edifici con quelli del XVII secolo. Il resto è storia recente.

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Papa Francesco ha indetto uno speciale Anno di San Giuseppe da oggi all’8 dicembre 2021

Posté par atempodiblog le 8 décembre 2020

Papa Francesco ha indetto uno speciale Anno di San Giuseppe da oggi all'8 dicembre 2021 dans Articoli di Giornali e News San-Giuseppe

Papa Francesco ha indetto uno speciale Anno di San Giuseppe da oggi all’8 dicembre 2021

“Al fine di perpetuare l’affidamento di tutta la Chiesa al potentissimo patrocinio del Custode di Gesù, Papa Francesco ha stabilito che, dalla data odierna, anniversario del Decreto di proclamazione nonché giorno sacro alla Beata Vergine Immacolata e Sposa del castissimo Giuseppe, fino all’8 dicembre 2021, sia celebrato uno speciale Anno di San Giuseppe, nel quale ogni fedele sul suo esempio possa rafforzare quotidianamente la propria vita di fede nel pieno compimento della volontà di Dio”.

Freccia dans Viaggi & Vacanze Lettera apostolica “Patris Corde”
Freccia dans Viaggi & Vacanze Testo del Decreto

Tratto da:  CEI – Conferenza Episcopale Italiana

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“Frequentate Giuseppe e incontrerete Gesù”

Posté par atempodiblog le 1 mai 2020

“Frequentate Giuseppe e incontrerete Gesù”

“Frequentate Giuseppe e incontrerete Gesù” dans Citazioni, frasi e pensieri San-Giuseppe

Ama molto San Giuseppe, amalo con tutta l’anima, perché è la persona, assieme a Gesù, che ha amato di più la Madonna e che più è stato in rapporto con Dio: colui che più lo ha amato, dopo nostra Madre. — Merita il tuo affetto, e ti conviene frequentarlo, perché è Maestro di vita interiore, ed è molto potente presso il Signore e presso la Madre di Dio. (Forgia, 554)

Giuseppe è stato, nell’ordine naturale, maestro di Gesù: ha avuto con Lui rapporti quotidiani delicati e affettuosi, e se n’è preso cura con lieta abnegazione. Tutto ciò non è forse un buon motivo per considerare questo uomo giusto, questo santo Patriarca, in cui culmina la fede dell’Antica Alleanza, come Maestro di vita interiore? La vita interiore non è altro che il rapporto assiduo e intimo con Cristo, allo scopo di identificarci con Lui. E Giuseppe saprà dirci molte cose di Gesù. Pertanto, non tralasciate mai di frequentarlo: Andate da Giuseppe, raccomanda la tradizione cristiana con una frase dell’Antico Testamento.

Maestro di vita interiore, lavoratore impegnato nel dovere quotidiano, servitore fedele di Dio in continuo rapporto con Gesù: questo è Giuseppe. Andate da Giuseppe. Da Giuseppe il cristiano impara che cosa significa essere di Dio ed essere pienamente inserito tra gli uomini, santificando il mondo. Frequentate Giuseppe e incontrerete Gesù. Frequentate Giuseppe e incontrerete Maria, che riempi sempre di pace la bottega di Nazaret.

La Chiesa intera riconosce in san Giuseppe il suo protettore e patrono. Nel corso dei secoli si è parlato di lui, sottolineando i vari aspetti della sua vita, che lo mostrano costantemente fedele alla missione ricevuta da Dio. È per questo che, da molti anni, mi piace invocarlo con un titolo che mi sta a cuore: Padre e signore nostro.

San Giuseppe è realmente un padre e signore che protegge e accompagna nel cammino terreno coloro che lo venerano, come protesse e accompagnò Gesù che cresceva e diveniva adulto. (E’ Gesù che passa, 56)

San Josemaría Escrivá de Balaguer
Tratto da: Opus Dei Italia Fb

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La Sagrada Família al tempo della febbre gialla

Posté par atempodiblog le 27 avril 2020

La Sagrada Família al tempo della febbre gialla
di Chiara Curti – L’Osservatore Romano

La Sagrada Família al tempo della febbre gialla dans Apparizioni mariane e santuari Sagrada-Famiglia
Il tempio espiatorio di Barcellona è nato mentre in città il tifo mieteva vittime

C’è un modo di dire in spagnolo: quando qualcosa sembra non finire mai si compara alla costruzione della Sagrada Familía. Dentro l’ironia tipica dei modi di dire c’è sempre una verità più profonda e un desiderio: quello di relazionare l’opera probabilmente più significativa dell’epoca moderna all’eternità. Nonostante tutto, l’andamento dei lavori aveva aperto la speranza ai costruttori che il 2026, centenario della morte di Gaudí, sarebbe stato l’anno di conclusione del cantiere. Lo scenario mondiale attuale, che mette a confronto la vita con la morte quotidianamente, mette anche in discussione molti aspetti su come sarà il nostro futuro e anche riannoda la storia della Sagrada Família a un tempo indeterminato.

Ma se l’indeterminato trasmette al cuore umano l’incertezza, l’eternità apre alla speranza. E così, mentre la pandemia che affligge il mondo ci fa temere per il futuro, la storia del tempio espiatorio può farci riflettere su una positività che s’impone dentro le disgrazie e forse ci può aiutare ad affrontare le circostanze con coraggio ed affidamento.

A chi domandava a Gaudí  quando sarebbe terminata la costruzione della chiesa, rispondeva «il mio padrone non ha fretta». Non solo si riferiva all’irregolarità delle elemosine, unica entrata del cantiere, ma anche a una storia dove l’uomo non aveva l’ultima parola, esattamente come non aveva avuto la prima. Sono ricercatrice e studio la vita e le opere di Gaudí; una specializzazione che ha trasceso la vita professionale e che si è fatta compagnia in tante situazioni. Ho letto e riletto le origini della Sagrada Família ogni volta che ho dovuto preparare qualche ciclo di lezioni alla Facultat Antoni Gaudí, qualche seminario o conferenza. Doveva toccarmi vivere in prima persona  un’epidemia per fissarmi in un dettaglio sul quale non mi ero mai soffermata: la Sagrada Família nasce proprio durante una epidemia che colpisce particolarmente Barcellona, la febbre gialla, il tifo, totalmente sconosciuto in Europa.

È il 1870, la città di Barcellona vive la sua massima espansione grazie alla seconda rivoluzione industriale. La città passa da una popolazione nell’ordine dei trecentomila abitanti ad averne un milione: sono immigranti, necessari alle nuove industrie e bisognosi di lavorare. Sono persone povere che da una parte trovano un lavoro e dall’altra vivono in condizioni di miseria estrema. Trovano in san Giuseppe il santo che con loro condivide il lavoro, la povertà e l’emigrare. La sua devozione si diffonde nei quartieri più umili. La rivoluzione industriale e la ricchezza che introduce nei poli industriali porta con sé anche un senso di onnipotenza dove finalmente sembra potersi realizzare qualsiasi impresa.

Ma arriva il tifo, che s’insedia nei quartieri più poveri, ma uccide anche molti giovani della borghesia. La città di Barcellona si desertifica: i poveri senza lavoro muoiono in casa o in accampamenti preparati fuori dalla città e le famiglie benestanti si trasferiscono nelle residenze estive.

Josep Maria Bocabella è un libraio, attento alla società in continuo mutamento. È l’editore papale, ossia colui che, in diretto contatto con la Santa Sede, pubblica sia i testi promulgati dal Papa che quelli relativi ai temi che più lo preoccupano. Certamente Pio IX è stato un Papa molto preoccupato per la questione sociale e molto devoto a san Giuseppe, che dichiara patrono della Chiesa universale. Quante analogie con il nostro tempo!

Davanti al vuoto che si crea durante l’epidemia, sorge nell’editore barcellonese l’intuizione di creare un’associazione spirituale: spirituale così che almeno spiritualmente si possa stare insieme, superando le distanze provocate dall’epidemia e della situazione politica.

Vanno da Pio IX con un obolo e iniziano una peregrinazione che tocca prima il Santuario di Loreto e poi quello di Montserrat dove maturano il proposito di una nuova iniziativa: costruire una chiesa, una chiesa espiatoria, ossia che si finanzi unicamente con l’elemosina.

I devoti di san Giuseppe sono numerosissimi, ma l’associazione trova difficoltà anche per le cose più semplici: inizialmente non ha iscritti e i più stretti collaboratori non credono nelle iniziative proposte. Tornano dal Papa che, dopo essersi iscritto lui stesso all’associazione per darle nuovo slancio regala loro un suo vestito per venderlo e così poter raccogliere fondi: cosa che non porta a nessun risultato, come le altre iniziative.

Ecco allora la sorpresa: Josep Maria Bocabella non si scoraggia, ma anzi pubblica un articolo dove scrive «Questo va molto bene!» — sì, dice proprio così — «se le nostre gestioni fossero state immediatamente determinate per il successo, avremmo potuto credere che la chiesa dei nostri sogni fosse cosa nostra. La Provvidenza ci ha appena detto che vuole che sia opera sua; opera di Dio, non di uomini, e che si farà quando Dio vorrà. Continuiamo quindi con fede. Costruiamo la casa di Dio e non una chiesa qualsiasi, e un tempio che sia un gran tempio». Solo quattro anni dopo la Provvidenza inizierà a operare in favore del progetto.

Da un’intervista degli anni Cinquanta fatta a una coppia di anziani, allora novantenni, testimoni della collocazione della prima pietra della Sagrada Família, emerge tutta la “trascendenza” di questo gesto: il terreno si trovava in aperta campagna e la cerimonia fu particolarmente solenne. Tre alti mastili sostenevano la bandiera nazionale e quella papale, dando un aspetto di festa e solennità, in contrasto con l’umilissimo insediamento conosciuto come El Poblet.

Nell’intervista i due anziani raccontano che nei giorni dell’epidemia della febbre gialla non ci fu neanche un caso nel Poblet «per le preghiere dirette a san Rocco» che è il protettore dalle epidemie. Così nasce la speranza che le circostanze non siano l’unico fattore determinante, per chi chiede, e non teme un “indeterminato” che ancora non conosce, ma fa risiedere la sua speranza nell’eternità.

Ricordo che una volta, tornando a casa un po’ in ritardo dal lavoro, mi sono scusata con le mie figlie spiegando che mi ero fermata a pregare sulla tomba di Gaudí. Mia figlia minore, Francesca, di sei anni, scoppia a piangere dicendo «ma quando è morto?». Sentendone tanto parlare, pensava fosse ancora vivo.

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La scala che conduce in Cielo ha 3 gradini: Gesù, Maria e Giuseppe

Posté par atempodiblog le 19 mars 2020

La scala che conduce in Cielo ha 3 gradini: Gesù, Maria e Giuseppe dans Citazioni, frasi e pensieri San-Giuseppe

“La scala che conduce in Cielo ha 3 gradini: Gesù, Maria e Giuseppe.
Le nostre preghiere vengono affidate in primo luogo a Giuseppe, questi le consegna a Maria che le offre a Gesù.
Scendendo, le risposte passano da Gesù a Maria e Maria le offre a Giuseppe.
Gesù fa tutto per Maria perché è suo Figlio, Giuseppe ottiene tutto perché è sposo di Maria e padre di Gesù”.

San Leonardo da Porto Maurizio

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Perché le vittime della peste si consacravano a San Giuseppe

Posté par atempodiblog le 13 mars 2020

Perché le vittime della peste si consacravano a San Giuseppe
Quando la peste ha devastato l’Europa, le vittime si rivolgevano spesso a San Giuseppe e alla sua intercessione miracolosa
di Philip Kosloski – Aleteia

Novena a San Giuseppe dans Preghiere San-Giuseppe

La peste ha una lunga storia in Europa, e quando i cristiani si sono trovati in mezzo a crisi simili si sono spesso rivolti a San Giuseppe.

Al di là di chiedere la sua potente intercessione, molti cristiani facevano consacrazioni personali al santo, offrendogli la propria vita nella speranza di essere risparmiati dalla peste insieme alle proprie famiglie.

Nel libro The Glories of the Catholic Church si legge: “Quanto è potente San Giuseppe nel curare chi si affida a lui, mettendolo al sicuro anche dal più grande di tutti i mali, la peste! Ha difeso la città di Alenson dall’esserne completamente distrutta circa dieci anni fa, per via di un voto solenne di celebrare per sempre la sua festa”.

Oltre alla città di Avenson, anche quella di Lione fu teatro di una guarigione miracolosa.

Il signor Augery, avvocato presso il Parlamento del Delfinato, trovandosi a Lione e capendo, il 15 luglio 1638 che Theodore Augery, suo figlio, di sette anni, era stato colpito dalla peste, fece un voto a Dio che se San Giuseppe, mediante la sua intercessione, avesse fatto riprendere il figlio e preservato la sua famiglia dalla peste avrebbe ascoltato per nove giorni la Messa nella sua chiesa in suo onore… Il giovane malato, visitato dai medici che si occupavano della peste, che lo davano per spacciato, venne fatto uscire di casa e portato a St. Laurence, la casa degli appestati, per paura che infettasse gli altri. Qui guarì perfettamente, e nessun altro della sua famiglia, composta da nove membri, fu contagiato”.

Non si trattò di un incidente isolato, visto che San Giuseppe è stato ripetutamente un intercessore per le vittime della peste e Dio ha curato la loro malattia.

Se si deve sempre cercare l’assistenza medica adeguata e vanno seguite le indicazioni delle autorità governative, i cristiani nel corso dei secoli hanno sottolineato la necessità di includere la preghiera nella propria risposta a una peste.

Dio risponderà sempre a un cuore contrito, e se è sua volontà può guarire e proteggere le persone dalle malattie. Al riguardo, San Giuseppe si è dimostrato un potente intercessore, portando le anime cristiane più vicine a Dio, chiedendo al Signore di avere misericordia dei malati e dei sofferenti.

Al di sopra di tutto, San Giuseppe ci insegna a confidare in Dio in tutte le circostanze, e a mettere la nostra vita nelle sue mani.

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Novena a San Giuseppe

Posté par atempodiblog le 10 mars 2020

Novena a San Giuseppe dans Preghiere San-Giuseppe

San Giuseppe mi ha chiesto di avere per lui una devozione continua.

Santa Faustina Kowalska

Divisore dans San Francesco di Sales

Freccia dans Viaggi & Vacanze Novena a San Giuseppe (da recitarsi dal 10 al 18 marzo)

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Chiediamo a Giuseppe di preparare il nostro Natale

Posté par atempodiblog le 23 décembre 2019

Chiediamo a Giuseppe di preparare il nostro Natale
Tratto da: Le vie del cuore. Vangelo per la vita quotidiana. Commento ai vangeli festivi Anno A, di Padre Livio Fanzaga. Ed. PIEMME

Chiediamo a Giuseppe di preparare il nostro Natale dans Avvento Santa-Famiglia

Non temere di prendere con te Maria
Giuseppe temeva di prendere con sé Maria come sua sposa. Il mistero di santità e di grazia che avvolgeva la Vergine Madre lo sovrastava e lo intimoriva. In lui non c’era il dubbio, ma quel timore santo che il soprannaturale incute ogni volta che si manifesta. L’invito dell’Angelo di non temere a prendere con sé Maria, lo rinfranca e lo incoraggia sulla via dell’accoglienza della volontà di Dio.

Questo invito dell’Angelo conserva una validità permanente, fino alla fine dei tempi. È un invito a ogni cristiano a non temere di accogliere Maria nella propria vita. Abbiamo forse paura che, prendendo con noi Maria, lasciamo da parte il Signore? Quale stoltezza in questo dubbio diabolico.

Rifletti, caro amico. Non è forse vero che Giuseppe prendendo con sé Maria come sua sposa, ha accolto anche Gesù? Non è forse che attraverso Maria è diventato padre putativo di Gesù? E per mezzo della Madre che abbiamo in dono il Figlio. A volte noi dimentichiamo la più evidente delle verità, e cioè che è stata Maria a concepire, a portare nel grembo e a donare al mondo il Figlio di Dio. Anche la Chiesa, come Giuseppe, accoglie il Salvatore dalle mani di Maria.

Verso il Natale con Giuseppe
Giuseppe ha avuto la missione specialissima di preparare il primo Natale. È Lui che conduce Maria nel lungo viaggio, mentre il bimbo divino nel grembo attende impaziente il momento di aprire gli occhi sul mondo degli uomini. È lui che cerca ansioso un alloggio adatto per loro. È lui che conduce Maria nella grotta, rifugio di animali, la pulisce e la riscalda. È 
lui che accoglie i pastori, mostrando loro il Bambino e la Madre.

Questo compito Giuseppe lo svolge volentieri per la Chiesa tutta e per ognuno di noi. Chiediamo a Giuseppe di preparare il nostro Natale. Lui ci aiuterà a mettere Maria e Gesù al centro dei nostri cuori e delle nostre famiglie. Chiediamo a Giuseppe di proteggere dal maligno la pace e la gioia che il Natale porterà ancora una volta a questo mondo triste e inquieto.

Chiediamo anche a Giuseppe di aprire il cuore a tanti padri, perché scoprano il grande dono e la responsabilità della paternità. Come Giuseppe, anche i padri siano custodi della fede e della santità delle loro famiglie.

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Il santo timore di san Giuseppe davanti al segno certo della divina Presenza

Posté par atempodiblog le 18 décembre 2019

Il santo timore di san Giuseppe davanti al segno certo della divina Presenza dans Commenti al Vangelo San-Giuseppe

Il santo timore di san Giuseppe davanti al segno certo della divina Presenza

San Giuseppe voleva ripudiare Maria per la stessa ragione per cui Pietro voleva allontanare il Signore: “Signore, allontanati da me che sono un peccatore” (Lc 5,8), così come anche il Centurione per respingere Gesù dalla sua casa: “Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto” (Mt 8,8).

Così stava Giuseppe il quale, giudicandosi, anche lui, indegno e peccatore, si diceva: “Ella è così perfetta, così santa, che io non devo condividere oltre la sua intimità. La sua sorprendente dignità mi sorpassa e mi incute timore”.

La vedeva, sotto il timore della sua fede, portare il segno certo di una divina Presenza e, non potendone penetrare il Mistero, la voleva ripudiare. Pietro, lui, fu preso da un santo timore innanzi alla grandezza della Potenza, il Centurione davanti alla Maestà della Presenza.

Ti può sorprendere il fatto che san Giuseppe si giudicava indegno di vivere in comune con la santa Vergine, quando comprendi che santa Elisabetta, anche lei, non poteva sopportare la sua presenza se non con timore e rispetto?
Ecco le sue parole: “A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?”, (Lc 1,43).

Ecco, dunque, perché san Giuseppe voleva ripudiarla. Ma perché in segreto e non alla luce del sole? Per evitare tutte le indagini sul motivo della separazione, che esigevano una spiegazione.

Se lui avesse detto del suo pensiero e della certezza che si era fatto della purezza di Maria, la gente non l’avrebbe deriso e non avrebbero lapidato Maria? Come avrebbero creduto nella Verità ancora muta nel seno materno? Che cosa avrebbero fatto al Cristo ancora invisibile?

di san Bernardo di Chiaravalle

Divisore dans San Francesco di Sales

Il pensiero dei santi Padri su san Giuseppe

Lo stupore di San Giuseppe fu tanto maggiore, quanto conoscendo meglio d’ogni altro l’eminente santità della Santa Vergine, e non ignorando il voto ch’Ella aveva fatto di perpetua castità, non poteva averLa in sospetto d’adultera.

Era bensì piuttosto orientato a credere ch’Ella dovesse essere la Vergine avventurata, onde parlava Isaia, che doveva partorire il Messia al mondo.

Lo credette, dice san Bernardo, (Hom.2. Super Missus Est) e con un sentimento di umiltà e di rispetto, simile a quello che fece dire, poi, san Pietro: “Allontanatevi da me, o Signore, perché sono un peccatore”; san Giuseppe pensava parimenti di allontanarsi dalla Vergine santa.

Io non dico questo come mio pensiero, soggiunse il santo Abate. Ed esso è il pensiero dei santi Padri.

di padre Jean Croiset S.J. – Le vite dei santi

Divisore dans San Francesco di Sales

L’ammirabile umiltà di San Giuseppe

La sua umiltà fu il motivo per il quale, come spiega san Bernardo, pensò di lasciare la Madonna quando La vide incinta; San Bernardo dice che san Giuseppe fece in se stesso questo ragionamento: «E che cosa è questo? lo so che Ella è vergine, perché insieme abbiamo riconfermato il voto di conservare la nostra verginità e purità, al quale sono certissimo che Ella non vuol mancare; l’altra parte io vedo ch’Ella sta per diventare madre. Come si possono conciliare insieme la maternità e la verginità, ossia che la verginità non impedisca la maternità? Oh! Dio! – certo deve aver detto a se stesso -, non sarà forse Lei quella gloriosa Vergine di cui par­lano i profeti, che concepirà e sarà madre del Messia? Ma, se è così, Dio non voglia ch’io rimanga con Lei, io che ne sono tanto indegno; è meglio che segreta­mente l’abbandoni a motivo della mia indegnità e che non abiti più a lungo in Sua compagnia». Sentimenti questi di un’ammirabile umiltà.

San Francesco di Sales – Trattenimenti spirituali

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Con san Giuseppe verso il Santo Natale/ Preghiera per l’inizio della novena di Natale

Posté par atempodiblog le 16 décembre 2019

Con san Giuseppe verso il Santo Natale/ Preghiera per l’inizio della novena di Natale
Tratta da: Radio Maria Fb

Con san Giuseppe verso il Santo Natale/ Preghiera per l'inizio della novena di Natale dans Avvento Maria-e-Giuseppe

O san Giuseppe, che hai accolto in maniera mirabile il Salvatore, fa’ che anche noi possiamo accogliere il Signore che viene in ogni tempo.

Aiutaci col tuo esempio e la tua intercessione a prepararGli dentro di noi e nelle nostre comunità il luogo giusto dove possa prendere stabile dimora, e camminare nella via giusta alla Sua presenza.

Buon-Natale dans Preghiere
Freccia dans Riflessioni Novena di Natale

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Iosep Av

Posté par atempodiblog le 19 mars 2017

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Dov’è lo sposo di Maria [nel Paradiso dantesco], essendo ella Vergine e Madre, ma anche sposa e consacrata? Di San Giuseppe si dice che sia l’uomo del silenzio, perché i Vangeli che parlano di lui (Matteo e Luca) non ne riportano espressioni verbali.

Iosep Av dans Fede, morale e teologia Iosep_Av

Dante conosce benissimo la meditazione su San Giuseppe, dunque con le iniziali dei versi successivi (19, 22, 25, 28, 31, 34, 37) formal’acrostico IOSEP AV, il saluto a Giuseppe come lo pronunciavano i medievali. È la presenza nascosta di Giuseppe accanto a Maria.

Tratto da: 2 learning advanced

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Marzo con san Giuseppe

Posté par atempodiblog le 2 mars 2016

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In tempi difficili per la Chiesa Pio IX, volendo affidarla alla speciale protezione del santo patriarca Giuseppe, lo dichiarò «Patrono della Chiesa cattolica».

Questo patrocinio deve essere invocato ed è necessario tuttora alla Chiesa non soltanto a difesa contro gli insorgenti pericoli, ma anche soprattutto a conforto del suo rinnovato impegno di evangelizzazione nel mondo e di rievangelizzazione.

Nel mese di Marzo particolarmente dedicato a San Giuseppe vogliamo raccomandarci, dunque, alla protezione di colui al quale Dio stesso «affidò la custodia dei suoi tesori più preziosi e più grandi», impariamo al tempo stesso da lui a servire l’«economia della salvezza».

Tratto da: Porziuncola. Una porta sempre aperta

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La divina unione tra la Madonna e il glorioso San Giuseppe

Posté par atempodiblog le 1 août 2015

Il santo proposito di San Giuseppe

Il fatto che l’Evangelista, pur evidenziando il proposito di verginità di Maria, la presenti ugualmente come sposa di Giuseppe costituisce un segno della attendibilità storica di ambedue le notizie. Si può supporre che tra Giuseppe e Maria, al momento del fidanzamento, vi fosse un’intesa sul progetto di vita verginale. Del resto, lo Spirito Santo, che aveva ispirato a Maria la scelta della verginità in vista del mistero dell’Incarnazione e voleva che questa avvenisse in un contesto familiare idoneo alla crescita del Bambino, poté ben suscitare anche in Giuseppe l’ideale della verginità.

Giovanni Paolo II

La divina unione tra la Madonna e il glorioso San Giuseppe dans Fede, morale e teologia Giovanni-Paolo-e-Maria

La divina unione tra la Madonna e il glorioso San Giuseppe

Ora qual divina unione tra nostra Signora ed il glorioso san Giuseppe! Unione, che faceva, che quel bene de’ beni eterni nostro Signore, fosse ed appartenesse a san Giuseppe, così come apparteneva a Maria, non secondo la natura, che aveva presa nelle viscere della nostra gloriosa Vergine; natura, che era stata formata dallo Spirito Santo del purissimo sangue di Lei; ma secondo la grazia, la quale lo rendeva partecipe di tutti i beni della sua cara sposa, e la quale faceva che egli andasse meravigliosamente crescendo nella perfezione; e ciò per la comunicazione continua, che aveva con nostra Signora, la qual possedeva tutte le virtù in così alto grado, che nessun altra né candida, né pura creatura vi può giungere.

Nientedimeno il glorioso san Giuseppe era quello, che maggiormente vi si approssimava; e siccome si vede uno specchio ricevere i raggi del sole dal riverbero d’un altro specchio, e rimandarli cosi al vivo che non si potrebbe quasi giudicare qual sia quello, che li riceve immediatamente dal sole, o quello, che non li riceve se non per riflesso; parimente nostra Signora era come un purissimo specchio opposto ai raggi del Sole di giustizia: raggi, che apportavano nell’anima sua tutte le virtù nella loro perfezione; quali perfezioni, e virtù facevano un riflesso così perfetto in san Giuseppe, che pareva quasi  ch’egli fosse così perfetto, o che avesse le virtù in sì alto grado, come le aveva la Vergine santissima.

Ma in particolare (per non deviare dal nostro proposito) in qual grado pensiamo noi che avesse la verginità, quella virtù, che ci rende simili agli angioli? Se la santissima Vergine non fu solamente vergine tutta pura, e tutta candida; ma come canta la santa Chiesa nel responsorio delle lezioni dei mattutini, santa ed immacolata verginità, cioè che era la stessa verginità: quanto pensiamo noi che quel che fu eletto da parte dell’eterno Padre per custode della sua verginità, o per dir meglio per compagno (poiché ella non aveva bisogno d’esser guardata da altri, che da se medesima) quanto dico, doveva egli esser grande in questa virtù?

Ambedue avevano fatto voto d’osservar verginità in tutto il tempo della lor vita, ed ecco che Iddio vuole che siano uniti col legame di un santo matrimonio, non già per farli disdire, né pentirsi del voto; ma per confermarli, e fortificarli l’un l’altro a perseverare nella santa impresa; e per questo lo fecero ancora di viver verginalmente insieme in tutto il resto della lor vita.

Tratto da: Trattenimenti spirituali di San Francesco di Sales Vescovo e Principe di Ginevra Volume unico. – Brescia : Tipografia Pasini nel Pio Istituto di S. Barnaba, 1830, pp. 363 – 364.

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Sposalizio della Santa Vergine con Giuseppe (23 gennaio)

Posté par atempodiblog le 23 janvier 2015

Sposalizio della Santa Vergine con Giuseppe (23 gennaio) dans Maria Valtorta zjcojk2prebso dans San Giuseppe
Sposalizio di Maria, fontana di Hohen Markt (Vienna), di Antonio Corradini

Dice Gesù a Maria Valtorta (05/09/1944):

«Che dice il libro della Sapienza cantando le lodi di essa? Nella sapienza è infatti lo spirito d’intelligenza, santo, unico, molteplice, sottile”. E continua enumerandone le doti, terminando il periodo con le parole: …che tutto può, tutto prevede, che comprende tutti gli spiriti, intelligente, puro, sottile. La sapienza penetra con la sua purezza, è vapore della virtù di Dio… per questo nulla in lei vi è d’impuro… immagine della bontà di Dio. Pur essendo unica può tutto, immutabile come è rinnovella ogni cosa, si comunica alle anime sante e forma gli amici di Dio e i profeti”. (Sap. 7, 22-27)

Tu hai visto come Giuseppe, non per cultura umana ma per istruzione soprannaturale, sappia leggere nel libro sigillato della Vergine intemerata, e come rasenti le profetiche verità col suo vedere” un mistero soprumano là dove gli altri vedevano unicamente una grande virtù. Impregnato di questa sapienza, che è vapore della virtù di Dio e certa emanazione dell’Onnipotente, si dirige con spirito sicuro nel mare di questo mistero di grazia che è Maria, si intona con Lei con spirituali contatti in cui, più che le labbra, sono i due spiriti che si parlano nel sacro silenzio delle anime, dove ode voci unicamente Dio e le percepiscono coloro che a Dio sono grati, perché servi a Lui fedeli e di Lui pieni.

La sapienza del Giusto, che aumenta per l’unione e vicinanza con la Tutta Grazia, lo prepara a penetrare nei segreti più alti di Dio e a poterli tutelare e difendere da insidie d’uomo e di demone. E intanto lo rinnovella. Del giusto fa un santo, del santo il custode della Sposa e del Figlio di Dio.

Senza sollevare il sigillo di Dio, egli, il casto, che ora porta la sua castità ad eroismo angelico, può leggere la parola di fuoco scritta sul diamante virginale dal dito di Dio, e vi legge quello che la sua prudenza non dice, ma che è ben più grande di quel che lesse Mosè sulle tavole di pietra. E, perché occhio profano non sfiori il Mistero, egli si pone, sigillo sul sigillo, arcangelo di fuoco sulla soglia del Paradiso, entro il quale l’Eterno prende le sue delizie passeggiando al rezzo della sera” e parlando con Quella che è il suo amore, bosco di gigli in fiore, aura profumata di aromi, venticello di freschezza mattutina, vaga stella, delizia di Dio. La nuova Eva è lì, davanti a lui, non osso delle sue ossa né carne della sua carne, ma compagna della sua vita, Arca viva di Dio, che egli riceve in tutela e che a Dio egli deve rendere pura come l’ha ricevuta.

“Sposa a Dio” era scritto in quel libro mistico dalle pagine immacolate… E quando il sospetto, nell’ora della prova, gli fischiò il suo tormento, egli, come uomo e come servo di Dio, soffrì, come nessuno, per il sospettato sacrilegio. Ma questa fu la prova futura. Ora, in questo tempo di grazia, egli vede e mette sé al servizio più vero di Dio. Dopo verrà la bufera della prova, come per tutti i santi, per esser provati e resi coadiutori di Dio.

Cosa si legge nel Levitico (Lev, 16, 2-4)? Dì ad Aronne tuo fratello di non entrare in ogni tempo nel santuario che è dietro al Velo dinanzi al propiziatorio che copre l’Arca, per non morire – ché Io apparirò nella nuvola sopra l’oracolo, se prima non avrà fatto queste cose: offrirà un vitello per il peccato e un montone in olocausto, indosserà la tunica di lino e con brache di lino coprirà la sua nudità”.

E veramente Giuseppe entra, quando Dio vuole e quanto Dio vuole, nel santuario di Dio, oltre il velo che cela l’Arca sulla quale si libra lo Spirito di Dio, e offre sé e offrirà l’Agnello, olocausto per il peccato del mondo e l’espiazione di esso peccato. E questo fa, vestito di lino e con mortificate le membra virili per abolirne il senso, che una volta, al principio dei tempi, ha trionfato ledendo il diritto di Dio sull’uomo, e che ora sarà conculcato nel Figlio, nella Madre e nel padre putativo, per tornare gli uomini alla Grazia e rendere a Dio il suo diritto sull’uomo. Fa questo con la sua castità perpetua.

Non vi era Giuseppe sul Golgota? Vi pare non sia fra i corredentori? In verità vi dico che egli ne fu il primo e che grande è perciò agli occhi di Dio. Grande per il sacrificio, la pazienza, la costanza e la fede. Quale fede più grande di questa, che credette senza aver visto i miracoli del Messia?

Sia lode al mio padre putativo, esempio a voi di ciò che in voi più manca: purezza, fedeltà e perfetto amore. Al magnifico lettore del Libro sigillato, istruito dalla Sapienza a saper comprendere i misteri della Grazia ed eletto a tutelare la Salvezza del mondo contro le insidie di ogni nemico».

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San Giuseppe, l’uomo del “sogno”

Posté par atempodiblog le 17 janvier 2015

San Giuseppe, l’uomo del “sogno”

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In sogno riceve dall’angelo l’avvertimento di salvare Maria e Gesù da Erode, in sogno di riportarli in Israele, cessato il pericolo. Un Santo molto amato da Papa Francesco, non una novità, che stavolta però si arricchisce di una confidenza:

Vorrei anche dirvi una cosa molto personale. Amo molto San Giuseppe, perché è un uomo forte è silenzioso. Nel mio tavolo ho un’immagine di San Giuseppe che dorme. E mentre dorme si prende cura della Chiesa. Sì! Può farlo. Lo sappiamo.

Quando ho un problema, una difficoltà io scrivo un foglietto e lo metto sotto San Giuseppe, perché lo sogni! Questo significa: pregate per questo problema”.

Papa Francesco, 16 gennaio 2015 – Manila
Tratto da: Radio Vaticana

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