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Preghiera affinché i sacerdoti possano essere protetti dalle tentazioni mondane

Posté par atempodiblog le 23 juillet 2021

Preghiera affinché i sacerdoti possano essere protetti dalle tentazioni mondane
Recitate questa preghiera perché tutti i sacerdoti possano essere circondati dall’amore di Dio
di Philip Kosloski – Aleteia

Preghiera affinché i sacerdoti possano essere protetti dalle tentazioni mondane dans Preghiere Sacerdoti-figli-prediletti-di-Maria

Come leader spirituali, i sacerdoti vengono spesso attaccati da varie tentazioni del demonio. Non dovrebbe sorprendere che Satana cerchi attivamente la rovina di tutti i sacerdoti, rendendo la loro vocazione assai difficile.

I presbiteri, però, possono essere aiutati dalle nostre preghiere e dal nostro sostegno.

Ecco una preghiera di San Pietro Giuliano Eymard per chiedere a Dio di circondare il sacerdote con il Suo amore e di tenerlo lontano dalle tentazioni:

O Gesù, eterno Sommo Sacerdote, tieni i tuoi servi al sicuro protetti dal Tuo Sacro Cuore, dove nessuno possa far loro del male. Fa’ che le loro mani, che toccano ogni giorno il Tuo sacro Corpo, restino senza macchia.

Rendi incontaminate le loro labbra, arrossate dal Tuo preziosissimo Sangue. Fa’ che il loro cuore, sigillato con il carattere sublime del Tuo sacerdozio, sia puro e santo.

Fa’ che il Tuo santo amore li circondi e li protegga dal contagio del mondo.

Benedici il loro lavoro con frutti abbondanti e duraturi. Fa’ che le persone che servono siano per loro gioia e consolazione qui sulla Terra e splendida corona e gloria eterna in Cielo.

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Pietro Giuliano Eymard. Apostolo dell’Eucaristia, padre per gli emarginati

Posté par atempodiblog le 2 août 2020

Pietro Giuliano Eymard. Apostolo dell’Eucaristia, padre per gli emarginati
di Matteo Liut – Avvenire

Pietro Giuliano Eymard. Apostolo dell'Eucaristia, padre per gli emarginati dans Fede, morale e teologia Pierre-Julien-Eymard
2 agosto, memoria liturgica

È dall’Eucaristia che sgorga la vita dei cristiani nel mondo, è da quel pane consacrato che i credenti attingono la forza per cambiare la storia, partendo dagli ultimi, dai dimenticati, da chi è ai margini. È da questa consapevolezza che partì nella sua opera san Pietro Giuliano Eymard, sacerdote francese ricordato come “apostolo dell’Eucaristia”. Nato a La Mure d’Isère nel 1811, prete nel 1834, a Lione entrò nella congregazione dei Padri Maristi.

Nel 1851 davanti al Santissimo Sacramento nel santuario di Fourvière visse un’esperienza spirituale che lo portò a fondare nel 1856 la Congregazione del Santissimo Sacramento con al centro la devozione eucaristica, ma con un apostolato attivo a favore dei poveri delle periferie di Parigi e dei sacerdoti in difficoltà. Nel 1858 nacquero le Ancelle del Santissimo Sacramento. Il fondatore morì nel 1868 ed è santo dal 1962.
Altri santi. Santo Stefano I, papa (III sec); sant’Eusebio di Vercelli, vescovo (IV sec.).

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“Nostro Signore vuole che gli parliamo e Lui a sua volta ci parlerà”

Posté par atempodiblog le 17 septembre 2011

“Nostro Signore vuole che gli parliamo e Lui a sua volta ci parlerà” dans Fede, morale e teologia San-Pietro-Giuliano-Eymard

Nostro Signore vuole che gli parliamo e Lui a sua volta ci parlerà. Chiunque può dialogare con il Signore. Non è forse venuto per tutti ? Non ci ha forse detto: Venite a me voi tutti? 1. (Mt 11. 28)

Questo colloquio tra il Signore e l’Anima è la vera adorazione. Va da nostro Signore così come sei: La tua preghiera sia spontanea e naturale. Prima di servirti di un libro, da fondo alla tua riserva di Pietà e di Amore; prediligi il Libro inesauribile dell’Umile Amore.

Se la mente è fuorviata o i sensi si assopiscono, un buon libro che ti rimetta in carreggiata sarà certamente utile; ricordati però che il Maestro preferisce la povertà del nostro cuore ai più sublimi pensieri ed agli slanci d’amore presi a prestito da altri. Il Signore vuole il tuo cuore, non quello altrui; desidera l’espressione e la preghiera del tuo cuore come manifestazione diretta che lo ami.

Sarà spesso il frutto di un sottile amor proprio, di impazienza o svogliatezza non voler presentarsi al Signore con la propria miseria o con una povertà umiliata. Eppure, è quanto Nostro Signore preferisce a tutto il resto; questo ama, questo benedice. Se ti senti arido, rendi gloria alla grazia di Dio, senza di cui non puoi nulla; spalanca allora l’Anima verso il Cielo, come il fiore dischiude il calice all’alba per accogliere la rugiada fecondatrice. Ti senti del tutto impotente, la mente nel buio, il cuore schiacciato dal peso del suo nulla, il corpo dolente? Adora da povero. Sguscia fuori dalla tua povertà, e va a stabilirti in Nostro Signore, offrigli la tua pochezza perché Lui la arricchisca. Sarà un capolavoro degno della sua gloria.

A volte una nera tentazione ti potrà sconquassare e incupirti: senti che tutto in te si ribella e ti spinge ad abbandonare l’adorazione, insinuando che invece di servire Dio non fai che offenderlo e disonorarlo. Non ascoltare quella subdola voce; la tua è adorazione autentica, l’adorazione di chi lotta e resta fedele a Gesù contro sé stesso. Non è affatto vero che tu sia sgradito al Signore; al contrario, rallegri il Maestro che ti sta guardando e ha permesso a satana di turbarti. In quel momento Dio si aspetta l’omaggio della perseveranza.

Fiducia, semplicità ed amore siano i sentieri per cui giungerai all’adorazione. Vuoi essere felice in amore? Vivi continuamente nella bontà di Gesù Cristo, che è sempre nuova per noi; in Lui segui il lavoro del suo amore su di te. Contempla la bellezza delle sue virtù, la luminosità del suo amore piuttosto che le sue vampe; in noi il fuoco dell’amore fa presto a sparire, mentre rimane la sua verità.

Inizia la tua adorazione con un atto di amore e apri la tua anima all’azione divina. Sai perché ti incagli per via? Perché se non si prende l’avvio con l’amore si sbaglia senz’altro rotta. Guarda il bambino: non abbraccia forse la mamma prima di obbedirle? L’amore è l’unica porta del cuore. Ma vuoi essere nobile in amore? Parla all’amato di lui stesso. parla a Gesù del suo Padre Celeste ch’egli tanto ama, parlagli delle opere che compì per la sua gloria; allieterai il suo cuore e ti amerà maggiormente.

Soffermati con Gesù a contemplare il suo amore per tutti gli uomini: Il suo cuore e anche il tuo si dilateranno dì gioia e dì felicità. parla a Gesù della sua amatissima Madre e gli rinnoverai la gioia di un bravo figliolo; ricordagli i suoi santi, per glorificare la sua grazia in essi. Il vero segreto dell’amore sta nel dimenticarsi come fece san Giovanni Battista, proteso solo ad esaltare ed a glorificare il Signore Gesù. L’amore autentico non guarda quello che dà, ma ciò che merita l’Amato.

In cambio Gesù, contento di te, porterà su di te il colloquio; ti manifesterà il suo amore, ed il tuo cuore sboccerà ai raggi di quel sole come il fiore raggrinzito dall’umidità notturna si schiude alla luce calda del giorno. La sua tenera voce ti penetrerà dentro come il fuoco in una materia infiammabile. Tu esclamerai come la sposa del cantico: dolcezza é il suo palato; egli e tutto delizie! (C t 5.16) Allora lo ascolterai silenzioso o, meglio, con l’amore più forte e soave. Ecco, puoi venire nel Cuore di Gesù. L’Amore te ne ha dischiuso la porta: entra, ama, adora.

(Da “La Divina Eucaristia” di San Pier Giuliano Eymard. La Divine Eucharistie, Poussielgue, Parigi,1873.)

Fonte: Luci sull’Est

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Il cuore, compendio di tutta la vita

Posté par atempodiblog le 2 août 2011

Il mio cuore sarà lì per sempre (1 Re 9, 3)

Il cuore, compendio di tutta la vita dans Fede, morale e teologia San-Pietro-Giuliano-Eymard

La più nobile tra tutte le facoltà dell’uomo è il cuore. Il suo posto è al centro del corpo, come un re che sta al centro dei suoi stati. È immediatamente circondato dalle membra più importanti, che sono come i suoi ministri e i suoi ufficiali; esso li muove, dà loro l’attività comunicando loro quel calore vitale di cui è la riserva. E’ la sorgente donde sprizza impetuosamente il sangue, per spandersi in tutte le parti dell’organismo, le innaffia e le rinfresca. Questo sangue poi, debilitatosi, dalla periferia torna al cuore per riaccendervi i suoi fuochi e riprendervi nuovi spiriti di vita.
Ciò che si dice del cuore umano, in genere si applica pure al Cuore adorabile di Gesù Cristo. Esso è la porzione più nobile del corpo dall’Uomo-Dio, il quale essendo unito ipostaticamente al Verbo merita quel culto :supremo di adorazione che compete a Dio solo. Molto importante il non separare mai, nella nostra venerazione, il Cuore di Gesù dalla divinità dell’Uomo-Dio; essi sono uniti da legami indissolubili, e il culto che noi rendiamo al cuore dell’Uomo-Dio non si ferma solo a questo, ma va alla Persona adorabile a cui appartiene e che gli si è unito per sempre.
Ne consegue che noi possiamo rivolgere a questo Cuore divino le preghiere, gli omaggi, e le adorazioni stesse che offriamo a Dio. Si sbagliano dunque coloro che quando sentono questa frase: “il Cuore di Gesù” limitano tutti i loro pensieri a quest’organo materiale e non vi vedono che un membro senza vita e senz’amore, ritenendolo, nulla più che una Sacra reliquia; né si sbagliano di meno quelli che credono che questa devozione fraziona Gesù Cristo e restringe al solo Cuore un culto che è dovuto a tutta la sua Persona. Onorando il Cuore di Gesù noi non escludiamo tutto il resto del divino composto dell’Uomo-Dio; onorando il suo Cuore noi intendiamo celebrare tutte le azioni, tutta la vita di Gesù Cristo, che a ben pensarci non è che la diffusione all’esterno del suo Cuore.
Come i raggi caduti che fertilizzano la terra e conservano nel mondo la vita non si formano che nel sole, dal quale nascono, così dal cuore nascono quelle dolci e forti influenze che portano il calore vitale e il vigore in tutte le membra. Quando, il cuore è languido tutto l’uomo languisce con esso; se esso soffre, soffre pure tutto il corpo, le funzioni si fanno irregolari e l’organismo si guasta. Il compito del Cuore di Gesù fu perciò quello di vivificare, fortificare e sostenere tutte le sue membra, tutti i suoi organi e i suoi sensi con delle influenze continuate, in modo che esso era il principio delle azioni, delle affezioni, delle virtù e di tutta la vita nel Verbo fatto carne.
Per consenso unanime di tutti i filosofi il cuore è ritenuto il focolare dell’amore; e se il motore di tutta la vita di Gesù è stato l’amore, è al suo Cuore che noi dobbiamo attribuire tutti i suoi misteri e tutte le sue virtù. “Come è naturale per il fuoco bruciare – dice S. Tommaso – così è naturale per il cuore amare; e poiché esso nell’uomo è l’organo primario del sentimento, è conveniente che l’atto comandato dal primo di tutti i precetti sia reso sensibile mediante il cuore”.
Come gli occhi vedono, e le orecchie sentono, così il cuore ama; è l’organo dell’anima per la produzione degli affetti e dell’amore. Il linguaggio ordinario ha confuso le due espressioni: si adopera la parola cuore per dire l’amore e viceversa. Il Cuore di Gesù è dunque stato l’organo del suo amore; ha cooperato al suo amore, ne è stato il principio, la sede; ha provate tutte le impressioni d’amore che possono capitare ad un uomo, con questa sola differenza, che siccome l’anima di Gesù Cristo ama di un amore incomparabile e infinito, il suo Cuore è una fornace d’amore sia per Dio che per noi; da esso si sprigionano le fiamme più ardenti e più pure dell’amore divino. Esse lo divorano, dal primo istante del suo concepimento fino all’ultimo suo respiro; e non hanno scemato dopo la sua risurrezione, e non cesseranno mai.
Questo cuore divino ha prodotto e produce quotidianamente innumerevoli atti d’amore, dei quali uno solo basta per onorare Dio più che tutti gli atti d’amore degli angeli e dei santi. Tra le creature materiali questa è quella che più di ogni altra contribuisce alla gloria del Creatore e che più di ogni altra merita il culto e l’amore degli angeli e degli uomini. Tutto ciò che riguarda la Persona del Figlio di Dio è infinitamente degno di venerazione. Una sia pur minima particella del corpo, la più impercettibile goccia del suo sangue meritano le adorazioni del cielo e della terra. Anche le cose che di per sè sarebbero le più vili, per aver anche solo toccato la sua carne diventano degne di venerazione: così la croce, e così i chiodi, le spine, la spugna e tutti gli strumenti del suo supplizio. Ma quanto di più non bisogna venerare il suo Cuore, la cui eccellenza è fondata sulla nobiltà delle funzioni che esercita, sulla perfezione dei sentimenti che produce, e dell’azione che ispira?
Se Gesù è nato in una stalla, se è vissuto povero a Nazareth, se è morto per noi, tutto questo noi lo dobbiamo al suo Cuore. Proprio in questo santuario si formavano tutte le evoluzioni eroiche, tutti i progetti che dirigevano la sua vita.
Ecco perché il suo Cuore deve essere onorato, come lo è il Presepio, nel quale l’anima fedele vede Gesù che viene al mondo povero ed abbandonato, come lo è la cattedra dalla quale Gesù ci predica il suo comandamento: Imparate da me che sono dolce ed umile di cuore; come la Croce dove il credente lo vede spirare; come il sepolcro dal quale lo vede risorgere glorioso ed immortale; e infine come il Vangelo Eterno che le insegna ad imitarne tutte le virtù, poiché di tutte esso è un modello perfetto.
L’anima devota del Sacro Cuore si dedicherà pertanto prevalentemente all’esercizio dell’amore divino, perché questo Cuore è soprattutto la sede e il simbolo di questo amore. E siccome il SS.mo Sacramento è il segno sensibile e permanente dell’amore, essa il Cuore di Gesù lo troverà nell’Eucaristia; e imparerà ad amare il suo Cuore Eucaristico.

San Pietro Giuliano Eymard

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Corri al Tabernacolo

Posté par atempodiblog le 20 juin 2011

Corri al Tabernacolo dans Citazioni, frasi e pensieri San-Pietro-Giuliano-Eymard

Gesù sa come confortarci. Perciò quando sei triste lascia stare le creature. Corri al Tabernacolo, e troverai sempre forza e consolazione.

San Pietro Giuliano Eymard

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