Nostra Signora della Misericordia di Pellevoisin: una devozione che fa bene

Posté par atempodiblog le 30 août 2024

Nostra Signora della Misericordia di Pellevoisin: una devozione che fa bene
Il Dicastero per la Dottrina della Fede ha dato il consenso all’arcivescovo di Bourges a emettere il decreto di “nihil obstat” relativo alla devozione legata al santuario mariano di questo piccolo comune francese, dove nel 1876 una povera domestica, Estelle Faguette, avrebbe avuto varie apparizioni della Vergine Maria
della Redazione di Vatican News

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“Sebbene non sia prassi corrente” del Dicastero per la Dottrina della Fede “esprimersi sul carattere soprannaturale o sull’origine divina dei fenomeni soprannaturali e dei presunti messaggi, le espressioni che Estelle ha presentato come provenienti dalla Vergine Maria hanno un valore particolare che ci permette di intravedere un’azione dello Spirito Santo in mezzo a questa esperienza spirituale”.

È quanto scrive il cardinale Victor Manuel Fernández in una lettera indirizzata all’arcivescovo di Bourges, in Francia, Jérôme Daniel Beau, e approvata da Papa Francesco giovedì 22 agosto, con cui si dà il consenso a procedere con il decreto proposto di “nihil obstat” (nulla osta) relativo a “Nostra Signora della Misericordia”, venerata nel Santuario di Pellevoisin, piccolo comune della Francia centrale, dove nel 1876 una povera domestica, Estelle Faguette, avrebbe avuto varie apparizioni della Vergine Maria.

Una devozione raccomandata
Il prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede afferma che non solo “non ci sono obiezioni dottrinali, morali o di altro tipo a questo evento spirituale” a cui i fedeli “possono dare il loro assenso in modo prudente” (Norme, art 22, 1), “ma che in questo caso la devozione, già fiorente, è particolarmente raccomandata per coloro che desiderano liberamente aderirvi”, in quanto vi si trova “un cammino di semplicità spirituale, di fiducia, di amore che farà un gran bene e che “sarà certamente un bene per tutta la Chiesa”.

La lettera di Estelle alla Vergine
Estelle nasce il 12 settembre 1843 da una famiglia molto povera. Per provvedere a sé e ai genitori fa prima la lavandaia e poi la domestica. Ammalatasi gravemente, è in pericolo di vita. A questo punto decide di scrivere un’accorata lettera alla Madonna per la sua guarigione perché possa continuare a mantenere i poveri genitori. Le sue parole – scrive il porporato – “colpiscono per la loro semplicità, chiarezza e umiltà. Estelle narra la sofferenza causata dalla sua malattia. Non si vanta di uno spirito cristiano di rassegnazione. Al contrario, spiega la sua resistenza interiore a una malattia che ha sconvolto il suo progetto di vita”. Ma alla fine si affida sempre alla volontà di Dio. Lei vuole solo aiutare il papà e la mamma con tutte le forze che le restano: “Questa dedizione generosa agli altri, questa vita che si usa per prendersi cura degli altri, è ciò che ha toccato di più il cuore della Madre” che “sa riconoscere tutto il bene che si nasconde dietro le nostre parole”.

La guarigione miracolosa
La giovane racconta che nel febbraio 1876, all’età di 32 anni, iniziano le prime apparizioni: alla quinta, come promesso da Maria, guarisce completamente. Estelle è molto chiara su quanto accaduto: la Vergine ha ottenuto la sua guarigione dal Figlio. Tutto è attribuito a Cristo, è Cristo che ha ascoltato l’intercessione di sua madre. Una guarigione – sottolinea il cardinale Fernández – “confermata come miracolosa dall’arcivescovo di Bourges, l’8 settembre 1893, con il consenso dell’allora Sant’Uffizio”.

Alcuni messaggi di Maria
Nei suoi messaggi Maria manifesta a Estelle tutta la sua vicinanza e tenerezza con parole d’incoraggiamento: “Non temere nulla, sei mia figlia”, “Se vuoi essere al mio servizio, sii semplice”, “Coraggio”, “Sarò invisibilmente accanto a te […] Non hai nulla da temere”, “Io scelgo i piccoli e i deboli per la mia gloria”. E poi le esortazioni ad avere pace: “Calma, figlia mia, abbi pazienza, avrai delle sofferenze, ma io sono qui”, “Vorrei che tu fossi ancora più calma […] Hai bisogno di riposarti”. Un invito rivolto anche alla Chiesa: “Nella Chiesa non c’è la calma che desidero”.

Una presenza silenziosa
Spesso – afferma il cardinale prefetto – “più ancora delle poche parole di Maria, ciò che colpisce è la sua presenza silenziosa, quei lunghi silenzi dove lo sguardo della Madre guarisce l’anima”. Scrive Estelle: “Mio Dio, com’era bella! Rimase a lungo immobile senza dire nulla […] Dopo questo silenzio, mi guardò; non so cosa provai; come ero felice!”, ” “Non mi disse nulla. Poi mi guardò con grande bontà e se ne andò”, “Mi guardava sempre sorridendo”, “Che bellezza e che dolcezza!”, “Che gentilezza nei suoi occhi e che misericordia!”.

Lo scapolare con l’immagine del Cuore di Cristo
“L’esperienza di Pellevoisin – prosegue il prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede – è mariana, ma allo stesso tempo è fortemente cristologica”. Così “la grande richiesta che la Vergine rivolge a Estelle è che diffonda lo scapolare con l’immagine del Cuore di Cristo, e il grande messaggio di Maria è l’invito a rivolgersi a quel Cuore amorevole del Signore”. Mostrando a Estelle lo scapolare del Sacro Cuore di Cristo, Maria dice: “I tesori di mio Figlio sono aperti da tempo […] amo questa devozione”.

Estelle accoglie questa richiesta di diffondere la devozione al Cuore del Signore. “Il Cuore di Cristo – afferma il cardinale – non è mai indifferente, si lascia toccare dalla nostra supplica sincera e amorevole, specialmente quando è la Madre che tocca il suo Cuore”. La vita di Estelle trascorre nell’umiltà tra molte prove, accuse e calunnie. Nel 1925 entra nel terz’ordine domenicano. Muore a Pellevoisin il 23 agosto 1929 a quasi 86 anni.

Le autorizzazioni dei Papi
Il porporato ricorda che vari Papi hanno autorizzato gesti di devozione legati a “Nostra Signora della Misericordia” conosciuta anche col titolo di “Madre tutta misericordiosa”: nel 1892 Leone XIII concede le indulgenze ai pellegrini che giungono a Pellevoisin e nel 1900 riconosce lo scapolare del Sacro Cuore. Benedetto XV nel 1915, ricevendo lo scapolare, afferma che “Pellevoisin è stata scelta dalla Santa Vergine come luogo speciale dove diffondere le sue grazie”. Nel 1922 viene autorizzata una Messa votiva alla Vergine, il 9 settembre, per la Parrocchia di Pellevoisin. Lungo tutti questi anni – afferma il cardinale Fernández – “molti bei frutti di fede e di carità” sono sbocciati in quanti hanno vissuto questa devozione.

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La Basilica di Nostra Signora delle Vittorie di Parigi

Posté par atempodiblog le 8 juin 2013

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Studiando l’apparizione della Madonna a Pellevoisin, ho scoperto che a Parigi esiste un altro luogo (oltre a Rue du Bac, ndr) dove la Madre di Dio ha riversato dal Suo cuore di madre un torrente di grazie. Infatti avendo la veggente Stella Faguette chiesto alla Madonna perché fosse apparsa in un paesino sperduto e difficilmente raggiungibile come Pellevoisin, e non nella Basilica di Nostra Signora delle Vittorie a Parigi, la Santa Vergine risponde che lì aveva già dato molti segni della sua potenza, mentre a Pellevoisin non c’era nulla ed era necessario un nuovo impulso.

Padre Livio Fanzaga

La Basilica di Nostra Signora delle Vittorie di Parigi

Originariamente costruita nel 1629 in segno di ringraziamento per i favori ricevuti da Luigi XIII e dedicata alla Beata Vergine, nel terzo decennio dell’Ottocento versava ormai in profondo declino. La Chiesa aveva subito un degrado all’epoca della Rivoluzione Francese e negli anni successivi era stata trasformata in Borsa dei Valori prima di ritornare alla sua antica destinazione nel 1809, ma con pochissimi parrocchiani.

Dopo il suo arrivo nel 1832 il parroco Charles Desgenettes dovette lottare contro la generale indifferenza religiosa e persino alcune manifestazioni di ostilità. Convinto che la causa di ciò fosse la sua incapacità personale, arrivò al punto di chiedere all’Arcivescovo di rimuoverlo dall’incarico, ma la sua richiesta fu rifiutata. Egli continuò comunque a pregare per i suoi parrocchiani e alla fine le sue preghiere furono ascoltate.

Nel celebrare la Messa del 3 dicembre 1836 fu assalito da pensieri insolitamente persistenti che lo turbarono e che lo indussero a pregare per chiedere sollievo. Quasi subito nel centro del suo essere udì una voce che gli diceva di consacrare la sua chiesa al Sacro Cuore Immacolato di Maria. In quello stesso istante il senso di malessere e turbamento che lo aveva colto svanì ed egli provò una grande calma. Tornato in sacrestia sentì nuovamente riaffiorare il turbamento, ma udì subito la voce che gli ripeteva la richiesta di consacrazione. Don Desgenettes riconobbe l’aspetto verosimilmente soprannaturale dell’accaduto.

Un impulso interiore lo spinse ad agire di conseguenza, giunto a casa stilò gli statuti di un’associazione in onore al Cuore Immacolato di Maria per la conversione dei peccatori. Nel giro di una settimana questi statuti furono accolti dall’Arcivescovo di Parigi ed ebbe così inizio l’opera della celebre confraternita di Nostra Signora delle Vittorie. Un’associazione che avrebbe esercitato la sua influenza in tutto il mondo, divenendo su istanza del Papa un’Arciconfraternita mondiale. Con tale impeto l’associazione crebbe rapidamente e riuscì a promuovere il concetto di intercessione attraverso il Cuore Immacolato di Maria. Essa inoltre rese popolare la nozione di consacrazione mariana.

L’importanza di questo movimento e di quello della Medaglia Miracolosa sta nel fatto che costituiscono lo sfondo delle varie apparizioni mariane, di carattere pubblico, verificatesi nella Francia di fine Ottocento. Ciò significa che apparizioni come quelle di La Salette, Lourdes e Pontmain andrebbero inquadrate nel contesto di una generale ripresa del cattolicesimo con particolare enfasi sulla devozione a Maria.

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Le apparizioni di Pellevoisin

Posté par atempodiblog le 14 février 2010

Prefazione del libro
‘La Tutta Misericordiosa – Le apparizioni di Pellevoisin’
di Padre Angelo Maria Tentori

Le apparizioni di Pellevoisin dans Apparizioni mariane e santuari Pellevoisin

Dal titolo del libro è facile pensare che l’attributo di <<misericordiosa>> nei riguardi di Maria santissima sia quello con cui la Chiesa la invoca fin dai primi secoli.
In realtà è lei stessa a definirsi così nel corso delle sue apparizioni a Pellevoisin (Francia) nel 1876, avallandone così il titolo e la missione.
E’ l’immaginario comune ormai che la Madonna appaia soltanto ai bambini o tutt0al più ad adolescenti, ma non è sempre così. Sono molti i casi in cui è apparsa a persone adulte, come a Pellvoisin dove la veggente, Estelle Faguette, ha trentatré anni.
Era infatti necessario che fosse una persona adulta perché il messaggio che la Vergine santa voleva dare al mondo toccava nel vivo uno dei più grandi misteri della fede: quello della sofferenza.
Maria santissima, con dolcezza e affabilità, fornisce una spiegazione, o meglio una motivazione del dolore e della Divina Provvidenza apparentemente noncurante di fronte alle invocazioni a volte sul filo della disperazione.
A Pellevoisin viene data una spiegazione teologica: la conformazione a Cristo, e a Cristo Crocifisso, con il richiamo delle sue cinque piaghe.
Estelle, giunta al termine della sua giovane vita per mali incurabili, con la prospettiva di lasciare nella miseria gli anziani genitori e una piccola nipote rimasta orfana, decide di scrivere una lettera alla Madonna, visto che le sue preghiere rimanevano senza risposta.
E la Vergine santa risponderà qusta volta, non con un’altra lettera, ma visitandola personalmente più volte.

In queste apparizioni, Maria non solo ribadirà quel titolo che la Chiesa da sempre le rivolge, ma aggiungerà qualcos di più: lei è la <<tutta misericordiosa>>, quasi a fare della misericordia la sua identità specifica.
Inoltre, si presenta a Estelle come <<maestra di vita spirituale>>. Lei che è stata la prima discepola di Cristo vuole comunicare alla veggente e alla Chiesa tutta, quella sua esperienza.Non manca poi in alcune di queste visite la presenza disturbatrice del diavolo in forma visibile però, all’arrivo di Maria, è costretto ad allontanarsi.
Nota consolante: Maria santissima prega al posto della veggente quando questa, sopraffatta dai dolori della malattia, non riesce più a farlo.
E, nonostante tutte quelle sofferenze, Estelle ha la certezza e il coraggio di asserire di Maria che <<malgrado i nostri peccati, abbiamo una buona madre che ci « coccola » e intercede per noi>>.
Ma la Madonna ribadisce anche un’altra verità di fede nei suoi riguardi, la funzione di <<mediatrice delle grazie>>. <<Je suis maitresse de mon Fils>>, dice; cioè <<Io sono la « padrona » di mio Figlio>>, preché questi nel suo amore per lei e per noi, non sa rifiutarle nulla.
Espressione questa già affermata in tempi lontani dal papa Pio VII: <<Advocata petit, ancilla orat, mater imperat>>, che significa: <<Come avvocata chiede, come ancella prega, come madre comanda>>.
Ma la sua è sempre la stessa misericordia di Dio che in lei acquista le connotazioni propriamente materne. <<Queste grazie sono di mio Figlio>>, dice. <<Io le prendo dal suo cuore; lui non può rifiutarmele>>.

Tra i vari richiami di Maria in queste apparizioni vogliamo ricordarne solo due che ci sembrano inusitati. Il primo è il richiamo alla semplicità e alla calma interiore. <<Se vuoi servirmi>>, dice alla veggente, <<si semplice e che le tue azioni corrispondano alle tue parole>>.
E il secondo è l’esortazione al <<coraggio>>, a non avere paura, ad affrontare le difficoltà con forza d’animo. E di non piangere. Perché lei ci è accanto come lo fu accanto al Figlio in croce.

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