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“Completare la piazza”: san Giovanni Paolo II e la Mater Ecclesiae

Posté par atempodiblog le 24 mai 2020

“Completare la piazza”: san Giovanni Paolo II e la Mater Ecclesiae
In occasione dei cento anni dalla nascita di san Giovanni Paolo II, condividiamo parte di un articolo uscito sul settimanale “Maria con te”, in cui si ripercorre la storia del mosaico di Maria Mater Ecclesiae.
Tratto da: OPUS DEI

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Tutto il mondo, in questi giorni, celebra il centenario del santo polacco, che qualcuno ha definito «il Pontefice più mariano degli ultimi secoli». Ha guidato la Chiesa per ben 26 anni, 5 mesi e 17 giorni, lasciando in eredità un cospicuo patrimonio di insegnamenti, discorsi, documenti, viaggi apostolici e, soprattutto, tanto tenero e forte amore per Dio e la sua Santa Madre.

A uno dei suoi più illustri intervistatori (il filosofo André Frossard), riferì di aver risposto così al cardinale camerlengo che, al termine del conclave in Cappella Sistina, gli chiese se accettava l’elezione: «In spirito di obbedienza e di fede al Cristo, mio Signore e mio Redentore, e di abbandono totale a sua Madre, accetto». Come non ricordare, poi, l’indizione di uno speciale Anno Mariano (1987) per preparare la cristianità al salto del terzo millennio, l’enciclica Redemptoris Mater (uno dei documenti più belli del suo pontificato) o la Lettera Rosarium Virginis Mariae (2002), oltre ai suoi innumerevoli viaggi apostolici in tutto il mondo, nei quali non mancò mai una tappa ai diversi santuari mariani?

La sua profonda devozione mariana, sbocciata già nell’infanzia, si condensò nel motto Totus tuus che scelse in occasione dell’ordinazione episcopale nella cattedrale del Wawela a Cracovia, quando aveva appena 38 anni. Quel motto oggi è visibile sul dolce mosaico di Maria Mater Ecclesiae che ogni pellegrino arrivando in piazza San Pietro scorge, alzando lo sguardo alla destra della basilica, sull’angolo dell’edificio accanto al Palazzo Apostolico. Ma non c’era ancora quando Wojtyla salì al soglio pontificio perché fu proprio lui a volerlo e a farlo collocare in quella posizione d’onore.

L’idea nacque durante la Settimana Santa del 1980, in occasione di un’udienza del Pontefice con il Congresso Univ, che riunisce migliaia di studenti universitari frequentanti i centri Opus Dei, l’istituzione fondata da san Josemaría Escrivà. Durante i saluti finali, un giovane di nome Julio Nieto fece notare che in piazza San Pietro erano presenti diverse figure di santi, ma non quella di Maria, quindi l’opera non era completa.

La risposta di Giovanni Paolo II fu pronta: «Bene, molto bene. Bisognerà completare la piazza». In men che non si dica Javier Cotelo, contattato da monsignor Alvaro Del Portillo (successore di san Josemaría alla guida dell’Opus Dei e a sua volta beato dal 2014) eseguì uno schizzo per l’apposizione di un mosaico da sottoporre al Pontefice, il quale ne fu entusiasta.

L’immagine fu ispirata all’antica Vergine col Bambino del XV secolo, detta “la Madonna della Colonna” all’interno della basilica costantiniana, su cui nel 1970, sei anni dopo che Paolo VI aveva proclamato Maria “Madre della Chiesa”, era stato inserito lo stesso titolo in latino.

L’opera fu realizzata dai maestri dello Studio del mosaico vaticano, e montata il 7 dicembre 1981, quasi 7 mesi dopo l’ attentato subito dal Papa nella medesima piazza. II giorno seguente, festa dell’Immacolata, Giovanni Paolo II benedisse il mosaico, esprimendo il significativo desiderio «che quanti verranno in San Pietro levino verso di Lei lo sguardo, per rivolgerle, con sentimento di filiale confidenza, il proprio saluto e la propria preghiera».

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Il compito di noi cristiani

Posté par atempodiblog le 12 mai 2020

Il compito di noi cristiani dans Beato Álvaro del Portillo La-speranza-di-Cristo

“È compito di noi cristiani ridare speranza al mondo, la speranza di Cristo” .

Beato Álvaro del Portillo

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Nostra Signora di Einsiedeln

Posté par atempodiblog le 26 août 2017

Nostra Signora di Einsiedeln
Tratto da: josemariaescriva.info

Nostra Signora di Einsiedeln dans Apparizioni mariane e santuari Einsiedeln

Il santuario di Einsiedeln si trova nel Cantone di Schwyz, il cui nome ispira quello dell’intera Confederazione Elvetica. Dista circa 40 minuti d’auto da Zurigo. Ha origini antiche, parte della sua storia è giunta fino ai nostri giorni con una carta di Papa Leone VIII dell’anno 948: “Nostro Signore Gesù Cristo ha eretto e consacrato un trono di grazia a Sua Santissima Madre, nel monastero del bosco. Così, Nostro Signore ci ha fatto capire il suo desiderio di onorare questo angolo con la stessa dignità dei Luoghi Santi in cui Egli abitò con sua Santissima Madre. Ci ha fatto capire, di conseguenza, che un pellegrinaggio al Santuario del bosco ombroso, ha tanto valore come quelli che si fanno in Terra Santa. In Suo nome, io oggi annuncio qui un’ indulgenza plenaria per tutti i debiti dovuti ai peccati dei pellegrini”.

Non si hanno dati precisi su quando fu innalzata al trono l’immagine della Vergine nella piccola cappella. La prima fu distrutta da un incendio e immediatamente sostituita da quella che si venera attualmente.

Il santuario divenne presto il centro di attrazione della pietà della Confederazione Elvetica, soprattutto in tempi difficili. San Nicola di Flüe -Bruder Klaus-, patrono della Svizzera, vi si recò spesso dalla solitudine della sua cella a Ranft, per visitare la sua Imperatrice Celeste, come lui la chiamava.

Ugualmente si diffuse anche la consuetudine di renderlo punto di partenza per molti pellegrinaggi in Terra Santa, e anche punto di ritorno per ringraziare la Signora delle grazie ottenute e della protezione durante il viaggio.

Nel 1617 si recuperò la cappella di marmo, conservando, nonostante tutto, la stessa struttura originaria. Si costruirono inoltre un’imponente chiesa barocca e il monastero. Il gioiello più prezioso di tutta quell’opera d’arte è la Gnadenkapelle, la cappella dove si venera la piccola statua di legno nero di Nostra Signora di Einsiedeln. Il 3 maggio 1735, ebbe luogo la Consacrazione della Basilica. Il monastero fu terminato nel 1770.

San Josemaría davanti alla Vergine nera
Nelle sue scorribande per l’Europa San Josemaría si fermò a Einsiedeln molto spesso. Appena si stagliavano le torri del Santuario, dalla macchina recitava già una Salve. Come ricordava Mons. Álvaro del Portillo, che lo accompagnò in quelle visite, “andava solamente a pregare la Santissima Vergine. Era solito trascorrere la notte a Lucerna, e da lì si recava a Einsiedeln, dove ha celebrato la Santa Messa molte volte. In altre occasioni si recava solo per pregare un momento; prima – come sempre – davanti al Santissimo Sacramento; poi andava in quella cappellina dove si venera l’immagine della Vergine. Non so che cosa Le dicesse, ma sono sicuro che era una preghiera molto gradita alla Santissima Vergine, perché procedeva da un figlio buono che amava pazzamente sua Madre. Le esponeva anche le sue intenzioni, perché –lo ripeteva soprattutto nell’ultimo periodo – gli piaceva chiedere tutto quello di cui aveva bisogno ” (Mons. Álvaro del Portillo. Note prese in una riunione familiare, 19-05-1977).

Era solito trattenersi nel famoso caffè delle tre vecchiette, situato nella strada principale del paese. Nella vetrina, un meccanismo di orologeria rappresenta tre anziane, sedute attorno ad un tavolo, che conversano animatamente con armonici movimenti del capo. La proprietaria del locale rimase colpita dalla figura del fondatore dell’Opus Dei. Le era molto simpatico e, dopo la sua salita al Cielo, ebbe per lui una grande devozione.

Uno dei soggiorni di San Josemaría a Einsiedeln ebbe luogo durante nell’estate del 1968. Si trovava nella località di Sant’Ambrogio Olona, al nord d’Italia. Il viaggio durò trentadue ore, comprese l’andata, la sosta e il ritorno. Al rientro, stanco, commentava che il lungo viaggio era valso la pena per vedere la Vergine.

Nel 1969 San Josemaría tornò di nuovo a pregare davanti alla Vergine, chiedendo grazie per la Chiesa e per il Santo Padre, e mettendo nelle mani di Maria tutto quello che portava nel cuore.

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San Josemaría Escrivá: “…siate uomini di orazione…”

Posté par atempodiblog le 25 juin 2017

San Josemaría Escrivá de Balaguer/ Accadde Oggi
25.6.1944

San Josemaría Escrivá: “...siate uomini di orazione...” dans Beato Álvaro del Portillo San_josemaria

Si ordinano sacerdoti i primi tre fedeli dell’Opus Dei: Álvaro del Portillo, José Luis Múzquiz e José María Hernández de Garnica.

Quel giorno commenta: «Vi chiederanno: che cosa vi disse il Padre il giorno dell’ordinazione dei primi tre sacerdoti? Allora voi risponderete: “Ci disse: siate uomini di orazione, uomini di orazione, uomini di orazione”».

Tratto da: josemariaescriva.info

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La gioia profonda

Posté par atempodiblog le 26 avril 2016

Don Alvaro

Non dimentichiamo mai, figlie e figli miei, che il gaudium cum pace, la gioia e la pace che il Signore ci ha promesso se siamo fedeli, non dipende dal benessere materiale, né dal fatto che le cose vadano nel verso che noi desideriamo. Non si basa su motivi di salute, né sul successo umano. Questo sarebbe, in ogni caso, una felicità effimera, peritura, mentre noi aspiriamo a una beatitudine eterna.

La gioia profonda, che riempie completamente l’anima, trae origine dall’unione con nostro Signore. Ricordate le parole che il nostro amatissimo fondatore (San Josemaría Escrivá de Balaguer) ci ha ripetuto in uno dei suoi ultimi incontri:

“Se vuoi essere felice, sii santo; se vuoi essere più felice, sii più santo; se vuoi essere molto felice – già sulla terra! –, sii molto santo”.

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Il “sì” risuoni in ogni cuore

Posté par atempodiblog le 4 avril 2016

Risuoni in ogni cuore,
il “sì” della fede e dell’amore.

Padre Livio Fanzaga

Il “sì” risuoni in ogni cuore dans Beato Álvaro del Portillo 33nyxrd

Un conto è la vocazione, e un altro è la risposta alla vocazione. Il Signore chiama tutti ad essere santi, e chiama il laico ad esserlo nel mondo. I risultati dipendono dalla generosità della risposta, cioè dalla corrispondenza alla grazia.

In primo luogo occorre l’impegno, la decisione di rispondere, e poi bisogna adoperare i mezzi: sacramenti, orazione, mortificazione, secondo una genuina spiritualità laicale.

Santità è eroismo, e l’accessibilità che proviene dalla chiamata universale, non significa né sconti né facilitazioni. Santità è sempre e comunque identificazione con Cristo crocifisso e risorto, e non si può aspirare alla risurrezione senza passare attraverso la Croce.

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“[...] ‘Io sono uomo o donna del ‘sì’ o sono uomo o donna del ‘no’ o sono uomo o donna che guardo un po’ dall’altra parte per non rispondere?’. Che il Signore ci dia la grazia di entrare in questa strada di uomini e donne che hanno saputo dire il sì”.

Papa Francesco

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Invito a superare se stessi, a essere forti

Posté par atempodiblog le 17 novembre 2015

alvaro portillo

Quando la missione di Cristo pare chiudersi nel fallimento più assoluto, e i discepoli lasciano solo il Maestro, la Madonna avanza con passo deciso nella peregrinazione della fede e crede, contro ogni speranza, che si realizzerà quanto Dio le ha detto a proposito di suo Figlio, che compirà la redenzione del genere umano. Ecce filius tuus… Ecce Mater tua: ci accetta come figli e noi, nella persona di San Giovanni, la riceviamo come Madre nostra. La fede, la speranza e l’ardente carità della Vergine sulla vetta del Golgota, che la rendono Corredentrice con Cristo in modo eminente, sono anche un invito a superare se stessi, a essere forti, soprannaturalmente e umanamente, di fronte alle difficoltà esterne; a insistere, senza scoraggiarsi, nell’azione apostolica, anche quando sembri che non ci siano frutti, o l’orizzonte appaia oscurato dalla potenza del male.

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8 settembre: Natività della Beata Vergine Maria

Posté par atempodiblog le 8 septembre 2015

8 settembre: Natività della Beata Vergine Maria

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La Vergine Maria, fin dal primo momento della sua esistenza terrena, è la stella che illumina la notte dell’umanità, la lucerna che rischiara le tenebre di cui le creature hanno voluto —e vogliono— circondarsi a causa del peccato. Con la sua apparizione nel mondo, duemila anni fa, un lume di purezza e di bontà si accese sulla terra. Come l’aurora è annuncio della venuta del nuovo giorno, “così Maria fin dalla sua concezione immacolata ha preceduto la venuta del Salvatore, il sorgere del sole di giustizia nella storia del genere umano”. Da questa Vergine Immacolata nascerà la Stirpe che schiaccerà la testa del Serpente, Cristo Signore Nostro, che è sceso dal Cielo per riscattarci dal peccato e darci la sua stessa Vita, con lo Spirito Santo, affinché noi viviamo per Dio.

Per questa ragione, perché fosse degna di arrivare a essere la Madre di Dio, Maria fu concepita senza macchia di peccato originale, preservata immune da qualsiasi colpa personale, per quanto lieve potesse sembrare, e arricchita con ogni specie di doni e grazie dallo Spirito Santo. Quanto è meravigliosa Nostra Madre, figlie e figli miei! “Più di Te, soltanto Dio!”, ci piace ripeterle, sapendo che —come insegna la tradizione della Chiesa— de Maria numquam satis, mai potremo lodare ed esaltare la Vergine Santissima come Ella merita. Osiamo dire —perché ci ascolta!—: Madre, libera le tue figlie e i tuoi figli —tutti e ciascuno— da ogni macchia, da tutto ciò che ci allontana da Dio, anche a costo di soffrire, anche a costo della vita.

Beato Álvaro del Portillo

8 settembre: Natività della Beata Vergine Maria dans Beato Álvaro del Portillo Divisore

Freccia dans Citazioni, frasi e pensieri Nascita di Maria (di Maria Valorta)

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La confessione

Posté par atempodiblog le 4 mars 2015

[Álvaro del Portillo] Confessava spesso di vedersi davanti a Dio con le mani vuote, incapace di rispondere a tanta generosità. Peraltro, la confessione della povertà umana non è frutto della disperazione, ma di un fiducioso abbandono in Dio che è Padre. È aprirsi alla sua misericordia, al suo amore capace di rigenerare la nostra vita. Un amore che non umilia, non fa sprofondare nell’abisso della colpa, ma ci abbraccia, ci solleva dalla nostra prostrazione e ci fa camminare con più decisione e allegria. Il servo di Dio Álvaro conosceva bene il bisogno che abbiamo della misericordia divina e spese molte energie per incoraggiare le persone con cui entrava in contatto ad accostarsi al sacramento della confessione, sacramento della gioia. Com’è importante sentire la tenerezza dell’amore di Dio e scoprire che c’è ancora tempo per amare.

Papa Francesco

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“Abbiate pazienza (con gli altri) come il Signore l’ha con ciascuno di noi. Accoglieteli sempre con affetto: possano ricorrere a voi per riacquistare l’entusiasmo dopo una sconfitta, perché si sentano compresi, stimolati, amati…”.

“Non dimenticate che la gioia è conseguenza della pace interiore, e che la vera pace è inseparabile dalla compunzione, dal dolore umile e sincero per le nostre mancanze e per i peccati che Dio perdona nel santo Sacramento della Penitenza”.

“Vi sono poche gioie tanto grandi come quella di provare, dopo una Confessione ben fatta, quello che provò il filgiol prodigo: l’abbraccio di Dio nostro Padre che ci perdona”.

Beato Álvaro del Portillo

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Pensieri del beato Álvaro del Portillo

Posté par atempodiblog le 4 mars 2015

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“Perché i santi appaiono pieni di pace, anche in mezzo al dolore, al disonore, alla povertà, alle persecuzioni. La risposta si delinea chiaramente: perché cercano di identificarsi con la volontà del Padre nel Cielo, imitando Cristo”.

“L’umiltà si manifesta nel profondo e sincero convincimento che non siamo migliori degli altri e, nello stesso tempo, nella ferma certezza di essere stati chiamati specificamente da Dio per servirLo nelle diverse situazioni di ogni momento e portarGli molte anime.  Questa certezza ci riempie di ottimismo”.

Beato Álvaro del Portillo

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Il beato Álvaro del Portillo, specchio di “una santità amabile, misericordiosa, gentile, mite e umile”

Posté par atempodiblog le 27 septembre 2014

Decine di migliaia di fedeli hanno partecipato a Madrid alla beatificazione di mons. Álvaro del Portillo, sacerdote, vescovo e primo successore del fondatore dell’Opus Dei, San Josemaría Escrivá de Balaguer. 18 i cardinali e 150 i vescovi che hanno concelebrato. Presente anche il rappresentante del Papa, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Ai presenti è giunto il messaggio di Papa Francesco.
di Francesca Sabatinelli – Radio Vaticana

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“Grazie, perdono, aiutami di più!”: le parole che soleva ripetere il Beato Álvaro del Portillo, che da una parte “ci avvicinano alla realtà della sua vita interiore e del suo rapporto con il Signore”, ma che “possono anche dare nuovo slancio alla nostra stessa vita cristiana”. Il Papa, in un lungo messaggio inviato al prelato dell’Opera, Javier Echevarría, descrive e rende omaggio a una figura la cui esistenza – si legge – fu “forgiata nella semplicità della vita familiare, nell’amicizia e nel servizio agli altri”.

Álvaro del Portillo rendeva grazie a Dio perché “consapevole dei tanti doni che Dio gli aveva concesso e lo ringraziava per quella dimostrazione di amore paterno” che  risvegliò “nel suo cuore desideri di seguirlo con maggiore dedizione e generosità e di vivere una vita di umile servizio agli altri”.

Il Beato – scrive Francesco – servì la Chiesa “con cuore spoglio di interessi mondani, alieno alla discordia, accogliente con tutti e sempre alla ricerca del buono negli altri, di ciò che unisce, che edifica”.

Del Portillo chiedeva perdono, perché confessava “di vedersi davanti a Dio con le mani vuote, incapace di rispondere a tanta generosità”. La confessione – aggiunge il Papa – non è frutto della disperazione, ma è un aprirsi alla misericordia di Dio Padre, al suo amore “capace di rigenerare la nostra vita” e che “non umilia, non fa sprofondare nell’abisso della colpa, ma ci abbraccia, ci solleva dalla nostra prostrazione e ci fa camminare con più decisione e allegria”.

Infine, “aiutami di più”. “Il Signore non ci abbandona mai – prosegue il messaggio – mai  verrà a mancare la sua grazia” e “con il suo aiuto possiamo portare il suo nome in tutto il mondo”. Ecco quindi che “nel cuore del nuovo Beato pulsava l’anelito di portare la Buona Novella a tutti i cuori”. Di qui il forte impulso a lui dato a progetti di evangelizzazione.

Il messaggio che il Beato del Portillo ci invia – conclude Papa Francesco – “ci dice di fidarsi del Signore che non ci defrauda mai e che sta sempre al nostro fianco”. “Ci incoraggia a non temere di andare controcorrente e di soffrire per l’annuncio del Vangelo e ci insegna che nella semplicità e nella quotidianità della nostra vita possiamo trovare un cammino sicuro di santità”.

Álvaro del Portillo, tra i promotori del ruolo dei laici nella Chiesa, è il primo tra i collaboratori del Concilio Vaticano II a diventare Beato. Fede, speranza, carità: le virtù che il nuovo Beato visse con eroismo. Egli fu inoltre figura di grande umanità e soprattutto di grande umiltà, come spiega il cardinale Angelo Amato:

“C’è una virtù che mons. Álvaro del Portillo visse in modo del tutto straordinario, ritenendola uno strumento indispensabile di santità e di apostolato: la virtù dell’umiltà, come imitazione e identificazione con Cristo mite e umile di cuore. Ed è questa la consegna che fa a noi oggi il beato Álvaro del Portillo. Invita a essere santi come lui, vivendo una santità amabile, misericordiosa, gentile, mite e umile. La Chiesa e il mondo hanno bisogno del grande spettacolo della santità, per bonificare, con il suo buon profumo, i miasmi dei tanti vizi ostentati con arrogante insistenza”.

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Santa Maria della Pace, un luogo di preghiera

Posté par atempodiblog le 24 janvier 2014

Il 24 gennaio la Chiesa celebra la festa di Santa Maria della Pace. Nella chiesa di Santa Maria della Pace a Roma riposano le sacre spoglie di San Josemaria Escrivá. Nella Cripta della chiesa è sepolto Mons. Álvaro del Portillo. Sono molti coloro che vi si recano a chiedere aiuto o a ringraziare per i favori ricevuti.

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Chiesa Prelatizia di Santa Maria della Pace
Un luogo di preghiera dove riposano le sacre spoglie di San Josemaria Escrivá.
Tratto da: San Josemaría Escrivá

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Il corpo di san Josemaria riposa in un’urna collocata sotto l’altare della Chiesa di Santa Maria della Pace. Milioni di persone in tutto il mondo ricorrono a San Josemaria per chiedere a Dio Nostro Signore grazie di qualsiasi tipo. E sono molti coloro che visitano la Chiesa Prelatizia per pregare o per ringraziare per le grazie ricevute attraverso la sua intercessione.

Il 31 dicembre del 1959, San Josemaria celebrò la prima Messa in Santa Maria della Pace, che in seguito all’erezione dell’Opus Dei come Prelatura personale diventò la Chiesa Prelatizia. La devozione di Mons. Escrivá alla Vergine è il motivo del titolo della chiesa e dell’immagine che la presiede. Nella cripta della Chiesa si trova la Cappella del Santissimo e vari confessionali. San Josemaria predicó con instancabile zelo la necessità di ricorrere ai Sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucarestia, doni di Dio ai suoi figli gli uomini, fonte di pace e di allegria perenni.

“La Madonna – così l’invoca la Chiesa – è la Regina della pace. Per questo quando la tua anima, l’ambiente familiare o professionale, la convivenza nella società o tra i popoli sono agitati, non cessare di acclamarla con questo titolo: “Regina pacis, ora pro nobis!” – Regina della pace, prega per noi! Hai provato, almeno, quando perdi la serenità?… – Ti sorprenderai della sua immediata efficacia”. San Josemaria Escrivá

Nella cripta è sepolto Mons. Álvaro del Portillo (1914-1994), Vescovo e primo successore di San Josemaría alla guida dell’ Opus Dei.

Orari di Santa Maria della Pace

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Sante Messe: Tutti i giorni alle ore 8.30, 12.00 e 19:30*. *La Santa Messa dalle 19.30 non si celebrerà durante i mesi di luglio ed agosto. 

Durante la Settimana Santa, dalla Domenica delle Palme alla Domenica di Pasqua, si celebrerà la Santa Messa solo alle 8.30, tranne Giovedì, Venerdì e Sabato Santo. 

Viale Bruno Buozzi, 75 00197 Roma telefono 06-808961 

Apertura: Tutti i giorni dalle 8.30 alle 20.25 (dalle 14.00 alle 17.00, entrata da Via di Villa Sacchetti, 36) 

Nei giorni 16 e 17 luglio 2013 la Chiesa Prelatizia sarà chiusa per lavori di manutenzione 

Confessioni: In italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo e portoghese. Se un gruppo vuole avvisare in anticipo del suo arrivo o un sacerdote desidera celebrare la santa Messa, si può chiamare il numero 06-808961. 

freccetta.jpg Mappa per raggiungere la chiesa

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