La piaga del modernismo nella Chiesa

Posté par atempodiblog le 23 janvier 2021

La piaga del modernismo nella Chiesa
Da “La vera storia della Chiesa” – Trasmissione del 18 gennaio 2021 – Rubrica mensile condotta dalla professoressa Angela Pellicciari dagli studi di RADIO MARIA
Fonte: Radio Maria

La piaga del modernismo nella Chiesa dans Angela Pellicciari Angela-Pellicciari

Buon giorno amici, e Buon Anno! Un anno in cui io quando faccio gli auguri quest’anno dico: “Auguri di conservare la fede e la speranza!”, come ha detto Maria in uno dei messaggi da Medjugorje. Ci ha detto che siamo chiamati a testimoniare la speranza in un mondo che sembra far di tutto perché finisca, fa di tutto perché viviamo senza speranza. Però, siccome Dio è Dio, ed è onnipotente, ci dà la possibilità di vivere con fede e speranza.

Come è stato annunciato, parliamo del modernismo partendo dagli inizi del Novecento: questo secolo che si apre con feste scintillanti, con un’epoca che viene chiamata “Belle époque”, con Parigi che brinda a che cosa? Alla sovranità dell’uomo che, con la scienza, ormai può raggiungere tutte le vette.

In quel tempo abbiamo avuto le esposizioni mondiali con l’inaugurazione della Torre Eiffel nel 1989. Nel 1900 un’altra esposizione universale – sempre a Parigi – che viene visitata, pensate, da 50 milioni di persone. Siamo nel 1900 e la popolazione dell’Europa e del mondo è molto minore, e i viaggi non erano così facili. Questo è l’ambiente in cui si vive questa ubriacatura progressista, assieme a tanti scandali e corruzione come succede sempre quando gira un’immensa quantità di denaro.

In questo ambiente euforico, dall’altro lato c’è una realtà drammatica per la Chiesa cattolica, che è romana, perché qualche decennio prima Roma aveva cessato di essere la capitale dello Stato Pontificio. Con la “presa di Roma”, la città è stata espugnata dalla massoneria, con tutto quello che ciò ha comportato, nella volontà determinata di cancellare il cristianesimo anche dal cuore dei romani. Anche se, girando per Roma in ogni suo angolo troviamo icone di Maria, una chiesa, eccetera. Insomma, togliere il cattolicesimo dal cuore dei romani non è facile. Ma è proprio a quello che, con pervicacia, hanno da sempre lavorato i nemici della Chiesa.

Però Roma è caduta nel 1870. A questo proposito debbo dire che gli aspetti che tratterò sono in piena continuità con quanto detto prima di me dal Direttore di Radio Maria, padre Livio. Lui si riferiva all’oggi, mentre io parlerò di quello che è successo all’inizio del Novecento. Allora, in questo dramma in cui, da una parte c’è l’euforia, e dall’altra i cristiani che sono perseguitati ovunque, anche a casa loro, anche a Roma.

Questo è uno scandalo per la religione e per la fede! Ma come, ma non ci rendiamo conto della civiltà che la Chiesa ha costruito? Certo, nel mondo c’è sempre il peccato, non c’è mai la perfezione. siamo sempre insidiati dal peccato; la società è sempre insidiata dal peccato, ciò non toglie che nessun’altra civiltà, nessun’altra società al mondo ha realizzato le opere di carità (di santità e scienza), che ha prodotto la Chiesa. Nessuna, in nessuna parte del mondo e in nessun periodo storico. Di queste opere di carità il punto centrale è certamente Roma.

In quel tempo Roma si trova con un papa prigioniero. Non può uscire, non può dire nulla; è sbeffeggiato e deriso da tutti, e questo per il fatto che ha prevalso la visione del mondo che ha chiuso il Cielo. Non c’è più il cielo; non c’è più la speranza nel cielo, per questo ci troviamo con una sicumera della scienza che ci dice che, con il suo apporto, noi costruiremo un mondo senza più dolori. Sarà il regno della felicità. Questo aveva promesso il marxismo e questo promette la gnosi. Una felicità realizzata senza Dio, visto che la gnosi afferma che “Dio ci limita”, e quindi noi, così come ben descritto in Genesi 3, in cui il tentatore dice a Eva: “Dio è invidioso… Non vedi come ti limita? Ti ha detto lui cosa devi e non devi fare. Ma tu devi essere libera!”.

Ecco, è in nome di questa libertà, che Lutero ha tanto ingigantito, procurando delle enormi ferite dal punto di vista, non solo culturale, teologico, ma anche economico.

Scusate se sono un po’ lunga in questa introduzione, ma questa puntata dedicata al modernismo è una puntata un po’ complessa in cui bisogna affrontare tanti argomenti anche biblici, che è quello che cercherò di fare.

Allora, la lotta che il mondo moderno – da Lutero in poi è una lotta che, con la nascita della libera e sfrenata massoneria, si pone contro il dogma. Perché? Perché alla fine il dogma riprende alla lettera quello che Satana suggerisce a Eva: “Decidi tu cos’è bene e cos’è male”. Per questo si sente dire: “Perché il dogma? Tu sei nata per essere libera! Tu sei a immagine e somiglianza di Dio. Hai la libertà assoluta! Perché vuoi farti schiava?

Allora, questa lotta contro il dogma, inteso come un limite feroce posto alla dignità dell’uomo, questa lotta, la Chiesa, con il suo magistero, con i suoi papi l’ha combattuta per due secoli: dalla nascita della Massoneria moderna, nel 1717 a Londra, fino al pontificato di Pio X. Con Pio X non si parla praticamente mai di massoneria: questa associazione segreta a cui i papi hanno dedicato decine di pronunciamenti durante due secoli, culminati nella bellissima analisi che fa Leone XIII a proposito della massoneria nella sua enciclica che ha per titolo “Humanum genus”. ecco, tutto questo magistero, tutto questo sforzo fatto dalla Chiesa per mettere in guardia i cattolici dalle menzogne che vengono spacciate per verità, questo sforzo gigantesco fatto dalla Chiesa analizzando la massoneria in tutte le sue caratteristiche, presupposti filosofici, strategie, tattiche e obiettivi finali, tutto questo grandioso sforzo del magistero pontificio, col pontificato di San Pio X viene messo da parte. Perché? Per spiegarlo devo ricordare una cosa che ho detto nella precedente puntata, ma che è molto interessante, e riguarda l’apertura del conclave per l’elezione del nuovo papa, con un cardinale che entra papa e che, come spesso succede, esce cardinale.

Il cardinale che entra papa è il potente e molto influente e di grande cultura, è Mariano del Tindaro, Segretario di Stato di Leone XIII, (un filofrancese). All’elezione di Mariano Del Tindaro a papa mette un veto – attraverso il cardinale di Cracovia – l’Imperatore Francesco Giuseppe. Questa era una abitudine che i sovrani cattolici avevano raramente esercitato, ma che esisteva. Pertanto Francesco Giuseppe mette il veto. Questo veto diventa lo strumento provvidenziale di cui Dio si serve per fare eleggere al soglio di Pietro Papa Sarto . Egli sarà il primo papa santo del Novecento: San Pio X, che riprende il nome di Pio perché lui vuol collegarsi direttamente a Pio IX.

Prima di continuare con l’analisi su cosa fa papa Sarto, dobbiamo dire che lui non parlerà più di massoneria dato che ormai i papi precedenti ne avevano parlato in abbondanza. Lui parlerà di MODERNISMO. In fondo, che cos’è il modernismo? Il modernismo, detto con parole mie, è l’ingresso in forze del pensiero gnostico dentro la Chiesa.

Prima di proseguire voglio fare una premessa al discorso che stiamo facendo. Il discorso che stiamo facendo – come il discorso che ha fatto Padre Livio questa mattina –, è un discorso che esamina una situazione della chiesa che attualmente è drammatica. La situazione della Chiesa e del mondo all’inizio del Novecento è – come spesso succede –, drammatica.

Allora, che cosa illumina la realtà della Chiesa? la Parola di Dio, la Rivelazione. E, nella Rivelazione del Vangelo di Marco si dice chiaramente al momento in cui Gesù risponde a Pietro, che glie lo domanda: “Signore, noi abbiamo lasciato tutto per seguirti, ma tu, che cosa ci dai in cambio? Gesù risponde: “Il cento per uno!”. Hai lasciato un fratello, te ne trovi cento; una casa, te ne trovi cento, oltre a persecuzioni. Ma oltre a tutto ciò, la vita eterna. Quindi, che ci sia la persecuzione, che Satana scateni all’interno della Chiesa la persecuzione, questo è profetizzato da Gesù.

Qualche giorno fa, il 7 gennaio, per chi legge l’ufficio delle letture – come noi del Cammino Neocatecumenale facciamo su suggerimento dei fondatori Kiko e Carmen –, celebrava la festa di San Raimondo di Peignafort, un grande santo domenicano vissuto nel XII secolo. Bene, nella lettera di San Raimondo citata nell’Ufficio delle letture c’è questo suo discorso, che ora vi leggo: “Se il predicatore della verità, senza mentire (lo dice in riferimento a Marco), ha detto veramente che tutti coloro che vogliono vivere piamente in Cristo soffrono persecuzione, nessuno, io penso, viene escluso da questa regola generale”. Con queste parole egli ci dice che la persecuzione non è un evento che coglie i cristiani in un periodo preciso della storia e che poi, finito questo evento è finita anche la persecuzione, non è così! E la Chiesa l’ha sempre saputo, perché Gesù l’ha detto: “Avrai il cento per uno, assieme a persecuzioni, e alla fine la vita eterna”.

Però oggi noi analizziamo come la persecuzione dei cristiani si espande proprio dentro la Chiesa. Questo è il MODERNISMO. Poi ci si potrebbe chiedere: “Da dove viene questa persecuzione? Ovviamente l’autore delle persecuzioni è Satana, perché Satana odia Dio, odia Gesù Cristo, odia il Corpo di Cristo che è la Chiesa. Infatti, tutte le persecuzioni che Gesù profetizza dicendo che ci saranno sempre, come sempre ci sono state. Perché lo dico? Perché bisogna prepararsi a combattere, perché i cristiani debbono essere dei lottatori: non sono gente pigra, che sta ferma senza far nulla: è gente che è pronta a combattere. Se il mondo li combatte, essi sono pronti a ricevere il combattimento che il mondo gli scatena contro. Questo, alla fine, è anche lo scopo di Radio Maria!

Allora, questa persecuzione profetizzata e che sempre si rinnova, ha due fonti: una viene dall’esterno sotto forma di persecuzione, e l’altra dall’interno attraverso l’inganno e la seduzione. Quando nell’Apocalisse Giovanni dice che Satana, dopo aver cercato di distruggere la Madonna e il Bambino, senza esserci riuscito, va a fare la guerra ai discepoli di Gesù. L’apostolo Giovanni scrive nell’Apocalisse: “E si fermò sulla riva del mare”. Che cosa vuol dire questo? Vuol dire: “Anche tu vuoi camminare sulle acque? Tu pensi davvero che risorgerai? tu pensi che Gesù ti darà la vittoria? Povero illuso! Il mare ti uccide! prova a camminare sul mare, e troverai la morte!”. Questa è la funzione di Satana fermo sulla riva del mare, secondo me. Quindi, con le violenze, con le menzogne, con le torture, con le uccisioni, eccetera, Satana cerca di distruggere la fede in Gesù Cristo. Questa – come dicevo – è la prima modalità di persecuzione. La seconda, di cui parliamo oggi, viene dall’interno. Perché viene da dentro. Questo possiamo capirlo dal contesto che ho introdotto all’inizio.

Siamo in un momento davvero terribile per la Chiesa, perché è perseguitata ovunque perché questa realtà interna nega le bellezze delle scoperte anche scientifiche fatte dai cristiani nel corso dei 1900 anni di storia cristiana e facendo cadere sui cristiani il vituperio di un giudizio anche morale. “Guarda questi idioti che pensano solo al cielo e che non si danno da fare per migliorare la società!”, questa è una delle calunnie di quel periodo. (Ma non solo. N d t). Questa persecuzione che viene da dentro non nasce dal modernismo, che nasce nel Novecento. Perché se leggiamo il Nuovo Testamento, tutti i suoi autori mettono in guardia i fratelli. “State attenti, perché Satana opera anche al vostro interno, all’interno della vostra comunità! Infatti, San Matteo (7, 15-1) parla di “lupi rapaci”, e scrive: «Guardatevi dai falsi profeti, i quali vengono a voi vestiti da agnelli, ma dentro sono lupi rapaci».

San Paolo, negli Atti degli Apostoli avverte gli Efesini: “Persino tra voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perverse per attirare discepoli dietro di sé”. Anche San Pietro, nella Seconda lettera dice: “Ci saranno in mezzo a voi falsi maestri che introdurranno eresie perniciose, rinnegando il Signore che li ha riscattati e attirandosi una pronta rovina. Molti seguiranno le loro dissolutezze, e per colpa loro la via della verità sarà coperta di improperi”. Ecco, questa è la realtà. La realtà è che c’è la persecuzione da fuori e da dentro la Chiesa, con le eresie, anche se i fratelli sono pochi. Perché Satana è colui che suscita questo combattimento contro Dio, che avviene attraverso le eresie.

Quindi, che cosa devono fare i cristiani? Prima di tutto i cristiani devono conoscere queste cose. Dobbiamo saperlo, perché non siamo fatti per essere scemi! Siamo fatti per vedere i segni dei tempi che Dio ci manda, per analizzarli alla luce del Vangelo, del magistero e alla luce dell’analisi dei fatti, che è in fondo quello che stanno facendo padre Livio e Radio Maria in tutto il mondo.

Allora adesso vediamo che cosa fa San Pio X per combattere il modernismo. Il modernismo, che è LA SINTESI DI TUTTE LE ERESIE. Nel 1905, papa Sarto pubblica il CATECHISMO, che è un gioiello, perché si tratta di una lettura semplicissima che però fissa dei paletti. È come quando lo sciatore deve fare lo slalom: ha un paletto a destra e uno a sinistra, che gli servono per tener la giusta traiettoria, così il Catechismo. Innanzitutto il Catechismo inizia con tutte le preghiere che il cristiano deve conoscere e pregare. Le preghiere, infatti, sono le armi che abbiamo ricevuto da Dio e dalla Chiesa per combattere la buona battaglia della fede, come dice Paolo.

Allora, comincia con le preghiere, poi enumerando quali sono i vizi e quali le virtù. Tutto con una tecnica molto semplice di domande e risposte. una tecnica che facilitava il loro apprendimento a memoria. Esempio: perché Dio ci ha creati? eccetera. Un modo molto semplice per insegnare la dottrina cattolica e quindi un aiuto fondamentale. Il Catechismo è anche un baluardo, un aiuto nei momenti difficili, perché sappiamo che la nostra fede viene sempre messa alla prova e ogni giorno dobbiamo combattere per la fede, la speranza e la carità.

In effetti, ci sono momenti in cui ci si sente particolarmente scoraggiati. Qui, in quei momenti, questo tipo di catechismo è molto utile, perché ci ricorda la vita a cui siamo chiamati. In realtà, il cristianesimo non è altro che l’amore di Dio che si è rivelato perché possiamo avere la vita e non la morte! Dio è la vita! E siamo chiamati a ricevere questa Vita.

Poi, nel 1905, uscì il Catechismo. Nel 1900 fu pubblicato il decreto “Lamentabilis”, che è un elenco dei 65 errori della modernità che si sono infiltrati nella Chiesa. Questi due documenti formano un parallelo con il “Sillabo” di Pio IX e con l’enciclica “Quanta cura” in cui, nel 1864, sono elencati tutti gli errori in cui poteva cadere la ragione degli uomini dell’epoca. Perché lo fa? Lo fa per avvertire i fedeli, dicendo: “Attenzione, perché lì c’è un precipizio!”

Pio X fa lo stesso e, nel decreto Lamentabilis, elenca i 65 errori della modernità che si sono infiltrati nella Chiesa. Qui vediamo come la Chiesa è stata infettata. Da qualche parte questa infezione è entrata nella Chiesa.

Nello stesso anno, l’8 settembre, Pio X promulga la sua famosa enciclica “Pascendi dominici gregis”. Una meravigliosa enciclica la cui profondità è stata riconosciuta anche da molti oppositori filosofici e teologici. Questa enciclica affronta fondamentalmente la triste dissoluzione che ha attanagliato la Chiesa. Perché, qual è il punto? Il punto è che in un’epoca in cui la modernità trionfa, o sembra trionfare, in cui tutti cercano la felicità, la bellezza anche attraverso la scienza; in cui l’unica fede è quella del progresso e quindi la capacità dell’uomo di risolvere tutti i suoi problemi, ebbene, in questo momento il Papa è prigioniero, (perché i papi erano prigionieri nel piccolo Stato del Vaticano da subito dopo la conquista di Roma da parte dello Stato Sabaudo, nel 1870). Pertanto, Pio X, che regnò dal 1803 al 1814, era anche lui prigioniero in Vaticano. Bisognerà aspettare fino al 1929, dopo la firma dei Patti Lateranensi, perché la situazione cambi.

In questo contesto, molti nella Chiesa cominciano a pensare: “Sarà che ci siamo sbagliati? Possibile che abbiamo ragione solo noi e tutti gli altri si sbaglino? Forse siamo noi che abbiamo interpretato male? Certo, noi abbiamo avuto la Rivelazione, ma in fondo la Rivelazione risale a tento tempo fa e bisogna in qualche maniera adattarla alle esigenze di oggi. Non si può parlare di dogma in assoluto come se ci fossero delle verità eterne che non possono essere messe in discussione, perché la storia e gli uomini cambiano! in fondo è un assurdo mantenere fisso il dogma! Hanno ragione forse gli altri che dicono che noi siamo schiavi perché siamo obbedienti alla Rivelazione e al magistero?

Probabilmente hanno ragione! Bisogna che la Chiesa si svegli! Bisogna che la Chiesa si adatti al mondo! Mentre io dico queste cose, a qualcuno risuoneranno negli orecchi molte affermazioni che anche oggi, persino in diverse Conferenze Episcopali, a cominciare da quella tedesca, continuano ad offrire come possibilità. Bisogna cambiare! Bisogna cambiare!

Torniamo alla lettera Pascendi. Come definisce Pio X il modernismo? Lo definisce “LA SINTESI DI TUTTE LE ERESIE”. “Se qualcuno si fosse proposto di concentrare il succo, il sangue, di tutti gli errori che sono stati espressi fino ad ora sulla fede, non avrebbe potuto fare meglio di quello che hanno fatto i modernisti”. Quindi i modernisti all’interno della Chiesa seminano falsità sulla fede. Ma, che cos’è la fede? Paolo ci dice che “tutta la sapienza cristiana è racchiusa nella fede in Gesù Cristo! “Dominus Jesus”, ripeteranno il cardinale Ratzinger e papa Wojtyla. C’è solo la fede in Gesù Cristo, Nostro Signore, che ci salva, che ci porta la felicità. Nessun’altra fede! Però, in questo caso è la fede che è insidiata dai modernisti.

Continua Pio X: “I seminatori di errori non si trovano più solo fra i nemici dichiarati, ma, fatto che causa grandissima pena e moltissimo timore, si celano nel seno stesso della Chiesa. e sono tanto più pericolosi, quanto più sono nascosti!”. Certo, perché se io vedo uno che mi viene contro con un fucile e io so che è un mio nemico, capisco che mi vuole morto. Se avessi anch’io un fucile, magari gli sparo io per prima. In ogni caso so che quello mi vuole morto. Invece questi modernisti, innanzitutto, chi sono? Sono preti, sono vescovi, sono intellettuali, sono giornalisti, sono scrittori che – si dice – fanno parte dell’élite religiosa e culturale dell’epoca. Quindi, sono persone a cui normalmente il popolo presta fede. E certo, perché dovrei sospettare del parroco della mia parrocchia? O del rettore di quel seminario? Perché dovrei sospettare? Pio X dice: “Perché sono modernisti”. Perché tanti dissimulano la loro natura di nemici di Cristo e della Chiesa dal suo interno.

Vediamo ora come continua il ragionamento di Pio X: “I modernisti non macchinano i loro progetti distruttivi al di fuori di essa, ma al suo interno. di conseguenza, il pericolo si annida nelle stesse vene e e nelle viscere di essa, causandole un danno ancor più grave, perché essi la conoscono meglio”. E certo! Sono persone di chiesa. sono preti, sono intellettuali, sono persone – lo diceva prima padre Livio –, che sono appoggiate da tutta la stampa, da tutti i maggiori quotidiani nazionali e internazionali, che sono a favore di questi esponenti del modernismo. Prima non si chiamavano così, ma è con San Pio Decimo che vengono chiamati modernisti. Antonio Fogazzaro è uno di questi.

Allora, contro questa grande persecuzione che Satana suscita all’interno della Chiesa, Pio X indica alcuni rimedi, invitando, per esempio a controllare la stampa e i libri. Controllare, avere lo spirito critico! Questa è una cosa che vale sempre. Perché molti, quasi tutti sono tentati di dire: “Beh, è scritto dal tale personaggio; è scritto nel tal libro; l’ha detto la televisione, eccetera. E allora, cosa vuol dire?

Pensiamo forse che si tratti di cose da credere ciecamente? Per chi crede, solo il Vangelo, solo la Bibbia, solo il magistero sono da accogliere come verità, mentre tutto il resto è da mettere in discussione, perché tutto il resto può essere ispirato dal nemico dell’uomo, che si chiama Satana. (Dopo aver trascritto e tradotto fin qui, voglio fare questa osservazione: “Se il modernismo è per la Chiesa la madre di tutte le eresie, e come un cancro che la minaccia, così il relativismo e il progressismo senza valori stabili, incapace di riconoscere almeno una legge morale naturale, senza verità – se non quella del pensiero unico –, è il cancro che uccide ogni democrazia, portandola, come disse Giovanni Paolo II, verso un nuovo totalitarismo. N d t). E Satana – continua la prof Pellicciari – si serve anche di queste persone che sono all’interno della Chiesa per distruggere la fede. Non dobbiamo mai dimenticare che uno dei dodici apostoli si chiama Giuda.

Questo mi offre l’opportunità di vedere la differenza che c’è fra il nostro ragionare e quello di Cristo. Infatti Egli dice: “Non bisogna cogliere la zizzania adesso”, (cioè, non bisogna minacciare, scacciare, punire adesso tutti quelli che sono eretici e modernisti, nel senso che si rischia di fare di tutta l’erba un fascio e di distruggere anche l’erba. Perché il giudizio appartiene a Dio). Però questo non toglie che, al di là delle singole persone, L’ERESIA DEVE ESSERE SEMPRE CONDANNATA!

È un lavoro, una fatica a cui i cattolici, soprattutto i papi, non possono rinunciare, perché fa parte del loro ministero, cioè difendere il magistero; difendere il deposito della fede! E questo va sempre fatto. Pio X l’ha fatto con grandissimo coraggio, perché aveva tutti contro.

Ripeto allora: attenzione alla stampa; attenzione alle università e alle scuole cattoliche! Certamente, perché queste famose personalità che possono insegnare nelle università pontificie, poi fanno un danno enorme, perché formano tutti i sacerdoti. E se i preti sono formati in modo modernista, poi faranno un danno enorme ai loro fedeli, che saranno sviati nella loro fede.

La fine di questa lotta che Pio X combatte contro il modernismo, il 1 settembre del 1910, viene presentata nel motu proprio “Sacrorum altissitum”, in cui il papa impone un giuramento antimodernista a tutto il clero, ai superiori degli ordini religiosi, agli insegnanti di filosofia e di teologia nei seminari.

Ora qualcuno dirà: “Che esagerazione!”. Questo è evidente perché ormai questa gnosi spuria, questa gnosi moderna, che è la massoneria, era a suo agio dentro la Chiesa, per questo era un nemico terribile! Pio X ha fatto, come abbiamo visto, tutto quello che poteva, ma più di questo non poteva fare. Poi, ciascuno di questi (di ieri e di oggi), se la sarebbe vista, come capiterà a tutti noi, con Dio. Però Pio X ha fatto tutto il possibile per mettere sull’avviso che il modernismo è LA PEGGIORE ERESIA DI TUTTI I TEMPI, ed è LA SINTESI DELLE ERESIE, ed egli non poteva non combatterla, perché è un pericolo mortale

Quali sono le caratteristiche di questa infiltrazione della gnosi nella Chiesa, che sono anche le caratteristiche della massoneria, cioè la negazione di essere nemici della Chiesa? Loro infatti dicono: “Siamo noi i veri cattolici!” E Cattolici che capiscono molto bene qual è la dottrina di Gesù. Quindi capiamo che qui ci troviamo davanti a un nemico che Gesù definisce “Menzognero e omicida fin dal principio”. Quindi, questi modernisti, questo clero passato al nemico, che però rimane clero, è pericolosissimo!

I modernisti sono gnostici, quindi pensano di avere ragione. Loro hanno ragione, mentre gli altri – papi compresi – non capiscono niente. Quindi loro, che devono fare dal loro punto di vista? Si devono infiltrare nella Chiesa e, piano piano, guidare le masse, che non capiscono niente, alla verità del loro pensiero. Piano piano, facendo passare le loro idee con la menzogna, col veleno delle loro dottrine corrompitrici.

Teniamo conto inoltre che il modernismo è un fenomeno mondiale. Comunque, qui in Italia i più famosi modernisti sono stati due preti, entrambi scomunicati. Uno è Romolo Murri, e l’altro Ernesto Bonaiuti. Romolo Murri si riconcilia con la Chiesa un anno prima di morire, ed è una delle personalità che sono state all’origine della formazione della Democrazia Cristiana.

Ernesto Bonaiuti, che muore scomunicato, scrive così: (fate attenzione a quello che scrive, perché con le sue parole mette in mostra come Pio X avesse ragione, quanto profonda fosse la ragione di Pio X nel combattere questa eresia). Infatti Bonaiuti scrive: “Fino ad oggi si è voluto riformare Roma senza Roma, o magari contro Roma (Lutero), bisogna riformare Roma con Roma. Far sì che la riforma passi attraverso le mani di coloro che devono essere riformati”. Quale progetto ha in mente Bonaiuti? Ha in mente la creazione di una nuova chiesa, fatta a immagine e somiglianza della sua testa. “Che si debba infiltrare nella Chiesa romana per trasformarla in qualcosa di diverso da quello che è, facendolo dal suo interno. non con violenza, dall’esterno. Bisogna infatti aprire la strada al protestantesimo, ma un protestantesimo ortodosso”. (Come se il protestantesimo potesse essere ortodosso). “Un protestantesimo graduale, e non violento, aggressivo, rivoluzionario, insubordinato”. Questo è l’obiettivo dello scomunicato Ernesto Bonaiuti.

Sempre nella Pascendi, il papa si domanda perché questi personaggi, che non sono cattolici romani, rimangano all’interno della Chiesa. Perché? Pio X Risponde: “Perché hanno bisogno di rimanere all’interno della Chiesa per poter cambiare a poco a poco la coscienza collettiva”. Ecco perché rimangono nella Chiesa, perché altrimenti non sarebbero nessuno, quindi l’unica strada che hanno è quella di rimanere all’interno della Chiesa. Ecco, questo è il disprezzo che gli gnostici hanno per il popolo dei semplici fedeli. Tanto li disprezzano che pensano di essere incaricati da Dio a salvare questi poveri ignoranti che non capiscono niente. (Non è forse questo il comportamento dei maggiori mezzi di comunicazione del nostro tempo? Ma quanti sono – mi chiedo – quelli che sono in grado di scoprire l’inganno? N d t).

Questa è una caratteristica che va avanti dal tempo di Lutero. Ecco, qui ci troviamo di fronte a quella che Leone XIII chiamava “congiura contro la verità”. Si, perché qui abbiamo a che fare on intellettuali che scrivono testi di teologia e di storia, ma li scrivono apparentemente rimanendo cattolici, ma in realtà fanno una congiura contro la verità.

E continua il Papa: “Scrivono saggi storici, e, fingendo di cercare la verità, mettono in luce con grande attenzione e mal represso piacere, tutto ciò che sembra macchiare la Chiesa”. Allora, questi testi di storia, di teologia, di filosofia, che fanno? Mettono in luce, con malcelato piacere, tutto ciò che nella Chiesa non funziona, o perlomeno quello che, secondo il loro pensiero, non funziona.

Insomma, sono presi dalla vana bramosia che il mondo parli di loro. E sono certi che ciò non possa avvenire se continueranno a dire soltanto quello che fu detto sempre, e da tutti”. Questi atteggiamenti ci riportano all’inizio della storia umana, al terzo capitolo della Genesi. È l’ambizione, è la superbia, è l’orgoglio, che fa accettare ad Adamo ed Eva la seduttrice menzogna di Satana. È la superbia!

“E allora questi – dice il papa – vogliono essere seguiti; vogliono un gregge numeroso che li segua, perché se escono dalla Chiesa non hanno più nulla. Ovviamente, per differenziarsi dalla perenne dottrina della chiesa, devono creare delle false teorie. “Poi – continua Pio X – il pericolo è anche che questa gente gode di buona fama. Il nome e la buona fama degli autori, fa sì che tali libri siano letti senza alcun timore! e sono quindi più pericolosi perché portano a poco a poco al modernismo”.

Allora, se vogliamo fare il punto su quanto abbiamo detto fin ora, possiamo chiederci: “Qual è l’anima del modernismo?” La sua anima è la CORRUZIONE DELLA VERITÀ. E questi modernisti corrompono la verità. In che modo la corrompono? Mettendo in dubbio che la Rivelazione e il Magistero che la esprime, parlino agli uomini con una parola di Verità, che è assoluta. perché la verità è assoluta ed eterna. qui invece si mette in dubbio che la verità sia la verità. si mette in dubbio che esista la verità. Questa è la cancrena del pensiero moderno, del relativismo, che solo apparentemente è tollerante, ma in realtà è dogmatico; in realtà è totalitario.

Allora, i modernisti sostengono che il dogma si evolve. Ma come, cambia tutto sulla terra: guardate che conquiste meravigliose sta facendo la scienza, e noi dovremmo rimanere attaccati a un dogma, che è eterno?  Allora, se il dogma evolve, che cos’è la fede? Dicono che è un cieco sentimento religioso. Ma non è così. Nella fede non è in discussione il sentimento, perché non è che noi siamo sentimentali perché siamo cattolici. Siamo cattolici perché la nostra ragione dà il suo assenso alla Rivelazione. Perché ci rendiamo conto che la Rivelazione è la Verità! Per questo abbiamo la fede. Perché è la verità per quello che riguarda la nostra vita, e di quelli che conosciamo! Quindi, la fede non è un assenso sentimentale! Allora, ditemi, cos’è il sentimento? Non è un assenso dell’intelletto alla Verità rivelata da Dio.

Ora, questa lotta frontale che Pio X ha fatto contro il modernismo, noi, oggi, 2021, ci potremmo chiedere: HA AVUTO SUCCESSO QUESTA LOTTA? Beh, verrebbe da dire che il papa ha fatto tutto quello che ha potuto, ma non ha potuto arrestare il male dell’eresia, perché nessun uomo ha il potere di farlo. Solo Dio giudicherà alla fine dei tempi.

Allora, questo fatto deve forse portarci alla disperazione? Assolutamente no! Perché tutti noi, qualsiasi incarico abbiamo, qualsiasi lavoro facciamo (In questo senso Escrivá de Balaguer, con la sua Opus Dei, ha avuto una intuizione molto giusta e santa). Qualunque attività facciamo, noi abbiamo tutti i giorni modo di confrontarci con il peccato, che è dentro di noi; con la tentazione, che è dentro di noi! E siamo chiamati a vincere ogni giorno – dal papa, ai cardinali, ai vescovi, ai sacerdoti e ai semplici fedeli – la tentazione. Tutti siamo chiamati a combattere per la verità, anche se questa verità è sempre combattuta all’interno di questo mondo! Perché è così.

Quando ci sarà la giustizia allora? Ma Dio, non fa giustizia? Certo che fa giustizia! Ma la giustizia di Dio, la felicità piena si realizzeranno solo in Cielo, sempre che ci arriviamo. In Cielo, non qui sulla Terra! Sulla terra dobbiamo “combattere la buona battaglia”, come dice San Paolo. Come gli atleti, che per vincere – e uno solo vince –, si esercitano. e costa molta fatica esercitarsi nelle gare di atletica. Molta fatica! E così noi cristiani dobbiamo esercitarci a conservare la fede, la speranza e la carità “spes contra spes”, come dice Paolo ai Romani. E cioè, credendo contro ogni speranza Abramo si appresta a uccidere suo figlio, pensando che, spes contra spes, Dio onnipotente sarà capace di farlo risorgere. Questo dice Gesù nel Vangelo di Giovanni: “Vide il mio giorno e ne gioì”. Allora, noi ci dobbiamo abbattere per il fatto che questa lotta frontale contro il modernismo non abbia chiuso per sempre; non abbia messo la parola fine a questo cancro del modernismo? No che non ci dobbiamo scoraggiare per questo. Dobbiamo saperlo che è così!

E qui c’è un’ultima considerazione da fare, che è la seguente: in fondo l’islam da una parte, e la massoneria dall’altra, cosa pensano? Pensano sicuramente che Allah trionferà in tutto il mondo, e i massoni pensano che sicuramente il loro pensiero gnostico trionferà, si imporrà in tutto il mondo e tutti saranno felici in questa loggia universale che si apprestano a costruire. (Questo lo pensano certamente anche gli architetti del Great Reset (del Grande re-inizio) di quello che diventerà il Nuovo Ordine Mondiale (N.d.t).

Questa idea della vittoria, questa idea del Regno, questa idea della felicità piena, ce l’hanno i cristiani, o non ce l’hanno? Certo che ce l’anno! Eh, ma non la vediamo realizzata! Ma i cristiani, cosa sanno di questa vittoria, di questo Regno di Dio? Perché fino all’ultimo, Pietro, che da ebreo credeva nella profezia del futuro regno di Israele, che Gerusalemme sarà ricostruita e che i nemici saranno vinti per sempre. Allora, Pietro, al momento in cui Gesù, morto in croce e risorto, gli dice: “Signore, quando si realizzerà il tuo Regno?”. Insomma, questa cosa del regno, della vittoria, del trionfo della verità, della giustizia, della pace sul male, è insito in ognuno di noi!

Però noi sappiamo che la Rivelazione ci dice che la vittoria in questo mondo l’ha avuta pienamente Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo. E quando l’ha avuta? Quando ha trionfato sulla croce. Questa è la vittoria di Gesù Cristo. Perché è il trionfo? Perché è il trionfo dell’amore! Cristo è in croce per amore; non ci è costretto! Sta lì per Amore!

Sta lì per vincere la mia cattiveria; per vincere il peccato che sempre mi insidia! Per questo accettò la croce. Anche la vittoria dei cristiani avviene così, perché noi siamo chiamati a seguire le orme di Colui di cui serviamo il messaggio di salvezza. È ineludibile! Questo dobbiamo saperlo. La Croce è ineludibile per noi cristiani. E anche perché è stato profetizzato. Per questo Pietro chiede a Gesù: “Quando verrà il tuo Regno?”. Che cosa profetizza sulla storia l’Apocalisse? L’Apostolo Giovanni scrive che la storia non va verso la vittoria (apparente), nostra, sul male. No, il contrario! Questa è la profezia che dovremmo ricordare sempre per non mettere in dubbio la nostra fede e la nostra speranza, che però sono riposte in Dio e nel Cielo, non qua sulla terra! Perché sulla terra, dice l’Apostolo Giovanni nel suo libro, l’Apocalisse: “Alla bestia fu permesso di far guerra contro i santi e di vincerli. Le fu dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione.

Allora, visto che è così, noi dobbiamo aspettare la catastrofe senza far niente? Tutto il contrario! Perché Dio, che è amante della vita, si manifesta in questa attenzione alla vita che abbiamo tutti. Perché in fondo tutti vogliamo vivere; nessuno vuole morire!

Quindi la fatica di papa Sarto si inserisce in questo desiderio di vita nonostante tutto. E allora lui cosa fa? Nette in guardia i cristiani. Dice loro: “State attenti: non cadete nell’inganno! Questi vi vogliono ingannare, cioè, vi vogliono morti. Perché Satana ci vuole morti

Allora, abbiamo a che fare con un grande papa. Questo papa mi piace, non solo perché ha preso il nome di Pio, come il suo  predecessore Pio IX, che è stato um grandissimo e santo papa, ma anche perché trovo delle similitudini tra la Pascendi e uno dei libri più letti al mondo, che è “La Città di Dio”, scritta da Sant Agostino. Perché? Perché questi due scritti, molto diversi per dimensioni, affrontano lo stesso tema. In fondo Agostino deve rispondere a una sfida che il pensiero pagano fa ai cristiani.

Nonostante che nel 380 l’impero sia divenuto cattolico, nel 410 Roma viene saccheggiata. Alarico saccheggia Roma. Roma è eterna per i pagani, come lo è per i cristiani. Ma come, saccheggiata Roma? Allora i pagani dicono: “Ecco, ora lo potete vedere, questo è il frutto del vostro Dio che ha trionfato. E i nostri dei, quelli che sono veri, si sono arrabbiati e hanno permesso la devastazione di Roma”.

Questa lettura della storia era una lettura che meritava una risposta che doveva essere presa molto sul serio. E Sant Agostino  la fa. Ci mette vent’anni per scrivere il suo capolavoro, che è “La città di Dio”, rispondendo che non è così, perché deve illuminare l’intelligenza dei cattolici, e anche dei pagani, perché non credano a questa, che apparentemente è una considerazione che può avere delle tentazioni di verità.

Allo stesso modo, Pio X, nel 1907, con la Pascendi, risponde all’interrogativo o ai dubbi che vengono ai cristiani, per cui, in fondo, la vera fede che noi abbiamo e che è espressa nei dogmi che professiamo, questa vera fede non sia poi così invincibile; infatti il mondo l’ha vinta! Quindi forse noi ci siamo sbagliati a credere che questa Rivelazione e questo dogma siano eterni, senza ammettere nessun cambiamento nella dottrina. La radice a me sembra la stessa. La radice di difendere la verità nonostante  che alcune false apparenze possano seminare dei dubbi che vanno a insediarsi nella nostra mente.

Volevo parlare di altre cose, ma vedo che non ne ho il tempo. Quindi chiudo questa puntata ringraziando Dio per averci dato questo papa così coraggioso, così combattente, così forte quale fu San Pio X. Se guardiamo il volto dei due papi vediamo due volti pieni di pace, di armonia e di bellezza.

DOMANDE DEGLI ASCOLTATORI.  Primo ascoltatore.   La ringrazio per quanto ha detto e la seguo nelle sue “Pillole di cultura”. Ora le chiedo, facendo il parallelo col giorno d’oggi, come facciamo noi a capire qual è la verità, in mezzo a questa confusione e a tanta ambiguità?

Innanzitutto io colgo l’occasione che mi ha dato per parlare di un lavoro che faccio da mesi, e cioè “le pillole di Angela”, che sono dei brevi video – 4, 5 minuti, su questioni di storia o di attualità. Ci sono delle pillole contro la menzogna, contro il pensiero dominante, che racconta sempre balle, e, negli ultimi tempi ho convinto un gruppo di persone bravissime che, ciascuno nella sua materia, affronta gli argomenti culturali di sua competenza. PERCHÉ LA CULTURA È FONDAMENTALE! Infatti un uomo, un cristiano senza cultura non è un cristiano. Su che basi fonda la sua fede? Giovanni Paolo II diceva che “la fede porta sempre alla cultura”. Chi vuole, allora, può collegarsi al sito www.culturainpillole.com  e lì potete trovare dei brevi video in cui un giurista, un filosofo, una storica dell’arte, un teologo, un economista, eccetera, tutti bravissimi, che vi intrattengono sui loro argomenti. Queste pillole, che possiamo ascoltare quando ne abbiamo il tempo, sono un aiuto per la nostra fede, per la ricerca della verità, ma anche per trasmetterle agli altri.

Che questo sia un tempo di confusione non c’è dubbio. E la confusione ci fa felici? No! Allora, in questo tempo di oppressione e di confusione dobbiamo conservare, come ci dice Maria, la fede e la speranza. E come facciamo? Beh, c’è un unico modo che io conosca: è la preghiera. la preghiera incessante, chiedendo a Dio che abbia pietà di noi, della sua Chiesa e del mondo! Spes contra spem.

Buon giorno! Sono Grazia, e chiamo dal Veneto. La domanda che le pongo riguarda i da lei citati Bonaiuti e Lutero, con il loro riformare Roma con Roma. Insomma questa infiltrazione del pensiero protestante in modo dolce e dialogante. Le chiedo, questo è un rischio che si corre anche nel movimento ecumenico?

Tutte le cose presentano i loro rischi. Padre Livio poco fa diceva che la Comunità Europea è nata con un’idea buona, e adesso si è snaturata. In tutte le cose che facciamo c’è un rischio che deriva dal fatto che Satana si infiltra dappertutto. Perciò, ripeto, l’unica strada è la preghiera, nella certezza che Dio non ci abbandona. Come potrebbe, un Dio che è morto in croce per me?

Dice Gesù: “Quando voi chiedete al padre qualche cosa, può succedere che un figlio che chiede al padre un pane, riceva invece un serpente?”. Ovviamente no! A maggior ragione, se noi che siamo cattivi non diamo cose cattive ai nostri figli, tanto più Dio, che è la Bontà, l’Onnipotenza, la Misericordia, l’assoluta meraviglia, non ci darà cose cattive, ma ci darà la forza per sopravvivere e fronteggiare tutte le tentazioni in cui dobbiamo incorrere giorno per giorno! Anche perché – lo dice il Vangelo –: “Per purificare la nostra fede e perché la nostra fede purificata risplenda! Altrimenti, a che serve la nostra fede? Gesù ci risponde: “Voi siete il sale della terra…”. Se il sale perde il suo sapore, a che cosa serve? A niente, se non ad essere calpestato…”. Certo, signora, tutti abbiamo dei dubbi, però, come vanno affrontati?

La differenza sostanziale fra i cattolici e gli gnostici è che la risposta la dà Dio, non noi; non la nostra intelligenza; non le nostre paure! La dà Dio. Ma Dio interviene – lo ricordava prima padre Livio –: “è da 40 anni che la Vergine Maria appare per sostenere la nostra fede!”. Certo che Dio interviene! Quindi dobbiamo fare affidamento solo su di Lui!

Allora, con questa ultima risposta, auguro a tutti una buona giornata!

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Messa e sacramenti, la lezione di un vescovo americano

Posté par atempodiblog le 18 avril 2020

Messa e sacramenti, la lezione di un vescovo americano
“Dobbiamo annunciare la vita eterna in Gesù Cristo. A maggior ragione in questi tempi duri in cui il popolo ha bisogno di speranza e consolazione ». Proprio la morte di due suoi amici preti per coronavirus ha fatto decidere il vescovo Peter Baldacchino a riprendere la celebrazione delle Messe con popolo. Ragioni che servono da guida.
di Angela Pellicciari – La nuova Bussola Quotidiana

Messa e sacramenti, la lezione di un vescovo americano dans Angela Pellicciari Vescovo-Peter-Baldacchino

“Siamo stati chiamati da Cristo e ordinati per servire il popolo della diocesi di Las Cruces (New Mexico), per portare speranza e consolazione in questo tempo difficile”: con queste parole Peter Baldacchino, unico vescovo a farlo negli Usa, ha deciso di tornare a celebrare messe in pubblico e ha sollecitato i preti della sua diocesi a fare altrettanto, naturalmente nel rispetto delle precauzioni previste dallo stato.

Baldacchino non è un incosciente, un ingenuo sprovveduto, che non conosce il dolore distribuito a piene mani dal coronavirus. Tutt’altro. Nella lettera che ha scritto ai fedeli della diocesi, ha specificato che è stato proprio l’eroico sacrificio di due fra i suoi più cari amici preti, morti di coronavirus, a spingerlo a rivedere la sua precedente posizione.

“Mentre è certo che dobbiamo prendere ogni ragionevole precauzione per ridurre il contagio del coronavirus, è altrettanto certo che, come preti, dobbiamo offrire alla popolazione il servizio più importante ed essenziale di tutti. Le passate settimane hanno mostrato come siano molte le conseguenze non previste della politica dello stare a casa”: le richieste di aiuto ai servizi che si occupano di salute mentale sono aumentate dell’891%, mentre sono cresciute a livello esponenziale le violenze praticate all’interno delle mura domestiche.  “Per parlare con schiettezza”, le persone chiuse in casa, con incerte prospettive di lavoro, col terrore di ammalarsi, “hanno soprattutto bisogno di una parola di speranza”.

“Dobbiamo annunciare la vita eterna in Gesù Cristo. È proprio l’urgenza di questa notizia che ha mosso gli apostoli ad evangelizzare, e questa urgenza non è certo diminuita ai nostri giorni. Cristo è vivo e noi siamo i suoi ambasciatori”. Le messe televisive, ha constatato, hanno rappresentato un tentativo per colmare un vuoto, “ma sono sempre più convinto che non siano sufficienti”.

Il vescovo della piccola diocesi di Las Cruces ha poi toccato un punto delicato che non riguarda il singolo stato del New Mexico e nemmeno i soli Stati Uniti: Baldacchino ha ricordato come recentemente lo stato del New Mexico abbia escluso le chiese dal novero dei “servizi essenziali”: “Io dissento con tutta la forza. A me sembra che mentre facciamo il conto giornaliero delle vittime dell’epidemia, ci dimentichiamo di quanti sono quelli che sono morti spiritualmente”. I preti “possono e debbono continuare ad esercitare il loro ministero. I fedeli non debbono essere privati dei sacramenti, in modo particolare quando sono in pericolo di vita”.

Da quando esiste, la Chiesa si confronta col potere temporale. Da quando esiste la Chiesa difende la sua libertà nei confronti del potere temporale. Da quando esiste la Chiesa espone la vita dei propri ministri (e non solo) in difesa della libertà religiosa. In difesa dell’annuncio della vittoria sulla morte.

I cristiani non possono piegarsi supinamente alle disposizioni di quanti considerano la realtà terrena l’unica di cui valga la pena di tenere conto.

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Oltre Hitler. Prendere sul serio le parole di Grillo

Posté par atempodiblog le 20 mai 2014

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Gesù è il Verbo di Dio. Noi siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio. La parola è uno degli aspetti che ci distingue da ogni altro essere vivente. Dunque le parole vanno prese sul serio. Accusato da Berlusconi di essere un nuovo Hitler, Grillo ha risposto che lui è “oltre Hitler”.

Chi era Hitler?  Uno che nella biblioteca privata aveva un bassorilievo raffigurante se stesso a braccetto di un cadavere e con il diavolo ben appoggiato col suo mento da caprone sulla sua spalla sinistra. Questa immagine raffigura bene il programma di governo di un uomo sedotto dalla morte che incedeva sicuro sotto la guida di Satana. Nel libro della Sapienza si legge: “Gli empi invocano su di sé la morte con gesti e con parole, ritenendola amica si consumano per essa e con essa concludono alleanza, perché son degni di appartenerle”; “la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo; e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono”.

Casaleggio fa propaganda di Grillo paragonandolo a Gesù: “Grillo è come il Messia”; il suo messaggio, afferma, proprio come un tempo quello di Gesù e degli apostoli, ci fa da guida per una nuova palingenesi: “una nuova democrazia diretta che eliminerà le barriere tra cittadino e Stato”.

Le parole vanno prese sul serio: abbiamo qualcuno che vuole essere votato perché oltre Hitler e perché nuovo Messia. Vale la pena di andare a votare e di parlarne con i ragazzi che sembrano interessati ad un simile profeta.

di Angela Pellicciari – La nuova Bussola Quotidiana

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Lettera a Giuliano Ferrara

Posté par atempodiblog le 2 octobre 2013

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Al Direttore,

viviamo affogati – come lei sa bene – nel sangue dei bambini abortiti, nel gelo di quelli congelati, nella desolazione dei vecchi abbandonati alle cure eutanasiche di infermieri, medici, parenti. Stiamo ripudiando – in nome della scienza – i nomi su cui da piccoli abbiamo imparato a sillabare: mamma e papà.

Un uomo, peccatore come tutti, chiamato ad essere papa, ci annuncia una notizia: Dio ci ama. Incredibile a credere! Dio ci ama omicidi come siamo, infedeli, violenti, ladri, invidiosi, avari. Dio ama proprio noi. E, se imbocchiamo la via del ritorno, ci perdona gratis. Wojtyla tanto sapeva questo, tanto captava il bisogno primordiale di misericordia, da trasformare la grande festa della prima domenica dopo Pasqua, la domenica in albis, nella domenica della misericordia.

di Angela Pellicciari

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Il Corriere cancella la storia

Posté par atempodiblog le 28 août 2013

Il Corriere cancella la storia dans Angela Pellicciari 3woy

Telegiornali, giornali e politici non fanno che ripetere una cosa ovvia: le sentenze si eseguono. Quindi, questa la conclusione, Berlusconi è morto. Punto. Questa logica conseguenza, però, normalmente viene passata sotto silenzio. Si ripete solo come un mantra che le sentenze vanno rispettate, che siamo tutti uguali davanti alla legge, che non si possono fare eccezioni di sorta perché crollerebbero le basi dello stato di diritto.

Vero? Falso. Falso perché è falsa la premessa: non siamo tutti uguali. Tanto è così che nessun personaggio pubblico (per non dire nessun industriale) in Italia è mai stato sottoposto a processi senza fine come è capitato a Berlusconi da quando fa politica. Berlusconi è stato accusato di ogni possibile misfatto, compreso quello, davvero inimmaginabile, di aver divulgato sul giornale di famiglia il contenuto di UNA battuta relativa ad una banca (anche noi abbiamo una banca! pressappoco così diceva Fassino) ottenuta tramite intercettazioni telefoniche. Inimmaginabile per chi non ricordasse quante migliaia di battute su e di Berlusconi siano state pubblicate dai giornali grazie alle intercettazioni telefoniche cui è stato sistematicamente sottoposto. O per chi non ricordasse come il nostro presidente del Consiglio sia stato scrupolosamente spiato non per verificare la veridicità di illeciti da lui commessi, ma solo per scovare qualche comportamento (privato!) censurabile. Il caso Ruby insegna.

Che dire? Il Vangelo di ieri aveva parole sferzanti per i farisei. Quelli che parlano bene e agiscono male. I sepolcri imbiancati. In questa categoria primeggia, sembra a me, il Corriere della sera. Nell’editoriale di ieri Galli della Loggia spiegava come il centro destra non esista, non sia mai esistito e mai, di questo passo, esisterà. Partendo dalla constatazione -ovvia dal suo punto di vista- che al Cavaliere non restino che due strade: o l’Apocalisse (scritta con la maiuscola) o il Tramonto (anche questo scritto con la maiuscola), Galli faceva una diagnosi cupa: al centro destra con il Sole (maiuscolo) al tramonto non resta che la dissoluzione. Ergo: la parte “moderata” della nazione va incontro ad una profonda crisi di rappresentanza politica.

E qui viene il bello: Galli arriva a dire che la crisi dell’ala moderata viene da lontano e caratterizza “l’intera storia della Repubblica”. E così: “se ci si pensa con attenzione una tale area in settant’anni non ha espresso che due formazioni significative: l’Uomo Qualunque (che visse una brevissima stagione dal 1944 al 1947) e Forza Italia”. Davvero strabiliante! Galli non solo paragona Forza Italia, largamente maggioritaria per due decenni, ad un movimento marginale durato tre anni. Galli semplicemente ignora la storia di larghissima influenza, prestigio e risultati ottenuta dall’ala moderata al potere per un cinquantennio: la Democrazia Cristiana.

Galli mette la DC semplicemente fra parentesi. Parlando della crisi che –questa la tesi- caratterizzerebbe da sempre i moderati italiani, sostiene che questa crisi “per mezzo secolo è stata tenuta celata dalla presenza surrogata del partito cattolico, dalla Democrazia cristiana”. La DC infatti “aveva natura e origini diverse”. Delle due l’una: o il partito dei cattolici non è stato un partito moderato, affermazione che sembrerebbe azzardata, oppure il partito cattolico non va considerato parte dell’area moderata per l’anomalia di essere cattolico.

Il Corriere scorda non la storia repubblicana di settant’anni, ma la storia italiana di centocinquanta anni. L’Italia liberale e fascista –entrambe anticattoliche o, perlomeno, rette da anticattolici- non hanno nemmeno lontanamente procurato alla popolazione italiana le conquiste di libertà e benessere che hanno saputo garantire i cattolici in politica. Ma i cattolici, si sa, sono “surrogati” che per definizione non devono essere presi in considerazione.

Il Corriere insiste nel suggerire educatamente, dolcemente, insistentemente, la propria visione di come dovrebbe essere l’Italia. Diversa da quella che è. Guidata da chi e per fare gli interessi di chi?

di Angela Pellicciari – Il Tempo

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Un, due, tre stella!

Posté par atempodiblog le 31 juillet 2012

Un, due, tre stella! dans Angela Pellicciari

Non sono ciellina e non conosco Formigoni. Da mesi assisto con crescente sgomento alle accuse echeggiate da tutti (praticamente tutti) i giornali contro il Governatore della Lombardia. Mentre parte della magistratura milanese gioca al gatto e al topo, il popolo dei giornalisti ha da tempo emesso la sentenza di colpevolezza nei suoi confronti. Cosa sta a fare ancora Formigoni ai piani alti del Pirellone? Perché non ha avuto il buon gusto di dimettersi? E perché non ha ancora risposto alle domande di Repubblica, secondo lo stile ormai collaudato del giornale?
Presentatori televisivi e commentatori radio lo ricordano in ogni possibile occasione: Formigoni è colpevole. E’ l’unica cosa che non si discute. Che è assodata. Ieri poco prima delle 19 su Sky un esperto che non so chi sia, sornione, alludeva scherzoso alla necessità che i siciliani adottino un comportamento lombardo. Escludendo, come ovvio, il governatore…
Rispetto all’ammiccante sorriso Sarkosy-Merkel ai danni di Berlusconi qui c’è di più. Qui c’è molto di più. Qui non c’è ombra di sorriso. C’è sprezzo.
Quando capita, perché capita, di fare il raffronto fra le varie regioni italiane, la Lombardia risulta sempre in testa. In testa a tutti i possibili test. Naturalmente perché in Lombardia c’è una terra che produce da sola buon governo, perché in quei casi la persona che da diciassette anni la governa non viene mai citata! Formigoni è cattolico. E come cattolico sa che la persecuzione suole accompagnare i seguaci di Gesù. Insieme al cento per uno e alla vita eterna.
Il problema al di là di tutto non è Formigoni. A rendergli giustizia e a consolarlo penserà lo Spirito Santo. Il problema siamo noi. Noi cattolici italiani. Non cattolici liberali, né democratici, né sociali, né progressisti. Cattolici e basta. Abbiamo lasciato Formigoni solo. Completamente solo. Todi uno, Todi due, Todi tre: dove stanno i cattolici, quando il più importante di loro, l’unico di loro che in politica conti qualcosa, il governatore della regione Lombardia, viene fatto a pezzi?
A cosa servono cattolici come questi? Che vengano i matrimoni omosessuali, le adozioni omosessuali, le sperimentazioni genetiche di ogni tipo! Noi che siamo puri e in grado di giudicare le persone (non gli atti di un governo, non i risultati di un governo), passiamo evidentemente il tempo a baloccarci con le camicie a fiori o con qualche giorno di vacanza ai Caraibi.
Se le cose stanno così è giusto che venga la fine della civiltà cristiana e, con essa, la fine del rispetto per l’uomo, per i figli, per la famiglia: ce lo meritiamo.

di Angela Pellicciari

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A bocce ferme

Posté par atempodiblog le 21 juin 2011

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A bocce ferme, a qualche giorno di distanza, mi sembra utile collegare qualche fatto.
Roma, si sa, è la capitale mondiale del cattolicesimo. A Roma c’è il papa. A Roma c’è un sindaco, che personalmente ho votato, proveniente dal centro-destra. Nel Lazio c’è un governatore, che personalmente ho votato, proveniente dal centrodestra. A Roma c’è stata sabato scorso una grande manifestazione di allegria omosessuale: il gay pride. Che cosa è un gay pride? Un’esibizione di comportamenti omosessuali. Un’ubriacatura di sesso cantata, ballata, sfrontata. Un’ostentata ridicolizzazione della chiesa, del papa e di quanti si azzardano a ricordare che Dio si è rivelato e ci ha indicato la strada della vita e della felicità.
Il gay pride: un preteso rispetto per tutti che impone a tutti l’approvazione del proprio modo di intendere la sessualità. Un diritto gridato ai comportamenti sessuali privati, comportamenti che nessuno mette in discussione, perché, appunto, privati. La negazione della legittimità dei sentimenti di pudore e di decoro di chi non apprezza la pubblica esibizione della vita sessuale, omo o etero che sia. L’obbligo per tutti di applaudire la mancanza del senso del limite e, quindi, di equilibrio.
Curioso. Curioso che tutto ciò sia sponsorizzato dall’ambasciatore statunitense che ha promosso il momento clou della manifestazione: l’esibizione di lady Gaga. Perché mai un ambasciatore dovrebbe promuovere una cantante che si fa portavoce della bellezza dell’omosessualità? Perché poi dovrebbe farlo proprio a Roma, la capitale del cattolicesimo dove la maggioranza della popolazione è cattolica? Viene da pensare che il mondo “illuminato”, quel mondo che già, utilizzando i Savoia all’epoca dell’unità d’Italia, ha provato ad insegnarci i canoni della civiltà, vale a dire la luce della morale progressista, viene da pensare che quel mondo continui imperterrito nella propria missione: dirozzare gli italiani, farli diventare moderni, far loro dimenticare l’attaccamento alla famiglia che da millenni ci distingue.
Non a caso nell’Humanum genus del 1884 Leone XIII scriveva che all’interno del mondo settario vengono scelte “persone che dichiarano e propongono di usare ogni accorgimento e artificio per soddisfare la moltitudine di sfrenata licenza”. E perché mai si dovrebbe diffondere la licenza? Per soggiogare la popolazione “al proprio potere arbitrario” e renderla così “facilmente incline all’ascolto”. Detto in una parola: per desiderio di potere. Perché la licenza rende gli uomini privi di volontà, quindi condizionabili.
Chiudo con due considerazioni. La prima: sono anni che il comportamento privato, ripeto, strettamente privato, di Berlusconi viene messo alla berlina e condannato dalla stampa (nazionale ed internazionale), dai politici e da moralisti di varia osservanza. Con che coerenza queste persone possono benedire, osannare, pubblicizzare, una manifestazione pubblica di “liberatoria” esibizione di vita sessuale?
Secondo: a sponsorizzare questa manifestazione hanno concorso il sindaco di Roma e il governatore del Lazio. Quando li ho votati non avrei immaginato che lo avrebbero fatto.

di Angela Pellicciari – Il Tempo

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Kiko Argüello ha composto una sinfonia dedicata al popolo ebraico in ricordo della Shoà

Posté par atempodiblog le 25 avril 2011

Kiko Argüello, fondatore con Carmen Hernandez del Cammino Neocatecumenale, ha appena composto una sinfonia dedicata al popolo ebraico in ricordo della Shoà.

Kiko Argüello ha composto una sinfonia dedicata al popolo ebraico in ricordo della Shoà dans Angela Pellicciari kikoarguello

Kiko suona bene la chitarra, ha fatto decine di canti per aiutare la preghiera dei fratelli durante le celebrazioni liturgiche, ma non è un musicista.

Quando mi vengono i dubbi sull’esistenza di Dio, penso che Kiko e Carmen non avrebbero potuto fare quello che hanno fatto se Dio non esistesse. In poco più di 40 anni sono sorti 78 seminari, 4000 donne del Cammino sono entrate nei monasteri di clausura, migliaia di coppie con tantissimi figli sono disponibili ad andare in missione in ogni parte del mondo, 600 delle quali già partite. E adesso la sinfonia. San Paolo dice che è Dio a suscitare il volere e l’operare. Fatto sta che Kiko ha concepito un trittico sinfonico il cui tema centrale è la sofferenza degli innocenti e lo ha realizzato in pochissimo tempo: «Ho visto che mi sorgeva spontaneo dire come doveva suonare il fagotto, o l’oboe, o l’arpa». Lo scandalo della sofferenza degli innocenti ha portato a metà degli anni ’60 un Kiko appena convertito a vivere insieme agli zingari in una borgata di Madrid. Non voleva predicare, non voleva aiutare nessuno, voleva solo stare ai piedi della croce degli ultimi fra gli ultimi. A distanza di mezzo secolo, la sofferenza degli innocenti, di Gesù e di Maria, ha portato Kiko a comporre musica e il suo è un intento catechetico: la sinfonia è eseguita all’interno di una celebrazione liturgica in cui la Parola si intreccia con la musica. Dopo aver ascoltato il concerto, l’incaricato delle relazioni tra la chiesa cattolica e il popolo ebraico rabbino Rosen, visibilmente commosso, ha raccontato un dialogo chassidico: ci sono due amici e l’uno chiede all’altro: «Boris, tu mi ami? Certo che ti amo. Boris, tu sai quello che mi fa soffrire? Ma come posso sapere cosa ti fa soffrire? E allora, Boris, se non sai cosa mi fa soffrire, come puoi dire che mi ami?». Rosen ha aggiunto: «Questa opera musicale ha una grande intuizione, perché ha saputo – anche se è un’opera cristiana – esprimere l’identità ebraica, la sofferenza ebraica e la speranza ebraica». La sofferenza degli innocenti è stata eseguita in questa Settimana Santa alla Domus Galilaeae (il Centro internazionale del Cammino neocatecumenale sul lago di Tiberiade) da un’orchestra e un coro di 120 musicisti del Cammino provenienti da Spagna, Italia e Polonia: il martedì di fronte ad un pubblico di 800 arabi, il giovedì davanti a 900 ebrei, fra cui cinque rabbini. Arabi ed ebrei hanno avuto una reazione analoga: attenzione, stupore, commozione. Kiko pensa che questa sinfonia possa avvicinare gli atei a Dio ed immagina che la musica unita alla Parola possa toccare il cuore dei pagani. Immagina di continuare a New York, Berlino, ovunque, utilizzando la sinfonia-catechesi come luogo di incontro nell’atrio dei pagani. Quell’atrio del tempio di Gerusalemme in cui era permesso l’accesso anche ai pagani che si interrogavano su Dio. « A Dio nulla è impossibile » dice l’angelo Gabriele a Maria annunciandole l’incarnazione di Dio nel suo seno. A Dio nulla è impossibile e la fantasia dello Spirito Santo è inesuaribile: in questo caso si è servita di una toccante sinfonia composta da Kiko Argüello che non è musicista. Buona Pasqua.

di Angela Pellicciari – Il Tempo

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Per il nostro bene riconosciamo il male

Posté par atempodiblog le 15 avril 2011

Per il nostro bene riconosciamo il male dans Angela Pellicciari angelapellicciari

“Tu seguimi”: così dice Gesù a Pietro nell’apparizione sul lago di Tiberiade (Giovanni 21, 22). E Pietro segue Cristo: crocifisso anche lui, anche se a testa in giù, non ritenendosi degno di essere trattato come il Maestro. Durante i primi tre secoli dell’era cristiana diventare papa equivaleva ad un’assicurazione sul martirio. Dal IV all’VIII secolo, fino alla creazione dello stato pontificio, i papi sono esposti ai capricci spirituali del dispotismo imperiale bizantino.
Baluardo di civiltà e di libertà, la chiesa eredita e porta a compimento l’universalità romana: “Qui non c’è più greco o giudeo, circoncisione o in circoncisione, barbaro o scita, schiavo o libero, ma Cristo è tutto in tutti”, scrive Paolo ai colossesi. Nella devastazione della parte occidentale dell’impero, è la chiesa (con i papi che la guidano) che per otto secoli regge l’urto delle invasioni. I monaci evangelizzano e romanizzano i barbari, impedendo la dispersione del patrimonio culturale classico.
Tanto grande è il prestigio del papato, tale è l’affetto e la gratitudine che circondano questa istituzione, che è proprio un papa, Leone III, a dar vita nella notte di Natale dell’800, a quella novità storica radicale che è il Sacro Romano Impero.
Al passaggio del primo millennio la chiesa ha ultimato l’evangelizzazione dei barbari e l’Europa cristiana ha una vitalità prorompente che esploderà nella costruzione, ovunque, di splendide cattedrali, abbazie, conventi; nell’invenzione delle università; nella formazione di nuovi ordini religiosi al servizio delle più varie esigenze della popolazione povera.
Nel XIV secolo all’endemico conflitto con l’imperatore (il potere temporale non ha mai tollerato l’autonomia di quello spirituale), si aggiunge quello col re di Francia ed il papato, in un’epoca di incipiente nazionalismo e di scarso eroismo, si trasferisce ad Avignone: il medio evo è finito. Da allora la chiesa è nuovamente, e apertamente, sotto attacco. La catastrofe religiosa, culturale, economica, artistica e politica della Riforma, divide la cristianità, introduce un nuovo tipo di assolutismo e conduce ad un odio manifesto per la chiesa cattolica, “papista”. Odio, disprezzo, guerra, menzogna, si riversano contro la chiesa e contro i papi. Bisognerà aspettare tre secoli però, perché la violenza dell’odio anticattolico raggiunga Roma e l’Italia. Nel 1870, con l’osanna di tutte le potenze protestanti, liberali e massoniche, la Roma universale e cattolica cade. Il papa è prigioniero in Vaticano. Nel 1929 torna la libertà, ma non si interrompono i tentativi di far tacere il pontefice. Stalin si chiederà ironicamente quante divisioni abbia il papa, sta di fatto che è proprio un papa a dare il colpo di grazia al comunismo sovietico.
Con papa Wojtyla Roma torna ad essere quello che è sempre stata: una città universale. Basta vedere il video dei funerali di Giovanni Paolo II: tre Presidenti degli Stati Uniti in ginocchio davanti alla sua salma e tutto il mondo, alla lettera, convenuto a Roma per rendergli omaggio. Ma papa Wojtyla, il giramondo araldo di Dio, prima di essere esaltato, era stato calunniato in ogni modo. Avevano persino provato, e  in più occasioni, a toglierlo di mezzo: troppo scomodo.
Adesso ricominciamo. Il papa non sta zitto: il papa deve essere azzittito. Messo in condizioni di non nuocere. Il papa va difendendo la popolazione africana dalle cure per lei preparate da un mondo spietato che vuole comandare e decidere quanti figli debbano essere messi al mondo? Il papa è un pericoloso avversario la scienza ed è urgente che chieda scusa. Il papa combatte i pedofili all’interno della chiesa, giungendo a riaprire un caso dolorosissimo di un fondatore di un ordine ramificato e potente come i Legionari di Cristo? Il papa protegge i pedofili.
Niente di nuovo sotto il sole. Gesù è accusato di cacciare i demoni col potere di Satana: a Pietro è chiesto di non avere paura e di seguirlo. A noi che non siamo Pietro è chiesto di avere un po’ di cervello e, per il nostro bene, saper discernere dove sta il male e chi lo difende.

di Angela Pellicciari – Il Tempo

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Domenica in famiglia

Posté par atempodiblog le 19 mars 2011

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Perfino l’Inghilterra che, insieme agli Stati Uniti, guida da sempre la danza del progresso verso un mondo felice senza regole, perfino l’Inghilterra sta facendo marcia indietro e scoprendo che la famiglia è un valore. Nel senso che rende. Rende in sicurezza sociale e rende perché fa risparmiare soldi allo stato.
Adesso, da noi, stiamo scoprendo che, “per far ripartire la macchina dello stato”, bisogna smettere di fare festa la domenica. Bisogna cioè smantellare quel poco che resta della famiglia.
Siamo davvero convinti che rendere tutti i giorni uguali faccia bene all’economia? Siamo convinti che impedire ad un padre o una madre di passare la domenica coi figli pregando, pranzando, chiacchierando e giocando, sia un ostacolo alla crescita? C’è qualcosa che viene prima del lavoro e dei soldi, ed è la vita. E questa bisogna imparare a gestirla bene. Per farlo c’è bisogno di tempo e di tener conto delle “parole” (i dieci comandamenti) che ci sono state rivolte. Parole che Dio ci ha dato perché fossimo felici: per metterci in grado di schierarci dalla Sua parte, e cioè dalla parte della vita.
Il limite, i comandamenti, sono un regalo di Dio all’uomo. “Ricordati di santificare le feste”: ricordati che non sei Dio, ricordati che l’esistenza non ti appartiene di diritto ma ti è stata regalata. Ricordati che senza Dio diventi schiavo: dei soldi, del potere, del vuoto di una vita senza differenze, senza ruoli, senza stagioni, senza attese; ricordati che lo stesso benessere è un dono di Dio.
Costantino, il primo imperatore cristiano, queste cose le sapeva. E infatti la legislazione romana con lui cambia: non solo diventa proibito bollare in faccia i condannati ai lavori forzati a ai giochi del circo non essendo più lecito deturpare il volto umano fatto ad immagine della bellezza celeste, non solo sono proibiti il concubinaggio e la separazione delle famiglie di schiavi, non solo vengono vietati i giochi gladiatori e la crocifissione, ma viene introdotta la “legge domenicale” che stabilisce il riposo per i tribunali ed i lavoratori manuali.
Il tempo non è tutto uguale. Il tempo è scandito da feste: di Pasqua in Pasqua, di domenica in domenica. Il tempo non è vuoto. Il tempo è pieno del senso dell’attesa: attesa del giorno di riposo. Fino al riposo pieno e totale dove non ci sarà più né morte né lutto. La domenica, la festa, a quel tempo rimandano. Per questo ne abbiamo bisogno: per custodire il senso della vita e la speranza.
L’abolizione della domenica non dà una scossa all’economia. Dà una scossa alla persona e a quello che resta della famiglia. La signora Brambilla sarà ministro della repubblica, ma queste cose, che non riguardano la vita degli animali, non le sa. Nei quasi due millenni d’Italia cattolica abbiamo prodotto una tale infinità d’opere d’arte che ci permetterebbero, con un turismo gestito bene, di essere i primi al mondo. Il Bel Paese non è diventato tale abolendo i giorni di festa.

di Angela Pellicciari – Il Tempo

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Il cristianesimo rende liberi

Posté par atempodiblog le 26 janvier 2011

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La chiesa ha una missione che ha dell’incredibile: i cristiani annunciano che la morte è vinta dalla risurrezione di Gesù Cristo, Figlio di Dio, morto in croce perché noi non morissimo più. Questo messaggio di felicità al di là dell’immaginabile, che incarna una speranza molto superiore a qualsiasi aspettativa avessimo potuto concepire nei nostri sogni più arditi, quando raggiunge il cuore di un uomo, lo trasforma. Perché lo rende libero dalla paura. Da quella paura della morte che condiziona tutte le nostre scelte.
Il cristianesimo rende liberi. Toglie il peso dell’oppressione del peccato, cioè della lontananza da Dio. E questo, quando succede, si vede.

Angela Pellicciari

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Così salvai la mia vita dopo il Sessantotto

Posté par atempodiblog le 19 janvier 2011

Così salvai la mia vita dopo il Sessantotto
di Angela Pellicciari
Tratto da: Liberal

Così salvai la mia vita dopo il Sessantotto dans Angela Pellicciari angelapellicciari

Raccontare la propria vita a sconosciuti, sconosciuti che per di più non si hanno davanti agli occhi, non è cosa facile. Ci proverò perché mi è stato chiesto e perché mi sembra giusto rispondere alla richiesta. La mia vita è legata al Cammino neocatecumenale nel senso che è rinata grazie alla predicazione e all’affetto di Kiko e Carmen. Questo avveniva quando avevo 23 anni e mi ero letteralmente persa.

Avevo cercato la giustizia e la verità, ma lontano da Dio che non conoscevo, e mi ero imbattuta nel ’68 vissuto con passione come se fosse una missione. Ribelle per temperamento e storia, ero precipitata senza accorgermene in un vortice distruttivo di non senso e disprezzo per me stessa e per gli altri.

Una storia sentimentale finita nel peggiore dei modi mi aveva gettato in una disperazione cupa che mi rendeva difficile, la mattina, iniziare la giornata. A vent’anni la mia vita doveva ancora cominciare e per me era già finita. Questo il contesto in cui Dio ha deciso di farsi conoscere. Una notte, mentre prendevo in mano i pezzi della mia vita (soffrivo di una lucida forma di pazzia, era come se il mio io fosse “andato in pezzi” e non riuscissi più a convivere con me stessa), mentre contemplavo la catena dei “peccati” che inesorabilmente mi aveva condotto al punto in cui ero, mentre in una parola toccavo il fondo dell’angoscia, mi è apparso come un mare di fuoco. Un fuoco vivo. Sapevo che in quel mare c’era Dio. Ma come potevo incontrarlo?

L’ascolto della predicazione in una catechesi per adulti mi ha ridato speranza: mi veniva annunciato che Dio è amore. Che Dio mi amava così come ero e mi donava gratuitamente la possibilità di essere guarita dalle ferite e liberata dalla disperazione. Quell’amore che avevo cercato con tutte le mie forze senza riuscire ad incontrarlo mi veniva incontro come l’Assoluto e si faceva garante della possibilità di amare.

Il Cammino è la comunità. La comunità è quanto avevo cercato senza trovarla. La comunità è un gruppo di fratelli che non si sono scelti, che casualmente (ma il caso non esiste, è Provvidenza) si sono trovati ad ascoltare insieme una predicazione, l’hanno accolta, ed hanno acconsentito a fare un percorso di conversione insieme. Insieme vuol dire conoscendo le debolezze gli uni degli altri, le insopportabilità, le insofferenze, le stoltezze, le idiosincrasie, le invidie, le gelosie, eppure continuare a riunirsi perlomeno due volte a settimana per pregare e passare una giornata al mese insieme in “convivenza”. Tutto questo è possibile perché c’è Dio come garante. Perché piano piano si impara a volersi bene. Perché si impara il perdono. Perché si impara, anche, a dare la vita. Sia nel senso di metterla a disposizione per l’evangelizzazione, sia nel senso di mettere al mondo tutti i figli che la generosità di Dio manda.

Il Cammino è come un fiume che risana. Risana e rende possibile la vita insieme. A cominciare dalle coppie che non si separano. Dalle famiglie che si riuniscono. Dai figli che restano in comunità, nonostante il mondo vada da un’altra parte, perché vedono l’eroicità della fede dei loro genitori. Imparano che la fede non è una sovrastruttura e che non si tratta di prediche: si tratta di vivere nella quotidianità comportamenti impossibili alle sole forze umane.

Quanto a me, con gli anni, anzi, con i decenni, la mia vita è stata risanata. Da tutti i punti di vista, a cominciare dalla sessualità. Essendo separata, ero chiamata a vivere in castità. Ma senza un concreto e costante aiuto di Dio, bisognosa di affetto come sono, mi sarebbe stato impossibile praticarla. Mi è stato dato anche –e a cinquant’anni!- un discreto successo professionale. Quando molti vanno in pensione ho cominciato una nuova attività: quella di storica e di saggista. Ho visto che è possibile morire sperando nella risurrezione e non dubitare dell’amore di Dio in agonie lunghe mesi. Terrorizzata da sempre dalla morte che mi fa orrore e che nessuna catechesi del mondo è riuscita a farmi sembrare “naturale”, mi è stato concesso di vivere un’esperienza di tumore che avrebbe potuto essere molto seria (anche se poi così non è stato) in pace.

Che dire? Il Cammino è un fiume in piena. Ricco di acque. E’ una seria “iniziazione per adulti” alla fede, stracarico di frutti: itineranti, famiglie in missione, seminaristi e preti (più di 70 sono i seminari del Cammino nelle varie parti del mondo), monache di clausura (circa 4000 le sorelle entrate in convento), missioni ad gentes, evangelizzazione a tappeto di tutti i quartieri delle città, missioni popolari: fratelli che vanno due a due (come insegnato da Gesù) ad annunciare (come, fino a qualche tempo fa’, facevano solo i testimoni di Geova) dappertutto -nelle strade, negli ospedali, nelle giardini pubblici, ovunque- che il regno dei cieli è arrivato con la vittoria sulla morte di Gesù. Il Cammino è anche una predicazione inesauribile, assistita in modo manifesto dagli incredibili doni dello Spirito Santo. La predicazione di Kiko e Carmen è sempre fresca, nuova, profonda. Esistenziale, viva. Come l’ultima immagine che Kiko ci ha consegnato per il Family Day di Madrid (di cui è stato l’inventore): il mondo, ha detto, ci vuole far credere che la nostra vita sia come un transatlantico che non va da nessuna parte. Ma non è vero. “Non è vero che questo transatlantico sta fermo in un mare oscuro. Non è vero che la nave che è la nostra vita non va da nessuna parte! La nostra nave sta camminando verso la Gerusalemme celeste”.

Potrei dire di più? Posso solo aggiungere che non ho esagerato.

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Ridicoli moralismi

Posté par atempodiblog le 23 novembre 2010

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“Ora che l’Italia è fatta, dobbiamo fare gli affari nostri”: così diceva il duca D’Aragua ne I Viceré di De Roberto. Fare gli affari nostri è lo sport degli italiani 150 anni dopo la loro unificazione. Solo che ciascuno scambia gli affari suoi per l’esercizio del pubblico interesse.
Penso che l’accanimento giudiziario di cui è oggetto l’onorevole Berlusconi sia evidente al di là di ogni possibile dubbio. Penso anche che l’elenco -che comincia ad essere lungo- dei salvatori della patria autoproclamatisi tali o come tali invocati da autorevoli storici e giornalisti, abbia il piccolo particolare di non aver nulla a che fare con l’espressione della volontà popolare. Fautori di un governo tecnico sono anzitutto Massimo D’Alema e Gianfranco Fini. Guarda caso accomunati da un passato antidemocratico che l’uno (D’Alema) non ha mai sconfessato, mentre l’altro (Fini) si è affrettato a farlo all’improvviso durante un viaggio in Israele. In quell’occasione Fini ha definito Mussolini “male assoluto” mentre fino a poco tempo prima apostrofava il dittatore fascista come il più grande statista del XX secolo. Fra il male assoluto e il grande statista Fini non ha gettato ponti: non si capisce quindi come un uomo maturo sui cinquant’anni possa passare da una valutazione all’altra senza colpo ferire.
All’inizio dell’estate il Corriere ha cominciato la campagna di cui oggi vediamo gli effetti maturi: governo tecnico. Tutti dentro meno Berlusconi. E perché? Per quello che vale ho votato Berlusconi convinta e convinta lo rivoterei. Mi si rinfaccia spesso: come fai, tu che sei cattolica, a votare per un uomo la cui vita privata è così sfacciatamente immorale?
Questa domanda presuppone un’ignoranza radicale di cosa sia il cattolicesimo. Che non è moralismo. Siamo una nazione in cui ogni desiderio individuale viene scambiato per diritto. In cui ciò che è liberamente scelto diventa automaticamente lecito. Ricorriamo quotidianamente ad una massa di maghi ed oroscopi. Siamo immersi nella pornografia e, a sentire don Di Noto, i siti pedopornografici sono decine di migliaia. Abbondiamo di satanisti ed organizziamo viaggi di piacere nei luoghi dell’orrore dove una ragazzina è stata ammazzata e ci scandalizziamo perché un uomo ricco organizza festini?
Il punto è un altro. Il punto è che abbiamo smesso di collegare la morale alla conoscenza, riducendoci alla pratica di un ridicolo ed opprimente moralismo di massa. Abbiamo smesso di interrogarci sul bene e sul male e siamo solo capaci di emettere giudizi di condanna senza mettere in discussione la nostra condotta. E’ vero: siamo una nazione allo sfascio. Ma lo siamo perché abbiamo smesso di far funzionare il cervello. La morale è il frutto della conoscenza, non il contrario.
Siamo diventati una nazione senza Dio. Una nazione che ha dimenticato la buona notizia: Gesù è venuto per salvare i peccatori. Cioè noi. La patria del cattolicesimo ha compiuto un’apostasia di massa e non sa nemmeno più cosa sia il peccato. Abbiamo scordato che il peccato ci toglie la vita perché ci separa da Dio autore della vita. E così un prete, durante l’omelia al funerale della ragazza assassinata, può augurarsi che “le bestie” che hanno compiuto un simile misfatto non facciano parte della comunità dei fedeli locali. Ma come? La buona notizia è che Gesù è venuto per quelle bestie. Perché quelle bestie possano cambiare vita e smettere di essere tali.
Non è possibile uscire dalla crisi che, prima che economica, è culturale e morale, senza tornare a Dio. Senza ricordare che i comandamenti sono la via per la vita. E che infrangerli procura l’infelicità e la morte. A mio modo di vedere non è giustificando una cultura vitalista e pagana che si fa l’interesse di Berlusconi e di tutti noi. Conviene chiamare le cose col loro nome: la verità e la vita fanno a pugni col peccato.

di Angela Pellicciari – Il Tempo

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