Il valore apologetico del presepe napoletano

Posté par atempodiblog le 23 décembre 2024

Il valore apologetico del presepe napoletano
di Corrado Gnerre

Il valore apologetico del presepe napoletano dans Avvento Presepe-napoletano-del-700

Il presepe è una devozione autenticamente cattolica. Escludendo i cosiddetti presepi viventi che hanno avuto san Francesco come iniziatore, tra quelli classici il presepe napoletano è sicuramente il più famoso e, diciamolo anche francamente, il più bello.

Ci sono almeno sei fondamentali caratteristiche che rendono questo tipo di presepe non solo unico, ma anche fortemente apologetico, nel senso che esso più chiaramente esprime la verità cattolica.
Tutti i presepi sono autenticamente cattolici, ma quello napoletano lo è ancora di più.

La prima caratteristica cattolica del presepe napoletano è la collocazione della Natività sotto un rudere dell’antica civiltà romana. Il significato è chiaro: il Cristianesimo ha superato il paganesimo.
Chiediamoci: perché i presepisti napoletani del XVIII sec. – secolo di maggiore splendore di quest’arte – ci tennero ad esprimere questo messaggio? Perché proprio in quel tempo si voleva diffondere, ancor più che nel periodo umanistico-rinascimentale, l’idea della superiorità del mondo classico rispetto a quello cristiano; è il neoclassicismo. Era questa un’idea di cui si facevano maggiormente sostenitori gli intellettuali. Nel presepe napoletano, invece, il popolo basso ribadì attraverso l’arte presepiale che anche se intellettualisticamente si può dire quello che si vuole, resta che il Cristianesimo ha vinto e superato il paganesimo.

Il tempio rotto e incompleto sta proprio a significare il crollo di un mondo. Un semplice Bambino ha vinto la presunzione di secoli e secoli di cultura… che pur non raramente arrivava ad esprimere la sapienza naturale, figura, comunque, come qualcosa di incompleto rispetto alla Sapienza di tutte le sapienze, che è, appunto, il Verbo incarnato. A tal proposito si racconta che un Vanvitelli, o il padre Luigi o il figlio Carlo, entrambi neoclassicisti, soleva disprezzare i presepisti napoletani ritenendoli ignoranti.

Un particolare non secondario: sarà sempre il popolo basso, i cosiddetti lazzaroni e non gli intellettuali, a ribellarsi contro la laicizzazione imposta dalla giacobina repubblica partenopea del 1799 e sarà sempre il popolo basso, i cosiddetti briganti e non gli intellettuali, a ribellarsi ad un’altra laicizzazione, questa volta imposta dalla conquista piemontese.
La riaffermazione della Civiltà cristiana rispetto a quella pagana è autenticamente cattolica.

La seconda caratteristica del presepe napoletano è un’apparente contraddizione: da una parte il superamento del paganesimo, dato storico, e dall’altra l’utilizzazione della contemporaneità, dato metastorico. Chiarisco: abbiamo visto che in tale presepe si vuole sottolineare, in polemica con il neoclassicismo illuminista, che il Cristianesimo ha vinto il paganesimo e lo si fa ponendo la Natività sotto un rudere di un tempio romano. Ora ci si attenderebbe che per far questo il presepe napoletano riproduca fedelmente il dato storico, ovvero l’ambiente della Betlemme della nascita di Gesù, invece non è così.
Per quanto riguarda l’ambientazione il presepe napoletano è volutamente antistorico, anzi dovremmo essere più precisi: volutamente metastorico. L’ambiente, infatti, è quello della Napoli del ‘700.

Ci sono almeno due elementi che ne spiegano il motivo:
1) il mistero è nella contemporaneità: i presepisti napoletani sanno bene, e lo vogliono esprimere, che l’Incarnazione ha una dimensione di contemporaneità perché segna la possibilità della salvezza per tutti i giusti, tanto per quelli che erano già vissuti, tanto per quelli che stavano vivendo allora, quanto per quelli che sarebbero vissuti anche dopo;
2) il mistero è nella quotidianità: i presepisti napoletani sanno anche che l’Incarnazione riguarda tutti, non solo nella dimensione temporale – ieri, oggi e domani –, ma anche in quella spaziale: ricchi e poveri, colti e ignoranti. Tocca dunque tutto il reale con le sue innumerevoli sfaccettature. Tutto questo è ovviamente cattolico e autenticamente cattolico.

La terza caratteristica cattolica del presepe napoletano è il riferimento ad alcuni dati apocrifi. Teniamo presente che ci sono due tipi di vangeli apocrifi, quelli innocui che non stravolgono la figura di Gesù, ma la mitizzano solamente, e quelli più specificamente eretici perché deformano la figura di Gesù. I primi, quelli innocui, tendono al miracolismo e sono pieni di particolari anche per quanto riguarda la nascita e l’infanzia di Gesù. Ed è in questi apocrifi che si parla del bue e dell’asinello ed è in questi che si parla anche di due lavandaie, Salomé e Zelomi, che avrebbero aiutato la Madonna dopo la nascita del Bambino.
Ebbene, il presepe napoletano oltre al bue e all’asinello, che sono presenti i tutti i tipi di presepe, pone sempre due lavandaie vicino alla Natività: sono appunto Salomé e Zelomi.
Ora, questo voler riprodurre particolari che vanno oltre i dati scritturistici canonici, muove dalla convinzione che non tutto è contenuto nella Scrittura e questo è tipicamente cattolico e, quindi, alternativo al ‘sola Scriptura’ del luteranesimo, ovvero a quella convinzione protestante secondo cui l’unica fonte della rivelazione sia la Bibbia.

La quarta caratteristica cattolica del presepe napoletano è la presenza della dimensione mondana. In esso c’è sempre una locanda con dei tipici personaggi, fra cui il celebre Ciccibacco seduto su delle botti o con in mano dei fiaschi di vino, dal volto chiaramente brillo. E’ un personaggio che rappresenta l’uso del vino per perdere il controllo di sé e darsi ai vizi. Non a caso il nome popolare è il richiamo al dio Bacco presente nei rituali dionisiaci. In questo caso i presepisti napoletani vollero esprimere che la vita è una scelta tra la virtù e il vizio, e che non basta solo la fede. Ricordo che Lutero, che aveva appunto affermato la necessità della sola fede, era arrivato a legittimare la pratica di qualsiasi vizio: “pecca fortemente, l’importante è che tu creda ancor più fortemente”, aveva detto.
Il presepe napoletano, invece, ci dice che la fede deve essere sempre accompagnata dalle opere e dall’esercizio delle virtù. Quindi anche dalla temperanza.

Inoltre, a detta di alcuni studiosi, questa centralità del vino nel presepe napoletano, rappresentato dalle tante locande ed osterie, starebbe anche ad evidenziare come questa bevanda sarebbe stata poi trasformata e sublimata proprio da Cristo con l’istituzione dell’Eucarestia. Insomma il vino da bevanda di perdizione a bevanda di santificazione.

La quinta caratteristica cattolica del presepe napoletano è l’immancabile figura di Benino. Si tratta del famoso personaggio che dorme non lontano dalla Natività. Solitamente si dice che la sua presenza stia nel fatto che il presepe costituisca il suo sogno. Si tratta però di un’interpretazione che contraddice le palesi convinzioni da cui nasce il presepe napoletano. In realtà la spiegazione sembrerebbe essere un’altra: Benino è colui che rimane indifferente dinanzi alla Salvezza. Anche questo è tipicamente cattolico. Dinanzi a Dio ci possono essere l’accettazione, il rifiuto, ma anche l’indifferenza. Dipende da quella volontà libera dell’uomo che invece nel protestantesimo non è riconosciuta o, se lo è, lo è molto parzialmente.

Un’ultima caratteristica cattolica del presepe napoletano è l’attenzione al particolare. Un’attenzione che arriva fino all’esasperazione. Le rocce, gli intonaci screpolati delle case, le botteghe con le loro mercanzie, il volto dei pastori, tutto è di un realismo portato all’estremo. Si tratta di quella spiritualità tipicamente cattolica secondo cui non può sfuggire nessuna sfaccettatura. In alternativa alla convinzione già luterana, ma poi soprattutto calvinista, secondo cui vi sarebbe una sola discriminante fra eletti e non eletti: o si è scelti da Dio o no. Se questo fosse vero la realtà non sarebbe affatto complessa, ma estremamente semplice e lineare.
La visione cattolica, invece, è ben diversa. Tutti sono chiamati alla salvezza e le risposte a questa chiamata possono essere anche molto complesse e sfumate, ciò rende il reale esuberante e tutt’altro che riducibile a pura equazione matematica.

Un’ultima considerazione: questa attenzione al particolare del presepe napoletano rende evidente quanto la teologia cattolica sia tutta adagiata sulla prospettiva mariana. E’ proprio la psicologia femminile ad essere più attenta ai particolari. Nulla sfugge all’attenzione tipicamente materna.

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Novena di Natale, cos’è, quando nasce e cosa significa

Posté par atempodiblog le 15 décembre 2024

Novena di Natale, cos’è, quando nasce e cosa significa
Non è una preghiera ufficiale della Chiesa ma rientra tra le pie pratiche della pietà popolare. Si celebra dal 16 al 24 dicembre e l’obiettivo è quello di aiutare i fedeli a prepararsi spiritualmente alla nascita di Gesù. Fu eseguita per la prima volta in una casa di missionari vincenziani di Torino nel 1720
di Famiglia Cristiana

Una somiglianza che dice tutto dans Fede, morale e teologia Maria-e-Suo-Figlio

La Novena di Natale si celebra nei nove giorni precedenti la solennità del Natale cioè a partire dal 16 dicembre fino al 24. Comprende vari testi che vogliono aiutare i fedeli a prepararsi spiritualmente alla festa della nascita di Gesù. Fino al Concilio Vaticano II si celebrava in latino, dopo il Concilio ne sono state approntate traduzioni nelle varie lingue. In generale, le novene sono celebrazioni popolari che nell’arco dei secoli hanno affiancato le liturgie ufficiali. Esse sono annoverate nel grande elenco dei pii esercizi.
«I pii esercizi», afferma J. Castellano, «si sono sviluppati nella pietà occidentale del Medioevo e dell’epoca moderna per coltivare il senso della fede e della devozione verso il Signore, la Vergine, i santi, in un momento in cui il popolo rimaneva lontano dalle sorgenti della Bibbia e della liturgia o in cui, comunque, queste sorgenti rimanevano chiuse e non nutrivano la vita del popolo cristiano».

Le origini storiche
La Novena fu eseguita per la prima volta in una casa di missionari vincenziani di Torino nel Natale del 1720 nella chiesa dell’Immacolata che si trovava a fianco del Convitto Ecclesiastico che i missionari gestivano per la formazione del clero. Fra i missionari maggiormente stimati del Convitto vi era il padre Carlo Antonio Vacchetta (1665-1747), che era maestro di sacre cerimonie e prefetto della chiesa e del canto. Amico e frequentatore della casa dei missionari era il beato Sebastiano Valfré. Entrambi avevano una particolare pietà verso l’umanità di Gesù e ne propagavano la devozione invitando i fedeli a contemplare e ad adorare il mistero dell’Incarnazione e della Natività di Cristo.
È in questo ambiente particolarmente attento a vivere liturgicamente il Mistero di Gesù, Verbo Incarnato, che fu scritta e per la prima volta eseguita in canto la Novena di Natale. La tradizione attribuisce a padre Vacchetta la redazione dei testi e della musica. Grazie alle missioni popolari portate avanti dai vincenziani, la Novena fu diffusa in Piemonte, e da qui in tutta Italia. La diffusione fu facilitata dal fascino del suo canto e dalla semplicità della melodia.
A favorirne la devozione e la diffusione fu Gabriella Marolles delle Lanze, marchesa di Caluso. Questa, che aveva vissuto una giovinezza spensierata, e si era sposata prima con Carlo Agostino di Sale delle Lanze, e poi con il marchese di Saluzzo, rimasta vedova, e venuta ad abitare nei pressi della casa dei vincenziani di Torino, scelse come direttore spirituale il superiore, padre Domenico Amosso. E frequentando la chiesa dell’Immacolata restò particolarmente commossa dalle funzioni di preparazione al Natale, per cui stabilì nelle sue disposizione testamentarie che si facesse ogni anno et in perpetuo la suddetta Novena.

Il significato
Le profezie della nascita di Gesù furono tratte da brani dell’Antico Testamento e particolarmente dal profeta Isaia. In esse è espresso non solo il profondo desiderio messianico dell’Antico Testamento con il desiderio che Dio si faccia presente sulla terra, ma in maniera espressiva viene cantata la supplica per la venuta di Gesù, l’eterno Presente nella storia degli uomini.
Varie sono le metafore che alimentano la gioia dell’attesa nella Novena: Gesù verrà come luce, come pace, come rugiada, come dolcezza, come novità, come Re potente, come dominatore universale, come bambino, come Signore giusto.
La Novena vuole suscitare un atteggiamento nel credente: fermarsi ad adorarLo.

La forma tradizionale
La Novena di Natale, pur non essendo preghiera ufficiale della Chiesa, costituisce un momento molto significativo nella vita delle comunità cristiane. Proprio perché non è una preghiera ufficiale essa può essere realizzata secondo diverse usanze, ma un indiscusso primato spetta alla novena tradizionale, nella notissima melodia gregoriana nata sul testo latino ma diffusa anche nella versione italiana curata dai monaci benedettini di Subiaco.

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L’Immacolata

Posté par atempodiblog le 8 décembre 2024

L’Immacolata dans Avvento Maria-e-Ges

La Madonna viene santificata fin dal primo istante della sua esistenza. Santificata significa essere immersa nel mondo di Dio.  E Lei ad un livello al di sopra di ogni altra creatura. Di questo si incaricherà, per parlare in modo umano, lo Spirito Santo che la riempirà di grazia; cioè di Dio, della vita stessa di Dio. In Maria tutto costituisce spazio: spazio tutto dedicato alla presenza di Dio. Da qui la preservazione dal peccato originale, Lei doveva essere sempre tutta posseduta da Dio. […]
Il concepimento immacolato di Maria non significa soltanto l’esenzione dal peccato originale, ma, soprattutto e prima di tutto, una speciale santità consona solo a Colei che era stata destinata a divenire la Madre di Dio. E dopo il concepimento di Gesù, ecco che Maria non solo fa parte della pienezza di Dio, ma assume uno specialissimo rapporto con Dio che a nessuna creatura sarà mai concesso. La presenza fisica del Verbo di Dio in Lei la introduce in un ordine speciale, quello stesso del Verbo Incarnato; dato che la natura umana del Figlio è presa tutta e soltanto da Lei. Doveva essere resa santa prima e più santa, se possiamo dire così, dal contatto fisico con il Verbo Incarnato. Gli scienziati ci assicurano che durante la gestazione non è soltanto la madre che dona al figlio, ma anche il figlio dona alla madre. […] E ci insegna a non separare mai la Madre dal Figlio e il Figlio dalla Madre.

di Padre Angelo Maria Tentori

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Preghiera per l’Avvento e il Natale alle soglie del Giubileo

Posté par atempodiblog le 3 décembre 2024

Preghiera per l’Avvento e il Natale alle soglie del Giubileo

Preghiera per l’Avvento e il Natale alle soglie del Giubileo dans Avvento Avvento

Signore Gesù, Figlio amato del Padre, Tu vieni a noi come il dono di Dio che ci fa creature nuove nell’amore. Fa’ che sappiamo accoglierti con fede viva, umile e profonda, nell’attenzione verso ogni persona, nella carità operosa, nell’impegno per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato, nell’ascolto fedele della Tua Parola, alimentati dai sacramenti della vita nuova e dalla preghiera fedele.

Venga in noi il Tuo Spirito e ci renda pellegrini di speranza, donandoci con la grazia del Giubileo la gioia dell’incontro con Te come sempre nuovo inizio della nostra vita in cammino verso la città celeste. E la Vergine Maria, Madre Tua e nostra, interceda per noi affinché non si spenga mai nel nostro cuore l’ardore dell’attesa, nel desiderio dei cieli nuovi e della terra nuova in cui Tu verrai e il mondo intero sarà la patria del Tuo amore senza fine. Vieni, Signore Gesù! Amen! Alleluja!

+ Bruno Forte
Arcivescovo di Chieti – Vasto

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Con Maria Immacolata verso il Santo Natale

Posté par atempodiblog le 29 novembre 2024

Con Maria Immacolata verso il Santo Natale dans Avvento Maria-Immacolata

“Pregate. Pregate. Pregate ogni giorno durante la novena dell’Immacolata le preghiere di consacrazione ai Cuori di Gesù e di Maria”. (Messaggio della Madonna di Medjugorje del 28 novembre 1983)

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La preghiera di consacrazione al Sacro Cuore di Gesù (27/11/1983) e la preghiera di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria (28/11/1983) sono state dettate dalla Madonna di Medjugorje a Jelena Vasilj:

Preghiera-di-consacrazione-al-Sacro-Cuore-di-Ges dans Medjugorje

Preghiera di consacrazione al Sacro Cuore di Gesù

“Gesù, sappiamo che Tu sei misericordioso e che hai offerto il Tuo Cuore per noi.
Esso è incoronato dalle spine e dai nostri peccati.
Sappiamo che Tu ci supplichi costantemente affinché noi non ci perdiamo.
Gesù, ricordaTi di noi quando siamo nel peccato.
Per mezzo del Tuo Cuore fa’ che tutti gli uomini si amino. Sparisca l’odio tra gli uomini.
Mostraci il Tuo amore.
Noi tutti Ti amiamo e desideriamo che Tu ci protegga col Tuo Cuore di Pastore e ci liberi da ogni peccato.
Gesù, entra in ogni cuore! Bussa, bussa alla porta del nostro cuore.
Sii paziente e non desistere mai.
Noi siamo ancora chiusi perché non abbiamo capito il Tuo amore.
Bussa continuamente.
Fa’, o buon Gesù, che Ti apriamo i nostri cuori almeno nel momento in cui ci ricordiamo della Tua passione sofferta per noi. Amen”.

Preghiera-di-consacrazione-al-Cuore-Immacolato-di-Maria dans Preghiere

Preghiera di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria

“O Cuore Immacolato di Maria, ardente di bontà, mostra il Tuo amore verso di noi.
La fiamma del Tuo cuore, o Maria, scenda su tutti gli uomini.
Noi Ti amiamo tanto.  
Imprimi nei nostri cuori il vero amore così da avere un continuo desiderio di Te.
O Maria, umile e mite di cuore, ricordati di noi quando siamo nel peccato.
Tu sai che tutti gli uomini peccano.
Donaci, per mezzo del Tuo Cuore Immacolato la salute spirituale.
Fa’ che sempre possiamo guardare alla bontà del Tuo Cuore materno
e che ci convertiamo per mezzo della fiamma del Tuo Cuore. Amen”.

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In questa sacra novena

Posté par atempodiblog le 16 décembre 2023

In questa sacra novena
di San Paolo della Croce

Cammino di Avvento dans Avvento Pregare-accanto-al-presepe

Non mancherò, tanto in questa sacra novena e molto più nella prossima solennità natalizia, di supplicare il sovrano divin Infante degnarsi di rinnovare nel di lei cuore questa mistica divina natività che si celebra ogni giorno nella più profonda solitudine interna, ed in questo sacro deserto, in alta astrazione e distacco da ogni cosa creata, in perfetta nudità e povertà di spirito ed in sacro silenzio di fede e d’amore l’anima umana rinasce nel Divin Verbo umanato a nuova vita tutta santa e deiforme.

Prego e pregherò il sovrano divino Infante a concederle ali di fuoco, ali di viva fede, di fiducia e fervida carità, acciò il benedetto suo spirito voli in alto in sinu Patris, che è il luogo dove sta esso e vuole pure che sia l’ovile dei suoi servi: Filius Dei qui est in sinu Patris… et ubi ego sum, illic et minister meus erit. E molto godo nel Signore che ella si ritrovi nel buio della
mezzanotte, come in cifra par mi dica nel gratissimo suo foglio, poiché in tal tempo seguì il gran prodigio di carità della nascita temporale del divin Verbo umanato: Dum medium silentium tenerent omnia, et nox in suo cursu medium iter haberet omnipotens sermo tuus…

Così appunto succede nella Mistica Divina Natività, cioè, nella mezzanotte più oscura della fede. (Lettere II, 310; IV, 24 – San Paolo della Croce)

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Buon-Natale dans Preghiere
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L’importanza di una cella interiore

Posté par atempodiblog le 13 décembre 2023

L’importanza di una cella interiore
di Padre Livio Fanzaga
Tratto da: 
Blog di p. Livio – Direttore di Radio Maria

L’importanza di una cella interiore dans Avvento Adorazione-in-Chiesa

Cari amici, nel messaggio del 25 novembre 2023 la Regina della pace ci ha indicato come dobbiamo vivere il tempo in preparazione al Santo Natale: «Cari figli! Questo tempo sia intessuto di preghiera per la pace e di opere buone, affinché si senta la gioia dell’attesa del Re della Pace nei vostri cuori, nelle famiglie e nel mondo che non ha speranza. Grazie per aver risposto alla mia chiamata». Sostanzialmente noi cristiani dovremmo dedicarci alla preghiera e alle opere buone, riprendendo l’ora et labora di San Benedetto.

Tutti i messaggi della Madonna convergono a questo invito di pregare, nel senso più profondo che è quello dell’apertura dell’anima a Dio. Come un fiore si apre al sole, riceve la luce, il calore e la vita, allo stesso modo la nostra anima deve aprirsi a Dio. In questo tempo di desolazione e di morte nel quale ci troviamo c’è un solo modo per salvarci e per uscire dal labirinto nel quale siamo rinchiusi, l’unica salvezza è la preghiera.

L’uomo moderno non vuole Dio ed è rinchiuso in una buia caverna incatenato alla superbia, all’odio, all’ingiustizia e alla violenza. L’umanità è immersa nelle tenebre e la Madonna ci invita a uscire e incontrare Dio. Stiamo vivendo gli ultimi tempi, siamo nella fase di preparazione al grande combattimento escatologico che cambierà il mondo; le Scritture e le rivelazioni mariane lo dicono chiaramente e ne sono la conferma i segni dei tempi.

Dobbiamo fare uno sforzo e liberarci dai condizionamenti mondani, dall’informazione mondana, dalle stupidaggini mondane, i riverberi dell’inferno sono ovunque! L’unico posto dove si potrebbe stare veramente bene, a parte la natura che inevitabilmente ci porta alla contemplazione della grandezza di Dio, sono le chiese. Purtroppo, però pochi entrano in chiesa.

In questa situazione di stallo ci sono due soluzioni fra loro convergenti e necessarie una all’altra.

La prima è creare una cella interiore in cui incontrare Dio, stare alla sua presenza e rifugiarci nella preghiera; per edificare questa cella e mantenerla intatta nel tempo è necessario scandire la propria giornata con la preghiera, in ogni istante il nostro cuore deve anelare a Dio. Anche di notte, anziché lasciarci sopraffare dai pensieri negativi, rivolgiamo parole d’amore a Dio, preghiamo, orientiamo il nostro cuore al Cielo.

Quanto è importante, poi, riempire il nostro tempo con letture edificanti, selezionare le persone da frequentare, non indulgere a chiacchiere, non lasciarsi trascinare in cose inutili. Dentro di noi e intorno a noi è quanto mai importante creare un mondo diverso, costruire rifugi interiori di recupero spirituale, vere e proprie oasi.

Tutto questo è necessario come l’acqua al fiore che altrimenti appassisce e muore. Nel mondo nel quale viviamo c’è bisogno di preghiera, le anime hanno bisogno di ristorare in un’oasi interiore di pace, contemplazione e dialogo intimo con Dio.

In pochi decenni abbiamo visto le chiese svuotarsi, l’abbandono sistematico dei Sacramenti, il distaccamento dalla preghiera. In poco tempo Dio si è eclissato. In questo modo dove andremo a finire? Il mondo senza Dio è come un vento maligno che ha spazzato via tutte le cose buone, ha desertificato le nostre anime e noi non siamo riusciti a fermarlo.

Torniamo a Dio, alla preghiera, ai sacrifici e alle opere di bene. Solo in Dio c’è salvezza, solamente seguendo la Madonna le nostre anime potranno aprirsi a Dio come le corolle di bellissimi fiori si aprono al Sole!

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La portata del dono che è la Vergine Maria Immacolata

Posté par atempodiblog le 5 décembre 2023

La portata del dono che è la Vergine Maria Immacolata
di Padre Livio Fanzaga
Tratto da: Blog di p. Livio – Direttore di Radio Maria

La portata del dono che è la Vergine Maria Immacolata dans Avvento Maria-Immacolata

Cari amici, la Vergine Maria Immacolata è la protagonista della Storia che stiamo vivendo. In questo tempo è qui per realizzare la profezia che ha fatto a Fatima e cioè che al termine di questi anni travagliati il Suo Cuore Immacolato trionferà. La Madonna è indubbiamente un dono immenso che Dio ci ha fatto. La presenza di Maria e la certezza del trionfo del Suo Cuore Immacolato sono la speranza che alimenta la fiducia nel nostro cuore guardando al futuro.

Per capire la portata del dono che è la Vergine Maria Immacolata dobbiamo dare uno sguardo alla Storia della Salvezza che da sempre è illuminata dalla presenza della Madonna. La Storia della Salvezza ha avuto inizio con la caduta di Eva che ha compromesso il progetto divino di gioia e di felicità per il genere umano. Dio ha dovuto inviare Suo Figlio per riscattare l’umanità e per ripristinare il suo progetto di salvezza e di gioia nell’eternità, che era la condizione originaria dei nostri progenitori.

Il tema dell’Immacolata è presente già dall’inizio della Storia della Salvezza. Nelle prime pagine della Sacra Scrittura si legge una promessa che Dio rivolge al serpente infernale che aveva tentato i progenitori:

Io porrò inimicizia fra te e la donna,
fra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno

Questa promessa illumina la Storia della Salvezza fin dalle origini. Questa inimicizia indica un’opposizione radicale fra la Donna e la serpe. C’è anche la contrapposizione tra Eva, che si è fatta sedurre, e Maria, madre della nuova umanità cioè quella dei salvati che entreranno nell’ambito della grazia, della purificazione, della santificazione. All’inizio della Storia della Salvezza risplende questa figura meravigliosa, il cui Figlio sarà il Redentore e sarà Lui stesso il vittorioso nei confronti del drago e della sua stirpe.

Questa profezia si è realizzata pienamente nel momento in cui la Vergine ha concepito e generato il Signore, il Salvatore, il quale con la sua incarnazione, passione e morte ha redento l’umanità. L’Immacolata è all’origine della Storia della Salvezza, è al centro ed è anche al termine. Siamo entrati nell’ultima fase della Storia della Salvezza che ha un inizio, la Creazione, un centro che è l’Incarnazione e una fase ultima che è quella che stiamo vivendo e che è una fase di prove, di persecuzioni, di tradimenti ma che culminerà con il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria.

Così come la Madonna ha accompagnato Cristo sul Calvario e gli è stata accanto in ogni istante della Passione, allo stesso modo Maria non lascerà sola la Chiesa nel momento della prova e del suo Calvario. La Madonna è qui per portare l’umanità nel tempo della pace. La parte finale della Storia della Salvezza prevede il trionfo del Cuore Immacolato di Maria. La profezia della Genesi in cui Dio dice che avrebbe posto inimicizia fra il serpente e la Donna è stata un’espressione di cui Pio IX – che ha proclamato il dogma dell’Immacolata – ha dato una lettura teologica e profetica. Fra il serpente e la Donna l’inimicizia è tale per cui il serpente non ha potuto mai intaccare la Donna, nemmeno nel primo istante del concepimento. Il serpente non ha mai, nemmeno per un momento, avuto potere sulla Donna.

Maria è veramente la nuova Eva, è stata concepita senza peccato originale. La Madonna è l’Immacolata, su di Lei il serpente non ha mai potuto nulla. La Madonna mai è stata violata per nessuna ragione dagli effetti del peccato originale. Maria è l’Immacolata fin dal primo istante del suo concepimento e per tutta la sua vita, è stata preservata dagli effetti del peccato originale. Maria è la tutta pura e la tutta santa!

Guardando all’Immacolata, allora, vediamo la radicalità della Redenzione. Con Maria Dio ha ripristinato il genere umano, ha creato una nuova realtà che è quella che Lui aveva in mente fin dall’inizio della Creazione ma che è stata compromessa dal peccato originale. Una creatura umana non avrebbe mai potuto accogliere nel suo grembo il Verbo Incarnato se fosse stata violata in qualche modo dal peccato originale. La Madonna non è mai stata di satana, nemmeno per un istante. La vittoria di Dio è totale ed è quella di un nuovo genere umano.

Come diceva Sant’Agostino, tutti noi con il Battesimo rinasciamo nel grembo della Vergine Maria e diventiamo membra vive del corpo mistico di Cristo. La Madonna è l’unica creatura sulla quale satana mai ha potuto avere, nemmeno per un istante, potere. Questa è la rabbia di satana e il suo odio verso l’Immacolata. Satana è libero dalle catene anche per la rabbia che nutre dentro di sé vedendo che si realizza quello che la Madonna ha profetizzato a Fatima.   

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Papa Francesco: “In Avvento prepariamo con cura la casa del cuore”

Posté par atempodiblog le 3 décembre 2023

Papa Francesco: “In Avvento prepariamo con cura la casa del cuore”
L’appello del Papa per Gaza: “auspico che tutti coloro che sono coinvolti possano raggiungere al più presto un nuovo accordo per il cessate il fuoco”
di Marco Mancini – ACI Stampa
Tratto da: Radio Maria

Papa Francesco: “In Avvento prepariamo con cura la casa del cuore” dans Articoli di Giornali e News Cuore-culla-del-Santo-Natale

La Santa Sede ieri ha confermato che le condizioni di salute del Papa migliorano e a scopo precauzionale – come domenica scorsa – Francesco ha recitato la preghiera dell’Angelus da Santa Marta.

“Sto migliorando, ma sarà monsignor Braida a leggere”, ha esordito Papa Francesco.

Il tema centrale del Vangelo della I Domenica di Avvento è la vigilanza. E il Papa la esplica nel senso cristiano.

“La vigilanza dei servi non è fatta di paura, ma di desiderio, nell’attesa di andare incontro al loro signore che viene. Si tengono pronti al suo ritorno perché gli vogliono bene, perché hanno in animo di fargli trovare, quando arriverà, una casa accogliente e ordinata: sono contenti di rivederlo, al punto che ne aspettano il rientro come una festa per tutta la grande famiglia di cui fanno parte. È con questa attesa carica di affetto che vogliamo anche noi prepararci ad accogliere Gesù”.

In Avvento “prepariamo con cura la casa del cuore, perché sia ordinata e ospitale. Vigilare significa tenere pronto il cuore. È l’atteggiamento della sentinella, che nella notte non si lascia tentare dalla stanchezza, non si addormenta, ma rimane desta in attesa della luce che verrà. Il Signore è la nostra luce ed è bello disporre il cuore ad accoglierlo con la preghiera e ad ospitarlo con la carità, i due preparativi che lo fanno stare a suo agio”.

Il Papa suggerisce un programma di vita per l’Avvento: “incontrare Gesù che viene in ogni fratello e sorella che ha bisogno di noi e condividere con loro ciò che possiamo: ascolto, tempo, aiuto concreto. Ci fa bene oggi chiederci come preparare un cuore accogliente per il Signore.

Possiamo farlo accostandoci al suo Perdono, alla sua Parola, alla sua Mensa, trovando spazio per la preghiera, accogliendolo nei bisognosi.

Coltiviamo la sua attesa senza farci distrarre da tante cose inutili e senza lamentarci in continuazione, ma tenendo il cuore vigile, cioè desideroso di Lui, desto e pronto, impaziente di incontrarlo”.

“In Israele e Palestina – sono le parole del Papa al termine dell’Angelus lette da Monsignor Braida – la situazione è grave: addolora che la tregua sia stata rotta, ciò significa morte, distruzione, miseria.

Molti ostaggi sono stati liberati ma tanti sono ancora a Gaza; pensiamo a loro, alle loro famiglie che avevano visto una luce, una speranza di riabbracciare i loro cari. A Gaza c’è tanta sofferenza, mancano i beni di prima necessità: auspico che tutti coloro che sono coinvolti possano raggiungere al più presto un nuovo accordo per il cessate il fuoco e trovare soluzioni diverse rispetto alle armi, provando a percorrere vie coraggiose di pace.

Desidero assicurare la mia preghiera per le vittime dell’attentato avvenuto questa mattina nelle Filippine dove una bomba è esplosa durante la messa: sono vicino alle famiglie, al popolo di Mindanao che già tanto ha sofferto.

Anche se a distanza seguo con grande attenzione i lavori della COP28. Usciamo dalle strettoie dei particolarismi e dei nazionalismi -schemi del passato- e abbracciamo una visione comune, impegnandoci tutti e ora senza rimandare per una necessaria conversione ecologica globale.

Oggi è la giornata internazionale delle persone con disabilità: accogliere e includere chi vive questa condizione aiuta tutta la società a diventare più umana. Nelle famiglie, nelle parrocchie, nelle scuole, nel lavoro, nello sport impariamo a valorizzare ogni persona con le sue qualità e capacità e non escludiamo nessuno”.

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Indulgenza plenaria in occasione degli 800 anni del “Natale di Greccio”

Posté par atempodiblog le 3 décembre 2023

Indulgenza plenaria in occasione degli 800 anni del “Natale di Greccio”
Dall’8 dicembre al 2 febbraio 2024 in ogni chiesa francescana
di: Ordo Fratrum Minorum – Frati Francescani

Indulgenza plenaria in occasione degli 800 anni del “Natale di Greccio” dans Articoli di Giornali e News Indulgenza-plenaria-Natale-di-Greccio

In occasione dell’800° anniversario del “Natale di Greccio”, la Penitenzieria Apostolica ha concesso l’Indulgenza plenaria a tutti i fedeli che, dall’8 dicembre 2023 (Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria) al 2 febbraio 2024 (Festa della Presentazione al tempio di Nostro Signore Gesù Cristo) andranno a visitare un presepe in una chiesa affidata ai frati francescani in tutto il mondo.

La Famiglia francescana aveva inoltrato la richiesta al Santo Padre lo scorso 17 aprile, “al fine di promuovere il rinnovamento spirituale dei fedeli ed incrementare la vita di grazia”, si legge nella petizione inviata alla Penitenzieria Apostolica.

“Sostando in preghiera davanti ai presepi, i fedeli possano conseguire l’Indulgenza plenaria alle solite condizioni. Così pure quanti sono malati o impossibilitati a partecipare fisicamente, possano ugualmente fruire del dono dell’Indulgenza plenaria, offrendo le loro sofferenze al Signore o compiendo pratiche di pietà”.

Divisore dans San Francesco di Sales

Scarica:

Freccia dans Viaggi & Vacanze Decreto della Indulgenza plenaria in occasione degli 800 anni del “Natale di Greccio” in pdf

 

Leggi il testo completo della Lettera della Conferenza della Famiglia francescana:

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Lascia che Maria canti nel tuo cuore il Magnificat

Posté par atempodiblog le 22 décembre 2022

Lascia che Maria canti nel tuo cuore il Magnificat
di Padre Livio Fanzaga – La pazienza di Dio. Vangelo per la vita quotidiana, Ed. Piemme

Lascia che Maria canti nel tuo cuore il Magnificat dans Avvento Magnificat

Lascia che Maria ti prenda per mano
Per celebrare il Natale è necessaria una decisione che non molti si sentono di prendere. Il vero problema è costituito dal fatto che bisogna cambiare vita. Non c’è nulla di più doloroso che tagliare le catene del male che ci imprigionano. La rinuncia al peccato è una delle imprese più grandi che l’uomo, con l’aiuto della grazia, possa compiere. In noi vi è forse il desiderio, ma non la ferma volontà di decidere.
Sappiamo che la confessione è una via obbligata, perché la culla del cuore abbia la purezza necessaria per accogliere il Salvatore. Ma esitiamo nell’incertezza dei deboli e tutto rimane come prima. Il Signore ancora una volta rischia di bussare invano.
Perché il tuo cuore sia pronto, perché Gesù entri nella tua vita, è necessario l’intervento di Maria. Affidati a lei. Chiedile di aiutarti a fare un esame di coscienza. Implora dal suo cuore di madre la grazia del pentimento. Se le tue gambe sono incerte, domandale di prenderti per mano e di accompagnarti fin davanti al sacerdote per la tua confessione.
Ti assicuro, caro amico, che tornerai con le lacrime della gioia.

Anche tu, con Maria, chiama Gesù «mio Salvatore»
Lascia che Maria canti nel tuo cuore il Magnificat, questo poema di luce divina che è sgorgato dalla sua anima esultante, quando si è incontrata con Elisabetta. Anche lei è stata salvata da Dio, che l’ha preservata dal male, fin dal primo istante del suo concepimento. Nello slancio della sua infinita riconoscenza, Maria chiama Dio «mio Salvatore». Gesù è anche il tuo Salvatore. A Natale Maria te lo porge, perché tu lo accolga nella tua vita.

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Novena di Natale nello spirito di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori

Posté par atempodiblog le 16 décembre 2022

Novena di Natale nello spirito di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori
Tratta da: Casa natale di sant’Alfonso de’ Liguori

Novena di Natale nello spirito di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori dans Avvento Presepe-Sant-Alfonso-Maria-de-Liguori

S. Alfonso, il grande cantore del Natale, già nel 1756 ammoniva:

– “Molti cristiani sogliono per lungo tempo avanti preparare nelle loro case il presepio, per rappresentare la nascita di Gesù Cristo; ma pochi son quelli che pensano a preparare i loro cuori, affinché possa nascervi in essi e riposarvi Gesù bambino. Ma tra questi pochi vogliamo esserci anche noi, perché restiamo accesi dal fuoco dell’amore del Dio Bambino, che rende le anime contente in questa terra e beate nel cielo”.

– Le sue tenere parole ci guidino all’incontro con il Santo Bambino.

Coroncina per la Novena di Natale di S. Alfonso

I. Amabilissimo mio Gesù, Dio del mio cuore, io benedico l’ora in cui ti facesti uomo nel seno purissimo di Maria santissima, per patire e morire per amor mio.
Ti prego per quei nove mesi che volesti star chiuso in quell’utero verginale, a perdonare tutti i miei peccati, che sono stati offesa a te, mio sommo Bene, e dei quali ora mi pento con tutto il cuore.

Gloria al Padre….

O dolce Vita mia,
bel Figlio di Maria,
tu sol mio caro Dio,
sei tutto il mio tesor.

Vorrei per te, Signore,
morire ognor d’amore,
per te, Bambino mio,
che m’hai rubato il cor.

Oppure:

Fammi degno, o Madre mia,
di godere in questo petto
il tuo Figlio pargoletto,
or che nasce dal tuo sen.

II. Amabilissimo mio Gesù, Dio del mio cuore, benedico quella notte, in cui volesti nascere in una stalla, qual tenero Bambino, fasciato con poveri panni, tremante di freddo, posto in una mangiatoia sopra la paglia in mezzo a due animali, per conquistare i nostri cuori.
Io adoro le tue tenere membra, bacio quella fortunata terra; ti ringrazio di tanti benefici e ti prego per quei gran patimenti, per quelle prime lacrime, per quei sospiri, a darmi grazia ch’io viva, a tua maggior gloria, amando te, Bontà infinita.

III. Amabilissimo mio Gesù, Dio del mio cuore, benedico quell’ora in cui fosti presentato da Maria SS. nelle braccia di S. Simeone. Ti ringrazio che volesti addossarti i miei peccati e soddisfarne la divina giustizia con patire e morire per me.
Ti supplico per tanta tua bontà, a liberarmi dalle pene dell’inferno; e a far che io odi sopra ogni male il peccato, perché tuo nemico, perché odiato infinitamente da te.

IV. Amabilissimo mio Gesù, Dio del mio cuore, benedico quella notte nella quale la tua SS. Madre ti condusse in Egitto con tanti patimenti e incomodi, per liberarti dalle mani di Erode.
Adoro la tua santissima umanità addolorata, ti ringrazio che hai patito tanto per me; e ti prego ad aprirmi quel paradiso che mi hai guadagnato con tanto tuo sacrificio: sicché venga a goderti in cielo per darti quella gloria, che meriti, infinita Bontà.

V. Amabilissimo mio Gesù, Dio del mio cuore, benedico quegli anni, nei quali volesti vivere, povero e sconosciuto, nella bottega di Nazareth, in compagnia di Maria e di Giuseppe, tra fatiche, stenti e sudori.
Adoro tutte le tue divine azioni: bacio quella terra che calpestasti; ti ringrazio, mio Signore, che hai tanto patito per amor mio; ti prego di concedermi l’amore alla vita nascosta ed alla tua santissima umanità: sicché viva e muoia amando te, mio Padre, mio Redentore, mio Maestro e mio Dio, per amarti in cielo per tutti i secoli. Amen.

Alla Madonna
Vergine santissima, grande regina del cielo e della terra, Madre di Gesù, Figlio di Dio, e madre mia, benedico e venero il tuo santo grembo, che portò il Redentore del mondo, le tue braccia che l’accolsero, il tuo petto che lo allattò, il tuo cuore che tanto l’amò.
Ti supplico, per quanto ami Gesù, ad ottenermi il vero amore di Dio e l’amore a te, gran Madre di Dio. Cosicché l’unico oggetto di tutti i miei desideri e di tutti gli amori miei sia Gesù, e dopo Gesù siate voi, dolcissima e amabilissima mia Maria.

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La Confessione è un mistero di Misericordia infinita

Posté par atempodiblog le 16 décembre 2022

La Confessione è un mistero di Misericordia infinita
di Padre Livio Fanzaga
Tratto da: Blog di p. Livio – Direttore di Radio Maria

La Confessione è un mistero di Misericordia infinita dans Avvento Ges-Re-di-Misericordia

Ci stiamo avvicinando alla Notte Santa. È bene che il nostro cuore sia pronto e degno di accogliere Gesù Bambino, per farlo dobbiamo preparare una bella Confessione preparata, umile e sincera.

Il solo fatto di considerare che abbiamo offeso Dio, muove il cuore e rafforza la volontà a fare il proposito di non peccare più e quindi di cambiare vita. Ovviamente questo proposito ha bisogno di essere rafforzato nel cammino che si fa successivamente perché poi arrivano le tentazioni, le cadute.

Il cammino di consolidamento della decisione di non peccare più è un dono di grazia e si fa anche attraverso il combattimento spirituale. Siamo essere umani e, pur arrivando a decisioni radicali, dobbiamo continuamente scegliere il cammino sulla via della santità.

Quando la Regina della pace ha detto che la maggior parte delle persone va in Purgatorio, un numero ugualmente grande va all’inferno e un numero relativamente piccolo va direttamente in Paradiso, ha anche detto che se ci sono persone che nel corso della vita hanno commesso peccati relativamente gravi ma poi si pentono sinceramente, espiano questi peccati e si avviano al ritorno a Dio con i Sacramenti della Confessione e dell’Eucarestia, possono andare direttamente in Paradiso. L’esempio è quello del buon ladrone.

Ci sono persone che si accostano al Sacramento della Confessione dopo tanti anni e fanno anche fatica a ricordare tutti i peccati commessi. Dopo la Confessione e dopo aver gustato il dono della pace nel cuore spesso rimuginano e si chiedono se veramente sono stati perdonati da Dio. Il diavolo insinua i dubbi e molte volte arriva a insinuare il dubbio che Dio non abbia perdonato i peccati confessati. Molte volte sono loro stessi che non si sono perdonati e pensano che la Divina Misericordia non sia così grande da poter perdonare radicalmente.

Questo è un mistero della fede che deve essere approfondito. Chi, pur avendo commesso i peccati più gravi, si pente sinceramente e prova dolore per aver offeso Dio infinitamente buono e degno di essere amato (atto di contrizione, o dolore perfetto), si accosta al Sacramento della Confessione e riceve l’assoluzione, ottiene la remissione dei peccati, anche i più gravi e viene liberato di quelle pene che dovrebbe espiare in Purgatorio. Per questo la Madonna ha detto che anche chi ha commesso i peccati più gravi ma si pente, si confessa, riceve la Comunione, può andare direttamente in Paradiso.

La Confessione è un mistero di Misericordia infinita.

Chi si pente, qualsiasi peccato abbia commesso, viene assolto. Se il pentimento è perfetto, questa radicalità del pentimento è tale da togliere anche eventuali “residui” che dovrebbe scontare in Purgatorio.

Per comprendere ciò bisogna capire che cos’è la Croce. Cristo sulla Croce ha espiato tutti i peccati di tutti gli uomini di tutti i tempi e lo ha fatto al nostro posto e per nostro amore. Ha già pagato Lui il prezzo del riscatto.

A noi tocca una piccola penitenza come cooperazione alla nostra purificazione.

Se entriamo in questa comprensione dell’amore di Dio, che ha inviato il Figlio che si è fatto uomo ed è “l’Agello di Dio, Colui che toglie i peccati del mondo”, come possiamo dubitare della Divina Misericordia?

La Misericordia di Dio è più grande di qualsiasi peccato. Dobbiamo allora sforzarci di aprire il cuore alla Divina Misericordia, al Sangue di Cristo che ci purifica, ci lava e ci restituisce l’innocenza battesimale. Apriamoci con fiducia totale alla Divina Misericordia e con amore e per amore per Dio decidiamoci e impegniamoci a non peccare più.

Divisore dans San Francesco di Sales

Freccia dans Viaggi & Vacanze La confessione natalizia (di Don Tino Rolfi)

Freccia dans Viaggi & Vacanze La confessione natalizia (di P. Vincenzo Benetollo o.p.)

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Il silenzio attivo di coloro che aspettano

Posté par atempodiblog le 5 décembre 2022

Il silenzio attivo di coloro che aspettano dans Avvento Il-silenzio-attivo-di-coloro-che-aspettano

Durante la loro attesa, il vecchio mondo romano aveva compiuto prodigi di abominio, opposte ambizioni si erano fatte guerra, la terra si era inchinata allo scettro di Cesare Augusto. La terra non si era ancora accorta dell’importanza di ciò che si compiva in lei. Stordita dai rumori di guerre e discordie, non si era accorta di una cosa importante che avveniva: era il silenzio di coloro che aspettavano nella profonda solennità del desiderio.
La terra non sapeva nulla di questo. Se si dovesse ricominciare oggi, non lo si saprebbe più di allora. Lo si ignorerebbe con la stessa ignoranza, lo si disprezzerebbe con lo stesso disprezzo, se la costringessero ad accorgersene. Era il silenzio, dico, la vera cosa che si compiva a sua insaputa sulla sua superficie.
Questo silenzio era un’autentica azione. Non era un silenzio negativo, assenza di parole; era un silenzio positivo, attivo al di là di qualunque azione. Mentre Ottaviano e Antonio si disputavano l’Impero del mondo, Simeone e Anna aspettavano. Chi tra essi agiva di più?

Tratto da “Fisionomie dei santidi Ernest Hello

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“Il più piccolo del Regno dei cieli è più grande di lui”

Posté par atempodiblog le 4 décembre 2022

“Il più piccolo del Regno dei cieli è più grande di lui”
Tratto da: Le vie del cuore. Vangelo per la vita quotidiana. Commento ai vangeli festivi Anno A, di Padre Livio Fanzaga. Ed. PIEMME

“Il più piccolo del Regno dei cieli è più grande di lui” dans Avvento San-Giovanni-Battista

Sarebbe errato considerare san Giovanni il Battista un uomo dell’Antica Alleanza. Egli appartiene ad ambedue. È il precursore e nello stesso tempo il discepolo del Messia. È il più grande fra i nati di donna, ma anche il più piccolo nel Regno dei cieli. Ecco perché la Chiesa si prepara al Natale facendosi guidare dalla sua parola.

Caro amico, ti sei chiesto che cosa  significa la  parola “Natale”?

Significa “nascita”. Nascita di chi? Colui che nasce è il Figlio di Dio che si è fatto uomo. A Natale vedi Dio col volto di un bambino. Vedi il tuo Creatore senza grandezza, senza forza, senza pompa, senza prestigio. Vedi il tuo Dio piccolo e indifeso. Vedi il tuo Dio in braccio a una donna, sistemato in una grotta, rifugio di animali.

Giovanni Battista dovette capire, prima del suo martirio, un aspetto misterioso dell’agire divino. Dio ordinariamente non si impone con la sua onnipotenza. Egli ama le vie della piccolezza e dell’umiltà. Dio ama più nascondersi che mostrarsi.

L’umiltà di Dio è la grande medicina per l’orgoglio umano. È l’orgoglio che perde l’uomo. Noi viviamo in un mondo che nega Dio e glorifica se stesso. Vuoi celebrare il tuo Natale con questo mondo? Forse lo hai celebrato più di una volta e nessuno meglio di te ne conosce il sapore amaro.

Celebra il tuo Natale con i pastori. Essi sono i piccoli del Regno di Dio. Nella notte santa accostati con loro alla capanna. Inginocchiati con loro davanti alla culla e contempla con i loro occhi limpidi l’umiltà infinita di Dio.

E lascia infine che Maria  deponga nel tuo cuore purificato dal pentimento il Bambino Gesù, nostro Dio e Salvatore, ma ormai divenuto nostro fratello.

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