San Giuda Taddeo, cugino del Salvatore
di Stefano Nitoglia – Radici Cristiane
Tratto da: La voce di San Giuda Taddeo Apostolo
Un Santo nascosto
Accanto alla Roma rutilante dei grandi apostoli e dei santi illustri c’è una Roma “minore”, ma non per questo meno grande. E’ la Roma dei santi poco conosciuti, ma non meno potenti. Tra questi, vi è uno in particolare la cui intercessione è efficacissima, tanto da essere considerato il patrono dei casi disperati: san Giuda Taddeo, annoverato, secondo san Luca, all’undicesimo posto della gerarchia apostolica. Provare per credere.
I suoi resti si trovano in una cappella laterale della Basilica di San Pietro in Vaticano, quasi nascosti agli occhi dei più, come se il Signore lo abbia voluto gelosamente riservare tutto per sé. Chi scrive,avendo per caso saputo che era lì sepolto e volendolo venerare, ne ha chiesto notizie ai custodi della Basilica più importante della Cristianità. Solo uno di essi, dopo averci pensato un po’ su, ha saputo indicare, e non senza incertezze, la sua tomba. Forse, la sua poca notorietà è legata al nome, che evoca il tradimento dell’altro Apostolo e per questo su di lui per lunghi secoli è calato il silenzio. Ma, a differenza di quello, san Giuda Taddeo suggellò con il sangue del martirio la sua fedeltà al Redentore.
Cugino di Gesù
Nato a Nazareth, nell’alta Galilea, da Alfeo, fratello di san Giuseppe, e da Maria di Cleofe, una delle pie donne che secondo la narrazione evangelica accompagnarono Gesù al Calvario e a cui gli angeli annunziarono la Resurrezione il lunedì di Pasqua, Giuda Taddeo era, quindi, della stirpe regale di Davide e cugino di Gesù.
Quasi coetaneo del Salvatore, san Giuda trascorse con Lui la sua infanzia e si formò alla scuola di Maria.
Si può, quindi, pensare che egli sia stato uno dei primi ad abbracciare la devozione della schiavitù a Maria, che ebbe origine da Gesù stesso, che fu il primo schiavo di Sua madre nel Suo seno, e che si è tramandata nei secoli e successivamente è stata meglio delineata da san Luigi Maria Grignion de Montfort (1673 – 1716), che ne fu il principale propagatore.
Questa devozione, che meriterebbe di essere maggiormente conosciuta, è una via più facile e sicura per arrivare a Gesù, Sapienza Incarnata, consacrandosi totalmente a Lui attraverso Maria; una perfetta rinnovazione dei voti battesimali fatta mediante la Santa Vergine.
Animo generoso e sensibilissimo, dallo sguardo penetrante e dal sorriso dolce e accattivante come quello del Cugino, di bell’aspetto virile, Giuda meritò l’appellativo di Taddeo, dal siriaco Thad, che significa “dolce, misericordioso, benefico, amabile, generoso”.
Il suo apostolato e il martirio
L’azione apostolica di san Giuda, dopo la Pentecoste, fu vastissima; evangelizzò dapprima la Giudea, quindi la Mesopotamia e infine la Persia, compiendo numerosi miracoli ed ottenendo moltissime conversioni. In quest’ultimo Paese si riunì all’apostolo san Simone, combattendo insieme a lui contro le eresie dei sacerdoti idolatri Zaroes e Arfexat, che gli aizzarono contro la popolazione di Suamyr, grande centro della Persia. Lì furono martirizzati nell’anno 70 dell’era cristiana, 36 anni dopo l’Ascensione di Gesù Cristo in cielo.
I loro resti furono portati più tardi a Roma e collocati in una cappella laterale della Basilica di San Pietro. Il Papa Paolo V, con una Lettera del 22 settembre 1548, concesse l’indulgenza plenaria ai visitatori della tomba di san Giuda Taddeo il giorno 28 ottobre, festa liturgica dei Santi Simone e Giuda.
La devozione popolare
Il culto di san Giuda si è diffuso nell’ Asia Mediorientale, nell’ Austria e in Polonia, meno in Italia. Molti santi e grandi personaggi furono suoi devoti: san Bernardo, che portava sempre con grande venerazione una sua reliquia, Santa Gertrude, che lo pregava ogni giorno e ne diffuse la devozione, Santa Brigida, alla quale Gesù stesso, in un’apparizione, raccomandò di ricorrere alla sua intercessione. Cosa che la Santa fece, ricevendo immediatamente la grazia richiesta.
Grande devoto di san Giuda fù Carlo Magno, il fondatore del Sacro Romano Impero, che nella diocesi di Aquisgrana si venera come Beato, il quale ottenne dal Papa il permesso di trasportare temporaneamente le spoglie del Santo a Tolosa, in Francia.
A Roma, nel quartiere Trieste, e più precisamente in via Rovereto, angolo via Gradisca, c’è una piccola Chiesa dedicata a san Giuda dal 1919 con accanto la Piccola Casa S. Giuda Taddeo, oggi casa-famiglia diretta dalle Suore Carmelitane che ne diffondono instancabilmente la devozione.