L’Eucaristia, comunione con la Trinità

Posté par atempodiblog le 14 juin 2020

L’Eucaristia, comunione con la Trinità

L’Eucaristia, comunione con la Trinità dans Fede, morale e teologia Trinit

[…] nell’Eucaristia, il Figlio Gesù Cristo è presente naturalmente (cioè con la sua duplice natura divina e umana) ed è presente anche personalmente (come persona del Figlio); il Padre e lo Spirito Santo direttamente, sono presenti soltanto naturalmente (in forza dell’unità della natura divina), ma indirettamente in forza, cioè della pericoresi delle persone divine, sono presenti anche personalmente. In ognuna delle tre persone della Trinità, infatti, sono presenti le altre due.

Di questa presenza della Trinità nell’Eucarestia, che la teologia afferma in linea di principio, i santi hanno fatto talvolta l’esperienza vissuta.

Nel Diario di una grande mistica, santa Veronica Giuliani, si legge: “Mi parve di vedere nel SS. Sacramento, come in un trono, Dio Trino e Uno: il Padre con la sua onnipotenza, il Figlio con la sua sapienza, lo Spirito Santo con il suo amore. Ogni volta che noi ci comunichiamo, l’anima nostra e il nostro cuore divengono tempio della SS. Trinità e, venendo in noi Dio, vi viene tutto il paradiso. Vedendo come Dio sta racchiuso nell’Ostia sacrosanta, stetti tutto il giorno fuori di me per il giubilo che provavo. Dovessi dare la vita a conferma di tale verità, la darei mille volte”.

Noi entriamo dunque in una comunione misteriosa, ma vera e profonda, con tutta la Trinità: con il Padre, attraverso Cristo, nello Spirito Santo.

di padre Raniero Cantalamessa – L’Eucaristia nostra santificazione. Ed. Àncora

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Annunciazione, quel Sì che restaura la storia

Posté par atempodiblog le 25 mars 2020

Annunciazione, quel Sì che restaura la storia
Il sì della Vergine cambia tutto. Non solo cambia la Storia, ma per così dire “restaura” la Storia che era stata compromessa con il peccato originale di Adamo ed Eva.
di Stefano Bimbi – La nuova Bussola Quotidiana
Tratto da: 
Radio Maria

Annunciazione, quel Sì che restaura la storia dans Angeli Annunciazione

Ogni 25 marzo ricorre la bella solennità dell’Annunciazione. Questa data non è convenzionale, ma al pari di quella del Natale, è una data storica. Infatti, recenti studi hanno accertato i turni al tempio di Gerusalemme da parte delle classi sacerdotali. Ebbene, la classe a cui apparteneva Zaccaria, il marito di Elisabetta, aveva il turno a fine settembre. Sapendo che, come ci narra il Vangelo, proprio in quel periodo l’angelo Gabriele annuncia a Zaccaria il concepimento di suo figlio Giovanni, risulta chiaro che il sesto mese di gravidanza per Elisabetta è fine marzo. Ecco quindi che sia la data dell’Annunciazione – e di conseguenza anche quella del Natale – risultano confermate storicamente.

L’Annunciazione ricorda, appunto, l’annuncio che l’arcangelo Gabriele porta a Maria: Dio l’aveva scelta per diventare la madre del Salvatore. Il sì della Vergine cambia tutto. Non solo cambia la Storia, ma per così dire “restaura” la Storia che era stata compromessa con il peccato originale di Adamo ed Eva.

È interessante notare il parallelismo tra le due donne, Eva e Maria. Ad entrambe appare un angelo: Gabriele a Maria e l’angelo decaduto (il diavolo) a Eva. In entrambi i casi è la creatura angelica a prendere l’iniziativa iniziando il discorso. “È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?” chiede Lucifero sotto forma di serpente. Lo scopo è quello di confondere le idee a Eva facendo sembrare che Dio voglia privare di qualcosa l’umanità, mentre il divieto divino voleva preservare l’uomo dalla superbia. L’arcangelo Gabriele invece con dolcezza si rivolge a Maria dicendole “Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te”. Il messo celeste vuole infondere pace e serenità a Colei che sarà chiamata a diventare la madre di Dio.

Dimenticandosi cosa sia la prudenza, Eva ascolta la voce del seduttore e con curiosità prolunga rovinosamente la conversazione con lui. Avrebbe dovuto diffidare chi cercava di allontanarla da Dio! Maria invece, vergine prudentissima, ascolta le parole di Gabriele e si lascia interrogare dal progetto di Dio: “Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato figlio dell’Altissimo”. Nonostante l’altezza delle promesse divine, Maria non si inorgoglisce, ma restando umile si chiede come possa avvenire questo nonostante il voto di verginità che insieme a Giuseppe aveva fatto. L’arcangelo la rassicura che “nulla è impossibile a Dio”.

Eva non mostra la stessa umiltà, ma appena l’angelo decaduto le assicura che può violare senza problemi il comandamento divino, si lascia affascinare dall’idea di diventare come Dio. L’amor proprio le fa dimenticare la riconoscenza che doveva al Creatore e con superbia afferra il frutto proibito. Al contrario di Eva, così concentrata su se stessa, Maria umilmente riconosce i diritti che Dio ha su di lei proclamandosi la serva del Signore, pronta ad eseguire la Sua Parola.

La conclusione dei due racconti la sappiamo. La disobbedienza di Eva (ed Adamo) porta ad una doppia morte: la “morte” dell’anima per il peccato che cancella la somiglianza con Dio e la morte del corpo che separato da Dio, principio di immortalità, ritornerà nella polvere da dove era stato tratto. Al contrario l’obbedienza di Maria manifesta la potenza di Dio che facendo partorire la Vergine darà al mondo il Suo Figlio per ristabilire l’ordine violato dal peccato originale.

A questo punto ci piacerebbe sapere cosa provava Maria quando sentiva “in diretta” le parole dell’arcangelo Gabriele. Possiamo a tal proposito ricordare cosa disse Maria stessa apparendo a Santa Veronica Giuliani: “Figlia mia, sappi che, quando venne l’angelo Gabriele a darmi questo annunzio da parte di Dio onnipotente, io stavo nella cognizione della mia bassezza e viltà; ed è questo l’esercizio che consegno a te. Sta sempre avvilita e annichilita sotto tutti, come vile fango e polvere”.

Quale esempio di umiltà ci dà Maria! Consigliandoci l’umiltà ci fa il più bel dono che una madre può fare ai suoi figli. Infatti, come lei stessa ricordò alla cugina Elisabetta, Dio “ha guardato all’umiltà della Sua serva, d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”. Infatti il Signore “ha rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili”. L’umile Maria è diventata infatti, come ricordiamo nelle litanie lauretanee, addirittura “Regina degli angeli”. Quindi sovrana anche di quell’arcangelo Gabriele che le portò un così bel messaggio.

A questo punto comprendiamo come mai l’Annunciazione sia un fatto così importante tanto che è uno dei due momenti dell’anno liturgico, in cui nella S. Messa, durante la recita del Credo, anziché chinare soltanto il capo, come accade normalmente, ci dobbiamo inginocchiare alle parole “e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo”. La seconda volta che è prevista tale genuflessione è per la Messa di Natale. Entrambe queste feste ricordano infatti il Mistero dell’Incarnazione nei suoi due momenti determinanti (concepimento, nell’Annunciazione, e nascita, nel Natale).

In molti luoghi, ad esempio in Toscana fino al XVIII secolo, l’anno civile iniziava proprio il 25 marzo a sottolineare l’importanza di questo evento. Solo per un esigenza di uniformità fu poi abbandonato in favore del 1° gennaio che comunque era anch’essa una festa liturgica: la circoncisione di Gesù (ad otto giorni dalla nascita).

In conclusione non possiamo non ricordare che l’evento dell’Annunciazione possiamo ricordarlo ogni giorno con l’Angelus. Recitandolo all’alba, a mezzogiorno e al tramonto, nella sua semplicità e brevità, questa preghiera ha una grande efficacia nel sintonizzare i nostri pensieri con quelli di Dio mettendoci al fianco di Maria per guardare meravigliati la grandezza del progetto del Signore che si svela ogni giorno dinnanzi ai nostri occhi.

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Un Paradiso anticipato in Terra

Posté par atempodiblog le 9 juillet 2016

Un Paradiso anticipato in Terra dans Citazioni, frasi e pensieri santa-veronica-giuliani

“Se davvero facciamo la divina Volontà, fra tempeste, fra avversità, fra travagli, troveremo sempre pace, e che pace!

Parteciperemo la beatitudine che godono i Beati in cielo ed un Paradiso anticipato in Terra”.

Santa Veronica Giuliani

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L’umiltà mi serve da specchio

Posté par atempodiblog le 7 décembre 2014

L'umiltà mi serve da specchio dans Fede, morale e teologia 281haur

O Dio! Se io potessi dare ad intendere in che modo il Signore, ora mi fa conoscere questa virtù! Ma, nel medesimo tempo, pare che mi faccia radicare, nell’intimo del mio interno, il valore e sostentamento che ella è a tutte le altre virtù. Ora, quando delle volte e quasi in tutto il mio operare, sto con questo atto pratico di conoscere, con certo sentimento, la mia impotenza, in operare, in patire, e in tutto, pare che tutto ciò mi dia cognizione di me stessa. Mi sembra di stare come, per esempio, in una camera nella quale vi sia uno specchio, ove, stando io guardando, vedo ivi dentro me medesima con tutto quello che si trova dentro la medesima camera. Senza che io mi giri a mirare cosa per cosa, per conoscere la preziosità di ciascuna, in un istante, se io guardo nello specchio, vedo tutto nello stesso tempo.

Così pare a me, ora. Quando il signore mi fa grazia di darmi, con certo atto pratico, questa virtù di umiltà come è di presente, mi serve di specchio, ove, per mezzo di essa, vedo il brutto e il bello che si trova, nell’interno e nell’esterno e, con certa cognizione viva ed intima, apprendo e conosco tutti i difetti e le colpe commesse, ma con lume (tale), che non mi pare di avere mai compreso ciò, come fo di presente. E, nel medesimo tempo, vedo il bello, (cioè), tutto quello che Iddio ha operato ed opera con doni e grazie. Così l’umiltà mi serve da specchio ove, per mezzo di essa, ritrovo e miro quanto mi dico.

Il modo, il come mi fa operare, è tutto quello che pratico nell’intimo, colla cognizione propria, non posso descriverlo. Ho detto qualche cosa, per obbedire.

Se un’anima camminasse per il sentiero verso l’umiltà, in poco tempo arriverebbe a conoscere e a possedere il riconoscimento dell’essere suo, e, con questo, verrebbe a conoscer anco Iddio, ove si trova il principio, mezzo e fine di quanto dobbiamo cercare, possedere ed amare, ed è vero bene delle anime nostre. In una parola, chi pratica l’umiltà, trova la verità, cioè, Iddio solo; chi cammina con umiltà non sa più cosa sia umanità e volontà.
Dunque, l’umiltà ha questo di proprio: ci fa scordare di noi e di tutto il momentaneo; ci fa apprendere un bene infinito; e ci stacca da ogni cosa terrena. E tutto ciò non è in speculazione ma in atto pratico. E, in tutto il vivere nostro, per fare questo non bisogna servirsi d’altro, che dell’umiltà. Questo è uno specchio ove l’anima vede ogni macchia e bruttezza che ella abbia in sé.

S. Veronica Giuliani – Il Diario, Ed. Cantagalli. A cura di Maria Teresa Carloni

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Santa Veronica Giuliani si adopera per liberare un’anima dal Purgatorio

Posté par atempodiblog le 22 octobre 2013

Santa Veronica Giuliani si adopera per liberare un'anima dal Purgatorio dans Festa dei Santi e commemorazione dei fedeli defunti Santa-Veronica-Giuliani

“…Iddio voleva farmi la grazia di farmi comprendere perché quest’anima abbia avuto sì grandi pene, e fosse costretta (sia stata condannata) a stare sì gran tempo, cioè sino al giorno del giudizio, in sì atroce tormento. Ma, ora, le si è abbreviato il tempo, mediante l’orazione che si è fatta per lei, e con questa esibizione che io ho fatto a Dio, che mandi qualsiasi pena a me.
Ora, ho capito che verrà un gran patire…

In un istante, ho compreso che, per cinque punti speciali, ella abbia patito e patisca così:

1) per non aver fatto l’obbedienza dei superiori, in specie dei confessori;

2) per non aver osservato il voto della povertà, in più capi. Sopra il medesimo punto e, nello stesso tempo, mi era data notizia del come si deve praticare, in tutte le cose, questo santo voto, ed anco Iddio mi ha fatto conoscere i difetti da me commessi, sopra ciò;

3) per la singolarità del vivere che ella aveva fatto, e per essere stata cagione di altri difetti, in altre cose. Qui ancora ebbi più notizie, in un attimo;

4) per le troppe comodità e per essersi contentata, in molte cose; in specie, di (in) quelle che sono contro la regola;

5) il concetto che ella aveva di sé, e (perché) molte volte credeva che Iddio facesse le grazie, per mezzo suo, con altre cose simili.

Capito tutto ciò, mi parve, di nuovo, intendere che mi preparassi a grandi patimenti, se volevo la liberazione di quest’anima…”.

S. Veronica Giuliani – Il Diario, Ed. Cantagalli. A cura di Maria Teresa Carloni

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P. Cappelletti in Purgatorio: trarne esempio e sprone per la nostra redenzione

Posté par atempodiblog le 17 octobre 2013

P. Cappelletti in Purgatorio: trarne esempio e sprone per la nostra redenzione dans Festa dei Santi e commemorazione dei fedeli defunti santa-veronica-giuliani

Sebbene sia stato lasciato scritto di P. Cappelletti che fu uomo e sacerdote pieno di carità verso i prossimi, mortificato e rigido verso se stesso, puntuale nell’osservanza delle regole della sua Congregazione, ed assai retto, in tutto ciò che intraprendeva per la gloria di Dio, e per la salute delle anime, Veronica conobbe il mistero che lo condusse prima della gloria eterna, a una necessaria purificazione. Ella stessa lo scrive con una semplicità e un’innocenza che fa sbalordire. Non giudica la santa, né commenta; lei tutto vede alla luce di una giustizia misericordiosa e sa che tutto torna a maggior gloria di Dio. Vediamo anche noi, senza commenti e giudizi inopportuni, quali furono le mancanze che turbarono la santa anima di Padre Cappelletti al solo scopo di trarne esempio e sprone per la nostra redenzione.

“Parvemi di capire il contenuto di quel ferraiolo così pesante che aveva il P.C. Esso significava che aveva mancato, nei sei anni di superiorato, e nel mistero della santa confessione, ed in specie, in tutto ciò che aveva lasciato passare qui da noi, non avendo levato i disordini e le cose (che erano) contro il nostro istituto; (significava anco) la troppa sollecitudine (che ebbe) nelle cose dei suoi parenti, ed altre cose a me non note. Quel denso fumo poi che gli usciva dalla bocca, proveniva dai mancamenti fatti nel santo sacrificio della Messa; in quel luogo solitario e deserto vi stava, per i piaceri che cercava la sua umanità, quando Iddio lo teneva derelitto ed arido; e (la somma di) tutte queste ore che, per tre pre il dì, mi è convenuto patire, per adempiere gli ordini della divina giustizia, era pena di varie cose che non ho modo di dire…

O Dio! Tutto ciò mi ha dato grande pena, e penso che, per causa mia, abbia patito più che per le altre. Sia lodato Dio e Maria SS.ma, che per mezzo dei suoi santissimi dolori (ha ottenuto), che egli sia a godere del Santo Paradiso! Tutto ciò mi dovrebbe servire di mutazione di vita. Se un servo di Dio così mortificato e che attendeva solo al profitto delle anime, ha patito tanto, che sarà di me che vivo cosi trascurata…?”.

Rivolgiamoci la stessa domanda, e troveremo ragione di accusare noi stessi.

S. Veronica Giuliani – Il Diario, Ed. Cantagalli. A cura di Maria Teresa Carloni

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Un anticipato Paradiso, qui in Terra

Posté par atempodiblog le 9 juillet 2013

Un anticipato Paradiso, qui in Terra dans Citazioni, frasi e pensieri santa-veronica-giuliani

“La strada del Cielo è stretta,
e pochi la percorrono: ma dipende da noi; perché Dio ci ha facilitato tutto, ed altro non chiede che noi non l’offendiamo.

Tutto quello che si fa, bisogna farlo con spirito di umiltà e, puramente, per Lui; che non cerchiamo altro che la Sua Volontà santissima; e tutto il nostro affetto sia fermo e stabile in Lui.

Facendo ciò, proviamo una grande pace ed un anticipato Paradiso, qui in Terra”.

Santa Veronica Giuliani

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I cinquanta giorni di Via Crucis di Santa Veronica Giuliani

Posté par atempodiblog le 6 juillet 2013

I cinquanta giorni di Via Crucis di Santa Veronica Giuliani dans Libri Via-Crucis

Più presto che subito eccola sottoposta ai severi ordini del Santo Uffizio di Roma. Per ben cinquanta giorni ella rimane, come carcerata, chiusa in infermeria. Deve vivere separata dalle consorelle, nel silenzio e nella solitudine più rigorosa, sorvegliata ed osservata nei suoi minimi gesti e atteggiamenti. Solo raramente le è concesso, e sempre pedinata da una conversa, scendere in coro, assistere alla Santa Messa. Due volte solo riceve l’Ostia eucaristica. Tanto di giorno che di notte tutte le religiose possono spiarla a loro agio, lei sola deve rimanere nel silenzio più assoluto e nell’abbandono più terrificante. Neppure il conforto del confessore! Cinquanta giorni, durante i quali viene trattata con durezza, specialmente da Mons. Eustachi, come si rivela dai processi e come si può capire da alcune parole sfuggitele di penna nel suo Diario. Per farsene un’idea, basta ed avanza la deposizione di Padre Giovanni Maria Civelli d.C.d.G. (da Un Tesoro Nascosto, Vol. II, pag. 497, nota): Le mortificazioni che le furono date, erano così terribili, da far morire di dolore: essa però si mostrava sempre umile e sommessa e tutto sopportava con intera pace e tranquillità d’animo, che si scorgeva anche nel suo esterno”.
Lei ci racconta:
Quando vennemi la nuova che non dovevo ucire più dall’infermeria, ma, come incarcerata, ivi dovevo stare, giorno e notte: Oh! questo si che mi scottò! L’umanità voleva piangere, e lo spirito si rallegrava, ché sentisse, così dal vivo, il patire. Infatti, cercavo che, subito, il primo luogo lo pigliasse la parte superiore. Del resto, mi trovavo subito a terra con vari combattimenti. O Dio! Che pene ho passate! Sia tutto per amore di Dio!”.

S. Veronica Giuliani – Il Diario, Ed. Cantagalli. A cura di Maria Teresa Carloni

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Triduo a Santa Veronica Giuliani (dal 6 all’8 luglio)

Posté par atempodiblog le 6 juillet 2013

Triduo a Santa Veronica Giuliani (dal 6 all'8 luglio) dans Preghiere santa-Veronica-Giuliani

Questa preghiera può essere recitata come triduo in preparazione della festa della Santa, il 9 luglio, dal 6 all’8 luglio, o in qualsiasi momento per le proprie necessità.

Dal trono di gloria ove per la pienezza dei meriti foste sublimata, nostra amabile Santa Veronica, degnatevi ascoltare la umile e fervente preghiera che, stretti dalla tribolazione, vi rivolgiamo.
Lo Sposo divino che tanto amaste e per il quale tanto soffriste ascolterà un solo palpito del vostro cuore che tante volte avvicinò al Suo e un semplice gesto della vostra mano, come la Sua, ferita dalle stimmate della passione.
Dite voi al Signore le grandi necessità dell’anima nostra, tanto spesso arida, tentata e indolente. Dite quello che ci angustia in questo momento… Ditegli come un giorno: “Signore, con le vostre stesse ferite v’invoco; con il vostro stesso amore; se le grazie chieste verranno ad accrescere questo Vostro amore in chi lo aspetta, ascoltatemi, o Signore, esauditemi, o Signore”.
O cara Santa, vera immagine del Crocefisso, la vostra preghiera non sarà delusa, e noi, ancora una volta, potremo benedire il vostro nome ed il vostro patire che vi dette tanta luce di gloria e tanta potenza d’intercessione.

Tre Pater, Ave, Gloria.

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Gesù: “sono tutto di tutti”.

Posté par atempodiblog le 27 janvier 2012

Gesù: “sono tutto di tutti”. dans Citazioni, frasi e pensieri Adorazione

«Mentre era esposto il Santissimo, Egli mi diceva:
 “Io Sono Colui che Sono eppure sto qui tutto per te e per chi Mi vuole, sono tutto di tutti”».

Santa Veronica Giuliani

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