Pompei di Maria

Posté par atempodiblog le 7 octobre 2023

Pompei di Maria
di Padre Guglielmo Alimonti Ofm Cap, Collana “Vento impetuoso”, Volume VI, pp 305-306-307

Pompei di Maria dans Apparizioni mariane e santuari Beata-Vergine-Maria-Pompei

Il culto della Madonna di Pompei fu introdotto dal Beato Bartolo Longo, autore anche della supplica recitata in ogni chiesa due volte l’anno: l’8 maggio e la prima domenica di ottobre. L’immagine tanto venerata presenta la Madonna in trono col Bambino in braccio in atto di consegnare il rosario a Santa Caterina e a San Domenico di Guzman, inginocchiati ai lati del trono.

Nel rosario, preghiera semplice per la sua struttura, ma efficace e potente, è racchiusa “la contemplazione dei misteri in cui si snoda la storia della nostra salvezza” (Giovanni Paolo II, 25 ottobre 1987).

Padre Pio chiamava il rosario “l’arma che apre il cuore di Dio”. Egli si rivolgeva spesso alla “Vergine di Pompei” con incessanti preghiere e novene. Il 19 settembre 1968 un gesto delicatissimo: da un mazzo di rose “estrasse con la mano piagata una rosa che affidò ad un figlio spirituale diretto a Napoli, perché la deponesse davanti all’immagine dell’amata Mammina a Pompei” (Padre Gerardo di Flumeri).

Maria-Regina-del-santo-rosario dans Beato Bartolo Longo

Pompei di Maria,
profumi di rose.
Accogli festosa
i figli di Dio.

Un tempo tu fosti
altare per gli idoli.
Un mondo di lusso
e facili vizi.

Adesso la Chiesa
qui viene commossa
e implora dal Cielo
aiuto e speranza.

T’onora, Maria,
il fulgido tempio.
È pieno ogni giorno
di anime pie.

Divin sacrificio:
offerta incessante.
La gente riceve
il Pane di Cristo.

Pompei, sei rifugio
del popolo santo.
Riconciliazione c’è qui
e dolce perdono.

Pompei, t’ha scelto
qual trono di grazie
la Madre di Dio.
È festa di gioia.

È grido d’amore.
È canto e preghiera
che sgorga dal cuore.
S’invoca Maria.

O Madre divina,
qui cantano gli angeli
intorno all’altare
dov’è la tua immagine.

Qui sono venuti
i santi a pregare.
Tu serbi la rosa
del buon Padre Pio.

Sostieni, Maria,
chi zela l’onore
del tuo santuario
e i cari tuoi orfani.

Ascolta, Maria,
la supplica ardente,
che il mondo cristiano
fidente ti eleva.

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Giubileo. Pompei celebra i 150 anni dell’arrivo di Bartolo Longo, apostolo del Rosario

Posté par atempodiblog le 30 septembre 2022

Giubileo. Pompei celebra i 150 anni dell’arrivo di Bartolo Longo, apostolo del Rosario
Il beato trasformò la valle che oggi ospita il santuario mariano. L’arcivescovo prelato Caputo: quanto mai attuale, svolse anche un importante ruolo sociale e civile
di Loreta Somma  – Avvenire

Giubileo. Pompei celebra i 150 anni dell'arrivo di Bartolo Longo, apostolo del Rosario dans Apparizioni mariane e santuari Santuario-Pompei

Ricordare il 150° anniversario dell’arrivo di Bartolo Longo a Pompei non perché sia una commemorazione, pur solenne, ma perché diventi occasione di un rinnovato impegno alla sua sequela. È questo il senso delle iniziative pensate per celebrare l’evento che cambiò per sempre la Valle di Pompei, che nel 1872, quando il giovane avvocato pugliese vi giunse per amministrare le proprietà della contessa Marianna Farnararo vedova De Fusco, era paludosa, abitata da pochi contadini e soggetta alle scorrerie dei briganti.

Mentre si aggirava per quelle campagne, si ritrovò in una località particolarmente inospitale, tanto da meritare il nome di Arpaia (da Arpie). Il pensiero del suo recente passato di perdizione non lo abbandonava e il Longo continuava a chiedersi come avrebbe fatto a salvarsi.

Mentre rimuginava questi pensieri, sentì una voce dentro di sé, una sorta di “illuminazione interiore”: «Se cerchi salvezza, propaga il Rosario. È promessa di Maria. Chi propaga il Rosario è salvo!». Queste parole gli si scolpirono dentro e si propose di non lasciare quella Valle senza aver propagato il Rosario.

Fu così che cominciò con il catechizzare i contadini, poi, con l’appoggio del vescovo di Nola, sotto la cui giurisdizione ricadeva allora la Valle di Pompei, costruì il Santuario dedicato alla Madonna del Rosario, le opere di carità che ancora oggi accolgono centinaia di bambini, ragazzi, madri e donne in difficoltà, anziani, diversamente abili, poveri, ex tossicodipendenti e migranti e la città della Nuova Pompei, diventata comune autonomo per il suo instancabile impegno.

Fu grazie a lui che ci furono l’ufficio postale e telegrafico, la stazione ferroviaria, la fontana pubblica, le case per gli operai. Come ha affermato, l’arcivescovo di Pompei, Tommaso Caputo, nella conferenza stampa di presentazione del Cammino giubilare longhiano: «Longo fu sì uomo della Madonna e apostolo del Rosario, ma ebbe anche un indiscutibile ruolo sociale e civile. Bartolo Longo parlava ai contemporanei e continua a parlare all’uomo del nostro tempo».

Per rimarcare anche quest’aspetto, in occasione dell’Anno giubilare il prelato ha rivolto una lettera alla città e ai fedeli che, fin dal titolo “Dall’illuminazione interiore di Bartolo Longo uno slancio per Pompei e un modello per il mondo”, esprime l’idea che celebrare un fatto storico non sia una scelta fine a se stessa.

«Abbiamo bisogno – ha aggiunto monsignor Caputo – di guardare all’esempio del beato, qui ed ora, in un tempo di difficoltà gravi: dalla guerra in Ucraina alla complessa uscita dalla crisi sanitaria, dalla povertà in continuo aumento, anche nel nostro Paese, alla crescente conflittualità che corrode la società». Le parole e l’esempio del fondatore di Pompei possono essere di guida e di sprone ai nostri contemporanei e per questo un’equipe di studiosi sta lavorando con passione e impegno all’Edizione Critica degli scritti di Bartolo Longo, della quale tra breve sarà pubblicato il volume introduttivo. Il presule ha anche annunciato la concessione dell’indulgenza plenaria, dall’ottobre 2022 fino alla fine di ottobre 2023, alle solite condizioni.

Il mese di ottobre, dedicato proprio al Santo Rosario, inizia a Pompei nella gioia di questo Giubileo. Dal 1° ottobre, tutti i giorni feriali, alle 6.30, con diretta su Tv2000, ci sarà il “Buongiorno a Maria ». Domenica 2 ottobre, sarà il cardinale coreano Lazzaro You Heung-sik a presiedere la recita solenne della Supplica alla Vergine del Rosario e della Messa che la precede (diretta su Tv2000 e Canale 21, a partire dalle 10.30). Mercoledì 5 ricorrerà la festa liturgica del beato Bartolo Longo. Il 19 ottobre, incontro per ricordare il XX anniversario della Lettera Apostolica “Rosarium Virginis Mariae”, con l’arcivescovo Domenico Sorrentino e la presidente del Movimento dei Focolari, Margaret Karram.

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Invoca Maria!

Posté par atempodiblog le 5 octobre 2021

Invoca Maria! dans Beato Bartolo Longo Beato-Bartolo-Longo

“Invoca Maria! Il suo nome non si levi mai dal tuo labbro, non mai si parta dal tuo cuore. Seguendo Maria non ti perderai. Se pensi a Maria, non fallirai. Se ti tieni stretto a Maria, non cadrai. Se Maria ti protegge non potrai temere. Se Maria ti guida non ti stancherai. Se Maria ti soccorre certamente arriverai al cielo”.
Beato Bartolo Longo

Oggi è la festa del Beato Bartolo Longo, che lasciò questa terra il 5 ottobre 1926.

Fonte: Pontificio Santuario di Pompei

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Ottobre in Santuario: gli appuntamenti del mese mariano a Pompei

Posté par atempodiblog le 1 octobre 2021

Ottobre in Santuario: gli appuntamenti del mese mariano a Pompei
di Redazione Made in Pompei

Ottobre in Santuario: gli appuntamenti del mese mariano a Pompei dans Apparizioni mariane e santuari Ottobre-in-Santuario-gli-appuntamenti-del-mese-mariano-a-Pompei

Anche quest’anno, il Santuario della Madonna del Rosario si prepara ad accogliere migliaia di fedeli per il mese di ottobre, tradizionalmente dedicato al santo Rosario e alla devozione alla Vergine Maria.

Dal 1° giorno del mese torna il “Buongiorno a Maria”, la preghiera con cui i fedeli chiedono la protezione e l’intercessione della Madonna del Rosario di Pompei. A guidarne la recita, il 1° e il 31 ottobre 2021, sarà l’arcivescovo di Pompei, Tommaso Caputo.

L’appuntamento è dal lunedì al sabato alle ore 6.30, in Basilica, fino ad esaurimento posti. Il sabato, la partecipazione al “Buongiorno a Maria” va prenotata per tempo all’Ufficio Rettorato, chiamando i numeri 0818507000 o 0818577379. Per recitare al meglio la preghiera, il Santuario ha realizzato un nuovo sussidio, disponibile nella propria libreria o tramite prenotazione telefonica ai numeri 0818577495 e 0818577321.

Sempre il 1° ottobre 2021, antivigilia della Supplica, si svolgerà, alle ore 18, la tradizionale Discesa del Quadro con la recita del santo Rosario e la benedizione delle corone. Alle 19, la santa Messa presieduta dall’Arcivescovo Caputo. Il giorno successivo, vigilia della Supplica, al termine della celebrazione eucaristica delle 19, avrà inizio la veglia in attesa della Supplica, che si concluderà con la messa delle 24, presieduta dal Prelato.

Domenica 3 ottobre 2021 sarà recitata la Supplica. Il rito solenne, che avrà inizio alle 10.40 con la santa Messa, sarà presieduto dall’Arcivescovo di Napoli, mons. Domenico Battaglia. Al termine della celebrazione, alle ore 12 in punto, come da tradizione, sarà proclamata, dunque, la preghiera nata dal cuore del Beato Bartolo Longo nel 1883.

Seguiranno l’evento, in diretta televisiva, l’emittente campana Canale 21, da sempre presente agli appuntamenti più importanti del Santuario di Pompei, e l’emittente della Cei, Tv2000 (28 DTT, 157 sky, 18 tivùsat).

Martedì 5 ottobre 2021 ricorre la Festa del Beato Bartolo Longo. Alle ore 10, sarà celebrata la santa Messa con le scuole, presieduta da mons. Gioacchino Cozzolino, responsabile della Pastorale Scolastica. Poi, alle 11.30, sarà offerto il tradizionale omaggio floreale al monumento del Beato in piazza Bartolo Longo, alla presenza dell’arcivescovo Caputo che in serata, alle ore 20, sul sagrato della Basilica, presiederà la celebrazione eucaristica che chiuderà i festeggiamenti.

Giovedì 7 ottobre 2021, ancora, Pompei sarà la quinta tappa del “pellegrinaggio spirituale” promosso da Radio Maria. Dopo Nazareth, Fatima, Medjugorje e il Monte Carmelo, l’iniziativa approderà nella città mariana, proprio nel giorno della festa della Madonna del Rosario.

Seguiranno, poi, le tappe di Kibeho e Guadalupe. In comunione con i fedeli di tutto il mondo, guidati dall’arcivescovo Caputo e uniti in preghiera attraverso le frequenze di Radio Maria, alle ore 16 i devoti della Madonna reciteranno il santo Rosario dal Santuario di Pompei, seguito, alle 17, dalla santa Messa presieduta dal Rettore, mons. Pasquale Mocerino.

Confermata anche la presenza dell’emittente Cei, Tv2000, che trasmetterà in diretta dal Santuario, per l’intero mese di ottobre, il “Buongiorno a Maria” delle 6.30, e ben tre appuntamenti quotidiani con la santa Messa, alle ore 7, alle 8.30 e alle 19.

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Tv2000: a maggio, mese dedicato a Maria, celebrazioni e preghiere in diretta dal santuario di Pompei

Posté par atempodiblog le 1 mai 2021

Tv2000: a maggio, mese dedicato a Maria, celebrazioni e preghiere in diretta dal santuario di Pompei
Dal 1° maggio vari appuntamenti di preghiera su Tv2000, dal Santuario della Beata Vergine Maria del Santo Rosario di Pompei.
de La Redazione di Toscana Oggi

Tv2000: a maggio, mese dedicato a Maria, celebrazioni e preghiere in diretta dal santuario di Pompei dans Articoli di Giornali e News Beata-Vergine-del-Santo-Rosario-di-Pompei-Napoli

Nel mese di maggio, che la Chiesa dedica alla Madonna, Tv2000 manderà in onda diversi appuntamenti quotidiani dal santuario della Beata Vergine Maria del Santo Rosario di Pompei. A partire da sabato 1° maggio, saranno trasmesse in diretta, dal lunedì al sabato alle 6.30 il ‘Buongiorno a Maria’, e alle 7, 8.30 e 19 la santa messa. Una programmazione speciale è prevista per sabato 8 maggio, giorno della festa della Madonna del Rosario di Pompei. In diretta dal santuario verrà trasmessa alle 10.40 la santa messa presieduta dal card. Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei santi. A seguire, alle 12, la recita della Supplica alla Madonna composta dal Beato Bartolo Longo.

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Il santuario di Pompei accoglie 9 eritree in fuga

Posté par atempodiblog le 8 mai 2015

Il santuario di Pompei accoglie 9 eritree in fuga
di Avvenire

Il santuario di Pompei accoglie 9 eritree in fuga dans Apparizioni mariane e santuari santuario-Pompei

Nove donne eritree sono state accolte dal Santuario della Madonna di Pompei, presso “Casa Emanuel”, la comunità che ospita donne in difficoltà, gestanti e madri con i loro bambini.

Sbarcate in Sicilia, le nove migranti, di cui due madri, rispettivamente di una bambina di 3 anni e una di 5, sono giunte nella giornata a Salerno, trasportate da una nave della Marina Militare. Accolte dalle Suore Domenicane Figlie del Santo Rosario di Pompei e dalle operatrici, le nove eritree e le loro due bambine sono state trasferite alla “Casa Emanuel”, dopo i primi controlli medici e la prima assistenza. La più giovane ha 20 anni, la più adulta ne ha 25.

“Sono tutte donne scappate dalla difficile situazione del loro Paese – spiegano al Santuario – L’accoglienza delle migranti eritree si pone sulla scia del carisma del Fondatore del Santuario e delle Opere Sociali, il Beato Bartolo Longo. Continua, dopo più di 130 anni, infatti, l’opera di ospitalità e di assistenza che il Santuario mariano assicura agli ultimi, agli emarginati, a chi, per diverse problematiche, ha bisogno di aiuto”.

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Padre Pio e la Madonna di Pompei

Posté par atempodiblog le 8 mai 2015

Padre Pio e la Madonna di Pompei dans Apparizioni mariane e santuari Padre-Pio-Bartolo-Longo-e-la-Regina-del-santo-Rosario

Padre Pio aveva una “stima grandissima” di Bartolo Longo, originario della provincia di Brindisi e fondatore del Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, e lo incoraggiava nelle sue iniziative.

In occasione dei 50 anni delle stimmate il Cappuccino ricevette da un devoto napoletano un bouquet di rose rosse, ne prese una e disse al donatore: “porta alla Madonna di Pompei questa rosa per me”.

Qualche giorno dopo padre Pio morì e la rosa, rimasta fresca, si richiuse in un bocciolo, che si conserva ancora.

Tratto da: La voce di padre Pio

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Pompei: una città dedicata a Maria

Posté par atempodiblog le 27 avril 2014

Pompei: una città dedicata a Maria
“… ad una città sepolta …succede una città piena di vita, che attinge la sua oigine dalla Civiltà nuova portata dal Cristianesimo: la Nuova Pompei!” (Bartolo Longo)
di Roberta Mochi – Radici Cristiane

Pompei: una città dedicata a Maria dans Apparizioni mariane e santuari santuario-Pompei

Sulla distesa delle case della nuova Pompei, quasi a proteggerne gli abitanti, si erge la cupola del maestoso campanile del santuario della madonna del Rosario. Il mistico luogo è sorto per volontà del beato Bartolo Longo, che era rimasto colpito dall’ignoranza religiosa in cui vivevano gli indigenti contadini della campagna campana.
Fu così che, su consiglio del Vescovo di Nola e finanziata dalla campagna di sottoscrizione chiamata “un soldo al mese”, l’8 maggio 1876 iniziò la costruzione del tempio che terminò nel 1887 e, quattro anni più tardi venne consacrato.
La Basilica venne disegnata da Antonio Cua, anche se l’attuale struttura si deve all’ampliamento del 1933 della chiesa originaria. Entrando nel Santuario, si passa sotto la monumentale cantoria, che è stata realizzata da Giovanni Rispoli e che, oltre allo splendore degli intagli, possiede uno dei migliori organi del nostro Paese.
L’interno è a croce latina, completamente decorato di marmi, oro, mosaici e quadri ottocenteschi, che esaltano ed arricchiscono ogni centimetro delle pareti. Sull’altare maggiore è posta, in una cornice di bronzo dorato, la veneratissima tela seicentesca della Madonna di Pompei, della scuola di Luca Giordano.
Il quadro è adornato di gemme, e vi si possono riconoscere tre grandi zone. In alto, la figura solenne di Maria in trono che invita la Chiesa (in Basso) ad avvicinarsi al mistero della Trinità. Lo spazio laterale, invece, si apre al mondo. L’unione di questi campi è rappresentata dal Rosario, consegnato dal Figlio e dalla Madre a San Domenico e a Santa Caterina da Siena, come via di meditazione e assimilazione del Mistero.
Ai lati dell’altare maggiore ci sono le due porte d’accesso alla cripta. Quest’ultima è davvero immensa ed è abbellita da numerosi dipinti, oltre che da due statue di marmo che simboleggiano l’orazione mentale e quella vocale; inoltre il Crocifisso e la statua dell’Addolorata sono quelle appartenute al Beato Longo.
Nella basilica, infine sono esposti numerosi ex voto, che illustrano i ripetuti episodi di prodigi e grazie attribuiti alla Madonna di Pompei. Guardandoli con attenzione è possibile notare come siano la testimonianza dell’infinita potenza dell’amore di Maria: guarigioni di ogni tipo e salvezze da naufragi ed incidenti, quasi a preludio della vera Salvezza a cui conduce la preghiera.
Grazie agli sforzi di Bartolo Longo, quello che è stato definito il Vangelo dei poveri, il Rosario, ha finalmente una casa. Una piccola città splendente di marmi e colma della devozione delle centinaia di fedeli che cominciarono da subito ad accorrere per pregare di fronte alla dolce icona della Madonna del Rosario.

L’icona della Vergine del Rosario
Per comprendere appieno la portata del fenomeno che circondò la tela sarà bene raccontarne la genesi, tanto travagliata da sembrare fiabesca eppure reale, come attestano le numerose documentazioni.
Il 13 novembre del 1875 l’avvocato Longo si recò a Napoli con l’intenzione di acquistare una immagine della Madonna del Rosario da esporre al culto dei fedeli. Per singolare coincidenza incontrò il suo confessore, Alberto Radente, che molti anni prima aveva acquistato un quadro con lo stesso soggetto, da un rigattiere (pagando 3 lire e 40!) al solo scopo di sottrarlo al bieco commercio a cui altrimenti sarebbe stato destinato e l’aveva lasciato in custodia ad una pia suora del Convento del Rosariello di Porta Medina di Napoli.
Suor Maria Concetta De Litalia la offrì volentieri a Bartolo Longo che, inizialmente, ne ebbe un’impressione tutt’altro che lusinghiera; il commento del Beato in proposito è chiarissimo: “Provai una stratta al cuore al primo vederlo … Chi mai dipinse questo quadro? Misericordia!… Deformità e spiacevolezza del viso … manto screpolato e roso dal tempo e bucherellato dalla tignola … screpolature … distacchi e caduti qua e là brani di colore … bruttezza degli altri personaggi”.

A questo si aggiunse presto un altro problema: l’icona doveva arrivare a Pompei per quella stessa sera. Viste le grandi dimensioni (1,20 x 1,00), il trasporto venne affidato ad Angelo Tortora, un carrettiere che, nella sua ingenua carità, avvolse l’immagine in un lenzuolo e la adagiò sul suo carro di letame. Era il 13 novembre 1875.
Ancora oggi si festeggia la data come nascita della Nuova Pompei. E’ una giornata di preghiera, in cui i fedeli vengono ammessi alla venerazione diretta del quadro e pregano la Vergine. La straordinarietà dell’evento consiste soprattutto nel vedere una moltitudine di folla che fin dalle prime luci del mattino si ordina in una lunga fila, senza preoccuparsi di null’altro che dell’amore che ha da portare in dono e, a dispetto di ogni avversità, forma una lunga catena, a imitazione di quella donataci dalla dolcezza di Maria, il Rosario.
Nel corso del tempo la tela ebbe numerosi interventi di restauro, che miravano a ripristinare l’antica lucentezza del colore e a mitigare quella rozzezza di forme che tanto aveva colpito il beato Longo; tuttavia, non furono certo gli interventi umani a donare all’immagine l’efficacia che la contraddistingue bensì, come ci viene raccontato dallo stesso Longo, quando il quadro “venne tolto dalla vecchia e crollante parrocchia del SS. Salvatore e fu posto in una cappella nuova (…) da quel giorno cominciò nella fisionomia della celeste Regina a ravvisarsi una bellezza, una maestà e una confidenziale dolcezza, che non vi si ravvisavano innanzi (…) E’ raggio di bellezza, di dolcezza e di maestà insieme che piove da quel ciglio neanche fa pregare in ginocchio e battere il cuore a quanti con fede si accostano in questo Santuario a quella vecchia tela. Io sono convinto che con un visibile portento la Vergine abbia abbellito la sua figura”.

Il campanile
Quando il Santuario fu ampliato nel 1933, venne costruito un campanile alto ben 80 metri, che svetta nella sua imponenza. I cinque piani che lo compongono, sono abbelliti oltre che da marmi e colonne, dalla presenza di quattro angeli trombettieri e da una grandiosa raffigurazione del Sacro Cuore di Gesù. Inoltre, otto campane diffondono per la campagna circostante il loro suono. Per costruirle vennero fusi ben 100 quintali di cannoni da guerra.
L’opera è coronata da una cupola in bronzo, che è sovrastata da una croce gemmata in rame e bronzo di 6 metri, benedetta da PIO XI prima del trasporto a Pompei.
Il campanile, subì degli interventi di consolidamento, per i danni subiti durante il terremoto, nella seconda metà degli anni Ottanta, e da oggi è possibile ancora salire fin su la sua cima per ammirare lo splendido panorama campano, la Valle, gli Scavi e il Golfo di Napoli.

Il museo
In via Colle San Bartolomeo si trova il villino che fu la dimora di Bartolo Longo. L’abitazione è oggi adibita a Museo. Al pian terreno è possibile visitare la camera da letto e lo studio del Beato ed osservare diversi oggetti che facevano parte del suo quotidiano.
Al piano superiore, invece, è ospitato il Museo Vesuviano dove, grazie a un’accurata rassegna di stampe antiche e moderne, ci si può documentare sull’attività del vulcano, infatti sono riprodotte le eruzioni che vanno dal 1631 al 1944, il tutto corredato dall’esposizione di numerosi campioni di minerali e prodotti vulcanici.

La Cappella del Beato Bartolo Longo
La cappella dedicata al beato Bartolo Longo è adiacente al Santuario; è stata realizzata durante i lavori per il Grande Giubileo del 2000. Di forma quadrata, ampia 360 mq, ha il soffitto in cemento armato sagomato. Sotto l’altare è posta l’urna con le spoglie del Beato. Egli è raffigurato in un simulacro di resina, all’interno del quale sono posti i suoi resti mortali. La testa e le mani, in argento, sono state realizzate dall’argentiere Franco Scarmigliati di Roma. Il simulacro è rivestito con un abito nero e il mantello dei Cavalieri dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, al quale apparteneva Bartolo Longo.

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I più importanti Santuari mariani della Regione Campania

Posté par atempodiblog le 16 novembre 2012

Italia terra di Maria
I più importanti Santuari mariani della Regione Campania

La religiosità mariana popolare della “Campania felix”
Tratto dal: mensile mariano Madre di Dio – Ed. San Paolo

 I più importanti Santuari mariani della Regione Campania dans Apparizioni mariane e santuari reginanapoliatempodiblo

Già i Romani avevano constatato la particolare fertilità di questa terra, battezzandola Campania felix, cioè ‘fortunata e ridente’.
La Campania è celebre nel mondo soprattutto per la sua bellezza naturale e per il fascino della sua storia: il Golfo di Napoli e la Costiera Amalfitana, la Penisola Sorrentina e le Isole partenopee [Ischia, Capri, Procida], il Golfo di Salerno, il Cilento della “Magna Grecia”, il Beneventano e l’Irpinia: sono luoghi unici al mondo, ricchi di bellezze naturali, di storia e di cultura, d’arte e di religiosità.
“Si dica o racconti o dipinga quel che si vuole, ma qui ogni attesa è
superata. Queste rive, golfi, insenature, il Vesuvio…” – scriveva Goethe nel 1787, esprimendo le sue impressioni sul Golfo di Napoli, ma pensando soprattutto all’incredibile concentrato di storia, arte, mitologia, tradizioni e sapori racchiusi nella sua area.
Fastosità barocche si ergono accanto a realtà più semplici, nello spirito di attaccamento a un passato che ha saputo creare capolavori che tutto il mondo ci invidia: dall’artigianato di tradizione antica [si pensi per tutti al “Presepio napoletano” o alle “ceramiche di Capodimonte”] alla creatività teatrale e musicale partenopea che ancora vive con grande passione e scrupolo perpetuato.
Ma la ricchezza più grande di Napoli [e dell’intera Regione campana sta soprattutto nella profondissima umanità di questa gente; né vale qualche “accidentale” retaggio storico di matrice camorristica a renderci meno simpatici i Napoletani.

santuariomadonnapompei dans Beato Bartolo Longo
L’armonioso Santuario della Madonna di Pompei.

 La Madonna e i Santi, “parenti stretti” dei Napoletani
Titoliamo – un po’ provocatoriamente – questo capitoletto: La Madonna e i Santi, “parenti stretti” dei Napoletani. E, in effetti, la religiosità del
popolo della Campania in genere, e dei Napoletani in specie, può suscitare reazioni diverse; ma una cosa è certa: anche se non sempre essa è in linea con la liturgia ufficiale, non si può prescindere dalla sua anima popolare e familiare, se si vuole capire la fisionomia di questa Regione.
Il culto della Vergine qui è sempre stato in primissimo piano, e questo con assoluta continuità storica lungo i secoli.
Il Cristianesimo in Campania risale alle origini stesse della Chiesa, per cui i Santuari mariani sorti prima dell’anno Mille sono relativamente numerosi [almeno una decina]. Una menzione particolare meritano la chiesa paleocristiana dell’Annunziata di Prata [Caserta], del 500 d. Cr., e “Santa Maria della Lobra” [da delubrum, tempio] di Massalubrense [Napoli], sorta in epoca imprecisata su un preesistente luogo di culto pagano.
Intorno al Mille, la Regione campana ha beneficiato dell’opera dei Benedettini che, dalla vicina Montecassino e dall’Abbazia di Cava dei Tirreni, hanno costellato questi luoghi di Badie e di Eremitaggi, molti dei quali con titolo mariano: il più noto è “Materdomini” di Nocera Superiore [Salerno], il principale Santuario mariano della Regione nell’alto Medioevo.
Poi fu la volta del Santuario di Montevergine, sopra Avellino [fondato nel 1124], che divenne ben presto addirittura il principale Santuario mariano d’Italia.
Successivamente sorgono sempre più numerosi Santuari, per lo più per iniziativa di privati e per devozione popolare. Il caso più eclatante sarà proprio quello del Beato Bartolo Longo, fondatore del Santuario di Pompei [nell’ultimo quarto del sec. XIX]. La religiosità dei Napoletani – che nei Santuari trova il suo campo privilegiato di espressione – merita un cenno a parte. Il Napoletano privilegia da sempre i suoi rapporti personali con la gente, caricandoli di confidenza, di colore, di gesti. E questo egli esprime anche quando tratta con Dio; tanto più quando tratta con la Vergine e con i Santi [… dovrebbe saperne qualcosa San Gennaro!]. Davvero, è il caso di dire: li considera “parenti stretti”.
Importantissime e molto suggestive sono quindi, da queste parti, le feste patronali: basti ricordare il Lunedì di Pasqua alla “Madonna dell’Arco”, con il singolare fenomeno dei “fujenti » che, sostenuti dalle Associazioni delle “paranze”, compiono l’ultimo tratto del pellegrinaggio di corsa.
Tra i principali Santuari mariani della Campania, oltre al Santuario principale della “B. V. del Rosario di Pompei”, ricordiamo particolarmente i seguenti: “Maria SS. del Carmine Maggiore” e “Madonna dell’Arco” a Napoli, “Madre del Buon Consiglio” a Napoli-Capodimonte, “Santa Maria di Montevergine [AV], “Maria SS. Materdomini” di Nocera [SA], “Santa Maria Materdomini » di Caposele [AV], “Maria SS. delle Grazie” a Benevento, “Santa Maria dei Lattani” a Roccamonfina [CS].

rosariopompei
Espressiva immagine della B. V. del Rosario di Pompei, venerata da umili fedeli.

Il Santuario di Pompei dedicato alla B. V. del Rosario
Dire ‘Pompei’ è come nominare il cuore della religiosità mariana popolare della Campania, se non di tutto il Sud d’Italia.Lo splendido Santuario [con il complesso monumentale che lo circonda] è dedicato alla “Beata Vergine del Rosario”; e forse già in questo fatto sta il segreto della numerosa presenza di devoti che tutto l’anno lo frequentano. Si calcolano non meno di 4 milioni di Pellegrini provenienti da ogni parte, e particolarmente da tutto il Meridione.
Ma, ovviamente, giova alla fama di questo luogo di culto mariano più frequentato del Sud d’Italia anche il fatto che esso sorge non lontano dalla zona degli scavi archeologici che hanno riportato alla luce la città sepolta dalle ceneri del Vesuvio nell’Agosto del 79 d.Cr.
La devozione alla “Madonna del Rosario” ebbe qui gli umili inizi il 13 Novembre 1875, quando l’immagine della Vergine fece il suo ingresso su di un carro di letame in un Villaggio di 300 abitanti che, in un secolo, si trasformerà in una Città di 30.000 persone. Ne è stato protagonista Bartolo Longo, dalla cui santa vita la storia del Santuario di Pompei – tra i più famosi della Cristianità – trae le sue origini e il suo sviluppo.
Le cronache del tempo narrano come quest’uomo eccezionale divenne nel 1872 Amministratore delle terre della Contessa Marianna De Fusco [che sarebbe poi diventata sua moglie], e fu colpito e impietosito dalla miseria umana e religiosa dei contadini. Si prodigò in mezzo a loro, insegnando il Catechismo e diffondendo la pratica del Rosario. Nel 1876 iniziò la questua di “un soldo al mese” per dare impulso alla costruzione del Tempio che diverrà ben presto il  grandioso Santuario di Pompei.
I continui prodigi operati dalla Vergine del Rosario, alla cui intercessione ricorrevano fedeli in numero sempre maggiore, diedero progressivamente vita al Santuario; a tal punto che il dipinto seicentesco, attribuito alla scuola di Luca Giordano, raffigurante la Madonna con Bambino in atto di porgere corone di Rosario ai Santi Domenico e Caterina inginocchiati ai suoi piedi, divenne l’immagine per eccellenza della “Madonna del Rosario” diffusa in tutto il mondo.
Il “miracolo Pompei” – che oltre al Santuario annovera una “Cittadella della carità”, formata da un numero prodigioso di istituzione benefiche, in cui
continua a vivere una grande famiglia di oltre mille persone bisognose di tutto – è la testimonianza vivente del fervore religioso e dell’ardore di carità che animano da sempre questo Centro mariano, elevato a Basilica pontificia già da Leone XIII.
In modo particolarmente solenne vi si celebrano le feste dell’8 Maggio e della prima Domenica di Ottobre [mese del Rosario], quando si recita la
“Supplica”, la pia pratica che si ripete contemporaneamente in tutte le Chiese del mondo dove è esposta copia della venerata immagine della B. V. del Rosario di Pompei.

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Solenne celebrazione religiosa nella Chiesa-Santuario del “Carmine Maggiore”, Napoli.


Altri importanti Santuari della Campania
Tra gli altri Santuari mariani della Campania, ricordiamo con ‘note didascaliche’ essenziali alcuni dei più noti.

1 – “Maria SS. del Carmine Maggiore” – Napoli
Antica è la devozione dei Napoletani alla “Madonna del Carmine Maggiore” [detta anche “la Bruna”, dalla sua carnagione scura], raffigurata nella
bella icona bizantina del tipo dell’eleúsa o della tenerezza, che la tradizione vuole provenga dal Monte Carmelo della Terra Santa, dove l’Ordine Carmelitano ebbe origine.
La prima notizia storica della “Chiesa del Carmine” – tra le più note di Napoli – risale al 1268: in tale data i cronisti del tempo tramandarono, infatti, il ricordo della decapitazione di Corradino di Svevia sulla Piazza del Mercato, “di fronte alla Chiesa del Carmine”.
Fra le opere d’arte custodite in questa chiesa c’è un prezioso Crocifisso ligneo del ’300. Superfluo ricordare la solennità con la quale, il 16 Luglio, si
celebra la festa della “Madonna del Carmine”, nel tripudio del grandioso spettacolo pirotecnico che simula l’incendio della chiesa con fuochi d’artificio.

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Particolare di Presepio napoletano – Santuario “Madonna dell’Arco”.

2 – “Madonna dell’Arco” – Napoli
Il Santuario, che gode di straordinaria popolarità, sorge ai piedi del versante Nord del Vesuvio dove, presso un arco dell’acquedotto romano [da qui il nome], era stata edificata un’edicola sulla cui parete era l’immagine della Vergine con Bambino.
La tradizione narra che, il Lunedì di Pasqua del 1450, durante una festa popolare, un giovane che gareggiava nel lancio della palla di legno col maglio,
irato per aver perso la partita, bestemmiando scagliò la boccia contro l’edicola, colpendo la Madonna sulla guancia sinistra. Come fosse di carne, la Vergine cominciò prodigiosamente a sanguinare dove fu colpita. Il popolo si avventò sul sacrilego e stava per linciarlo, quando passò casualmente il Conte di Sarno, Gran Giustiziere del Regno di Napoli, che dissuase la folla e fece liberare il malcapitato. Dopo di che, constatato il miracolo, lo fece processare e impiccare all’albero di tiglio lì vicino che in 24 ore si seccò.
Il volto della Vergine tornò a sanguinare nel Marzo 1638, come fu redatto in un Atto notarile alla presenza del Vicerè di Napoli. Diversi altri prodigi si
ebbero in tempi successivi, puntualmente documentati in tavole votive esposte sulle pareti del Tempio e nella ‘Sala delle offerte’; a tal punto che il
Santuario è diventato famoso per la più grande collezione di ex-voto nel mondo: non meno di seimila, comprese le ‘siringhe’ di ex-drogati che hanno inteso così ringraziare la Madonna per la liberazione dalla loro terribile dipendenza.
Tra la molte festività che vi si celebrano, famosa – e molto originale – è quella dei ‘fujenti’ del Lunedì di Pasqua.

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L’Incoronata del “Buon Consiglio” di Capodimonte, riprodotta sul modello architettonico della Basilica Vaticana.

3 – “Madre del Buon Consiglio” a Capodimonte (Napoli)
La “Madre del Buon Consiglio”, la cui prodigiosa effigie fu incoronata nell’Epifania del 1912, è stata qui oggetto di grande venerazione prima ancora che la mistica Sr. Maria Landi le facesse costruire un tempio in tutto simile alla Basilica Vaticana di San Pietro.
Iniziata nel 1920, l’opera fu portata a compimento soltanto nel 1960, grazie alle contribuzioni e alla prestazione di manodopera gratuita dei Napoletani che, forse anche per questo, lo sentono giustamente come un Santuario tutto loro. Nel 1980 fu proclamato “Santuario mariano diocesano”.

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Suggestiva visione del Santuario e del complesso monastico di Montevergine (Avellino).

4 – “Santa Maria di Montevergine” – Avellino
Nei primi decenni del sec. XII San Guglielmo da Vercelli fece costruire sul massiccio del Monte Partenio, a 1270 mt di altezza, una chiesa “ad onore di
Maria, Madre di Dio e sempre Vergine”
e, accanto a questa, un Cenobio benedettino.

Il Santuario – che assunse via via importanza eccezionale per tutta la Penisola – fu assai frequentato da Pellegrini fin dalla sua fondazione.
Oltre all’intensa vita religiosa che vi si conduce, va ricordato che il complesso monumentale di questo Santuario [con il ricco Museo dell’Abbazia,
l’Archivio con settemila pergamene e la Biblioteca di 150mila volumi] è considerato di grande interesse anche sotto il profilo storico e artistico.

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L’elegante tempietto con l’icona della “Materdomini” nel Santuario di Nocera Superiore (Salerno).

5 – “Maria SS. Materdomini” a Nocera Superiore (Salerno)
Il Santuario è sorto sul luogo del rinvenimento, avvenuto nel 1041, di una icona di origine bizantina che reca le sigle iniziali del titolo “Mater
Domini”
.

La primitiva Chiesa e annessa Abbadia benedettina ebbero grande importanza per oltre due secoli. Ai Benedettini succedettero i Basiliani e, infine, i Padri Minori Francescani che officiano tuttora questo Santuario, che è forse il più antico fra i Santuari mariani della Campania.

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Interno dell’antico Santuario della “Materdomini” di Caposele (Avellino).

6 – “Santa Maria Materdomini” Caposele (Avellino)
Di curioso c’è il fatto che questo Santuario di Caposele, nell’Avellinese [originariamente dedicato alla “Madre del Signore”], è celebre più perché in esso sono custodite le reliquie di San Gerardo Maiella, Santo molto venerato da queste parti, che per la sua identità mariana. Dell’antico Santuario va ricordata soprattutto la bella statua d’Altare della Vergine inginocchiata in atto di preghiera, con le mani giunte e gli occhi rivolti al Cielo.

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Santuario “Nostra Signora delle Grazie” – Benevento.

7 – “Nostra Signora delle Grazie” – Benevento
In questo Santuario si è verificato il caso opposto al precedente: chiesa inizialmente dedicata a San Lorenzo, si è qui progressivamente affermato il
culto alla “Madonna delle Grazie”, fin da quando, nel XV secolo, vi fu portata l’immagine, venerata già dalla seconda metà del VI secolo nella Chiesa di San Luca.
Ma è nel secolo XIX che la vita del Santuario si consolida [Benevento apparteneva allora allo Stato Pontificio]: la nuova grande Basilica, iniziata nel 1839, venne consacrata solo nel 1901. Nell’Anno Mariano 1954, Papa Pio XII proclamò la “Madonna delle Grazie” Patrona e Regina di tutto il Sannio.

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Santuario “Santa Maria dei Lattani” e annesso Convento, a Roccamonfina.

8 – “Santa Maria dei Lattani” a Roccamonfina (Caserta)
Il Santuario e l’annessa Oasi « Regina Mundi » [titolo dato nel 1950 alla Vergine che qui si venera, quando fu incoronata], sorgono sul Monte Lattani, uno
dei tanti crateri del vasto comprensorio vulcanico di Roccamonfina, nel Casertano.
La storia del Santuario inizia verso la fine del sec. XIV, quando un pastore trovò, nascosta in una grotta, una statua della Vergine, detta poi “dei Lattani”.
Pellegrino illustre a questo Santuario fu San Bernardino da Siena che,  volendo qui fondare un Convento per ospitare religiosi addetti al culto della Vergine, al fine di conoscere se questa fosse la volontà di Dio, secondo la  tradizione, piantò in terra il suo bastone di castagno secco, e questo subito germogliò.

 

Cartina topo-geografica dei Santuari della Campania

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Bartolo Longo, apostolo del Rosario e fondatore della nuova Pompei

Posté par atempodiblog le 6 octobre 2012

Bartolo Longo, apostolo del Rosario e fondatore della nuova Pompei
di Corrado Gnerre – Radici Crisitiane

Bartolo Longo, apostolo del Rosario e fondatore della nuova Pompei dans Apparizioni mariane e santuari Beato-Bartolo-Longo

Il beato Bartolo Longo è stato il grande apostolo del Rosario. Ma prima di diventarlo passò attraverso prove molto dure che gli permisero di capire ancor meglio quanto sia indispensabile l’affidamento alla Madonna e la recita della preghiera mariana per eccellenza: il Rosario.
Bartolo Longo nacque a Latiano, in Puglia, nel febbraio del 1841. Nacque in una famiglia agiata e rinomata e in gioventù ricevette una solida formazione cristiana. Studiò presso le Scuole Pie, nel Collegio di Francavilla Fontana. Terminò gli studi scolastici nel 1858 con il massimo dei voti; e fu proprio nel periodo scolastico che, grazie soprattutto ad un suo maestro, iniziò a praticare una forte devozione mariana.

Gli anni del peccato
Ma dopo la scuola lo attendeva un periodo assai triste. Andò a studiare giurisprudenza prima a Lecce e poi a Napoli; e fu proprio nella città campana che iniziò a frequentare cattive compagnie, soprattutto coetanei di idee massoniche ed anticlericali. Si appassionò poi agli insegnamenti di intellettuali di formazione idealistica come Bertrando Spaventa e Luigi Settembrini e finì per scagliarsi contro la Chiesa, in particolar modo contro i domenicani.
L’anticlericalismo lo fece scivolare – come solitamente avviene – non nell’ateismo ma nell’irrazionalismo. Erano gli anni in cui aveva successo lo spiritismo e, sentendosi insoddisfatto ed infelice, iniziò a frequentarne alcuni circoli. Lui stesso raccontò di essere rimasto così invischiato in queste pratiche da essere divenuto un vero e proprio “sacerdote di satana”.
Fu così che Bartolo Longo si trovò distrutto fisicamente, ma soprattutto psichicamente: cadde in una depressione fortissima, patologia molto frequente in chi frequenta ambienti del genere e fu più volte sull’orlo del suicidio.

La rinascita in Maria
Ma la Vergine che lui aveva tanto amato, soprattutto nel periodo scolastico, lo salvò. Una confessione con il padre domenicano Alberto Radente lo trasformò. Un padre domenicano! Lui che tanto aveva attaccato i domenicani…
Bartolo Longo aveva dunque capito la necessità di cambiare vita, ma ancora la disperazione attanagliava la sua mente, fin quando non fece un’esperienza che lo segnò. Un giorno si sentiva particolarmente disperato e stava vagando per la Valle di Pompei, possedimento della contessa De Fusco, dei cui beni era divenuto amministratore, quando… Lui stesso racconta quei momenti: «L’anima mia cercava violentemente Iddio (…). Un giorno la procella dell’animo mi bruciava il cuore più che ogni altra volta, e mi infondeva una tristezza cupa e poco men che disperata.
Uscii dalla casa De Fusco, e mi posi con passo frettoloso a camminare per la Valle senza saper dove. Sentivami scoppiare il cuore. In cotanta tenebra, una voce amica pareva mi sussurrasse all’orecchio quelle parole che io stesso avevo letto, e che di frequente mi ripeteva il santo amico dell’anima mia (il padre Radente): “Se cerchi salvezza, propaga il Rosario. È promessa di Maria”. Chi propaga il Rosario è salvo!
Questo pensiero fu come un baleno che rompe il buio di una notte tempestosa. Coll’audacia della disperazione sollevai le braccia e le mani al cielo, e volto alla Vergine celeste: “Se è vero” gridai “che Tu hai promesso a san Domenico che chi propaga il Rosario si salva, io mi salverò perché non uscirò da questa terra di Pompei senza aver qui propagato il tuo Rosario!”.
Nessuno rispose: silenzio di tomba mi avvolgeva intorno. Ma, da una calma che repentinamente successe alla tempesta nell’animo mio, compresi che quel grido sarebbe stato un giorno esaudito. La risposta del cielo non fu tarda».

La “nuova Pompei”
In accordo con la contessa De Fusco, che divenne sua grande collaboratrice nonché sua moglie (anche se i due coniugi vollero vivere un matrimonio in completa castità), Bartolo Longo decise di trasformare quella Valle, povera e dimenticata da tutti, nella Valle da cui lanciare in tutto il mondo la grande devozione al Santo Rosario.
Dunque, il Rosario segnò la salvezza personale di Bartolo Longo; ma segnò anche la salvezza di poveri bimbi, figli di carcerati e orfani, strappati così alla vita di strada, per cui il Longo fece costruire dei grandi collegi, proprio ai piedi del Santuario.
Ma Longo volle indicare il Rosario anche come salvezza della civiltà cattolica. Nel 1883 cadeva il centenario di Lutero (1483), colui che aveva spaccato la cristianità; e ricorreva anche il centenario della vittoria cristiana sui Turchi a Vienna (1683). Fu proprio in questo anno che decise di scrivere la celebre “Supplica”, diffusa in tutto il mondo a difesa del Papato e della civiltà cattolica.
La “Supplica” fu letta per la prima volta il 14 ottobre del 1883 e da allora viene letta due volte l’anno: l’8 maggio e la prima domenica di ottobre.
Bartolo Longo fu sempre devotamente sottomesso al Papa e dai papi fu sempre incoraggiato. Lo sostennero prima Leone XIII e poi san Pio X.
Morì il 5 ottobre del 1927, mese del Rosario.

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Storia della festa del Rosario

Posté par atempodiblog le 7 octobre 2011

Storia della festa del Rosario dans Articoli di Giornali e News festa-santo-Rosario

Dopo la vittoria di Lepanto, avvenuta proprio nella prima domenica di ottobre (7 ottobre 1571) che già da tempo costituiva il giorno di raduno e di preghiera delle confraternite del Rosario, san Pio V che, dicono le cronache, era già sicuro della vittoria prima ancora di averne ricevuto notizia, decretò che ogni prima domenica di ottobre si sarebbe dovuta commemorare con rito semplice Nostra Signora della Vittoria. Da Gregorio XIII, nel 1573, fu elevata a solennità di rito doppio, ma sotto il titolo della Beata Maria Vergine del Rosario. Inizialmente limitata all’Ordine domenicano e a quelle chiese e oratori dove era istituita una confraternita del Rosario, fu estesa a poco a poco a intere diocesi in occasione del centenario di Lepanto e dopo la liberazione di Vienna dai Turchi nel 1683. Sarà resa solennità di rito doppio maggiore per tutta la Chiesa da Clemente XI solo dopo un’altra grande vittoria contro i Turchi, a Peterwaradin in Croazia, nell’agosto 1716.
La festa, fino allora mobile, fu assegnata alla data fissa del 7 ottobre da san Pio X. Attualmente il 7 ottobre si celebra una memoria semplice intitolata alla Beata Maria Vergine del Rosario.
Nelle litanie lauretane Maria è invocata come «Auxilium christianorum» a partire dalla vittoria di Lepanto. E «Regina sacratissimi rosarii» solo dall’epoca di Leone XIII in forza della sua lettera apostolica «Salutaris ille» della vigilia di Natale del 1883.
Vale forse la pena rilevare che l’originaria intitolazione della festa alla Regina delle Vittorie si è conservata per molti secoli in liturgie e località particolari quasi clandestinamente. Ed è stata rimessa in auge almeno in Italia dal beato Bartolo Longo, il fondatore laico del santuario di Pompei.

di Lorenzo Cappelletti – 30 Giorni

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Santuario di Pompei

Posté par atempodiblog le 13 octobre 2008

Santuario di Pompei dans Apparizioni mariane e santuari santuario-Pompei

Pompei è opera di Dio, tempio dello Spirito, luogo di conversione e di riconciliazione, di misericordia e di preghiera, di spiritualità e di santità. È città di Maria, venerata come Vergine del Rosario, alla cui scuola milioni di pellegrini imparano ad ascoltare le parole del suo figlio Gesù e a farne una ragione di vita.

Pompei è dono dell’amore di Bartolo Longo, un innamorato della vita, un avvocato santo, che, animato da una straordinaria pietà mariana, ha impegnato tutta la vita a servizio del Vangelo, costruendo una nuova città dell’amore.

Pompei è Rosario, progetto di vita, via che conduce alla contemplazione dei misteri della salvezza, rifugio sicuro nelle prove della vita, catena che lega i cuori a Dio e ci fa fratelli. È Supplica, preghiera filiale, fiduciosa e devota alla Madre del Signore. È missione mariana, mandato apostolico, servizio della Parola, impegno di annuncio della buona notizia del Vangelo con Maria e per Maria, la Vergine dell’ascolto e del fiat.

Pompei è laboratorio di solidarietà e di promozione umana. Migliaia di ragazzi e ragazze, di uomini e donne, vittime del disagio sociale, sono stati accolti e restituiti alla propria dignità umana, sperimentando il calore di una casa e di una famiglia.

Pompei è crocevia di uomini e di popoli, di culture e di nazionalità, luogo di incontro di una umanità assetata di Dio e desiderosa di legalità e di giustizia, di speranza e di pace. È portale d’eternità, proiezione dell’umanità nel tempo di Dio, profezia sul futuro dell’uomo e della storia. È “città posta sul monte” per indicare a tutti gli uomini di buona volontà il cammino da compiere per raggiungere, guidati dalla Vergine Maria, la città di Dio, la santa Gerusalemme.

Per approfondire Freccia dans Beato Bartolo Longo http://www.santuario.it

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