“Se avessi mille vite…”/ San Lorenzo Ruiz e compagni, martiri

Posté par atempodiblog le 28 septembre 2023

“Sono cattolico e accetto con tutto il cuore la morte per il Signore Gesù. Se avessi mille vite, le offrirei tutte a Lui”.

San Lorenzo Ruiz

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San Lorenzo Ruiz e compagni, martiri
della Redazione di Vatican News

Siamo nel XVII secolo. La missione nel Sudest asiatico, specie nelle isole di Giappone, Filippine e Taiwan – allora ancora Formosa – è affidata ai Domenicani, l’Ordine dei predicatori, che contribuiscono a diffondere la Parola di Dio in queste terre dando mirabile testimonianza dell’universalità della fede cristiana e confermando anche con il sacrificio della vita l’annuncio del Vangelo.

L’editto contro i cristiani
Il cristianesimo, inizialmente tollerato nei Paesi dell’Estremo Oriente, prende a essere considerato minaccioso quando grazie all’opera dei missionari che ottengono molte conversioni si diffonde rapidamente. Così il 28 febbraio del 1633 lo shogun Tokagawa Yemitsu – capo militare supremo della nazione – con un editto che colpisce gli stranieri, stabilisce che tutti i fedeli della nuova religione siano perseguitati e rinchiusi nel carcere di Omura. Non è la prima volta che in Giappone viene presa una decisione del genere: una prima ondata di persecuzioni, con circa duecento martiri, si era consumata tra il 1617 e il 1632.

Lorenzo Ruiz, martire per amore di Cristo
Lorenzo era nato a Binondo, un distretto della città di Manila, capitale dell’arcipelago filippino, e aveva abbracciato presto la fede cristiana. Sposato e padre di famiglia, si unisce a un gruppo di missionari domenicani della Provincia del Santo Rosario che comprende le Filippine e con loro svolge il suo apostolato in diversi Paesi asiatici, come Taiwan e Giappone. Cade vittima delle persecuzioni anticristiane in terra nipponica, dove viene martirizzato il 29 settembre 1637.

Chi sono i 15 compagni martiri
Il gruppo dei 15 compagni martiri di San Lorenzo Ruiz, tutti in qualche modo legati all’Ordine domenicano, comprende nove giapponesi, quattro spagnoli, un francese e un italiano. Ecco i loro nomi: Domenico Ibañez de Erquicia Péerez de Lete, sacerdote; Francesco Shoyemon, novizio; Giacomo Kyuhei Gorobioye Tomonaga, sacerdote; Luca Alonso Gorda, sacerdote; Matteo Kohioye, novizio; Maddalena di Nagasaki, terziaria domenicana e agostiniana; Marina di Omura, terziaria domenicana; Giacinto Giordano Ansalone, sacerdote; Tommaso Hioji Kokuzayemon Nishi, sacerdote; Antonio Gonzalez, sacerdote; Guglielmo Courtet, sacerdote: Michele Lèibar Garay di Aozarara, sacerdote; Vincenzo Shiwozuka, sacerdote; Lazzaro di Kyoto, laico.

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San Lorenzo Ruiz

Posté par atempodiblog le 28 septembre 2021

San Lorenzo Ruiz
Fonte: Comunità Cenacolo

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28 settembre – Memoria Facoltativa

Lorenzo Ruiz, laico
Domenico Ibáñez de Erquicia, O.P.
Giacomo Kyushei Tomonaga, O.P.
e 13 compagni filippini, martiri in Giappone

Questo gruppo di 16 Martiri, tutti collegati a diverso titolo con l’Ordine dei Frati Predicatori nella Provincia missionaria del S. Rosario sorta nel 1587, fu beatificato il 18 febbraio 1981. Il rito, presieduto da Giovanni Paolo II e celebrato per la prima volta fuori Roma nella storia delle beatificazioni, ebbe luogo a Manila, città con la quale la maggior parte dei Martiri aveva avuto relazione. In modo particolare Lorenzo Ruiz, nativo di quel luogo e protomartire delle Filippine.

Dei 16 Beati, 9 sono giapponesi, 4 spagnoli, 1 italiano, 1 francese, 1 filippino. I sacerdoti domenicani sono 9, i fratelli cooperatori 2, le terziarie 2, e 3 altri laici. Tranne Marina di Omura e Antonio Gonzàlez, tutti morirono sulla collina detta Nishizaka, a Nagasaki, dove già erano stati crocifissi nel 1597 i 26 Santi protomartiri del Giappone, e avevano patito molti dei 205 Beati uccisi tra il 1617 e il 1632.

Essi sono i continuatori di questa schiera (16331637) e con molti altri sono quasi gli epigoni del cosiddetto “secolo cristiano” del Giappone, inaugurato dalla predicazione di S. Francesco Saverio (1549-1650 ca.). Il periodo della loro passione corrisponde al tempo in carica di Tokugawa Yemitsu, shógun o supremo capo militare del Giappone: che il 28 febbraio 1633 e il 22 giugno 1636 aveva emanato due editti per estinguere il cristianesimo in quell’impero. Erano punibili con la sentenza capitale i missionari stranieri o autoctoni, quelli che li ospitavano o che non erano disposti ad abiurare la fede cristiana.

Vari i supplizi con cui venivano torturati i confessori di Cristo durante gli interrogatori presso il tribunale di Nagasaki. Uno consisteva nell’acqua fatta trangugiare violentemente in grande quantità e quindi fatta espellere con altrettanta violenza, con effetto talora di far fuoriuscire il sangue dalla bocca, narici ed orecchie. Un’altra tortura la procuravano punte acuminate di canna di bambù o di ferro conficcate tra i polpastrelli e le unghie delle mani fin quasi a metà dito. Quindi mano ed avambraccio venivano spinti ad urtare contro il suolo. Il tormento più terribile e definitivo fu escogitato appunto durante questo periodo di persecuzione ed era chiamato ana-tsurushi. Il condannato a morte veniva appeso ad un palo con il capo rivolto in basso e con tutto il busto dentro una fossa piena di sudiciume e rinchiusa con tavole di legno che stringevano il corpo all’altezza della cintola. L’appeso con tale sistema era soggetto al deflusso del sangue nel capo con difficoltà a riprendere la circolazione; si sentiva soffocare per la mancanza di aerazione della fossa, resa per di più nauseabonda per il sudiciume che conteneva.

In tali condizioni penosissime il condannato poteva durare da uno a più giorni, secondo le capacità di resistenza fisica. A volte veniva estratto dalla fossa e dalla forca per essere istigato a rinnegare la fede cristiana e quivi rimesso in caso di perseveranza. Sopraggiunta la morte, il cadavere era subito bruciato e le ceneri gettate in mare nel porto di Nagasaki.

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Preghiera a San Lorenzo Ruiz

Glorioso San Lorenzo Ruiz,
catechista e padre di famiglia,  
missionario del Vangelo
nelle Isole Filippine e in Giappone,
sostieni il generoso servizio
di chi anche oggi annuncia e testimonia la fede
nel mondo, soprattutto nelle terre
più lontane, più povere di Dio e più tribolate.

Martire di Gesù e primo Santo del popolo filippino,
che hai proclamato con coraggio la tua prontezza
a donare anche mille volte la tua vita
per la fede cristiana, donaci il coraggio
e la freschezza di una fede viva, luminosa e gioiosa.
Intercedi dal Cielo tante e sante vocazioni missionarie,
perché il Vangelo sia annunciato a tutte le genti.

Alla tua intercessione affidiamo particolarmente
la nostra missione nelle Filippine:
proteggi, custodisci e sostieni i primi passi
della nostra Comunità nella tua amata terra.

San Lorenzo Ruiz,
prega per noi!

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