14ENNE SUICIDA A LATINA/ Servono adulti capaci di guardare il dono che siamo, sempre

Posté par atempodiblog le 18 septembre 2025

14ENNE SUICIDA A LATINA/ Servono adulti capaci di guardare il dono che siamo, sempre
In provincia di Latina un 14enne, Paolo, si è suicidato perché vittima di bullismo. Il ministero ha mandato gli ispettori. La diversità è un dono, sempre

di Don Federico Pichetto – Il Sussidiario

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Castelforte, provincia di Latina, ai piedi del Garigliano. È qui che nei primi giorni di settembre un ragazzo di quattordici anni, Paolo, è stato trovato senza vita. La procura di Cassino ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio e le indagini sono in corso: ogni dettaglio è al vaglio, ogni ricostruzione resta ancora ipotetica.

Quello che non è più un’ipotesi è il dolore che ha attraversato un paese di settemila abitanti, che ora si interroga davanti a una perdita troppo grande.
Nella cucina della loro casa di pietra, i genitori Giuseppe e Simonetta stringono tra le mani la foto del figlio con il basso. Non riescono più a varcare la porta della sua stanza. Raccontano di soprannomi, di insulti, di capelli tagliati per smettere di essere deriso, di denunce presentate già alle elementari.

Raccontano di un ragazzo sensibile che cucinava, difendeva i compagni più deboli, curava i propri gesti quotidiani come rituali di dignità.
Raccontano della fatica di una scuola che non lo ha capito, almeno secondo la loro esperienza, e di una fiducia che si sarebbe spezzata.

Forse tutto questo sarà confermato, forse solo in parte. A rimanere è la memoria di un volto e di una domanda che non ci lascia tranquilli.

Il bullismo non è solo un problema scolastico. È il termometro di una comunità che non sa riconoscere la diversità come dono. Paolo era diverso, e per questo si è ritrovato solo. Il volto di un ragazzo non è mai un dettaglio estetico, è la rivelazione della sua unicità. Dietro un soprannome offensivo c’è sempre un volto che non si vuole guardare. Dietro una risata di scherno c’è il rifiuto di una differenza che non si riesce a reggere.

La fede cristiana insegna che nessuno è un errore.
Giussani ricordava che la vera educazione è far sperimentare a un giovane che la sua vita è buona, voluta, preziosa. Quando questo non accade, la persona si sente di troppo.

Non basta dire a un adolescente che è amato: deve sentirlo nello sguardo, deve poterlo toccare nella concretezza delle relazioni.
Per questo, quando i genitori raccontano che Paolo aveva smesso di fidarsi perfino di loro, ci mostrano quanto possa essere devastante una solitudine non custodita.

Cosa resta allora? Non solo la necessità di accertare eventuali responsabilità, compito affidato agli inquirenti. Resta soprattutto una sfida educativa. Un figlio che soffre chiede di essere guardato senza paura, senza fretta di normalizzare o di correggere. Gli adulti non possono abdicare a questa responsabilità.

Ogni ragazzo ha bisogno che qualcuno regga la sua originalità senza ridurla a difetto, che gli faccia sentire che la sua differenza non è una condanna ma una possibilità.

“Prendetemi il posto in prima fila”: con questa frase, scritta nella chat della classe, Paolo si è congedato dai compagni. Forse era un gesto ironico, forse una provocazione. Forse era un grido consegnato a chi resta: non dimenticatevi di me, non lasciate che la mia storia scivoli nel silenzio.

Gli inquirenti diranno la loro verità. Noi siamo chiamati a una verità diversa: quella che passa nello sguardo quotidiano sugli adolescenti che ci sono affidati. Non servono slogan né protocolli: serve una compagnia adulta che non fugga la fragilità, che non chiuda gli occhi davanti alla differenza, che testimoni a ogni ragazzo che c’è davvero un posto in prima fila riservato a lui, per sempre.

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La storia di Lizzie Velasquez

Posté par atempodiblog le 30 janvier 2014

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Si chiama Lizzie Velasquez ed è una ragazza ventenne di Austin, Texas. È affetta da una rarissima malattia (sindrome di De Barsy) che le impedisce di ingrassare, poiché il suo corpo – benché sia costretta a mangiare ogni quarto d’ora – non può trattenere grassi (non ha mai pesato più di 28 chili). In questo video, Lizzie, che oggi è una “speaker motivazionale” e laureanda, narra la sua storia e anche dell’amara scoperta che un giorno fece vedendo un video su Youtube in cui era definita «la donna più brutta del mondo» e in cui le si consigliava il suicidio. Lizzie ha scritto tre libri in cui racconta la sua vita, con alcuni particolari che nel video non sono narrati, come, ad esempio il fatto che, da piccola, i suoi genitori dovessero utilizzare i vestiti delle bambole per vestirla, non esistendo indumenti adatti alla sua taglia. Grazie alla sua famiglia, Lizzie ha potuto affrontare le difficoltà della sua esistenza, frequentare la scuola, entrare a far parte del gruppo delle cheerleader e, soprattutto, imparare che un malato non è la sua malattia. Come ha detto lei stessa: «Dio mi ha fatto come sono per una ragione e non vorrei essere diversa. Affronto gli ostacoli sulla mia strada a testa alta e con il sorriso sulle labbra». E di certo l’ironia non le manca.

Tratto da: Tempi.it

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Il disprezzo e la derisione del prossimo

Posté par atempodiblog le 29 janvier 2014

Il disprezzo e la derisione del prossimo dans Charles Dickens Un-canto-di-Natale

Era abbastanza saggio da sapere che a questo mondo non è mai accaduto nulla di buono che in un primo tempo qualcuno non abbia deriso; e sapendo che gente come quella era cieca ad ogni costo, pensò che potevano pure strizzare gli occhi in un ghigno, piuttosto che mostrare la loro cattiveria in forme meno piacevoli. Anche il suo cuore rideva, e ciò gli bastava.

Tratto da: Canto di Natale di Charles Dickens

Divisore dans San Francesco di Sales

Nessun vizio è così contrario alla carità, e più ancora alla devozione, quanto il disprezzo e la derisione del prossimo.

La derisione e la beffa non vanno senza disprezzo; è per questo che è un peccato molto grave, e i moralisti hanno ragione di dire che la derisione è il modo peggiore di offendere il prossimo con parole; le altre offese salvano sempre, in una certa misura, la stima per la persona; la derisione invece non la risparmia in nulla.

Tratto da: Filotea di San Francesco di Sales

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Il cespuglio spinoso

Posté par atempodiblog le 25 août 2012

Il cespuglio spinoso dans Derisione Il-cespuglio-spinoso

Era cresciuto sui fianchi del monte e si era inebriato di aria e di sole. Ma dopo i primi tempi in cui era un germoglio verde tenero,i suoi rametti contorti e sgraziati si erano coperti di spine sgradevoli ed appuntite…
Era detestato dagli uccelli e dalle pecore, alle quali senza volerlo strappava bioccoli di lana quando lo sfioravano. Perfino le capre, che non sono schizzinose e brucherebbero anche le pietre, lo evitavano.
Gli altri cespugli e gli arbusti sfoggiavano fiori e foglie, e taluni perfino frutti. Il povero cespuglio spinoso produceva solo spine… Il vento della sera gli portava il disprezzo e la derisione delle altre piante.
Ma quando Dio volle parlare a Mosè, scelse l’umile cespuglio spinoso sui fianchi della montagna. E il cespuglio divenne il trono di Dio, splendente più del sole, ardente di luce e di fuoco, come se ognuna delle sue spine si fosse trasformata in una pietra preziosa dai mille riflessi di luce purissima.

La scolaresca era in fila davanti alla mostra delle più grandi invenzioni del secolo. La maestra cercava di preparare i bambini a quello che avrebbero visto. Chiese: “Chi sa dirmi una grande invenzione di oggi, che non c’era cento anni fa?”.
E un ragazzino, convinto e puntandosi l’indice al petto:

“Io signora maestra”.

di Don Bruno Ferrero – “A volte basta un raggio di sole”

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Burla

Posté par atempodiblog le 7 juin 2012

Burla dans Citazioni, frasi e pensieri santafaustina

Ho notato che fin da quando sono entrata in convento, mi è stata fatta sempre una sola critica e cioè che sono santa; tale nomignolo mi veniva dato per burla. In principio la cosa mi dava molto fastidio, ma quando mi sono innalzata un po’ di più, non vi ho fatto più caso. Però quando in un dato momento, a causa della mia santità, venne colpita una certa persona, la cosa mi dispiacque molto, per il fatto che altri dovevano avere dei dispiaceri per causa mia.
Cominciai allora a lamentarmi con Gesù perché era così ed il Signore mi rispose: “Ti rattristi per questo? Dopotutto lo sei. Fra non molto Io stesso io manifesterò in te e pronunceranno la stessa parola “santa, ma ormai soltanto con amore [...]

Santa Faustina Kowalska

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Le beffe

Posté par atempodiblog le 7 juin 2012

Le beffe dans Citazioni, frasi e pensieri

Non criticate il contegno, la frequenza ai Sacramenti, la lontananza dai compagni dissipati che scorgerete nei vostri compagni buoni; tutte queste beffe attirano le maledizioni di Dio. (VII,191)

San Giovanni Bosco

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