Abbiamo bisogno di Maria

Posté par atempodiblog le 5 septembre 2022

Abbiamo bisogno di Maria
Tratto da: Santa Teresa di Calcutta

Abbiamo bisogno di Maria dans Fede, morale e teologia Madre-Teresa-di-Calcutta

“Quanto abbiamo bisogno di Maria perché ci insegni lei cosa significhi saziare l’amore assetato di Dio per noi, che Gesù è venuto a rivelarci! Lei lo ha fatto in modo così bello. Sì, Maria ha permesso a Dio di prendere pieno possesso della sua vita attraverso la sua purezza, la sua umiltà e il suo amore fedele… Sforziamoci di crescere, sotto la guida della nostra Madre Celeste, in questi tre importanti atteggiamenti interiori, dell’anima, che danno gioia al Cuore di Dio e Gli consentono di unirsi a noi, in Gesù e attraverso Gesù, nella potenza dello Spirito Santo. È facendo questo che, come Maria nostra Madre, permetteremo a Dio di prendere pieno possesso di tutto il nostro essere – e attraverso di noi Dio potrà raggiungere con il Suo Amore Assetato tutti coloro con cui veniamo a contatto, specialmente i poveri”.

“Se restiamo accanto a Maria, Lei ci donerà il suo spirito di amorevole fiducia, di totale abbandono e di gioia”.

Pensiero del giorno: Quanto dobbiamo rimanere vicini a Maria che comprese quale profondità dell’Amore Divino veniva rivelata quando, ai piedi della Croce, sentì il grido di Gesù: “Ho sete”.

Chiedi la grazia di imparare da Maria a saziare la sete di Gesù come ha fatto Lei.

Preghiera a Santa Teresa di Calcutta
Santa Teresa di Calcutta, tu hai permesso all’amore assetato di Gesù sulla Croce di diventare dentro di te una fiamma viva, così da essere per tutti luce del Suo Amore.
Ottieni dal cuore di Gesù… (si chieda la grazia…), insegnami a lasciare che Gesù penetri in me e si impossessi di tutto il mio essere, in modo così totale, che anche la mia vita sia un’irradiazione della sua luce e del Suo amore per gli altri.

Cuore Immacolato di Maria, Causa della nostra gioia, prega per me.
Santa Teresa di Calcutta, prega per me.

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Gesù vivo

Posté par atempodiblog le 19 avril 2022

Gesù vivo dans Citazioni, frasi e pensieri Santa-Madre-Teresa-di-Calcutta

Conoscete davvero il Gesù vivo: non dai libri, ma stando con lui nel vostro cuore? Avete mai udito le parole d’amore che egli vi rivolge? …non abbandonate mai questo contatto intimo e quotidiano con Gesù come persona viva e reale e non come una pura idea.
Come potremmo passare un solo giorno senza sentirci dire da Gesù: “ti amo”. È impossibile.
La nostra anima ne ha bisogno tanto quanto il nostro corpo ha bisogno di respirare. Altrimenti la preghiera muore e la meditazione degenera in riflessione. Gesù vuole che ognuno di noi lo ascolti e gli parli nel silenzio del cuore. Vigilate su tutto ciò che potrebbe impedire questo contatto personale con Gesù vivo.

Santa Madre Teresa di Calcutta

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Madre Teresa e la santa Comunione sulla mano

Posté par atempodiblog le 5 septembre 2020

Madre Teresa e la santa Comunione sulla mano/ Per quanto concerne il ricevere la Santa Comunione nella mano, una chiarificazione sulla presunta dichiarazione di Madre Teresa: “La cosa che più mi rattrista…”
Fonte: Testo © Mother Teresa Center of the Missionaries of Charity

 Madre Teresa e la santa Comunione sulla mano dans Diego Manetti Madre-Teresa

Riguardo al modo di ricevere la Santa Comunione, la Chiesa dichiara: “Nonostante debba essere rispettato il diritto di ogni fedele di ricevere, se lo desidera, la Santa Comunione sulla lingua, se un comunicante desiderasse ricevere il Sacramento della Comunione sulla mano, in circoscrizioni dove la Conferenza Episcopale con il riconoscimento della Santa Sede, ne abbia dato il permesso, l’Ostia Sacra dovrà essere amministrata al richiedente. Comunque, è necessario assicurarsi attentamente che l’Ostia consacrata sia consumata dal comunicante alla presenza del sacerdote, in modo da evitare che qualcuno si allontani con le Specie Eucaristiche nella sua mano. Nel caso esistesse il rischio di una profanazione, la Comunione non deve essere posta sulla mano dei fedeli”. (Dalla CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI – ISTRUZIONE Redemptionis Sacramentum; in materia di argomenti da osservare o evitare riguardo alla Santissima Eucarestia)

Madre-Teresa dans Fede, morale e teologia

Madre Teresa non avrebbe mai contraddetto i dettami della Chiesa. Riguardo al modo in cui ricevere la Santa Comunione, ha scritto alle sue consorelle: “Questo è come il permesso dei Vescovi dato alcuni anni fa per ricevere la Santa Comunione nella mano. E’ permesso, ma non è un ordine,… come Missionarie della Carità, noi abbiamo scelto di ricevere la Santa Comunione sulla lingua. Se qualcuno vi interroga su questo, non entrate in discussione – “che ogni spirito dia gloria a Dio” – ma preghiamo che tutto sia fatto per la maggior gloria di Dio e il bene della Chiesa”.

Voi riportate questa citazione “Ovunque vada nel mondo intero, la cosa che maggiormente mi rattrista è vedere la gente ricevere la Comunione nella mano.” Questa dichiarazione non ci sembra autentica. Non abbiamo mai sentito Madre Teresa proferire queste parole e nemmeno le abbiamo mai incontrate nei suoi scritti. Una cosa che Madre Teresa soleva ripetere molto spesso era: “…Il più grande distruttore della pace oggigiorno è l’aborto, perché è una guerra contro il bambino, un diretto omicidio di un bambino innocente, ucciso dalla sua stessa madre…il più grande distruttore dell’amore e della pace è l’aborto.”

Divisore dans San Francesco di Sales

Ricorda
Si può dare la comunione in mano ai fedeli? Sì, a condizione che…

Ostia-santa dans Madre Teresa di Calcutta

Non intendo fare alcuna “crociata” contro la pratica di dare la comunione in mano ai fedeli che la richiedano, perché quello che dice la Chiesa, nostra madre, vale. Però non bisogna dimenticare che la Chiesa dice che tu puoi prendere la comunione con la mano e poi devi metterla in bocca, subito lì, davanti al sacerdote. Quindi i sacerdoti devono essere molto vigilanti in questo senso, richiamando eventuali fedeli che non dovessero consumare immediatamente la particola. E’ questo il momento in cui ci deve essere l’osservazione: se si applica la norma liturgica correttamente, il pericolo che un’ostia sia trafugata si riduce sensibilmente, sconfessando con ciò la tesi per cui dare la comunione in mano favorirebbe di per sé i furti di ostie.

Tratto da: L’ora di Satana (L’attacco del Male al mondo contemporaneo) di Padre Livio Fanzaga con Diego Manetti, Ed. Piemme

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Quattro anni fa la canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta

Posté par atempodiblog le 4 septembre 2020

Quattro anni fa la canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta
In pieno Giubileo della Misericordia, Papa Francesco proclamò santa “la piccola matita nelle mani di Dio”. Instancabile operatrice della carità, rese visibile al mondo la povertà che segnava le strade di Calcutta e restituì dignità a chi non l’aveva. “Messaggera dell’amore cristiano”: la definisce così il suo biografo don Lush Gjergji
di Benedetta Capelli – Vatican News

Quattro anni fa la canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta dans Articoli di Giornali e News Madre-Teresa-di-Calcutta

Piccola, minuta, preziosa, perché in un corpo così esile Dio aveva riversato la sua grazia. Ad Anjeze Gonxhe Bojaxhiu, la futura Madre Teresa di Calcutta, aveva donato spalle forti per reggere le miserie di tanti uomini abbandonati nella sporcizia e nella rassegnazione; mani operose capaci di accarezzare e curare le loro piaghe; una voce ferma per denunciare al mondo le ingiustizie e per chiedere di riparare a tanto male.

Sale e luce del mondo
Nata il 26 agosto del 1910, a Skopje, nell’ex Jugoslavia, è nel 1929 che Madre Teresa inizia la sua missione a Calcutta ma solo dopo aver lasciato le suore di Loreto,  nel 1950 fonda la Congregazione delle Missionarie della Carità che oggi conta nel mondo oltre seimila sorelle, attive in 130 Paesi. Nel 1979 le viene consegnato il Premio Nobel per la Pace ma lei chiede di devolvere i seimila dollari ai poveri dell’India. Dopo la morte nel 1996, san Giovanni Paolo II, suo amico fraterno, il 19 ottobre 2003 la pone tra la schiera dei beati. Il 4 settembre 2016, Francesco la canonizza, ricordando di lei la strenua difesa della vita e della dignità che Dio aveva dato a chi si lasciava morire ai margini delle strade.

“La misericordia è stata per lei il “sale” che dava sapore a ogni sua opera, e la “luce” che rischiarava le tenebre di quanti non avevano più neppure lacrime per piangere la loro povertà e sofferenza”.

Madre dell’amore
Per il suo biografo don Lush Gjergji, che su Madre Teresa ha scritto 17 libri, di lei si conoscono le opere ma spesso si dimentica il motore che la muoveva: l’amore di Dio:
R.  Il mio primo incontro fisico con Madre Teresa, che conoscevo già perché nella mia infanzia e tramite la mia famiglia tutti parlavano di questa grande messaggera dell’amore cristiano, avvenne il 29 marzo 1969. Ero al secondo anno di filosofia all’Urbaniana, e da quell’incontro ebbi subito non solo l’impressione ma la convinzione di trovarmi davanti ad una grande santa. E su un diario scrissi che se Dio avesse voluto, avrei cercato di capire fino in fondo chi fosse Madre Teresa. Perché era andata in India a farsi suora, perché aveva lasciato le suore di Loreto, cosa la rendeva così grande e così amata da tutti, quale era la sua interiorità e spiritualità. Ho scritto 17 volumi su Madre Teresa, tradotti in diverse lingue, soprattutto cercando di colmare un vuoto completo che riguardava la vita familiare, l’infanzia, la gioventù, il contesto socio culturale e religioso. Ho raccontato il suo voto a Dio quando decise di diventare suora missionaria per aiutare i più poveri del mondo. Già allora, nell’embrione, c’è tutta Madre Teresa, c’è lo Spirito Santo che l’ha ispirata e l’ha spinta verso questa grande chiamata.

Da biografo ha analizzato ogni aspetto della vita di Madre Teresa, c’è un episodio che secondo lei è meno conosciuto ma che rende al meglio il carisma di questa piccola suora?
R.  Ci sono tante cose e purtroppo il mondo non riesce ancora a capire la grandezza di Madre Teresa che non è nel fare e nelle opere. Certo, ammiriamo le opere ma non il movente delle opere che è Dio, il suo amore. Madre Teresa ha portato tante novità: quella di essere madre universale, come la vita e l’amore sono universali, quindi ha oltrepassato ogni limite e ogni confine anche quello delle caste in India, che era una cosa impensabile. Poi la novità di Madre Teresa è di aver combinato l’aspetto del fare e del contemplare. Noi siamo attive e contemplative – diceva – sempre in azione è sempre in preghiera. Quindi anche questo è una novità assoluta nell’ambito del cristianesimo. L’amore è la cosa più importante e Dio è amore. Noi non dobbiamo fare nient’altro che ricevere questo amore per poterlo donare e testimoniare agli altri. Dalla cattedra del premio Nobel disse che le opere dell’amore sono le opere della pace. Sono novità e intuizioni tutte ancora da scoprire, da valutare e da presentare.

Lei ha citato il Premio Nobel per la pace. In quel discorso, Madre Teresa focalizzò l’idea che l’aborto è la più grande minaccia per la pace…
R. – Ebbe il coraggio di dire ai grandi che l’ascoltavano: perché ci meravigliamo che combattono Stati o popoli se il padre o addirittura la madre diventano il sepolcro e tolgono la vita al frutto dell’amore? In questo senso poi ci sono stati tanti messaggi riguardanti la povertà, la miseria dell’Occidente e la solitudine, la perdita di senso, il non sapere più perché vivere. La malattia più grave non è il cancro, e oggi si direbbe non è il Covid-19, ma è non essere amati o essere messi da parte, non essere riconosciuti come si è.

Papa Francesco l’ha canonizzata nel Giubileo della Misericordia, rendendola emblema dell’amore incondizionato verso i poveri, come aveva detto nella sua omelia, espressione di un amore gratuito, libero, riversato verso tutti.
R. – Io ho cercato di spiegare in diversi modi Madre Teresa. Prima di tutto è la santa della vita, sempre in prima linea a difendere la vita, non solo dalla malattia, non solo dalla povertà, ma anche dalla mancanza della dignità, del diritto di nascere, di crescere, di essere uomo come tutti gli altri. Poi Madre Teresa è la madre dell’amore, perché il senso della vita è l’amore, Dio è amore e poi la vita e l’amore non hanno alcun senso se non c’è la pace, perché la pace interiore è con se stessi, la pace con il prossimo, la pace con Dio. Il tutto è possibile solo se c’è il primo presupposto: accogliere, difendere, amare la vita, donare la vita, dare alla vita il senso e il gusto che l’amore e questi presupposti creano. E il presupposto fondamentale, che purtroppo oggi manca, è quello della pace vera e giusta.

C’è una frase che secondo lei racchiude il carisma di Madre Teresa? Ce n’è una in particolare che lei, ad esempio come biografo, si ripete oppure è un suo riferimento durante la giornata?
R. – Senz’altro, è quella dell’esame di coscienza. Mi prese le mani, mi disse di guardarle: avevo pensato che fosse uno scherzo. “Quando la mattina ti svegli – mi spiegò Madre Teresa – e fai il segno della croce guarda la tua mano e le cinque dita e fai questa domanda: cosa farò oggi per Gesù? Poi guardando l’altra mano: cosa farò oggi per l’uomo? Stringi le mani e chiedi l’aiuto di Dio e dello Spirito Santo. A fine giornata chiediti: cosa ho fatto per Gesù? E per l’uomo? Questo è il Vangelo in cinque dita, oppure il quinto Vangelo di Madre Teresa, che aiuta non solo i cristiani ma tanti miscredenti e da noi anche tanti musulmani ad avvicinarsi a Dio, ad avvicinarsi alla Chiesa e al Battesimo perché il suo è un amore attraente come lo è l’amore di Dio.

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Coronavirus Covid-19: card. Comastri, “l’Ascensione non è una partenza, ma una presenza diversa nella storia”

Posté par atempodiblog le 21 mai 2020

Coronavirus Covid-19: card. Comastri, “l’Ascensione non è una partenza, ma una presenza diversa nella storia”
di M. Michela Nicolais – Agenzia SIR

Coronavirus Covid-19: card. Comastri, “l’Ascensione non è una partenza, ma una presenza diversa nella storia” dans Cardinale Angelo Comastri Card-Angelo-Comastri-santo-Rosario

“Gesù risorto è il nostro futuro”. Lo ha detto il card. Angelo Comastri, arciprete della basilica vaticana, commentando il primo Mistero della Gloria, durante la recita del Rosario trasmessa in diretta streaming dalla basilica di San Pietro subito dopo il Regina Coeli.

Il secondo Mistero glorioso ci presenta l’Ascensione, che “non è una partenza, ma una presenza diversa nella storia: una presenza in punta di piedi ma reale”, ha spiegato il cardinale, ricordando che “poco tempo dopo l’Ascensione Gesù appare a Saulo, che andava a perseguitare i cristiani. E Saulo, che era partito persecutore torna a casa discepolo fervente di Gesù”.

Il terzo Mistero della Gloria ci fa meditare la Pentecoste, dove Gesù manda lo Spirito Santo, “la forza dell’amore di Dio sugli apostoli riuniti nel Cenacolo, ma ancora impauriti”. “E la spinta della Pentecoste continua”, ha assicurato Comastri citando missionari come san Francesco Saverio e Madre Teresa di Calcutta.

“Donna del nostro futuro, aiutaci a iniziare il nostro futuro fin da quaggiù”, la preghiera del cardinale per il quarto mistero glorioso, che ci presenta l’Assunzione di Maria.

Il quinto Mistero della Gloria “ci mette davanti il nostro futuro, il Paradiso”, ha concluso Comastri, che ha citato una frase di san Francesco d’Assisi: “Tanto è il bene che mi aspetto, che ogni pena mi è diletto”. “Questa è fede che vede il futuro”, ha commentato il cardinale. Infine, l’invocazione a san Michele Arcangelo.

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Comastri: siamo in una tempesta ma nella barca con noi c’è Cristo

Posté par atempodiblog le 14 mars 2020

Comastri: siamo in una tempesta ma nella barca con noi c’è Cristo
Nel porgere gli auguri al Papa nel settimo anno di Pontificato, il cardinale Angelo Comastri riflette sulla difficile situazione che attraversa l’umanità a causa dell’epidemia di Coronavirus: siamo fragili e aggredibili, l’unica forza che abbiamo è Gesù. L’amore scambievole, dice, ci mette in comunione con Dio e ci rende felici
di Eugenio Bonanata – Vatican News

Comastri: siamo in una tempesta ma nella barca con noi c'è Cristo dans Cardinale Angelo Comastri Cardinale-Comastri

Nelle tempeste della vita, nei momenti di smarrimento, l’uomo non può contare unicamente sulle forze proprie. Occorre avere fede e ricordare che Dio può “salvarci da ogni tempesta”. Le parole dell’arciprete della Basilica di San Pietro, il cardinale Angelo Comastri sono legate strettamente all’attualità che presenta un mondo sgomento per un’epidemia che sta seminando migliaia di vittime. Cogliendo l’occasione del settimo anniversario del Pontificato di Papa Francesco, il porporato dunque non solo invita tutti a pregare per il Pontefice ma, attraverso la preghiera, a fare un atto di affidamento al nostro Padre celeste e a farci simili a Lui, mettendo in pratica l’amore scambievole:

R. - Questo è un giorno carico di emozioni per il Papa. Rivivrà sicuramente l’emozione di quel giorno, del 13 marzo di 7 anni fa. Al Papa vogliamo far giungere i nostri più cordiali auguri, carichi di affetto, carichi di riconoscenza ma soprattutto accompagnati dalla preghiera. Il Papa non si stanca di dire “Pregate per me”. Credo che sia il dono più bello che possiamo fargli. Per quanto riguarda la situazione della Chiesa in questo momento mi viene in mente un episodio raccontato da Matteo, Marco e Luca concordemente, è la tempesta sul mare di Galilea. Raccontano gli evangelisti che un giorno, attraversavano il mare di Galilea sulla barca e guarda caso Gesù si mette a poppa, il particolare lo dice San Marco che ripete le catechesi di San Pietro. Gesù si mette a poppa e si addormenta volutamente. Mentre Gesù riposa, si leva la tempesta, il mare inizia ad agitarsi e le onde diventano furiose. Gli apostoli hanno paura. Svegliano Gesù dicendo “Signore salvaci, affondiamo”. Gesù si sveglia, si alza e comanda al mare e al vento di placarsi. E Gesù si rivolge agli apostoli e dice: “Perché avete avuto paura? Gente di poca fede”. Nelle tempeste dobbiamo sempre ricordare che Dio è sopra la tempesta, che Dio può tirarci fuori da ogni tempesta purché abbiamo fede, purché apriamo il cuore a Lui. Don Divo Barsotti, un grande sacerdote, un giorno disse che il vero pericolo della chiesa, il vero rischio della chiesa è la pochezza di fede o la mancanza di fede. Non per nulla Gesù ha detto quando il figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra? E’ un bell’ammonimento, è un invito a crescere nella fede.

Lei nei giorni scorsi ha inaugurato la preghiera dell’Angelus e del Rosario ogni giorno dalla Cattedra di San Pietro. Qual è il valore di questo appuntamento?
R. - Quando il mare è in tempesta dobbiamo rivolgerci al Signore. L’unico che ci possa aiutare è Gesù. Questa preghiera nasce proprio da questa constatazione. Nelle difficoltà non possiamo risolvere le questioni con la nostra umana forza, dobbiamo aggrapparci al Signore, l’unica roccia. Per questo ho voluto fare questa preghiera e grazie a Dio, tutti quelli che potevano, hanno risposto. Pensate che il mio telefono è intasato da gente che mi dice solo “grazie, è entrato nelle nostre case e ci ha fatto sentire una grande famiglia che prega da San Pietro”. E ci tengo a precisare che la Basilica di San Pietro è stata sempre aperta in questi giorni, mai chiusa, dalle 7 del mattino fino alle 18 della sera. Chiaramente la gente ha difficoltà a venire. Ma i pochi che vengono pregano, e questa iniziativa allarga gli spazi e crea una grande famiglia orante.

Il ciclo proseguirà anche la prossima settimana?
R.- La preghiera continuerà fino al 3 aprile. Dopo avremo altre disposizioni, sapremo cosa decideranno di fare durante la Settimana Santa, questo lo deciderà il Santo Padre. E anche la domenica 15, domenica 22, domenica 29 verrà trasmessa anche la Messa delle 10.30, in modo che da San Pietro parta una grande, corale preghiera e il colonnato del Bernini si allarghi e abbracci tutti in una meravigliosa preghiera dal cuore della cattolicità.

In conclusione tutta questa situazione, questa vicenda di emergenza che cosa insegna?
R. - Ho tanto riflettuto su questo fatto. A me sembra di dover dire che questa epidemia improvvisa, inattesa, rapidissima ci fa riflettere. E la prima riflessione è questa: in poco tempo l’Italia, l’Europa e il mondo sembrano in ginocchio. Siamo tutti invitati a fare un grande bagno di umiltà, non siamo i padroni del mondo, siamo piccoli, siamo fragili, siamo molto spesso aggredibili, per questo dobbiamo darci la mano gli con gli altri e soprattutto aggrapparci al Signore. Madre Teresa diceva: Dio è la trave che tiene in piedi il tetto. Se togliamo la trave casca il tetto. Dobbiamo aggrapparci al Signore, questo è il primo grande invito. Secondo grande insegnamento: sentivo ieri in una trasmissione radiofonica un giovane che diceva “Se mi togliete la partita di calcio, se mi togliete la discoteca, cosa mi resta? Quale è lo scopo della mia vita?”. Ecco la grande riflessione: dobbiamo ritrovare l’essenziale. L’essenziale non è il divertimento, non è il denaro, non è il successo. Nel 1970 – per raccontare un particolare che può far riflettere – Mario Soldati, un buon giornalista, andò in Svezia per cantare il paradiso svedese e rimase diversi mesi in Svezia. La conclusione fu un libro, che ancora si può trovare, con questo titolo “I disperati del benessere”. E Soldati lì dice: è una società organizzata in maniera meravigliosa. Però lì manca qualcosa: c’è il più alto tasso di suicidi, manca qualcosa… non ebbe il coraggio di dire che mancava Dio. E Dio ci è venuto incontro in Gesù. Non siamo soli, nella bufera, nella barca c’è Gesù, purché lo svegliamo. E Gesù ci ha dato la formula della felicità. E sempre Madre Teresa diceva: nei paesi del benessere la segnaletica della felicità è tutta sbagliata. Qual è la formula della felicità? E’il comandamento dell’amore: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. Il comandamento dell’amore ci mette in comunione con Dio, ci fa una trasfusione della vita di Dio e quando siamo in comunione con Dio siamo felici. Pensi che una volta dissi a Madre Teresa – era il 22 maggio 1997, la Madre morì il 5 settembre successivo, era l’ultima volta che l’ho vista - era affaticata, stanca: “Madre si prenda qualche giorno di ferie”. Madre Teresa mi guardò con occhio severo e mi disse: “Caro vescovo Angelo, non ho bisogno di ferie perché i miei giorni sono tutti i festivi. Fare del bene è una festa. Ricordalo, è l’unica festa. E concluse: un giorno o l’altro potresti sentir dire che Madre Teresa è morta per schianto del cuore, sì mi potrebbe scoppiare il cuore per troppa contentezza”. Gesù ce lo aveva detto. E anche questa epidemia ci conferma l’insegnamento di Gesù.

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Santa Teresa di Calcutta e la Medaglia Miracolosa

Posté par atempodiblog le 27 novembre 2016

Santa Teresa di Calcutta e la Medaglia Miracolosa

Santa Teresa di Calcutta e la Medaglia Miracolosa dans Cardinale Angelo Comastri Santa-madre-Teresa-e-la-Medaglia-miracolosa

Madre Teresa di Calcutta era una sostenitrice instancabile della medaglia miracolosa, ne portava sempre numerose con sé e ne distribuiva una quantità enorme. Prendeva una medaglia fra le mani, la baciava, si raccoglieva un attimo in preghiera e poi la regalava. La donava ai bambini con una caramella. Chi conosceva la Madre sapeva che aveva ricevuto un bene prezioso, perché quel gesto di predilezione faceva nascere come un legame indelebile con lei, che garantiva il suo ricordo e la sua intercessione alla Madonna nella preghiera.

Madre Teresa, di passaggio a Parigi, un giorno si recò a pregare proprio a Rue du Bac nella chiesa dove la Vergine apparve a Santa Catherine Labouré. Subito vi fu fermento fra le suore, perché venne riconosciuta e la superiora si affrettò ad andarle incontro per accoglierla degnamente. Non sapendo cosa offrirle di meglio, le chiese se poteva far preparare per lei un buon numero di medaglie perché le portasse con sé. E le chiese: «Quante ne desidera, Madre? 50, 100… o 300?». La Madre la guardò con quel sorriso fra il bonario e il birichino, poi chiese cordialmente: «Andrebbero bene… 30.000? Sì?».

Per diversi anni se le procurò dalle Figlie della Carità della Garbatella a Roma. In cambio, queste le chiesero un giorno di pregare perché Dio mandasse loro qualche vocazione, e quella stessa settimana arrivò una novizia. Madre Teresa donò una medaglietta anche a Mons. Comastri, che la incastrò nel suo anello da arcivescovo.

Anche il miracolo della beatificazione di Madre Teresa è legato alla medaglia miracolosa. Monica Besra, 35 anni, del Bengala Occidentale, soffriva di tumore al ventre, che le si era notevolmente gonfiato. Il 5 settembre 1998, nel primo anniversario della morte della Madre, una suora prese una medaglia miracolosa che era stata a contatto con il corpo di Madre Teresa, la legò intorno al ventre di Monica con uno spago e supplicò: «Madre, oggi è il giorno in cui sei andata in Cielo. Tu amavi i poveri, fa’ qualcosa per Monica, che deve curare i suoi cinque figli». Quella notte il tumore sparì.

Tratto da: SANTA TERESA DI CALCUTTA FB

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Suor Prema: Madre Teresa Santa perché ha preso Gesù sul serio

Posté par atempodiblog le 1 septembre 2016

Suor Prema: Madre Teresa Santa perché ha preso Gesù sul serio
Grande attesa in tutto il mondo per l’imminente Canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta, domenica prossima con una Messa in Piazza San Pietro dove è attesa una moltitudine di fedeli. La cerimonia sarà uno dei momenti culminanti del Giubileo della Misericordia, voluto da Papa Francesco. Antonella Palermo ha intervistato, per Radio VaticanaSuor Mary Prema, terza Superiora generale delle Missionarie della carità, dopo Madre Teresa e Suor Nirmala:

Suor Prema: Madre Teresa Santa perché ha preso Gesù sul serio dans Articoli di Giornali e News madre_teresa_di_calcutta

R. - La Canonizzazione della nostra Madre è per noi un grande onore. Ci dà l’opportunità di guardare alla sua vita più da vicino, al suo lavoro e alla grande attenzione data agli altri, ma anche di guardare alle nostre di vite. Questo è davvero un momento di esame delle coscienze per vedere più profondamente come viviamo la vocazione che abbiamo ricevuto come Missionarie della Carità e, soprattutto, la nostra unione con Dio nella preghiera e la nostra unione con Gesù nei più poveri.

D. – Madre Teresa è stata insignita del Nobel per la Pace nel 1979. In un mondo che continua ad essere disseminato di focolai di guerre, come rievocare il valore di quel riconoscimento per l’oggi?
R. - Il riconoscimento del Nobel per la pace le è stato assegnato per gli sforzi nel creare l’unione di tutti i popoli, come figli di un unico Padre Celeste. Questo è un tema di grande attualità. La pace è il desiderio di ciascuno ma è il risultato del perdono e dell’impegno nell’ascolto delle persone, per poterle capire. Non bisogna sempre pretendere di essere nel giusto.

D. – Secondo lei, la Chiesa di oggi è quella che Madre Teresa desiderava?
R. - La Madre non usava il suo tempo per porre richieste del tipo: la Chiesa dovrebbe o non dovrebbe essere così…. La Madre non analizzava, ma impiegava il suo tempo a trasmettere la sua responsabilità, prendendo Gesù sul serio. La Madre diceva: “La Chiesa siamo tu ed io. Se vuoi che la Chiesa sia Santa, è tuo dovere e mio essere santi”. Lei l’ha vissuta così.

D. – Madre Teresa è diventata una sorta di ‘santino’?
R. - Noi abbiamo vissuto con lei e l’abbiamo conosciuta. Venerare la sua immagine senza cercarne un modello da imitare sarebbe ingiusto. La Madre è la vita ed è rimasta con noi. Lei prega per noi. È stata attiva nella vita di molti; ho visto questo in particolare nella sua casa a Calcutta dove le spoglie della Madre sono visitate da migliaia e migliaia di pellegrini, povera gente. Pregano e la madre ascolta le loro preghiere. E se ne tornano con la pace nel cuore, con la fiducia e la speranza che la vita possa essere migliore. La Madre non è un santino! La madre è viva, operosa, ovunque. Noi abbiamo bisogno di lei, dei suoi insegnamenti, della sua intercessione.

D. – Lei è stata capace di parlare forte e chiaro con i leader politici di ogni livello…
R. – La Madre non andava in giro a predicare o insegnare alle altre persone cosa dovessero fare. Quando lei parlava, lo faceva dalla chiarezza del suo cuore. Non importava con chi parlasse, il suo parlare era comunque con convinzione sui valori della vita: la spiritualità, la preghiera, la famiglia dove, a volte, le relazioni vanno sostenute dall’accettazione della sofferenza e dal perdono. Il valore della vita religiosa come continuazione della vita di Gesù. Lei portava con sé i valori dei più poveri tra i poveri, che sono persone grandi perché ci insegnano molto, ci insegnano ad accettare ciò che la vita ci offre. La Madre non ha mai fatto un passo indietro nel difendere la dignità delle persone.

D. – Ancora fissa nel cuore e nella mente l’immagine delle quattro vostre consorelle massacrate lo scorso marzo in Yemen da un commando di uomini armati. “Martiri dell’indifferenza”, commentò il Papa. Guardando alle persecuzioni delle minoranze religiose tuttora in atto in varie parti del mondo, la speranza che un martirio del genere possa servire a qualcosa rischia di essere delusa…
R. - Se guardiamo con gli occhi del mondo alla morte delle consorelle, è uno spreco di giovani vite. Se guardiamo con gli occhi della fede è un grande privilegio dare la propria vita per coloro che stiamo servendo. Le persecuzioni sono state parte della cristianità fin dalle origini. Le persecuzioni sono necessarie perché arrivi il meglio dalla nostra vocazione. Le nostre suore liberamente e consapevolmente sono rimaste a servizio dei malati di Aden, in Yemen. È un grande dolore, ma allo stesso tempo un grande onore sapere che loro hanno raggiunto lo scopo della loro vocazione, che è l’unione con Dio, amando Gesù come Egli ci ha amato, perdonando quelli che non sanno cosa fanno.

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Comastri: figli preghino per la santità dei genitori

Posté par atempodiblog le 26 juillet 2016

Comastri: figli preghino per la santità dei genitori
La Chiesa fa memoria oggi dei Santi Gioacchino ed Anna, genitori di Maria. Diverse le celebrazioni nella parrocchia di Sant’Anna in Vaticano dove, durante il triduo di preparazione, si è pregato particolarmente per la Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia e per il viaggio in Polonia di Papa Francesco. A mezzogiorno, nella parrocchia vaticana ha presieduto una Messa il cardinale Angelo Comastri, vicario generale del Papa per lo Stato della Città del Vaticano. Tiziana Campisi per Radio Vaticana gli ha chiesto di parlarci di questi due santi:

Comastri: figli preghino per la santità dei genitori dans Articoli di Giornali e News sant_Anna_e_san_Gioacchino

R. – Non abbiamo grandi notizie storiche su Gioacchino ed Anna, però la grande notizia è Maria! E una figlia fa necessariamente riferimento ai genitori. Io mi sono sempre chiesto: dove possiamo trovare, nei Vangeli, qualcosa che rimandi ai genitori di Maria? E prendo due momenti.

L’Annunciazione: Maria era giovanissima, possiamo pensare fosse intorno ai 16-17 anni, non di più. Dopo l’Annuncio dell’Angelo, dopo questa proposta sensazionale che era il compimento di tutte le profezie che Maria conosceva, Maria senza esitazione dice: “Eccomi! Sono la schiava!”, perché la traduzione esatta è questa… “Sono la schiava del Signore. Avvenga di me secondo la Tua Parola”: cioè “Mi porti dove vuole il Signore”. Certamente in questa risposta di Maria ha agito la grazia di Dio, ma certamente c’è anche l’educazione ricevuta in famiglia, c’è il clima di fede che Maria ha respirato in famiglia, l’educazione all’ascolto che era tipica della famiglia israelitica. E Maria questo lo ha vissuto, prima di tutto, in famiglia.

Un altro momento, in cui io vedo certamente l’influsso del clima di fede che Maria ha respirato in famiglia: dopo l’Annunciazione Maria, senza esitazione, si mette in viaggio e va da Elisabetta, va a servire. Sicuramente lo stile del servizio lo aveva imparato in casa.

D. – La parrocchia di Sant’Anna in Vaticano si è preparata alla festa di oggi con un triduo, dedicando le preghiere alla Giornata mondiale della Gioventù e al viaggio che il Papa si appresta a compiere. Come accompagnare Papa Francesco?
R. – Lo accompagniamo con la nostra preghiera, non c’è dubbio. Ogni viaggio del Papa è una missione e quando il Papa va in missione ci va a nome di tutta la Chiesa, porta con sé tutta la Chiesa e in modo particolare quando il Papa va in mezzo ai giovani, che sono il futuro del mondo e il futuro della Chiesa.

Madre Teresa diceva: “La segnaletica della felicità oggi è tutta sbagliata!”. Perché la segnaletica del mondo e dei media soprattutto dice ai giovani: “Fate soldi, cercate divertimenti e sarete felici”. Non è vero! E lo dimostra l’inquietudine della gioventù, la stanchezza della gioventù, la droga e la droga non è altro che un tentare di uscir fuori, andar via, da una situazione in cui uno sta male.

“La segnaletica della felicità è tutta sbagliata!”. E il Papa va a Cracovia, va in mezzo ai giovani, per dare una segnaletica giusta. E siccome il Papa va nella terra di Giovanni Paolo II, mi sembra bello ricordare le parole che Giovanni Paolo II disse a Toronto, nel 2002, a conclusione della Giornata mondiale della Gioventù; disse allora ai giovani ed io ero presente e le ricordo ancora con emozione quelle parole: “Non siate come le lumache che lasciano dietro di sé soltanto la scia della bava: basta una pioggerella e cancella tutto… Lasciate dietro di voi un solco di bene”. Ed aggiunse queste parole bellissime: “Solo così sarete felici!”.

E Madre Teresa aggiungeva: “La felicità si trova non con i soldi, non con i divertimenti, ma si trova facendo del bene”. E aggiunge ancora Madre Teresa: “Io sfido chiunque, non troverete mai un egoista felice. Uscendo dall’egoismo si incontra Dio e la firma dell’incontro con Dio è la gioia”.

D. – I giovani, oggi, cosa possono chiedere ai Santi Gioacchino ed Anna?
R. – Dovrebbero chiedere, in modo particolare, il dono di santi genitori. Oggi molti figli sono orfani con genitori vivi e Gioacchino e Anna sono sicuramente due splendidi genitori. Io invito tutti i figli a pregare per la santità dei loro genitori, perché i genitori santi, i genitori buoni, i genitori che mandano la luce del Vangelo sono la più grande benedizione della famiglia e sono la vera ricchezza dei figli.

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“Dovete irradiare quella presenza che è dentro di voi”

Posté par atempodiblog le 7 juillet 2016

“Dovete irradiare quella presenza che è dentro di voi” dans Citazioni, frasi e pensieri Madre_Teresa_di_Calcutta

“Sin dal principio, i Fratelli si preoccupino di ascoltare la voce di Dio nella preghiera, nell’adorazione e nella contemplazione. Può darsi che usciate per la strada e non abbiate nulla da dire… benissimo, ma potreste trovare un uomo che se ne sta in piedi all’angolo della via. Andate da lui.

Può darsi che vi offenda, ma voi siete lì e li c’è la Sua Presenza.Dovete irradiare quella presenza che è dentro di voi, rivolgendovi a quell’uomo, con amore e rispetto. Perché? Perché credete che è Gesù. Gesù non può ricevervi: perciò dovete sapere come andare da Lui.

Egli viene sotto le vesti di quella persona. Questo è il nostro quarto voto. Siete vincolati dalla stessa promessa; soltanto, per noi Sorelle, quell’affamato lo è più in senso materiale e per voi Fratelli è invece un affamato spirituale, una persona spiritualmente nuda, spiritualmente senza dimora.

Credetemi, Fratelli, trovo assai più difficile lavorare con gente che prova questo tipo di amarezza, che avverte questa angoscia nel cuore, che si sente rifiutata, non amata, trascurata”.

Beata Madre Teresa di Calcutta

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Trovate Gesù e troverete la pace

Posté par atempodiblog le 2 juillet 2016

Trovate Gesù e troverete la pace dans Citazioni, frasi e pensieri adorazione_eucaristica

Guardate il tabernacolo… constatate il significato, ora, di questo amore. Chiedetevi: lo capisco?

Il mio cuore è così pulito che vi posso vedere dentro Gesù? Perché fosse semplice per me e per voi vedere Gesù, egli si è fatto Pane di vita, così che possiamo ricevere la vita, così che possiamo avere una vita di pace, una vita di gioia.

Trovate Gesù e troverete la pace.

Beata Madre Teresa di Calcutta

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Portare la pace di Cristo e non il turbamento

Posté par atempodiblog le 20 juin 2016

Portare la pace di Cristo e non il turbamento dans Citazioni, frasi e pensieri visitare_i_propri_cari

Mentre lavoriamo può darsi che spesso veniamo colti a conversare o a far chiacchiere inutili. Stiamo attenti perché potrebbe capitarci anche mentre visitiamo le famiglie. Potremmo lasciarci andare a parlare di affari privati o di questo o di quello, dimenticando così lo scopo vero della nostra visita.

Noi ci rechiamo a portare la pace di Cristo e che succede se provochiamo invece turbamento? Come si sentirà offeso il Nostro Signore da tale condotta! Non dobbiamo mai permettere alla gente di parlare contro i sacerdoti, i religiosi o i loro vicini.

Beata Madre Teresa di Calcutta

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Siamo stati creati per amare e per essere amati

Posté par atempodiblog le 19 juin 2016

Siamo stati creati per amare e per essere amati dans Citazioni, frasi e pensieri Santa-Madre-Teresa-di-Calcutta

Cerchiamo oggi di riflettere sull’amore che Dio riserba per voi e per me. Il suo amore è così tenero; il suo amore è così grande, così tangibile, così vitale che Gesù venne proprio a insegnarci, come amare. L’amore non è qualcosa che si fossilizza, ma qualcosa che vive di continuo.

Le opere di amore e che attestano amore sono una via per la pace. E dove comincia questo amore? Proprio nei nostri cuori. Dobbiamo sapere che siamo stati creati per cose più grandi, non per essere un numero qualsiasi nel mondo; non per conseguire lauree e diplomi, questa o quella carriera. Siamo stati creati per amare e per essere amati.

Beata Madre Teresa di Calcutta

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Card. Comastri: vi racconto Madre Teresa, Santa della Misericordia

Posté par atempodiblog le 19 juin 2016

Card. Comastri: vi racconto Madre Teresa, Santa della Misericordia
“Ho conosciuto una Santa”. E’ il titolo del libro su Madre Teresa di Calcutta scritto dal card. Angelo Comastri, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, e pubblicato in questi giorni dalle Edizioni San Paolo. Nel volume, il porporato racconta i suoi tanti incontri con la futura Santa e offre al lettore una serie di storie, scritti e preghiere su Madre Teresa. Alessandro Gisotti, per Radio Vaticanaha chiesto al cardinale Angelo Comastri di raccontare l’esperienza straordinaria di essere stato così vicino alla fondatrice delle Missionarie della Carità:

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R. - Ritengo che incontrare Madre Teresa di Calcutta sia stato un grande dono da parte del Signore. Confesso che ogni volta che la incontravo mi metteva nel cuore una grande serenità. Mi sembrava quasi di sperimentare la presenza di Dio nella sua anima. Una volta mi incantò una definizione di un giornalista riguardo Madre Teresa che diceva così: “Madre Teresa è una finestra aperta e Dio si è affacciato a questa finestra e ha sorriso al mondo”. Da parte mia, la condivido pienamente perché ogni volta che la incontravo avevo quasi la sensazione fisica di avvicinare il Signore, di sentire il Signore che era evidentemente nella sua anima. Quando l’ultima volta l’ho salutata – era il 22 maggio del 1997 nella Casa sulla Via Casilina – era già malata, si vedeva che aveva pochissima forza. In quell’occasione le confidai la mia sofferenza perché la mia mamma era morta da pochi giorni. Le dissi: “Madre, mamma mi ha lasciato”. E lei, ricordo ancora, mi disse: “La tua mamma è in cielo. Ora, ti è più vicina di prima”, e aggiunse, “anche io andrò in cielo. Ti starò sempre vicina”. Queste parole per me sono di una consolazione straordinaria, perché Madre Teresa quando prometteva una cosa la faceva.

D. – Con la canonizzazione ora la sentiremo tutti davvero più vicina. Dal cielo può fare perfino di più di quanto ha fatto in modo straordinario sulla Terra?
R. – Non c’è dubbio. Giovanni Paolo II disse: “I santi in cielo non hanno bisogno di applausi. I santi ci chiedono soltanto di seguirli”. E Madre Teresa non si stanca di dirci: “Siate santi”. Ricordo quando mi dava qualche immaginetta: ci scriveva sempre: “Be holy (Sii santo)”. Quindi ci dice ancora la stessa cosa, perché l’unica cosa che conta è la santità. Per usare le sue parole: “L’unica valigia che porteremo di là è la valigia della carità”. Ricordo che quando mi disse queste parole, aggiunse: “Finché sei in tempo, riempila, perché è l’unica valigia che porterai con te”.

D. – Nel libro, i capitoli sono intervallati da preghiere di Madre Teresa o da preghiera a cui lei teneva tanto e recitava quotidianamente …
R. - Potremmo dire che la preghiera è il segreto di Madre Teresa di Calcutta.  Quando Pérez de Cuéllar (allora Segretario generale delle Nazioni Unite) la presentò all’Onu con parole un po’ altisonanti dicendo:  “Vi presento la donna più potente della Terra. Lei è veramente le Nazioni Unite perché nel suo cuore ci sono i poveri di tutto il mondo”, la Madre rispose: “Io sono soltanto una suora che prega”, e aggiunse “pregando, Gesù mi mette il suo amore nel cuore. Io vado a portarlo ai poveri di tutto il mondo, ai poveri che incontro”. Poi ebbe il coraggio di dire: “Pregate anche voi e vi accorgerete dei poveri che avete accanto, forse sul pianerottolo della vostra stessa casa”.

D. – Madre Teresa aveva una straordinaria capacità di comunicazione con tutti. Lei ricorda in particolare la figura della principessa Diana …
R. - Sì. La madre accolse con tanto affetto la Principessa Diana, ma non tanto perché era una principessa, ma perché era una figlia di Dio. E quando ci fu qualche cautela presentata alla Madre nei confronti di Diana, lei disse: “Io non ho mai ricevuto la Principessa Diana: io ho ricevuto sempre l’infelice Diana”. Questo è molto bello. Lei sapeva chinarsi sulla sofferenza di tutti, principi o non principi, poveri o non poveri perché erano tutti figli di Dio, come deve essere per tutti.

D. – Dei tanti incontri che lei ha potuto aver con Madre Teresa cosa le resta?
R. - Ogni incontro era bello; ogni incontro era ricco. Però il primo incontro è quello che ricordo in modo straordinario soprattutto quando dissi alla Madre: “Da lei mi aspettavo che mi chiedesse quanta carità fai …” E lei ricordo che mi rispose: “E tu credi che io potrei fare la carità? Potrei andare dai poveri se non pregassi? È pregando che Gesù mi mette l’amore nel cuore. Io vado a portarlo ai poveri che incontro nel mio cammino”, e aggiunse: “Ricordati bene  – muovendo il dito – che senza Dio siamo troppo poveri per poter aiutare i poveri”.

D. – Beatificata da San Giovanni Paolo II, apostolo della Divina Misericordia, viene canonizzata da Papa Francesco nel Giubileo della Misericordia. Possiamo dire che è la testimone più forte forse dei nostri tempi della misericordia di Dio?
R. - Quando un giornalista tentò di fotografare gli occhi della madre – ero presente –  chiedemmo: “Perché insiste? Sta infastidendo la Madre”, e il giornalista: “Voglio fotografare gli occhi: non ho mai visto occhi così felici. Vorrei, in qualche modo, cogliere il segreto della gioia di questi occhi”. Ricordo che la suora che era accanto tradusse alla Madre in inglese. La Madre rispose: “Il segreto è tanto semplice: i miei occhi sono felici perché le mie mani asciugano tante lacrime. Faccia anche lei così: abbia degli occhi felici come i miei”.

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Mary’s Heart

Posté par atempodiblog le 4 juin 2016

Maria, Madre di Gesù,
dammi il Tuo cuore,
tanto bello, tanto puro,
tanto immacolato, tanto pieno d’amore e d’umiltà,
cosicché io possa ricevere Gesù nel Pane della Vita,
amarLo come Tu l’hai amato e servirlo sotto le spoglie del più Povero dei Poveri.

Beata Madre Teresa di Calcutta

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Questo canto è una preghiera scritta da Madre Teresa. E’ pregata dalle Missionarie della Carità per preparare i loro cuori a ricevere Gesù nei più poveri dei poveri.

O Mary, Mother of Jesus,
Give me your heart
That I might receive Jesus.

Give me your heart,
So beautiful, so pure,
So immaculate, so full of love and humility.

Give me your heart,
To love Him as you loved Him,
And serve Him as you served Him,
In the distressing disguise of the poorest of the poor.

In the Bread of Life,
In the poorest of the poor,
In distressing disguise,
In Christ our Lord.

Mary’s Heart – Danielle Rose

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