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Poesia dedicata a Santa Bernadette

Posté par atempodiblog le 11 février 2024

Sui passi di Bernadette dans Apparizioni mariane e santuari Santa-Bernadette

Poesia dedicata a Santa Bernadette
di Padre Livio Fanzaga
Tratto da: Blog di p. Livio – Direttore di Radio Maria

Cari amici, Bernadette è la mia santa più amata. Ho composto per Lei la mia unica poesia: un canto d’amore alla sua santità.

1. Bernadette stella lucente
nel cielo azzurro dei Pirenei
risplendi ora come un sole
nella Chiesa del Signore

2. La tua vita è un torrente
di acqua fresca e pura
che scorre tra le rocce aguzze
dell’aspra montagna.
Il mare pacifico
dell’eterno amore
ti ha accolta vincitrice.

3. Lo sguardo di Maria
si è posato,
colmo di ammirazione,
sul pane amaro
della tua umiliazione.

4. Eri la fanciulla più ignorante,
più povera e dimenticata.
Dio sceglie le cose che non sono
per compiere le meraviglie
della sua Onnipotenza.

5. In un angolo stretto e oscuro
di prigione abbandonata
ti ha raggiunto, ignara,
la chiamata del Cielo.

6. Quel mattino uggioso
dell’ undici febbraio
il rustico caminetto
esalava i guizzi flebili
dell’ultima fiamma.

7. La tua sollecitudine
di fanciulla premurosa
ti ha portata come d’incanto
alla grotta sconosciuta,
a cercare nuova legna
per ravvivare il fuoco.

8. Te beata, piccola bimba,
che hai potuto contemplare
la luce sfolgorante
dell’eterna giovinezza
dell’Ancella del Signore!

9. Il suo sorriso d’amore
ti ha rapito gli occhi
e riscaldato il cuore.

10. Ma ancora più beata
per il tuo “sì” ardente
che la Madre di Dio
ha deposto sull’altare
della gloria celeste.

11. La tua testimonianza,
limpida e schietta,
è un raggio di luce chiara
che illumina i sentieri
di questo mondo smarrito.

12. Sul tuo volto sereno
di fanciulla innocente
è brillato il sorriso
di Colei che il nostro cuore
mai si sazia di cercare.

13. Il tuo coraggio indomito
ha confuso i potenti
nei pensieri del loro cuore.

14. A noi canne sbattute
dal vento del timore
dona l’audacia
del cammino controcorrente.

15. Le tue mani pure
hanno scavato nel fango immondo
dell’umana iniquità.

16. Una sorgente d’acqua limpida
che lava e disseta
è versata sulla terra arida
delle nostre anime morte.

17. In un mattino di Marzo,
sfolgorante di luce,
la Piena di Grazia ha deposto
nello scrigno del tuo cuore
il tesoro nascosto
del suo Nome Immacolato.

18. Era il giorno benedetto
In cui Gabriele annunciò
la salvezza del mondo.

19. Tu hai portato alla Chiesa in festa
l’approvazione del Cielo
sul mistero inaccessibile
di santità e di grazia
di cui l’Altissimo ha rivestito
la Vergine Maria.

20. Te, umile fiore di campo,
coltivato da Dio,
il palcoscenico del mondo
non ha mai attirato
con la sua falsa luce.

21. Hai voluto restare povera
e, come fuoco che scotta,
hai prontamente rigettato
l’oro lucente e infido
che ti veniva donato.

22. Come Abramo hai lasciato
la terra dove sei nata.
La tua casa, la tua grotta,
i tesori del tuo cuore,
interamente hai bruciato
nella fiamma viva
del sacrificio d’amore.

23. Hai abbracciato la croce
sulla quale il tuo Sposo
dolcemente ti ha posato,
stringendoti forte
alla ferita del costato.

24. Tu, martire crocifissa,
sei la forza dei malati.
In te contemplano la redenzione
che zampilla dal dolore.

25. Col tuo volto sorridente
di eterna giovinetta
aiuta i nostri giovani
a guardare alla vita
con gli occhi della speranza.

26. Questo mondo contaminato
dal fango del peccato
ottieni, fanciulla innocente,
la grazia della purezza.

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Vittorio Messori: «Maria accompagna sempre i miei giorni, sarà lei a venirmi incontro dopo la morte»

Posté par atempodiblog le 21 janvier 2024

Vittorio Messori: «Maria accompagna sempre i miei giorni, sarà lei a venirmi incontro dopo la morte»
L’intensa testimonianza del giornalista e scrittore autore di tanti libri sulla Vergine, raccolta da un amico. «Maria ci attrae per la speranza che la pervade. Se ci affidiamo a lei prima di presentarci al giudizio che ci attende dopo la morte, possiamo ben sperare nella benevolenza di Dio». Quella volta che venne convocato per parlare di lei con i rabbini di Gerusalemme e uno di loro gli diede una risposta che lo lasciò di stucco
Fonte: Famiglia Cristiana

In una lunga intervista – quasi un testamento spirituale – rilasciata in esclusiva al settimanale dei Paolini “Maria con te” lo scrittore cattolico più tradotto al mondo spiega la sua devozione per la Madonna e si racconta al giornalista Riccardo Caniato dopo la morte della moglie: «So che questo distacco sarà solo temporaneo». La pubblichiamo integralmente per concessione dell’editore e della direzione del periodico.

Vittorio Messori: «Maria accompagna sempre i miei giorni, sarà lei a venirmi incontro dopo la morte» dans Articoli di Giornali e News Vittorio-Messori-e-Rosanna-Brichetti-Messori

«La Madonna? Ce l’ho davanti. Ce l’ho sempre davanti». Vittorio distoglie lo sguardo dai miei occhi e lo fissa su uno spazio vuoto come se veramente ci fosse qualcuno, visibile soltanto a lui. «Quanto è presente Maria, nelle tue giornate?», gli avevo chiesto, e questa risposta silenziosa e assorta mi ha restituito la misura e la sostanza di un rapporto. Messori mi ha dato appuntamento all’abbazia di Maguzzano, nei cui terreni ha dedicato alla Madonna degli Olivi un santuario a cielo aperto. A 82 anni, dopo una delicata operazione al cuore da cui è uscito bene, l’ho trovato un po’ affaticato, con la voce fioca ma sereno, con lo spirito proiettato nel futuro, quando, e lo dice con un velo di lacrime sugli occhi, «potrò riabbracciare la mia Rosanna», la moglie mancata lo scorso anno, e vedere finalmente «la piccola Bernadette di Lourdes, Gesù e la Madonna».

L’occasione dell’incontro è stata la ripubblicazione de Il Miracolo a cura delle Edizioni Ares, che stanno riportando in libreria tutte le sue opere maggiori – da Ipotesi su Gesù a Dicono che è risorto, da Patì sotto Ponzio Pilato? a Scommessa sulla morte – dello scrittore cattolico più tradotto al mondo, firma storica della Periodici San Paolo. Il miracolo, in particolare, riporta a galla lo straordinario prodigio che si verificò il 29 marzo 1640, a Calanda, un piccolo villaggio dell’Aragona: a un giovane contadino, devoto alla Vergine del Pilar, fu restituita di colpo la gamba destra, amputata due anni prima. Un evento, oggi quasi caduto nell’oblio, che ebbe all’epoca una grande risonanza e fu subito vagliato e confermato da uno accuratissimo processo, ricostruito con rara precisione documentale da Messori. Ma quello che doveva essere solo uno scambio di battute su un singolo titolo è divenuta una chiacchierata ampia, la testimonianza di un uomo che, per dirla con san Paolo, ha combattuto la buona battaglia e non ha perduto la fede.

Mi hai detto che per la nuova edizione del tuo libro spingevi per un titolo ancora più forte…
«Il Maggiore fra i Miracoli. Il libro indaga la grazia più straordinaria che la Madonna abbia concesso. Si è mai sentito, infatti, che un uomo abbia riavuto attaccata la gamba amputata e sepolta al cimitero, in presenza di numerosissimi testimoni?».

Alla Madonna hai dedicato anche Ipotesi su Maria e la biografia della Soubirous, oltre a centinaia di articoli…
«Per questo mi definiscono «un Madonnaro», della qual cosa oggi vado fiero, ma non è stato sempre così. Nel mio avvicinamento al cristianesimo fui affascinato prima di tutto dalla Parola di Dio, da Gesù, poi dalla sua presenza eucaristica, dalla liturgia. La Madonna rimaneva sullo sfondo. Nel mio approccio razionale si poteva rinvenire un’indole più protestante che cattolica per cui l’enfasi posta sul ruolo della Vergine nell’economia della salvezza viene letta come un eccesso. A sostegno di questa tesi alcuni si richiamano al nascondimento di Maria nelle Scritture o evidenziano come Gesù, nei Vangeli, dopo la Risurrezione, scelga di apparire ad altre donne e ai discepoli. Ma noi sappiamo che dalla croce Gesù ha affidato il suo popolo alla Madonna e da qui si spiegano le sue apparizioni che costellano la storia del cristianesimo dopo l’Ascensione e, in accordo con numerosi mistici, possiamo dirci certi che la prima preoccupazione del Risorto sia stata quella di visitare sua Madre. E che lo abbia fatto in privato, nella più totale e desiderata intimità, mentre in seguito si è reso visibile pubblicamente per dare testimonianza della verità della Risurrezione».

Hai fatto cenno a un percorso di conversione. Non sei nato cattolico?
«Ho avuto un’educazione figlia di quella parte dell’Emilia atea e concreta. In casa si guardava alla Chiesa e ai preti con il fumo negli occhi e se finivano nei discorsi era per parlarne male. All’Università sono stato allievo di un’intellighenzia laica che rifiutava il pensiero religioso. Ero uno studente dotato e mi attirai le simpatie dei professori: Alessandro Galante Garrone e Norberto Bobbio mi volevano avviare alla carriera universitaria. Ma durante la tesi iniziai a leggere la Bibbia, a lasciarmi incuriosire dalla religione, dagli assunti teologici e del magistero».

Com’è maturata questa svolta?
«All’epoca non sapevo perché ciò accadde. Non me lo ero cercato. La religione non mi aveva mai interessato, avevo vissuto benissimo fino ad allora prendendo la vita come veniva, senza farmi domande che mi proiettassero al di fuori della comprensione empirica. Fui come costretto a diventare cattolico, rimasi affascinato dai Sacramenti, presi a frequentare la Messa, inizialmente di nascosto, senza clamori, anche perché quando mia mamma lo scoprì chiamò il dottore preoccupata: “Corra”, gli disse, “che Vittorio sta male”. Solo dopo ho capito di essere stato scelto, proprio per la mia formazione così razionale e antitetica, per dare prova mediante i miei scritti che i Vangeli sono attendibili, che Gesù è realmente esistito e che, se è così, è Dio, vive qui e ora, è il Signore della storia e vale la pena seguirlo».

I tuoi maestri come l’hanno presa?
«Male, come i miei genitori del resto. La conversione è stata un nuovo inizio. Ho dovuto rivedere le mie posizioni, ricominciare da capo, le mie sicurezze sono cambiate. I professori che mi incensavano non volevano crederci: “Ma è vero che sei diventato cattolico?”. Ma, vedendomi irremovibile, mi hanno ripudiato. Bobbio però lo rividi…».

Racconta…
«Ho avuto un incontro profondo nel periodo in cui curavo per la San Paolo una serie di interviste sul senso religioso e della vita con figure anche laiche di grande rinomanza nel contesto culturale di allora. Interviste poi in parte confluite nel volume Inchiesta sul cristianesimo. Bobbio umanamente provava ancora affetto per me, ma durante l’intervista ebbi la sensazione che le mie domande, gli argomenti con cui ribattevo alle sue ferree convinzioni lo infastidissero e che non vedesse l’ora di congedarmi. Ma dopo la sua morte è accaduta una cosa curiosa: mi ha telefonato la moglie per dirmi che suo marito le aveva imposto di distruggere le interviste e gli scambi epistolari intrattenuti con giornalisti e intellettuali, raccomandandole di conservare unicamente quel confronto sulla fede che aveva avuto con me. Non so, forse è stato un modo estremo per ribadire le sue convinzioni, o forse è stata la sua apertura ugualmente definitiva per una lettura altra dell’esistenza».

Torniamo al «Madonnaro»…
«In principio vivevo con disagio certe manifestazioni devozionistiche che accompagnano il culto mariano e che liquidavo alla voce sentimentalismo. Poi finii col capitolare, del resto posso testimoniare che nessuno può rimanere indifferente al fascino di Maria. Se torniamo al mondo protestante, pochi sanno che in Gran Bretagna i luoghi di culto più visitati anche dagli anglicani sono le chiese cattoliche dedicate alla Vergine, come la Santa Casa della Madonna di Walsingham, nel Norfolk. Ma Maria esercita un grande fascino anche fra i musulmani che vedono in lei la Madre buona di un profeta, e lo stesso accade fra gli ebrei».

Gli ebrei…?
«Dopo l’enorme, per me inaspettato successo di Ipotesi su Gesù fui invitato a Gerusalemme. Mi attendeva un comitato di rabbini e professori cui dovetti dare conto di alcuni concetti che avevo espresso nei miei scritti sul popolo ebraico e il suo ruolo nella storia. Lì per lì rimasi spiazzato da questa sorta di esame, ma ne seguì un confronto pacato nel rispetto delle reciproche posizioni. Del resto, ho sempre parlato bene degli ebrei, che Dio ha posto al centro delle vicende umane. In quell’occasione fui introdotto a un rabbino molto influente che mi diede una testimonianza straordinaria che coinvolge Maria di Nazaret. Mi presentò suo figlio e poi mi disse che sia lui, sia quella che sarebbe divenuta la sua sposa erano scampati miracolosamente dai campi di concentramento. La coppia per lungo tempo aveva pensato di non poter avere figli, e di fatto non era riuscita ad averne, perché la futura moglie, durante la detenzione, era stata sottoposta a mutilazioni parziali ai fini di sperimentazioni scientifiche, come era d’uso in quei luoghi dell’orrore».

Ciò nonostante ebbero un figlio e tu l’hai visto!
«Un loro amico, cristiano, di nazionalità austriaca, li invitò a recarsi con fiducia al santuario di Pietralba, assicurandogli che in quel luogo la Madonna ha vinto molti casi di sterilità. I due coniugi ebrei non persero tempo e subito dopo quella visita comparvero i segni della gravidanza. Stupito, domandai: “Ma lei è un ebreo, un capo religioso per giunta, ed è andato a bussare da una Madonna cattolica?”. Mi rispose con un’altra domanda: “Perché la sua Madonna cattolica non è forse prima di tutto un’ebrea? Non poteva deludere la nostra speranza e ci ha fatto un favore, da ebrea a ebrei”».

Che cosa rende Maria così attraente?
«Maria ci attrae per la speranza che la pervade. Fa parte del sensus fidei, ma Lei stessa, talvolta, si è definita la nostra «Avvocata» in Cielo. Se ci affidiamo a lei prima di presentarci al giudizio che ci attende dopo la morte, possiamo ben sperare nella benevolenza di Dio. Quando uno si trova nel bisogno chiama sempre la mamma. Anche quando lei non è più qui. Lo fanno i bambini, lo fanno i soldati sul campo di battaglia, lo fanno gli anziani lasciati soli nei ricoveri. E la Madonna è la Mamma che ci è data da Gesù Crocifisso, la Madre che ci dona la vita nella fede, ci guarda, ci cresce, ci accompagna, ci protegge. E spero che mi venga incontro Lei quando sarà il momento. Così come sono certo abbia fatto con Rosanna».

Vuoi dirci qualcosa di tua moglie?
«Rosanna è morta il 16 aprile 2022 nel Sabato di Maria che in quel giorno ha coinciso col Sabato Santo. Ma è anche la data del mio compleanno che condividevo con Joseph Ratzinger-Benedetto XVI e in cui è passata in Cielo nel 1879 Bernadette Soubirous, la santa che mi è più cara al mondo. Con mia moglie ho vissuto una comunione di vita che misteriosamente perdura tuttora. Recitavamo il Rosario insieme tutte le sere e fra l’altro, in peno accordo, chiedevamo che fossi io il primo a morire. Questo perché sono uomo di studi e mi vedevo impreparato a rimanere da solo: alla gestione pratica della nostra vita pensava Rosanna. Il Cielo ha disposto diversamente, ma grazie a Dio tiro avanti con l’aiuto di Rosy, una persona che è di casa da oltre trent’anni e si è dimostrata come una figlia per noi».

Che cosa hai pensato dopo questo distacco? Come lo hai superato?
«Mi sono chiesto perché sono sopravvissuto a Rosanna e mi conforta pensare che questo distacco sarà solo temporaneo. Non è stato facile, anche perché nel frattempo ho terminato la mia collaborazione col Corriere della sera e ho perso la mia capacità di scrittura. Avevo una memoria ferrea, non ce l’ho più: ora, nel bel mezzo di un discorso, mi dimentico nomi, date, situazioni… Ma sono grato di questo al Signore e alla Madonna perché, togliendo questo e quello, mi fanno sentire precario e mi spronano a confidare di più in loro, a staccarmi dal mio io, dalle mie sicurezze, da ciò che mi ha fatto vivere su questa terra e a desiderare sempre di più il compimento che avverrà dopo la morte. E mi insegnano a vivere i giorni con la stessa pazienza dimostrata da Maria, a rispettare con calma i tempi di Dio, che non sono i nostri. Tuttavia, un poco alla volta ho realizzato che, se sono ancora qui, è perché ho ancora qualcosa da fare. E ho compreso che devo cercare di ultimare il santuario di Maguzzano».

Com’è nata questa impresa?
«Circa vent’anni fa, camminando con l’amico architetto Emilio Cupolo su un sentiero secondario nell’oliveto della basilica, ci siamo imbattuti in una statua della Madonna che giaceva per terra fra le sterpaglie. Era caduta dal piedistallo da chissà quanto tempo perché era in pessime condizioni ed era rotta in frantumi. Rimasi scosso per il fatto che fra quelle sacre mura l’immagine potesse essere rimasta trascurata. Così proposi a Cupolo di aiutarmi a restaurarla e a realizzare per lei un’edicola, che l’architetto ha trasformato in un progetto ambizioso, ricco di simboli cristiani. Un’opera costosa, sostenuta da numerosi donatori che sono intervenuti con puntualità provvidenziale ogni volta che non ho avuto le forze per provvedere da solo. Pochi sanno che, davanti a quella Madonna, quando ancora giaceva a terra, una sera io stesso mi sono ritrovato bocconi, colpito da un principio di infarto».

Che cosa è accaduto? Eri da solo?
«C’era Lei con me. Da terra guardavo il suo viso, in lei ho confidato prima di perdere conoscenza. E Lei è intervenuta: mi ha dato la forza di riprendermi, di guidare fino a casa, da dove mi hanno trasportato con urgenza in ospedale. Esattamente come avvenuto per la mia conversione nemmeno questo santuario avevo cercato, eppure la Vergine ha voluto che mi imbattessi nel suo simulacro, ha permesso che cadessi quasi morto, mi ha rialzato e ora ha fatto di questo luogo lo scopo ultimo della mia vita. Chi viene qui trova un tronco grosso tagliato. Nel 1999 Maguzzano è stata colpita da una tromba d’aria; una vecchia conifera, altissima, si è sradicata e cadendo, secondo la fisica avrebbe dovuto colpire la Madonna degli Olivi ma, inspiegabilmente, ha deviato di qualche centimetro, lasciandola intatta».

Che significato ne hai tratto?
«Il demonio insidia sempre Maria, ma Lei non può essere sconfitta e alla fine schiaccerà la testa del serpente».

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Medjugorje, quando la Madonna pianse per delle parolacce

Posté par atempodiblog le 21 juillet 2023

Medjugorje, quando la Madonna pianse per delle parolacce
25 giugno 1981, la Regina della Pace appare per la prima volta al gruppo, al completo, dei sei fanciulli-veggenti di Bijakovići. A un loro amico scappa una volgarità. Quel che succede dopo è un prezioso insegnamento…
di Guido Villa – La nuova Bussola Quotidiana

Medjugorje, quando la Madonna pianse per delle parolacce dans Apparizioni mariane e santuari Gospa-Medjugorje-veggenti

Quando si parla di apparizioni della Madonna, di solito l’attenzione è rivolta quasi esclusivamente ai messaggi che Ella comunica attraverso i veggenti. In realtà, oltre ai messaggi, ogni dettaglio merita di essere sviscerato e fatto oggetto di meditazione, e la storia di ogni apparizione è una miniera senza fine di spunti spirituali utili nella vita quotidiana.

Ad esempio, a Lourdes la Madonna apparve con un Rosario di sei decine sul braccio (cosa che si nota in tutte le statue della Madonna di Lourdes), una vera e propria approvazione del Cielo alla pia abitudine dei fedeli di Lourdes e del suo circondario che in quel tempo pregavano la sesta decina del Rosario per le anime del Purgatorio: con questo particolare, la Madre celeste intende invitarci a una costante e regolare preghiera per le anime del Purgatorio. Sempre a Lourdes la Santissima Vergine si rivolgeva a Bernadette Soubirous dandole del “voi”, segno del suo profondo rispetto nei confronti della povera e ignorante pastorella cui tutti, con malcelato disprezzo, davano del “tu”.

Nel 1944, apparendo come Regina della Famiglia alla piccola Adelaide Roncalli a Ghiaie di Bonate (provincia di Bergamo), la Madonna in un’occasione si presentò vestita in abiti di colore bianco, rosso e verde, mostrando così la sua vicinanza e preghiera per l’Italia e il popolo italiano, che Ella proteggeva nel difficilissimo momento della Seconda Guerra Mondiale allora in corso.

In questo senso, le apparizioni di Medjugorje non rappresentano certo un’eccezione. Vi è un fatto poco conosciuto che risale al 25 giugno 1981, in occasione della prima apparizione della Regina della Pace ai sei ragazzi, al completo, del villaggio di Bijakovići, e che è di notevole importanza per la nostra vita nella Grazia, poiché ci fa comprendere che non solo le bestemmie, ma anche le imprecazioni volgari e le parolacce offendono gravemente Dio. Come riferisce Ivan Ivanković di Bijakovići (da non confondere con il veggente Ivan Dragičević), amico dei sei ragazzi poi diventati veggenti, il giorno della prima apparizione egli, allora giovane nel pieno delle forze, fu il primo che corse dietro ai sei, che, dopo aver visto la Madonna, salirono velocemente verso la cima della collina chiamata Podbrdo (da allora nota come “Collina delle apparizioni”).

Racconta Ivan Ivanković: «Quando la Madonna li chiamò, Ella non si trovava nel posto dove si trova adesso la statua, bensì una trentina di metri più in basso sulle rocce, dove si vede meglio. Tra le persone che quel giorno non videro la Madonna io fui tra i primi ad arrivare in cima, correndo con loro verso la sommità della collina. Essi erano inginocchiati, ed era come se parlassero, ma non sentivo la loro voce. Per questo motivo ero un poco arrabbiato, alzai la voce, imprecai com’ero solito fare, ed essi dissero: “Se ne va”. Se n’era andata a causa della mia rabbia e ne ero un poco imbarazzato. Non erano trascorsi neppure una quindicina di secondi che essi si inginocchiarono di nuovo. “Ecco, sta tornando!”, dissero quasi contemporaneamente. “Ivan, cos’hai detto… Delle lacrime sono scese sul Suo viso, ne siamo addolorati”», disse la veggente Marija Pavlović a Ivan in tono di rimprovero, ed egli, pieno di vergogna, fece il segno della croce.

Il fatto che la Madonna se ne andò, dopo l’imprecazione volgare di Ivan Ivanković, ci fa comprendere che il Cielo si chiude dinanzi al peccato; egualmente, il ritorno della SS. Vergine, dopo alcuni secondi, mostra quanto sia grande la Misericordia di Dio dinanzi al pentimento di chi ha peccato. La presenza della Madonna, infatti, non è scontata né un fatto quotidiano da accogliere con abitudine. È il Paradiso che si apre dinanzi a noi, è un segno di contatto tra ciò che è di Dio e il mondo dell’uomo, tra l’Eternità e la quotidianità. Affinché sia possibile stabilire tale contatto, tuttavia, l’uomo deve liberarsi dal peccato, deve convertirsi.

È vero che in passato la Madonna è apparsa anche a persone lontanissime da Dio, basti pensare all’apparizione al francese di origine ebraica Alphonse Ratisbonne il 20 gennaio 1842 nella chiesa romana di Sant’Andrea delle Fratte, nonché a quella della Vergine della Rivelazione a Bruno Cornacchiola il 12 aprile 1947 alle Tre Fontane a Roma; Cornacchiola apparteneva alla setta degli avventisti, era un vero e proprio apostata, e odiava fieramente la Chiesa cattolica e la Vergine Maria. Tuttavia, subito dopo il primo contatto i protagonisti di queste apparizioni iniziarono un cammino di conversione che li portò rapidamente a riconciliarsi con Dio, e diventarono un segno della Misericordia di Dio verso i peccatori che vengono invitati senza sosta alla conversione.

Naturalmente, la Madonna appare sempre a uomini e donne imperfetti, poiché altrimenti non apparirebbe a nessuno; tuttavia, condizione essenziale è almeno quella di sforzarsi di vivere nella Grazia di Dio.

Il fatto che la Madonna se ne andò e pianse ci mostra che, quantunque sicuramente meno grave della bestemmia, anche l’imprecazione volgare rappresenta un peccato assai serio, e che rimane tale anche se è diventato normalità quotidiana e si continua a commetterlo senza che ci si sforzi di abbandonarlo. Presso i fedeli cattolici croati questo tema è di grande importanza, forse molto più che da noi in Italia. Chi ha occasione di entrare nelle loro case, infatti, spesso noterà sulla porta d’ingresso una scritta incorniciata che recita: «U ovoj kući se ne psuje», che tradotto in italiano significa: «In questa casa non si impreca». Nelle famiglie cattoliche croate coscienti della propria fede, infatti, l’imprecare, cioè il nostro dire parolacce, rappresenta una grave mancanza e una serissima offesa verso Dio, e quando, nella conversazione, a qualcuno scappa appunto una parola volgare, segue una dura e veemente reprimenda da parte dei familiari.

La Regina della Pace a Medjugorje ci chiama a percorrere la strada della santità, cioè a fare uno sforzo di conversione quotidiana a Dio abbandonando il peccato, staccandoci dal mondo e dalle sue seduzioni per volgere lo sguardo verso il Cielo. Quindi, ogni cosa che facciamo e diciamo deve avere sempre lo scopo di convertirci e di aiutare anche gli altri, soprattutto i più lontani, a conoscere l’Amore di Dio. Questo episodio ci mostra chiaramente che tale sforzo deve coinvolgere anche il modo in cui ci esprimiamo, poiché il parlare puro, cristallino e privo di volgarità apre la strada verso il Cielo a noi stessi e agli altri.

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Bernadette e la Misericordia

Posté par atempodiblog le 16 avril 2023

Bernadette e la Misericordia
Tratto da: Enfants misericorde

Bernadette e la Misericordia dans Apparizioni mariane e santuari santa-Bernadette

Bernadette ha sperimentato la misericordia di Dio in molteplici modi. Ella era molto povera e affermava: “la Vergine Maria mi guardava come una persona che guarda un’altra persona”. “Tenerezza” e “carità” sono le parole che esprimono la misericordia. Così, grazie alla carità della Vergine Maria, Bernadette comprese la misericordia di Dio.
Durante le apparizioni, la Madonna invita Bernadette a pregare per i peccatori, cioè per tutti gli uomini e le donne della terra perché siamo tutti, chi più o chi meno, lontani da Dio. Maria, che è la nostra Madre celeste, desidera che tutte le persone sappiano che Dio, che ha un cuore pieno di misericordia, ama ciascuno di noi e si aspetta che noi andiamo verso Lui.
Dopo le apparizioni di Lourdes, Bernadette andò a Nevers e divenne Suora della Carità. Si mise al servizio dei poveri e dei malati, e trasmise la tenerezza e la misericordia di Dio.
Santa Bernadette morì il 16 aprile 1879 presso le Suore della Carità di Nevers. Fu canonizzata l’8 dicembre 1933.

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Mentre soffrite il Cielo entra in voi!

Posté par atempodiblog le 9 février 2023

Mentre soffrite il Cielo entra in voi!
di padre Livio Fanzaga – Radio Maria

Mentre soffrite il Cielo entra in voi! dans Fede, morale e teologia Mentre-si-soffre

Cari amici,

in occasione della giornata del malato, che viene celebrata l’11 febbraio, giorno della prima apparizione della Madonna a Lourdes, ci rivolgiamo ai tanti ammalati che trovano conforto pregando con Radio Maria che, come un’amica fedele, li accompagna durante il corso della giornata e della notte.

Sono in tanti quelli che hanno scoperto Radio Maria in occasione di una malattia, durante la quale si ha più tempo per riflettere e per ascoltare la voce di Dio che parla al cuore. Nei momenti della sofferenza ci si rende conto della precarietà e della fugacità della vita e il pensiero va all’eternità, che è la meta verso alla quale siamo incamminati e alla quale dobbiamo tendere.

Alla Madonna sono particolarmente cari gli ammalati ai quali ha voluto offrire l’esempio di S. Bernadette. Grazie a lei Lourdes è divenuta il tempio mondiale della santificazione della sofferenza. Recentemente la Regina della pace ha dedicato agli ammalati un messaggio particolare, che illumina la sofferenza e consola i cuori afflitti. Dopo averci esortato a seguire Gesù che, per amore nostro, ha accettato il dolore, così ci incoraggia:

“Voi, figli miei, apostoli del mio amore, voi che soffrite: sappiate che i vostri dolori diverranno luce e gloria. Figli miei, mentre patite un dolore, mentre soffrite, il Cielo entra in voi, e voi date a tutti attorno a voi un po’ di Cielo e molta speranza. Vi ringrazio”.

 Divisore dans San Francesco di Sales

Preghiera per l’ammalato
Durante l’apparizione del 23 giugno 1985 a Medjugorje, la veggente Jelena Vasilj riferisce che la Madonna ha detto a proposito di questa “Preghiera per l’ammalato”: «Cari figli, la preghiera più bella che potreste recitare per un ammalato è proprio questa!».

O mio Dio, questo ammalato che è qui davanti a te,
è venuto a chiederti ciò che desidera e che ritiene
essere la cosa più importante per lui.

Tu, o Dio, fa’ entrare nel suo cuore la consapevolezza
che è importante innanzitutto essere sani nell’anima!

O Signore, sia fatta su di lui la tua santa volontà in tutto!
Se tu vuoi che guarisca, che gli sia donata la salute.
Ma se la tua volontà è diversa,
fa’ che questo ammalato possa portare la sua croce con serena accettazione.

Ti prego anche per noi che intercediamo per lui:
purifica i nostri cuori per renderci degni di donare la tua santa misericordia.

O Dio, proteggi questo ammalato e allevia le sue pene.
Aiutalo a portare con coraggio la sua croce così che attraverso di lui venga lodato e santificato il tuo santo nome.

Dopo la preghiera si reciti tre volte il Gloria

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Pensando alla Croce di Gesù

Posté par atempodiblog le 14 mars 2021

Pensando alla Croce di Gesù dans Citazioni, frasi e pensieri Santa-Bernadette-Soubirous
Immagine tratta da: Mis ilustraciones

“Non passerò un solo istante senza amare. Colui che ama, fa tutto senza fatica, oppure ama la sua fatica. Oh Gesù, io non sento più la mia croce quando penso alla Tua.

Mia tenera madre, oh Maria, ecco la tua piccola che non ne può più! Guarda ai miei bisogni e soprattutto alle mie angustie spirituali. Abbi pietà di me, fa’ che io venga un giorno in Cielo con Te.

Io farò tutto per il Cielo, è là la mia patria, là io troverò la mia Madre in tutto lo splendore della Sua gloria e con Lei io godrò della felicità di Gesù stesso con una sicurezza perfetta.

O Maria, mia buona Madre, fate che a Vostro esempio io sia generosa in tutti i sacrifici che Nostro Signore potrà domandarmi nel corso della mia vita.
O Madre mia, offritemi a Gesù”.

Santa Bernadette Soubirous

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Dal Brasile alle Filippine: Grotte di Lourdes da tutto il mondo

Posté par atempodiblog le 16 février 2021

Dal Brasile alle Filippine: Grotte di Lourdes da tutto il mondo
Copie esatte o ispirate, semplicistiche o esuberanti, le repliche della grotta di Massabielle hanno invaso tutto il mondo: prova che le apparizioni mariane alla piccola Bernadette Soubirous hanno avuto un’eco senza eguali.
di Caroline Becker – Aleteia
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

Dal Brasile alle Filippine: Grotte di Lourdes da tutto il mondo dans Apparizioni mariane e santuari Italie-Chiampo-Shutterstock
Italia. Costruita in cemento dal beato Claudio Granzotto, dell’Ordine dei Frati Minori, questa riproduzione della grotta si colloca nei pressi della città di Chiampo. La statua della Vergine è opera di Claudio in persona, che l’ha scolpita nel marmo. Il religioso/artista è sepolto nel fondo della grotta e numerosi sono i pellegrini che vengono a raccogliersi sulla sua tomba. © Shutterstock – giocalde

Vicine a un santuario, isolate in una foresta o nascoste in una chiesetta, le repliche della grotta di Lourdes si contano a migliaia nel mondo, testimonianze palmari della devozione dei cristiani per le apparizioni nella cittadina pirenaica.

L’11 febbraio 1858 la piccola Bernadette Soubirous se ne va a raccogliere legna verso la grotta di Massabielle. È lì, nelle cavità della pietra, che per la prima volta vede la Vergine Maria. Quattro anni più tardi, il 18 gennaio 1862, la Chiesa avrebbe ufficialmente riconosciuto le 18 apparizioni raccontate da Bernadette e avviato la costruzione della prima cappella (oggi cripta della basilica superiore) dell’Immacolata Concezione.

Fin dal principio delle apparizioni, l’evento rimbomba: pellegrini affluiscono alla grotta per raccogliersi e riportarsi un po’ d’acqua dalla fonte miracolosa. Nel corso degli anni, il fervore non accenna a scemare e i pellegrini vengono da ogni dove (anche dall’estero) per ottenere una guarigione del corpo e/o dello spirito. Questo fervore, accentuato dal rinnovamento del cattolicesimo nel XIX secolo e dai primi pellegrinaggi verso la grotta, spinse i fedeli a costruire dei piccoli luoghi di devozione nei loro comuni. Tali (più o meno esatte) repliche della grotta di Lourdes permettono ai fedeli di pregare regolarmente l’Immacolata Concezione e di sentirsi più prossimi, simbolicamente, al luogo delle apparizioni.

Se la Francia è il Paese che ne conta di più, gli altri non sono certo rimasti a guardare: la grotta di Lourdes – che si declina sotto tutte le forme (copia perfetta, minimalista, grandiosa o discreta – si trova in tutti i Paesi del globo: Italia, Germania, Stati Uniti ma anche Russia, Slovacchia, Filippine o ancora Marocco ed Emirati Arabi Uniti. Sempre visitate da pellegrini che vengono a raccogliervisi e a deporvi un cerco, esse testimoniano della devozione particolare che i cristiani hanno per la Vergine di Lourdes.

Divisore dans San Francesco di Sales

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La benedizione di Bernadette sul mondo

Posté par atempodiblog le 11 février 2021

La benedizione di Bernadette sul mondo dans Apparizioni mariane e santuari santa-bernadette

«In cielo si è felici», diceva suor Maria Bernarda. La Madonna glielo aveva assicurato e lei stessa ne aveva fatto l’esperienza nel suo cammino spirituale di preghiera e di unione con Dio. Non dobbiamo però pensare che la missione di Bernadette sia terminata con la sua morte. Per lei il cielo era la conclusione di un compito e l’inizio di un altro.

Come Santa Teresa del Bambin Gesù, anche Bernadette concepiva l’ingresso nella vita eterna come l’inizio di una missione d’amore ancora più grande di quella compiuta sulla terra. Il grande cruccio di suor Maria Bernarda era quello di una forzata inattività che le impediva di rendersi utile al suo prossimo, in modo particolare alle persone malate e anziane. La sua salute le permetteva solo di pregare e di soffrire. Il suo cuore però ardeva di carità per i fratelli e il cruccio di essere «buona a nulla» l’ha accompagnata fino alla morte.

Ed è guardando oltre il velo della morte che Bernadette intravede il senso pieno della gioia celeste. Essa non consiste solo nella contemplazione di Dio, ma anche, e non in minor misura, nell’intercedere per i fratelli che stanno ancora percorrendo il faticoso e pericoloso pellegrinaggio nell’esilio della terra. Lei sa che nell’aldilà seguirà «l’arma della preghiera, dove sarà molto più potente».

Non è possibile spiegare la fecondità straordinaria di Lourdes senza l’intercessione di Bernadette. Sui pellegrini, sui malati, sugli infermieri, sui volontari, sui giovani veglia non soltanto la Santa Vergine, ma anche la sua piccola serva. «Non dimenticherò nessuno», aveva promesso prima di morire. Forse lei neppure in quel momento comprendeva la portata di una preghiera di intercessione che si estende fino a noi.

Tratto da: Sui passi di Bernadette — Padre Livio Fanzaga

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Ci vuole la consolazione di un Dio-con-noi

Posté par atempodiblog le 25 décembre 2020

Ci vuole la consolazione di un Dio-con-noi
La grazia è che nella vita e nella storia, come in questo Natale, si aprono brecce attraverso le quali può finalmente entrare il mare della consolazione del Dio-con-noi
di Dom Mauro-Giuseppe Lepori OCist – Il Sussidiario

Ci vuole la consolazione di un Dio-con-noi dans Articoli di Giornali e News Adorazione

“Consolate, consolate il mio popolo!” (Is 40,1): cosa possiamo chiedere al Natale, alla fine di un anno come questo, se non la consolazione del Dio-con-noi, l’Emmanuele, nel mezzo delle prove della vita?

Nel suo profondo libro sulla veggente di Lourdes, Franz Werfel dice che fino al momento in cui vide la Bella Signora, nella grotta di Massabielle, Bernadette “non sapeva che aveva bisogno di consolazione” (Il canto di Bernadette, capitolo 7). La miseria obbligava lei e la sua famiglia a cercare ogni giorno una soluzione ai problemi immediati. Sopravvivere era il grande successo di ogni giornata. Ma alla luce dello sguardo della Vergine Maria, Bernadette ha scoperto quello che il suo animo puro già percepiva: il cuore non si sazia di soluzioni, ma di una Presenza che ti guarda e sta con te, che ti riempie dentro, e ti rende soggetto della tua vita. Un bisogno più profondo dei nostri mille bisogni ci salva dal divenirne schiavi. I bisogni ci spingono a sopravvivere; il desiderio di Dio ci dà di vivere.

Ma ci vuole la consolazione di una Presenza, di un Dio-con-noi, altrimenti anche il desiderio di Dio rischiamo di confonderlo con gli altri, o di sentirlo meno urgente degli altri. L’istinto di sopravvivenza si impone con un’urgenza che ci prende alla gola; non è come il Signore mite ed umile di cuore che, pur essendo tutto ciò di cui abbiamo veramente bisogno, se ne sta dietro la porta a bussare discretamente, aspettando che troviamo la voglia e il tempo di aprirgli. Riduciamo spesso Dio a un passatempo, a un hobby per il tempo libero, Lui, l’Alfa e l’Omega, l’Origine e il Destino del cosmo e della storia. La grazia è che nella vita e nella storia, come ora, si aprono brecce attraverso le quali può finalmente entrare il mare della consolazione di Dio. Allora, come Bernadette, capiamo che non avevamo bisogno d’altro.

La consolazione di Dio non viene però a censurare le necessità della vita, non viene a disprezzare tutto quello che viene a mancare, come il pane, il lavoro, la salute, la sicurezza di una famiglia, l’educazione dei figli, l’accompagnamento degli anziani e dei malati. La consolazione di Dio è Cristo che nel Vangelo vediamo preoccuparsi dei bisogni umani fino al dettaglio: “Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano” (Mc 8,2-3). Le proposte religiose o spirituali che censurano l’umano, soprattutto l’umano degli altri, dei più poveri, sono sempre alienanti. Ma lo sono anche le proposte sociali e politiche che censurano il bisogno di Dio. Cristo consola il bisogno profondo del cuore nell’atto di prendersi cura di ogni dettaglio della nostra fame, della nostra sete, del nostro essere stranieri, nudi, malati, prigionieri… Ci rivela nella Sua persona una Salvezza che abbraccia tutta la nostra umanità.

Proprio per questo la sua venuta a consolarci comporta una sorpresa a cui, troppo intenti ai nostri bisogni, spesso non pensiamo. Cristo ci rivela il bisogno degli altri. Anzi: il Suo bisogno negli altri: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). Il bisogno dell’altro è in realtà il bisogno di Gesù. Questa rivelazione ci svela però anche il nostro bisogno più profondo e come esso si soddisfa in Cristo. Il nostro cuore ha bisogno di amare, ha bisogno di sperimentare la sua natura e vocazione ad essere misericordioso come il Padre, ad amare come Dio. La venuta di Cristo nella nostra carne, nella nostra umanità, ci rivela che siamo fatti per amare Dio amando come Lui ama. Rispondendo al bisogno del fratello, è la sete del mio cuore che soddisfo, che è sete non solo di Dio, ma di essere come Lui, di essere Lui, identificandomi, per grazia Sua, al Suo essere dono, dono divino che umanamente si è espresso in Gesù Cristo, dalla mangiatoia di Betlemme alla Croce.

Il paradosso cristiano è che la vita non è salvata da quello che si guadagna, ma da quello che si dona, perché Dio si è donato per noi, senza misura. Anche quando donarsi è un perdersi. Nulla unifica e pacifica l’esistenza più della fede che tutto in essa, assolutamente tutto, è chiamato ad amare l’amore di Cristo, la sua presenza che risponde al desiderio del cuore facendosi prossimo da amare in ogni istante e occasione.

Dopo aver trasmesso l’invito di Dio a consolare il popolo, Isaia ci chiede di gridare: «Una voce dice: “Grida!” e io rispondo: “Che devo gridare?”» (Is 40,6). La tentazione del profeta, come per noi, è di limitarsi a gridare un lamento, di gridare solo per maledire quello che non va. Dio invece invita a gridare un annuncio, la Buona Novella di una presenza che salva: «Alza la voce, non temere; annunzia alle città di Giuda: “Ecco il vostro Dio! (…) Come un pastore egli fa pascolare il gregge e il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce pian piano le pecore madri”» (Is 40,9-11).

L’annuncio, il Vangelo da gridare senza timore è la venuta di un Pastore forte e tenero ad un tempo: Cristo che ci accompagna attraverso tutte le valli oscure della vita e della storia, donandoci l’esperienza che ciò che rende bella e sicura la vita è la comunione con Lui, la tenerezza di questo suo portarci in braccio, sul suo petto, come agnellini.

Il Papa ci dona un anno specialmente consacrato a san Giuseppe, proprio per aiutarci a vivere come lui all’ombra e alla luce della paternità di Dio, con una coscienza di fede che cambia il volto della realtà, anche la più negativa. “La nostra vita – scrive Papa Francesco – a volte sembra in balia dei poteri forti, ma il Vangelo ci dice che ciò che conta Dio riesce sempre a salvarlo, a condizione che usiamo lo stesso coraggio creativo del carpentiere di Nazareth, il quale sa trasformare un problema in un’opportunità anteponendo sempre la fiducia nella Provvidenza” (Lettera Apostolica Patris corde, 5). È così che anche il Figlio di Dio ha vissuto in mezzo a noi, e che vuole continuare a vivere in noi, nel suo Corpo ecclesiale che attraversa il corso della storia generandola, passo dopo passo, all’eternità. Il Natale di Cristo fa rinascere il mondo.

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La sapienza e la discrezione in Bernadette Soubirous

Posté par atempodiblog le 8 novembre 2020

La sapienza e la discrezione in Bernadette Soubirous

La sapienza e la discrezione in Bernadette Soubirous dans Apparizioni mariane e santuari Santa-Bernadette-Soubirous

Il linguaggio della piccola Bernadette è pieno di sapienza e di discrezione. Le sue risposte dinanzi all’autorità civile ed ecclesiastica hanno giustamente stupito i contemporanei e lasciano pieni di ammirazione anche noi. La luce divina brilla in molte sue affermazione e di lei, pur nei suoi limiti di creatura, si può dire: “E che sapienza è mai questa che gli è stata data?” (Mc 6,2).

Vi è un episodio in particolare che mi colpisce e che è oltremodo significativo della prudenza, della precisione e della discrezione assolutamente mirabili in una fanciulla di soli quattordici anni. Fino al momento in cui non venne rivelato il nome di “Immacolata Concezione” lei si rifiutò tenacemente di affermare che la Signora che le appariva a Massabielle era la Vergine Maria. Si limitava a chiamarla “Aquerò”, che significa “Quella cosa”.

[…] Poteva la fanciulla essere più ponderata? Questa straordinaria misura di giudizio, esatta nel riferire, senza nulla forzare, neppure con considerazioni improntate al buon senso, ci ha ottenuto la rivelazione del nome.

[…] Piena di sapienza divina, la fanciulla si è rifiutata di dare lei un nome, ma l’ha ricevuto come dono per la Chiesa. Il suo rispetto per il soprannaturale è straordinario.

Non si mette davanti, non forza le situazioni, non si appropria di nulla. Sa stare al suo posto, nella sua dimensione di totale servizio. Non dice una sola parola in più! Quale lezione per noi che troppo spesso ci crediamo padroni della Parola, dei Sacramenti e della Chiesa stessa e pensiamo di manipolare le cose di Dio a nostro piacimento.

Tratto da: Sui passi di Bernadette — Padre Livio Fanzaga

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Lourdes. Arrivano le reliquie di santa Bernadette, il pellegrinaggio nelle diocesi

Posté par atempodiblog le 25 avril 2019

Lourdes. Arrivano le reliquie di santa Bernadette, il pellegrinaggio nelle diocesi
Sono già 34 le diocesi che le ospiteranno dal 27 aprile al 24 agosto, nel 175° anniversario della nascita e nel 140° della morte di Bernardette di Lourdes
di Laura Delsere – Avvenire (23 aprile 2019)

Lourdes. Arrivano le reliquie di santa Bernadette, il pellegrinaggio nelle diocesi dans Fede, morale e teologia Grotta-di-Lourdes
La Grotta delle apparizioni con la statua della Vergine e un’immagine di santa Bernadette

Mercoledì alle 11,15 giungeranno in Italia, all’aeroporto di Orio al Serio, su un volo partito da Lourdes, le reliquie di Santa Bernadette Soubirous, che verranno poi trasferite via terra alla Diocesi di Alessandria, dove inizierà il pellegrinaggio italiano.
Le reliquie saranno accompagnate dal cappellano italiano di Lourdes, padre Nicola Ventriglia.

La preghiera di Lourdes per Notre-Dame, la Cattedrale che l’Europa ha rischiato di perdere, ieri nella festa liturgica di santa Bernadette, si è ripetuta in tutte le celebrazioni. Dall’Angelus delle 11.45 alla Grotta delle apparizioni, fino alla processione delle 21 illuminata dalle fiaccole dei pellegrini. Una vicinanza non comune quella dalla roccia mariana sui Pirenei, Massevieille o Massabielle, la vecchia roccia, in questo 2019 dichiarato Anno di Bernadette.

Per celebrarne il 175° anniversario della nascita ed il 140° della morte è stato scelto il tema «Beati i poveri». I trascurabili, gli ultimi, com’era Bernadette quattordicenne, che però fu vista dalla Madre di Dio. Anche per questo il Santuario dove oggi si fa memoria di quelle 18 apparizioni del 1858 viene percepito da allora come un approdo dove malati e feriti dalla vita sono sicuri di essere aspettati e guardati come creature, “ospedale da campo” com’è la Chesa, dove gli ultimi diventano pietre angolari.

Per quest’anno speciale il Santuario ha voluto rendere più accessibile ai pellegrini il cammino che porta da Lourdes al villaggio di Bartrès, dove i mugnai caduti in miseria Soubirous vivevano; e ha promosso il pellegrinaggio europeo delle reliquie di Bernadette. Già 34 le diocesi italiane (vedi sotto) che le ospiteranno nel 2019, dal 27 aprile al 24 agosto, dopo l’iscrizione richiesta al Santuario: per prima Alessandria (dal 27 al 30 aprile prossimi), poi Modena-Nonantola, per chiudere con Aversa e Albano.

«Il vero mistero di Lourdes è Bernadette» indicava il mariologo padre René Laurentin, che al profilo della Soubirous aveva dedicato due documentate monografie studiandone le lettere, scritte per obbedienza dopo i fatti, dalla guardiana di pecore, poi religiosa, che era stata analfabeta per i primi vent’anni della sua vita. Laurentin indagò gli scritti dell’umile, trasparente e allo stesso tempo intraducibile interlocutrice dell’Immacolata. Canonizzata non per essere stata prediletta dalle visite della Madre di Dio, ma per il modo in cui seppe rispondere, segnando un cammino da seguire per ogni credente. L’esegeta fece così emergere la testimonianza più autentica di lei, demitizzandone la memoria.

Alla scuola di Maria, Bernadette annotava: «Soffrire passa, ma aver sofferto resta». E ancora: «il denaro mi scotta», o «purché non arricchiscano, dite loro di non arricchirsi» riguardo al miglioramento della situazione economica dei familiari, stigmatizzando la ricchezza che rifiuta la condivisione, degrada e corrompe, mentre «il cuore dei poveri è visitato da Dio». E infine, suora a Nevers, «faccio il sacrificio di non rivedere più Lourdes. Non ho che un’aspirazione, quella di vedere la Vergine Santa glorificata e amata».

L’Immacolata Concezione le disse il suo nome solo alla sedicesima apparizione, e fino ad allora, prudente e concreta, la giovane non sostenne davanti a chi la pressava di aver visto la Vergine, chiamandola solo «acherò», quella lì, in dialetto occitano bigourdan riferito a una persona. Padre Laurentin la studiò anche nelle immagini, collezionandone 75 ritratti, ora tutti esposti in una mostra appena aperta al Santuario. «Davanti all’obiettivo si rivela l’obbedienza di Bernadette – annotava il mariologo – ma anche il suo equilibrio, perfino la sua interiorità e la capacità di resistenza, grazie a cui fece fronte alle minacce delle autorità».

Dunque un 2019 per ritrovare Bernadette, la strada da lei indicata e quella, singolare, tracciata per ognuno.

Ecco le date italiane finora disponibili del pellegrinaggio europeo delle reliquie di Santa Bernadette, nelle prime 34 diocesi che hanno aderito alla proposta del santuario di Lourdes (VAI AL SITO)

Diocesi di Alessandria – 27-30 aprile
Diocesi di Modena – Nonanola – 01-04 maggio
Diocesi di Massa Carrara – Pontremoli – 04-07 maggio
Diocesi di Vercelli – 08-11 maggio
Diocesi di Cesena – 11-14 maggio
Diocesi di Spoleto – Norcia – 15-18 maggio
Diocesi di san Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto – 18-21 maggio
Diocesi di Civita Castellana – 22-25 maggio
Diocesi di Montepulciano – Chiusi – Pienza – 25-28 maggio
Diocesi di Roma – Parrocchia S. Bernadette Soubirous – 29 maggio-01 giugno
Diocesi di Roma – Parrocchia N.S. di Lourdes (Tor Marancia) – 01-04 giugno
Diocesi di Frosinone – Veroli – Ferentino – 04-07 giugno
Diocesi di Caserta – 08 -11 giugno
Diocesi di Napoli – 11-14 giugno
Diocesi di Ariano Irpino – Lacedonia – 14-17 giugno
Diocesi di Foggia – Bovino – 17-20 giugno
Diocesi di Brindisi – Ostuni – 21-24 giugno
Diocesi di Crotone – Santa Severina – 25-28 giugno
Diocesi di Oppido Mamertina – Palmi – 28 giugno-01 luglio
Diocesi di Patti – 01-04 luglio
Diocesi di Palermo – 04-07 luglio
Diocesi di Trapani – 07-10 luglio
Diocesi di Tempio – Ampurias – 11-14 luglio
Diocesi di Ozieri – 14-17 luglio
Diocesi di Cagliari – 17-20 luglio
Diocesi di Savona – 21-24 luglio
Diocesi di Torino – 24-27 luglio
Diocesi di Asti – 27-30 luglio
Diocesi di Pistoia – 30 luglio-02 agosto
Diocesi di Volterra – 02-05 agosto
Diocesi di Benevento – 06-09 agosto
Diocesi di Capua – 10-15 agosto
Diocesi di Aversa – 15- 18 agosto
Diocesi di Albano – 18–22 agosto

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Il cuore di Lourdes

Posté par atempodiblog le 11 avril 2016

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La prima volta che arrivai a Lourdes era una giornata piovigginosa e oscura. Benché fossimo in pieno mese di agosto, il clima autunnale avvolgeva la cittadina con una coltre di nebbia, mista a una pioggerella che penetrava nelle ossa. Venivo da Medjugorje, dove l’estate splendeva sulla grande piana della pace, infondendo nei cuori forza e allegrezza. Rimasi molti contrariato e sperduto in quella selva di viuzze fitte di ombrelli. Mi chiedevo se fosse valsa la pena di fare tanta strada, consumando i pochi giorni di vacanza, per venire in un luogo dove non riuscivo a scorgere l’impronta del soprannaturale.

Il cuore cominciò ad aprirsi non appena entrai nella grande spianata che conduce al santuario. Le carrozzine dei malati in particolare davano al paesaggio religioso un tocco di umanità autentico e profondo. Ma il mio cuore ebbe un sussulto di gioia celeste solo quando incominciai a intravedere la grotta dove era apparsa la Madonna. La miravo da lontano, al di qua del Gave, che scorreva via veloce con le sue acque fresche e profonde. Lassù, nella nicchia, si stagliava la bianca statua della Madonna. Lassù, nella nicchia, si stagliava la statua dell’Immacolata Concezione.

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“Ecco là – mi dicevo – il cuore di Lourdes!”. Quando ti avvicini alla grotta senti che il soprannaturale ti viene incontro e ti avvolge. La Madonna non vi appare più, eppure lì ha lasciato la grazia della sua presenza misteriosa ed efficace. Ripenso a quanto diceva Bernadette a Nevers, quando si augurava di essere un uccellino per poter venire di nascosto a pregare ancora una volta davanti alla “sua” grotta.

Mi fermai a guardare la fila interminabile di persone che attendeva pazientemente il proprio turno per passarvi davanti. Nessuno tralasciava di toccare con le proprie mani quelle pareti di roccia e poi, arrivati sotto la nicchia, dove Bernadette si inginocchiava, eccoli alzare gli occhi in alto, verso la statua di marmo, come se fosse una persona viva che li guarda e li ascoltava.

Riandai con l’immaginazione alla mattinata di quel fatidico 11 febbraio del 1858. Notai con una certa gioia nel cuore che era una giornata umida e buia come quella del mio arrivo. La constatazione mi rese subito la pioggerella simpatica e perfino divertente.

Tratto da: Sui passi di Bernadette — Padre Livio Fanzaga

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Festeggiamenti in onore della Beata Vergine al Santuario di Lourdes di Napoli

Posté par atempodiblog le 6 février 2016

SANTUARIO MADONNA DI LOURDES – NAPOLI
Missionari Vincenziani

Gradini San Nicola da Tolentino, 12 al Corso Vittorio Emanuele (Cariati)

Santuario Madonna di Lourdes

Bernadette Soubirous è vissuta 35 anni: ventidue a Lourdes (1844 – 1866), tredici a Nevers (1866 – 1879). Nel 1858, nella Grotta di Massabielle, a Lourdes, la Vergine Maria le appare diciotto volte. La vita di Bernadetta ne fu trasfigurata. La nostra lo sarà, se noi accettiamo come lei di metterci alla scuola di Maria, alla scuola del Vangelo.
Diceva spesso: “Maria SS.ma Immacolata è così bella, che dopo averla vita una volta, non si attende altro che di rivederla in Cielo per sempre”. E andò a vederla, “la sua Madre del Cielo”, il 16 aprile 1879.
Insieme con Bernadette seguendo le sue orme di semplicità, di servizio e soprattutto di preghiera incontreremo in questi giorni Maria “la Signora vestita di bianco”.

Festeggiamenti in onore della Beata Vergine Maria di Lourdes

8 – 11 febbraio / 18 febbraio – 4 marzo 2016

Per approfondire le notizie sul Santuario alla Beata Vergine di Lourdes di Napoli cliccare Festeggiamenti in onore della Beata Vergine al Santuario di Lourdes di Napoli dans Apparizioni mariane e santuari Freccia QUI

PROGRAMMA
a cura di p. Giuseppe Fiorentino C. M., Rettore del Santuario e Padri Vincenziani

8 febbraio (lunedì) – Apertura delle Celebrazioni Mariane
Ore 8:30 Santo Rosario

Ore 9:00 Santa Messa
Ore 17:30 Santo Rosario
Ore 18:00 Pellegrinaggio della GMV di Napoli – P. Giuseppe Martinelli, C. M. – Santa Messa
Ore 19:00 Processione aux flambeaux

9 febbraio – martedì
Ore 8:30 Santo Rosario

Ore 9:00 Santa Messa alla Grotta
Ore 17:30 Santo Rosario
Ore 18:00 Pellegrinaggio Parrocchia Medaglia Miracolosa, Rione Traiano – Celebrazione Eucaristica presieduta dal Parroco p. Lorenzo Manca, C. M.
Ore 19:00 Processione aux flambeaux

10 febbraio – mercoledì delle Ceneri
Ore 8:30 Santo Rosario

Ore 9:00 Santa Messa alla Grotta
Ore 18:00 Celebrazione Eucaristica
Ore 19:00 Processione aux flambeaux

11 febbraio – giovedì
Ore 8:00 – 9:00 Sante Messe

Ore 10:00 Celebrazione Eucaristica presieduta da p. Salvatore Farì, C. M., parroco della Parrocchia “San Gioacchino”
Ore 11:00 Celebrazione Eucaristica presieduta dal Rev.mo p. Giuseppe Guerra, C. M.
Ore 12:00 Supplica – Santa Messa presieduta dal Rev. p. Antonio Colamarino, Parroco Santa Maria Apparente
Ore 17:30 Santo Rosario
Ore 18:00 Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da Sua Ecc. Rev.ma mons. Beniamino De Palma, Arcivescovo-Vescovo della Diocesi di Nola con la partecipazione della Parrocchia “San Gaetano” in Pianesi, Cava dei Tirreni
Ore 19:00 Processione aux flambeaux

18 febbraio (giovedì) – Inizio della quindicina
Ore 8:30  Santo Rosario
Ore 9:00 Santa Messa alla Grotta

1 marzo – martedì
Ore 8:30 Santo Rosario
Ore 9:00 Santa Messa
Dalle ore 9:30 alle ore 12:00 Esposizione del Santissimo Sacramento e Adorazione
Ore 17:30 Santo Rosario
Ore 18:00 Pellegrinaggio  del Decanato. Santa Messa presieduta da Mgr. Giuseppe Carmelo, decano

2 –3 marzo (mercoledì – giovedì)
Ore 8:30 Santa Rosario
Ore 9:00 Santa Messa
Dalle ore 9:30 alle ore 12:00 Esposizione del Santissimo Sacramento e Adorazione

4 marzo – venerdì – Chiusura delle Celebrazioni Mariane
Ore 8:30 Santo Rosario

Ore 9:00 Santa Messa
Dalle ore 9:30 alle ore 12:00 Esposizione del Santissimo Sacramento e Adorazione
Ore 17:30 Santo Rosario
Ore 18:00 Pellegrinaggio Parrocchia Santa Maria Apparente con la partecipazione della Parrocchia “Concordia”, Parroco Don Mario Ziello
Celebrazione Eucaristica presieduta dal Rev.mo don Antonio Colamarino, Parroco di Santa Maria Apparente e processione del Santissimo Sacramento.

Una città... da favola: Bergamo, gioiello dell'Alta Italia dans Viaggi & Vacanze sb0nxu

COME ARRIVARE AL SANTUARIO DI LOURDES DI NAPOLI
a cura dei Padri Vincenziani

1. Dalla stazione ferroviaria:
Metropolitana – scendere a Mergellina. Pulmann C16 – fermata Piazza Cariati.
Oppure dalla stazione: qualsiasi pullman diretto a Piazza del Plebiscito – a 100m in Piazzetta Augusteo prendere funicolare-misto, scendere alla prima fermata (Corso Vittorio Emanuele);

2. Dall’autostrada:
All’uscita del casello, imboccare la Tangenziale – uscire a Fuorigrotta – imboccare il tunnel e quindi il Corso Vittorio Emanuele – Piazza Cariati;

3. Dalla città:
L’unico pullman che percorre l’intero Corso Vittorio Emanuele è il C16 – Capolinea: Mergellina-Piazza Canneto, fermata a Piazza Cariati.

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Pensieri di santa Bernadette

Posté par atempodiblog le 11 février 2015

L’alfabeto di una santa
Fonte: “Pensieri spirituali tratti dal Diario intimo e dalle Lettere di Santa Bernadette”
a cura di Mirella Mostarda – Diocesi Terni, Narni e Amelia

Pensieri di santa Bernadette dans Fede, morale e teologia 2vwdxqf

Amore: Avrò sempre abbastanza salute, ma mai abbastanza amore per Nostro Signore”.
“Non vivrò nessun istante se non amando. Colui che ama, fa tutto senza sacrificio, o meglio, il suo sacrificio, lo ama”.

Croce: “La croce è il patrimonio degli amici che il Signore ama di più; quaggiù la sofferenza, in cielo la vera felicità. La Santa Vergine non mi ha ingannata. Mi ha detto che non sarei stata felice in questo mondo, ma nell’altro. La prima parte l’ho già avuta”.

Debolezza: “Io sono molto debole; ho gran bisogno dell’aiuto delle preghiere di anime buone, per non abusare del favore che ho ricevuto dal Cielo, malgrado ne fossi indegna”.

Delizia: “Quando Nostro Signore sarà nel vostro cuore, abbandonatevi a Lui e gustate in pace le delizie della sua presenza. Amate, adorate, ascoltate, lodate e direi anche gustate… Soltanto l’eternità ci riserva gioie più grandi…”.

Difetti: “Io vorrei che si raccontassero anche i difetti dei santi e quanto hanno fatto per correggersi. Questo sarebbe molto più utile dei loro miracoli e delle loro estasi”.

Grotta: “È stato il mio cielo, non la rivedrò più. Vorrei tornare una volta sola alla mia grotta, quando nessuno mi vede, perché io sono attaccata a quella roccia con tutta me stessa!”.

Lacrime: “Soffro: e verso di Voi elevo i miei gemiti, o mio Consolatore. Riverso le mie lacrime sul vostro Cuore adorabile. A Lui confido i miei sospiri, le mie angosce, le mie pene. Che aumenti il mio amore, che renda meno pesante il mio dolore”.

Pane: “Preghiera a Gesù di una povera mendicante: O Gesù, dammi, ti prego, il pane dell’umiltà, il pane dell’obbedienza, il pane della carità, il pane della forza per spezzare la mia volontà, per unirla alla Tua, il pane della mortificazione interiore, il pane del distacco da ogni cosa e creatura, il pane della pazienza per sopportare le pene che il mio cuore soffre. O Gesù, Voi mi volete crocifissa: ‘Fiat’. Il pane della forza per ben soffrire, il pane di vedere sempre solo Voi e null’altro”.

Paura: Mia cara sorella, ho paura…Ho ricevuto tante grazie e ne ho fatto tanto poco profitto!”.

Sì: Sì, mio Dio, sì. In tutto e per tutto, sì”.

Umiltà: Il Rosario è la mia preghiera prediletta: d’altronde sono troppo ignorante per poterne comporre una”.

Verità: “A forza di voler infiorare le cose, si finisce per snaturarle”.

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La Santa Vergine non trattiene per sé, ma porta a Gesù

Posté par atempodiblog le 7 février 2015

La Santa Vergine non trattiene per sé, ma porta a Gesù  dans Apparizioni mariane e santuari Santa-Bernadette-Soubirous-Lourdes

Bernadette si consumava d’amore per Gesù e in particolare per Gesù crocifisso. Qui era il centro segreto della sua vita e qui ella sostava giorno e notte, mentre, attraverso le mansioni ordinarie della vita quotidiana, cercava di donare agli altri quell’amore di cui di Dio ricolmava il suo cuore.

Questa prediletta di Maria apparteneva totalmente a Gesù. Forse vale la pena di soffermarsi a meditare queste parole, che ci dimostrano quanto stolti sono coloro che temono che la pietà mariana distolga i fedeli da Gesù Cristo:

“Crescete, Gesù, crescete in me, nel mio cuore, nel mio spirito, nella mia immaginazione, nei miei sensi, per mezzo della vostra modestia, la vostra purezza, la vostra umiltà, il vostro zelo, il vostro amore. Crescete con la vostra grazia, la vostra luce, la vostra pace; crescete nonostante le mie resistenze, il mio orgoglio; crescete fino alla pienezza dell’uomo perfetto; crescete come a Nazareth davanti a Dio e davanti agli uomini, per la gloria del Padre vostro”.

Siamo di fronte a una pagina di straordinaria intensità spirituale che, pur nella semplicità di linguaggio, non ha nulla da invidiare a quelle scritte dai grandi maestri della mistica. Ci troviamo qui nel cuore dell’esperienza cristiana, che consiste nel vivere in intima unione con Gesù Cristo, come ci insegna San Paolo.

Il diario di Suor Maria Bernarda abbonda di queste espressioni, sue o prese da altri, che esprimono tutta la sua tensione d’amore verso lo sposo della sua anima:

“Gesù solo come Fine,
Gesù solo per Maestro,
Gesù solo per Modello,
Gesù solo per Guida,
Gesù solo per Gioia,
Gesù solo per Ricchezza,
Gesù solo per Amico!”.

Forse ti chiederai quale posto abbia, in questa eccezionale esperienza mistica centrata sul Verbo incarnato, la presenza di Maria. Qui vi è la conferma che la Santa Vergine non trattiene per sé, ma porta a Gesù. Maria stessa è tutta rivolta verso Gesù, e, quando noi siamo uniti a lei, condividiamo la sua totale appartenenza al Figlio. Bernadette lo sapeva bene per esperienza personale e ce lo conferma con parole di rara bellezza:

“O Maria, mia buona Madre, vi prego di imprimere in tutta la mia anima i tratti del mio divino Sposo crocifisso; fate che orami i suoi desideri siano i miei desideri, il suo amore sia il mio amore”.

Tratto da: Sui passi di Bernadette — Padre Livio Fanzaga

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