Il Messaggio di Papa Francesco per i 150 anni dell’arrivo del quadro della Vergine del Rosario a Pompei

Posté par atempodiblog le 11 novembre 2024

“Provvidenziale che il giubileo del quadro della Madonna di Pompei coincida con l’imminente Anno Giubilare, incentrato su Gesù nostra speranza”
Il Messaggio di Papa Francesco per i 150 anni dell’arrivo del quadro della Vergine del Rosario a Pompei
Papa Francesco scrive a Monsignor Tommaso Caputo, Arcivescovo Prelato di Pompei per l’importante anniversario
di Antonio Tarallo – ACI Stampa

Il Messaggio di Papa Francesco per i 150 anni dell’arrivo del quadro della Vergine del Rosario a Pompei dans Antonio Tarallo Il-quadro-della-Vergine-di-Pompei

E’ indirizzato a Monsignor Tommaso Caputo, Arcivescovo Prelato di Pompei, il Messaggio di Papa Francesco in occasione del 150° Anniversario [2025dell’arrivo nella città campana, del quadro della Vergine del Rosario.  Sono parole affettuose, calde, e colme di emozione quelle che il Pontefice riserva per questa importante occasione: “Sono lieto di unirmi spiritualmente a quanti celebreranno la significativa ricorrenza e sosteranno in orante raccoglimento presso il tempio mariano pompeiano, per trovare conforto e speranza nel volto dolcissimo della Madre celeste”.

Il Messaggio poi prosegue con il segnare le tappe storiche più importante della famosa effigie mariana. Papa Francesco ricorda, ovviamente, “l’avvocato Bartolo Longo, Fondatore del Santuario” che “aveva ritrovato la fede, smarrita durante gli anni dei suoi studi universitari. Una voce udita nel profondo dell’animo fu come un lampo nella notte, sottraendolo ad un’aspra lotta, e facendo risuonare con nuova forza nel suo cuore un detto legato alla tradizione devota del Rosario: «Se cerchi salvezza, propaga il Rosario». Quel motto, a lui ben noto, assumeva ora nel suo animo, come spesso accade nelle esperienze mistiche, il senso di una promessa e, in qualche modo, di un mandato”.

Da questo episodio, Longo, infatti diverrà “un apostolo del Rosario e, con innumerevoli iniziative e scritti, e soprattutto con i suoi «Quindici Sabati», fu uno dei più grandi interpreti di questa devozione mariana”. Fa riferimento poi ai suoi predecessori come Papa Leone XIII e  Giovanni Paolo II.

Per Papa Francesco diviene “provvidenziale che il giubileo del quadro della Madonna di Pompei coincida con l’imminente Anno Giubilare, incentrato su Gesù nostra speranza, e con il XVII centenario del Concilio di Nicea (325), che al mistero divino-umano di Cristo, nella luce della Trinità, diede particolare risalto”.

Il Santo Rosario, preghiera tanto quanto antica così sempre attuale perché “di aiuto nella costruzione della pace ed è importante proporla ai giovani perché la sentano non ripetitiva e monotona, ma un atto di amore che non si stanca mai di effondersi. Il Rosario è, altresì, fonte di consolazione per gli ammalati e i sofferenti, «catena dolce che ci rannoda a Dio», ma anche catena di amore che si fa abbraccio per gli ultimi e gli emarginati”.

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Pompei di Maria

Posté par atempodiblog le 7 octobre 2023

Pompei di Maria
di Padre Guglielmo Alimonti Ofm Cap, Collana “Vento impetuoso”, Volume VI, pp 305-306-307

Pompei di Maria dans Apparizioni mariane e santuari Beata-Vergine-Maria-Pompei

Il culto della Madonna di Pompei fu introdotto dal Beato Bartolo Longo, autore anche della supplica recitata in ogni chiesa due volte l’anno: l’8 maggio e la prima domenica di ottobre. L’immagine tanto venerata presenta la Madonna in trono col Bambino in braccio in atto di consegnare il rosario a Santa Caterina e a San Domenico di Guzman, inginocchiati ai lati del trono.

Nel rosario, preghiera semplice per la sua struttura, ma efficace e potente, è racchiusa “la contemplazione dei misteri in cui si snoda la storia della nostra salvezza” (Giovanni Paolo II, 25 ottobre 1987).

Padre Pio chiamava il rosario “l’arma che apre il cuore di Dio”. Egli si rivolgeva spesso alla “Vergine di Pompei” con incessanti preghiere e novene. Il 19 settembre 1968 un gesto delicatissimo: da un mazzo di rose “estrasse con la mano piagata una rosa che affidò ad un figlio spirituale diretto a Napoli, perché la deponesse davanti all’immagine dell’amata Mammina a Pompei” (Padre Gerardo di Flumeri).

Maria-Regina-del-santo-rosario dans Beato Bartolo Longo

Pompei di Maria,
profumi di rose.
Accogli festosa
i figli di Dio.

Un tempo tu fosti
altare per gli idoli.
Un mondo di lusso
e facili vizi.

Adesso la Chiesa
qui viene commossa
e implora dal Cielo
aiuto e speranza.

T’onora, Maria,
il fulgido tempio.
È pieno ogni giorno
di anime pie.

Divin sacrificio:
offerta incessante.
La gente riceve
il Pane di Cristo.

Pompei, sei rifugio
del popolo santo.
Riconciliazione c’è qui
e dolce perdono.

Pompei, t’ha scelto
qual trono di grazie
la Madre di Dio.
È festa di gioia.

È grido d’amore.
È canto e preghiera
che sgorga dal cuore.
S’invoca Maria.

O Madre divina,
qui cantano gli angeli
intorno all’altare
dov’è la tua immagine.

Qui sono venuti
i santi a pregare.
Tu serbi la rosa
del buon Padre Pio.

Sostieni, Maria,
chi zela l’onore
del tuo santuario
e i cari tuoi orfani.

Ascolta, Maria,
la supplica ardente,
che il mondo cristiano
fidente ti eleva.

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Ricorrenza ventennale/ Il 16 ottobre 2002 san Giovanni Paolo II firmò la “Rosarium Virginis Mariae”

Posté par atempodiblog le 16 octobre 2022

Ricorrenza ventennale/ Il 16 ottobre 2002 san Giovanni Paolo II firmò la “Rosarium Virginis Mariae”

Ricorrenza ventennale/ Il 16 ottobre 2002 san Giovanni Paolo II firmò la “Rosarium Virginis Mariae” dans Apparizioni mariane e santuari Una-prima-e-ultima-pagina-storiche-de-L-Osservatore-Romano-del-17-ottobre-2002

Una prima pagina storica de « L’Osservatore Romano » del 17 ottobre 2002. Il giorno precedente, il 16 ottobre, San Giovanni Paolo II aveva firmato la “Rosarium Virginis Mariae”, la Lettera apostolica sul Rosario, dando inizio all’Anno dedicato alla preghiera mariana, radice stessa del nostro Santuario. Proprio oggi sono passati vent’anni da quel giorno.

L’ultima pagina de « L’Osservatore Romano » del 17 ottobre 2002. Il 16 ottobre, San Giovanni Paolo II, che quel giorno firmò la “Rosarium Virginis Mariae”, la Lettera apostolica sul Rosario, annunciò che sarebbe stato pellegrino a Pompei per la seconda volta. Papa Wojtyla visiterà il Santuario il 7 ottobre 2003.

Tratto da: Pontificio Santuario di Pompei

Divisore dans San Francesco di Sales

Elezione-Papa-Giovanni-Paolo-II dans Articoli di Giornali e News

La prima pagina de L’Osservatore Romano del 16 ottobre 1978: Elezione di Giovanni Paolo II.

Divisore dans San Francesco di Sales

Freccia dans Viaggi & Vacanze Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae di San Giovanni Paolo II

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Giubileo. Pompei celebra i 150 anni dell’arrivo di Bartolo Longo, apostolo del Rosario

Posté par atempodiblog le 30 septembre 2022

Giubileo. Pompei celebra i 150 anni dell’arrivo di Bartolo Longo, apostolo del Rosario
Il beato trasformò la valle che oggi ospita il santuario mariano. L’arcivescovo prelato Caputo: quanto mai attuale, svolse anche un importante ruolo sociale e civile
di Loreta Somma  – Avvenire

Giubileo. Pompei celebra i 150 anni dell'arrivo di Bartolo Longo, apostolo del Rosario dans Apparizioni mariane e santuari Santuario-Pompei

Ricordare il 150° anniversario dell’arrivo di Bartolo Longo a Pompei non perché sia una commemorazione, pur solenne, ma perché diventi occasione di un rinnovato impegno alla sua sequela. È questo il senso delle iniziative pensate per celebrare l’evento che cambiò per sempre la Valle di Pompei, che nel 1872, quando il giovane avvocato pugliese vi giunse per amministrare le proprietà della contessa Marianna Farnararo vedova De Fusco, era paludosa, abitata da pochi contadini e soggetta alle scorrerie dei briganti.

Mentre si aggirava per quelle campagne, si ritrovò in una località particolarmente inospitale, tanto da meritare il nome di Arpaia (da Arpie). Il pensiero del suo recente passato di perdizione non lo abbandonava e il Longo continuava a chiedersi come avrebbe fatto a salvarsi.

Mentre rimuginava questi pensieri, sentì una voce dentro di sé, una sorta di “illuminazione interiore”: «Se cerchi salvezza, propaga il Rosario. È promessa di Maria. Chi propaga il Rosario è salvo!». Queste parole gli si scolpirono dentro e si propose di non lasciare quella Valle senza aver propagato il Rosario.

Fu così che cominciò con il catechizzare i contadini, poi, con l’appoggio del vescovo di Nola, sotto la cui giurisdizione ricadeva allora la Valle di Pompei, costruì il Santuario dedicato alla Madonna del Rosario, le opere di carità che ancora oggi accolgono centinaia di bambini, ragazzi, madri e donne in difficoltà, anziani, diversamente abili, poveri, ex tossicodipendenti e migranti e la città della Nuova Pompei, diventata comune autonomo per il suo instancabile impegno.

Fu grazie a lui che ci furono l’ufficio postale e telegrafico, la stazione ferroviaria, la fontana pubblica, le case per gli operai. Come ha affermato, l’arcivescovo di Pompei, Tommaso Caputo, nella conferenza stampa di presentazione del Cammino giubilare longhiano: «Longo fu sì uomo della Madonna e apostolo del Rosario, ma ebbe anche un indiscutibile ruolo sociale e civile. Bartolo Longo parlava ai contemporanei e continua a parlare all’uomo del nostro tempo».

Per rimarcare anche quest’aspetto, in occasione dell’Anno giubilare il prelato ha rivolto una lettera alla città e ai fedeli che, fin dal titolo “Dall’illuminazione interiore di Bartolo Longo uno slancio per Pompei e un modello per il mondo”, esprime l’idea che celebrare un fatto storico non sia una scelta fine a se stessa.

«Abbiamo bisogno – ha aggiunto monsignor Caputo – di guardare all’esempio del beato, qui ed ora, in un tempo di difficoltà gravi: dalla guerra in Ucraina alla complessa uscita dalla crisi sanitaria, dalla povertà in continuo aumento, anche nel nostro Paese, alla crescente conflittualità che corrode la società». Le parole e l’esempio del fondatore di Pompei possono essere di guida e di sprone ai nostri contemporanei e per questo un’equipe di studiosi sta lavorando con passione e impegno all’Edizione Critica degli scritti di Bartolo Longo, della quale tra breve sarà pubblicato il volume introduttivo. Il presule ha anche annunciato la concessione dell’indulgenza plenaria, dall’ottobre 2022 fino alla fine di ottobre 2023, alle solite condizioni.

Il mese di ottobre, dedicato proprio al Santo Rosario, inizia a Pompei nella gioia di questo Giubileo. Dal 1° ottobre, tutti i giorni feriali, alle 6.30, con diretta su Tv2000, ci sarà il “Buongiorno a Maria ». Domenica 2 ottobre, sarà il cardinale coreano Lazzaro You Heung-sik a presiedere la recita solenne della Supplica alla Vergine del Rosario e della Messa che la precede (diretta su Tv2000 e Canale 21, a partire dalle 10.30). Mercoledì 5 ricorrerà la festa liturgica del beato Bartolo Longo. Il 19 ottobre, incontro per ricordare il XX anniversario della Lettera Apostolica “Rosarium Virginis Mariae”, con l’arcivescovo Domenico Sorrentino e la presidente del Movimento dei Focolari, Margaret Karram.

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Invoca Maria!

Posté par atempodiblog le 5 octobre 2021

Invoca Maria! dans Beato Bartolo Longo Beato-Bartolo-Longo

“Invoca Maria! Il suo nome non si levi mai dal tuo labbro, non mai si parta dal tuo cuore. Seguendo Maria non ti perderai. Se pensi a Maria, non fallirai. Se ti tieni stretto a Maria, non cadrai. Se Maria ti protegge non potrai temere. Se Maria ti guida non ti stancherai. Se Maria ti soccorre certamente arriverai al cielo”.
Beato Bartolo Longo

Oggi è la festa del Beato Bartolo Longo, che lasciò questa terra il 5 ottobre 1926.

Fonte: Pontificio Santuario di Pompei

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Ottobre in Santuario: gli appuntamenti del mese mariano a Pompei

Posté par atempodiblog le 1 octobre 2021

Ottobre in Santuario: gli appuntamenti del mese mariano a Pompei
di Redazione Made in Pompei

Ottobre in Santuario: gli appuntamenti del mese mariano a Pompei dans Apparizioni mariane e santuari Ottobre-in-Santuario-gli-appuntamenti-del-mese-mariano-a-Pompei

Anche quest’anno, il Santuario della Madonna del Rosario si prepara ad accogliere migliaia di fedeli per il mese di ottobre, tradizionalmente dedicato al santo Rosario e alla devozione alla Vergine Maria.

Dal 1° giorno del mese torna il “Buongiorno a Maria”, la preghiera con cui i fedeli chiedono la protezione e l’intercessione della Madonna del Rosario di Pompei. A guidarne la recita, il 1° e il 31 ottobre 2021, sarà l’arcivescovo di Pompei, Tommaso Caputo.

L’appuntamento è dal lunedì al sabato alle ore 6.30, in Basilica, fino ad esaurimento posti. Il sabato, la partecipazione al “Buongiorno a Maria” va prenotata per tempo all’Ufficio Rettorato, chiamando i numeri 0818507000 o 0818577379. Per recitare al meglio la preghiera, il Santuario ha realizzato un nuovo sussidio, disponibile nella propria libreria o tramite prenotazione telefonica ai numeri 0818577495 e 0818577321.

Sempre il 1° ottobre 2021, antivigilia della Supplica, si svolgerà, alle ore 18, la tradizionale Discesa del Quadro con la recita del santo Rosario e la benedizione delle corone. Alle 19, la santa Messa presieduta dall’Arcivescovo Caputo. Il giorno successivo, vigilia della Supplica, al termine della celebrazione eucaristica delle 19, avrà inizio la veglia in attesa della Supplica, che si concluderà con la messa delle 24, presieduta dal Prelato.

Domenica 3 ottobre 2021 sarà recitata la Supplica. Il rito solenne, che avrà inizio alle 10.40 con la santa Messa, sarà presieduto dall’Arcivescovo di Napoli, mons. Domenico Battaglia. Al termine della celebrazione, alle ore 12 in punto, come da tradizione, sarà proclamata, dunque, la preghiera nata dal cuore del Beato Bartolo Longo nel 1883.

Seguiranno l’evento, in diretta televisiva, l’emittente campana Canale 21, da sempre presente agli appuntamenti più importanti del Santuario di Pompei, e l’emittente della Cei, Tv2000 (28 DTT, 157 sky, 18 tivùsat).

Martedì 5 ottobre 2021 ricorre la Festa del Beato Bartolo Longo. Alle ore 10, sarà celebrata la santa Messa con le scuole, presieduta da mons. Gioacchino Cozzolino, responsabile della Pastorale Scolastica. Poi, alle 11.30, sarà offerto il tradizionale omaggio floreale al monumento del Beato in piazza Bartolo Longo, alla presenza dell’arcivescovo Caputo che in serata, alle ore 20, sul sagrato della Basilica, presiederà la celebrazione eucaristica che chiuderà i festeggiamenti.

Giovedì 7 ottobre 2021, ancora, Pompei sarà la quinta tappa del “pellegrinaggio spirituale” promosso da Radio Maria. Dopo Nazareth, Fatima, Medjugorje e il Monte Carmelo, l’iniziativa approderà nella città mariana, proprio nel giorno della festa della Madonna del Rosario.

Seguiranno, poi, le tappe di Kibeho e Guadalupe. In comunione con i fedeli di tutto il mondo, guidati dall’arcivescovo Caputo e uniti in preghiera attraverso le frequenze di Radio Maria, alle ore 16 i devoti della Madonna reciteranno il santo Rosario dal Santuario di Pompei, seguito, alle 17, dalla santa Messa presieduta dal Rettore, mons. Pasquale Mocerino.

Confermata anche la presenza dell’emittente Cei, Tv2000, che trasmetterà in diretta dal Santuario, per l’intero mese di ottobre, il “Buongiorno a Maria” delle 6.30, e ben tre appuntamenti quotidiani con la santa Messa, alle ore 7, alle 8.30 e alle 19.

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Tv2000: a maggio, mese dedicato a Maria, celebrazioni e preghiere in diretta dal santuario di Pompei

Posté par atempodiblog le 1 mai 2021

Tv2000: a maggio, mese dedicato a Maria, celebrazioni e preghiere in diretta dal santuario di Pompei
Dal 1° maggio vari appuntamenti di preghiera su Tv2000, dal Santuario della Beata Vergine Maria del Santo Rosario di Pompei.
de La Redazione di Toscana Oggi

Tv2000: a maggio, mese dedicato a Maria, celebrazioni e preghiere in diretta dal santuario di Pompei dans Articoli di Giornali e News Beata-Vergine-del-Santo-Rosario-di-Pompei-Napoli

Nel mese di maggio, che la Chiesa dedica alla Madonna, Tv2000 manderà in onda diversi appuntamenti quotidiani dal santuario della Beata Vergine Maria del Santo Rosario di Pompei. A partire da sabato 1° maggio, saranno trasmesse in diretta, dal lunedì al sabato alle 6.30 il ‘Buongiorno a Maria’, e alle 7, 8.30 e 19 la santa messa. Una programmazione speciale è prevista per sabato 8 maggio, giorno della festa della Madonna del Rosario di Pompei. In diretta dal santuario verrà trasmessa alle 10.40 la santa messa presieduta dal card. Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei santi. A seguire, alle 12, la recita della Supplica alla Madonna composta dal Beato Bartolo Longo.

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Antonia Salzano: «Il miracolo di Carlo Acutis, mio figlio, morto 15enne di leucemia: un santo per il web»

Posté par atempodiblog le 8 septembre 2020

Antonia Salzano: «Il miracolo di Carlo Acutis, mio figlio, morto 15enne di leucemia: un santo per il web»
La madre: «Morì in 72 ore. Mi disse: ti darò molti segni e sarai di nuovo mamma»
di Stefano Lorenzetto – Corriere della Sera

Antonia Salzano: «Il miracolo di Carlo Acutis, mio figlio, morto 15enne di leucemia: un santo per il web» dans Articoli di Giornali e News Antonia-Salzano-e-Carlo-Acutis

Intercede. Salva. Guarisce. Converte. Appare. I devoti di quello che già viene chiamato «il patrono di Internet», almeno 1 milione nei cinque continenti, vedono la sua presenza ovunque. L’ultimo segno, il 15 agosto. Scrivono i fan su Facebook: «Questa notte, nella solennità della Santissima Vergine Maria Assunta, Carlo è venuto a prendersi la sua cagnolina Briciola di quasi 17 anni. Ora corre e gioca anche lei nei meravigliosi giardini del Paradiso assieme agli altri animali di Carlo che l’hanno preceduta», i cani Poldo, Stellina e Chiara, i gatti Bambi e Cleopatra. Non le pare eccessivo che associno l’Assunzione alla morte di una bestiola? Sorride indulgente Antonia Salzano, mamma di Carlo Acutis, stroncato a 15 anni da una leucemia fulminante nel breve volgere di 72 ore. «Prima che ci lasciasse, gli dissi: se in cielo troverai i nostri amici a quattro zampe, compari con Billy, il cane della mia infanzia. Lui non lo conosceva. Un giorno zia Gioia, ignara del nostro accordo, mi telefonò: “Stanotte in sogno ho visto Carlo. Teneva fra le braccia Billy”».

Ma sono ben altri i segni per cui lo studente milanese, già venerabile dal 2018, verrà proclamato beato dalla Chiesa il 10 ottobre ad Assisi, ultima tappa prima di diventare santo. Quando il 23 gennaio 2019 si eseguì la ricognizione canonica sulle spoglie mortali del giovanissimo servo di Dio, la sua salma fu trovata intatta. «Io stavo lì, mio marito non volle vedere. Era ancora il nostro ragazzone, alto 1,82, solo la pelle un po’ più scura, con tutti i suoi capelli neri e ricci. E lo stesso peso, quello che si era predetto da solo».

Che intende dire?
«Pochi giorni dopo il funerale, all’alba fui svegliata da una voce: “Testamento”. Frugai in camera sua, pensavo di trovarvi uno scritto. Nulla. Accesi il pc, lo strumento che preferiva. Sul desktop c’era un filmato brevissimo che si era girato da solo ad Assisi tre mesi prima: “Quando peserò 70 chili, sono destinato a morire”. E guardava spensierato il cielo».

La vita di Carlo durò solo 5.641 giorni.
«In realtà 5.640. Entrò in coma alle 14 dell’11 ottobre 2006, con il sorriso sulle labbra. Credevamo che si fosse addormentato. Alle 17 fu dichiarata la morte cerebrale, la mattina del 12 quella legale. Avremmo voluto donare i suoi organi, ma non fu possibile, ci dissero che erano compromessi dalla malattia. Un bel paradosso, perché il cuore, perfetto, ora sarà esposto in un ostensorio nella basilica papale di San Francesco ad Assisi».

Quand’è stato prelevato?
«Durante la ricognizione del 2019. Con atto notarile abbiamo voluto donare il corpo al vescovo di Assisi. Era giusto che appartenesse alla Chiesa universale».

In che modo Carlo scoprì la fede?
«Non certo per merito di noi genitori, lo scriva pure. In vita mia ero stata in chiesa solo tre volte: prima comunione, cresima, matrimonio. E quando conobbi il mio futuro marito, mentre studiava economia politica a Ginevra, non è che la domenica andasse a messa».

Allora come spiega questa religiosità?
«Un ruolo lo ebbe Beata, la bambinaia polacca, devota a papa Wojtyla. Ma c’era in lui una predisposizione naturale al sacro. A 3 anni e mezzo mi chiedeva di entrare nelle chiese per salutare Gesù. Nei parchi di Milano raccoglieva fiori da portare alla Madonna. Volle accostarsi all’eucaristia a 7 anni, anziché a 10».

E voi come reagiste?
«Lo lasciammo libero. Ci pareva una cosa bella, perciò chiedemmo una deroga. Per me fu una “Dio-incidenza”. Carlo mi salvò. Ero un’analfabeta della fede. Mi riavvicinai grazie a padre Ilio Carrai, il padre Pio di Bologna, altrimenti mi sarei sentita screditata nella mia autorità genitoriale. È un percorso che dura tuttora. Spero almeno di finire in purgatorio».

Carlo fu precoce solo nella preghiera?
«In tutto. Era un mostro di bravura. A 6 anni già padroneggiava il computer, girava per casa con il camice bianco e il badge “Scienziato informatico”. A 9 scriveva programmi elettronici grazie ai testi acquistati nella libreria del Politecnico».

Carlo-Acutis dans Carlo Acutis

Non era troppo piccolo per usare il pc?
«I promotori della causa di beatificazione hanno analizzato in profondità la memoria del suo computer con le tecniche dell’indagine forense, senza riscontrare la minima traccia di attività sconvenienti. Sognava di adoperare il pc e il web per diffondere il Vangelo. Papa Francesco nellaChristus vivit cita Carlo come esempio per i giovani. “Sapeva molto bene”, spiega, “che questi meccanismi della comunicazione, della pubblicità e delle reti sociali possono essere utilizzati per farci diventare soggetti addormentati”, ma lui ha saputo uscirne “per comunicare valori e bellezza”. Il suo sguardo spaziava ben oltre Internet».

Fino a dove?
«Alle mense dei poveri, quelle delle suore di Madre Teresa di Calcutta a Baggio e dei cappuccini in viale Piave, dove prestava servizio come volontario. La sera partiva da casa con recipienti pieni di cibo e bevande calde. Li portava ai clochard sotto l’Arco della Pace, per i quali con i risparmi delle sue mance comprava anche i sacchi a pelo. Lo accompagnava il nostro cameriere Rajesh Mohur, un bramino della casta sacerdotale indù, che si convertì al cattolicesimo vedendo come Carlo aiutava i diseredati».

Avrebbe mai detto che un giorno sarebbe salito all’onore degli altari?
«Ero certa che fosse santo già in vita. Fece guarire una signora da un tumore, supplicando la Madonna di Pompei».

Il miracolo riconosciuto dalla Chiesa?
«No, solo uno dei tanti che nemmeno sono entrati nel processo di canonizzazione. Quello che lo farà proclamare beato accadde in Brasile nel settimo anniversario della morte, il 12 ottobre 2013, a Campo Grande. Matheus, 6 anni, era nato con il pancreas biforcuto e non riusciva a digerire alimenti solidi. Padre Marcelo Tenório invitò i parrocchiani a una novena e appoggiò un pezzo di una maglia di Carlo sul piccolo paziente, che l’indomani cominciò a mangiare. La Tac dimostrò che il suo pancreas era divenuto identico a quello degli individui sani, senza che i chirurghi lo avessero operato. Una guarigione istantanea, completa, duratura e inspiegabile alla luce delle attuali conoscenze mediche».

Suo figlio come si ammalò?
«Sembrava una banale influenza. Dopo alcuni giorni comparvero forte astenia e sangue nelle urine. Lui se ne uscì con una delle sue frasi: “Offro queste sofferenze per il Papa, per la Chiesa e per andare dritto in paradiso senza passare dal purgatorio”, ma in famiglia non vi demmo troppo peso. Chiamai il professor Vittorio Carnelli, che era stato il suo pediatra. Ci consigliò l’immediato ricovero nella clinica De Marchi. E lì avemmo la diagnosi infausta: leucemia mieloide acuta M3. Carlo ne fu informato dagli ematologi. Reagì con dolcezza e commentò: “Il Signore mi ha dato una bella sveglia”. Fu trasferito all’ospedale San Gerardo di Monza. Appena giuntovi, scosse la testa: “Da qui non esco vivo”».

Lei invocò un miracolo per suo figlio?
«Sì, da Gesù, dalla Madonna e dal venerabile fra Cecilio Maria, al secolo Pietro Cortinovis, il cappuccino fondatore dell’Opera San Francesco per i poveri di Milano. Ma i piani di Dio erano altri».

Quali?
«Quelli che avevo proposto a Carlo prima che spirasse: chiedi al Signore di manifestarci un segno della sua presenza».

E suo figlio che cosa le rispose?
«“Non preoccuparti, mamma. Ti darò molti segni”. Nove giorni dopo la sua morte, a Tixtla, in Messico, un’ostia si arrossò di sangue. Una commissione composta anche da scienziati non credenti accertò che era del gruppo AB, lo stesso presente nella Sindone e nel miracolo di Lanciano, e che si trattava di cellule del cuore. A distanza di quattro anni, negli strati sottostanti alla coagulazione restava ancora presente del sangue fresco».

Suo figlio aveva allestito «Segni», una mostra sui miracoli eucaristici.
«Sì, sta girando tutti i santuari del mondo. Negli Stati Uniti l’hanno ospitata 10.000 parrocchie. Sono eventi soprannaturali come quello accaduto il 12 ottobre 2008, nel secondo anniversario della sua morte, a Sokólka, in Polonia. Un’ostia caduta a terra durante la comunione, e conservata in cassaforte, una settimana dopo divenne un pezzo di carne di origine miocardica, gruppo sanguigno AB».

Ha avuto solo questi, di segni?
«Anche altri. Carlo mi predisse che sarei diventata di nuovo madre, benché stessi per compiere 40 anni. E nel 2010, quando già ne avevo 43, diedi alla luce due gemelli, Michele e Francesca».

Perché fu sepolto ad Assisi?
«Abbiamo una casa in Umbria. Un cartello avvertiva che c’erano in vendita nuovi loculi nel cimitero comunale. Chiesi a Carlo che cosa ne pensasse. “Sarei felicissimo di finire qua”, rispose. Il suo corpo intatto è stato poi traslato nel santuario della Spogliazione, dove ora i fedeli potranno venerarlo per sempre».

Che cosa le manca di più di suo figlio?
«L’allegria. Appena morì, ricordo d’aver pensato: e ora chi mi farà ridere? e chi mi aiuterà con il computer? Mi restano i suoi pensieri, detti e scritti: “Non io, ma Dio!”. “Da qualunque punto di vista la si guardi, la vita è sempre fantastica”. “Tutti nascono originali, ma molti muoiono come fotocopie”».

L’ultimo rende bene l’idea dei social.
«È così, gli uomini d’oggi sono ripiegati su sé stessi. La loro felicità è fatta solo di like. Ma Carlo è l’influencer di Dio».

Non vorrebbe che fosse ancora qui con lei, anziché avere un santo in cielo?
«Ho fatto mia l’invocazione di Giobbe: “Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!”. I figli non ci appartengono, ci sono affidati. Sento Carlo più presente di quando era in vita. Vedo il bene che fa. Mi basta».

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Il Papa prega con i Santuari del mondo per la fine pandemia, un rosario insieme a medici e sopravvissuti al Covid

Posté par atempodiblog le 30 mai 2020

Il Papa prega con i Santuari del mondo per la fine pandemia, un rosario insieme a medici e sopravvissuti al Covid
Il 30 maggio dalla Grotta di Lourdes dei Giardini Vaticani l’evento in mondovisione. Domenica 31 messa di Pentecoste a San Pietro senza fedeli, alle 12 il Pontefice torna ad affacciarsi per il Regina Coeli
di Salvatore Cernuzio – Vatican Insider

Il Papa prega con i Santuari del mondo per la fine pandemia, un rosario insieme a medici e sopravvissuti al Covid dans Apparizioni mariane e santuari Papa-e-santo-Rosario

Un Rosario in mondovisione con i Santuari dei cinque continenti dalla Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani, sabato 30 maggio, alle 17.30, con a fianco medici, infermieri, sopravvissuti al coronavirus e pure un neonato, per chiedere a Dio di porre fine per sempre alla pandemia. È l’ennesimo gesto forte che Papa Francesco compie dall’inizio della diffusione del virus che si è abbattuto come un flagello sulla popolazione mondiale. Dopo la preghiera al Crocifisso dei Miracoli che liberò Roma dalla peste, dopo la storica benedizione Urbi et Orbi in una Piazza San Pietro deserta, il Pontefice torna ad invocare un aiuto divino per salvare l’umanità dal Covid-19 e dalle sue conseguenze che lasciano intravedere scenari nefasti dal punto di vista economico e sociale.

Questa volta Bergoglio non sarà solo nella sua preghiera: in questo spazio tanto amato dai Papi, dove per volontà di Leone XIII fu posta una copia fedele della Madonna che apparve a Massabielle, saliranno con lui in processione una decina di persone in rappresentanza di varie categorie particolarmente toccate dal virus. Un medico e un’infermiera, esempi del personale sanitario che instancabilmente ha lavorato in prima linea durante l’emergenza; una persona sopravvissuta al coronavirus e una che ha perso un familiare, un cappellano ospedaliero, una suora infermiera, un farmacista. Presente anche una giornalista, Vania De Luca, vaticanista di Rainews24, in rappresentanza di tutti gli inviati che non hanno mai smesso di svolgere il proprio servizio nonostante i rischi. Completano il gruppo, infine, un volontario della Protezione civile con la famiglia e una coppia alla quale è nato due mesi fa un figlio in piena pandemia.

Ma ad invocare «l’aiuto e il soccorso della Vergine Maria» insieme al Papa ci saranno anche i fedeli di ogni angolo del globo. Il rosario alla Grotta di Lourdes sarà trasmesso infatti in mondovisione e, compatibilmente ai diversi fusi orari, avverrà in collegamento con i più importanti santuari d’Europa e del mondo. Luoghi solitamente affollati da migliaia o anche milioni di persone, ma che durante i mesi di lockdown hanno dovuto interrompere le normali attività e i pellegrinaggi. Anzitutto Lourdes che ha riaperto le sue porte lo scorso 16 maggio dopo circa due mesi di chiusura, poi Fatima, San Giovanni Rotondo, Pompei, Czestochowa; negli Usa, il Santuario dell’Immacolate Conception a Washington; in Nigeria, il santuario di Elele e in Costa d’Avorio, Notre Dame de la Paix; in America Latina, il noto santuario mariano di Nostra Signora di Guadalupe, in Messico, e quello dedicato alla Vergine di Lujan, in Argentina. 

Per la celebrazione, promossa dal Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova Evangelizzazione guidato da monsignor Rino Fisichella, si prevede un boom di ascolti pari a quello registrato per la preghiera solitaria a San Pietro del 27 marzo. Solo in Italia, aveva raccolto 17,4 milioni di spettatori.

«L’appuntamento per la fine del mese mariano è un ulteriore segno di vicinanza e consolazione per quanti, in vari modi, sono stati colpiti da coronavirus, nella certezza che la Madre Celeste non disattende le richieste di protezione», spiega una nota diffusa dalla Sala Stampa della Santa Sede. «Ai piedi di Maria il Santo Padre porrà i tanti affanni e dolori dell’umanità, ulteriormente aggravati dalla diffusione del Covid-19».

Quello di sabato sarà il primo di tre appuntamenti “pubblici” del Papa che segnano l’inizio ufficiale della Fase 2 in Vaticano. Domenica 31 maggio, alle 10, Francesco celebrerà la messa di Pentecoste nella cappella del Santissimo Sacramento della Basilica vaticana. Nonostante San Pietro sia stata riaperta al pubblico il 18 maggio, giorno in cui in tutte le chiese d’Italia sono state riavviate le messe «cum popolo», per la celebrazione del Pontefice non è prevista la presenza dei fedeli.  

I quali, invece, dopo 78 giorni di lockdown, potranno accedere in piazza San Pietro per la preghiera del Regina Caeli, che il Papa reciterà alle 12 dalla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico e non in diretta streaming dalla Biblioteca, come avvenuto finora. Il numero delle persone – per ora si tratta solo fedeli di Roma e dintorni – sarà contingentato per evitare assembramenti. Nella Piazza del Bernini si entrerà con guanti e mascherina e dopo i dovuti controlli con il termoscanner. «Le forze dell’ordine – sottolinea una nota vaticana – garantiranno l’accesso in sicurezza alla Piazza e avranno cura che i fedeli presenti possano rispettare la necessaria distanza interpersonale». 

Al momento non si hanno notizie sulla ripresa di un altro importante appuntamento pubblico del Papa, l’udienza generale del mercoledì. Ieri mattina è stata trasmessa in streaming dalla Biblioteca apostolica; difficile allo stato attuale, mentre si teme il rischio di una nuova escalation di contagi, che possa tornare a svolgersi sul sagrato di San Pietro o in Aula Paolo VI dove il Pontefice compie il tradizionale giro tra i fedeli.

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Papa Francesco e la preghiera del Rosario insieme ai Santuari del Mondo

Posté par atempodiblog le 27 mai 2020

Papa Francesco e la preghiera del Rosario insieme ai Santuari del Mondo
In diretta mondiovisione sabato 30 maggio alle 17.30 dalla Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani si eleverà, ad una voce con il Pontefice, la preghiera alla Vergine per chiedere aiuto e soccorso nella pandemia. Invitati a partecipare tutti i Santuari del mondo
Gabriella Ceraso – Vatican News

Papa Francesco e la preghiera del Rosario insieme ai Santuari del Mondo dans Apparizioni mariane e santuari Papa-Francesco-in-preghiera

“Assidui e concordi nella preghiera, insieme con Maria (cfr. At 1,14)”. Su questo tema Papa Francesco presiederà la recita del Rosario sabato prossimo 30 maggio, unendosi ai Santuari del mondo che a causa dell’emergenza sanitaria hanno dovuto interrompere le loro normali attività e i loro pellegrinaggi.

In diretta e in mondovisione dalla Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani, alle ore 17:30, il Papa sarà dunque ancora una volta vicino all’umanità in preghiera, per chiedere alla Vergine aiuto e soccorso nella pandemia.
L’iniziativa promossa dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, vedrà il coinvolgimento di famiglie e di uomini e donne rappresentanti dei settori più coinvolti e particolarmente toccati dalla pandemia, ai quali saranno affidate le decine del Rosario. Dunque, medici e infermieri, pazienti guariti e pazienti che hanno subito lutti, un cappellano ospedaliero e una suora infermiera, una farmacista e una giornalista, e infine un volontario della Protezione civile con i suoi familiari e anche una famiglia che ha visto nascere un bambino proprio nei momenti più difficili, per esprimere la speranza che non deve mai venire meno.

Ai piedi di Maria al termine del mese a Lei dedicato e certi che la Madre celeste non farà mancare il suo soccorso, comunica il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuona Evangelizzazione, Francesco porrà dunque gli affanni e i dolori dell’umanità.
In collegamento ci saranno i Santuari più grandi dai cinque continenti tra cui Lourdes, Fatima, Lujan, Milagro, Guadalupe, San Giovanni Rotondo e Pompei. In una lettera, monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione si è rivolto direttamente ai rettori dei Santuari per invitarli a organizzare e promuovere questo speciale momento di preghiera compatibilmente con le attuali regole sanitarie vigenti e con il fuso orario del luogo.

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Esorcista. Padre Cavallo, 100 anni, in missione contro Satana

Posté par atempodiblog le 15 décembre 2019

Esorcista. Padre Cavallo, 100 anni, in missione contro Satana
Compie un secolo di vita il saveriano padre Cavallo, che da quattro decenni è esorcista: «Sono stato in Usa e in Africa. Poi mi richiamarono in Italia per questo incarico»
di Donatella Coalova – Avvenire

Esorcista. Padre Cavallo, 100 anni, in missione contro Satana dans Articoli di Giornali e News Padre-Cavallo
Il sacerdote è nato il 16 novembre 1919, ma venne registrato all’anagrafe di Bari il 2 gennaio 1920 Fu l’allora vescovo di Pescia, Bianchi ha chiedergli di svolgere questo ministero. «Ho avuto anche la fortuna di conoscere san Padre Pio,  il beato Giustino Russolillo e la venerabile madre Gemma Eufemia Giannini»

Alto, magro, ascetico: è l’esorcista più anziano d’Italia. Padre Francesco Cavallo, della comunità dei Missionari Saveriani di Salerno, ha da poco compiuto cent’anni, festeggiato dai superiori, dai confratelli, dall’arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, Andrea Bellandi, e da una folla di fedeli. Padre Cavallo nasce infatti il 16 novembre 1919, anche se la sua nascita venne registrata successivamente, il 2 gennaio 1920, a Bari. Nonostante l’età avanzata, continua a svolgere con amore il suo ministero di confessore ed esorcista, consigliando quanti si rivolgono a lui. «Sono grata a padre Cavallo – dice una sua figlia spirituale, Adele Perrotti – perché mi ha insegnato l’amore per i poveri, la centralità dell’Adorazione eucaristica e l’urgenza di pregare per i lontani». Autore di alcuni libri di spiritualità, padre Cavallo colpisce per la saggezza e l’ottima memoria. Racconta con precisione la sua lunga vita, arricchendo il racconto anche con qualche citazione latina.

Padre Cavallo, come nacque la sua vocazione?
Avevo diciotto anni, tutti i giorni partecipavo alla Messa delle sette. Una mattina, dopo la Comunione, pensai: «Gesù, ti sei dato a me. Quanto amore! Io cosa posso fare per te?». In quel momento decisi di diventare missionario. I miei genitori non si sarebbero opposti alla vocazione sa- cerdotale, ma erano contrari a quella missionaria, perché allora significava andare lontano dalla famiglia, morire in terra straniera. Ma io sentivo che la volontà di Dio per me era questa e tenni duro con una forza improvvisa, che non era mia. Nell’agosto 1940 partii per San Pietro in Vincoli, frazione del comune di Ravenna, dove c’era il noviziato dei padri saveriani. Un anno dopo, pronunciai con gioia i tre voti insieme al voto di andare in missione. A Parma feci gli studi di teologia e filosofia e il 17 agosto 1947 fui ordinato sacerdote.

Dove venne mandato?
Venni inviato negli Stati Uniti d’America dove doveva essere aperta una comunità di saveriani per accogliere le vocazioni dei giovani americani. Rimasi per tredici anni nella diocesi di Boston. Successivamente la mia destinazione fu l’Africa, in Sierra Leone. Venni poi richiamato in Italia, poiché mi era stato affidato il compito di maestro dei novizi. In questo periodo seguii la formazione di circa trecento giovani.

È nota la sua attività di esorcista…
Venni nominato esorcista nel 1979 da monsignor Giovanni Bianchi, vescovo di Pescia, in Toscana. L’ incarico mi venne poi confermato da altri vescovi. Ho fatto l’esorcista in Toscana, poi nel Santuario di Montevergine e in quello di Pompei. Anche ora continuo a ricevere chi ha bisogno di aiuto. Grazie alla bontà di Dio ho un certo bagaglio di esperienza. Interrogo le persone per capire se le loro sofferenze sono dovute a cause naturali, a delle malattie o se si tratta di fenomeni causati da satana. Ringrazio il Signore che mi ha conservato la lucidità mentale, così posso fare esorcismi, confessare, consigliare.

Lei ha conosciuto dei santi…
Il Signore nella sua immensa tenerezza mi ha fatto incontrare san Pio da Pietrelcina, il beato Giustino Russolillo, la venerabile madre Gemma Eufemia Giannini.

Cosa insegnano i santi?
Ci testimoniano che quod aeternum non est, nihil est. I beni di questo mondo sono transitori. Perché attaccarsi alle ricchezze, ai posti di prestigio, di comando? Sono temporanei. Ciò che davvero conta è solo fare la volontà di Dio. Siamone certi: Dio è amore, tutto quello che vuole o permette è per amore.

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Duemila fedeli all’alba per il pregare la Vergine del Santo Rosario di Pompei

Posté par atempodiblog le 1 octobre 2019

Duemila fedeli all’alba per il pregare la Vergine del Santo Rosario di Pompei
Fonte: Il Mattino

Duemila fedeli all'alba per il pregare la Vergine del Santo Rosario di Pompei dans Articoli di Giornali e News Madonna-di-Pompei

Santuario gremito di fedeli per il «Buongiorno a Maria» del mese di ottobre. Dalle prime luci dell’alba, questa mattina, più di duemila devoti della Vergine del Santo Rosario, hanno affollato la basilica per elevare, tutti insieme, la preghiera alla Madonna di Pompei mentre il Quadro venerato è stato svelato dalla protezione che lo protegge nelle ore notturne.

Quest’anno la riflessione è dedicata al tema «Il Rosario scuola di preghiera e di missione». I fedeli di Pompei si uniscino, così, all’iniziativa pastorale che Papa Francesco, accogliendo l’invito della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, desidera estendere a tutta la Chiesa: celebrare un mese missionario straordinario proprio in questo mese di ottobre. Un evento straordinario da celebrare a cento anni dalla pubblicazione della Lettera apostolica «Maximum Illud» di Papa Benedetto XV (30 novembre 1919).

Alle ore 6.30 di ogni giorno, esclusa la domenica e fino al 31 ottobre, saranno accolti in Santuario migliaia di fedeli. Alcuni percorrono centinaia di chilometri, altri arrivano in bicicletta o a piedi, altri ancora affronteranno il viaggio, malgrado la stanchezza della malattia o dell’età avanzata tutti per dare il loro «Buongiorno a Maria», per la cui recita il Santuario ha realizzato un nuovo opuscolo. La preghiera s’unisce alla lettura quotidiana del Vangelo e alla meditazione tratta dagli insegnamenti di Papa Francesco, di Papa Benedetto XVI, di San Giovanni Paolo II, ma anche di vescovi e religiosi.

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22/10/2017 – NOTIFICAZIONE DEL VESCOVO DI POZZUOLI

Posté par atempodiblog le 22 octobre 2017

22/10/2017 - NOTIFICAZIONE DEL VESCOVO DI POZZUOLI

22/10/2017 - NOTIFICAZIONE DEL VESCOVO DI POZZUOLI dans Articoli di Giornali e News Credidimus_Caritati

NOTIFICAZIONE
Al clero, ai fedeli e alle associazioni e movimenti laicali della Diocesi

Il compito primario di un Vescovo diocesano è quello di difendere con fermezza l’integrità e l’unità della fede del popolo di Dio affidato alla sua cura pastorale (cf C.J.C can. 386 § 2).

Sono venuto a conoscenza che alcuni esponenti della cosiddetta “Chiesa Cattolica Ecumenica” celebrano azioni liturgiche simili a quelle della Chiesa Cattolica Romana nella cappella Santa Maria delle Grazie, detta Santissimo Nome di Gesù, ex riserva reale degli Astroni in Napoli – Agnano, di proprietà della Regione Campania.

Tali eventi determinano tra i fedeli stupore e disorientamento anche per l’uso di vesti e riti liturgici del tutto simili a quelli della Chiesa Cattolica Romana. Inoltre varie notizie circolate attraverso i mezzi di comunicazione su altri abusi, verificatisi nel territorio diocesano e altrove, hanno indotto a gravi equivoci circa la fede e i sacramenti.

Rendo quindi noto che:

- l’organizzazione denominata “Chiesa Cattolica Ecumenica” non ha alcun legame con la Chiesa Cattolica Romana; altresì, non facendo parte del Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC), né a livello internazionale né a livello locale, fa uso dell’aggettivo “ecumenica” in senso improprio e illegittimo.

- Le ordinazioni diaconali, presbiterali ed episcopali della suddetta Chiesa, sono invalide e illecite e pertanto i sacramenti celebrati da ministri non lecitamente e validamente ordinati non hanno alcun valore e coloro che attentano alla celebrazione degli stessi, incorrono nella scomunica latae sententiae a norma del can. 1378 del Codice di Diritto Canonico.

Pertanto esorto vivamente tutti i fedeli a tenere in debita osservazione tale notifica per il bene spirituale personale e comunitario della nostra Chiesa, ricordando che coloro che dovessero partecipare ad una qualsiasi liturgia tenuta da organizzazioni come la suddetta “Chiesa Cattolica Ecumenica”, si pongono fuori della comunione con la Chiesa Cattolica Romana e con la Fede apostolica.

Esorto inoltre tutti i fedeli ed in particolare i Ministri ordinati, a vigilare e ad informare con chiarezza chiunque si presenti per chiedere motivazioni e delucidazioni e dispongo che la presente notificazione sia letta in tutte chiese parrocchiali e nelle rettorie della Diocesi domenica 22 ottobre p.v.

Auspico che questa doverosa presa di posizione contribuisca a rendere i fedeli informati e consapevoli.

Dato a Pozzuoli, dalla sede vescovile, il giorno ventidue del mese di ottobre dell’anno del Signore duemiladiciassette, XXIX domenica del Tempo Ordinario.

Boll. 2017, n. 75.

il cancelliere vescovile                                                                                          + Gennaro, Vescovo
Mons. Franco Bartolino

N.B.
In allegato il comunicato che in data 3 dicembre 2013 la Conferenza dei Vescovi della Campania ha diramato sempre al riguardo della sedicente “chiesa cattolica ecumenica” invitando i fedeli cattolici a diffidare di quanto promosso e operato da essa:

Conferenza_Episcopale_Campana dans Fede, morale e teologia

Conferenza Episcopale Campana
Comunicato della Conferenza Episcopale Campana

I Vescovi della Regione Campania, durante la riunione del 2 dicembre u. s., hanno appreso con sgomento e dolore la notizia che domenica 8 dicembre prossimo, solennità dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria, nei locali di un Bar in Torre Annunziata (NA), ci sarà una sedicente ordinazione di un presbitero e pastore (vescovo) della cosiddetta Chiesa Cattolica Apostolica Cristiana Ecumenica.

Noi Vescovi, chiamati dal Signore ad essere Pastori, Padri e custodi del popolo di Dio, avvertiamo tutti i fedeli cristiani cattolici che la Chiesa Cattolica Cristiana Ecumenica non è una vera Chiesa e sedicenti sacerdoti e vescovi non sono da ritenersi tali.

Le ordinazioni da loro conferite sono invalide e illecite.

I Vescovi sono nominati dal Papa e la consacrazione episcopale può essere conferita solamente su suo mandato almeno da tre Vescovi.

Non ci risulta, inoltre, che, in questa ingannevole organizzazione ci sia un sacerdote validamente ordinato; di conseguenza, nessun sacramento è validamente celebrato e conferito.

Dire di proclamare la stessa fede della Chiesa cattolica e attribuirsi ministeri non validamente e lecitamente ricevuti, è da ritenersi un abuso e una ingannevole raggiro nei riguardi dei fedeli, soprattutto più deboli e meno formati.

Pertanto, noi Vostri Pastori, condanniamo questa organizzazione e invitiamo tutti i fedeli:

- a non dare credito alle loro affermazioni;

- a non prendere parte alle loro “celebrazioni” in quanto sono da ritenersi prive di ogni presupposto religioso cristiano cattolico;

- a non chiedere e ricevete i “sacramenti” perché non validi e comunque illeciti.

La Vergine Immacolata ci liberi da questa ingannevole azione e ci ottenga di essere forti nella fede in Cristo Gesù che ci prepariamo, durante questo tempo di Avvento, ad accogliere nella gioia del Natale.

I vostri Vescovi vi assicurano la loro preghiera e vi benedicano.

Dalla Sede della Conferenza Episcopale Campana, in Pompei, 03 dicembre 2013.

I Vescovi della Regione Ecclesiale Campana

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“Porta un fiore a Maria… e lascia sbocciare la verità!”

Posté par atempodiblog le 22 janvier 2016

Veglia mariana dedicata a donne e madri
“Porta un fiore a Maria… e lascia sbocciare la verità!”
Si terrà la sera del 26 gennaio presso la Basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma, e in contemporanea presso altri sette importanti Santuari italiani
della Redazione di Zenit

S M Maggiore

Si terrà presso la Basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma, il 26 gennaio 2016, dalle ore 20.45 alle ore 22.15, la Veglia mariana dedicata alle donne e alle madri “Porta un fiore a Maria… e lascia sbocciare la verità!”, promossa da alcune Associazioni e Movimenti ecclesiali italiani e in collaborazione con la Diocesi di Roma.

La Veglia si terrà in contemporanea presso il Pontificio Santuario della Beata Vergine di Pompei, il Santuario della Santa Casa di Loreto, la Basilica di Sant’Antonio di Padova, il Convento Santuario di San Pio da Pietrelcina, la Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa, la Basilica Santuario Sant’Antonio di Messina, e altre Basiliche e Santuari che stanno aderendo all’iniziativa.

Nei momenti in cui la confusione regna, le coscienze si fanno erronee e si assopiscono, l’unità di un popolo è attentata, i credenti ricorrono con fede alla preghiera. La preghiera è la vita spirituale di un popolo: ci fa coscientizzare quanto accade sotto i nostri occhi e ci spinge a discernere il bene dal male. La preghiera compie sempre miracoli! Le donne e gli uomini della preghiera, nel tempo della crisi dell’umano, sono la più grande riserva di speranza e di difesa della vita, riconosciuta e custodita come dono d’amore. Nella preghiera è il segreto del vero umanesimo, che non esclude Dio dalla storia, che non sfida la creazione, le creature, il Creatore. Chi prega ha il coraggio di rischiare con il cuore puro e sconfigge la paura, l’indifferenza, l’individualismo. Chi prega ha sempre voglia di impegnarsi!

Guardando a Maria, Madre di tutti i credenti, chiediamo al Signore che ridesti nel nostro Paese lo stupore per la bellezza della maternità e della paternità, della dignità della donna e dell’uomo e del loro amore sponsale e generativo in una famiglia.

Gli organizzatori invitato tutti a partecipare, specie donne e madri, alle quali chiedono di “portare un fiore a Maria”: sbocci nei nostri cuori la verità per il bene comune!

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Il Papa affida alla Madonna del Rosario tutte le famiglie del mondo

Posté par atempodiblog le 7 octobre 2015

Il Papa affida alla Madonna del Rosario tutte le famiglie del mondo

All’udienza generale il Papa ha ricordato che oggi la Chiesa celebra la memoria della Beata Vergine Maria del Rosario. A Lei ha affidato le famiglie di tutto il mondo e il Sinodo sulla famiglia. Ha quindi invitato tutti i fedeli a imitare San Giovanni Apostolo: come lui – ha detto – “accogliete Maria nelle vostre case e fatele spazio nella vostra esistenza quotidiana” perché “la sua materna assistenza sia fonte di serenità e di forza”. Poi, così si è rivolto a giovani, malati e sposi:

“Cari giovani, la speranza che abita il cuore di Maria vi infonda coraggio di fronte alle grandi scelte della vita; cari ammalati, la fortezza della Madre ai piedi della croce vi sostenga nei momenti più difficili; cari sposi novelli, la tenerezza materna di Colei che ha accolto nel grembo Gesù accompagni la nuova vita familiare che avete appena iniziato”.

madonna

La preghiera del Rosario risale al secolo XIII e fu promossa in particolare dai Domenicani. Il 7 ottobre 1571, a Lepanto, nello Stretto che separa i Golfi di Patrasso e Corinto, la coalizione formata da Venezia, Spagna e Stato Pontificio ottenne una schiacciante vittoria contro la flotta turca. Questo evento ebbe risonanza in tutto il mondo cristiano e spinse San Pio V ad istituire una festa di ringraziamento che prese il nome di Santa Maria della Vittoria. Estesa nel 1716 alla Chiesa universale e fissata definitivamente al 7 ottobre da San Pio X nel 1913, venne in seguito denominata la festa del Rosario. Tante le raffigurazioni artistiche sulla Vergine del Rosario, in particolare il quadro custodito nella Basilica di Pompei in cui la Madonna viene rappresentata in trono con il Bambino in braccio fra San Domenico e Santa Caterina: la Vergine offre il Rosario alla Santa e Gesù al Santo. Sul significato che ha per i fedeli la preghiera alla Madonna del Rosario, Elvira Ragosta [di Radio Vaticanaha intervistato padre Alberto Valentini, mariologo monfortano:

R. – La preghiera del Rosario è stata detta un po’ la preghiera dei poveri, dei semplici, ma tutte le volte che io uso questa espressione penso ai poveri della Scrittura, agli anawim, che sono coloro che sono intimi del Signore. Soltanto le persone che hanno un’esperienza di fede e che hanno fatto un cammino riescono a pregare con la corona. La preghiera dei poveri, perché? Perché anticamente i dotti, i colti pregavano con i Salmi, 150 Salmi, e invece le persone che non potevano, pregavano con 150 Ave Maria. Non a caso erano lo stesso numero dei Salmi, fino all’aggiunta dei Misteri della Luce da parte di San Giovanni Paolo II.

D. – Come pregare con il Rosario?
R. – Il Rosario è una preghiera di meditazione, anzitutto, ha bisogno di silenzio, di quiete, ha bisogno di distensione. Le Ave Maria che si susseguono, precedute dal Padre Nostro e dal Gloria, sono delle meditazioni sulla storia della salvezza. Le preghiere di cui si compone la corona sono quelle fondamentali: la preghiera del Signore, del Padre Nostro; la prima parte dell’Ave Maria, che è l’annuncio alla Vergine, e la seconda parte, che è l’invocazione della Chiesa; e poi la glorificazione della Trinità. E’ quindi una preghiera densissima, che apparentemente può sembrare semplice, ma concentra i massimi dati della fede riuniti in una preghiera.

D. – La devozione alla Madonna del Rosario ha origini antiche, risale al 13.mo secolo, ma come si è evoluta e rafforzata fino ai nostri giorni?
R. – Le evoluzioni sono state tante nei secoli. Possiamo dire che soprattutto alcuni Papi hanno dato un impulso particolare al Rosario. Il primo è San Pio V, nel ricordo della battaglia di Lepanto e della vittoria dei cristiani, avvenuto proprio il 7 ottobre 1571. E’ stata quindi istituita questa festa in ricordo della protezione che hanno ricevuto dalla Vergine. Poi bisogna ricordare senz’altro Leone XIII, che soprattutto nella Enciclica Octobri mense del 1891 ha insistito sul Rosario. Lui, però, ripetutamente ha parlato della corona. Più vicino a noi c’è Paolo VI, il grande Paolo VI, che nella Marialis Cultus ha dedicato l’ultima sezione proprio al Rosario, dicendo che è una preghiera che deve convincere con la sua bellezza, non si può imporre. Non è necessario, se uno ha difficoltà, che preghi con il Rosario. Dobbiamo, però, essere conquistati – chi riesce – dalla bellezza di questa preghiera, gli altri possono fare anche altre preghiere. E’ però sempre un segno di maturazione cristiana. Poi naturalmente dopo Paolo VI abbiamo il Rosarium Virginis Mariae del 2002 di Giovanni Paolo II, il quale ovviamente era devotissimo. Anche questo Papa sappiamo che va sempre a Santa Maria Maggiore prima di impegni importanti e stamattina ha raccomandato la Chiesa e il Sinodo alla Vergine del Rosario.

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