Quel Rosario che unisce Leone XIII e il beato Longo

Posté par atempodiblog le 11 juin 2025

Quel Rosario che unisce Leone XIII e il beato Longo
di Vito Magno– Avvenire
Tratto da: Radio Maria

Quel Rosario che unisce Leone XIII e il beato Longo dans Apparizioni mariane e santuari Santo-Rosario

Terminato il mese di maggio, l’invito di Leone XIV a recitare ogni giorno il Rosario per la pace resta ed è stato accolto da diverse comunità cristiane.
La Madonna stessa ha raccomandato il Rosario nelle sue apparizioni e così hanno fatto i Papi dell’ultimo secolo. Proprio Leone XIII, di cui nei giorni scorsi si è ricordata l’attenzione verso la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale, è stato anche il Papa che più degli altri ha scritto encicliche sul Rosario; ben undici dal 1883 al 1898, tanto da meritarsi il titolo di “Papa del Rosario”. In realtà, alla sua epoca, maggio era “mariano” a tutti gli effetti, contrassegnato dalla recita del Rosario in famiglia, come sacramento supplementare per i duri impegni della vita. Le prime testimonianze che mettono in rapporto il mese appena trascorso e Maria risalgono al medioevo. A Chartres, in Francia, nel XII secolo, sorgeva una scuola di filosofia all’ombra di un santuario mariano molto rinomato. I filosofi locali riuscirono a convertire un gran numero di feste pagane, che si celebravano a maggio, in feste cristiane.

Nasce in quest’epoca il Rosario, come un insieme di Ave Maria da recitare ispirandosi, quanto al nome, alle ghirlande di rose con cui veniva ornata la statua della Vergine. Fu poi san Domenico di Guzman a propagare in tutta Europa la devozione. Da allora il cammino della fede cristiana è stato sempre costellato di anime anonime, ma non per questo meno grandi, che sono ricorse al rosario per meditare sul Vangelo, ma anche per trasmetterlo. Santa Teresina del Bambin Gesù ha pagine stupende sui Rosari recitati in famiglia, con lei sulle ginocchia del padre. San Pio X attribuiva la sua prima conoscenza del Vangelo ai Rosari e alle spiegazioni dei misteri che, nella stalla, al caldo, nelle lunghe notti invernali, mamma Margherita usava per tenere unita ed educare alla fede la famiglia Sarto.

Anche quest’anno il mese di maggio è stato l’occasione per riscoprire la spiritualità mariana attraverso la devozione popolare fatta soprattutto di pellegrinaggi ai santuari, che, a dire del Collegamento Santuari Italiani, hanno registrato un incremento di pellegrini grazie al Giubileo. Quello di Pompei, tra i più frequentati, conserva le spoglie del beato Bartolo Longo, di cui venerdì verrà annunciata la data di canonizzazione. Per Longo il Rosario era considerato uno strumento di sviluppo spirituale e sociale e come tale lasciò la sua personale testimonianza, con opere di carità rivolte agli orfani e ai figli dei carcerati. Nella Supplica alla Madonna di Pompei, da lui composta e che si è recitata l’8 maggio, il Rosario viene descritto con una metafora poetica, “la dolce catena che ci rannoda a Dio”. Ma in quel fine Ottocento di acceso anticlericalismo, neppure a Bartolo Longo fu facile promuovere la “dolce catena”. Lo si vedeva girare per Napoli con grosse corone e bussare casa per casa per raccogliere fondi per l’erigendo santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, non curante degli insulti e dei torsoli che gli venivano scagliati. Per propagare la devozione alla Madonna mediante il Rosario si inventò più di qualche iniziativa. Nel 1877 iniziò la pubblicazione dei “Quindici sabati”; nel 1883 compose la Supplica e l’anno successivo diede vita al bollettino “Il Rosario e la Nuova Pompei. Era convinto che il Rosario servisse ad affratellare i cristiani appartenenti a culture diverse. In questa convinzione va inquadrata l’attualità del Rosario, forse oggi meno praticato, ma non con minore intensità, del tempo in cui la corona scorreva tra le mani dei componenti di una famiglia insieme ai propri vicini di casa.

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Papa Leone XIV: «Il mondo ha bisogno della luce di Cristo»

Posté par atempodiblog le 8 mai 2025

Papa Leone XIV: «Il mondo ha bisogno della luce di Cristo»
Lo statunitense Robert Francis Prevost è stato eletto papa. «La pace sia con tutti voi, questo è il primo saluto del Cristo risorto», le sue prime parole. È il primo pontefice statunitense
de La Redazione di Tempi

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Lo statunitense Robert Francis Prevost, 70 anni il prossimo 14 settembre, è papa Leone XIV. In soli due giorni e al quarto scrutinio, come già prima di lui Giovanni Paolo I nel 1978 e Benedetto XVI nel 2005, i 133 cardinali riuniti in conclave hanno eletto il 267° successore di Pietro.

Le sue prime parole
Il primo papa statunitense della storia, affacciandosi dalla Loggia delle Benedizioni, ha pronunciato queste parole:

«La pace sia con tutti voi! Fratelli e sorelle carissimi, questo è il primo saluto del Cristo risorto, il buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anch’io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore e raggiungesse le vostre famiglie, tutte le persone, ovunque siano, tutti i popoli, tutta la terra: la pace sia con voi! Questa è la pace del Cristo risorto, una pace disarmata e disarmante, umile e perseverante che proviene da Dio, Dio che ci ama tutti incondizionatamente.

Ancora conserviamo nei nostri orecchi quella voce debole ma sempre coraggiosa di papa Francesco, che benediva Roma. Il Papa benediva Roma, dava la sua benedizione al mondo intero quella mattina del giorno di Pasqua. Consentitemi di dar seguito a quella stessa benedizione: Dio ci vuole bene, Dio vi ama tutti e il male non prevarrà. Siamo tutti nelle mani Dio.

Pertanto, senza paura, uniti mano nella mano con Dio e tra di noi, andiamo avanti. Siamo discepoli di Cristo, Cristo ci precede. Il mondo ha bisogno della Sua luce, l’umanità necessita di Lui come il ponte per essere raggiunta da Dio e dal suo amore. Aiutateci anche voi e aiutiamoci gli uni gli altri a costruire ponti con il dialogo, con l’incontro, unendoci tutti per essere un solo popolo sempre in pace. Grazie a papa Francesco!

Voglio ringraziare anche tutti i confratelli cardinali che hanno scelto me per essere successore di Pietro e camminare insieme a voi come Chiesa unita, cercando sempre la pace, la giustizia, cercando sempre di lavorare come uomini e donne fedeli a Gesù Cristo, senza paura, per proclamare il Vangelo ed essere missionari.

Sono un figlio di sant’Agostino, sono agostiniano, il quale ha detto: con voi sono cristiano e per voi vescovo. In questo senso possiamo tutti camminare insieme verso quella patria che Dio ci ha preparato. Alla Chiesa di Roma un saluto speciale. Dobbiamo cercare insieme come essere una Chiesa missionaria, una Chiesa che costruisce ponti e dialoga, sempre aperta a ricevere – come questa piazza con le braccia aperte – tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità, presenza, dialogo, amore.

(Saluto in spagnolo alle persone provenienti dal Perù).

A tutti voi fratelli e sorelle di Roma, d’Italia, di tutto il mondo: vogliamo essere una Chiesa sinodale, che cammina, che cerca sempre la pace, la carità, di essere vicina specialmente a coloro che soffrono.

Oggi è il giorno della supplica alla Madonna di Pompei: nostra madre Maria vuole sempre camminare con noi, starci vicina, aiutarci con la sua intercessione e il suo amore. Allora vorrei pregare insieme a voi. Preghiamo insieme per questa nuova missione, per tutta la Chiesa, per la pace nel mondo. Chiediamo questa grazia speciale a Maria, nostra madre.

Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell’ora della nostra morte.
Amen.».

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Bartolo Longo, il fondatore del Santuario di Pompei, sarà santo. Decreto definisce venerabile Salvo D’Acquisto

Posté par atempodiblog le 25 février 2025

Bartolo Longo, il fondatore del Santuario di Pompei, sarà santo. Decreto definisce venerabile Salvo D’Acquisto
Brindisino di nascita, studi di Giurisprudenza a Napoli. Poi l’incontro con una nobildonna che sposa. Giovanni Paolo II lo eleva agli altari nel 1980. Papa Francesco avvia il processo di beatificazione di Salvo D’Acquisto
di Elena Scarici – Corriere del Mezzogiorno

Bartolo Longo, il fondatore del Santuario di Pompei, sarà santo. Decreto definisce venerabile Salvo D’Acquisto dans Articoli di Giornali e News Santo-Padre-Francesco-dolce-Cristo-in-terra

Bartolo Longo, il fondatore del Santuario di Pompei, sarà santo. Lo rende noto la Sala Stampa della Santa Sede, riferendo dell’udienza concessa ieri da Papa Francesco al cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, e a monsignor Edgar Peña Parra, sostituto per gli Affari generali, per autorizzare il Dicastero delle Cause dei Santi a promulgare i decreti riguardanti nuovi santi e beati.

Il nome di Bartolo Longo è sinonimo nel mondo della Madonna di Pompei, veneratissima dai napoletani e meta ogni anno di pellegrinaggi da tutti i continenti. Vissuto tra la metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, pugliese di Latiano (Brindisi), quello che diventerà un apostolo del Rosario vive una prima fase della vita con un disagio interiore molto acuto. Durante gli studi di Giurisprudenza a Napoli si avvicina per qualche tempo allo spiritismo per poi ritrovare la fede grazie all’aiuto di alcuni sacerdoti. Si accende in lui il desiderio di promuovere opere di carità e diventato amministratore dei beni della contessa Marianna Farnararo, rimasta vedova con cinque figli piccoli, lavora perché la gente povera che viveva sui terreni della nobildonna nella Valle di Pompei abbia una esistenza più dignitosa. Nel 1875 porta a Pompei una immagine della Madonna e nel 1876 avvia la costruzione del santuario destinato a diventare luogo di culto mondiale, consacrato alla Madonna del Rosario il 7 maggio 1891.

Bartolo Longo sposa la contessa e insieme donano la proprietà del santuario a Leone XIII, che ne lascia ai coniugi l’amministrazione. Per lui è l’inizio di una nuova vita di totale devozione alla Vergine, che esercita anche con un intenso lavoro di scrittura e diffusione di libri, opuscoli e riviste. Muore nel 1926, Giovanni Paolo II lo eleva agli altari nel 1980. Proprio questa enorme diffusione della devozione mariana scaturita dal Santuario di Pompei ha indotto nel 2024 l’arcivescovo prelato e delegato pontificio del Santuario Tommaso Caputo, assieme al vescovo di Acerra Antonio Di Donna, presidente dei presuli campani, a chiedere al Papa la canonizzazione del Beato Bartolo Longo.

Si avvia invece alla beatificazione Salvo D’Acquisto, il vicebrigadiere napoletano dell’Arma dei Carabinieri Reali insignito della Medaglia d’oro al valor militare per essersi sacrificato il 23 settembre 1943 salvando così un gruppo di civili durante un rastrellamento delle truppe naziste nel corso della Seconda guerra mondiale. La storia di Salvo D’Acquisto è un esempio di eccellenza umana prima che prettamente cristiana: nato a Napoli nel 1920, a 18 anni entra nell’Arma dei carabinieri. Tra il ‘40 e il ’42 viene inviato in Libia dove dimostra schiettamente le sue convinzioni sia per la rettitudine morale sia per i gesti con cui la accompagna, il segno della croce in pubblico o la recita del Rosario. Diventato vicebrigadiere viene destinato alla stazione di Torrimpietra.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, il 22 settembre un reparto nazista – ormai nemico in terra italiana – arriva alla Torre di Palidoro, ubicata nel territorio della caserma. Alcuni soldati individuano e forzano incautamente delle cassette contenenti ordigni, provocando un’esplosione che uccide un militare e ne ferisce altri due. Il comandante sospetta di un attentato e fa arrestare Salvo D’Acquisto che, per l’assenza del suo superiore, in quel periodo comanda la stazione dei carabinieri. Il vicebrigadiere spiega a più riprese che si è trattato di un tragico incidente, ma i nazisti decidono per una rappresaglia e rastrellano 22 persone, le costringono a scavare una grande fossa e si apprestano a fucilarle quando Salvo D’Acquisto si autoaccusa come unico responsabile dell’accaduto, offrendosi in cambio della liberazione di tutti gli altri. Il carabiniere 23enne viene fucilato all’istante mentre gli ostaggi riescono ad avere salva la vita. Una decisione, è stato riconosciuto nel decreto che definisce “venerabile” Salvo D’Acquisto, non dettata da «un semplice atto di solidarietà civica e di filantropia laica», bensì inserita «in uno stile di vita consapevolmente e coerentemente cristiano». Le spoglie di Salvo D’Aquisto sono conservate nella basilica di Santa Chiara a Napoli.

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Il Messaggio di Papa Francesco per i 150 anni dell’arrivo del quadro della Vergine del Rosario a Pompei

Posté par atempodiblog le 11 novembre 2024

“Provvidenziale che il giubileo del quadro della Madonna di Pompei coincida con l’imminente Anno Giubilare, incentrato su Gesù nostra speranza”
Il Messaggio di Papa Francesco per i 150 anni dell’arrivo del quadro della Vergine del Rosario a Pompei
Papa Francesco scrive a Monsignor Tommaso Caputo, Arcivescovo Prelato di Pompei per l’importante anniversario
di Antonio Tarallo – ACI Stampa

Il Messaggio di Papa Francesco per i 150 anni dell’arrivo del quadro della Vergine del Rosario a Pompei dans Antonio Tarallo Il-quadro-della-Vergine-di-Pompei

E’ indirizzato a Monsignor Tommaso Caputo, Arcivescovo Prelato di Pompei, il Messaggio di Papa Francesco in occasione del 150° Anniversario [2025dell’arrivo nella città campana, del quadro della Vergine del Rosario.  Sono parole affettuose, calde, e colme di emozione quelle che il Pontefice riserva per questa importante occasione: “Sono lieto di unirmi spiritualmente a quanti celebreranno la significativa ricorrenza e sosteranno in orante raccoglimento presso il tempio mariano pompeiano, per trovare conforto e speranza nel volto dolcissimo della Madre celeste”.

Il Messaggio poi prosegue con il segnare le tappe storiche più importante della famosa effigie mariana. Papa Francesco ricorda, ovviamente, “l’avvocato Bartolo Longo, Fondatore del Santuario” che “aveva ritrovato la fede, smarrita durante gli anni dei suoi studi universitari. Una voce udita nel profondo dell’animo fu come un lampo nella notte, sottraendolo ad un’aspra lotta, e facendo risuonare con nuova forza nel suo cuore un detto legato alla tradizione devota del Rosario: «Se cerchi salvezza, propaga il Rosario». Quel motto, a lui ben noto, assumeva ora nel suo animo, come spesso accade nelle esperienze mistiche, il senso di una promessa e, in qualche modo, di un mandato”.

Da questo episodio, Longo, infatti diverrà “un apostolo del Rosario e, con innumerevoli iniziative e scritti, e soprattutto con i suoi «Quindici Sabati», fu uno dei più grandi interpreti di questa devozione mariana”. Fa riferimento poi ai suoi predecessori come Papa Leone XIII e  Giovanni Paolo II.

Per Papa Francesco diviene “provvidenziale che il giubileo del quadro della Madonna di Pompei coincida con l’imminente Anno Giubilare, incentrato su Gesù nostra speranza, e con il XVII centenario del Concilio di Nicea (325), che al mistero divino-umano di Cristo, nella luce della Trinità, diede particolare risalto”.

Il Santo Rosario, preghiera tanto quanto antica così sempre attuale perché “di aiuto nella costruzione della pace ed è importante proporla ai giovani perché la sentano non ripetitiva e monotona, ma un atto di amore che non si stanca mai di effondersi. Il Rosario è, altresì, fonte di consolazione per gli ammalati e i sofferenti, «catena dolce che ci rannoda a Dio», ma anche catena di amore che si fa abbraccio per gli ultimi e gli emarginati”.

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Pompei di Maria

Posté par atempodiblog le 7 octobre 2023

Pompei di Maria
di Padre Guglielmo Alimonti Ofm Cap, Collana “Vento impetuoso”, Volume VI, pp 305-306-307

Pompei di Maria dans Apparizioni mariane e santuari Beata-Vergine-Maria-Pompei

Il culto della Madonna di Pompei fu introdotto dal Beato Bartolo Longo, autore anche della supplica recitata in ogni chiesa due volte l’anno: l’8 maggio e la prima domenica di ottobre. L’immagine tanto venerata presenta la Madonna in trono col Bambino in braccio in atto di consegnare il rosario a Santa Caterina e a San Domenico di Guzman, inginocchiati ai lati del trono.

Nel rosario, preghiera semplice per la sua struttura, ma efficace e potente, è racchiusa “la contemplazione dei misteri in cui si snoda la storia della nostra salvezza” (Giovanni Paolo II, 25 ottobre 1987).

Padre Pio chiamava il rosario “l’arma che apre il cuore di Dio”. Egli si rivolgeva spesso alla “Vergine di Pompei” con incessanti preghiere e novene. Il 19 settembre 1968 un gesto delicatissimo: da un mazzo di rose “estrasse con la mano piagata una rosa che affidò ad un figlio spirituale diretto a Napoli, perché la deponesse davanti all’immagine dell’amata Mammina a Pompei” (Padre Gerardo di Flumeri).

Maria-Regina-del-santo-rosario dans Beato Bartolo Longo

Pompei di Maria,
profumi di rose.
Accogli festosa
i figli di Dio.

Un tempo tu fosti
altare per gli idoli.
Un mondo di lusso
e facili vizi.

Adesso la Chiesa
qui viene commossa
e implora dal Cielo
aiuto e speranza.

T’onora, Maria,
il fulgido tempio.
È pieno ogni giorno
di anime pie.

Divin sacrificio:
offerta incessante.
La gente riceve
il Pane di Cristo.

Pompei, sei rifugio
del popolo santo.
Riconciliazione c’è qui
e dolce perdono.

Pompei, t’ha scelto
qual trono di grazie
la Madre di Dio.
È festa di gioia.

È grido d’amore.
È canto e preghiera
che sgorga dal cuore.
S’invoca Maria.

O Madre divina,
qui cantano gli angeli
intorno all’altare
dov’è la tua immagine.

Qui sono venuti
i santi a pregare.
Tu serbi la rosa
del buon Padre Pio.

Sostieni, Maria,
chi zela l’onore
del tuo santuario
e i cari tuoi orfani.

Ascolta, Maria,
la supplica ardente,
che il mondo cristiano
fidente ti eleva.

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Ricorrenza ventennale/ Il 16 ottobre 2002 san Giovanni Paolo II firmò la “Rosarium Virginis Mariae”

Posté par atempodiblog le 16 octobre 2022

Ricorrenza ventennale/ Il 16 ottobre 2002 san Giovanni Paolo II firmò la “Rosarium Virginis Mariae”

Ricorrenza ventennale/ Il 16 ottobre 2002 san Giovanni Paolo II firmò la “Rosarium Virginis Mariae” dans Apparizioni mariane e santuari Una-prima-e-ultima-pagina-storiche-de-L-Osservatore-Romano-del-17-ottobre-2002

Una prima pagina storica de « L’Osservatore Romano » del 17 ottobre 2002. Il giorno precedente, il 16 ottobre, San Giovanni Paolo II aveva firmato la “Rosarium Virginis Mariae”, la Lettera apostolica sul Rosario, dando inizio all’Anno dedicato alla preghiera mariana, radice stessa del nostro Santuario. Proprio oggi sono passati vent’anni da quel giorno.

L’ultima pagina de « L’Osservatore Romano » del 17 ottobre 2002. Il 16 ottobre, San Giovanni Paolo II, che quel giorno firmò la “Rosarium Virginis Mariae”, la Lettera apostolica sul Rosario, annunciò che sarebbe stato pellegrino a Pompei per la seconda volta. Papa Wojtyla visiterà il Santuario il 7 ottobre 2003.

Tratto da: Pontificio Santuario di Pompei

Divisore dans San Francesco di Sales

Elezione-Papa-Giovanni-Paolo-II dans Articoli di Giornali e News

La prima pagina de L’Osservatore Romano del 16 ottobre 1978: Elezione di Giovanni Paolo II.

Divisore dans San Francesco di Sales

Freccia dans Viaggi & Vacanze Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae di San Giovanni Paolo II

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Giubileo. Pompei celebra i 150 anni dell’arrivo di Bartolo Longo, apostolo del Rosario

Posté par atempodiblog le 30 septembre 2022

Giubileo. Pompei celebra i 150 anni dell’arrivo di Bartolo Longo, apostolo del Rosario
Il beato trasformò la valle che oggi ospita il santuario mariano. L’arcivescovo prelato Caputo: quanto mai attuale, svolse anche un importante ruolo sociale e civile
di Loreta Somma  – Avvenire

Giubileo. Pompei celebra i 150 anni dell'arrivo di Bartolo Longo, apostolo del Rosario dans Apparizioni mariane e santuari Santuario-Pompei

Ricordare il 150° anniversario dell’arrivo di Bartolo Longo a Pompei non perché sia una commemorazione, pur solenne, ma perché diventi occasione di un rinnovato impegno alla sua sequela. È questo il senso delle iniziative pensate per celebrare l’evento che cambiò per sempre la Valle di Pompei, che nel 1872, quando il giovane avvocato pugliese vi giunse per amministrare le proprietà della contessa Marianna Farnararo vedova De Fusco, era paludosa, abitata da pochi contadini e soggetta alle scorrerie dei briganti.

Mentre si aggirava per quelle campagne, si ritrovò in una località particolarmente inospitale, tanto da meritare il nome di Arpaia (da Arpie). Il pensiero del suo recente passato di perdizione non lo abbandonava e il Longo continuava a chiedersi come avrebbe fatto a salvarsi.

Mentre rimuginava questi pensieri, sentì una voce dentro di sé, una sorta di “illuminazione interiore”: «Se cerchi salvezza, propaga il Rosario. È promessa di Maria. Chi propaga il Rosario è salvo!». Queste parole gli si scolpirono dentro e si propose di non lasciare quella Valle senza aver propagato il Rosario.

Fu così che cominciò con il catechizzare i contadini, poi, con l’appoggio del vescovo di Nola, sotto la cui giurisdizione ricadeva allora la Valle di Pompei, costruì il Santuario dedicato alla Madonna del Rosario, le opere di carità che ancora oggi accolgono centinaia di bambini, ragazzi, madri e donne in difficoltà, anziani, diversamente abili, poveri, ex tossicodipendenti e migranti e la città della Nuova Pompei, diventata comune autonomo per il suo instancabile impegno.

Fu grazie a lui che ci furono l’ufficio postale e telegrafico, la stazione ferroviaria, la fontana pubblica, le case per gli operai. Come ha affermato, l’arcivescovo di Pompei, Tommaso Caputo, nella conferenza stampa di presentazione del Cammino giubilare longhiano: «Longo fu sì uomo della Madonna e apostolo del Rosario, ma ebbe anche un indiscutibile ruolo sociale e civile. Bartolo Longo parlava ai contemporanei e continua a parlare all’uomo del nostro tempo».

Per rimarcare anche quest’aspetto, in occasione dell’Anno giubilare il prelato ha rivolto una lettera alla città e ai fedeli che, fin dal titolo “Dall’illuminazione interiore di Bartolo Longo uno slancio per Pompei e un modello per il mondo”, esprime l’idea che celebrare un fatto storico non sia una scelta fine a se stessa.

«Abbiamo bisogno – ha aggiunto monsignor Caputo – di guardare all’esempio del beato, qui ed ora, in un tempo di difficoltà gravi: dalla guerra in Ucraina alla complessa uscita dalla crisi sanitaria, dalla povertà in continuo aumento, anche nel nostro Paese, alla crescente conflittualità che corrode la società». Le parole e l’esempio del fondatore di Pompei possono essere di guida e di sprone ai nostri contemporanei e per questo un’equipe di studiosi sta lavorando con passione e impegno all’Edizione Critica degli scritti di Bartolo Longo, della quale tra breve sarà pubblicato il volume introduttivo. Il presule ha anche annunciato la concessione dell’indulgenza plenaria, dall’ottobre 2022 fino alla fine di ottobre 2023, alle solite condizioni.

Il mese di ottobre, dedicato proprio al Santo Rosario, inizia a Pompei nella gioia di questo Giubileo. Dal 1° ottobre, tutti i giorni feriali, alle 6.30, con diretta su Tv2000, ci sarà il “Buongiorno a Maria ». Domenica 2 ottobre, sarà il cardinale coreano Lazzaro You Heung-sik a presiedere la recita solenne della Supplica alla Vergine del Rosario e della Messa che la precede (diretta su Tv2000 e Canale 21, a partire dalle 10.30). Mercoledì 5 ricorrerà la festa liturgica del beato Bartolo Longo. Il 19 ottobre, incontro per ricordare il XX anniversario della Lettera Apostolica “Rosarium Virginis Mariae”, con l’arcivescovo Domenico Sorrentino e la presidente del Movimento dei Focolari, Margaret Karram.

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Invoca Maria!

Posté par atempodiblog le 5 octobre 2021

Invoca Maria! dans Beato Bartolo Longo Beato-Bartolo-Longo

“Invoca Maria! Il suo nome non si levi mai dal tuo labbro, non mai si parta dal tuo cuore. Seguendo Maria non ti perderai. Se pensi a Maria, non fallirai. Se ti tieni stretto a Maria, non cadrai. Se Maria ti protegge non potrai temere. Se Maria ti guida non ti stancherai. Se Maria ti soccorre certamente arriverai al cielo”.
Beato Bartolo Longo

Oggi è la festa del Beato Bartolo Longo, che lasciò questa terra il 5 ottobre 1926.

Fonte: Pontificio Santuario di Pompei

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Ottobre in Santuario: gli appuntamenti del mese mariano a Pompei

Posté par atempodiblog le 1 octobre 2021

Ottobre in Santuario: gli appuntamenti del mese mariano a Pompei
di Redazione Made in Pompei

Ottobre in Santuario: gli appuntamenti del mese mariano a Pompei dans Apparizioni mariane e santuari Ottobre-in-Santuario-gli-appuntamenti-del-mese-mariano-a-Pompei

Anche quest’anno, il Santuario della Madonna del Rosario si prepara ad accogliere migliaia di fedeli per il mese di ottobre, tradizionalmente dedicato al santo Rosario e alla devozione alla Vergine Maria.

Dal 1° giorno del mese torna il “Buongiorno a Maria”, la preghiera con cui i fedeli chiedono la protezione e l’intercessione della Madonna del Rosario di Pompei. A guidarne la recita, il 1° e il 31 ottobre 2021, sarà l’arcivescovo di Pompei, Tommaso Caputo.

L’appuntamento è dal lunedì al sabato alle ore 6.30, in Basilica, fino ad esaurimento posti. Il sabato, la partecipazione al “Buongiorno a Maria” va prenotata per tempo all’Ufficio Rettorato, chiamando i numeri 0818507000 o 0818577379. Per recitare al meglio la preghiera, il Santuario ha realizzato un nuovo sussidio, disponibile nella propria libreria o tramite prenotazione telefonica ai numeri 0818577495 e 0818577321.

Sempre il 1° ottobre 2021, antivigilia della Supplica, si svolgerà, alle ore 18, la tradizionale Discesa del Quadro con la recita del santo Rosario e la benedizione delle corone. Alle 19, la santa Messa presieduta dall’Arcivescovo Caputo. Il giorno successivo, vigilia della Supplica, al termine della celebrazione eucaristica delle 19, avrà inizio la veglia in attesa della Supplica, che si concluderà con la messa delle 24, presieduta dal Prelato.

Domenica 3 ottobre 2021 sarà recitata la Supplica. Il rito solenne, che avrà inizio alle 10.40 con la santa Messa, sarà presieduto dall’Arcivescovo di Napoli, mons. Domenico Battaglia. Al termine della celebrazione, alle ore 12 in punto, come da tradizione, sarà proclamata, dunque, la preghiera nata dal cuore del Beato Bartolo Longo nel 1883.

Seguiranno l’evento, in diretta televisiva, l’emittente campana Canale 21, da sempre presente agli appuntamenti più importanti del Santuario di Pompei, e l’emittente della Cei, Tv2000 (28 DTT, 157 sky, 18 tivùsat).

Martedì 5 ottobre 2021 ricorre la Festa del Beato Bartolo Longo. Alle ore 10, sarà celebrata la santa Messa con le scuole, presieduta da mons. Gioacchino Cozzolino, responsabile della Pastorale Scolastica. Poi, alle 11.30, sarà offerto il tradizionale omaggio floreale al monumento del Beato in piazza Bartolo Longo, alla presenza dell’arcivescovo Caputo che in serata, alle ore 20, sul sagrato della Basilica, presiederà la celebrazione eucaristica che chiuderà i festeggiamenti.

Giovedì 7 ottobre 2021, ancora, Pompei sarà la quinta tappa del “pellegrinaggio spirituale” promosso da Radio Maria. Dopo Nazareth, Fatima, Medjugorje e il Monte Carmelo, l’iniziativa approderà nella città mariana, proprio nel giorno della festa della Madonna del Rosario.

Seguiranno, poi, le tappe di Kibeho e Guadalupe. In comunione con i fedeli di tutto il mondo, guidati dall’arcivescovo Caputo e uniti in preghiera attraverso le frequenze di Radio Maria, alle ore 16 i devoti della Madonna reciteranno il santo Rosario dal Santuario di Pompei, seguito, alle 17, dalla santa Messa presieduta dal Rettore, mons. Pasquale Mocerino.

Confermata anche la presenza dell’emittente Cei, Tv2000, che trasmetterà in diretta dal Santuario, per l’intero mese di ottobre, il “Buongiorno a Maria” delle 6.30, e ben tre appuntamenti quotidiani con la santa Messa, alle ore 7, alle 8.30 e alle 19.

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Tv2000: a maggio, mese dedicato a Maria, celebrazioni e preghiere in diretta dal santuario di Pompei

Posté par atempodiblog le 1 mai 2021

Tv2000: a maggio, mese dedicato a Maria, celebrazioni e preghiere in diretta dal santuario di Pompei
Dal 1° maggio vari appuntamenti di preghiera su Tv2000, dal Santuario della Beata Vergine Maria del Santo Rosario di Pompei.
de La Redazione di Toscana Oggi

Tv2000: a maggio, mese dedicato a Maria, celebrazioni e preghiere in diretta dal santuario di Pompei dans Articoli di Giornali e News Beata-Vergine-del-Santo-Rosario-di-Pompei-Napoli

Nel mese di maggio, che la Chiesa dedica alla Madonna, Tv2000 manderà in onda diversi appuntamenti quotidiani dal santuario della Beata Vergine Maria del Santo Rosario di Pompei. A partire da sabato 1° maggio, saranno trasmesse in diretta, dal lunedì al sabato alle 6.30 il ‘Buongiorno a Maria’, e alle 7, 8.30 e 19 la santa messa. Una programmazione speciale è prevista per sabato 8 maggio, giorno della festa della Madonna del Rosario di Pompei. In diretta dal santuario verrà trasmessa alle 10.40 la santa messa presieduta dal card. Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei santi. A seguire, alle 12, la recita della Supplica alla Madonna composta dal Beato Bartolo Longo.

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Antonia Salzano: «Il miracolo di Carlo Acutis, mio figlio, morto 15enne di leucemia: un santo per il web»

Posté par atempodiblog le 8 septembre 2020

Antonia Salzano: «Il miracolo di Carlo Acutis, mio figlio, morto 15enne di leucemia: un santo per il web»
La madre: «Morì in 72 ore. Mi disse: ti darò molti segni e sarai di nuovo mamma»
di Stefano Lorenzetto – Corriere della Sera

Antonia Salzano: «Il miracolo di Carlo Acutis, mio figlio, morto 15enne di leucemia: un santo per il web» dans Articoli di Giornali e News Antonia-Salzano-e-Carlo-Acutis

Intercede. Salva. Guarisce. Converte. Appare. I devoti di quello che già viene chiamato «il patrono di Internet», almeno 1 milione nei cinque continenti, vedono la sua presenza ovunque. L’ultimo segno, il 15 agosto. Scrivono i fan su Facebook: «Questa notte, nella solennità della Santissima Vergine Maria Assunta, Carlo è venuto a prendersi la sua cagnolina Briciola di quasi 17 anni. Ora corre e gioca anche lei nei meravigliosi giardini del Paradiso assieme agli altri animali di Carlo che l’hanno preceduta», i cani Poldo, Stellina e Chiara, i gatti Bambi e Cleopatra. Non le pare eccessivo che associno l’Assunzione alla morte di una bestiola? Sorride indulgente Antonia Salzano, mamma di Carlo Acutis, stroncato a 15 anni da una leucemia fulminante nel breve volgere di 72 ore. «Prima che ci lasciasse, gli dissi: se in cielo troverai i nostri amici a quattro zampe, compari con Billy, il cane della mia infanzia. Lui non lo conosceva. Un giorno zia Gioia, ignara del nostro accordo, mi telefonò: “Stanotte in sogno ho visto Carlo. Teneva fra le braccia Billy”».

Ma sono ben altri i segni per cui lo studente milanese, già venerabile dal 2018, verrà proclamato beato dalla Chiesa il 10 ottobre ad Assisi, ultima tappa prima di diventare santo. Quando il 23 gennaio 2019 si eseguì la ricognizione canonica sulle spoglie mortali del giovanissimo servo di Dio, la sua salma fu trovata intatta. «Io stavo lì, mio marito non volle vedere. Era ancora il nostro ragazzone, alto 1,82, solo la pelle un po’ più scura, con tutti i suoi capelli neri e ricci. E lo stesso peso, quello che si era predetto da solo».

Che intende dire?
«Pochi giorni dopo il funerale, all’alba fui svegliata da una voce: “Testamento”. Frugai in camera sua, pensavo di trovarvi uno scritto. Nulla. Accesi il pc, lo strumento che preferiva. Sul desktop c’era un filmato brevissimo che si era girato da solo ad Assisi tre mesi prima: “Quando peserò 70 chili, sono destinato a morire”. E guardava spensierato il cielo».

La vita di Carlo durò solo 5.641 giorni.
«In realtà 5.640. Entrò in coma alle 14 dell’11 ottobre 2006, con il sorriso sulle labbra. Credevamo che si fosse addormentato. Alle 17 fu dichiarata la morte cerebrale, la mattina del 12 quella legale. Avremmo voluto donare i suoi organi, ma non fu possibile, ci dissero che erano compromessi dalla malattia. Un bel paradosso, perché il cuore, perfetto, ora sarà esposto in un ostensorio nella basilica papale di San Francesco ad Assisi».

Quand’è stato prelevato?
«Durante la ricognizione del 2019. Con atto notarile abbiamo voluto donare il corpo al vescovo di Assisi. Era giusto che appartenesse alla Chiesa universale».

In che modo Carlo scoprì la fede?
«Non certo per merito di noi genitori, lo scriva pure. In vita mia ero stata in chiesa solo tre volte: prima comunione, cresima, matrimonio. E quando conobbi il mio futuro marito, mentre studiava economia politica a Ginevra, non è che la domenica andasse a messa».

Allora come spiega questa religiosità?
«Un ruolo lo ebbe Beata, la bambinaia polacca, devota a papa Wojtyla. Ma c’era in lui una predisposizione naturale al sacro. A 3 anni e mezzo mi chiedeva di entrare nelle chiese per salutare Gesù. Nei parchi di Milano raccoglieva fiori da portare alla Madonna. Volle accostarsi all’eucaristia a 7 anni, anziché a 10».

E voi come reagiste?
«Lo lasciammo libero. Ci pareva una cosa bella, perciò chiedemmo una deroga. Per me fu una “Dio-incidenza”. Carlo mi salvò. Ero un’analfabeta della fede. Mi riavvicinai grazie a padre Ilio Carrai, il padre Pio di Bologna, altrimenti mi sarei sentita screditata nella mia autorità genitoriale. È un percorso che dura tuttora. Spero almeno di finire in purgatorio».

Carlo fu precoce solo nella preghiera?
«In tutto. Era un mostro di bravura. A 6 anni già padroneggiava il computer, girava per casa con il camice bianco e il badge “Scienziato informatico”. A 9 scriveva programmi elettronici grazie ai testi acquistati nella libreria del Politecnico».

Carlo-Acutis dans Carlo Acutis

Non era troppo piccolo per usare il pc?
«I promotori della causa di beatificazione hanno analizzato in profondità la memoria del suo computer con le tecniche dell’indagine forense, senza riscontrare la minima traccia di attività sconvenienti. Sognava di adoperare il pc e il web per diffondere il Vangelo. Papa Francesco nellaChristus vivit cita Carlo come esempio per i giovani. “Sapeva molto bene”, spiega, “che questi meccanismi della comunicazione, della pubblicità e delle reti sociali possono essere utilizzati per farci diventare soggetti addormentati”, ma lui ha saputo uscirne “per comunicare valori e bellezza”. Il suo sguardo spaziava ben oltre Internet».

Fino a dove?
«Alle mense dei poveri, quelle delle suore di Madre Teresa di Calcutta a Baggio e dei cappuccini in viale Piave, dove prestava servizio come volontario. La sera partiva da casa con recipienti pieni di cibo e bevande calde. Li portava ai clochard sotto l’Arco della Pace, per i quali con i risparmi delle sue mance comprava anche i sacchi a pelo. Lo accompagnava il nostro cameriere Rajesh Mohur, un bramino della casta sacerdotale indù, che si convertì al cattolicesimo vedendo come Carlo aiutava i diseredati».

Avrebbe mai detto che un giorno sarebbe salito all’onore degli altari?
«Ero certa che fosse santo già in vita. Fece guarire una signora da un tumore, supplicando la Madonna di Pompei».

Il miracolo riconosciuto dalla Chiesa?
«No, solo uno dei tanti che nemmeno sono entrati nel processo di canonizzazione. Quello che lo farà proclamare beato accadde in Brasile nel settimo anniversario della morte, il 12 ottobre 2013, a Campo Grande. Matheus, 6 anni, era nato con il pancreas biforcuto e non riusciva a digerire alimenti solidi. Padre Marcelo Tenório invitò i parrocchiani a una novena e appoggiò un pezzo di una maglia di Carlo sul piccolo paziente, che l’indomani cominciò a mangiare. La Tac dimostrò che il suo pancreas era divenuto identico a quello degli individui sani, senza che i chirurghi lo avessero operato. Una guarigione istantanea, completa, duratura e inspiegabile alla luce delle attuali conoscenze mediche».

Suo figlio come si ammalò?
«Sembrava una banale influenza. Dopo alcuni giorni comparvero forte astenia e sangue nelle urine. Lui se ne uscì con una delle sue frasi: “Offro queste sofferenze per il Papa, per la Chiesa e per andare dritto in paradiso senza passare dal purgatorio”, ma in famiglia non vi demmo troppo peso. Chiamai il professor Vittorio Carnelli, che era stato il suo pediatra. Ci consigliò l’immediato ricovero nella clinica De Marchi. E lì avemmo la diagnosi infausta: leucemia mieloide acuta M3. Carlo ne fu informato dagli ematologi. Reagì con dolcezza e commentò: “Il Signore mi ha dato una bella sveglia”. Fu trasferito all’ospedale San Gerardo di Monza. Appena giuntovi, scosse la testa: “Da qui non esco vivo”».

Lei invocò un miracolo per suo figlio?
«Sì, da Gesù, dalla Madonna e dal venerabile fra Cecilio Maria, al secolo Pietro Cortinovis, il cappuccino fondatore dell’Opera San Francesco per i poveri di Milano. Ma i piani di Dio erano altri».

Quali?
«Quelli che avevo proposto a Carlo prima che spirasse: chiedi al Signore di manifestarci un segno della sua presenza».

E suo figlio che cosa le rispose?
«“Non preoccuparti, mamma. Ti darò molti segni”. Nove giorni dopo la sua morte, a Tixtla, in Messico, un’ostia si arrossò di sangue. Una commissione composta anche da scienziati non credenti accertò che era del gruppo AB, lo stesso presente nella Sindone e nel miracolo di Lanciano, e che si trattava di cellule del cuore. A distanza di quattro anni, negli strati sottostanti alla coagulazione restava ancora presente del sangue fresco».

Suo figlio aveva allestito «Segni», una mostra sui miracoli eucaristici.
«Sì, sta girando tutti i santuari del mondo. Negli Stati Uniti l’hanno ospitata 10.000 parrocchie. Sono eventi soprannaturali come quello accaduto il 12 ottobre 2008, nel secondo anniversario della sua morte, a Sokólka, in Polonia. Un’ostia caduta a terra durante la comunione, e conservata in cassaforte, una settimana dopo divenne un pezzo di carne di origine miocardica, gruppo sanguigno AB».

Ha avuto solo questi, di segni?
«Anche altri. Carlo mi predisse che sarei diventata di nuovo madre, benché stessi per compiere 40 anni. E nel 2010, quando già ne avevo 43, diedi alla luce due gemelli, Michele e Francesca».

Perché fu sepolto ad Assisi?
«Abbiamo una casa in Umbria. Un cartello avvertiva che c’erano in vendita nuovi loculi nel cimitero comunale. Chiesi a Carlo che cosa ne pensasse. “Sarei felicissimo di finire qua”, rispose. Il suo corpo intatto è stato poi traslato nel santuario della Spogliazione, dove ora i fedeli potranno venerarlo per sempre».

Che cosa le manca di più di suo figlio?
«L’allegria. Appena morì, ricordo d’aver pensato: e ora chi mi farà ridere? e chi mi aiuterà con il computer? Mi restano i suoi pensieri, detti e scritti: “Non io, ma Dio!”. “Da qualunque punto di vista la si guardi, la vita è sempre fantastica”. “Tutti nascono originali, ma molti muoiono come fotocopie”».

L’ultimo rende bene l’idea dei social.
«È così, gli uomini d’oggi sono ripiegati su sé stessi. La loro felicità è fatta solo di like. Ma Carlo è l’influencer di Dio».

Non vorrebbe che fosse ancora qui con lei, anziché avere un santo in cielo?
«Ho fatto mia l’invocazione di Giobbe: “Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!”. I figli non ci appartengono, ci sono affidati. Sento Carlo più presente di quando era in vita. Vedo il bene che fa. Mi basta».

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Il Papa prega con i Santuari del mondo per la fine pandemia, un rosario insieme a medici e sopravvissuti al Covid

Posté par atempodiblog le 30 mai 2020

Il Papa prega con i Santuari del mondo per la fine pandemia, un rosario insieme a medici e sopravvissuti al Covid
Il 30 maggio dalla Grotta di Lourdes dei Giardini Vaticani l’evento in mondovisione. Domenica 31 messa di Pentecoste a San Pietro senza fedeli, alle 12 il Pontefice torna ad affacciarsi per il Regina Coeli
di Salvatore Cernuzio – Vatican Insider

Il Papa prega con i Santuari del mondo per la fine pandemia, un rosario insieme a medici e sopravvissuti al Covid dans Apparizioni mariane e santuari Papa-e-santo-Rosario

Un Rosario in mondovisione con i Santuari dei cinque continenti dalla Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani, sabato 30 maggio, alle 17.30, con a fianco medici, infermieri, sopravvissuti al coronavirus e pure un neonato, per chiedere a Dio di porre fine per sempre alla pandemia. È l’ennesimo gesto forte che Papa Francesco compie dall’inizio della diffusione del virus che si è abbattuto come un flagello sulla popolazione mondiale. Dopo la preghiera al Crocifisso dei Miracoli che liberò Roma dalla peste, dopo la storica benedizione Urbi et Orbi in una Piazza San Pietro deserta, il Pontefice torna ad invocare un aiuto divino per salvare l’umanità dal Covid-19 e dalle sue conseguenze che lasciano intravedere scenari nefasti dal punto di vista economico e sociale.

Questa volta Bergoglio non sarà solo nella sua preghiera: in questo spazio tanto amato dai Papi, dove per volontà di Leone XIII fu posta una copia fedele della Madonna che apparve a Massabielle, saliranno con lui in processione una decina di persone in rappresentanza di varie categorie particolarmente toccate dal virus. Un medico e un’infermiera, esempi del personale sanitario che instancabilmente ha lavorato in prima linea durante l’emergenza; una persona sopravvissuta al coronavirus e una che ha perso un familiare, un cappellano ospedaliero, una suora infermiera, un farmacista. Presente anche una giornalista, Vania De Luca, vaticanista di Rainews24, in rappresentanza di tutti gli inviati che non hanno mai smesso di svolgere il proprio servizio nonostante i rischi. Completano il gruppo, infine, un volontario della Protezione civile con la famiglia e una coppia alla quale è nato due mesi fa un figlio in piena pandemia.

Ma ad invocare «l’aiuto e il soccorso della Vergine Maria» insieme al Papa ci saranno anche i fedeli di ogni angolo del globo. Il rosario alla Grotta di Lourdes sarà trasmesso infatti in mondovisione e, compatibilmente ai diversi fusi orari, avverrà in collegamento con i più importanti santuari d’Europa e del mondo. Luoghi solitamente affollati da migliaia o anche milioni di persone, ma che durante i mesi di lockdown hanno dovuto interrompere le normali attività e i pellegrinaggi. Anzitutto Lourdes che ha riaperto le sue porte lo scorso 16 maggio dopo circa due mesi di chiusura, poi Fatima, San Giovanni Rotondo, Pompei, Czestochowa; negli Usa, il Santuario dell’Immacolate Conception a Washington; in Nigeria, il santuario di Elele e in Costa d’Avorio, Notre Dame de la Paix; in America Latina, il noto santuario mariano di Nostra Signora di Guadalupe, in Messico, e quello dedicato alla Vergine di Lujan, in Argentina. 

Per la celebrazione, promossa dal Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova Evangelizzazione guidato da monsignor Rino Fisichella, si prevede un boom di ascolti pari a quello registrato per la preghiera solitaria a San Pietro del 27 marzo. Solo in Italia, aveva raccolto 17,4 milioni di spettatori.

«L’appuntamento per la fine del mese mariano è un ulteriore segno di vicinanza e consolazione per quanti, in vari modi, sono stati colpiti da coronavirus, nella certezza che la Madre Celeste non disattende le richieste di protezione», spiega una nota diffusa dalla Sala Stampa della Santa Sede. «Ai piedi di Maria il Santo Padre porrà i tanti affanni e dolori dell’umanità, ulteriormente aggravati dalla diffusione del Covid-19».

Quello di sabato sarà il primo di tre appuntamenti “pubblici” del Papa che segnano l’inizio ufficiale della Fase 2 in Vaticano. Domenica 31 maggio, alle 10, Francesco celebrerà la messa di Pentecoste nella cappella del Santissimo Sacramento della Basilica vaticana. Nonostante San Pietro sia stata riaperta al pubblico il 18 maggio, giorno in cui in tutte le chiese d’Italia sono state riavviate le messe «cum popolo», per la celebrazione del Pontefice non è prevista la presenza dei fedeli.  

I quali, invece, dopo 78 giorni di lockdown, potranno accedere in piazza San Pietro per la preghiera del Regina Caeli, che il Papa reciterà alle 12 dalla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico e non in diretta streaming dalla Biblioteca, come avvenuto finora. Il numero delle persone – per ora si tratta solo fedeli di Roma e dintorni – sarà contingentato per evitare assembramenti. Nella Piazza del Bernini si entrerà con guanti e mascherina e dopo i dovuti controlli con il termoscanner. «Le forze dell’ordine – sottolinea una nota vaticana – garantiranno l’accesso in sicurezza alla Piazza e avranno cura che i fedeli presenti possano rispettare la necessaria distanza interpersonale». 

Al momento non si hanno notizie sulla ripresa di un altro importante appuntamento pubblico del Papa, l’udienza generale del mercoledì. Ieri mattina è stata trasmessa in streaming dalla Biblioteca apostolica; difficile allo stato attuale, mentre si teme il rischio di una nuova escalation di contagi, che possa tornare a svolgersi sul sagrato di San Pietro o in Aula Paolo VI dove il Pontefice compie il tradizionale giro tra i fedeli.

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Papa Francesco e la preghiera del Rosario insieme ai Santuari del Mondo

Posté par atempodiblog le 27 mai 2020

Papa Francesco e la preghiera del Rosario insieme ai Santuari del Mondo
In diretta mondiovisione sabato 30 maggio alle 17.30 dalla Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani si eleverà, ad una voce con il Pontefice, la preghiera alla Vergine per chiedere aiuto e soccorso nella pandemia. Invitati a partecipare tutti i Santuari del mondo
Gabriella Ceraso – Vatican News

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“Assidui e concordi nella preghiera, insieme con Maria (cfr. At 1,14)”. Su questo tema Papa Francesco presiederà la recita del Rosario sabato prossimo 30 maggio, unendosi ai Santuari del mondo che a causa dell’emergenza sanitaria hanno dovuto interrompere le loro normali attività e i loro pellegrinaggi.

In diretta e in mondovisione dalla Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani, alle ore 17:30, il Papa sarà dunque ancora una volta vicino all’umanità in preghiera, per chiedere alla Vergine aiuto e soccorso nella pandemia.
L’iniziativa promossa dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, vedrà il coinvolgimento di famiglie e di uomini e donne rappresentanti dei settori più coinvolti e particolarmente toccati dalla pandemia, ai quali saranno affidate le decine del Rosario. Dunque, medici e infermieri, pazienti guariti e pazienti che hanno subito lutti, un cappellano ospedaliero e una suora infermiera, una farmacista e una giornalista, e infine un volontario della Protezione civile con i suoi familiari e anche una famiglia che ha visto nascere un bambino proprio nei momenti più difficili, per esprimere la speranza che non deve mai venire meno.

Ai piedi di Maria al termine del mese a Lei dedicato e certi che la Madre celeste non farà mancare il suo soccorso, comunica il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuona Evangelizzazione, Francesco porrà dunque gli affanni e i dolori dell’umanità.
In collegamento ci saranno i Santuari più grandi dai cinque continenti tra cui Lourdes, Fatima, Lujan, Milagro, Guadalupe, San Giovanni Rotondo e Pompei. In una lettera, monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione si è rivolto direttamente ai rettori dei Santuari per invitarli a organizzare e promuovere questo speciale momento di preghiera compatibilmente con le attuali regole sanitarie vigenti e con il fuso orario del luogo.

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Esorcista. Padre Cavallo, 100 anni, in missione contro Satana

Posté par atempodiblog le 15 décembre 2019

Esorcista. Padre Cavallo, 100 anni, in missione contro Satana
Compie un secolo di vita il saveriano padre Cavallo, che da quattro decenni è esorcista: «Sono stato in Usa e in Africa. Poi mi richiamarono in Italia per questo incarico»
di Donatella Coalova – Avvenire

Esorcista. Padre Cavallo, 100 anni, in missione contro Satana dans Articoli di Giornali e News Padre-Cavallo
Il sacerdote è nato il 16 novembre 1919, ma venne registrato all’anagrafe di Bari il 2 gennaio 1920 Fu l’allora vescovo di Pescia, Bianchi ha chiedergli di svolgere questo ministero. «Ho avuto anche la fortuna di conoscere san Padre Pio,  il beato Giustino Russolillo e la venerabile madre Gemma Eufemia Giannini»

Alto, magro, ascetico: è l’esorcista più anziano d’Italia. Padre Francesco Cavallo, della comunità dei Missionari Saveriani di Salerno, ha da poco compiuto cent’anni, festeggiato dai superiori, dai confratelli, dall’arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, Andrea Bellandi, e da una folla di fedeli. Padre Cavallo nasce infatti il 16 novembre 1919, anche se la sua nascita venne registrata successivamente, il 2 gennaio 1920, a Bari. Nonostante l’età avanzata, continua a svolgere con amore il suo ministero di confessore ed esorcista, consigliando quanti si rivolgono a lui. «Sono grata a padre Cavallo – dice una sua figlia spirituale, Adele Perrotti – perché mi ha insegnato l’amore per i poveri, la centralità dell’Adorazione eucaristica e l’urgenza di pregare per i lontani». Autore di alcuni libri di spiritualità, padre Cavallo colpisce per la saggezza e l’ottima memoria. Racconta con precisione la sua lunga vita, arricchendo il racconto anche con qualche citazione latina.

Padre Cavallo, come nacque la sua vocazione?
Avevo diciotto anni, tutti i giorni partecipavo alla Messa delle sette. Una mattina, dopo la Comunione, pensai: «Gesù, ti sei dato a me. Quanto amore! Io cosa posso fare per te?». In quel momento decisi di diventare missionario. I miei genitori non si sarebbero opposti alla vocazione sa- cerdotale, ma erano contrari a quella missionaria, perché allora significava andare lontano dalla famiglia, morire in terra straniera. Ma io sentivo che la volontà di Dio per me era questa e tenni duro con una forza improvvisa, che non era mia. Nell’agosto 1940 partii per San Pietro in Vincoli, frazione del comune di Ravenna, dove c’era il noviziato dei padri saveriani. Un anno dopo, pronunciai con gioia i tre voti insieme al voto di andare in missione. A Parma feci gli studi di teologia e filosofia e il 17 agosto 1947 fui ordinato sacerdote.

Dove venne mandato?
Venni inviato negli Stati Uniti d’America dove doveva essere aperta una comunità di saveriani per accogliere le vocazioni dei giovani americani. Rimasi per tredici anni nella diocesi di Boston. Successivamente la mia destinazione fu l’Africa, in Sierra Leone. Venni poi richiamato in Italia, poiché mi era stato affidato il compito di maestro dei novizi. In questo periodo seguii la formazione di circa trecento giovani.

È nota la sua attività di esorcista…
Venni nominato esorcista nel 1979 da monsignor Giovanni Bianchi, vescovo di Pescia, in Toscana. L’ incarico mi venne poi confermato da altri vescovi. Ho fatto l’esorcista in Toscana, poi nel Santuario di Montevergine e in quello di Pompei. Anche ora continuo a ricevere chi ha bisogno di aiuto. Grazie alla bontà di Dio ho un certo bagaglio di esperienza. Interrogo le persone per capire se le loro sofferenze sono dovute a cause naturali, a delle malattie o se si tratta di fenomeni causati da satana. Ringrazio il Signore che mi ha conservato la lucidità mentale, così posso fare esorcismi, confessare, consigliare.

Lei ha conosciuto dei santi…
Il Signore nella sua immensa tenerezza mi ha fatto incontrare san Pio da Pietrelcina, il beato Giustino Russolillo, la venerabile madre Gemma Eufemia Giannini.

Cosa insegnano i santi?
Ci testimoniano che quod aeternum non est, nihil est. I beni di questo mondo sono transitori. Perché attaccarsi alle ricchezze, ai posti di prestigio, di comando? Sono temporanei. Ciò che davvero conta è solo fare la volontà di Dio. Siamone certi: Dio è amore, tutto quello che vuole o permette è per amore.

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Duemila fedeli all’alba per il pregare la Vergine del Santo Rosario di Pompei

Posté par atempodiblog le 1 octobre 2019

Duemila fedeli all’alba per il pregare la Vergine del Santo Rosario di Pompei
Fonte: Il Mattino

Duemila fedeli all'alba per il pregare la Vergine del Santo Rosario di Pompei dans Articoli di Giornali e News Madonna-di-Pompei

Santuario gremito di fedeli per il «Buongiorno a Maria» del mese di ottobre. Dalle prime luci dell’alba, questa mattina, più di duemila devoti della Vergine del Santo Rosario, hanno affollato la basilica per elevare, tutti insieme, la preghiera alla Madonna di Pompei mentre il Quadro venerato è stato svelato dalla protezione che lo protegge nelle ore notturne.

Quest’anno la riflessione è dedicata al tema «Il Rosario scuola di preghiera e di missione». I fedeli di Pompei si uniscino, così, all’iniziativa pastorale che Papa Francesco, accogliendo l’invito della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, desidera estendere a tutta la Chiesa: celebrare un mese missionario straordinario proprio in questo mese di ottobre. Un evento straordinario da celebrare a cento anni dalla pubblicazione della Lettera apostolica «Maximum Illud» di Papa Benedetto XV (30 novembre 1919).

Alle ore 6.30 di ogni giorno, esclusa la domenica e fino al 31 ottobre, saranno accolti in Santuario migliaia di fedeli. Alcuni percorrono centinaia di chilometri, altri arrivano in bicicletta o a piedi, altri ancora affronteranno il viaggio, malgrado la stanchezza della malattia o dell’età avanzata tutti per dare il loro «Buongiorno a Maria», per la cui recita il Santuario ha realizzato un nuovo opuscolo. La preghiera s’unisce alla lettura quotidiana del Vangelo e alla meditazione tratta dagli insegnamenti di Papa Francesco, di Papa Benedetto XVI, di San Giovanni Paolo II, ma anche di vescovi e religiosi.

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