Bartolo Longo, apostolo del Rosario e fondatore della nuova Pompei

Posté par atempodiblog le 6 octobre 2012

Bartolo Longo, apostolo del Rosario e fondatore della nuova Pompei
di Corrado Gnerre – Radici Crisitiane

Bartolo Longo, apostolo del Rosario e fondatore della nuova Pompei dans Apparizioni mariane e santuari Beato-Bartolo-Longo

Il beato Bartolo Longo è stato il grande apostolo del Rosario. Ma prima di diventarlo passò attraverso prove molto dure che gli permisero di capire ancor meglio quanto sia indispensabile l’affidamento alla Madonna e la recita della preghiera mariana per eccellenza: il Rosario.
Bartolo Longo nacque a Latiano, in Puglia, nel febbraio del 1841. Nacque in una famiglia agiata e rinomata e in gioventù ricevette una solida formazione cristiana. Studiò presso le Scuole Pie, nel Collegio di Francavilla Fontana. Terminò gli studi scolastici nel 1858 con il massimo dei voti; e fu proprio nel periodo scolastico che, grazie soprattutto ad un suo maestro, iniziò a praticare una forte devozione mariana.

Gli anni del peccato
Ma dopo la scuola lo attendeva un periodo assai triste. Andò a studiare giurisprudenza prima a Lecce e poi a Napoli; e fu proprio nella città campana che iniziò a frequentare cattive compagnie, soprattutto coetanei di idee massoniche ed anticlericali. Si appassionò poi agli insegnamenti di intellettuali di formazione idealistica come Bertrando Spaventa e Luigi Settembrini e finì per scagliarsi contro la Chiesa, in particolar modo contro i domenicani.
L’anticlericalismo lo fece scivolare – come solitamente avviene – non nell’ateismo ma nell’irrazionalismo. Erano gli anni in cui aveva successo lo spiritismo e, sentendosi insoddisfatto ed infelice, iniziò a frequentarne alcuni circoli. Lui stesso raccontò di essere rimasto così invischiato in queste pratiche da essere divenuto un vero e proprio “sacerdote di satana”.
Fu così che Bartolo Longo si trovò distrutto fisicamente, ma soprattutto psichicamente: cadde in una depressione fortissima, patologia molto frequente in chi frequenta ambienti del genere e fu più volte sull’orlo del suicidio.

La rinascita in Maria
Ma la Vergine che lui aveva tanto amato, soprattutto nel periodo scolastico, lo salvò. Una confessione con il padre domenicano Alberto Radente lo trasformò. Un padre domenicano! Lui che tanto aveva attaccato i domenicani…
Bartolo Longo aveva dunque capito la necessità di cambiare vita, ma ancora la disperazione attanagliava la sua mente, fin quando non fece un’esperienza che lo segnò. Un giorno si sentiva particolarmente disperato e stava vagando per la Valle di Pompei, possedimento della contessa De Fusco, dei cui beni era divenuto amministratore, quando… Lui stesso racconta quei momenti: «L’anima mia cercava violentemente Iddio (…). Un giorno la procella dell’animo mi bruciava il cuore più che ogni altra volta, e mi infondeva una tristezza cupa e poco men che disperata.
Uscii dalla casa De Fusco, e mi posi con passo frettoloso a camminare per la Valle senza saper dove. Sentivami scoppiare il cuore. In cotanta tenebra, una voce amica pareva mi sussurrasse all’orecchio quelle parole che io stesso avevo letto, e che di frequente mi ripeteva il santo amico dell’anima mia (il padre Radente): “Se cerchi salvezza, propaga il Rosario. È promessa di Maria”. Chi propaga il Rosario è salvo!
Questo pensiero fu come un baleno che rompe il buio di una notte tempestosa. Coll’audacia della disperazione sollevai le braccia e le mani al cielo, e volto alla Vergine celeste: “Se è vero” gridai “che Tu hai promesso a san Domenico che chi propaga il Rosario si salva, io mi salverò perché non uscirò da questa terra di Pompei senza aver qui propagato il tuo Rosario!”.
Nessuno rispose: silenzio di tomba mi avvolgeva intorno. Ma, da una calma che repentinamente successe alla tempesta nell’animo mio, compresi che quel grido sarebbe stato un giorno esaudito. La risposta del cielo non fu tarda».

La “nuova Pompei”
In accordo con la contessa De Fusco, che divenne sua grande collaboratrice nonché sua moglie (anche se i due coniugi vollero vivere un matrimonio in completa castità), Bartolo Longo decise di trasformare quella Valle, povera e dimenticata da tutti, nella Valle da cui lanciare in tutto il mondo la grande devozione al Santo Rosario.
Dunque, il Rosario segnò la salvezza personale di Bartolo Longo; ma segnò anche la salvezza di poveri bimbi, figli di carcerati e orfani, strappati così alla vita di strada, per cui il Longo fece costruire dei grandi collegi, proprio ai piedi del Santuario.
Ma Longo volle indicare il Rosario anche come salvezza della civiltà cattolica. Nel 1883 cadeva il centenario di Lutero (1483), colui che aveva spaccato la cristianità; e ricorreva anche il centenario della vittoria cristiana sui Turchi a Vienna (1683). Fu proprio in questo anno che decise di scrivere la celebre “Supplica”, diffusa in tutto il mondo a difesa del Papato e della civiltà cattolica.
La “Supplica” fu letta per la prima volta il 14 ottobre del 1883 e da allora viene letta due volte l’anno: l’8 maggio e la prima domenica di ottobre.
Bartolo Longo fu sempre devotamente sottomesso al Papa e dai papi fu sempre incoraggiato. Lo sostennero prima Leone XIII e poi san Pio X.
Morì il 5 ottobre del 1927, mese del Rosario.

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