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Quanto desiderabile è l’eternità

Posté par atempodiblog le 31 décembre 2020

Quanto desiderabile è l'eternità dans Citazioni, frasi e pensieri San-Francesco-di-Sales-atempodiblog

Gli anni se ne vanno; sfilano impercettibilmente gli uni dopo gli altri, e mentre passano mettono fine alla nostra vita mortale, perché con essi finiscono i nostri giorni. Ah! Quanto più desiderabile è l’eternità! La sua durata è senza fine, i suoi giorni senza notte e le sue consolazioni senza cambiamento. Che felicità per l’anima mia se la Misericordia di Dio la farà giungere ad assaporare tanta dolcezza! In attesa di vedere Gesù glorificato, adesso contempliamolo umiliato nella sua povera culla.

San Francesco di Sales. Negli insegnamenti e negli esempi
Diario Sacro estratto dalla sua vita e dalle sue opere per cura delle “Visitandine di Roma”.
Libreria Editrice F. Ferrari

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Con Gesù tra le braccia di Maria

Posté par atempodiblog le 15 décembre 2020

Con Gesù tra le braccia di Maria dans Avvento Con-Maria-Santissima-verso-il-santo-Natale-di-Ges

“Di solito mi abbandono, cerco di farmi piccolo e di mettermi nelle braccia della Madonna. E dico al Signore: Gesù, fammi un po’ di posto! Dovreste vedere quanto spazio c’è per tutti e due tra le braccia di tua Madre! E basta”.

di San Josemaría Escrivá de Balaguer

santo-Natale dans Citazioni, frasi e pensieri

Prepariamoci ad accogliere Gesù/ Domani inizia la novena di Natale (da recitarsi dal 16 al 24 dicembre)

Vi segnalo quella del Beato Giustino Maria Russolillo, per recitarla cliccare freccia dans Don Giustino Maria Russolillo Novena di Natale

Buon-Natale dans Preghiere

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Con Maria Immacolata verso il Santo Natale…

Posté par atempodiblog le 28 novembre 2020

Con Maria Immacolata verso il Santo Natale... dans Avvento Con-Maria-Immacolata-verso-il-Santo-Natale

“Tota pulchra es Maria, bellezza e dolcezza, bellezza nell’intelletto, fede e umiltà. Dolcezza nella volontà, carità e attività. Cima dello stelo, fiore. Cima della fede, cima dell’amore, cima dei giorni, cima delle opere, cima della preghiera, cima del paradiso”.

del Beato Giustino Maria della Santissima Trinità Russolillo

Botti di Capodanno, l'appello dei medici degli ospedali: “E' una tradizione negativa e pericolosa” dans Articoli di Giornali e News Santo-Natale

Novena a Maria SS. Immacolata (da recitarsi dal 29 novembre al 7 dicembre)

Vi segnalo quella del Beato Giustino Maria Russolillo, per recitarla cliccare  Freccia dans Stile di vita Novena a Maria SS. Immacolata

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Sarà santo Giustino Russolillo, il fondatore dei Vocazionisti

Posté par atempodiblog le 28 octobre 2020

Sarà santo Giustino Russolillo, il fondatore dei Vocazionisti
Il Papa ha autorizzato i decreti che porteranno agli altari anche diversi beati, alcuni dei quali martiri in Turchia, Italia e Brasile
di Alessandro De Carolis – Radio Vaticana

Sarà santo Giustino Russolillo, il fondatore dei Vocazionisti dans Articoli di Giornali e News IMG-4668

Un santo per tanti, iniziatore di opere ecclesiali, che fino alla fine fa e vuole essere un prete di parrocchia. Napoletano, terzo di dieci figli, origini modeste, Giustino Maria Russolillo fu sempre allergico agli onori da parte di chi verso la fine della sua vita aveva preso a chiamarlo “il Santo di Pianura”, la località dov’era nato nel 1891 e dove morirà nel 1955 dopo aver fondato la Società delle Divine Vocazioni e successivamente il ramo femminile delle religiose e l’Istituto secolare delle Apostole Vocazionsite. Il provvedimento che lo riguarda apre l’elenco dei decreti promulgati dalla Congregazione per le Cause dei Santi, dopo l’udienza di ieri del Papa al futuro cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

Il miracolo
In particolare, all’intercessione del beato Giustino Russolillo è stato attribuito il miracolo che lo porterà alla canonizzazione, ovvero la guarigione di un giovane vocazionista avvenuta il 21 aprile 2016 a Pozzuoli, dopo che il religioso di origine malgascia – rinvenuto a terra nella sua camera in mezzo a chiazze di sangue – era stato ricoverato il 16 aprile in condizioni molto gravi per danni all’apparato respiratorio. Lo stesso giorno del ricovero il superiore provinciale della Congregazione aveva invitato tutti i confratelli a pregare “don Giustino” per la guarigione e uno di loro il 18 aprile portò un’immagine del beato con una reliquia e la depose sul corpo del religioso malato. Quel giorno la situazione clinica era ancora molto grave, il 21 le condizioni migliorano in modo repentino e il giovane vocazionista esce dal coma fino a essere dimesso il 3 maggio.

Le nuove beate
Il riconoscimento di altri due miracoli porterà invece alla beatificazione di altre due fondatrici di istituti religiosi. Uno riguarda Maria Lorenza Requenses in Longo, nobildonna spagnola, nata nel 1463 a Lleida e spentasi nel 1539 a Napoli, dove si era trasferita col marito, reggente del Vicereame della città, e dove rimasta vedova apre l’Ospedale degli Incurabili. Gravemente ammalata si ritira nel monastero delle Monache Cappuccine, anch’esso da lei fondato. Il secondo miracolo è attribuito a Elisabetta Czacka (al secolo Rosa), nata a Bila Tserkva in Ucraina nel 1876 e morta a Laski in Polonia nel 1961, che nel 1918 fonda – lei non vedente – la Congregazione delle Suore Francescane Ancelle della Croce che ha tra i suoi scopi proprio l’inserimento sociale dei non vedenti, attraverso una preparazione oltre che spirituale, anche scolastica e professionale.

Storie di martirio e coraggio
Tra i martiri che saliranno agli altari figurano due frati cappuccini libanesi, vittime delle cosiddette “marce della morte” perpetrate dal movimento nazionalista dei “Giovani Turchi” durante genocidio armeno. Il primo, fra Leonardo Melki, viene arrestato e torturato nel 1915, il rifiuto di convertirsi all’islam lo condanna a una morte crudele a colpi di scimitarra. Sorte analoga tocca a fra Tommaso Saleh, anch’egli ucciso in odio alla fede nel 1917 per aver dato ospitalità a un sacerdote armeno, dopo aver subito ogni sorta di violenze e maltrattamenti. Tragica, trent’anni dopo, è anche la vicenda di don Luigi Lenzini, sacerdote diocesano, modenese, classe 1881, parroco a Crocette di Pavullo nel 1941, in una piccola parrocchia che sorge in una zona di operazioni partigiane. E sono proprio alcuni militanti comunisti a sequestrarlo nella notte tra il 20 e il 21 luglio 1945 e a ucciderlo in aperta campagna dopo averlo crudelmente seviziato.

Una storia simile a quella di Maria Goretti è quella che riguarda la brasiliana Isabella Cristina Mrad Campos, nata nel 1962, molto legata alla famiglia religiosa di San Vincenzo de Paoli – e con il sogno di diventare pediatra – che a vent’anni, il primo settembre 1982, perde la vita dopo aver resistito a un tentativo di stupro. A ucciderla un giovane operaio che da un paio di giorni aveva tentato di sedurla, rifiutato, mentre si trovava in casa della giovane per montare dei mobili e dove era ritornato la sera del primo settembre sapendola sola in casa. Il nuovo approccio si trasforma in realtà in una aggressione feroce e Isabella, legata e imbavagliata, viene assassinata con 13 coltellate inferte alla schiena e all’addome.

I nuovi Venerabili
Chiudono l’elenco due nuovi venerabili servi di Dio per i quali sono stati riconosciute le virtù eroiche. Si tratta del brasiliano Roberto Giovanni, fratello professo della Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesù Cristo (1903-1994), e della spagnola Maria Teresa del Cuore di Gesù (al secolo Celia Méndez y Delgado), cofondatrice della Congregazione delle Ancelle del Divino Cuore di Gesù (1844-1908).

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Madre Teresa e la santa Comunione sulla mano

Posté par atempodiblog le 5 septembre 2020

Madre Teresa e la santa Comunione sulla mano/ Per quanto concerne il ricevere la Santa Comunione nella mano, una chiarificazione sulla presunta dichiarazione di Madre Teresa: “La cosa che più mi rattrista…”
Fonte: Testo © Mother Teresa Center of the Missionaries of Charity

 Madre Teresa e la santa Comunione sulla mano dans Diego Manetti Madre-Teresa

Riguardo al modo di ricevere la Santa Comunione, la Chiesa dichiara: “Nonostante debba essere rispettato il diritto di ogni fedele di ricevere, se lo desidera, la Santa Comunione sulla lingua, se un comunicante desiderasse ricevere il Sacramento della Comunione sulla mano, in circoscrizioni dove la Conferenza Episcopale con il riconoscimento della Santa Sede, ne abbia dato il permesso, l’Ostia Sacra dovrà essere amministrata al richiedente. Comunque, è necessario assicurarsi attentamente che l’Ostia consacrata sia consumata dal comunicante alla presenza del sacerdote, in modo da evitare che qualcuno si allontani con le Specie Eucaristiche nella sua mano. Nel caso esistesse il rischio di una profanazione, la Comunione non deve essere posta sulla mano dei fedeli”. (Dalla CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI – ISTRUZIONE Redemptionis Sacramentum; in materia di argomenti da osservare o evitare riguardo alla Santissima Eucarestia)

Madre-Teresa dans Fede, morale e teologia

Madre Teresa non avrebbe mai contraddetto i dettami della Chiesa. Riguardo al modo in cui ricevere la Santa Comunione, ha scritto alle sue consorelle: “Questo è come il permesso dei Vescovi dato alcuni anni fa per ricevere la Santa Comunione nella mano. E’ permesso, ma non è un ordine,… come Missionarie della Carità, noi abbiamo scelto di ricevere la Santa Comunione sulla lingua. Se qualcuno vi interroga su questo, non entrate in discussione – “che ogni spirito dia gloria a Dio” – ma preghiamo che tutto sia fatto per la maggior gloria di Dio e il bene della Chiesa”.

Voi riportate questa citazione “Ovunque vada nel mondo intero, la cosa che maggiormente mi rattrista è vedere la gente ricevere la Comunione nella mano.” Questa dichiarazione non ci sembra autentica. Non abbiamo mai sentito Madre Teresa proferire queste parole e nemmeno le abbiamo mai incontrate nei suoi scritti. Una cosa che Madre Teresa soleva ripetere molto spesso era: “…Il più grande distruttore della pace oggigiorno è l’aborto, perché è una guerra contro il bambino, un diretto omicidio di un bambino innocente, ucciso dalla sua stessa madre…il più grande distruttore dell’amore e della pace è l’aborto.”

Divisore dans San Francesco di Sales

Ricorda
Si può dare la comunione in mano ai fedeli? Sì, a condizione che…

Ostia-santa dans Madre Teresa di Calcutta

Non intendo fare alcuna “crociata” contro la pratica di dare la comunione in mano ai fedeli che la richiedano, perché quello che dice la Chiesa, nostra madre, vale. Però non bisogna dimenticare che la Chiesa dice che tu puoi prendere la comunione con la mano e poi devi metterla in bocca, subito lì, davanti al sacerdote. Quindi i sacerdoti devono essere molto vigilanti in questo senso, richiamando eventuali fedeli che non dovessero consumare immediatamente la particola. E’ questo il momento in cui ci deve essere l’osservazione: se si applica la norma liturgica correttamente, il pericolo che un’ostia sia trafugata si riduce sensibilmente, sconfessando con ciò la tesi per cui dare la comunione in mano favorirebbe di per sé i furti di ostie.

Tratto da: L’ora di Satana (L’attacco del Male al mondo contemporaneo) di Padre Livio Fanzaga con Diego Manetti, Ed. Piemme

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Il centro è il posto che compete a Gesù

Posté par atempodiblog le 12 juin 2020

Il centro è il posto che compete a Gesù dans Citazioni, frasi e pensieri Sant-Antonio-da-Padova-atempodiblog

“Venne Gesù e si fermò nel mezzo”. Il centro è il posto che compete a Gesù: in cielo, nel grembo della Vergine, nella mangiatoia del gregge e sul patibolo della croce.

In cielo: “L’Agnello che sta in mezzo al trono”, cioè nel seno del Padre, “li guiderà e li condurrà alle fonti delle acque della vita” (Ap 7,17), cioè alla sazietà del gaudio celeste.

Nel grembo della Vergine: “Esultate e cantate lodi, abitanti di Sion, perché grande è in mezzo a voi il Santo d’Israele” (Is 12,6). O beata Maria, che sei figura degli abitanti di Sion, cioè della chiesa, che nell’incarnazione del Figlio tuo ha posto il fondamento dell’edificio della sua fede, esulta con tutto il cuore, canta con la bocca la sua lode: “L’anima mia magnifica il Signore!” (Lc 1,46), perché il grande, il piccolo e l’umile, il santo e il santificatore di Israele sta in mezzo a te, cioè nel tuo grembo.

Nella mangiatoia del gregge: “Sarai conosciuto in mezzo a due animali” (Ab 3,2 – Trad. dei LXX). “Il bue conosce il suo proprietario e l’asino la mangiatoia del suo padrone (Is 1,3).

Sul patibolo della croce: “Crocifissero insieme con lui altri due, da una parte e dall’altra, e Gesù nel mezzo” (Gv 19,18).

Venne dunque Gesù e si fermò nel mezzo. “Io sto in mezzo a voi – ci dice in Luca – come colui che serve” (Lc 22,27). Sta al centro di ogni cuore; sta al centro perché da lui, come dal centro, tutti i raggi della grazia si irradino verso di noi che camminiamo all’intorno e ci agitiamo alla periferia.

di sant’Antonio da Padova – Sermone dell’Ottava di Pasqua 6

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L’Eucaristia ha come fine: farci Dio (per partecipazione)

Posté par atempodiblog le 11 juin 2020

L’Eucaristia ha come fine: farci Dio (per partecipazione) dans Chiara Lubich Corpus-Domini-a-tempo-di-blog

L’Eucaristia non è che porti soltanto frutti belli, buoni, di santità, d’amore; non è nemmeno che abbia come primo scopo quello di aumentare l’unità con Dio e fra noi (come è comunemente intesa l’unità) e serva perciò a nutrire la presenza di Gesù in mezzo a noi. Sì, anche questo. Ma il compito dell’Eucaristia è un altro. L’Eucaristia ha come fine: farci Dio (per partecipazione). Mescolando le carni vivificate dallo Spirito Santo e vivificanti del Cristo con le nostre, ci divinizza nell’anima e nel corpo. Ci fa Dio dunque. Ora Dio non può stare che in Dio. Ecco perché l’Eucaristia fa entrare l’uomo, che se ne è cibato degnamente, nel seno del Padre, colloca l’uomo nella Trinità in Gesù. Nello stesso tempo l’Eucaristia non fa questo di un uomo soltanto, ma di molti, i quali, essendo tutti Dio, non sono più molti, ma uno. Sono Dio e tutti insieme in Dio. Sono uno con lui, persi in lui. Ora questa realtà, che opera l’Eucaristia, è la Chiesa. Che cos’è la Chiesa? È l’uno provocato dall’amore reciproco dei cristiani e dall’Eucaristia. La Chiesa è formata da uomini divinizzati, fatti Dio, uniti al Cristo che è Dio e fra loro. Se vogliamo il tutto visto un po’ all’umana, espresso cioè con termini umani – con un esempio che la Scrittura usa – la Chiesa è un corpo, il cui capo è Cristo glorioso. Ma come Cristo è nel seno della Trinità, così la Chiesa è chiamata ad essere, e lo è già sin da quaggiù, nei membri in cui l’Eucaristia opera, nel seno del Padre. E se in parte non lo è ancora, è in viaggio verso di esso. L’uomo poi travolge con sé tutto il creato, perché ne è la sintesi. Tutto quanto è uscito da Dio ritorna perciò, per l’Eucaristia, nella Trinità.

Chiara Lubich, La Dottrina spirituale, Citta Nuova, 2001, p. 173

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«Almeno tu, amami!». Cosa ci chiede il Sacro Cuore

Posté par atempodiblog le 10 juin 2020

«Almeno tu, amami!». Cosa ci chiede il Sacro Cuore
Il mistero dell’amore di Dio per noi lascia sbalorditi, soprattutto alla luce della nostra ingratitudine. Nelle rivelazioni a santa Margherita Maria Alacoque, Gesù dice alla giovane suora: «Almeno tu, amami!». La devozione del Sacro Cuore richiama essenzialmente il cristiano alla riparazione, supplendo dinanzi a Gesù tante altre anime che non lo amano. Viviamo la novena, che inizia oggi, con questo spirito di salvezza rivelato anche ai santi pastorelli di Fatima.
di don Paolo Ciccotti – La nuova Bussola Quotidiana

«Almeno tu, amami!». Cosa ci chiede il Sacro Cuore dans Fede, morale e teologia Sacro-Cuore-di-Ges-a-tempo-di-blog

“Il mio cuore – dice Dio per bocca del profeta Osea (11,8) – si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione”. Questo grande mistero dell’amore di Dio per noi ci lascia sbalorditi e senza parole, soprattutto alla luce dell’indifferenza e dell’ingratitudine di cui siamo capaci. Il compimento di questo infinito amore che si commuove e si riversa sull’umanità, ferita a morte dal peccato, bene ce lo descrive l’Apostolo Giovanni che così sintetizza l’immolazione del Figlio Unigenito del Padre sulla croce: “Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine” (Gv 13, 1). La vita di ogni uomo è ormai illuminata e rischiarata dalla mirabile verità del cuore di Gesù trapassato sulla croce che offre Sé stesso per il mondo.

Quando Giovanni Paolo II andò in visita a Paray-le-Monial, davanti alle reliquie di santa Margherita Maria Alacoque, pregò per la riscoperta dell’amore del Salvatore e la necessità di lasciarsi permeare da esso. Mostrandole il Suo Cuore ferito dal peccato degli uomini che gettava fiamme d’amore, Gesù disse un giorno a santa Margherita Maria: “Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini e che nulla ha risparmiato fino ad esaurirsi e a consumarsi per testimoniare loro il suo Amore”.

Fu Gesù stesso a chiedere la festa del Sacro Cuore: “Ti chiedo che il primo venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini sia dedicato a una festa particolare per onorare il mio Cuore, ricevendo in quel giorno la Santa Comunione e facendo un’ammenda d’onore per riparare tutti gli oltraggi ricevuti durante il periodo in cui è stato esposto sugli altari. Io ti prometto che il mio Cuore si dilaterà per effondere con abbondanza le ricchezze del suo divino Amore su coloro che gli renderanno questo onore e procureranno che gli sia reso da altri”.

Durante la visione, suor Margherita Maria sentì pure queste altre parole del Salvatore: “Almeno tu, amami!”. Gesù viene a mendicare l’amore! Così aveva fatto con san Pietro sul lago di Tiberiade: “Pietro, mi ami tu?”. Non crediamo che Gesù non abbia desiderio di essere amato: chi ama desidera essere riamato, parlare lo stesso linguaggio, effondersi. Il Cuore divino di Gesù chiama il nostro cuore.

La devozione al Sacro Cuore – come ha sapientemente messo in luce il grande don Divo Barsotti nel suo libro “La mistica della riparazione” – è essenzialmente una devozione riparatrice, richiama il cristiano alla riparazione. Per don Divo è certo che la riparazione è stata voluta direttamente da Gesù Cristo che, presentando il suo Cuore, è venuto a incitarci e a impegnarci all’espiazione e alla riparazione.

La mistica della riparazione non è nuova nella devozione cattolica, ma certamente prima delle rivelazioni di Paray-le-Monial non era sentita in modo così chiaro, definito, specifico, come compito proprio della pietà cattolica. Oggi noi non potremmo più vivere – sono parole di padre Barsotti – la nostra vita cristiana integrale, non potremmo più rispondere a una vocazione divina che ci chiama alla perfezione, senza sentirci impegnati in modo preciso all’adempimento di questo dovere.

È lecito domandarci allora cosa si intenda per riparazione e per quali motivi dobbiamo sentirci ad essa impegnati. Le parole stesse di Gesù a santa Margherita Maria ce lo chiariscono: si tratta di supplire dinanzi al suo Cuore tante altre anime che non lo amano. La riparazione esprime innanzitutto un impegno di supplenza, e questo è veramente cristiano.  Nel nostro andare verso Dio non possiamo mai concepirci da soli, separati dalla comunità: al contrario, quanto più ci accostiamo al Cuore di Dio, tanto più siamo chiamati a portare con noi – a rappresentare in un certo qual modo – tutti gli altri che sono lontani.

Dicendo a suor Margherita Maria “almeno tu, amami!”, Gesù non intende rinunziare all’amore di coloro che non lo amano, ma chiede a chi ha conosciuto il suo Amore di compensare l’amore di coloro che glielo negano. Il Signore ci chiede di amarlo anche per coloro che non lo amano. A Fatima, nella primavera del 1916, l’Angelo insegnerà ai pastorelli una preghiera che va proprio in questa direzione: “Dio mio, io credo, adoro, spero e Vi amo. Io Vi domando perdono per coloro che non credono, non adorano, non sperano, non Vi amano”.

L’amore che il Signore ci chiede come mendicante divino d’amore non ci sottrae al mondo, non ci divide dagli altri, al contrario, ci unisce di più ai nostri fratelli e alle nostre sorelle, perché tali sono, e ci fa responsabili per tutti.

Il protomartire Stefano, con la sua morte, fa presente la morte del Cristo e come Gesù prega: “Signore, non imputare loro questo peccato”. Il martirio cristiano non è mai soltanto testimonianza di amore per Dio, ma sempre anche testimonianza di amore per gli uomini, per quelli stessi che ti danno la morte.

Non siamo salvi se non è salvo con noi l’universo, diceva Péguy. Certo, non è l’uomo, per quanto santo possa essere, che redime e salva gli altri, ma è solo Dio che salva: “In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati” (At 4,12). Ma è pur vero che Gesù vive in noi e, se noi lo lasciamo vivere, Egli continua l’opera che gli è propria, la salvezza del mondo.

A questo ci invita la festa del Sacro Cuore, a lasciare che Egli attraverso di noi possa continuare la Sua opera di redenzione del mondo. Ecco a quale vetta sublime siamo chiamati, a diventare santi della santità di Gesù, a diventare vittime immolate che si offrono al Padre per ottenere misericordia per il mondo intero.

A santa Margherita Maria, che chiedeva a Gesù di aver compassione della sua debolezza, fu donata questa rassicurante parola: “Sarò Io la tua forza, non temere; ma presta sempre attenzione alla mia voce e a ciò che ti chiedo, per portare a termine i miei disegni”.

Prepariamoci a vivere intensamente la Solennità del Sacro Cuore di Gesù. Nella novena di preparazione, che inizia oggi, possiamo pregare facendo nostre queste parole di don Divo Barsotti:

Signore, noi ci offriamo a te, consumaci tu nel tuo amore,
perché non viva più in noi che il tuo Cuore divino,
il tuo medesimo Spirito
e sia tutta la nostra vita come fu la tua, Signore:
un dono, un’offerta d’amore…
Signore, tu hai fatto tante volte questo miracolo:
hai tolto il cuore di pietra che avevano tanti tuoi santi
e hai messo al posto del loro il tuo Cuore di carne.
Ecco noi ti offriamo noi stessi perché tu strappi dalle nostre viscere
questo cuore che non ha saputo finora amarti come doveva
e tu metta in noi il tuo medesimo Cuore…
Vivi tu stesso in noi; ti offriamo noi stessi
perché tu voglia possederci in modo perfetto
e sia tu solo a vivere in noi.

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Novena al Sacro Cuore di Gesù

Posté par atempodiblog le 10 juin 2020

Novena al Sacro Cuore di Gesù
Coroncina (può essere recitata in preparazione della solennità del Sacro Cuore di Gesù)
Tratta da: San Pio da Pietrelcina

Novena al Sacro Cuore di Gesù dans Padre Pio Sacro-Cuore-di-Ges-A-tempo-di-Blog

(Recitata ogni giorno da Padre Pio per tutti quelli che si raccomandavano alle sue preghiere)

1. O mio Gesù, che hai detto: «In verità vi dico, chiedete e riceverete, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto». Ecco che io busso, io cerco, io chiedo la grazia…

Padre Nostro, Ave Maria, Gloria al Padre. Sacro Cuore di Gesù, confido e spero in te.

2. O mio Gesù, che hai detto: «In verità vi dico, tutto quello che chiederete al Padre mio nel mio nome, ve lo concederà». Ecco che al Padre tuo, nel tuo nome, io chiedo la grazia…

Padre Nostro, Ave Maria, Gloria al Padre. Sacro Cuore di Gesù, confido e spero in te.

3. O mio Gesù, che hai detto: «In verità vi dico, il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno». Ecco che, appoggiato all’infallibilità delle tue sante parole, io chiedo la grazia…

Padre Nostro, Ave Maria, Gloria al Padre. Sacro Cuore di Gesù, confido e spero in te.

O Sacro Cuore di Gesù, cui è impossibile non aver compassione degli infelici, abbi pietà di noi, poveri peccatori, e concedici la grazia che ti domandiamo per intercessione del Cuore Immacolato di Maria, tua e nostra tenera Madre.

San Giuseppe, padre putativo del Sacro Cuore di Gesù, prega per noi. Salve Regina.

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Shock per la morte di un’elefantessa incinta, ma resta normale la strage di bambini

Posté par atempodiblog le 9 juin 2020

Shock per la morte di un’elefantessa incinta, ma resta normale la strage di bambini
Il dolore e l’indignazione per la morte di un pachiderma e del cucciolo che aveva in gestazione sono doverosi e sono tratti propriamente umani! Come mai non riusciamo più a riconoscere la dignità dell’uomo, il suo valore e la gravità della pratica dell’aborto in tutto il mondo?
di Arianna Trotta
Tratto da: ALETEIA 

Shock per la morte di un’elefantessa incinta, ma resta normale la strage di bambini dans Aborto Elefantessa

Due giorni fa (il 3 giugno scorso, NdR) è uscita la notizia che in India è morta un’elefantessa e il suo cucciolo che portava in grembo per aver ingerito un ananas ripieno di petardi. Va subito detto che la notizia è stata riportata in modo incorretto, l’ananas di petardi non le è stato dato da mangiare con l’intento di vederla morire per divertimento, ma è stato messo da dei contadini con lo scopo di proteggere i propri terreni dalla devastazione dei cinghiali selvaggi, e per errore è stato trovato ed ingerito dalla sfortunata elefantessa incinta.

Qualcuno potrebbe dire: e allora? non cambia! se l’avesse mangiato un cinghiale sarebbe stato altrettanto crudele! Fermo restando che gli intenti (quello vero e quello falsamente narrato) sono evidentemente non equiparabili, non è questo il punto su cui ci vogliamo soffermare.

Dando per buona la notizia come falsamente narrata, si sono visti in Italia post lunghissimi e seguitissimi di gente che giustamente condannava il fatto, ma poi iniziava a condannare l’intero genere umano (dimenticando forse di farne parte) con frasi come “anche oggi l’umanità ha fallito” o “finché l’uomo continuerà con queste atrocità sarà lui la bestia”. Ma anche questo non è il punto che ci interessa sottolineare.

Le gravidanze degli elefanti di questa razza durano circa 22 mesi, questa elefantessa avrebbe partorito fra 18, dunque si trovava a circa 4 mesi su 22 (18% della gravidanza).

L’aborto è consentito, in Italia, entro i primi 3 mesi su 9 (33% della gravidanza) se non oltre. In altri Paesi le percentuali variano arrivando anche fino al 100%.

Qualcuno si è per caso fatto tutti questi calcoli prima di dire (giustamente) che quello che portava l’elefantessa in grembo fosse semplicemente suo figlio, un elefantino, e non: parte del suo utero, un grumo di cellule, solo un feto, non senziente, non ancora formato, non autosufficiente ecc…

Qualcuno se l’è domandato? O per gli animali è scontato che se una femmina è incinta e muore, muore pure suo FIGLIO, mentre per i “cuccioli d’uomo” ci inventiamo qualsiasi giro di parole, qualsiasi appiglio pseudo scientifico (smentito abbondantemente), pur di consentire che i figli dell’uomo vengano avvelenati o smembrati nei grembi delle loro stesse madri?

L’aborto tra l’altro è ben peggiore per almeno due motivi: 1) a perdere la vita è un’essere umano (se la vita dell’uomo valesse quanto quella animale dovremmo tutti costituirci per l’assassinio di zanzare e insetti vari che sicuramente ci sarà capitato di commettere). 2) la povera mamma elefante non ha scelto la morte di suo figlio, è capitato; la donna che sceglie di abortire (così come chiunque la sostenga o collabori alla pratica abortiva) si rende invece responsabile in prima persona della morte del figlio che porta in grembo, ricorrendo all’utilizzo del personale medico che dovrebbe essere deontologicamente vincolato a salvare vite, non ad ucciderle.

Quindi, fermo restando che uccidere animali per divertimento (anche se non è questo il caso) è qualcosa di perverso ed aberrante da condannare, se ci si scandalizza per la morte di un feto di elefante ma non per l’uccisione di un feto umano, anzi, magari a promuoverla sono proprio gli stessi, allora sì che “l’umanità ha fallito” perché “finché l’uomo continuerà con QUESTE atrocità sarà lui la bestia”.

P.S. è ovvio che di per sé la vicenda di un’elefantessa incinta che muore insieme al figlio in questo modo non c’entri nulla con una donna che decide di abortire suo figlio, ma se si rappresenta così (prima immagine) un’elefantessa incinta al quarto mese su 22, è giusto che venga rappresentato così (seconda immagine) un aborto consentito fino al terzo mese su 9 se non di più.

Non si può piangere (giustamente) la morte di mamma e figlio elefante se contemporaneamente però si promuove l’uccisione dei figli dell’uomo, permettendo che questi vengano fatti a pezzi nel grembo delle loro stesse madri.

Freccia dans Viaggi & Vacanze QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DAL BLOG UNIVERSITARI PER LA VITA

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SCUOLA/ Con il “no” alle paritarie M5s affossa la scuola statale

Posté par atempodiblog le 3 juin 2020

SCUOLA/ Con il “no” alle paritarie M5s affossa la scuola statale
Il decreto scuola è alla Camera. M5s continua a dire no alle paritarie, credendo di difendere la scuola pubblica. Ma così fa l’opposto
di Annamaria Poggi – Il Sussidiario

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L’arringa della senatrice Bianca Laura Granato del Movimento 5 Stelle contro le scuole paritarie declamata nella seduta del 28 maggio durante la seduta di approvazione in Senato del decreto scuola, non va presa sottogamba o accantonata come l’intemerata di una singola parlamentare, perché esprime la posizione che da sempre M5s dichiara come posizione ufficiale sulla scuola.

Per chi lo avesse dimenticato, il socio di maggioranza del Governo – che ha altresì espresso il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – così scriveva nel suo programma elettorale ufficiale depositato sul blog di Beppe Grillo per le elezioni politiche del 2018 riguardo al punto in questione: “Risorse finanziarie dello Stato erogate solo alla scuola pubblica”. L’esplicitazione del punto (guarda caso elaborata proprio con il contributo fondamentale della senatrice Granato, che nei desiderata del Movimento avrebbe dovuto guidare il Miur nel primo governo giallo-verde) chiama in causa l’art. 33 della Costituzione, secondo cui gli enti privati possono istituire delle scuola private, “ma lo Stato non deve avere alcun onere” (da Money, 27 febbraio 2018).

Per fortuna nel Decreto scuola la sua maggioranza non l’ha seguita e ha, invece, modificato lo stesso decreto, aumentando lo stanziamento a 150 milioni, dopo le vibranti proteste del mondo associativo cattolico e non solo. Infatti dalla stessa maggioranza si è levata sia la voce di chi da sempre si batte per la difesa delle paritarie (Gabriele Toccafondi in primis) sia la voce del Pd per bocca, tra l’altro, della senatrice Fedeli, già ministro dell’Istruzione, che ha sottolineato l’importanza delle scuole paritarie, ed anzi ha lamentato l’insufficienza dei fondi stanziati. La stessa posizione è stata anche espressa dal segretario nazionale della Flc-Cgil Francesco Sinopoli in un’intervista comparsa su Avvenire, in cui chiede l’aumento dei fondi per la scuola, scuola paritaria compresa.

Il che è molto interessante e degno di nota: chi da sempre sostiene il valore del sistema “pubblico” dell’istruzione ha ben compreso che attaccare le scuole paritarie con l’obiettivo di farle sparire vuol dire minare alla radice la stessa sussistenza del sistema pubblico. Sta diventando chiaro, in sostanza, che la posizione del Movimento 5 Stelle non è solo contro la scuola paritaria, ma contro il sistema scolastico pubblico italiano che, senza l’apporto fondamentale delle scuole paritarie, sarebbe monco e più inefficiente.

Anzitutto monco: pubblico non vuol dire statale, ne in Italia, né negli altri Paesi europei. “Senza oneri per lo Stato” non vuol dire divieto per lo Stato di intervenire sulle scuole paritarie già esistenti, come dimostra la lettura dei verbali dell’Assemblea Costituente che consiglierei di leggere attentamente, per evitare di mettere in bocca ai Costituenti cose che non si sono mai sognati di dire. Non solo, ma lo stesso articolo 33 Cost. dice espressamente che agli alunni delle scuole paritarie deve essere garantito un “trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni delle scuole statali”. Inoltre, tranne che in Grecia, in tutti i Paesi europei le scuole paritarie sono tutelate, a presidio della libertà e della democrazia.

In secondo luogo meno efficiente: i risparmi che la scuola paritaria realizza sono noti da tempo (v. le varie elaborazioni, anche di fonte non cattolica) e, inoltre, se solo il 33% degli alunni delle scuole paritarie si riversasse nel sistema statale ciò comporterebbe un onere in più di 1,6 miliardi per le casse dello Stato (Fonte: Istituto Bruno Leoni).

In un comunicato stampa del 18 maggio scorso l’on. Maurizio Lupi ha ricordato due cose che ogni parlamentare della Repubblica dovrebbe tenere bene a mente: tagliare i fondi alle scuole paritarie significa discriminare 866mila ragazzi e bambini, le loro famiglie e i loro professori. Quindi violare l’art. 3 della Costituzione. Significa pure agire in piena violazione di una legge della Repubblica: la legge n. 62 del 2000, che ha inserito a pieno titolo le scuole paritarie nel sistema nazionale di istruzione.

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Oggi la Chiesa celebra i 100 anni dalla canonizzazione di Santa Margherita Maria Alacoque

Posté par atempodiblog le 13 mai 2020

Oggi la Chiesa celebra i 100 anni dalla canonizzazione di Santa Margherita Maria Alacoque
Tre secoli dopo aver promosso la devozione al Sacro Cuore di Gesù, la veggente francese è stata canonizzata il 13 maggio 1920
di Philip Kosloski – Aleteia

Santa Margherita Maria Alacoque, apostola del Sacro Cuore dans Articoli di Giornali e News

Nel 1673, una religiosa visitandina francese di nome Margherita Maria Alacoque ha avuto delle visioni di Gesù, in cui Egli ha chiesto alla Chiesa di onorare il suo Sacro Cuore.

Se quella al Cuore di Gesù era una devozione antica, che affondava le radici ai primi secoli del cristianesimo, non era diffusa, e si è affermata solo dopo che l’approvazione da parte della Chiesa delle rivelazioni private alla religiosa.

Le sue rivelazioni non sono state accettate immediatamente. Ci sono voluti infatti quasi tre secoli perché la Chiesa canonizzasse Santa Margherita Maria, il 13 maggio 1920.

Nonostante i ritardi nell’approvazione ufficiale da parte della Chiesa, i messaggi di tutte le sue rivelazioni private sono diventati estremamente popolari. Uno dei motivi è il fatto che le parole e le immagini usate da Gesù nelle visioni parlavano dell’amore appassionato di Dio nei confronti dell’umanità.

Ad esempio, Santa Margherita Maria raccontava in questo modo ciò che era accaduto durante la prima visione:

“Una volta, davanti al santo Sacramento, con un po’ di tempo a disposizione, perché le mie incombenze me ne lasciavano assai poco, mi ritrovai tutta investita da questa presenza divina, così forte che mi dimenticai di me stessa e del luogo dov’ero. Allora mi abbandonai a questo divino Spirito, consegnando il mio cuore alla forza del suo amore. Lui mi fece riposare a lungo sul suo petto divino e lì mi fece scoprire le meraviglie del suo amore e i segreti inesplicabili del suo sacro Cuore, che mi aveva sempre tenuto nascosti”.

Poi Gesù parlò a Santa Margherita Maria mentre lei era vicina al suo Cuore:

“Il mio Cuore Divino è così appassionatamente innamorato [degli uomini] che non riesce più a contenere in sé le fiamme della sua ardente carità. Deve effonderle attraverso di te, e manifestarsi per arricchirli con i suoi preziosi tesori, che contengono tutte le grazie di cui hanno bisogno per essere salvati dalla perdizione”.

Gesù si rivelò anche con il suo Cuore fuori dal Corpo, a simboleggiare come Egli non potesse contenere il suo amore per noi e il suo Cuore gli uscisse letteralmente dal petto, simbolo del suo amore appassionato.

Gesù ha anche fatto alcune promesse a Santa Margherita Maria parlando di chi fosse stato devoto al suo Sacro Cuore:

“Io Ti prometto, nell’eccesso della Misericordia del mio Cuore, che il mio Amore Onnipotente concederà a tutti coloro che si comunicheranno al Primo Venerdì del mese per nove mesi consecutivi, la grazia del pentimento finale, quindi essi non moriranno nella mia disgrazia, né senza ricevere i Santi Sacramenti, e il mio Cuore in quell’ora estrema sarà il loro rifugio più sicuro”.

La rivelazione del Sacro Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria è un grande promemoria per noi, e dissipa qualsiasi falsa immagine di Dio che possiamo avere. Non è un Dio distante, che cerca di distruggerci, ma un amante, che desidera la nostra anima, sperando di riempirla con la sua gioia.

Nel giorno in cui la Chiesa celebra i 100 anni della canonizzazione di Santa Margherita Maria Alacoque, dovremmo riflettere sulle varie immagini di Dio che abbiamo e pensare come Gesù ci offra il suo Cuore, desiderando che riposiamo su di esso.

Divisore dans San Francesco di Sales

Cliccare per approfondire:

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Novena alla Divina Misericordia (dal 10 al 18 aprile 2020)

Posté par atempodiblog le 10 avril 2020

Novena alla Divina Misericordia (dal 25 marzo al 2 aprile 2016) dans Fede, morale e teologia Ges-confido-in-Te

La Festa della Divina Misericordia, secondo le apparizioni di Gesù a santa Faustina, deve essere preceduta da una novena, che va recitata ogni giorno a partire dal Venerdì Santo per nove giorni consecutivi, fino al sabato precedente la Festa della Misericordia (seconda Domenica di Pasqua, dal 10 al 18 aprile 2020, ndr).

Gesù per due volte espresse il desiderio che la sua confidente, attraverso una preghiera di nove giorni, si preparasse a questa Solennità. La Santa ci ha trasmesso la promessa del Salvatore rivolta a tutti i fedeli e contenuta in queste parole: “Durante questa novena elargirò alle anime grazie di ogni genere”.

Sebbene il tempo tra il Venerdì Santo e la seconda Domenica di Pasqua possegga un particolare privilegio, tuttavia la novena alla Divina Misericordia può essere recitata anche in qualsiasi altro periodo dell’anno. (Radio Maria)

Per recitare la novena cliccare qui Freccia dans Viaggi & Vacanze NOVENA ALLA DIVINA MISERICORDIA

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Novena per la patria

Posté par atempodiblog le 26 mars 2020

Novena per la patria dans Fede, morale e teologia Santa-Faustina

Una volta sentii queste parole: «Va’ dalla Superiora e chiedi che ti permetta di fare ogni giorno un’ora di adorazione per nove giorni; durante questa adorazione cerca di fare la tua preghiera con Mia Madre. Prega di cuore in unione con Maria; procura inoltre in questo tempo di fare la Via Crucis».

Ottenni il permesso non per un’ora intera, ma soltanto per il tempo che avevo, dopo compiuti i miei doveri. Dovevo fare quella novena per la patria.

Il settimo giorno della novena vidi la Madonna fra cielo e terra, in una veste chiara. Pregava con le mani giunte sul petto e lo sguardo rivolto al cielo e dal suo Cuore uscivano dei raggi di fuoco, alcuni dei quali erano diretti verso il cielo, mentre gli altri coprivano la nostra terra.

Divisore dans San Francesco di Sales

Freccia dans Viaggi & Vacanze  Via Crucis del Beato Giustino M. Russolillo

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Novena a San Giuseppe

Posté par atempodiblog le 10 mars 2020

Novena a San Giuseppe dans Preghiere San-Giuseppe

San Giuseppe mi ha chiesto di avere per lui una devozione continua.

Santa Faustina Kowalska

Divisore dans San Francesco di Sales

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