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“Tu scendi dalle stelle”, storia di un canto che ha fatto la storia del Natale

Posté par atempodiblog le 24 décembre 2024

“Tu scendi dalle stelle”, storia di un canto che ha fatto la storia del Natale
Uno dei canti più popolari del Natale nasce dall’ispirazione che ebbe Sant’Alfonso Maria de’ Liguori
di Antonio Tarallo – ACI Stampa

“Tu scendi dalle stelle”, storia di un canto che ha fatto la storia del Natale dans Antonio Tarallo Tu-scendi-dalle-stelle

Natale vuol dire anche musica: note che entrano nel cuore. Una melodia aiuta sempre a pregare. Lo sapeva bene Sant’Agostino: “Chi canta prega due volte”. Ed è proprio vero. E fra i canti natalizi più conosciuti vi è il famoso “Tu scendi dalle stelle”: una melodia che commuove e muove l’animo alla grotta di Betlemme. 

La canzone ha origini antiche: il testo che tutti conosciamo deriva da un motivo scritto nel dicembre 1754, dal titolo “Quanno nascette Ninno” (chiamato anche con il nome “Pastorale »). Autore del brano, Sant’Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787). Fu scritto in lingua napoletana. Una grande novità per l’epoca: il primo testo di un canto religioso scritto in lingua partenopea. Quando fu pubblicato nel 1816, venne chiamato « “Per la nascita di Gesù ». 

Già i versi dell’incipit rendono bene l’idea: “Quanno nascette Ninno a Bettlemme / Era nott’e pareva miezo juorno. / Maje le Stelle – lustre e belle Se vedetteno accossí: / E a cchiù lucente / Jett’a chiammà li Magge all’Uriente. / De pressa se scetajeno l’aucielle / Cantanno de na forma tutta nova: / Pe ‘nsí agrille – co li strille, /  E zombanno a ccà e a llà; / È nato, è nato, / Decevano, lo Dio, che nc’à criato”. Proviamo a tradurre questo napoletano così antico in un moderno italiano per avere meglio il quadro della scena: « Quando nacque il Bambino a Betlemme / Era notte eppure sembrava mezzogiorno. / Le stelle così belle e lucenti non si videro mai così: / E la più lucente/ andò a chiamare i Re Magi dell’Oriente. / Velocemente si svegliarono gli uccelli / cantando in nuova forma: / così anche i grilli, con le stelle, / e saltellano qui e lì; / È nato, è nato, / così dicevano, il Dio che ci ha creato ». E’ la natura che parla e che partecipa a tutta la bellezza della nascita di un bambino, anzi del Bambino. Tutti partecipano a questa Natività, con stupore e meraviglia.

Ma come nasce “Quanno nascette Ninno”? In merito a questo racconto abbiamo diverse versioni. Una, ci parla della città campana di Nola, un’altra della città Scala o Santa Maria dei Monti; altra versione, quella che fa riferimento al convento della Consolazione di Deliceto, in provincia di Foggia. La versione che vede nascere la famosa canzone nei pressi di Nola è quella con più dettagli. “In questo palazzo S. Alfonso Maria de’ Liguori, ospite dei Rev.mi Canonici Giuseppe, Michele e Felice Zamparelli, nel corso della Novena alla Beata Vergine Maria nel dicembre del 1754 compose la celebre pastorale natalizia “Tu scendi dalle stelle”, presentata per la prima volta nella Cattedrale di Nola in occasione del Santo Natale”, così recita una targa posta nel 2010 nel palazzo dove si crede abbia soggiornato, per un periodo, il santo redentorista, ospite di un sacerdote del luogo, tale Don Michele  Zamparelli, citato nella targa.

Nel corso di una delle sue missioni popolari, nel 1754, Sant’Alfonso stava predicando a Nola, in provincia di Napoli. Poche ore prima della Santa Messa di Natale voleva comporre un nuovo inno natalizio. La famosa melodia – denominata “Pastorale” – fu scritta in presenza dello stesso don Zamparelli che fu il primo, in assoluto, ad ascoltarla. Il sacerdote, emozionato dall’evento, chiese subito al santo di poterla copiare. Il santo però si oppose, volendola prima farla stampare. Poco dopo, il santo scese per celebrare la Messa di Natale, lasciando i fogli del componimento in vista. Don Michele li copiò e nascose i preziosi foglietti nelle sue tasche. Aveva raggiunto l’ambizioso traguardo. Ora poteva andare a concelebrare. E fu in questo momento che accadde un episodio assai divertente. Sant’Alfonso era proprio nel momento di cantare quel canto che aveva composto poco prima, quando gli mancarono le parole. Ma si sa, i santi conoscono tutto e, allora, mandò un chierichetto a chiedere a don Zamparelli “quei fogli che stavano nel suo taschino”. La chiesa fu “riempita”, finalmente, dalle note del nuovo canto sacro. Era nata quella che noi oggi cantiamo come “Tu scendi dalle stelle”.

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Parigi. C’è un presepe di Napoli nella cattedrale di Notre-Dame

Posté par atempodiblog le 24 décembre 2024

Parigi. C’è un presepe di Napoli nella cattedrale di Notre-Dame
Esposto il capolavoro settecentesco appartenuto al collezionista Ravaglioli. L’allestimento potrà essere ammirato fino a inizio febbraio
di Daniele Zappalà – Avvenire
Tratto da: 
Radio Maria

Parigi. C'è un presepe di Napoli nella cattedrale di Notre-Dame dans Articoli di Giornali e News Parigi-C-un-presepe-di-Napoli-nella-cattedrale-di-Notre-Dame

Questo primo Natale celebrato a Parigi nella Cattedrale di Notre-Dame appena riaperta ha pure un sapore e colori un po’ italiani. Avanzando nella navata Nord, i fedeli e visitatori vengono presto attratti dall’incanto di un’isola di luce che suggerisce già a distanza il mistero fulgido della Natività. Si tratta proprio di uno splendido presepe di tradizione napoletana settecentesca, allestito grazie a una felice comunanza d’intenti fra i due versanti delle Alpi.

L’insieme si deve al critico d’arte e collezionista Alberto Ravaglioli, deceduto prematuramente l’anno scorso. Lungo i decenni, per studio e passione, aveva esplorato i segreti della nobile arte partenopea, instaurando un rapporto speciale proprio con le due botteghe artigianali all’origine del presepe esposto ora a Parigi: quella dei fratelli Sinno, per quanto riguarda le figure, e quella di Biagio Roscigno, per le scenografie.

Il sì della Cattedrale è giunto anche grazie all’impegno dell’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede, prima di un sostegno offerto pure dall’Ambasciata d’Italia a Parigi. Allestito su una lunghezza di 6 metri, il presepe incanta tanto per il numero delle figure — circa 160, di un’altezza attorno ai 25 centimetri —, quanto per la pregevolezza di ogni singolo dettaglio, oltre che per la variopinta armonia d’insieme.

Destinato ad essere ammirato da oltre 2 milioni di persone fino a inizio febbraio, il presepe ha ricevuto venerdì scorso la benedizione di monsignor Olivier Ribadeau Dumas, rettore della Cattedrale, pronto a sottolineare pure il felice contesto di questa presenza dell’arte napoletana a Parigi:

«Papa Francesco, qualche giorno fa in Corsica, ha parlato della religiosità popolare, della necessità di vivere la nostra fede con dei segni. Il presepe è una manifestazione essenziale di questa religiosità popolare e permette alle persone di raccogliersi e di riconoscersi in questi pastori che illustrano così bene la vita di tutti i tempi, di tutti i giorni».

Per il rettore, la natura stessa dell’iniziativa ha un forte valore simbolico: «È un nuovo segno dell’amicizia fra la Francia e l’Italia. È un nuovo segno della cattolicità della Chiesa, cioè della sua universalità. La Chiesa è universale, tutte le tradizioni vi si ritrovano. E la tradizione napoletana di questo presepe ci dice magnificamente che è fatto affinché chiunque passi davanti possa pregare».

L’opera è stata posta ai piedi della Natività trecentesca rappresentata sulla facciata esterna del coro di Notre-Dame, all’insegna dunque pure di un felice gioco di corrispondenze artistiche fra Medioevo e Settecento.

Per la realizzazione del sogno di Alberto Ravaglioli di vedere il proprio presepe esposto a Notre-Dame si è molto speso il fratello Marco, già corrispondente Rai e deputato Dc: «Opere come queste sono pure straordinari biglietti da visita e strumenti dei rapporti internazionali. In un modo che resta al di sopra degli interessi contingenti, danno visibilità allo spirito italiano più autentico e genuino. Così, si porta nel mondo il messaggio della cultura e della spiritualità italiane». Al fianco della realizzazione, pure sponsor quali Banca Intesa San Paolo, Ferrero, Generali e World Cargo.

L’avvocato Agatino Alajmo, amico intimo di Alberto Ravaglioli, è un altro protagonista dell’iniziativa: «Si tratta innanzitutto di una promessa mantenuta. È stato un lavoro duro, ma pure un’esperienza bellissima, oltre che una grande soddisfazione. Il risultato è un messaggio di fede e di fiducia».

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Il valore apologetico del presepe napoletano

Posté par atempodiblog le 23 décembre 2024

Il valore apologetico del presepe napoletano
di Corrado Gnerre

Il valore apologetico del presepe napoletano dans Avvento Presepe-napoletano-del-700

Il presepe è una devozione autenticamente cattolica. Escludendo i cosiddetti presepi viventi che hanno avuto san Francesco come iniziatore, tra quelli classici il presepe napoletano è sicuramente il più famoso e, diciamolo anche francamente, il più bello.

Ci sono almeno sei fondamentali caratteristiche che rendono questo tipo di presepe non solo unico, ma anche fortemente apologetico, nel senso che esso più chiaramente esprime la verità cattolica.
Tutti i presepi sono autenticamente cattolici, ma quello napoletano lo è ancora di più.

La prima caratteristica cattolica del presepe napoletano è la collocazione della Natività sotto un rudere dell’antica civiltà romana. Il significato è chiaro: il Cristianesimo ha superato il paganesimo.
Chiediamoci: perché i presepisti napoletani del XVIII sec. – secolo di maggiore splendore di quest’arte – ci tennero ad esprimere questo messaggio? Perché proprio in quel tempo si voleva diffondere, ancor più che nel periodo umanistico-rinascimentale, l’idea della superiorità del mondo classico rispetto a quello cristiano; è il neoclassicismo. Era questa un’idea di cui si facevano maggiormente sostenitori gli intellettuali. Nel presepe napoletano, invece, il popolo basso ribadì attraverso l’arte presepiale che anche se intellettualisticamente si può dire quello che si vuole, resta che il Cristianesimo ha vinto e superato il paganesimo.

Il tempio rotto e incompleto sta proprio a significare il crollo di un mondo. Un semplice Bambino ha vinto la presunzione di secoli e secoli di cultura… che pur non raramente arrivava ad esprimere la sapienza naturale, figura, comunque, come qualcosa di incompleto rispetto alla Sapienza di tutte le sapienze, che è, appunto, il Verbo incarnato. A tal proposito si racconta che un Vanvitelli, o il padre Luigi o il figlio Carlo, entrambi neoclassicisti, soleva disprezzare i presepisti napoletani ritenendoli ignoranti.

Un particolare non secondario: sarà sempre il popolo basso, i cosiddetti lazzaroni e non gli intellettuali, a ribellarsi contro la laicizzazione imposta dalla giacobina repubblica partenopea del 1799 e sarà sempre il popolo basso, i cosiddetti briganti e non gli intellettuali, a ribellarsi ad un’altra laicizzazione, questa volta imposta dalla conquista piemontese.
La riaffermazione della Civiltà cristiana rispetto a quella pagana è autenticamente cattolica.

La seconda caratteristica del presepe napoletano è un’apparente contraddizione: da una parte il superamento del paganesimo, dato storico, e dall’altra l’utilizzazione della contemporaneità, dato metastorico. Chiarisco: abbiamo visto che in tale presepe si vuole sottolineare, in polemica con il neoclassicismo illuminista, che il Cristianesimo ha vinto il paganesimo e lo si fa ponendo la Natività sotto un rudere di un tempio romano. Ora ci si attenderebbe che per far questo il presepe napoletano riproduca fedelmente il dato storico, ovvero l’ambiente della Betlemme della nascita di Gesù, invece non è così.
Per quanto riguarda l’ambientazione il presepe napoletano è volutamente antistorico, anzi dovremmo essere più precisi: volutamente metastorico. L’ambiente, infatti, è quello della Napoli del ‘700.

Ci sono almeno due elementi che ne spiegano il motivo:
1) il mistero è nella contemporaneità: i presepisti napoletani sanno bene, e lo vogliono esprimere, che l’Incarnazione ha una dimensione di contemporaneità perché segna la possibilità della salvezza per tutti i giusti, tanto per quelli che erano già vissuti, tanto per quelli che stavano vivendo allora, quanto per quelli che sarebbero vissuti anche dopo;
2) il mistero è nella quotidianità: i presepisti napoletani sanno anche che l’Incarnazione riguarda tutti, non solo nella dimensione temporale – ieri, oggi e domani –, ma anche in quella spaziale: ricchi e poveri, colti e ignoranti. Tocca dunque tutto il reale con le sue innumerevoli sfaccettature. Tutto questo è ovviamente cattolico e autenticamente cattolico.

La terza caratteristica cattolica del presepe napoletano è il riferimento ad alcuni dati apocrifi. Teniamo presente che ci sono due tipi di vangeli apocrifi, quelli innocui che non stravolgono la figura di Gesù, ma la mitizzano solamente, e quelli più specificamente eretici perché deformano la figura di Gesù. I primi, quelli innocui, tendono al miracolismo e sono pieni di particolari anche per quanto riguarda la nascita e l’infanzia di Gesù. Ed è in questi apocrifi che si parla del bue e dell’asinello ed è in questi che si parla anche di due lavandaie, Salomé e Zelomi, che avrebbero aiutato la Madonna dopo la nascita del Bambino.
Ebbene, il presepe napoletano oltre al bue e all’asinello, che sono presenti i tutti i tipi di presepe, pone sempre due lavandaie vicino alla Natività: sono appunto Salomé e Zelomi.
Ora, questo voler riprodurre particolari che vanno oltre i dati scritturistici canonici, muove dalla convinzione che non tutto è contenuto nella Scrittura e questo è tipicamente cattolico e, quindi, alternativo al ‘sola Scriptura’ del luteranesimo, ovvero a quella convinzione protestante secondo cui l’unica fonte della rivelazione sia la Bibbia.

La quarta caratteristica cattolica del presepe napoletano è la presenza della dimensione mondana. In esso c’è sempre una locanda con dei tipici personaggi, fra cui il celebre Ciccibacco seduto su delle botti o con in mano dei fiaschi di vino, dal volto chiaramente brillo. E’ un personaggio che rappresenta l’uso del vino per perdere il controllo di sé e darsi ai vizi. Non a caso il nome popolare è il richiamo al dio Bacco presente nei rituali dionisiaci. In questo caso i presepisti napoletani vollero esprimere che la vita è una scelta tra la virtù e il vizio, e che non basta solo la fede. Ricordo che Lutero, che aveva appunto affermato la necessità della sola fede, era arrivato a legittimare la pratica di qualsiasi vizio: “pecca fortemente, l’importante è che tu creda ancor più fortemente”, aveva detto.
Il presepe napoletano, invece, ci dice che la fede deve essere sempre accompagnata dalle opere e dall’esercizio delle virtù. Quindi anche dalla temperanza.

Inoltre, a detta di alcuni studiosi, questa centralità del vino nel presepe napoletano, rappresentato dalle tante locande ed osterie, starebbe anche ad evidenziare come questa bevanda sarebbe stata poi trasformata e sublimata proprio da Cristo con l’istituzione dell’Eucarestia. Insomma il vino da bevanda di perdizione a bevanda di santificazione.

La quinta caratteristica cattolica del presepe napoletano è l’immancabile figura di Benino. Si tratta del famoso personaggio che dorme non lontano dalla Natività. Solitamente si dice che la sua presenza stia nel fatto che il presepe costituisca il suo sogno. Si tratta però di un’interpretazione che contraddice le palesi convinzioni da cui nasce il presepe napoletano. In realtà la spiegazione sembrerebbe essere un’altra: Benino è colui che rimane indifferente dinanzi alla Salvezza. Anche questo è tipicamente cattolico. Dinanzi a Dio ci possono essere l’accettazione, il rifiuto, ma anche l’indifferenza. Dipende da quella volontà libera dell’uomo che invece nel protestantesimo non è riconosciuta o, se lo è, lo è molto parzialmente.

Un’ultima caratteristica cattolica del presepe napoletano è l’attenzione al particolare. Un’attenzione che arriva fino all’esasperazione. Le rocce, gli intonaci screpolati delle case, le botteghe con le loro mercanzie, il volto dei pastori, tutto è di un realismo portato all’estremo. Si tratta di quella spiritualità tipicamente cattolica secondo cui non può sfuggire nessuna sfaccettatura. In alternativa alla convinzione già luterana, ma poi soprattutto calvinista, secondo cui vi sarebbe una sola discriminante fra eletti e non eletti: o si è scelti da Dio o no. Se questo fosse vero la realtà non sarebbe affatto complessa, ma estremamente semplice e lineare.
La visione cattolica, invece, è ben diversa. Tutti sono chiamati alla salvezza e le risposte a questa chiamata possono essere anche molto complesse e sfumate, ciò rende il reale esuberante e tutt’altro che riducibile a pura equazione matematica.

Un’ultima considerazione: questa attenzione al particolare del presepe napoletano rende evidente quanto la teologia cattolica sia tutta adagiata sulla prospettiva mariana. E’ proprio la psicologia femminile ad essere più attenta ai particolari. Nulla sfugge all’attenzione tipicamente materna.

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Con Maria Immacolata verso il Santo Natale

Posté par atempodiblog le 29 novembre 2024

Con Maria Immacolata verso il Santo Natale dans Avvento Maria-Immacolata

“Pregate. Pregate. Pregate ogni giorno durante la novena dell’Immacolata le preghiere di consacrazione ai Cuori di Gesù e di Maria”. (Messaggio della Madonna di Medjugorje del 28 novembre 1983)

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La preghiera di consacrazione al Sacro Cuore di Gesù (27/11/1983) e la preghiera di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria (28/11/1983) sono state dettate dalla Madonna di Medjugorje a Jelena Vasilj:

Preghiera-di-consacrazione-al-Sacro-Cuore-di-Ges dans Medjugorje

Preghiera di consacrazione al Sacro Cuore di Gesù

“Gesù, sappiamo che Tu sei misericordioso e che hai offerto il Tuo Cuore per noi.
Esso è incoronato dalle spine e dai nostri peccati.
Sappiamo che Tu ci supplichi costantemente affinché noi non ci perdiamo.
Gesù, ricordaTi di noi quando siamo nel peccato.
Per mezzo del Tuo Cuore fa’ che tutti gli uomini si amino. Sparisca l’odio tra gli uomini.
Mostraci il Tuo amore.
Noi tutti Ti amiamo e desideriamo che Tu ci protegga col Tuo Cuore di Pastore e ci liberi da ogni peccato.
Gesù, entra in ogni cuore! Bussa, bussa alla porta del nostro cuore.
Sii paziente e non desistere mai.
Noi siamo ancora chiusi perché non abbiamo capito il Tuo amore.
Bussa continuamente.
Fa’, o buon Gesù, che Ti apriamo i nostri cuori almeno nel momento in cui ci ricordiamo della Tua passione sofferta per noi. Amen”.

Preghiera-di-consacrazione-al-Cuore-Immacolato-di-Maria dans Preghiere

Preghiera di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria

“O Cuore Immacolato di Maria, ardente di bontà, mostra il Tuo amore verso di noi.
La fiamma del Tuo cuore, o Maria, scenda su tutti gli uomini.
Noi Ti amiamo tanto.  
Imprimi nei nostri cuori il vero amore così da avere un continuo desiderio di Te.
O Maria, umile e mite di cuore, ricordati di noi quando siamo nel peccato.
Tu sai che tutti gli uomini peccano.
Donaci, per mezzo del Tuo Cuore Immacolato la salute spirituale.
Fa’ che sempre possiamo guardare alla bontà del Tuo Cuore materno
e che ci convertiamo per mezzo della fiamma del Tuo Cuore. Amen”.

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Canto a Maria

Posté par atempodiblog le 27 novembre 2024

Canto a Maria
“Canto a Maria” che la Madonna stessa avrebbe ispirato ad Alphonsine Mumureke, una delle veggenti di Kibeho
Fonte: Diego Manetti Radio Maria

30° anniversario delle apparizioni della Vergine a Kibeho dans Antonio Socci Madonna-di-Kibeho

Madre del Verbo, Maria
Sei anche nostra Madre, Maria
Dispensatrice di Grazie, Maria
Ci hai colmato dei tuoi doni, Maria
Perché ci hai scelti, Maria
Tra i figli del nostro tempo, Maria
Possa tu darci la tua benedizione, Maria
Perché noi agli altri la comunichiamo, Maria
Noi figli di Kibeho, Maria
Noi ti chiediamo la fraternità, Maria
E l’amore per sempre, Maria
Come tu stessa ci hai detto, Maria

Divisore dans San Francesco di Sales

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Il significato dei simboli sulla Medaglia Miracolosa

Posté par atempodiblog le 27 novembre 2024

Il significato dei simboli sulla Medaglia Miracolosa
de Il Timone
Tratto da: Radio Maria

Il significato dei simboli sulla Medaglia Miracolosa dans Apparizioni mariane e santuari La-Medaglia-Miracolosa

La Medaglia Miracolosa, anche conosciuta come la Medaglia della Immacolata Concezione, è un oggetto religioso cattolico che rappresenta la Vergine Maria. La medaglia è stata creata in seguito alle apparizioni della Vergine Maria a Santa Caterina Labouré, una suora delle Figlie della Carità, a Parigi nel 1830.

I simboli sulla Medaglia Miracolosa includono:

Immacolata Concezione: La medaglia rappresenta la Vergine Maria nella sua forma di Immacolata Concezione, cioè concepita senza il peccato originale. La famosa iscrizione “O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi” afferma appunto l’Immacolata Concezione della Vergine. Questo dettaglio fu espresso a Santa Caterina il 27 novembre 1830, molto prima che il dogma fosse proclamato nel 1854. Allo stesso modo, indica la missione di intercessione della Madre di Dio.

M sulla croce: Sulla parte superiore della medaglia c’è una croce con un “M” sovrapposto. Questo simbolo rappresenta la crocifissione di Gesù e la presenza della Madonna ai piedi della croce.

Cuore di Gesù e Cuore di Maria: Sotto la croce ci sono i Cuori di Gesù e Maria, uniti da una fiamma d’amore. Questo simboleggia l’amore misericordioso di Gesù e Maria per l’umanità. Dodici stelle: Attorno al bordo della medaglia ci sono dodici stelle, che rappresentano le dodici tribù di Israele e simboleggiano anche l’intera Chiesa.

Raggi di luce: Dalla parte delle mani della Vergine Maria, si irradiano raggi di luce, simboleggianti le grazie che Maria concede a coloro che le chiedono.

Il 27 novembre 1830 suor Caterina Labouré ebbe una visione della Vergine. Maria appare in piedi su quella che sembra essere la metà del globo, con in mano una piccola sfera dorata e lo sguardo rivolto al cielo. In un attimo, la Madre di Dio spiega a Caterina che la sfera rappresenta il mondo, e in particolare la Francia. Raggi di luce escono dalle dita della Vergine, adorne di gioielli. Queste sono, continua Maria, le grazie che ottiene per coloro che le chiedono; mentre alcuni gioielli non brillano e rappresentano, precisa la Vergine, «grazie disponibili, ma che nessuno ha chiesto».

In una terza apparizione, la Vergine Maria mostra a Santa Caterina l’iscrizione che circonda la sua figura celeste: «O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ci rivolgiamo a Te». Poi, la Madre di Dio esorta Catherine Labouré a coniare una medaglia che riproduca ciò che i suoi occhi hanno visto e promette che «coloro che indosseranno [la medaglia] riceveranno grandi grazie, soprattutto se la porteranno al collo».

Divisore dans San Francesco di Sales

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I Santi della “Dilexit nos”. Quali sono i Santi citati da Papa Francesco?

Posté par atempodiblog le 20 novembre 2024

I Santi della “Dilexit nos”. Quali sono i Santi citati da Papa Francesco?
La “hit parade” dei Santi citati nell’Enciclica di Papa Francesco
di Antonio Tarallo – ACI Stampa

I Santi della “Dilexit nos”. Quali sono i Santi citati da Papa Francesco? dans Antonio Tarallo IMG-E4300

Ancora forte l’eco dell’Enciclica “Dlixet nos” di Papa Francesco. E sarà così ancora per tanto tempo. Un’Enciclia che apre a diverse riflessioni, meditazioni  sulla devozione al Sacro Cuore di Gesù, oggetto del documento pontificio. Ma non solo: ci spinge, infatti, a comprendere cosa vuol dire questa devozione nel tempo che stiamo vivendo. E, si sa, il presente ha sempre un legame con il passato: difficile poterlo leggere senza comprendere bene le pagine di storia. E Papa Francesco, nelle pagine dell’Enciclica, offre lo spunto di ripercorrere l’agiorgrafia dei Santi che a questa devozione sono stati profondamente legati. Sono tanti, tantissimi i nomi a cui il Pontefice fa riferimento: si passa da Margherita Maria Alacoque a Francesco di Sales; da Teresa di Lisieux a Ignazio di Loyola, passando per Faustina Kowalska e Charles de Foucauld, e tantissimi altri.

Cerchiamo, allora, di ripercorrere – Encilica alla mano – queste affascinanti vite che al Sacro Cuore di Gesù hanno dedicato pagine e pagine di libri, di meditazioni. Vite che Papa Francesco stesso narra, con profonda ammirazione, nelle pagine della “Dilexit nos”.

E’ doveroso cominciare con Santa Margherita Maria Alacocque che ebbe per ben 17 anni delle apparizioni di Gesù. Fu lui stesso a chiederle una speciale devozione al Suo Sacratissimo Cuore. La prima visione risale al 27 dicembre 1673. Sarà da questa apparizione che nasceranno due espressioni importanti della devozione al Sacro Cuore: la Comunione nel primo venerdì del mese e la cosiddetta “Ora Santa” in riparazione ai torti subiti dal Cuore di Gesù. Necessario annoverare anche la quarta apparizione che avvenne l’ottavo giorno dopo la festa del Corpus Domini del 1675. La data è importante poiché si tratta di quella in cui oggi viene celebrata la solennità del Sacro Cuore: Gesù desiderava che fosse istituita una speciale festa in onore del Sacro Cuore dopo, appunto, l’ottava del Corpus Domini.

A seguire, San Giovanni Eudes, altro instancabile apostolo del Sacro Cuore. Di lui, Papa Francesco scrive: “Dopo aver svolto con i suoi missionari una ferventissima missione a Rennes, ottenne che monsignor Vescovo approvasse per quella diocesi la celebrazione della festa del Cuore adorabile di Nostro Signore Gesù Cristo. Questa fu la prima volta che tale festa venne ufficialmente autorizzata nella Chiesa. In seguito, i Vescovi di Coutances, Evreux, Bayeux, Lisieux e Rouen autorizzarono la stessa festa per le rispettive diocesi tra il 1670 e il 1671”. Sarà il primo a comporre un Ufficio liturgico e una Messa in onore del Cuore Immacolato di Maria e del Sacro Cuore di Gesù, celebrando le loro feste all’interno della congregazione da lui fondata, la Congregazione di Gesù e Maria per la formazione dei sacerdoti nei seminari e quella delle monache di Nostra Signora della Carità.

Un nome, associato a Santa Margherita Alacocque, è quello di San Claudio de La Colombière che – per citare il documento di Papa Francesco - “venne a conoscenza delle esperienze di Santa Margherita, ne divenne immediatamente difensore e divulgatore. Egli ebbe un ruolo speciale nella comprensione e nella diffusione di questa devozione al Sacro Cuore, ma anche nella sua interpretazione alla luce del Vangelo”. Fra i due illustri personaggi nascerà un’intesa spirituale del tutto particolare: “Io ti manderò un mio servo fedele e amico perfetto”, così aveva promesso Gesù a Margherita Maria Alacoque. E così avvenne.

Fra i santi della storia moderna, viene citato San Francesco di Sales che “contemplava spesso il Cuore aperto di Cristo, che invita a dimorare dentro di Lui in una relazione personale di amore, nella quale si illuminano i misteri della vita. Possiamo vedere nel pensiero di questo santo dottore come, di fronte a una morale rigorista o a una religiosità di mera osservanza, il Cuore di Cristo gli apparisse come un richiamo alla piena fiducia nell’azione misteriosa della sua grazia”, così scrive Papa Francesco nell’Enciclica. Inoltre, cita una frase del santo contenuta nel Sermone per la II Domenica di Quaresima (20 febbraio 1622): “Questo adorabilissimo e amabilissimo cuore del nostro Maestro, ardente dell’amore che professa per noi, cuore in cui vediamo scritti tutti i nostri nomi [...]. È certamente un argomento di grandissima consolazione il fatto di essere amati con tanto affetto da Nostro Signore che ci porta sempre nel suo Cuore”.

Poi, l’altro ieri della storia con figure come San Charles de Foucauld e Santa Teresa di Gesù Bambino che nella “Dilexit nos” vengono citati assieme: “Senza averne la pretesa, hanno rimodellato alcuni elementi della devozione al Cuore di Cristo, aiutandoci a comprenderla in modo ancora più fedele al Vangelo”. Papa Francesco cita alcune frasi della Santa francese. Sembrano dei flash per ricordarci il suo pensiero: “Colui il cui cuore batteva all’unisono col mio”. E ancora: “Tu lo sai: io non guardo al Sacro Cuore come tutti; penso che il cuore del mio sposo è solo mio, così come il mio appartiene solo a lui, e allora nella solitudine gli parlo di questo delizioso cuore a cuore, aspettando di contemplarlo un giorno faccia a faccia”. E’ l’unione sponsale tra la Santa e Cristo, uniti nel Sacro Cuore.

In ultimo, un pensiero anche a Santi assai recenti come Santa Faustina Kowalska, San Pio da Pietrelcina e Santa Teresa di Calcutta. Fra queste ultime aureole, immancabile il pensiero a San Giovanni Paolo II. Il Pontefice guarda con ammirazione al suo insegnamento: “Giovanni Paolo II insegnava che «il Cuore del Salvatore ci invita a risalire all’amore del Padre, che è la sorgente di ogni autentico amore»”. Le parole che ricorrono di più, citando questi santi, sono due: “Cuore” (ovviamente) e un’altra che risiede all’interno del Cuore stesso, la parola “Amore” (altrettanto ovviamente).

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Gli Stati Uniti nel tempo dei Segreti

Posté par atempodiblog le 7 novembre 2024

Gli Stati Uniti nel tempo dei Segreti
di Padre Livio Fanzaga
Tratto da: Blog di p. Livio – Direttore di Radio Maria

Gli Stati Uniti nel tempo dei Segreti dans Apparizioni mariane e santuari Donald-Trump

Il 13 luglio 1917 la Madonna ha dato il terzo Segreto di Fatima e ha parlato della Russia, di quello che avrebbe perpetrato del mondo e della grande persecuzione alla Chiesa Cattolica. Nel piano di Maria da Fatima a Medjugorje la Russia è indubbiamente protagonista.

È chiaro che la Regina della pace nel 1981, pur preannunciando che il popolo russo si sarebbe convertito e avrebbe onorato Dio più degli altri, per dieci anni ha chiesto agli abitanti di Medjugorje il digiuno e le preghiere perché come lei stessa ha detto nel Messaggio del 25 gennaio 1991, «satana è forte e desidera distruggere non soltanto la vostra vita umana, ma anche la natura e il pianeta sul quale vivete».

La Regina della pace si riferiva alla Russia, tant’è vero che nell’agosto dello stesso anno, quando ci fu il crollo dell’impero russo e il tentativo dell’esercito di impadronirsi del potere, ci invitò a una novena di preghiere e di digiuni per realizzare ciò che aveva iniziato a Fatima: «Vi invito a qualche rinuncia per la durata di nove giorni, affinché con il vostro aiuto si realizzi tutto ciò che voglio realizzare secondo i segreti iniziati a Fatima».

La Regina della pace ha dedicato i primi dieci anni di apparizioni a Medjugorje alla realizzazione di ciò che aveva iniziato a Fatima. La caduta del comunismo è opera di Maria e la conseguenza è stata quella di aver consentito a tutte le Chiese Cattoliche dell’est europeo e alla Chiesa Ortodossa di essere libere.

Indubbiamente, allora, possiamo affermare che la Russa è l’attore politico principale dal periodo che va dal 1917 (Fatima) al termine dei Segreti (Medjugorje). La Madonna nomina apertamente solamente la Russia, mai gli Stati Uniti. È altresì vero che la Madonna ha nominato l’Occidente nello stesso Messaggio del 30 ottobre 1981: «L’Occidente ha incrementato il progresso, ma senza Dio, come se non fosse Lui il Creatore»; il riferimento della Regina della pace è la cultura modernista che si sarebbe impadronita dell’Occidente.

Sempre riguardo all’Occidente, la Madonna ha detto che per il mondo nuovo senza Dio non ci sarebbe stato né futuro né salvezza eterna. Il mondo nuovo senza Dio era il progetto dell’Occidente di un mondo modernista che esclude Dio, mette al centro l’uomo che crea una nuova umanità e redime se stesso; è l’ideologia anticristica di cui parla il Catechismo della Chiesa Cattolica.

La Madonna parla di una cultura modernista che domina in Occidente e nel mondo intero; recentemente, infatti, la Regina della pace parla di “umanità”: «l’umanità ha deciso per la morte» (25 ottobre 2022); «l’uomo moderno non vuole Dio. Perciò l’umanità va verso la perdizione» (25 gennaio 2023). La cultura dell’Occidente che vuole sostituire il Cristianesimo si è diffusa nel mondo ed è diventata un’opzione per tutta l’umanità che vuole mettersi al posto di Dio.

In questo quadro c’è la presenza chiarissima della Russia, che sarà il primo attore nel tempo dei Segreti. La Russia sarà determinante, non sappiamo con certezza che cosa farà ma, di fatto, sarà protagonista. Siccome anche la Chiesa verrà perseguitata nel tempo dei Segreti, questo potrebbe implicare che la Russia vada oltre i suoi confini e arrivi al tentativo di prendere il papato.

L’obiettivo fondamentale di Mosca è il papato, è risaputo che non si accontentano del patriarcato, vogliono il primato cristiano del mondo; perseguono questo obiettivo attraverso la demonizzazione dei protestanti e dei cattolici. Questa è una delle prospettive che riguarda il prossimo futuro. La Russia è nel Segreto di Fatima ed è protagonista anche fino alla fine dei Segreti di Medjugorje. I russi cercheranno di dare il colpo di grazia al Cattolicesimo e di diventare loro i padroni del Cristianesimo e è questo il loro obiettivo.

Con le elezioni USA 2024 siamo arrivati a un punto di svolta. Donald Trump si affaccia a un prossimo futuro in cui assisteremo al tentativo della Russia di conquistare l’Europa, in particolare l’Italia e la stessa Roma. La Russia vuole espandersi e dominare il mondo e l’unico fronte possibile è quello europeo.

In questa prospettiva, una presidenza come quella di Trump che è comunque un uomo religioso, è l’unica capace di contrastare l’espansionismo russo in Europa. Ecco allora, spiegata l’importanza delle elezioni USA 2024. Gli Stati Uniti salveranno l’Europa per la terza volta, dopo averlo fatto nelle prime due Guerre mondiali; solamente loro hanno le energie morali e spirituali per contrastare la Russia e impedire l’asservimento dell’Europa.

L’ateismo diffusosi in Europa ha certamente indebolito gli animi, probabilmente arriveranno gli americani ad aiutarci ancora una volta e a rinvigorire la nostra fede ormai affievolita e i nostri valori vissuti dimessamente.

La certezza imprescindibile è che Dio governa e provvede sul mondo; in questa verità dobbiamo guardare al futuro. Staremo a vedere se saranno  gli Stati Uniti a fermare le mire russe di conquista militare, politica e religiosa del mondo intero. Al momento non si vedono alternative e i Segreti di Medjugorje non possono essere troppo lontani.

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Tagle: vivere il Giubileo mettendo il cuore al centro della nostra vita

Posté par atempodiblog le 6 novembre 2024

Tagle: vivere il Giubileo mettendo il cuore al centro della nostra vita
Il pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione si sofferma con i media vaticani sull’Enciclica Dilexit nos e sottolinea che attraverso l’amore che scaturisce dal Cuore di Gesù possiamo leggere tutti i documenti e i gesti più importanti del Pontificato di Papa Francesco
di Alessandro Gisotti – Vatican News

«Almeno tu, amami!». Cosa ci chiede il Sacro Cuore dans Fede, morale e teologia Sacro-Cuore-di-Ges-a-tempo-di-blog

“Si potrebbe dire che io sono il mio cuore, perché esso è ciò che mi distingue, mi configura nella mia identità spirituale e mi mette in comunione con le altre persone”: è questo uno dei passi più significativi di Dilexit nos, l’Enciclica di Papa Francesco pubblicata il 24 ottobre. Un documento magisteriale che non ha ricevuto la vasta eco che hanno avuto le due Encicliche sociali Laudato si’ e Fratelli tutti, ma che rappresenta una chiave interpretativa dell’intero Pontificato. Dilexit nos può essere utile anche per comprendere meglio un evento come il Sinodo sulla sinodalità che si è appena concluso e il Giubileo che inizierà tra poche settimane. Ne abbiamo parlato con il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, che nella sua intervista con i media vaticani riflette anche sulla devozione al Sacro Cuore di Gesù, molto diffusa nelle Filippine e che lui ha imparato a praticare sin da giovane.

La pubblicazione di Dilexit nos ha generato un certo stupore. Dopo le Encicliche di dottrina sociale Laudato si’ e Fratelli tutti Francesco ha promulgato un’Enciclica spirituale. Come ha accolto questo documento?
Papa Francesco è un Papa delle sorprese. Sebbene l’annuncio dell’Enciclica e la conseguente pubblicazione fossero per certi versi inaspettati visto che si era concentrati sul Sinodo dei vescovi, non mi ha del tutto sorpreso che il Santo Padre pubblicasse un’Enciclica sull’amore di Gesù per noi, simboleggiato dal suo Sacro Cuore. Per me è stato il modo del Santo Padre di rendere più esplicite le fondamenta cristologiche delle Encicliche sociali Laudato si’ e Fratelli tutti. L’amore di Gesù, quando lo riceviamo, ci permette di vedere un fratello e una sorella negli altri esseri umani (Fratelli tutti) e di essere custodi attenti, umili e responsabili della nostra Casa comune (Laudato si’). Direi che gli scritti e i discorsi di Papa Francesco sono sistematicamente fondati sulla nostra fede nella Persona e nella missione di Gesù Cristo. Suggerisco di rileggere queste due Encicliche sociali per trovare tracce o semi di Dilexit nos già presenti in esse.

Nelle Filippine la devozione al Sacro Cuore è molto popolare e coinvolge principalmente le persone più semplici, il popolo di Dio. Qual è stata la sua esperienza di questa devozione nel suo Paese?
La devozione al Sacro Cuore di Gesù è molto diffusa nelle Filippine. Siamo grati ai tanti ordini religiosi che portano il nome “Sacro Cuore”, alla Compagnia di Gesù e all’Apostolato di Preghiera che promuovono la devozione nelle diocesi, nelle parrocchie, nelle scuole e nelle famiglie. Oltre alle veglie e alle preghiere ogni primo venerdì del mese, è consuetudine avere nella propria casa l’immagine del Sacro Cuore incoronato. Preghiamo il Cuore di Gesù perché guidi e governi le nostre famiglie e la nostra nazione con la sua misericordia e il suo amore. Questa preghiera giunge da un popolo i cui cuori hanno provato l’essere feriti a causa dell’ingiustizia, dell’avidità, della corruzione e dell’indifferenza. La devozione serve anche a ricordare che dobbiamo chiedere costantemente a Gesù di trasformare i nostri cuori perché siano come il suo. Ancora oggi, in alcune occasioni cantiamo l’inno ufficiale del Congresso Eucaristico Internazionale che si è tenuto a Manila (1937), un inno al Sacro Cuore in spagnolo, in cui la nazione offre il proprio cuore a Gesù: “no más Amor que el tuyo, O Corazon Divino. El Pueblo Filipino te da su corazón”. Questo canto non manca mai di portare consolazione al cuore e lacrime agli occhi.

In Dilexit nos il Papa osserva che l’umanità oggi sembra perdere il proprio cuore e invita noi cristiani a riscoprire come il Cuore di Gesù ci ami. Che cosa si può fare per riaccendere la consapevolezza che tutto scaturisce dal nostro cuore?
In Dilexit nos Papa Francesco descrive il fenomeno e le cause della superficialità che si sta diffondendo come una cultura che ci impedisce di entrare in contatto con il cuore dal quale emanano amore, verità e compassione. Suggerisco di leggere la descrizione della superficialità offerta dal Santo Padre come guida per un esame di coscienza. La consapevolezza di come sto lentamente perdendo contatto con la mia interiorità e con il mio io più vero è il primo passo per risvegliare il proprio cuore. Mi piace anche l’elenco fatto da Papa Francesco dei santi, o quello che definisco “corteo” o processione di santi, che ci offrono la propria testimonianza dell’amore insondabile del Cuore di Gesù e di come ha trasformato la loro vita e missione. Suggerisco di guardare il “corteo” e di unirci ad esso. Possiamo riaccendere la consapevolezza del cuore non attraverso concetti o astrazioni, ma ascoltando i cuori che hanno trovato la vera vita nel Cuore amorevole di Gesù.

Il cuore fa pensare alla persona e alle relazioni. Al Sinodo sulla sinodalità appena concluso, al quale lei ha preso parte, si è discusso molto – anche nel Documento finale – della conversione delle relazioni. Questa Enciclica può servire da bussola per guidare il cammino di una Chiesa sinodale, come incoraggia Papa Francesco?
Dilexit nos ha molto da insegnare alla Chiesa che vuole essere sinodale e missionaria. Durante la sessione da poco conclusa del Sinodo dei Vescovi è stato ripetutamente affermato che la sinodalità in ultima analisi riguarda le relazioni: con Dio, con tutti i battezzati che costituiscono la Chiesa, con l’intera umanità e tutto il creato. Il rinnovamento della Chiesa nella sinodalità missionaria può essere realizzato solo se ci relazioniamo con fiducia, obbedienza e umiltà con il Dio Uno e Trino che è amore. La sinodalità missionaria esige una relazione cuore a cuore tra pastori e fedeli, tra Chiese locali, e così via, dove il cuore di tutti è purificato dal pregiudizio verso gli altri e dall’orgoglio autopromozionale, ed è quindi capace di ascoltare con empatia. Senza relazioni umane purificate dalla grazia divina, la sinodalità missionaria potrebbe essere ridotta a proposte meramente burocratiche e legalistiche senza un cuore che arda con lo Spirito Santo, la fiamma dell’amore divino.

Il Giubileo si sta avvicinando: un anno di grazia, riconciliazione e liberazione. Un Anno Santo che il Papa ha incentrato sul tema della speranza. In che modo l’Enciclica sul Cuore di Gesù si ricollega all’imminente Giubileo?
Ritengo che il collegamento tra Dilexit nos e il prossimo Giubileo sia incentrato sul pellegrinaggio nella speranza, sulla dimensione missionaria della devozione al Sacro Cuore di Gesù. Tanto per cominciare, il Cuore di Gesù è un cuore missionario che, attraverso un cuore umano, porta il traboccante amore divino a tutte le persone, a tutte le situazioni umane e al creato. L’amore misericordioso del Cuore di Gesù offre speranza a un mondo spezzato, specialmente a coloro che non vedono alcuna possibilità di redenzione nella propria vita. Papa Francesco ci invita a ricevere l’amore di Gesù nel nostro cuore e a lasciarlo scorrere senza impedire a questo amore di Gesù di fluire verso altre persone e verso la società. Dilexit nos è una preziosa risorsa spirituale e missionaria per questo Giubileo, per preparare ognuno di noi a essere un pellegrino che condivide l’amore di Gesù con gli altri, l’amore che libera tutti i cuori da paura, orgoglio, egoismo, indifferenza, vendetta e disperazione. Lui ci ama, quindi abbiamo speranza.

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Acutis, la mamma: “Mio figlio esempio di pace per questo mondo in guerra”

Posté par atempodiblog le 12 octobre 2024

Acutis, la mamma: “Mio figlio esempio di pace per questo mondo in guerra”
Oggi la memoria liturgica del beato ragazzino che ha speso la sua vita amando l’Eucaristia e servendo gli altri. Iniziative in tutto il mondo con orazioni e novene. Al santuario della Spogliazione, dove riposa il suo corpo, in serata la santa messa celebrata dall’arcivescovo di Assisi- Nocera Umbra- Gualdo Tadino
di Federico Piana – Vatican News

Acutis, la mamma: “Mio figlio esempio di pace per questo mondo in guerra” dans Apparizioni mariane e santuari Antonia-Salzano

È un giorno speciale, quello di oggi. Speciale perché tutta la Chiesa festeggia la memoria liturgica del beato Carlo Acutis, il ragazzino salito agli onori degli altari dopo una breve vita spesa a servire gli altri e ad amare l’Eucaristia e la Chiesa. Speciale perché in tutto il pianeta, in queste ore, non si contano parrocchie e cappelle nelle quali, in suo onore, si celebrano messe e recitano rosari o si sono svolte novene in preparazione della festa.

Messe e musica
Nel santuario della Spogliazione di Assisi, dove il suo corpo riposa tra le orazioni e le invocazioni di mezzo mondo, le iniziative per celebrarlo e ricordarlo sono cominciate quattro giorni fa con momenti di preghiera e riflessione, musica e addirittura una tavola rotonda sul disagio giovanile. Questa mattina nella chiesa del santuario, la messa celebrata da fra Simone Calvarese, ministro provinciale della Provincia serafica dei frati minori cappuccini e in serata quella presieduta da monsignor Domenico Sorrentino, arcivescovo di Assisi —Nocera Umbra — Gualdo Tadino e vescovo di Foligno. Sempre nel santuario della Spogliazione, le note e le preghiere serali in un concerto di Martín Valverde, noto musicista di lingua spagnola.

“Bello ricordare il suo legame con Maria”
La decisione di far cadere la memoria liturgica in questa giornata non è stata presa solo per ricordare la sua dipartita verso il Cielo che si è consumata il 12 ottobre del 2006, quando Carlo aveva appena 15 anni: «Oggi in Spagna si festeggia la Madonna del Pilar ed in Brasile quella di Aparecida ed è bello notare questo legame tra Carlo e Maria che lo ha caratterizzato tutta la vita» spiega ai media vaticani Antonia Salzano, mamma di questo testimone appassionato di Cristo che verrà canonizzato durante il Giubileo del 2025.

Devozione senza confini
E se ieri sera anche la diocesi di Milano lo ha voluto ricordare con una celebrazione eucaristica nella chiesa di Santa Maria Segreta che Carlo frequentava quotidianamente — e dove ha potuto maturare una delle frasi più celebri e profonde «l’Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo» — si deve prendere felicemente atto che la devozione al beato ha travalicato ogni confine. «Dal Giappone alla Cina, dall’India all’Africa, dagli Stati Uniti all’Australia: in tutti i continenti pregano e si rivolgono a Carlo» dice la mamma che non smette di pensare a come la mostra sui miracoli eucaristici ideata da suo figlio per il web stia ora continuando a sbarcare in moltissime parrocchie di ogni angolo della Terra, solo negli Usa se ne contano migliaia alle quali vanno aggiunti 100 campus universitari. «Sicuramente mio figlio sarà contento perché ripeteva spesso che lo addolorava vedere quelle immagini che mostravano file interminabili ai concerti e sedie vuote davanti ai tabernacoli».

Le molte conversioni
Antonia Salzano non tiene più conto neanche delle notizie dei presunti miracoli e conversioni che stanno inondando l’associazione Amici di Carlo Acutis che lei ha fondato per supportare la causa di canonizzazione: «Arriva una lettera al giorno. Non so sei siano davvero miracoli o conversioni. Scrivono da tutto il mondo persone che avevano problemi gravi e che rivolgendosi a Carlo li hanno risolti: molte donne che non potevano avere bambini, coppie che si stavano separando. Ma anche gente che dichiara di essere guarita da tumori. Certo, non possiamo certificarli ma possiamo prendere atto di una cosa: le segnalazioni sono sempre più in aumento». In questa giornata in cui non c’è nazione dove non si commemori il beato ragazzino, sua mamma indica Carlo anche come un esempio di pace per un mondo dilaniato dalle guerre: «Lui amava tutti, non faceva distinzione di provenienza e religione. Al suo funerale, la Chiesa era gremita, anche fuori, di clochard, extracomunitari, gente di ogni razza. Carlo non dava peso alle differenze, guardava tutti con gli occhi del Signore». Il mondo dovrebbe annotare. E prendere esempio.

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La corona stretta fra le dita/ Il Rosario di Padre Pio

Posté par atempodiblog le 23 septembre 2024

“Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il suo Rosario”
La corona stretta fra le dita/ Il Rosario di Padre Pio
Tratto da: Ricordi e testimonianze, di padre Paolo Covino OFM cap. – Collana Testimonianze, 14 – Edizioni Padre Pio da Pietrelcina

La corona stretta fra le dita/ Il Rosario di Padre Pio dans Fede, morale e teologia San-Padre-Pio-da-Pietrelcina-dinnanzi-al-mosaico-della-Madonna-delle-Grazie

Sia quando ero studente sia da sacerdote, Padre Pio, nelle confessioni, mi ha sempre raccomandato di recitare il Rosario. Egli lo recitava continuamente, tutti i giorni. Aveva sempre la corona fra le mani o la sgranava nella pettorina. Raccomandava a tutti, con insistenza, la recita di questa pia pratica per ottenere grazie dalla Madonna ed aiuto contro le tentazioni. Il Padre recitava moltissimi Rosari al giorno.

Ripeteva ai suoi figli spirituali: «Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il suo Rosario e recitatelo bene, con devozione. Satana mira sempre a distruggere questa preghiera, ma non ci riuscirà mai. È la preghiera di Colei che trionfa su tutti. È la Madonna che ce l’ha insegnata, come Gesù ci ha insegnato il Pater noster».

Il Rosario, per Padre Pio, era l’arma per combattere il demonio e per arrivare al cielo. Gli fu chiesto quale eredità avrebbe lasciato ai suoi figli. Rispose: «Il Rosario». Alcuni uomini che ho visto col rosario in mano mi hanno detto: «Ce lo ha insegnato Padre Pio».

Il Padre ha chiuso gli occhi implorando dolcemente i nomi di Gesù e di Maria con la corona stretta fra le dita.

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Assunzione della Beata Vergine Maria

Posté par atempodiblog le 14 août 2024

Assunzione della Beata Vergine Maria
di Padre Livio Fanzaga
Tratto da: Blog di p. Livio – Direttore di Radio Maria

Buona festa dell'Assunta! dans Amicizia maria_assunta_in_cielo

Oggi gioiamo con tutta la Chiesa per l’Assunzione alla gloria celeste dell’Immacolata Vergine Maria con la sua anima e il suo corpo e per essere esaltata come Regina dell’universo a fianco di suo Figlio, il Signore dei dominanti e il vincitore del peccato e della morte.

La Madre di Dio, terminato il corso della sua vita terrena, ha avuto il singolare previlegio di partecipare alla resurrezione di suo Figlio, divenendo così un segno per tutti i credenti di quello che sarà il compimento della loro vita.

Noi giustamente ci domandiamo quale sarà la condizione in cui ci troveremo in Paradiso e la risposta la troviamo nella Vergine Maria, che è già ora ciò che noi saremo quando, alla fine del mondo, i nostri corpi risorgeranno e si uniranno alle nostra anime beate, partecipando come Maria alla gloria di Cristo risorto.

Con questa meravigliosa verità di fede, definita dalla Chiesa, noi possiamo camminare nel pellegrinaggio della nostra vita terrena con lo sguardo rivolto al Cielo, dove la Madre di Cristo e madre nostra ci attende, tenendo viva la speranza che non delude.

Cari amici, in questo mondo nel quale regnano l’incredulità e la morte, che soffocano e intristiscono la vita, teniamo viva nella preghiera la nostra unione con Gesù e Maria, che sono una fonte inesauribile di grazia e di santità, grazie alla quale veniamo plasmati a loro immagine e somiglianza.

La Vergine Maria assunta in Cielo, nel nostro tempo come mai prima, scende in mezzo a noi, per sorreggerci nel grande combattimento escatologico in atto e per renderci, alla fine, partecipi del trionfo del suo Cuore Immacolato.

La Madonna è qui per rafforzarci nella fede e guidarci nella battaglia, affinché crolli il mondo senza Dio, sotto il cui peso l’umanità geme, e al suo posto nasca il mondo della pace e dell’amore, che il cuore umano desidera.

“Nella tua maternità hai conservato la maternità, nella tua dormizione non hai abbandonato il mondo, o Madre di Dio; hai raggiunto la sorgente della Vita, ti che hai concepito il Dio vivente e che, con le tue preghiere liberi le anima dalla morte” (C.C. Cattolica 966).

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Hidilyn Diaz e Nostra Signora della Medaglia Miracolosa

Posté par atempodiblog le 11 août 2024

Hidilyn Diaz e Nostra Signora della Medaglia Miracolosa dans Apparizioni mariane e santuari Hidilyn-Diaz-a-Rue-du-Bac-Medaglia-Miracolosa

Hidilyn Diaz, il 6 agosto scorso, ha mantenuto la promessa di visitare Nostra Signora della Medaglia Miracolosa in Rue du Bac, a Parigi.
La visita è avvenuta durante i festeggiamenti per l’anniversario della dedicazione della Cappella consacrata al Sacro Cuore e, successivamente, a Nostra Signora della Medaglia Miracolosa. La Cappella fu solennemente benedetta il 6 agosto del 1815 e dedicata al Sacro Cuore di Gesù.
L’atleta filippina ha conquistato, nel 2021 a Tokyo, la prima medaglia d’oro per il suo paese nella storia dei Giochi Olimpici e, in quell’occasione, aveva espresso il desiderio di recarsi a Rue du Bac nella chiesa in cui la Santa Vergine era apparsa a santa Caterina Labouré.
Ai Giochi di Parigi 2024 il suo connazionale Carlos Yulo, vincitore di due ori in questa edizione, alzando un braccio al Cielo e recitando una preghiera, ha voluto ringraziare il Signore per essere presente nella sua vita.
Hidilyn ci incoraggia ad avere fiducia nella Mamma del Cielo e ci rivolge un invito: «Recitiamo sovente la giaculatoria incisa sulla Medaglia: “O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi”».

Divisore dans San Francesco di Sales

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Ricorri a Maria con tenera devozione di figlio

Posté par atempodiblog le 5 août 2024

Ricorri a Maria con tenera devozione di figlio dans Citazioni, frasi e pensieri Torta-per-la-Madonna

Se vuoi essere fedele, sii molto mariano.

La Madre nostra — dall’annuncio dell’Angelo fino alla sua agonia ai piedi della Croce — non ha avuto altro cuore né altra vita che quella di Gesù.

Ricorri a Maria con tenera devozione di figlio, ed Ella ti otterrà la lealtà e l’abnegazione che desideri.

di San Josemaría Escrivá de Balaguer

Divisore dans San Francesco di Sales

Freccia dans Viaggi & Vacanze La Madonna racconta la sua vita: Nata il 5 agosto

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La situazione è seria: La Madonna mobilita il suo esercito e chiama i fedeli a fare la novena sul Podbrdo

Posté par atempodiblog le 16 juin 2024

La situazione è seria: La Madonna mobilita il suo esercito e chiama i fedeli a fare la novena sul Podbrdo
di Padre Livio Fanzaga
Tratto da: Blog di p. Livio – Direttore di Radio Maria

IMPORTANTE DA MEDJUGORJE

POCO FA durante L’APPARIZIONE QUOTIDIANA A MARIJA PAVLOVIC veggente, la MADONNA ha invitato tutti AL ROSARIO dal 16 giugno alle 22:00 sulla COLLINA delle APPARIZIONI accanto alla statua della Madonna  APPARIZIONI ogni SERA durante la NOVENA alla REGINA DELLA PACE alle ore 23:30

La Madonna ha detto che in questa novena pregheremo per la pace nel mondo.

Radio Maria alle ore 21:55 si collegherà con il Podbrdo per la trasmissione del Santo Rosario e della apparizione della Madonna: in diretta su Radioblogdpadrelivio.it  Facebook

La situazione è seria: La Madonna mobilita il suo esercito e chiama i fedeli a fare la novena sul Podbrdo dans Apparizioni mariane e santuari Medjugorje-Radio-Maria

La Madonna chiama i fedeli a fare la novena sul Podbrdo

Cari amici,

la notizia, assolutamente inaspettata vista la situazione, è di straordinaria importanza. Non era mai accaduto che la Madonna chiamasse sul Podrbrdo per una seconda apparizione durante una novena intera e nel cuore della notte.

L’iniziativa della Madonna si spiega con la situazione di grande allarme che c’è nel mondo a causa di una guerra che si dilata e che rischia di precipitare l’umanità in un caos generalizzato.

La Madonna chiama la Parrocchia di Medjugorje e tutti quelli che vi appartengono idealmente a partecipare questa straordinaria intercessione.

Uniamoci spiritualmente a questo evento voluto dalla Gospa, che apre una fase nuova alla quale dobbiamo partecipare fervorosamente.

Divisore dans San Francesco di Sales

La situazione è seria: La Madonna mobilita il suo esercito

Cari amici,

che la situazione stesse divenendo sempre più preoccupante ce ne siamo accorto dai messaggi a partire dall’inizio dello scorso anno.

La prima preoccupazione è quella della guerra. “Satana vuole la guerra e l’odio nei cuori e nelle nazioni”, (25/01/2023).

La seconda preoccupazione è la deriva spirituale dell’uomo contemporaneo: “L’uomo moderno non vuole Dio . Perciò l’umanità va verso la perdizione”.

La terza e più grave preoccupazione è la tiepidezza e la mondanità di molti che hanno riposto alla chiamata e che si sono persi per strada: “Il modernismo vuole entrare nei vostri cuori” (25/09 /2023). “La zizzania ha preso molti cuori e sono diventati sterili”, (25/02/2024).

La Madonna ha dato uno scossone il primo Gennaio 2023 invitando tutti sul Podbrdo e mostrando di tenere ben salda nelle sue mani la Parrocchia che Lei stessa ha scelto e ha plasmato.

Ora, proprio in un momento in cui tutto era sepolto sotto una coltre di strano silenzio, ha chiamato la gente per una novena sul Podbrdo, con la relativa apparizione pubblica.

La Madre della Chiesa, è chiaro, non può permettere che satana faccia razzia di anime, porti la fede all’estinzione e il mondo alla distruzione.

Di qui l’importanza che tutti quelli che hanno risposto alla chiamata rinnovino la loro fedeltà perché questi sono tempi in cui chi dorme avrà un brutto risveglio.

Divisore dans San Francesco di Sales

Da questa sera, 16 giugno alle ore 21:55, Radio Maria si collegherà con la collina del Podbrdo per trasmettere la novena con il Rosario seguito dall’apparizione della Madonna: Diretta su Radio – blogdipadrelivio.itFacebook

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