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Lettera di un bambino abortito alla madre

Posté par atempodiblog le 14 janvier 2008

E’ stata:
· Letta a Radio Maria
· Pubblicata sulla rivista telematica Pathway Journal di ottobre 1999
· Pubblicata sulla rivista Teologica n.23
· Pubblicata sulla Rivista « Medjugorje Torino »
· Pubblicata nel sito lavoce.an.it
· Pubblicata nel sito genitoricattolici.org

Cara mamma,

tu non mi conosci in quanto, quand’ero ancora nel tuo grembo, hai deciso che la mia vita venisse soppressa con l’aborto. Ma, rifiutato dagli uomini, sono stato raccolto dal Signore che ha detto: « Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai » (Is. 49,15). E Dio d’amore, in virtù dei meriti di Gesù Cristo e delle preghiere della Chiesa e di tutti i santi, mi ha portato nel Paradiso.

Essendo morto da piccolo, non in grado quindi di compiere il bene ed il male e di discernerlo, non sono stato sottoposto al giudizio come invece accadrà a te ed agli altri uomini nel momento della morte. Io so che sei stata sedotta da certi falsi maestri che, come Lucifero con Eva, ti hanno fatto credere che si trattava « solo di un’interruzione della gravidanza », mentre il Papa con l’enciclica « Evangelium vitae » ha chiarito che invece è un peccato mortale. So che non hai mai letto la Bibbia e neppure tale enciclica, mentre preferivi passare ore davanti alla televisione, strumento utile ma che gli uomini hanno reso un moderno vitello d’oro. Se tu avessi letto la Parola di Dio avresti meditato il libro sapienziale del Qoelet che insegna « Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo« . Avresti quindi atteso il momento propizio per compiere quegli atti d’amore che mi hanno dato vita in un momento per te indesiderato. Credendoti libera ed emancipata secondo le teorie del mondo, ti sei trovata « prigioniera » della mia presenza che ti avrebbe impegnata in compiti e responsabilità per le quali non ti sentivi matura. Nonostante i consigli di chi, ispirato da Dio, ti stimolava ad affidarti comunque alla Sua provvidenza, come fece Agar nel deserto ed altre donne bibliche antesignane di Maria Santissima che ha avuto la massima fiducia in Dio, tu hai preferito sbarazzarti di me. Padre Pio, durante la confessione di una donna che aveva abortito, le mostrò in visione un papa osannato dalle folle dicendole che Dio aveva progettato per suo figlio un tale ruolo. Ma io, dal Paradiso, ti amo lo stesso e prego perché tu ti salvi. In molti casi la preghiera dei bambini abortiti è l’unica orazione, unita a quella di qualche familiare, recitata incessantemente a favore della loro madre. Se sentirai dei rimorsi, sappi che, come è successo a tante madri che hanno abortito, tali rimorsi sono una grazia che va accolta e perfezionata con la confessione del tuo grave peccato, che il Signore d’infinita misericordia arde dal desiderio di perdonare; ma non può farlo senza il tuo pentimento. Non trascurare tale grazia ed affrettati a sbarazzarti del grave peccato. Da tale peccato devi liberarti il più presto possibile per la tua serenità e per la gioia di Dio che ha detto « Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione » (Lc. 15,7). Poiché ti amo non desidero che tu, incurante dei richiami alla conversione ed al pentimento, finisca nell’inferno che esiste ed è esattamente come la Madonna, mia Madre in cielo, l’ha mostrato ai veggenti di Fatima e di Medjugorje. Anche se andrai da medici o psicologi per tentare di allontanare il « rimorso provvidenziale », nessun di loro potrà mai cancellare la tua colpa, ma un sacerdote sì.

Tuo figlio mai nato.

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Tanti auguri scomodi

Posté par atempodiblog le 25 décembre 2007

 Tanti auguri scomodi dans Santo Natale toninobello

Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo, se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario.

Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati. Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!

Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio. Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.

Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate. Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.

Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie , fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.

Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame. I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi. Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.

I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge ”,e scrutano l’aurora, vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio. E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi.

Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.

di don Tonino Bello

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La confessione natalizia

Posté par atempodiblog le 23 décembre 2007

La confessione natalizia

La confessione natalizia dans Sacramento della penitenza e della riconciliazione Confessare

La miseria umana
L’Apostolo Simon Pietro era stato protagonista del miracolo operato da Gesù di una pesca straordinariamente abbondante (Luca, cap. 5). Egli allora, colto da una forte sensazione di inadeguatezza e indegnità, si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: “Signore, allontanati da me che sono un peccatore”. Ma che cosa è mai l’evento di una pesca sovrabbondante di fronte al prodigio del Natale di Gesù? Non avvertiamo noi la nostra piccolezza, anzi la nostra meschinità e abiezione, davanti alla sublimità del dono divino che si rinnova con il Natale?

La magnanimità divina
Il Natale commemora la venuta del figlio di Dio che si fa uomo per entrare da amico nel cuore di ogni singola persona. Egli non viene per farci vergognare o per far valere la sua potenza, ma per portare la sua amicizia. La caratteristica tipica dell’amicizia è quella di poter godere dei beni delle persone che si amano. Anche i genitori godono del bene dei figli, e quindi sono contenti che i figli siano in salute, che siano realizzati, che siano generosi ecc. L’amicizia con Dio, che il Natale ci richiama, ripropone la stessa realtà. Coloro che accettano la grazia di Dio, cioè la sua amicizia, sono resi partecipi, e quindi possono gustare e godere dei beni che sono propri di Dio: una verità superiore che li guida nella vita, una bontà infinita che li spinge nelle vie del bene, una felicità segreta che li sostiene nei doveri quotidiani e una viva speranza di eternità che li conforta nelle fatiche.

La condanna a morte dell’amicizia
Il peccato mortale, che è un’offesa grave fatta a Dio, costituisce una rottura della comunione con lui, e quindi è la condanna a morte dell’ amicizia che egli ci propone. Anche nel campo umano ci sono azioni cattive che per se stesse fanno morire immediatamente un’amicizia, come il tradimento e la diffidenza. Per fortuna non tutti i peccati sono uguali: il peccato mortale uccide all’istante il nostro legame con Dio, il peccato veniale lo raffredda e poco per volta lo spegne. Ma Dio conosce la nostra debolezza, la nostra incostanza e i nostri capricci, e poiché ci ama di amore infinito, ci dà anche infinite possibilità di rinsaldare, o anche di ristabilire la nostra comunione con lui.

Un’amicizia rinnovata
Il Natale è un tempo in cui cerchiamo di far rivivere, fra tutte le persone che conosciamo, i nostri sentimenti di amicizia, fraternità, riconoscenza, simpatia, stima e benevolenza. Ma prima di pensare alle altre persone vicine e lontane, il Natale è un regalo preziosissimo perché rivolgiamo i nostri sentimenti e il nostro cuore rinnovato a Dio. Il Natale di Gesù è perciò il momento di una buona confessione, aperta e fiduciosa, per rigenerare e intensificare l’amicizia che egli continua ad offrirci.

Una preparazione seria
La confessione è il sacramento della riconciliazione con Dio e della pace interiore. Un atto che, coinvolgendo il nostro cuore e Dio stesso, deve essere fatto con la dovuta responsabilità. Dobbiamo esaminarci anzitutto rispetto ai doveri che riguardano Dio. Mettiamo Dio al primo posto, offendiamo il suo nome; alla domenica e nelle altre feste comandate partecipiamo con diligenza alla S. Messa, preghiamo quotidianamente; ci vergogniamo di essere cristiani, chiniamo il capo alla volontà divina, ci fidiamo della Provvidenza o ci affidiamo a maghi e indovini? Rispetto ai doveri che riguardano se stessi e la propria famiglia. Arrechiamo danno alla nostra salute eccedendo nel bere, nel fumo o ricorrendo a droghe; teniamon un comportamento corretto nell’uso della sessualità, commettiamo atti impuri da soli o con altri, ci compiacciamo della pornografia o di immagini e letture provocanti; siamo casti nel fidanzamento secondo l’insegnamento della Chiesa, siamo fedeli nel matrimonio, siamo aperti alla vita nei rapporti coniugali; amiamo sinceramente il coniuge, lo sappiamo perdonare e comprendere, diamo ai figli l’attenzione e il tempo che meritano; rispettiamo, aiutiamo e amiamo i nostri genitori? Rispetto ai doveri che riguardano il prossimo. Abbiamo avuto rispetto della vita fisica degli altri, abbiamo procurato o favorito l’aborto; abbiamo diffuso maldicenze, malignità, calunnie, o giudicato male del prossimo; coltiviamo sentimenti di rancore, sappiamo offrire il perdono, siamo invidiosi, siamo veritieri; compiamo il nostro lavoro o i doveri di studio con impegno; siamo disonesti imbrogliando, rubando o non pagando le tasse; siamo rispettosi della natura, delle cose comuni, dell’ordine e della pulizia?

Un cuore buono e purificato
L’amicizia umana esige soprattutto sincerità e pulizia. La stessa cosa vale anche per l’amicizia con Dio, il quale, appunto, nei due ultimi comandamenti («Non desiderare la donna d’altri » e «Non desiderare la roba d’altri») chiede un cuore semplice e puro, libero anche dai pensieri e desideri sregolati. Gesù Bambino è pronto a donarsi a noi con tutto se stesso, cioè con tutta la ricchezza della sua divinità; il nostro cuore lo può accogliere e può godere dei suoi doni divini nella misura in cui è mondo e senza macchia.

P. Vincenzo Benetollo o.p.

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Racconti di Natale

Posté par atempodiblog le 13 décembre 2007

Racconti di Natale
di Jean Paul Sartre

Racconti di Natale dans Citazioni, frasi e pensieri Ges-e-Maria

Siccome oggi è Natale, avete il diritto di esigere che vi si mostri il presepe. Eccolo. Ecco la Vergine ed ecco Giuseppe ed ecco il bambino Gesù. L’artista ha messo tutto il suo amore in questo disegno ma voi lo troverete forse un po’ naif.
Guardate, i personaggi hanno ornamenti belli, ma sono rigidi: si direbbero delle marionette. Non erano certamente così. Se foste come me, che ho gli occhi chiusi. Ma ascoltate: non avete che da chiudere gli occhi per sentirmi e vi dirò come li vedo dentro di me. La Vergine è pallida e guarda il bambino. Ciò che bisognerebbe dipingere sul suo viso è uno stupore ansioso che non è apparso che una volta su un viso umano. Poiché il Cristo è il suo bambino, la carne della sua carne, e il frutto del suo ventre. L’ha portato nove mesi e gli darà il seno: e il suo latte diventerà il sangue di Dio.
E in certi momenti, la tentazione è così forte che dimentica che è Dio.
Lo stringe tra le sue braccia e dice: piccolo mio!
Ma in altri momenti, rimane interdetta e pensa: Dio è là e si sente presa da un orrore religioso per questo Dio muto, per questo bambino terrificante. Poiché tutte le madri sono così attratte a momenti davanti a questo frammento ribelle della loro carne che è il loro bambino e si sentono in esilio davanti a questa nuova vita che è stata fatta con la loro vita e che popolano di pensieri estranei. Ma nessun bambino è stato più crudelmente e più rapidamente strappato a sua madre poiché egli è Dio ed è oltre tutto ciò che lei può immaginare.
Ed è una dura prova per una madre aver vergogna di sé e della sua condizione umana davanti a suo figlio. Ma penso che ci sono anche altri momenti, rapidi e difficili, in cui sente nello stesso tempo che il Cristo è suo figlio, il suo piccolo, e che è Dio. Lo guarda e pensa:
« Questo Dio è mio figlio. Questa carne divina è la mia carne. E’ fatta di me, ha i miei occhi e questa forma della sua bocca è la forma della mia. Mi rassomiglia. E’ Dio e mi assomiglia. E nessuna donna ha avuto dalla sorte il suo Dio per lei sola. Un Dio piccolo che si può prendere nelle braccia e coprire di baci, un Dio caldo che sorride e respira, un Dio che si può toccare e che vive ».
Ed è in quei momenti che dipingerei Maria, se fossi pittore, e cercherei di rendere l’espressione di tenera audacia e di timidezza con cui protende il dito per toccare la dolce piccola pelle di questo bambino-Dio di cui sente sulle ginocchia il peso tiepido e che le sorride.
Questo è tutto su Gesù e sulla Vergine Maria.
E Giuseppe?
Giuseppe, non lo dipingerei. Non mostrerei che un’ombra in fondo al pagliaio e due occhi brillanti. Poiché non so cosa dire di Giuseppe e Giuseppe non sa che dire di se stesso. Adora ed è felice di adorare e si sente un po’ in esilio. Credo che soffra senza confessarselo. Soffre perché vede quanto la donna che ama assomigli a Dio, quanto già sia vicino a Dio. Poiché Dio è scoppiato come una bomba nell’intimità di questa famiglia. Giuseppe e Maria sono separati per sempre da questo incendio di luce.
E tutta la vita di Giuseppe, immagino, sarà per imparare ad accettare.
Miei buoni signori, questa è la Sacra Famiglia.
Ora apprenderemo la storia di Bariona poiché sapete che vuole strangolare quel bambino. Corre, si affretta ed eccolo arrivato. Ma prima di farvelo vedere, ecco una piccola canzone di Natale.

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Natale: la storia di un Bambino.

Posté par atempodiblog le 27 novembre 2007

Natale: la storia di un Bambino. dans Santo Natale Bambino-Ges

La scena è ambientata in Ungheria, al tempo delle terribili persecuzioni comuniste contro la fede. Alla scuola comunale, l’istitutrice è una atea militante che non perde nessuna occasione per seminare dubbi nei cuori dei bambini che, quasi tutti, vengono da famiglie praticanti. Una dei bambini, Angela, di 10 anni, si distingue per la grande fede e diventa il bersaglio della istitutrice. Un giorno, questa donna inventa un nuovo metodo per estrarre ogni barlume di fede dal cuore di questi bambini innocenti. Domanda ad Angela:

- Quando i tuoi genitori ti chiamano, che fai?

- Vado da loro, risponde la bambina.

- E quando chiamano lo spazzacamino, che succede?

- Arriva lo spazzacamino.

- Bene figlia mia, viene perché esiste! Tu vieni perché esisti. Ma supponiamo che i tuoi genitori chiamino tua nonna che è morta, pensi che verrà?

- No, non credo che verrà.

- Brava! E se chiamano cappuccetto rosso o barbablu, che succederà?

- Non verrà nessuno perché si tratta di favole.

- Perfetto! Vedete dunque, bambini, che i viventi, quelli che esistono, rispondono a coloro che li chiamano, e coloro che non rispondono, non vivono più oppure hanno smesso di esistere. E’ chiaro, vero?

- Sì, risponde tutta la classe con voce timida.

- Tu Angela, credi che il Bambino Gesù ti senta quando lo chiami?

La piccola risponde con un fervore improvviso, indovinando il tranello:

- Sì, credo che mi senta!

- Bene, facciamo allora un piccolo esperimento. Se il Bambino Gesù esiste, udrà la vostra chiamata. Gridate allora tutti insieme, a voce alta: « Vieni Gesù Bambino! »

Dopo un lungo silenzio durante il quale l’istitutrice assapora lo smarrimento dei bambini, Angela si lancia in mezzo alla classe e grida :

- Ebbene sì, noi lo chiameremo. Tutti insieme, « Vieni Gesù Bambino! »

Tutti gli scolari si alzano e gridano, pieni di speranza:

- « Vieni Gesù Bambino! »

Tralascio i dettagli per arrivare ai fatti. Tutti i bambini guardavano Angela, quando di colpo la porta si aprì senza rumore. « Tutta la luce del giorno si raccolse improvvisamente verso la porta. Questa luce cresceva e aumentava e divenne un globo di fuoco. All’inizio i bambini ebbero paura, ma il globo si aprì e dentro apparve un bellissimo bambino come non ne avevano mai visto uno. Il bambino sorrideva loro senza dire una parola. La sua presenza era dolcissima. Vestito di bianco, sembrava un piccolo sole. Era lui che produceva la luce. Non disse niente, sorrideva soltanto; poi disparve nel globo di luce che si dissolveva poco a poco, secondo le testimonianze dei bambini. La porta si richiuse da sola dolcemente. Inondati di gioia, i bambini non potevano parlare. Ma un grido stridulo ruppe il silenzio. Hagarde, l’istitutrice urlava : « È venuto! È venuto! » Poi scappò sbattendo la porta. Angela disse semplicemente: « Vedete, lui esiste! » Il cappellano dell’epoca dopo interrogò ciascun bambino e dichiarò sotto giuramento che i bambini non si contraddicevano. D’altra parte i bambini trovavano questo quasi normale e uno di loro affermò: « Poiché eravamo in difficoltà, bisognava bene che Gesù bambino venisse a cavarci dagli impicci! »

L’istitutrice abbandonò il suo lavoro per motivi di salute mentale. Ripeteva continuamente: « È venuto! È venuto! »

Tale storia è tratta da « Chi comprenderà il cuore di Dio » di Maria Dominique Molinie’ ed è presente su: www.enfantsdemedjugorje.com. A testimoniare la veridicità dell’accaduto ci sono trentadue scolaretti di una classe di Ungheria.

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Intervista di Padre Livio a Vicka

Posté par atempodiblog le 21 novembre 2007

L’intervista di Padre Livio a Vicka di Medjugorje (2006)

Diretta da Medjugorje, 30 Dicembre 2006 (h 14:45-15:45)

PADRE LIVIO – Cari amici di Radio Maria un cordialissimo saluto da parte di Padre Livio e da Vicka, che è qui vicino a me. Oggi faremo una breve intervista in modo che Vicka possa darci la sua testimonianza e raccontarci i suoi incontri con la Madonna che ormai durano da oltre 25 anni. Vicka, come sapete, ha le apparizioni quotidiane già a partire dal 1981. Durante il mese di agosto Vicka era ammalata e non ha potuto dare la sua testimonianza nel corso del 25° anniversario delle apparizioni. Quindi è ben felice di poterlo fare oggi, perciò diamo subito la parola a Vicka. VICKA – Carissimi ascoltatori per me è una grande gioia poter trasmettere i messaggi che la Madonna dice a me in modo che io possa dire a tutti voi.

Maria: come si manifesta

PADRE LIVIO – Tu hai le apparizioni quotidiane dal 24 giugno 1981. Dopo così tanto tempo noi vediamo che sei sempre piena di entusiasmo e a Medjugorje continuano a venire ondate di pellegrini. Medjugorje sembra una musica senza fine.
VICKA – Sono ormai 26 anni che la Madonna viene qui sulla Terra, e per me questo fatto è veramente una grande gioia, una gioia che non si può descrivere! Mi sento un vivo strumento della Madonna e voglio fare tutto per lei. Quando sono davanti alla gente io provo a trasmettere quella gioia, quella bellezza, quell’amore della Madonna a tutti i pellegrini che arrivano qui. Ciò che dobbiamo contare però non sono tanto questi 26 anni che sono trascorsi ma quante grazie abbiamo colto, perché questi 26 anni sono stati anni di grandi grazie. Come la Madonna ha già detto la sua presenza qui in mezzo a noi sta a significare che sono momenti di grandi grazie e dobbiamo guardare a quanto noi siamo cambiati e ci siamo convertiti.

PADRE LIVIO – Quello che più mi colpisce è il fatto che una persona oggi abbia parlato con la Madonna. Il fatto, cioé, che la Madonna venga sulla Terra tutti i giorni e si possa dire che veramente la Madonna esiste ed è viva. Questa è la cosa che mi commuove più di tutto.
VICKA – Sì, la Madonna è proprio una persona viva. Prima di manifestarsi a noi nell’apparizione si preannuncia con tre lampi di luce come un segno che sta arrivando. Quindi si presenta con un vestito grigio e il velo bianco, ha i capelli neri, gli occhi azzurri e poggia i suoi piedi sopra una nuvola grigia. Nelle apparizioni che si verificano in occasione delle grandi feste come Natale, Pasqua e in particolari anniversari viene con un vestito tutto d’oro. A Natale la Madonna viene con un piccolo bambino in braccio appena nato. Qualche anno fa, in occasione del venerdì santo, la Madonna si è presentata con Gesù adulto tutto sanguinante, fasciato e con la corona di spine e si è rivolta a noi dicendo: « Sono venuto con Gesù in modo che voi vediate quanto Gesù ha sofferto per tutti noi ». Ogni volta, in occasione del suo o del nostro compleanno, ci salutiamo, ci abbracciamo proprio come se fosse una persona viva come noi.

PADRE LIVIO – Vi date anche un bacio?
VICKA – Ma sì, e tu senti che è proprio viva con un vero corpo, e al tatto è come se toccassai la tua mano che è quella di una persona viva. L’unica cosa che non si può descrivere è la sua bellezza: non esiste nessuna ragazza così bella come lei. Una volta, nel corso di una apparizioni, le abbiamo chiesto come poteva essere così bella. Lei ci ha risposto: « sono bella perché amo! Dovete amare anche voi per essere belli! ». Ma questa bellezza non è una bellezza che viene da fuori, ma direttamente e pofondamente dal nostro cuore. Lei ci dice anche che noi oggi siamo troppo preoccupati per la bellezza esteriore mentre abbiamo dimenticato quella bellezza più importante, quella interiore. Una volta che abbiamo questa bellezza del cuore, quella esteriore arriva di conseguenza senza che noi ci preoccupiamo.

PADRE LIVIO – La sua bellezza è però una bellezza materna. Quando guardi la Madonna come la senti… come una madre?
VICKA – Più che come una mamma io la sento come una amica.

PADRE LIVIO – Forse perché è giovane?
VICKA – Sì, avrà vent’anni… è giovane, è bella… io non la vedo tanto come una madre quanto piuttosto un’amica. Sai, quando pensi ad una madre ti immagini qualcosa di più serio. Invece io la sento più come una amica. Poi la Madonna, che è presente tra noi ormai da 26 anni, è sempre uguale, non invecchia mai… sempre uguale, sempre la stessa.

PADRE LIVIO – Forse un giorno avremo anche noi una bellezza simile alla sua perché avremo un corpo glorioso.
VICKA – Lei vuole sicuramente questo già fin d’ora, per questo ci ha detto di non guardare tanto alla bellezza esteriore, destinata a finire, quanto a quella interiore, destinata a durare.

PADRE LIVIO – Infatti una volta ha detto che vuole che noi andiamo tutti con lei in Paradiso. Tu hai detto che non bisogna guardare a quanto tempo la Madonna si manifesta perché ogni volta si tratta di un evento sempre nuovo tutti i giorni per cui non si ingenera una abitudine ma si tratta di una esperienza sempre nuova.
VICKA – Sì, il fatto che ogni giorno arrivi il cielo sulla Terra è una esperienza straordinaria che non può essere paragonata ad altre esperienze. Per me ogni giorno è come se la Madonna fosse venuta per la prima volta, perché ci porta una gioia, una serenità.

PADRE LIVIO –
Ci porta la pace!
VICKA – Sì, una pace che non si può descrivere perché una pace così può venire solo dal cielo.

PADRE LIVIO – Si sente che la Madonna ci vuole bene?
VICKA – Certo, si vede proprio sul viso della Madonna quanto bene ci vuole. Il suo viso è un viso di luce e di amore. Questa è la cosa più importante.

L’aldilà: con la morte non finisce tutto!

PADRE LIVIO – Io penso a questo: certamente la Chiesa, la Sacra Scrittura, i Sacramenti e specialmente l’Eucaristia sono cose fondamentali, ma io dico che anche le apparizioni sono un fatto molto importante perché il verificarsi di una apparizione sta a significare che il cielo c’è mentre oggi la gente non ci crede.
VICKA – Guarda, ti dico che la Madonna ha detto chiaramente questa cosa: lei non è arrivata a dire cose nuove rispetto a quanto scritto nel Vangelo e nella Bibbia, ma è venuta a svegliarci perché siamo troppo lontani da tutte queste cose. Il Paradiso poi posso dire che c’è perché io lì ci sono stata con la Madonna: una giorno lei mi ha preso per mano e mi ha portato con il mio corpo a vedere il Paradiso, il Purgatorio e l’Inferno. Per questo posso dire con tutto cuore e verità che esiste davvero.

PADRE LIVIO – Come ho già spiegato in radio nel corso delle mie catechesi si tratta di una esperienza particolare. Ci sono stati santi come Santa Teresa D’Avila, Santa Faustina Kowalska e Santa Josepha Menendez che nelle loro autobiografie raccontano si essere state portate nell’aldilà con il loro corpo, ma hanno vissuto questa esperienza da sole e pertanto uno può chiedersi fino a che punto si possa essere sicuri di questo fatto. Voi invece siete stati portati nell’aldilà in due, tu e Jakov, e siete addirittura scomparsi da casa.
VICKA – È stata la Madonna che ci ha guidati: a me ha preso la mano destra e a Jakov quella sinistra. Già prima di partire Jakov si era lamentato perché aveva paura di non tornare più indietro e aveva chiesto alla Madonna di portare solo me dato che nella mia famiglia siamo in tanti fratelli e sorelle mentre lui era figlio unico. Io in quel momento invece pensavo: quante ore e quanti giorni durerà? dove si andrà? sopra o sotto, ecc… La Madonna ci ha preso tutti e due per mano e ci conduceva stando davanti. Tu vedevi aprirsi il tetto della casa dove eravamo e in un secondo ci siamo trovati in Paradiso. Lì c’era un grande spazio con una luce che non esiste qui sulla Terra. Le persone erano tutte uguali, né magri e né grassi, vestiti di tre colori: grigio, giallo e rosso. Tutti giravano, cantavano e pregavano, e intorno c’erano anche piccoli angeli che volavano. La Madonna ci ha detto: guardate quanto sono contente queste persone che si trovano qui in Paradiso. Era una gioia che non si può descrivere perché non esiste qui sulla Terra.

PADRE LIVIO – Questo mi ricorda un messaggio in cui la Madonna dice che in cielo c’è la gioia. Tu e Jakov avete sentito questa gioia?
VICKA – Certo, quando vedi quelle persone come sono così contente per me è stata una grande gioia. Io mi sono avvicinato ad un piccolo gruppo di anime.

PADRE LIVIO – Loro ti guardavano?
VICKA – Sì, loro guardavano me ed io guardavo loro, anche se non ho riconosciuto nessuno. Non parlavano una lingua terrena. Forse parlavano ma una lingua tutta loro, quella degli angeli.

PADRE LIVIO – Quindi loro come persone ti hanno visto?
VICKA – Sì, e vedevi che erano proprio contente. Erano insieme, ridevano e parlavano.

PADRE LIVIO – Tu non hai detto loro niente?
VICKA – No, e neanche loro ci hanno detto niente. Noi siamo state dietro la Madonna.

PADRE LIVIO – Quindi il Paradiso da un punto di vista visivo è una grande luce mentre dal punto di vista dei sentimenti è una grande gioia.
VICKA – Sì, Dio è luce, e questo si vede. Ma quello che più importa è che la vita, dopo la morte, continua. Io dico a voi ascoltatori, in particolare a quelli che vanno nei cimiteri e si mettono davanti alla tomba di un morto pensando che con la morte finisce tutto, che la vita continua! Di questo sono sicurissima, al mille per cento!

PADRE LIVIO – Lo dice la nostra fede, lo testimonia Gesù risorto e che la Madonna è assunta in cielo. Si tratta di un grande sbaglio, oltre che di una grande eresia, credere che con la morte finisce tutto.
VICKA – Anche la Madonna ci ha detto che questo è un grande sbaglio e che noi siamo qui sulla Terra solo passeggeri.

PADRE LIVIO – Una volta ha anche detto che noi siamo come i fiori di primavera che oggi sono meravigliosi ma che domani non c’è traccia di loro.
VICKA – È vero.

PADRE LIVIO – Poi la Madonna vi ha anche portati col vostro corpo a vedere il Purgatorio. Dal Paradiso al Purgatorio siete passati camminando?
VICKA – No, non abbiamo camminato, ci ha portato lei stessa. Il Purgatorio è un grande spazio, non si vedono persone ma si vede solo una grande nebbia, si sente che ci sono delle persone che soffrono. La Madonna ha detto che le persone che sono in Purgatorio aspettano le nostre preghiere.

PADRE LIVIO – Quindi si tratta di un invito a pregare per le anime del Purgatorio, specialmente per le più abbandonate. E la nebbia presente nel Purgatorio che cosa può significare? Forse può significare l’attesa per una speranza di luce perché le anime non possono ancora arrivera a vedere Dio?
VICKA – Sì, non c’era luce, ho visto come un grigio-fumo.

PADRE LIVIO – Quindi il Purgatorio è una preparazione per il Paradiso. Poi hai visto anche l’Inferno?
VICKA – Sì, all’inizio ho visto un grande fuoco.

PADRE LIVIO – Eravate vicino al fuoco? Sentivi caldo?
VICKA – Sì, era proprio vicino e si sentiva il calore delle fiamme come un fuoco vero. Poi ho visto che le persone normali, dopo che entrano nel fuoco, si trasformano assumendo le sembianze di animali, si sentono tantissime bestemmie. La Madonna ha detto che le persone che sono nell’Inferno sono lì per loro propria volontà, e che anche le persone che vivono qui sulla Terra e si comportano contro Dio vivono già un loro inferno, che poi è destinato a continuare anche nell’aldilà.

PADRE LIVIO – Avete visto il diavolo all’Inferno?
VICKA – No, ma le persone che escono dal fuoco si trasformano ad immagine di satana.

PADRE LIVIO – Anche la Madonna una volta in un messaggio ha detto: siate ad immagine mia, non del demonio.
VICKA – È vero.

PADRE LIVIO – Come si fa su questa Terra a preparare la propria vita per l’Inferno?
VICKA – Una persona che si comporta contro Dio, che non prega, che non segue i comandamenti di Dio, ecco, quella persona ha già scelto il suo inferno. Tutto dipende dalla nostra libera scelta. Una persona che vuole andare all’Inferno va, per le altre c’è sempre la possibilità di salvarsi.
PADRE LIVIO – Dunque è proprio l’indurimento del cuore.

Più di un quarto di secolo di apparizioni

PADRE LIVIO – Perché la Madonna è qui a Medjugorje da così tanto tempo?
VICKA – La Madonna conosce il motivo meglio di noi, perché sa i tempi nei quali viviamo e vuole fare tutto il possibile per salvarci. Una volta abbiamo chiesto alla Madonna quanto tempo sarebbe rimasta con noi e ci ha risposto dicendo: vi siete già stancati di me? Allora ho deciso di non chiederglielo più. Questi sono tempi di grande grazia e il fatto che la Madonna sia qui presente in mezzo a noi è la grazia più grande.

PADRE LIVIO – Secondo quanto riportato nei messaggi dei primi anni la Madonna avrebbe detto di essere venuta per l’ultima volta a richiamare l’umanità alla conversione. Cosa significa?
VICKA – Lei ha detto chiaramente che questa è l’ultima sua venuta sulla Terra.

PADRE LIVIO – Per te questo fatto che significato ha?
VICKA – Sai, su queste cose non ho mai riflettuto. La Madonna ha dato quel messaggio e io penso a vivere e a trasmettere quello che lei vuole e il suo vivo messaggio, voglio vivere la sua verità e dare questa verità agli altri affinché tutti possano essere poi contenti come io lo sono. Io sono consapevole di essere stata chiamata come un suo strumento, e questo io faccio. Io le dico: io voglio seguire te e fare tutto quello che tu vuoi. Voglio essere a sua completa disposizione e lei sa cosa io posso fare.

PADRE LIVIO – Quindi a te interessa testimoniare i messaggi, trasmetterli e viverli però non ti interroghi sulla loro interpretazione. Però la Madonna ha detto che viviamo in un tempo di grazie particolari, e siamo chiamati alla conversione.
VICKA – Certo, ogni giorno deve essere un giorno di conversione. Nessuno di noi può dire « io sono convertito » ma può dire « io voglio ». Anche io non posso dire di essere convertita, so di fare un cammino e so che ogni giorno bisogna cercare di fare un passo in avanti e pregare che Dio ci dia la grazia per la nostra conversione. Tutta la vita deve essere un cammino di conversione.

PADRE LIVIO – I messaggi che la Madonna dà alla parrocchia terminano sempre con la frase: « grazie di aver risposto alla mia chiamata ». In effetti, anche se qualche volta la Madonna ci ha richiamati perché non eravamo fedeli ai messaggi, se guardiamo indietro a questi 25 anni possiamo notare che la preghiera della conversione è andata in tutto il mondo e che Medjugorje da piccolo paese sperduto e diventata una luce per l’intera umanità. Mi sembra che ci sia stata una bella risposta. Sbaglio?
VICKA – Guarda, anche io penso che la Madonna, come una madre, voglia invitarci a seguire i messaggi ogni volta sempre di più. La Madonna vede che sono in tanti, tra quelli che arrivano a Medjugorje, che portano il suo messaggio nei luoghi in cui vivono. Lei non si aspetta una cosa grande, ma tante piccole cose fatte con amore e con umiltà.

PADRE LIVIO – Dunque anche le nostre preghiere e piccoli sacrifici li benedice.
VICKA – Noi cominciamo con le piccole cose. Anche nella preghiera. È inutile pregare per ore se poi si prega con la bocca e basta: in questio modo una persona si sente dentro più vuota di prima. L’importante è iniziare a pregare poco, ma quello che si prega lo si deve pregare col cuore e con amore. Quello è il nostro rapporto tra noi e Dio. Agli altri cosa può interessare riguardo a quanto tempo noi oggi abbiamo pregato? Se ci vantiamo del tempo che usiamo della preghiera significa che lo facciamo per nostra vanagloria, e questo non serve a nulla. Le cose si devono fare con cuore, con amore e con gioia.

PADRE LIVIO – Però il digiuno a pane ed acqua che la Madonna ha chiesto di fare il mercoledì e il venerdì è un grande impegno e sacrificio.
VICKA – Il digiuno deve essere a pane ed acqua, ma per le persone malate basta che si facciano piccoli sacrifici come non prendere dolci, caffè o qualche altra cosa in modo che tutti rinunciamo a qualcosa che ci piace. Una persona che invece sta bene e non vuol digiunare e trova mille scuse per non farlo significa che non ha una forte volontà. Con la nostra forte volontà si può fare tutto perché tutto dipende dalla nostra scelta. Il digiuno serve ad allanare la nostra volontà. Quando poi la Madonna raccomanda per il digiuno di mangiare solo pane e acqua non significa né non mangiare niente né mangiare altre cose. La Madonna ha parlato chiaro, se tu vuoi fare mangiare altre cose come pasta ecc. questo dipende da te.

PADRE LIVIO – Però con voi veggenti la Madonna vi ha condotto gradualmente alla pratica del digiuno: prima solo il venerdì e solo più tardi ha aggiunto anche il giorno di mercoledì. Questo significa che si può fare anche un cammino. Ma qual è il valore di questo digiuno?
VICKA – Ci sono tanti che iniziano a digiunare ma poi dicono di non riuscire, di far fatica, di diventano più nervosi ecc. Questo però non è un vero digiuno perché il digiuno non significa soltanto non mangiare ma serve per aiutare la purificazione interiore. Noi non possiamo prima digiunare e poi fare le altre cose male: noi dobbiamo fare il digiuno con cuore e con amore. Lo stessa cosa va fatta nella preghiera: quando si chiede qualche grazia col cuore e con amore, Gesù e Maria sono sempre pronti ad aiutare, ma se si chiede senza amore allora la grazia non arriva mai.

PADRE LIVIO – Quindi il digiuno comporta un cammino personale di purificazione. La Madonna ha anche detto che con il digiuno si possono fermare anche le guerre per quanto violente esse siano. Però molte volte noi vogliamo chiedere delle grazie di guarigione o di conversione per i nostri cari. Penso che per ottenerle non dobbiamo solo chiedere ma anche anche dare qualcosa.
VICKA – Noi ogni giorno siamo pronti a chiedere, ma poco a dare. Invece dovremmo essere più felici quando si è pronti a dare qualcosa. Quando siamo pronti a dare qualcosa di sé stessi, allora anche le grazie arrivano prima. Non bisogna rivolgersi nella preghiera dicendo: io oggi voglio questo, io ti chiedo quest’altro, ecc. Sembra quasi una compravendita: io ti chiedo questo per avere un’altra cosa in cambio. Questo modo di fare ci porta poi ad allontanarci da Gesù e Maria appena abbiamo ottenuto quello che avevamo bisogno per poi ritornare quando abbiamo bisogno di qualcos’altro. La Madonna da mamma capisce che questo è un modo sbagliato di comportarsi. Uno deve essere pronto a dare qualche piccolo sacrificio e quando si dà qualcosa allora si può chiedere e le grazie arrivano. Non dobbiamo poi chiedere dicendo: io oggi ho bisogno di questo. Non bisogna anteporre ciò che io voglio ma quello il Signore vuole. Bisogna mettersi nell’ottica di essere a disposizione di Dio e dire: o Signore, tu conosci i desideri del mio cuore, io ti offro le mie sofferenze e fai come tu vuoi. L’importante è fare la volontà del Signore.

PADRE LIVIO – Quindi non bisogna fare sacrifici, preghiere e digiuni solo per chiedere, ma anche per dare, per le intenzioni della Madonna.
VICKA – Una grazia non si può comprare, ma solo vivere giorno per giorno.

La preghiera

PADRE LIVIO – Il digiuno è senza dubbio uno dei messaggi più importanti di Medjugorje, ma quello che colpisce mi di più, e ho avuto modo di verificarlo in base delle testimonianze che riceviamo dagli ascoltatori di Radio Maria, è che tutti i pellegrini che sono stati a Medjugorje sono tornati a casa contenti. Eppure a Medjugorje non c’è nulla di particolare e neppure c’è un santuario così grande come possiamo trovare ad esempio a Lourdes. Il motivo è forse che qui si fa una esperienza di grande preghiera. Trovare la Chiesa di Medjugorje piena di gente, per non parlare dei pellegrini che pregano in piazza, andando per la città o sul monte Krizevac è una esperienza che riempie il cuore. Questa preghiera che si innalza da tutta la spianata di Medjugorje è come se fosse diventata una grande forza di conversione. Quello che mi colpisce di più è che qui la gente imparara pregare.
VICKA – È vero. Tutti i pellegrini che arrivano vogliono ascoltare i messaggi della Madonna, ma è anche bello sentirci uniti quando si prega. Quando si comincia a pregare tutti diventano più felici, e questa cosa avviene indipendente dalla nazionalità delle persone e dalla lingua in cui si prega. Tutti pregano, e pregando cercano sé stessi. Si vede che oggi l’uomo è secco di amore e di Dio. Tutto passa e se ne va, l’unica cosa che rimane è la su a verità e il suo amore. L’uomo non può vivere senza preghiera e senza vero amore, e l’unico che ce lo può dare è solo Dio. Oggi il problema nelle famiglie e nella Chiesa è che manca la preghiera e senza la preghiera non c’è amore. Oggi manca la fiducia in Dio e per quello ci siamo allontanati da Dio. Oggi nelle famiglie e nelle parrocchie non ci si parla più, e questo è il campo in cui domina satana. La Madonna invece ci dice che senza preghiera non si può andare avanti. Nelle vostre famiglie è come se ci fosse un vaso di fiori da annaffiare. Se in questo vaso ogni giorno mettete un po’ d’acqua vi accorgete che i fiori crescono e diventano bellissimi. La stessa cosa vale per il nostro cuore: se ci mettiamo due o tre preghiere fatte col cuore allora vediamo che il nostro amore cresce sempre di più. Se invece non annaffiamo il fiore ci accorgiamo che dopo un po’ il fiore appassisce e muore. Allo stesso modo accade quando noi dobbiamo metterci a pregare ma troviamo mille scuse per non farlo: oggi sono stanco, pregherò domani, poi arriva domani e si rimanda a dopodomani. Facendo così ogni giorno allontaniamo la preghiera e il nostro cuore va tutto da un’altra parte. La Madonna ci dice che come un fiore non può vivere senza acqua così noi non possiamo vivere senza grazia di Dio. La preghiera fatta col cuore non si può studiare ma si può solo vivere, facendo un passo in avanti giorno per giorno. Oggi ci sono problemi ovunque: in famiglia, coi bambini, con gli altri, ecc. Ma questi problemi non sono tanto con loro ma piuttosto con noi stessi. Nelle nostre famiglie dove sta Gesù? È messo all’ultimo posto, mentre al primo posto stanno tutte le cose meno importanti. La Madonna invece ci dice che finché noi non ritorneremo a Gesù non a parole ma con la nostra vita non ci sarà pace in noi e neppure la benedizione di DIo. È molto importante che la famiglia preghi assieme in modo da poter resistere dall’attacco del nemico che vuole dividere: l’unico modo che permette di unire la famiglia è la preghiera. Le famiglie si dividono perché non c’è amore e unione, e questo può essere alimentato solo dalla preghiera insieme. Tutti però hanno fretta con gli appuntamenti, col lavoro ecc. e si perde di vista questo fatto.

PADRE LIVIO – Secondo una certa mentalità però quelli che pregano sono solo i vecchi, però vedo che qui sono i giovani che scoprono la preghiera.
VICKA – Gesù chiama ciascuno di noi, e non guarda all’età precisa. Gesù vede come ti comporti e come ti senti. I bambini devono imparare a pregare e i genitori devono dare loro l’esempio. Cosa posso aspettarmi da mia figlia un domani se io genitore non dò l’esempio? Comincio io a pregare Ave Maria, Padre Nostro e Gloria, e mia figlia Marija anche se è piccola segue e impara pian piano, e così noi dobbiamo dare l’esempio agli altri. Noi dobbiamo essere grati ai nostri anziani perché ci hanno dato l’esempio della preghiera e della vita. Anche mia nonna, dato che mia madre girava per lavoro, era lei che ci ha educati col catechismo e la preghiera.

Medjugorje per i giovani e i consacrati

PADRE LIVIO – Qui a Medjugorje si vedono anche molti giovani inginocchiati davanti alla croce e davanti al Santissimo, anche per delle ore intere. Scoprono una dimensione interiore che prima non sapevano di avere.
VICKA – Oggi per esempio abbiamo avuto come pellegrini dei giovani provenienti dalla Sardegna, dalla Sicilia e anche da Bergamo. Loro, come dei missionari, quando ritorneranno a casa, porteranno con sé il messaggio della Madonna con la loro vita. Sono tutti giovani! Si vede proprio come tutto quello che offre il mondo è una cosa che passa e i giovani si accorgono di questo fatto. False luci, false gioie… i giovani si accorgono che quello che offre il mondo sono solo inganni che alla fine non ti dà niente e si finisce per essere più vuoti, nervosi e infelici di prima. L’unico che ti può dare la gioia, la serenità e la felicità è il Signore che si incontra nella preghiera. Una volta scoperto questo si può continuare a fere tutte le cose in un modo molto diverso.

PADRE LIVIO – D’altra parte abbiamo qui a Medjugorje molte testimonianze di giovani come ad esempio quelli di Suor Elvira che sono rinati dopo la loro esperienza della tossicodipendenza.
VICKA – Quando si va alla Comunità Cenacolo di Suor Elvira tu senti proprio una grande gioia e tranquillità, come se fosse casa mia. Lì incontri un amore vero, ognuno dà il proprio amore agli altri e questa è una cosa bellissima! Vedi che quelli che ora sono grandi aiutano i piccoli e alcune ragazze di Suor Cornelia accolgono i bambini orfani che sono stati abbandonati e diventano delle mamme per loro. Si vede proprio come ognuno di noi dà il suo amore. Non esiste una cosa più bella!

PADRE LIVIO – Questa è la civiltà dell’amore! Siccome i più increduli alle apparizioni nella Chiesa sono in genere i sacerdoti e i vescovi, il miracolo dei miracoli è che vedo che sono in tanti tra sacerdoti e vescovi a venire qui a Medjugorje.
VICKA – Il fatto di credere o meno è un fatto personale. Io non sono preoccupata di questo. La Madonna non forza nessuno, vuole bene a tutti.

PADRE LIVIO – Io però, visitando vari santuari d’Europa, non ho mai visto così tanti sacerdoti come qui a Medjugorje. Qui vengono centinaia e migliaia di sacerdoti, sembra proprio esserci un disegno della Madonna nei confronti dei sacerdoti.
VICKA – Ultimamente sono giunti parecchi cardinali dall’America, dall’Italia, dall’Australia, ecc. che sono aperti e che vogliono bene alla Madonna. La Madonna ha dato una grande libertà e non ha obbligato nessuno a credere. Non esiste un « dovere » di trasmettere questo messaggio con la forza, ma con amore. L’amore si vede, si trasmette, rimane. Tutto quello che si fa in modo forzato come viene così se ne va.

PADRE LIVIO – Qui a Medjugorje però la Madonna agisce un po’ come se fosse il parroco della Parrocchia e ci insegna come noi sacerdoti dovremmo impostare le parrocchie: il Rosario, l’Eucaristia, la preghiera e la confessione.
VICKA – Non c’è niente di nuovo negli insegnamenti che vengono da Medjugorje, e la Madonna vuole solo ricordarci ciò da cui molti cristiani si sono allontanati.

Medjugorje, i Segreti e il futuro del mondo

PADRE LIVIO – Anche io ho imparato a vivere « alla giornata », nel senso che mi affido giorno per giorno al Signore senza guardare troppo al futuro ma facendo ogni giorno quel lavoro che devo fare. Una volta hai detto in una intervista che per quanto riguarda gli avvenimenti di Medjugorje siamo solo agli inizi pensando a tutto quello che dovrà avvenire. Mi pare che abbiamo davanti a noi un momento della storia particolarmente impegnativo.
VICKA – La Madonna parla di un suo piano che si deve realizzare e che dobbiamo aiutarla con le nostre preghiere, anche ora. Ancora non ci ha rivelato nulla di questo suo piano.

PADRE LIVIO –
Quello che comunque si sa è che ci sarà il tempo dei Dieci Segreti.
VICKA – Certo.

PADRE LIVIO – Mi ha impressionato il fatto che i messaggi che rivolge alla Parrocchia non parla mai dei Dieci Segreti.
VICKA – Il fatto di contenuto nei Segreti riguarda tutto il mondo. Non ne parla perché evidentemente non è ancora il momento di parlarne a tutti. Lei darà un segno quando si potrà iniziare a parlarne, quando i tempi saranno maturi.

PADRE LIVIO – Però noi logicamente pensiamo, dato che ormai la vicenda va avanti da 25 anni, che non può cominciare il tempo dei Dieci Segreti finché a te, a Marija e a Ivan non vi viene rivelato il decimo segreto. Perché l’ultima volta che è successo qualcosa qui a Medjugorje da questo punto di vista è stato nel 1998 quando è stato dato il decimo segreto a Jakov. Da allora sono passati 8 anni e non è successo ancora nulla.
VICKA – Noi tre aspettiamo, io non ho mai chiesto nulla alla Madonna. Non lo facciamo per paura ma perché sappiamo che ha i suoi progetti e io devo fare quello che lei vuole.

PADRE LIVIO – Mi ha però impressionato il fatto che quando il 25 giugno scorso è apparsa ad Ivanka, la Madonna le ha spiegato il Settimo Segreto. Quindi si tratta di un qualcosa di vero, di attuale!
VICKA – Certo che è vero!

PADRE LIVIO – La gente però pensa che con i Dieci Segreti sia coinvolta soltanto Mirijana.
VICKA – No, siamo coinvolti tutti. L’unica differenza è che Mirijana ha scelto Padre Petar per annunciare i segreti al mondo, ma ognuno di noi ha un suo compito.

PADRE LIVIO – Una volta la Madonna ha detto che dopo il Terzo Segreto ci sarà ancora uno di voi che avrà le apparizioni quotidiane.
VICKA – Sì, si tratta di uno di noi, poi staremo a vedere chi è.

PADRE LIVIO – Non si sa chi è?
VICKA – No.

PADRE LIVIO – Ma si tratta di uno di voi tre o uno di voi sei?
VICKA – Uno di noi tre.

PADRE LIVIO – Però dopo il Quarto Segreto non ci sarà più nessuno ad avere le apparizioni quotidiane?
VICKA – Vedremo.

PADRE LIVIO – Dunque dopo il Terzo Segreto rimarrà un veggente, tra quelli a cui ora continuano le apparizioni quotidiane.
VICKA – Esatto, noi tre: io, Marija e Ivan. Noi tre che conosciamo solo nove dei Dieci Segreti. Ad uno di noi tre, poi vedremo chi, rimarranno le apparizioni.

PADRE LIVIO – Anche dopo i segreti?
VICKA – Anche dopo.

PADRE LIVIO – Molto interessante. Non so se la gente si rende conto dell’importanza di questa affermazione.
VICKA – Il Terzo Segreto riguarda il segno che la Madonna lascerà sulla montagna delle apparizioni, un segno che rimarrà per sempre. Un altro segreto è dato ad ognuno di noi veggenti e si tratta di un fatto personale. Il Settimo Segreto è invece stato in parte cancellato in seguito alle nostre preghiere ma non completamente, e la Madonna vorrebbe che noi pregassimo ancora di più perché mediante le nostre preghiere possiamo modificare anche gli altri [si noti che le vere profezie sono sempre condizionate, ndr].

PADRE LIVIO – Però tu hai detto che durante il tempo dei segreti ci sarà ancora uno di voi che avrà le apparizioni quotidiane. Questo che mi hai detto è molto importante perché significa che durante il tempo dei Dieci Segreti, un tempo sicuramente di prova, la Madonna rimarrà in mezzo a noi.
VICKA – Sì, si.

PADRE LIVIO – Quindi potrà dare anche dei messaggi.
VICKA – Certo.

PADRE LIVIO – Questa è una grande grazia.
VICKA – Sembra una sorpresa, ma la Madonna ha detto questo in modo chiaro.

PADRE LIVIO – Io faccio questo in qualità di intervistatore perché io sono personalmente convinto che quando si verificheranno i Dieci Segreti io sarò già in Paradiso.
VICKA – Padre Livio, tu non sai quante grazie la Madonna ha dato a te, perché sei stato pronto a rispondere in modo che la Madonna ha trovato una sua radio. Non sai quanto ti vuol bene e vedo che anche tu rispondi con tutto amore. Devi continuare a trasmettere questo tuo messaggio senza stancarti perché abbiamo ancora tanto da fare.

PADRE LIVIO – Io invece penso che alla mia età i Dieci Segreti li vedrò dal Paradiso ormai.
VICKA – No, carissimo fratello, non si sa mai a che età si lascerà questa terra. Io a questo non penso mai. Io sento dentro di me che si può fare ancora molto.

PADRE LIVIO – Quindi niente pensione per me.
VICKA – No! La vita è bella, è noi che la complichiamo. Chi ama sé stesso ama la vita, chi non ama sé stesso non può amare niente.

La malattia e la sofferenza

PADRE LIVIO – In questi pochi minuti che ci rimangono vorrei che tu raccontassi qualcosa sul tema della sofferenza e della malattia, che hai vissuto anche te personalmente.
VICKA – Questa è una grande gioia e dono. Tante volte pensiamo: come può una malattia e una sofferenza diventare un dono? Per me non esiste niente dopo la Madonna di accettare la sofferenza come dono. Di questa cosa non si può parlare tanto, perché quando si verifica dobbiamo dire: eccomi Signore tu fai di me quello che tu vuoi. Non possiamo dire: questa sofferenza è pesante. No, togliamo questi pensieri. Lui sa quanto può dare e sa anche quanto può prende. Noi dobbiamo anche ringraziare Dio per questo dono e chiedere la sua forza e il suo coraggio perché io possa andare avanti. Anche la Madonna ha detto: voi non sapete quanto valore ha la nostra sofferenza davanti agli occhi di Dio. Io sono contentissima quando posso offrire qualche mia sofferenza per la Madonna e per Gesù. Io dico sempre: Gesù, io sono pronta. Quanto e come vuoi, sempre sono pronta per voi. Mi rivolgo anche a tutti voi che vivete nella sofferenza: non perdete tempo ma offrite tutto a Gesù. Tutte quelle cose hanno un grande valore. Ogni sera, quando la Madonna mi appare, sempre e al primo posto nelle intenzioni di preghiera metto i malati e poi tutti gli altri. Io voglio tanto bene a voi malati, vi sento nel mio cuore e raccomando sempre alla Madonna che vi possa dare forza e coraggio per andare avanti.

A cura di radiomaria.it

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Le apparizioni del Laus

Posté par atempodiblog le 16 novembre 2007

LE APPARIZIONI DI LAUS
FRANCIA,
1647-1718
Le apparizioni del Laus dans Apparizioni mariane e santuari nddl_titolo
(Nostra Signora del Lago)
notre2 dans Laus 


Benedetta
e i profumi del Laus

   Tratto da mariadinazareth.it

Salire al Santuario di Notre Dame di Laus significa accogliere un messaggio di profonda speranza per l’intera umanità. – I profumi che qui si respirano e l’olio ‘miracoloso’ della lampada che arde davanti alla Vergine sono fenomeni inspiegabili.

A un tiro di schioppo, soltanto alcune decine di chilometri dalla frontiera con il Piemonte, sulle Alpi Marittime del Delfinato, c’è un Santuario avvolto di misteriosi profumi. È il Santuario di Notre Dame di Laus dove, per ben cinquantaquattro anni, la Madonna scelse una povera pastorella del luogo, rozza e analfabeta, la educò poco alla volta alla fede per farne uno straordinario strumento della grazia divina.

È la storia di Benedetta Rencurel, che la Chiesa ha proclamato Venerabile, in attesa di vederla elevata assai presto, anche lei come altri grandi veggenti di Maria, alla gloria degli Altari.

Quello di Notre Dame di Laus è un messaggio spirituale di profonda speranza rivolto all’intera umanità, che merita di essere conosciuto ed apprezzato più di quanto lo sia stato fino ad oggi. Non soltanto a Lourdes, infatti, è apparsa la Santa Vergine, ma sul territorio francese questo accadde molto prima, negli anni che andarono dal 1647 fino al 1718, quando l’avventura umana e spirituale della veggente del Laus si concluse qui sulla terra, per aprirsi agli spazi infiniti del Cielo.

laus1 dans Venerabile Benedetta Rencurel Suggestivo panorama del Laus, nelle Alpi Marittime del Sud della Francia,
con il Santuario di Notre-Dame.


La « pedagogia » dei piccoli passi

Benedetta Rencurel era una pastorella di 16 anni quando nel maggio 1664 ebbe, sopra il villaggio di St.Etienne, in una località chiamata « Vallone dei Forni » (« Vallon des Fours »), la prima apparizione della Madonna, che teneva per mano un bellissimo bambino.

Benoîte era nata il 17 settembre 1647 a St.Etienne; rimasta precocemente orfana, andò a servire il gregge dai Jullien, una famiglia benestante del posto. Era una ragazza dolce, cresciuta nella bontà operosa. Amava molto pregare e rimanere assorta per lungo tempo col rosario tra le dita. Sotto la dolcezza, però, si nascondeva un carattere fermo e assai determinato al bene. Ma, per tutto il resto, era una ragazza come le altre.

Al Vallone dei forni Benedetta conduceva spesso le pecore al pascolo. Perché il « Vallone dei Forni »? Bisogna dire che le montagne che circondavano il Villaggio di St.Etienne d’Avançon erano molto ricche di una terra gessosa che, cotta in forni scavati direttamente nella terra, producevano allora un buon tipo di calce. Ecco allora spiegata l’origine del nome Vallon des Fours. Fu qui che ad un certo punto, nel maggio del 1664, apparve a Benedetta Rencurel una bellissima Signora con un bambino per mano. Poco dopo, e senza proferire una sola parola, la bella Signora scomparve.

A questa apparizione presto se ne aggiungono delle altre, ma tutte silenziose. Maria non parla, non dice nulla. Sembra quasi, la sua, una precisa « pedagogia », volta a educare, attraverso la strategia spirituale dei piccoli passi, una rozza e ignorante pastorella.

laus2 L’Apparizione della Vergine a Benedetta Rencurel, in un dipinto dell’epoca.


Gradatamente, un po’ alla volta, la bella Signora prende confidenza con Benedetta e la coinvolge in domande e risposte, la guida, la conforta, la rassicura, le chiede di fare qualcosa per lei, l’aiuta a capire meglio gli altri e ad amare di più Dio.
Pur esortata dalla bella Signora a farsi ancora più umile, la giovane veggente non può nascondere ancora per molto quanto le sta accadendo. Presto anche le Autorità ne vengono coinvolte ed esigono delle spiegazioni. La Madonna, perché ormai è chiaro che della Vergine Maria si tratta, al Vallon des Fours domanda una processione di tutto il popolo e al punto di arrivo rivela finalmente il suo nome: « Mi chiamo Maria! », per poi aggiungere: « Non riapparirò più per un certo tempo! ».

Difatti, trascorrerà circa un mese perché riappaia nuovamente, questa volta al Pindreau. Ha un messaggio per Benedetta: « Figlia mia, salite la costa del Laus. Là troverete una Cappella dove sentirete profumo di violetta ». L’indomani Benedetta parte alla ricerca di questo luogo e scopre, dai profumi promessi, la piccola Cappella dedicata a Notre Dame de Bon Rencontre. Benedetta apre con trepidazione il portale e trova la Madre del Signore ad attenderla sopra l’altare polveroso. La Cappella infatti è deserta e piuttosto abbandonata. 

« Desidero far costruire qui una chiesa più grande in onore del mio adorato Figlio – le annuncia Maria –; e questo sarà luogo di conversione per numerosi peccatori, e un luogo dove io vi apparirò molto spesso » .

laus3 Altare della Cappella del Santuario, cuore del Laus.


La missione di Benedetta

Cinquantaquattro anni durarono le Apparizioni al Laus: nei primi mesi esse si verificarono tutti i giorni, poi ebbero una cadenza pressoché mensile. Nel 1672 Benedetta andò ad abitare definitivamente a Laus, in una modestissima casetta tuttora esistente. Una casupola nella quale la veggente, istruita da Maria alle verità della fede, trascorreva ore e ore assorta in preghiera, alternando momenti di pace ad altri di lotta furibonda col Maligno, da cui nel corso della vita dovette subire parecchie vessazioni.

Le sue assidue preghiere, le dure prove spirituali, le penitenze corporali a cui ella stessa si sottopone, l’austerità della sua vita tutta raccolta in Dio affinano notevolmente il suo spirito e la rendono idonea ad accogliere le molte migliaia di pellegrini che cominciano ad accorrere al Laus. Nel luglio 1673, mentre è in preghiera ai piedi di una grande Croce di legno sul colle antistante Avançon, le appare Gesù, steso e inchiodato sulla Croce, ricoperto di sangue. Da allora e per molti anni Benedetta soffre nel proprio corpo i dolori della Passione di Cristo. La veggente dovrà anche subire un forzato allontanamento dal Laus quando, nel 1692, le truppe del duca di Savoia invaderanno la regione francese. Obbediente alla Vergine, Benedetta si rifugerà a Marsiglia. Al suo ritorno ella trova il Laus tutto devastato.

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La piccola Cappella semi-abbandonata, dedicata a Notre Dame de Bon Rencontre, ove a Benedetta apparve la Vergine, sopra l’altare polveroso.


Ma altri gravi eventi la attendono: muore il suo Confessore, scompaiono quasi del tutto i suoi sostenitori, vengono chiamati al Santuario dei preti giansenisti che le rifiutano persino la Comunione e la Messa quotidiana. Si tenta di allontanarla dal Laus per rinchiuderla in un Convento. Venti anni dureranno tali persecuzioni.

Benedetta non si farà mai Suora; la sua missione infatti è un’altra. Ad alcune religiose della Savoia che, col proposito di installarsi a Laus, pensano di convincere Benedetta a farsi loro Consorella, la veggente risponde che la Madre di Dio le ha dato un compito preciso: « Bisognava che ella vedesse i pellegrini, che parlasse loro quando glielo chiedevano, per dare loro i consigli necessari, come Dio l’ispirava. E questo – diceva – non avrebbe potuto farlo in un Monastero dove sarebbe stata troppo al chiuso… ».

A partire dalla Pentecoste del 1718 la salute di Benedetta Rencurel declinò bruscamente. La veggente morì la sera del 28 dicembre, festa dei Santi Innocenti. Aveva 71 anni. Venne sepolta davanti all’Altare Maggiore del Santuario, sotto la lampada il cui olio serve ancora oggi a ungere i devoti, soprattutto ammalati e sofferenti, che ogni giorno giungono al Laus.

I misteriosi profumi e l’olio miracoloso del Laus

Alla morte di Benedetta, infatti, non si interruppe la devozione dei pellegrini verso questo luogo di culto, una devozione che sopravvisse ad alterne vicende, come la furia della Rivoluzione Francese e la soppressione della diocesi di Embrun. Più di un Vescovo ha riconosciuto la soprannaturalità dell’Apparizione, incoraggiando i Pellegrinaggi verso il Santuario. Finalmente, il 16 ottobre 1872, il Pontefice santo Pio IX proclamava Venerabile la Serva di Dio Benedetta Rencurel, la veggente cui apparve la Madonna al Laus e che ancora oggi, a distanza di tanto tempo, è oggetto di venerazione da parte di molti.

laus5 Veduta panoramica del Laus.


Proprio a lei, che era praticamente uno « zero sociale » nella società del suo tempo, la Vergine volle affidare uno straordinario messaggio spirituale, legato addirittura alla costruzione di un Santuario, all’accoglienza e alla guida dei pellegrini. E lasciò pure un segno tangibile della sua amorosa presenza in quei luoghi: un profumo soavissimo. Chiunque infatti sale al Laus può sentire misteriosi effluvi, che danno a tutti consolazione spirituale e una profonda serenità interiore.

I profumi del Laus sono un fenomeno misterioso, che la scienza ha provato a spiegare ma senza effettivamente venire a capo di nulla. È un po’ il mistero ed il fascino di questa cittadella mariana incastonata su un solitario altopiano delle Alpi francesi, che attira ogni anno un gran numero di pellegrini da ogni parte del mondo.

Salire al Laus, infatti, significa fermarsi presso la Madre, soggiornare per un po’, senza fretta, ma lasciando aperti i canali dell’ascolto e dell’accoglienza nel proprio cuore al messaggio che viene dal Cielo attraverso Maria. Di qui la presenza di numerose case (hôtelleries) aperte tutto l’anno e in grado di ricevere fino a 300 persone alla volta [per informazioni: Service d’Accueil Hôtellerie « Notre Dame de Laus » – tel. 0033.4.92503073].

Il Santuario di Notre Dame de Laus [in lingua occitana: « Nostra Signora del Lago »] conserva tuttora al suo interno la Cappella primitiva, detta ‘de Bon Rencontre’, dove la Vergine apparve a Benoîte Rencurel. Nell’abside della Cappella, davanti al Tabernacolo dell’Altare Maggiore, arde la lampada nel cui olio i pellegrini usano intingere le dita della mano destra per farsi devotamente il segno della Croce.

In piccole fiale, questo stesso olio viene poi spedito in tutta i paesi della Francia e dovunque nel mondo è diffuso il culto di « Nostra Signora del Laus ». È un olio dalle proprietà miracolose. Come la Madonna stessa aveva promesso alla sua Veggente, se fosse stato utilizzato con un profondo atteggiamento di fede verso l’onnipotenza del suo Figlio, esso avrebbe ottenuto prodigiose guarigioni, non solo fisiche ma anche spirituali, come in effetti puntualmente avviene da oltre due secoli.

Maria Di Lorenzo, rivista « Madre di Dio », agosto 2004
tratto da mariadinazareth.it

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Avvertimenti del Cielo

Posté par atempodiblog le 13 novembre 2007

 

Profezie sul futuro
Avvertimenti del Cielo

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LEONE XIII

Il 13 Ottobre 1884 Leone XIII ebbe una visione mentre celebrava la Messa. Il Pontefice disse che la visione riguardava il futuro della Chiesa, un periodo di circa cento anni in avanti quando il potere di Satana avrebbe raggiunto il suo culmine. Leone XIII sentì due voci: quella di Nostro Signore e quella di Satana. Satana affermava con orgoglio di poter distruggere la Chiesa, ma per fare questo chiedeva più tempo e più potere: aveva bisogno di 75 o 100 anni e un maggior potere su coloro che si fossero messi al suo servizio (in sostanza Satana pensava di potere distruggere la Chiesa cattolica in un periodo tra il 1959 e il 1984 circa). Nostro Signore acconsentì alla richiesta. Papa Leone XIII compose subito la preghieraesorcismo a San Michele Arcangelo, contro satana e gli angeli ribelli e dispose che questa preghiera, insieme al Prologo del Vangelo di San Giovanni, fossero sempre letti alla fine di ogni Messa. Dopo il Concilio le due preghiere vennero definitivamente soppresse dalla liturgia.

MEDJUGORJE

Mirjana dice di aver avuto, il 14 aprile 1982, un’apparizione che getta, secondo noi, raggi di luce sulla storia della Chiesa. Essa racconta un’apparizione nella quale satana le si era presentato con le apparenze della Vergine; satana chiese a Mirjana di rinunciare alla Madonna e di seguirlo, perché l’avrebbe resa felice, nell’amore e nella vita; mentre, con la Vergine, avrebbe dovuto soffrire, diceva lui. Mirjana lo respinse. E subito apparve la Vergine e satana scomparve. La Vergine le disse, sostanzialmente, quanto segue: 1) Scusami per questo, ma devi sapere che satana esiste. 2) Un giorno si è presentato davanti al trono di Dio e ha chiesto il permesso di tentare la Chiesa per un certo periodo. Dio gli ha permesso di metterla alla prova per un secolo. Questo secolo è sotto il potere del demonio, ma quando saranno compiuti i segreti che vi sono stati affidati, il suo potere verrà distrutto. Già ora egli comincia a perdere il suo potere ed è diventato aggressivo: distrugge i matrimoni, solleva discordie tra preti, crea ossessioni, assassinii. 3) Dovete proteggervi con la preghiera e con il digiuno; soprattutto con la preghiera comunitaria. Portate con voi dei simboli benedetti. Metteteli nelle vostre case, riprendete l’uso dell’acqua benedetta”.

BEATA ANNA CATERINA EMMERICH

Già più di due secoli fa la Venerabile Caterina Emmerich (1774-1824) preannunciava la liberazione di Satana poco prima dell’anno 2000: A) “ Mi è stato anche detto che Lucifero verrà liberato per un certo periodo cinquanta o sessanta anni prima dell’anno di Cristo 2000. Mi vennero indicate le date di molti altri eventi che non riesco a ricordare; ma un certo numero di demoni dovranno essere liberati molto prima di Lucifero, in modo che tentino gli uomini e servano come strumenti della giustizia divina”.

UNA PARTE DI GERUSALEMME È INFEDELE

Vidi una strana chiesa che veniva costruita contro ogni regola… Non c’erano angeli a vigilare sulle operazioni di costruzione. In quella chiesa non c’era niente che venisse dall’altoC’erano solo divisioni e caos. Si tratta probabilmente di una chiesa di umana creazione, che segue l’ultima moda…” (12 settembre 1820). “Vidi cose deplorevoli: stavano giocando d’azzardo, bevendo e parlando in chiesa; stavano anche corteggiando le donne. Ogni sorta di abomini venivano perpetrati là. I sacerdoti permettevano tutto e dicevano la Messa con molta irriverenza. Vidi che pochi di loro erano ancora pii, e solo pochi avevano una sana visione delle cose. Tutte queste cose mi diedero tanta tristezza.” (27 settembre 1820). “Poi vidi che tutto ciò che riguardava il Protestantesimo stava prendendo gradualmente il sopravvento e la religione cattolica stava precipitando in una completa decadenza. La maggior parte dei sacerdoti erano attratti dalle dottrine seducenti ma false di giovani insegnanti, e tutti loro contribuivano all’opera di distruzione. In quei giorni, la Fede cadrà molto in basso, e sarà preservata solo in alcuni posti, in poche case e in poche famiglie che Dio ha protetto dai disastri e dalle guerre.” (1820) “Stavano costruendo una Chiesa grande, strana, e stravagante. Tutti dovevano essere ammessi in essa per essere uniti ed avere uguali diritti: evangelici, cattolici e sette di ogni denominazione” (22 aprile 1823). “Ho visto di nuovo la strana grande chiesa. Non c’era niente di santo in essa. Ho visto anche un movimento guidato da ecclesiastici a cui contribuivano angeli, santi ed altri cristiani. [Nella strana chiesa] C’era qualcosa di orgoglioso, presuntuoso e violento in tutto ciò, ed essi sembravano avere molto successo. Sullo sfondo, in lontananza, vidi la sede di un popolo crudele armato di lance, e vidi una figura che rideva, che disse: “Costruitela pure quanto più solida potete; tanto noi la butteremo a terra” (12 settembre 1820). “Fra le cose più strane che vidi, vi erano delle lunghe processioni di vescovi. Le loro colpe verso la religione venivano mostrate attraverso delle deformità esterne” (1 giugno 1820). “La Messa era breve. Il Vangelo di San Giovanni non veniva letto alla fine” (12 luglio 1820). (Fino alla riforma liturgica del 1967, la Santa Messa si concludeva con la lettura del Prologo del Vangelo di Giovanni. Le profezie della santa si riferiscono quindi al periodo successivo al 1967). “Vidi la Chiesa di San Pietro in rovina, e il modo in cui tanti membri del clero erano essi stessi impegnati in quest’opera di distruzione – ma nessuno di loro desiderava farlo apertamente davanti agli altri. Gesù mi dice che la Chiesa sembrerà in completo declino. Ma sarebbe risorta” (4 ottobre 1820). “Vidi ancora una volta che la Chiesa di Pietro era minata da un piano elaborato dalla setta segreta, mentre le bufere la stavano danneggiando… Ma vidi anche che l’aiuto sarebbe arrivato quando le afflizioni avrebbero raggiunto il loro culmine. Vidi di nuovo la Beata Vergine ascendere sulla Chiesa e stendere il suo manto su di essa. Vidi un Papa che era mite e al tempo stesso molto fermo /…/ Vidi un grande rinnovamento e la Chiesa che si librava in alto nel cielo”.

IL MARTIRIO DI UN PAPA

“La Chiesa si trova in grande pericolo. Dobbiamo pregare affinché il Papa non lasci Roma; ne risulterebbero innumerevoli mali se lo facesse. Ora stanno pretendendo qualcosa da lui. La dottrina protestante e quella dei greci scismatici devono diffondersi dappertutto. Ora vedo che in questo luogo la Chiesa viene minata in maniera così astuta che rimangono a mala pena un centinaio di sacerdoti che non siano stati ingannati. Tutti lavorano alla distruzione, persino il clero. Si avvicina una grande devastazione” (1 ottobre 1820). “Mentre attraversavo Roma con San Francesco e altri santi, vedemmo un grande palazzo avvolto dalle fiamme, ma mentre ci avvicinavamo il fuoco diminuì e noi vedemmo un edificio annerito. Finalmente raggiungemmo il Papa. Era seduto al buio e addormentato su una grande poltrona. Era molto ammalato e debole; non riusciva più a camminare.Gli ecclesiastici nella cerchia interna sembravano insinceri e privi di zelo; non mi piacevano. Parlai al Papa dei vescovi che presto dovevano essere nominati. Gli dissi anche che non doveva lasciare Roma. Se l’avesse fatto sarebbe stato il caos. Egli pensava che il male fosse inevitabile e che doveva partire per salvare molte cose… Era molto propenso a lasciare Roma, e veniva esortato insistentemente a farlo. La Chiesa è completamente isolata ed è come se fosse completamente deserta. Sembra che tutti stiano scappando. Dappertutto vedo grande miseria, odio, tradimento, rancore, confusione e una totale cecità. O città! O città! Cosa ti minaccia? La tempesta sta arrivando; sii vigile!” (7 ottobre 1820). “Vedo il Santo Padre in grande angoscia. Egli vive in un palazzo diverso da quello di prima e vi ammette solo un numero limitato di amici a lui vicini. Temo che il Santo Padre soffrirà molte altre prove prima di morire. Vedo che la falsa chiesa delle tenebre sta facendo progressi, e vedo la tremenda influenza che essa ha sulla gente” (10 agosto 1820). “Il Santo Padre, immerso nel suo dolore, è ancora nascosto per evitare le incombenze pericolose. Ora può fidarsi solo di poche persone; è principalmente per questa ragione che deve nascondersi. Ma ha ancora con sé un anziano sacerdote di grande semplicità e devozione. Egli è suo amico, e per la sua semplicità non pensavano valesse la pena toglierlo di mezzo. Ma quest’uomo riceve molte grazie da Dio. Vede e si rende conto di molte cose che riferisce fedelmente al Santo Padre. Mi veniva chiesto di informarlo, mentre stava pregando, sui traditori e gli operatori di iniquità che facevano parte delle alte gerarchie dei servi che vivevano accanto a lui, così che egli potesse avvedersene”.

GRANDE TRIBOLAZIONE E ANTICRISTO

“Vidi quanto sarebbero state nefaste le conseguenze di questa falsa chiesa. L’ho veduta aumentare di dimensioni; eretici di ogni tipo venivano nella città [di Roma]. Il clero locale diventava tiepido, e vidi una grande oscurità… Allora la visione sembrò estendersi da ogni parte. Intere comunità cattoliche erano oppresse, assediate, confinate e private della loro libertà. Vidi molte chiese che venivano chiuse, dappertutto grandi sofferenze, guerre e spargimento di sangue. Una plebaglia selvaggia e ignorante si dava ad azioni violente. Ma tutto ciò non durò a lungo” (13 maggio 1820). “Ho avuto un’altra visione della grande tribolazione. Mi sembrava che si pretendesse dal clero una concessione che non poteva essere accordata. Vidi molti sacerdoti anziani, specialmente uno, che piangevano amaramente. Anche alcuni più giovani stavano piangendo. Ma altri (e i tiepidi erano fra questi), facevano senza alcuna obiezione ciò che gli veniva chiesto. Era come se la gente si stesse dividendo in due fazioni” (12 aprile 1820). “Vidi un’apparizione della Madre di Dio, che disse che la tribolazione sarebbe stata molto grande. Aggiunse che queste persone devono pregare ferventemente… Devono pregare soprattutto perché la chiesa delle tenebre abbandoni Roma” (25 agosto 1820). “Vidi la Chiesa di San Pietro: era stata distrutta ad eccezione del Santuario e dell’Altare principale (N.d.R. = La visione è da intendersi in senso simbolico: vuole indicare gli attacchi alla Fede e la decadenza della Chiesa che avranno luogo prima del suo più grande trionfo durante l’Era di Pace. Ma non si può escludere che i seguaci della Bestia, anche in Vaticano, provocheranno danni materiali e devastazioni = N.d.R.) (10 settembre 1820). “Vedo altri martiri, non ora ma in futuro… Vidi le sette segrete minare spietatamente la grande Chiesa. Vicino ad esse vidi una bestia orribile che saliva dal mare..(Ap 13,1). In tutto il mondo le persone buone e devote, e specialmente il clero, erano vessate, oppresse e messe in prigione. Ebbi la sensazione che sarebbero diventate martiri un giorno. Quando la Chiesa per la maggior parte era stata distrutta e quando solo i santuari e gli altari erano ancora in piedi, vidi entrare nella Chiesa i devastatori con la Bestia. Là essi incontrarono una donna di nobile contegno che sembrava portare nel suo grembo un bambino, perché camminava lentamente. A questa vista i nemici erano terrorizzati e la Bestia non riusciva a fare neanche un altro passo in avanti. Essa proiettò il suo collo verso la Donna come per divorarla, ma la Donna si voltò e si prostrò (N.d.R. = in segno di sottomissione a Dio = N.d.R.), con la testa che toccava il suolo. Allora vidi la Bestia che fuggiva di nuovo verso il mare, e i nemici stavano scappando nella più grande confusione” (Agosto-ottobre 1820). “Verranno tempi molto cattivi, nei quali i non cattolici svieranno molte persone. Ne risulterà una grande confusione. Vidi anche la battaglia. I nemici erano molto più numerosi, ma il piccolo esercito di fedeli ne abbatté file intere [di soldati nemici]. Durante la battaglia, la Madonna si trovava in piedi su una collina, e indossava un’armatura. Era una guerra terribile. Alla fine, solo pochi combattenti per la giusta causa erano sopravvissuti, ma la vittoria era la loro” (22 ottobre 1822). “Vidi, in grande lontananza, grandiose legioni che si avvicinavano. Davanti a tutti vidi un uomo su un cavallo bianco (Ap 19, 11-21?). I prigionieri venivano liberati e si univano a loro. Tutti i nemici venivano inseguiti. Allora, vidi che la Chiesa veniva prontamente ricostruita, ed era magnifica più di prima”. (Agosto-ottobre 1820).

UN NUOVO PAPA

Vidi un nuovo Papa che sarà molto rigoroso. Egli si alienerà i vescovi freddi e tiepidi. Non è un romano, ma è italiano. Proviene da un luogo che non è lontano da Roma. Ma per qualche tempo dovranno esserci ancora molte lotte e agitazioni” (27 gennaio 1822). “Vorrei che fosse qui il tempo in cui regnerà il Papa vestito di rosso. Vedo gli apostoli, non quelli del passato ma gli apostoli degli ultimi tempi e mi sembra che il Papa sia fra loro”. “Gli ebrei ritorneranno in Palestina e diverranno cristiani verso la fine del mondo”.

Comitato di Redazione (Fede e Cultura)

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La Bella Signora delle Tre Fontane

Posté par atempodiblog le 10 novembre 2007

 

Apparizioni Mariane:
la Bella Signora delle Tre Fontane

(Storia della Vergine della Rivelazione)

1. QUEL TRENO PERSO

Bruno Cornacchiola (1913 – 2004) era un comunista e un protestante della setta degli «Avventisti del settimo giorno». Nel 1936 Bruno si sposa con Iolanda Lo Gatto. Stringe rapporti con i compagni comunisti del Partito d’Azione e si arruola come radiotelegrafista volontario all’OMS, per andare in Spagna. A Saragozza è incuriosito da un tedesco che aveva sempre un libro sotto il braccio. In spagnolo gli chiede: «Perché porti sempre questo libro sotto il braccio?». «Ma non è un libro, è la sacra Scrittura, è la Bibbia», fu la risposta. Così, discorrendo, i due giungono vicino alla piazza antistante il santuario della Vergine del Pilar. Bruno invita il tedesco a entrare con lui. Quegli rifiuta energicamente: «Guarda che io in quella sinagoga di Satana non ci sono mai andato. Io non sono cattolico. A Roma c’è il nostro nemico». «Il nemico a Roma?», domanda incuriosito Bruno. «E dimmi chi è, così se io lo incontro, lo ammazzo». «È il Papa che sta a Roma. La grande Bestia dell’Apocalisse è il Papa». In Bruno, che già era avverso alla Chiesa cattolica, aumenta l’odio contro di essa e contro tutto ciò che la riguardava. Così, nel 1938, mentre si trova a Toledo, compra un pugnale e sulla lama incide: «A morte il Papa!». Nel 1939, terminata la guerra, Bruno ritorna a Roma e trova lavoro come uomo delle pulizie all’ATAC, la società che gestisce i mezzi di trasporto pubblici di Roma. Tra gli «Avventisti del settimo giorno», Bruno viene fatto direttore della gioventù missionaria avventista di Roma e del Lazio e si distingue per il suo impegno e fervore contro la Chiesa, la Vergine, il Papa. Non perde occasione di fare tutti i possibili dispetti ai preti, facendoli cadere sui mezzi pubblici e rubando loro la borsa. Il 12 aprile 1947, come direttore della gioventù missionaria, dalla sua setta riceve l’incarico di prepararsi per parlare in Piazza della Croce Rossa. Il tema è a sua scelta, basta che sia contro la Chiesa, l’Eucaristia, la Madonna e contro il Papa, ovviamente. È sabato in Albis quel 12 aprile 1947. Verso le 14 papà Bruno parte con i suoi tre bambini: Isola, di undici anni, Carlo di sette e Gianfranco di quattro. Giungono alla stazione Ostiense: proprio in quel momento stava partendo il treno per Ostia. La delusione è grande. Bruno dice ai bambini: “Vorrà dire che adesso… andremo in un altro posto. Prendiamo il tram, andiamo a S. Paolo e lì prendiamo il 223 per andare fuori Roma». Scendono vicino alle Tre Fontane. Bruno consegna la palla ai bambini perché giochino mentre lui si siede sopra un masso con la Bibbia, quella famosa Bibbia su cui aveva scritto di suo pugno: «Questa sarà la morte della Chiesa cattolica, con il Papa in testa!». Con la Bibbia aveva portato anche un taccuino e una matita per prendere appunti. Mentre inizia a scrivere, giungono i bambini trafelati: «Papà, abbiamo perso la palla». «Andate a cercarla!». I bambini vanno e ritornano con la palla. Bruno la tira in direzione di Isola che aveva le spalle rivolte verso la scarpata da dove erano saliti. Ma la palla, invece di raggiungere Isola, come se avesse un paio di ali, vola sopra gli alberi e scende verso la strada dove passa l’autobus. «Stavolta l’ho persa io», dice il papà; «andate a cercarla».

2. LA BELLA SIGNORA!

Ad un certo punto Gianfranco non risponde più e non si trova più nel luogo dove lo aveva lasciato. Bruno lo cerca fra i cespugli e le rocce, finché vede il piccolo inginocchiato sul limitare di una grotta. Il bambino tiene anche le manine come in atteggiamento di preghiera e guarda verso l’interno, tutto sorridente e bisbiglia: «Bella Signora!… Bella Signora!… Bella Signora!…». Giunge Isola con un mazzolino di fiori in mano e Bruno domanda ad Isola: «Ma gli hai insegnato tu questo gioco della “Bella Signora”?». «No, papà, io non lo conosco ‘sto gioco, non ci ho mai giocato con Gianfranco». «E come mai dice: “Bella Signora”?». «Non lo so, papà: forse qualcuno è entrato dentro la grotta». Isola fa per andarsene, quando improvvisamente si ferma, i fiori le cadono dalle mani e anche lei si mette in ginocchio con le mani giunte, accanto al fratellino e anche lei mormora rapita: «Bella Signora!… Bella Signora!…». L’altro suo bambino, Carlo, fa per andarsene anche lui, quando si ferma di scatto, si gira verso la grotta, unisce le due mani e si inginocchia vicino ad Isola e ripete le stesse parole degli altri due… Il papà allora non ne può più e grida: «Questo è troppo. Basta, alzatevi!». Bruno prende il bambino per le spalle e cerca di smuoverlo, di rimetterlo in piedi, ma non ci riesce. «Era come di piombo, come se pesasse quintali». Lo stesso accade con gli altri due figli. Allora esclama: «Ma che cosa succede qui?… Ci sono delle streghe nella grotta oppure qualche diavolo?…». E il suo livore contro la Chiesa cattolica lo porta subito a pensare che sia qualche prete: “Non sarà qualche prete che è entrato dentro la grotta e con l’ipnotismo, mi ipnotizza i bambini?”. E grida: «Chiunque tu sia, anche un prete, vieni fuori!». Silenzio assoluto. «Chi c’è qua?», grida. Ma la grotta è assolutamente vuota. Allora il pover’uomo, in preda al panico, sale sull’altura per cercare aiuto: «Aiuto, aiuto, venitemi ad aiutare!». Ma non vede nessuno e nessuno deve averlo udito. Ritorna concitato dai bambini che, ancora inginocchiati con le mani giunte, continuano a dire: «Bella Signora!… Bella Signora!…». Si avvicina e cerca di smuoverli… Li chiama: «Carlo, Isola, Gianfranco!…», ma i bambini rimangono immobili. E qui Bruno comincia a piangere: «Che cosa sarà?… che cosa è successo qui?…». E pieno di paura alza gli occhi e le mani al cielo, gridando: «Dio salvaci tu!».

LE MANI DI DIO

Appena proferito questo grido d’aiuto, Bruno vede uscire da dentro la grotta due mani candidissime, trasparenti, che si avvicinano lentamente verso di lui, gli sfiorano gli occhi, facendo cadere da essi come delle squame, come un velo che lo accecava… Ma poi, all’improvviso i suoi occhi sono invasi da una luce tale che per qualche istante tutto scompare dinanzi a lui, figli, grotta… e si sente leggero, etereo, quasi che il suo spirito fosse stato liberato dalla materia. Nasce dentro di lui una grande gioia, un qualcosa di completamente nuovo. Quando Bruno riprende a vedere dopo quel momento di accecamento luminoso, nota che la grotta si illumina fino a scomparire, ingoiata da quella luce… Si staglia soltanto un blocco di tufo e sopra questo, scalza, la figura di una donna avvolta da un alone di luce dorata, dai tratti di una bellezza celestiale, intraducibile in termini umani. I suoi capelli sono neri, uniti sul capo e appena sporgenti, tanto quanto lo consente il manto di color verde-prato che dal capo le scende lungo i fianchi fino ai piedi. Sotto il manto, una veste candidissima, luminosa, cinta da una fascia rosa che scende a due lembi, alla sua destra. La statura sembra essere media, il colore del viso leggermente bruno, l’età apparente sui venticinque anni. Nella mano destra regge appoggiato al petto un libro non tanto voluminoso, di colore cinerino, mentre la mano sinistra è appoggiata sul libro stesso. Il volto della Bella Signora trasluce un’espressione di benignità materna, soffusa di serena mestizia. «Il mio primo impulso fu quello di parlare, di alzare un grido, ma sentendomi quasi immobilizzato nelle mie facoltà, la voce mi moriva in gola», confiderà il veggente. Nel frattempo in tutta la grotta si era diffuso un soavissimo profumo floreale. E Bruno commenta: «Anch’io mi ritrovai accanto alle mie creature, in ginocchio, con le mani giunte».

3. «SONO LA VERGINE DELLA RIVELAZIONE»

A un tratto la Bella Signora incomincia a parlare, dando inizio a una lunga rivelazione. Si presenta immediatamente: «Sono colei (quella) che sono nella Trinità divina… Sono la Vergine della Rivelazione… Tu mi perseguiti, ora basta! Rientra nell’Ovile Santo, Corte Celeste in terra. Il giuramento di Dio è e rimane immutabile: i nove venerdì del Sacro Cuore che tu facesti, amorevolmente spinto dalla tua fedele sposa, prima di entrare nella via della menzogna, ti hanno salvato!». Bruno ricorda che la voce della Bella Signora era «così melodiosa, sembrava una musica che entrava dentro gli orecchi; la sua bellezza nemmeno si può spiegare, la luce, smagliante, qualcosa di straordinario, come se il sole fosse entrato dentro la grotta». La conversazione è lunga; dura un’ora e venti minuti circa. Gli argomenti toccati dalla Madonna sono molteplici. Alcuni riguardano direttamente e personalmente il veggente. Altri riguardano la Chiesa intera, con un particolare riferimento ai sacerdoti. Poi c’è un messaggio da consegnare personalmente al papa.

TRADIMENTO DEI CHIERICI

A un certo punto la Madonna muove un braccio, il sinistro, e punta l’indice verso il basso…, indicando qualcosa ai suoi piedi… Bruno segue con l’occhio il gesto e vede per terra un drappo nero, una veste talare da prete e sopra di essa una croce spezzata in più punti. «Vedi, spiega la Vergine «così ridurranno i miei sacerdoti i loro abiti talari. Li lasceranno per darsi al mondo e alla carne (il mondo e la carne entreranno nelle chiese, negli eremi e nei conventi). Questo è il segno che la Chiesa soffrirà, sarà perseguitata, spezzata; questo è il segno che i miei figli si spoglieranno… Tu, sii forte nella fede!…». La celeste visione non nasconde al veggente che lo attendono giorni di persecuzione e di prove dolorose, ma che Lei lo avrebbe difeso con la sua materna protezione. Poi Bruno viene invitato a pregare molto e a far pregare, recitare il rosario quotidiano. E specifica in particolare tre intenzioni: la conversione dei peccatori, degli increduli e per l’unità dei cristiani.

LA TERRA BENEDETTA

E gli rivela il valore delle Ave Maria ripetute nel rosario: «Le Ave Maria del Rosario che voi dite con fede e con amore sono tante frecce d’oro che raggiungono il Cuore di Gesù». Gli fa una bellissima promessa: «Con questa terra di peccato opererò potenti miracoli per la conversione degli increduli. Io convertirò i più ostinati con prodigi che opererò con questa terra di peccato. Il mio corpo non marcì, né poteva marcire. Mio Figlio e gli angeli mi vennero a prendere al momento del mio trapasso. Si preghi assai e si reciti il rosario quotidiano per la conversione dei peccatori, degli increduli e per l’unità dei cristiani. Con questa terra di peccato opererò potenti miracoli per la conversione degli increduli. Sono la calamita della Trinità Amore». Con queste parole Maria si presentava anche come Assunta in Cielo in anima e corpo. Mentre a Lourdes (1858) l’apparizione della Madonna confermò il dogma dell’Immacolata Concezione, promulgato da Pio IX, l’8 dicembre 1854, alla Grotta delle Tre Fontane, nel 1947, la Madonna anticipa il Dogma dell’Assunzione in Cielo di Maria, promulgato da Pio XII il 1° novembre 1950. La Madonna, alla Grotta delle Tre Fontane, raccomandò con chiarezza e precisione di vivere la Divina Dottrina, di vivere il cristianesimo, cioè di vivere la religione.

LE DUE PROVE

Ma occorreva dare al veggente la certezza che quella esperienza che stava vivendo e che tanto avrebbe inciso nella sua vita non era una allucinazione o un incantesimo, e tanto meno un inganno di Satana. Per questo gli dice: «Desidero darti una sicura prova della divina realtà che stai vivendo perché tu possa escludere ogni altra motivazione del tuo incontro, compresa quella del nemico infernale, come molti ti vorranno far credere. E questo è il segno: dovrai andare per le chiese e per le vie. Per le chiese, al primo sacerdote che incontrerai e per le strade, a ogni sacerdote che incontrerai, tu dirai: “Padre, devo parlarle!”. Se costui ti risponderà: “Ave Maria, figliolo, cosa vuoi”, pregalo di fermarsi, perché è quello da me scelto. A lui manifesterai ciò che il cuore ti dirà e ubbidiscilo; ti indicherà infatti un altro sacerdote con queste parole: «Quello fa per il caso tuo». Continuando, la Madonna lo esorta a essere «prudente, perché la scienza rinnegherà Dio», quindi gli detta un messaggio segreto da consegnare personalmente alla «Santità del Padre, supremo pastore della cristianità», accompagnato però da un altro sacerdote che gli dirà: «Bruno, io mi sento legato a te». «Poi la Madonna», riferisce il veggente, «mi parla di ciò che sta avvenendo nel mondo, di quello che succederà nell’avvenire, come va la Chiesa, come va la fede e che gli uomini non crederanno più… Tante cose che si stanno avverando adesso… Ma molte cose si dovranno avverare…». E la celeste Signora lo conforta: «Alcuni a cui tu narrerai questa visione non ti crederanno, ma non lasciarti deprimere». Al termine dell’incontro, la Madonna fa un inchino e dice a Bruno: «Sono colei che sono nella Trinità divina. Sono la Vergine della Rivelazione. Ecco, prima di andare via io ti dico queste parole: la Rivelazione è la Parola di Dio, questa Rivelazione parla di me. Ecco perché ho dato questo titolo: Vergine della Rivelazione». Poi fa alcuni passi, si gira ed entra dentro la parete della grotta. Termina allora quella grande luce e si vede la Vergine che si allontana lentamente. La direzione presa, andando via, è verso la basilica di S. Pietro.

4. IL PROFUMO DI MARIA

Bruno dice ai figli: «Beh, facciamo una cosa: puliamo dentro la grotta perché quello che abbiamo visto è qualcosa di grande… Però non lo so. Adesso stiamo zitti e puliamo dentro la grotta». All’improvviso, tutta quella terra che noi abbiamo pulito, tutta quella polvere che abbiamo innalzato, profumava. Che profumo! Tutta la grotta… Toccavi le pareti: profumo; toccavi per terra: profumo; ti allontanavi: profumo. Insomma, ogni cosa lì profumava.

5. LA PRIMA AVE MARIA

Dopo un momento di silenzio, il papà spiega ai bambini: «La Bella Signora della grotta ci ha detto che qui c’è Gesù. Io prima vi insegnavo di non credere a ciò e vi proibivo di pregare. Gesù sta là dentro, in quella casina. Ora vi dico: preghiamo! Adoriamo il Signore!». «Papà, che preghiera facciamo?». «Figlia mia, non saprei…». «Diciamo un ‘Ave Maria», riprende la piccola. «Guarda che io l’Ave Maria non me la ricordo». «Ma io sì, papà!». «Come tu? E chi te l’ha insegnata?». «Quando mi mandavi a scuola e mi facevi il biglietto perché lo consegnassi alla maestra e fossi così esentata dall’ora di catechismo, ebbene, la prima volta gliel’ho dato, ma poi non lo feci più perché mi vergognavo, così sono rimasta sempre e allora ho imparato l’Ave Maria». «Ebbene, dilla tu…, piano piano, così pure noi ti veniamo appresso». Allora la bambina inizia: Ave Maria, piena di grazia… E gli altri tre: Ave, Maria, piena di grazia… E così fino all’Amen finale. Dopo di che escono e rifanno il tragitto verso casa. Arrivato a casa Bruno si avvicina alla moglie e le dice: “Abbiamo visto la Madonna, io ti chiedo perdono perchè ti ho fatto soffrire, Jolanda. Sai dire il rosario?”. “Non lo ricordo bene”. E si inginocchiarono per pregare. «Allora, siccome a mia moglie ne ho fatte tante, perché la tradivo, facevo peccati, la picchiavo, eccetera, pensate che l’11 aprile, pur essendo protestante, non gli si dice: Puoi fare questo, puoi fare quest’altro, questo è peccato, non si dice: Ci sono i dieci comandamenti. Ebbene, quell’11 sera io non avevo dormito a casa, ma avevo passato la notte, diciamo la verità, con l’amica mia… La Vergine poi mi ha dato il pentimento. Allora, ricordando tutte queste cose, mi inginocchio davanti a mia moglie, in cucina, i bambini stavano in camera e inginocchiandomi io, lei pure si inginocchia. Allora io le dico: “Adesso ti chiedo perdono di quello che ho fatto, del male, di tutto quello che ho fatto contro di te, fisicamente. Io ti chiedo perdono, perché quello che hanno detto i bambini, adesso non diciamo niente, però quello che hanno detto i bambini è vero… Io ti ho insegnato tante cose cattive, ho parlato contro l’Eucaristia, contro la Madonna, contro il Papa, contro i sacerdoti e i Sacramenti… Ora non so che cosa sia avvenuto…, mi sento cambiato…”».

6. LA PROMESSA SI AVVERA

Bruno, ora, sul tram, a ogni sacerdote a cui faceva il biglietto diceva: «Padre, devo parlarle». Se quello gli rispondeva: «Che vuoi? Dimmi pure», Bruno gli rispondeva: «No no, ho sbagliato, non è lei… Scusi, sa». Inoltre «venivano a casa i “compagni” e mi dicevano: “Ma come, non vieni più a trovarci? Come mai?”». Al che lui rispondeva: «Ho una cosa che… Verrò più tardi». Anche il Pastore protestante avventista si faceva vedere: «Ma come? Non vieni più alla riunione? Come mai, che cosa è successo?». Il 28 aprile erano sedici giorni che Bruno aspettava di incontrare un sacerdote e non lo trovava ancora. «Ma, sei stato in parrocchia? Può darsi che lì lo troverai», lo consiglia la moglie, nella sua semplicità e buonsenso. E Bruno: «No, in parrocchia non ci sono stato». «Ma vai, può darsi che là troverai un sacerdote…». Bruno esce di casa e si porta alla chiesa della sua parrocchia, la chiesa di Ognissanti, sull’Appia Nuova. Si mette vicino alla sacrestia e attende davanti a un grande Crocifisso. Ed ecco che dalla sacrestia esce un giovane sacerdote, piuttosto frettoloso, con la cotta… Bruno sente un impulso interiore, come se fosse spinto verso di lui. Lo prende per la manica della cotta e grida: «Padre, devo parlarle!». «Ave Maria, figliolo, cosa c’è?». Sentendo quelle parole Bruno ha come un sussulto di gioia e dice: «Io aspettavo queste parole che lei mi doveva dire”. Martedì 6 maggio Bruno ritorna alla grotta e il prodigio si rinnova. Appare la soave figura celestiale della Madre di Dio. Non dice nulla. Lo guarda soltanto e gli sorride.

7. IL SECONDO SEGNO

Uno dei sacerdoti della chiesa di Ognissanti, don Mario Sfoggia, un giorno, 21 o 22 maggio, manifesta a Bruno il desiderio di recarsi anche lui alla grotta: «Senti», gli dice, «io voglio venire con te a recitare il rosario, in quel posto dove tu hai visto la Madonna». «Va bene, ci andiamo il 23, sono libero». Giunti alla grotta, i due si inginocchiano vicino al sasso dove la Madonna aveva appoggiato i piedi e cominciano la recita del rosario. Al secondo «mistero gaudioso», la Visitazione di Maria a Santa Elisabetta, don Mario prega la Madonna nel suo cuore: «Visitateci, illuminateci! Che si sappia la verità, che non siamo ingannati!». Bruno risponde regolarmente alle prime due del mistero della visitazione, ma alla terza non risponde più! Allora don Mario vuole vedere meglio cosa accade ma mentre sta per farlo, viene investito come da una scarica elettrica che lo immobilizza, rendendolo incapace di ogni minimo movimento… Sente Bruno che mormora: «Quant’è bella!… Quant’è bella!… Ma è grigio, non è nero…». «Don Mario, è rivenuta!» gli dice Bruno. Gli racconta che durante la visione la Madonna aveva posto le sue mani sul capo a tutti e due e poi se n’era andata, lasciando un profumo intenso. Il sacerdote abbraccia Bruno e gli dice: «Bruno, mi sento legato a te!». A queste parole il veggente ha come un sussulto e pieno di gioia riabbraccia don Mario. Quelle parole pronunciate dal sacerdote erano il segno che la Madonna gli aveva dato per indicargli che sarebbe stato colui che lo avrebbe accompagnato dal Papa per consegnargli il messaggio.

8. «NON PROFANATE QUESTA GROTTA…»

Venerdì 30 maggio, Bruno ritorna alla grotta e c’è un’altra apparizione della Madonna. Un altro giorno, andando alla grotta, viene preso da un grande senso di tristezza e di delusione. Da alcuni segni si rende conto che essa è tornata a essere luogo di peccato. Amareggiato, Bruno scrive su un foglio questo appello accorato e lo lascia nella grotta: «Non profanate questa grotta con il peccato impuro! Maria, la dolce madre di tutti i peccatori, ecco che cosa ha fatto per me peccatore. MILITANTE NELLE FILE DI SATANA NELLA SETTA PROTESTANTE AVVENTISTA, ero nemico della Chiesa e della Vergine. Qui il 12 aprile a me e ai miei bambini è apparsa la Vergine della Rivelazione, dicendomi di rientrare nella Chiesa cattolica, apostolica, romana, con segni e rivelazioni che Lei stessa mi ha manifestato. L’infinita misericordia di Dio ha vinto questo nemico che ora ai suoi piedi implora perdono e pietà. Amate, Maria è la dolce Madre nostra. Amate la Chiesa con i suoi figli! Ella è il manto che ci copre nell’inferno che si scatena nel mondo. Pregate molto e allontanate i vizi della carne. Pregate!». Appende questo foglio a una pietra, all’ingresso della grotta. Sappiamo che quel foglio finì, in seguito, sul tavolo del commissariato di polizia di S. Paolo. Ecco perché ne possediamo il testo esatto. Nel 1956, il Vicariato di Roma, dopo avere acconsentito alla costruzione di una cappella sul luogo dell’apparizione per il culto della Vergine della Rivelazione, ne affida la custodia ai Padri francescani minori conventuali, perché provvedano al servizio religioso. Sempre nel 1956, L’Osservatore Romano, in un articolo dove venivano elencati i più celebri santuari mariani, mete di pellegrinaggio, definiti «cattedrali della preghiera, feudi e capitali di Maria», vi aggiungeva anche la «piccola grotta delle Tre Fontane». L’8 dicembre 1982 fu inaugurato un altare nella grotta. La celebrazione della S. Messa è divenuta quotidiana dal 1995. Nel 1987 fu eretto l’Arco della Pace.

9. CONVERSIONI E GUARIGIONI

Sono stati segnalati tanti fenomeni di conversione, con ritorno alla vita sacramentale, a cominciare da quella di un altro tranviere, anche lui protestante, Pietro Genna, nel 1947, a pochi mesi dalle apparizioni. Sono avvenute e avvengono tante guarigioni, come attestano anche i tanti ex voto che tutti possono vedere alle spalle della grotta (cfr. Dario Pacifico, La Vergine della Rivelazione alle Tre Fontane, Roma, 1993, pp. 48-52). Alla Grotta delle Tre Fontane sono avvenute prodigiose guarigioni (cfr. Ernesto Piacentini, In cammino verso il terzo millennio con la “Vergine della Rivelazione” alla Grotta delle Tre Fontane, Roma 1997, pp. 53-54).

10. FENOMENI NEL SOLE

A partire dal 12 aprile 1980 si manifestano, in coincidenza con gli anniversari, per alcuni anni anche i cosiddetti “fenomeni del sole”, registrati e riportati puntualmente dalla stampa con ricchezza di particolari e di testimonianze. I fenomeni dureranno, in ogni anniversario, fino al 1987 (cfr. Ernesto Piacentini, In cammino verso il terzo millennio con la “Vergine della Rivelazione” alla Grotta delle Tre Fontane, Roma 1997, pp. 77-87).

11. ASSOCIAZIONE CATECHISTICA

Bruno Cornacchiola descrive lui stesso, al Card. Traglia, questa sua decisione: “Nel settembre del 1947, cioè sei mesi dopo la mia conversione, ascoltai il discorso che il Papa fece agli uomini dell’A.C. e mi colpirono alcune frasi che mi incoraggiarono a far quel che già pensavo di fare dopo l’apparizione, cioè un’Organizzazione Catechistica per la conversione dei comunisti e dei protestanti. Difatti il 12 aprile 1948, con l’aiuto di Dio e della Vergine cara, formai lo Statuto per l’organizzazione che chiamai S.A.C.R.I: Schiera Arditi Cristo Re Immortale” (cfr. Dario Pacifico, La Vergine della Rivelazione alle Tre Fontane, Roma, 1993, p. 81).

12. PERCHÉ ALLE TRE FONTANE?

Secondo un’antica tradizione che rimanda ai primi secoli del cristianesimo, confermata da documenti storici di grande valore, il martirio dell’apostolo Paolo, avvenuto nel 67 dopo Cristo per ordine dell’imperatore Nerone, sarebbe stato consumato nel luogo allora denominato Aquae Salvìae, precisamente dove oggi sorge l’abbazia delle Tre Fontane. La decapitazione dell’Apostolo, sempre secondo la tradizione, avvenne sotto un pino, presso un cippo marmoreo, che ora si può vedere in un angolo della chiesa stessa. Si dice che la testa dell’Apostolo, mozzata con un deciso colpo di spada, sia rimbalzata per terra tre volte e che a ogni balzo sarebbe scaturita una sorgente di acqua. La Madonna ha scelto quella località, dunque, in riferimento a san Paolo, non solo per la sua conversione ma anche per il suo amore alla Chiesa e alla sua opera di evangelizzazione? Ciò che accadde all’Apostolo sulla via per Damasco ha parecchi punti di contatto con ciò che si verificò in questa apparizione della Vergine a Bruno Cornacchiola. Gesù a Saulo: «Io sono colui che tu perseguiti!». Alle Tre Fontane la Madonna dirà al veggente, rivestendolo della sua luce affettuosa: «Tu mi perseguiti, ora basta!». E lo invita a entrare nella vera Chiesa che la celeste Regina definisce «ovile santo, corte celeste in terra». In pratica, ciò che alle Tre Fontane la Madonna riproporrà è lo stesso messaggio che San Paolo visse e annunciò nella sua vita di apostolo e che possiamo riassumere in tre punti: 1. conversione dei peccatori, specialmente dalla loro immoralità (il luogo dove Maria appare ne era teatro); 2. conversione degli increduli dal loro ateismo e dal loro atteggiamento di indifferenza di fronte a Dio e alle realtà soprannaturali; l’unità dei cristiani, cioè il vero ecumenismo, affinché si adempia la preghiera e l’anelito di suo Figlio: si faccia un solo ovile sotto la guida di un solo pastore. Il fatto poi che il luogo si trovi a Roma è di per se stesso un richiamo a Pietro, alla roccia su cui è fondata la Chiesa, alla garanzia di verità e di sicurezza della Rivelazione stessa. La Madonna dimostra un particolare affetto e cura per il papa. Con questo vuole far capire che è lui il Pastore dell’«ovile santo» e che non c’è vera Chiesa, nel senso pieno del termine, se si prescinde dall’unione con lui.

a cura di Don Guglielmo Fichera

Associazione “Fede, Cultura e Società- fedeecultura.it

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Colui che non cerchiamo più

Posté par atempodiblog le 25 septembre 2007

Colui che non cerchiamo più dans Fede, morale e teologia padrelivio

Si può affermare che credere in Dio è ragionevole e non crederci è irrazionale. Il principio di causalità fa si che di fronte a un universo che risplende per grandiosità, per potenza, per immensità, per organizzazione, bellezza, ecc… ci risulti difficile pensare che si sia fatto per caso, si vede che è creato. Nella creazione sono presenti la potenza, la sapienza e l’amore che palesano che non è un caos ma che c’è un autore.

Chi si interroga su chi l’ha fatto Dio deve sapere che, per definizione, Dio è Colui che nessuno l’ha fatto altrimenti sarebbe una creatura. Dio è l’essere che sussiste per se stesso ed è causa di se stesso. La ragione umana arriva a dire che Dio c’è. Se uno riflette nel suo cuore vede che abbiamo un’intelligenza che va oltre la finitezza, già domandandoci “chi l’ha fatto il mondo?” andiamo oltre il limite della materia e abbiamo una moralità che va oltre l’istinto. Nell’amore dell’uomo c’è il desiderio di eternità, infatti due persone che si amano vogliono un amore eterno che va oltre la morte. L’uomo trascende l’uomo.

Dato che Dio è invisibile e inafferrabile, quindi nascosto, è possibile anche l’incredulità. C’è abbastanza luce per credere e abbastanza buio per non credere. Dio si è rivelato nell’Antico Testamento attraverso la mediazione degli uomini, infatti, la gente ascoltava i profeti. Dio, poi, ha voluto rendersi visibile facendosi uomo e si è presentato a noi come un Neonato. Si è fatto uomo per guarirci dal peccato, la cui causa è la superbia.

Quindi, le cose cambiano parecchio quando crediamo ed affermiamo che quel Bambino nato 2007 anni fa in una mangiatoia a Betlemme è Dio. Infatti, credere che Dio esiste è un presupposto ma non è il Cristianesimo, il cristiano è colui che crede che Gesù è Dio. Credere che Dio si è fatto uomo è il cuore della fede cristiana e questa ha bisogno di una grazia. Infatti, la fede è un’illuminazione sovrannaturale.

Noi abbiamo delle ragioni per credere. La prima che ha creduto è la Madonna (la nostra fede è mariana). Anche la fede di Maria aveva dei fondamenti ragionevoli (lo Spirito Santo l’aveva illuminata e preparata al momento dell’Incarnazione), Dio le aveva dato dei segni per credere. Lei è la prima cristiana.
Il segno più grande che Dio le ha dato è stato il suo concepimento verginale, l’Angelo Le ha preannunciato che il Verbo si sarebbe fatto carne per opera dello Spirito Santo e Lei ha creduto.

Il momento dell’illuminazione in cui uno crede è un momento che nella sua luminosità può anche svanire. Le esperienze mistiche le abbiamo tutti perché Dio si rivela e tocca il cuore di tutti. Questi momenti dobbiamo recuperali continuamente nella preghiera e tenerli vivi.

Ritornando alla Madonna, notiamo che Ella ha vissuto il momento dell’Annunciazione dove con la Sua fede si è donata e ha creduto ma poi ha dovuto rivivere questa fede in Lei mediante la preghiera, la meditazione e la riflessione. Anche Lei ha dovuto aggrapparsi ai segni che Dio Le ha dato per sostenere la fede. Anche a quel tempo sapevano come nascono i bambini, quindi Lei sapeva di aver concepito verginalmente con l’Annuncio dell’Angelo. Questo era il segno che Dio Le ha dato che quel Bambino che cresceva in Lei era il Figlio di Dio. Ha visto l’esitazione iniziale di San Giuseppe perché anche lui ha dovuto fare il suo cammino di fede (lui ha vissuto l’angoscia della fede). A lui apparve l’Angelo per dirgli quello che la Madonna non gli aveva detto. Maria aveva taciuto, lasciando che Dio operasse.

Molti si scandalizzano che Gesù sia morto in Croce ma in realtà non dovrebbe essere così perché il giusto è sempre perseguitato ma quello che sorprende è che Dio si sia fatto uomo nel grembo di una donna; si è fatto embrione.
Nel momento in cui la Madonna ha detto “si”, ed è esistito l’embrione il Verbo lo ha assunto a se. Quando c’è l’embrione c’è tutto il programma del futur uomo. In quel momento in cui la Madonna ha detto il “si” lo Spirito Santo ha operato il miracolo della fecondazione per cui in quel momento il Verbo si è fatto carne e ciò vuol dire che il quel momento c’era la natura umana tutta intera perché Gesù è vero uomo (e vero Dio) e inoltre avendo assunto la natura umana nella Vergine Maria assomigliava tutto a Sua Madre.

Nel Vecchio Testamento c’è tutta una lotta contro gli idoli che non si possono adorare, solo Dio va adorato. Improvvisamente nella Sacra Scrittura si adora un uomo che è Gesù. I pastori l’adorano e anche i magi. Questi ultimi non indicano solo l’universalità della fede ma rappresentano per la Madonna anche gioia e conferma della Sua fede. Maria conservava tute queste cose nel Suo Cuore e le meditava.

Dopo il Natale e i segni che ha avuto è iniziato un periodo monotono e grigio che è l’oscurità della fede.
La Madonna, nei trent’anni di vita a Nazareth, esercitò la fede di sommo grado. Credette fino in fondo che quel Bambino era il Figlio di Dio, anche quando il Figlio faceva la pipì.

Gesù e San Giovanni Battista, in una società dove tutti si sposavano, non hanno contratto matrimonio. Non erano conosciuti la verginità e il celibato.
La Madonna che ha fatto il voto di castità è perché lo Spirito Santo l’ha particolarmente illuminata.

La Madonna è “Beata Te che hai creduto” e ha avuto saldo fin dall’inizio il cuore della nostra fede. Le icone di Gesù sono due: la Nascita e la Croce.
Il Bambino ci dice tutta l’umiltà di Dio che cura la nostra superbia; il Bambino è fragilissimo e indifeso. Dio ha nascosto la Sua Onnipotenza, con la quale può far tutto, e si è mostrato nella più totale debolezza. Ha avuto fiducia in noi mettendosi nelle nostre mani.
E’ impossibile aver paura di quel Bambino.
Dio ha infranto tutte le false concezioni che avevamo su di Lui. Se Dio si fa uomo dobbiamo chiederci chi è l’uomo. La natura umana che ha in se la capacità di essere unita alla natura divina. Ogni essere umano, da quando è embrione fino al momento della sua morte, deve essere rispettato perché in lui risplende l’immagine di Dio. Perché Dio facendosi uomo, in qualche modo, si è unito a tutti gli uomini del mondo. Quindi l’uomo non può essere violentato, strumentalizzato e non è carne da macello. Noi abbiamo un destino eterno con Dio.
Giovanni Paolo II° diceva che quando non si crede più in Dio si arriva al disprezzo dell’uomo.

Il Figlio di Dio si è presentato nella cornice di una famiglia.
L’attacco di satana, oggi, va contro i fondamenti stessi della creazione: la famiglia e la nascita dell’essere umano (non si accontenta più di colpire la Chiesa e Gesù Cristo). Questi attacchi Dio li permette per vedere chi sono i suoi, perché si manifesti ciò che c’è nei cuori e di far uscire allo scoperto i ribelli.

Dio ha dato una struttura ben precisa alla Creazione: l’uomo e la donna insieme con un patto d’amore assicurano l’avvenire al genere umano, la vita.
Bisogna impedire che la fiaccola della fede si spenga essendo testimoni della fede.
All’attacco contro la famiglia si risponde con le famiglie cristiane (come la santa Famiglia di Nazareth), con le famiglie che fanno i figli, con l’amore fedele… Il Verbo di Dio si è fatto carne in una famiglia e questa è il cuore stesso dell’umanità. Quel Natale là dobbiamo e possiamo farlo rivivere nel nostro cuore.
Noi dobbiamo preparare il cuore a ricevere Dio e concepire nel nostro cuore il Verbo e farlo crescere in noi per poi partorirlo e donarlo al prossimo. Per fare questo bisogna purificare il nostro cuore con la Santa Confessione, altrimenti invece di deporre Gesù nella culla lo mandiamo al martirio.

Nella preghiera si fa l’esperienza dell’Amore di Dio.
Se una persona non è abituata a pregare l’inizio è faticoso perché questa è anche una disciplina; infatti bisogna stabilire i tempi della preghiera, almeno al mattino e alla sera. Pregare è come respirare, si mangia Dio, si beve l’Acqua Viva dello Spirito santo ed entra nel cuore tanta Pace e tanta Gioia.
Nella preghiera si scopre la Divina Presenza dentro di noi, si scopre un altro universo pieno di Luci, di Pace, dove abita la Santissima Trinità. La preghiera è un cibo per la propria anima, è un cibo senza il quale non si può vivere, di cui abbiamo bisogno continuamente. La preghiera ha anche la forza di intercessione per un mondo che non prega.
La Madonna molte volte dice che questo è un mondo senza pace e senza preghiera. In un mondo in cui non c’è preghiera, bisogna che ci sia qualcuno che prega per intercedere per gli altri. In un mondo senza pace, dobbiamo essere i portatori della Pace.

Questa è la traccia di un cammino concreto che ci rende già felici e rende presente già il Paradiso su questa Terra.
La preghiera non ha soltanto un significato di necessità personale ma anche un significato di necessità ecclesiale e sociale.
La Madonna ha delineato tre tappe: aprire il cuore, purificare il cuore, donare il cuore.
Aprire il cuore è un invito a tutti coloro che sono lontani da Dio. Questo è il primo passo e vale anche per chi è caduto nel sonno stanco dell’anima, ossia chi è caduto nella tiepidezza. Quelli che sono come un fuoco che si sta spegnendo. Quindi il primo passo è la conversione che ha il suo sbocco nella confessione, con la quale si riceve l’assoluzione e si è rivestiti della Grazia Santificante.

Purificare il cuore vuol dire che bisogna togliere le radici dei vizi capitali rimasti in noi (superbia, invidia, lussuria, accidia, ira, avarizia e gola).
Nella prima fase quindi abbiamo tolto il peccato grave, nella seconda fase si devono togliere le radici del male. Questo cammino di purificazione è molto faticoso. E’ qui che molti non perseverano e si stancano. Si è cacciato satana dal cuore ma ritorna con le sette bocche affamate dei sette vizi capitali essendo state messa a digiuno dalla confessione e reclamano di nuovo il loro cibo. Il mondo da mangiare.

Se noi perseveriamo in queste due fasi del cammino spirituale, nella purificazione del cuore, che dura tutta la vita, arriveremo alla terza fase.

Donare il cuore alla Madonna in modo che Lei lo doni a Cristo. In questa fase deve esserci l’abbandono totale, il dono totale di se! L’amore puro! Servire Dio per puro amore! Il peccato del mondo consiste in questo: che non cerca affatto Dio.
La conversione è un cammino continuo di santità. La preghiera è il frutto dell’amore verso Dio Creatore.

Sunto di una catechesi di Padre Livio

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Omaggio a MARIA!

Posté par atempodiblog le 25 septembre 2007

Omaggio a MARIA! dans Fede, morale e teologia gospamedjugorje

Il cuore del Cristianesimo è l’Incarnazione e quindi la Madonna ha una posizione centrale in questa fede; Gesù è stato concepito per opera dello Spirito Santo ma anche con la Sua fede. La Sua grandezza consiste nel fatto che il Suo Bambino è il Figlio Eterno del Padre che si è fatto uomo nel Suo grembo. Maria è nel cuore del “Credo”.
La Madonna, negli anni della Sua vita terrena, è stata grandissima agli occhi di Dio ma nascosta agli occhi degli uomini però dopo la Sua Assunzione in Cielo è diventata un fiume travolgente. E’ la donna più amata, celebrata e glorificata del mondo. Senza la radice di carne di Maria, garante delle verità della Incarnazione, la fede in Gesù si dissolve in moralismo, spiritualismo, solidarismo.Nel “trattato della vera devozione alla Santa Vergine” di San Luigi M. Grignion da Monfort è giustamente scritto che Maria non è stata ancora abbastanza lodata, esaltata, onorata e servita. Ella merita lodi, ossequi, amore e servizi ancora maggiori.
Il Monfort dice con i santi: la divina Maria è il paradiso terrestre del nuovo Adamo, dove questi si è incarnato per opera dello Spirito Santo, per operarvi meraviglie inimmaginabili. E’ il grande e divino mondo di Dio, dove egli custodisce bellezze e tesori ineffabili; è la magnificenza dell’Altissimo, dove è nascosto come nel proprio seno il suo unico Figlio e, in lui, tutto ciò che egli ha di più grande e prezioso. Oh! quante cose grandi e nascoste ha compiuto il Dio poten­te in questa creatura meravigliosa; ella stessa si sente costretta a proclamarlo, nono­stante la sua profonda umiltà: «Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente».
Il problema di oggi è che sono poco conosciuti sia Gesù Cristo che la Madonna.

La vera devozione a Maria è santa perché porta un’anima a evitare il peccato e imitare le virtù della santissima Vergine.
Ricordiamoci che per mezzo di Maria incominciò la salvezza del mondo e per mezzo di Maria deve essere compiuta. La santissima Vergine è necessaria agli uomini per conseguire l’ultimo fine e la devozione a Lei è necessaria ad ogni uomo per salvarsi.

Giovanni Paolo II° disse: “il Rosario è la mia preghiera prediletta” aggiungendo: “noi durante il Rosario guardiamo a Gesù con gli occhi di Maria”. Il Rosario è una preghiera cristologia e mediante questa la Madonna assolve il suo compito di ancella del Signore.
Ogni singola Ave Maria ha al centro Gesù (“del tuo seno Gesù”), la Madonna ci porta al cuore stesso di Cristo. Il Rosario è una preghiera meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità.
La Madonna è la preghiera fatta carne. La preghiera è Maria in preghiera.
Pronunciando l’Ave Maria rendi presente la Madonna in te, viva. Come diceva il Montfort: “Maria è viva in te e tu sei vivo in lei”. Durante il Rosario Lei effonde su di te la sua umiltà, la sua tenerezza materna, il suo Amore per Dio. Nel Rosario ci si tuffa nell’Oceano Immacolato che è il Cuore Santo di Maria, dove abita la Santissima Trinità. In questo Cuore si adora il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Questa esperienza è accessibile ad ogni cristiano. Lo stesso Papa diceva che sullo sfondo delle parole dell’Ave Maria passano davanti agli occhi dell’anima i principali episodi della vita di Gesù Cristo. Esse si compongono nell’insieme dei vari Misteri mettendoci in Comunione Viva con Gesù attraverso il Cuore della Madre. Nello stesso tempo il nostro cuore può racchiudere, in queste decine del Rosario, tutti i fatti che compongono la vita dell’umanità. Vicende personali e quelle del prossimo. In modo particolare di coloro che ci stanno più a cuore. La semplice preghiera del Rosario batte il ritmo della vita umana.
Per conoscere di più Maria, affido il continuo del testo ad una catechesi di Padre Livio Fanzaga.
La Madonna è tutta orientata a Gesù Cristo e il Figlio di Dio è tutto orientato a Sua Madre. Gesù è stato talmente soddisfatto di avere Maria come madre che sulla Croce ha voluto donarla a noi e l’ha voluta al suo fianco Regina Assunta in Cielo.
Quando si tessono le lodi alla Madonna si tessono anche quelle di Gesù, perché non c’è nessuna verità di fece che riguardi Maria che non riguardi il Figlio. Tutti i dogmi mariani sono il riflesso dei dogmi cristologici. Il vescovo Bruno Forte dice che tutte le verità della Fede passano attraverso Maria Santissima.

La Madonna è immacolata
. Ciò vuol dire che è stata preservata dal peccato originale. Per capire questa cosa bisogna chiedere un dono particolare dello Spirito Santo che si chiama “dono dell’intelletto” (intus legere, cioè leggere dentro) e che ci aiuta a capire i dogmi di fede.

Il mondo ha preso coscienza di se e di esistere come creatura nell’uomo, perché l’uomo è colui che pensa il mondo. L’uomo con la sua intelligenza, la sua libertà, la sua moralità, la sua anima immortale è il culmine dell’opera di Dio. Pronto ad entrare in comunione con la SS. Trinità. Dio ci ha creato per renderci partecipi di Se, per condividere con noi la sua Gioia e Divinità. Ma è successa una catastrofe, prima per la ribellione degli angeli e poi per la ribellione degli uomini.

La ribellione degli uomini è avvenuta sotto l’istigazione dell’angelo ribelle, il quale avendo vinto la partita (non senza rimedio) è passato all’incasso. Così tutti quelli che nascono hanno il peccato originale. La creazione è inquinata, cioè chi nasce da Adamo ed Eva nasce sotto l’influsso del serpente. Nel battesimo, infatti, si fa un esorcismo. Se non ci fosse stata la redenzione, la vittoria del maligno sarebbe stata definitiva.

Dio ha fatto una nuova creazione: la Madonna (la nuova Eva).

Quando la Madonna è stata concepita è successo qualcosa di meraviglioso: la nuova creazione che non fosse sotto l’impero del maligno. Un grembo dal quale è nato il Figlio di Dio fatto Uomo. Maria Immacolata è la rivincita di Dio sul demonio. Quest’ultimo è diventato il principe di questo mondo, come lo ha bollato Gesù.
Alla Madonna sono stati applicati in anticipo i meriti della redenzione. Sant’Anna e San Gioacchino erano anziani, quindi, hanno concepitoo per grazia.
L’Arcangelo non disse ti saluto Maria ma disse: “Piena di Grazia”! Mai a nessuno l’Angelo ha detto: “Piena di Grazia”. La Madonna quando ha saputo di essere la Madre del Salvatore, la Sua Anima è rimasta nella più totale umiltà e serenità. Questa creatura, senza peccato originale, avrebbe cooperato pienamente all’opera della redenzione.

Maria è Madre di tutti gli uomini redenti dal Sangue di Cristo.

La Madonna è la prima creatura che conosce il mistero della santissima Trinità
(“Il verbo del Padre si farà uomo per opera dello Spirito Santo”).

Maria, ispirata dallo Spirito Santo, aveva fatto la promessa di mantenersi casta per tutta la vita. Nel popolo ebraico non c’era una tradizione di vergini ma di madri. Questo spiega quel “non conosco uomo” pur essendo promessa a Giuseppe. Lei voleva sapere da Dio come avrebbe fatto a rimanere fedele alla promessa fatta.

San Paolo diceva che in Adamo tutti hanno peccato ma appena un predicatore, nel passato, ipotizzava che per un istante la Madonna fosse stata sotto l’influsso del maligno rischiava la vita, perché la gente non poteva sopportare ciò perché Lei era Colei che avrebbe dovuto schiacciargli la testa (infatti nella Genesi si legge “porrò inimicizia tra te e la Donna”).

La Tutta Santa è stata concepita immacolata perché doveva diventare la Madre del Redentore. Come poteva farsi Uomo il Redentore nel grembo di Colei che fosse stata anche se per un attimo sotto il giogo del serpente? Impossibile. Da Lei sarebbe nata la Fonte della Santità e della Grazia. E’ un dogma inteso in funzione della Divina Maternità.

Dio avendo nel suo progetto di farsi Uomo, si è preparato la Madre. Un capolavoro assoluto. Il Verbo si è fatto Carne nel grembo della Vergine Maria!!! Dalla Madonna si poteva e si può dire che suo Figlio è il Figlio di Dio. Il Figlio di Maria è il Figlio di Dio e il Figlio di Dio è Figlio di Maria! Lo evidenzio perché alcuni non lo sanno e se lo sanno non lo capiscono.
Gesù, per quanto riguarda la sua Divinità, è Eternamente Generato dal Padre; per quanto riguarda la sua umanità, è generato nel tempo da Sua Madre. Nella faccia assomigliava Tutto alla Madonna.
Lei ha concepito, partorito, cresciuto, servito e seguito Dio!
Il Cristianesimo è Gesù Cristo che è Figlio di Maria
.

La Madonna è custode della Fede
. La sua perseveranza nella fede è stata immensa, anche quando il Bambino Gesù faceva la pipì Lei credeva che era il Figlio di Dio. Non ha mai dubitato, nemmeno quando era appeso alla Croce. Per questo è “Beata Te che hai creduto”. E’ la Madre della Fede. In Paradiso la Madonna chiama il Redentore “Figlio” e Lui la chiama “Madre”. La domenica mattina quando le donne andarono al sepolcro Lei non c’era, perché credeva nella Resurrezione (forse Gesù Le era già apparso).

La Madonna è sempre Vergine
. Ha concepito e generato verginalmente. Il parto verginale non solo non ha violato ma ha consacrato la sua verginità. La Madonna è Sempre Vergine perché appartiene Tutta a Dio, Lei che nel suo grembo ha concepito il Verbo di Dio. Il concepimento verginale è stato un segno che Dio ha dato alla Madonna che Lei era Madre di Dio. Quindi il concepimento e il parto verginale fanno comprendere che Quel Bambino era Dio.

Assunta in Cielo
. La Sua assunzione in Cielo con il Suo Corpo Glorioso è ciò che noi saremo. Un segno elevato nel Cielo. Una Donna Vestita di Sole. Un segno di speranza per noi.

La Madonna assunta in Cielo ci ricorda quel è il nostro destino. Noi tutti parteciperemo alla Gloria di Cristo Risorto. Perirà questo corpo di morte, risorgeremo con un corpo immortale, perfetto, meraviglioso e spiritualizzato! Questa non è una promessa, Cristo è già Risorto, la Madonna è già Assunta in Cielo.

Maria è Mediatrice, Corredentrice e Avvocata.
Fra noi è il Padre c’è un solo mediatore che è Gesù, fra Gesù e noi c’è la Madonna. Colei che è Madre di Cristo è anche Madre della Chiesa e Madre di tutta l’umanità. Noi dobbiamo trattare la Madonna come l’ha trattata Gesù. Quindi dobbiamo accoglierla come Madre. E’ una Madre paziente, dolcissima, tollerante, indulgente, che ci prende per mano, che ci accudisce, che non ci abbandona mai e che ci ama immensamente. E’ Colei che intercede continuamente per ognuno di noi presso Dio.

Nell’espressione di Gesù a San Giovanni “Figlio ecco tua Madre”, il Figlio rappresenta tutti i cristiani e, quindi, vuole che tutti i cristiani prendano Maria come Madre. Non solo. Gesù sulla Croce esige che i discepoli prendano Maria come Madre e dopo (prima di salire al Cielo) lì manda nel mondo a predicare; come condizione per andare a predicare vuole che l’accettino come Madre, altrimenti non si fida ad assegnargli quel compito. Infatti nel cenacolo, prima di andare a predicare, c’era Maria Santissima.

La grandezza della maternità di Maria nel disegno di Dio è la sua risposta di Fede e di totale affidamento.

Non possiamo nascondere il dolore connesso a questa maternità
. La Madonna sapeva che accogliendo l’invito dell’Angelo (quindi la volontà di Dio) si esponeva subito a grandi sofferenze. Ricordiamo: Giuseppe voleva ripudiarla ma essendo giusto cercò di rimandarla in segreto. Essendo rimasta incinta prima del matrimonio rischiava la lapidazione. L’ansia di quando stava mettendo alla luce il Figlio di Dio e non trova che una grotta per ripararsi dal gelo della notte e una mangiatoia per deporlo. Il bimbo incontra subito la furia omicida dei grandi della Terra e la sacra famiglia conosce subito la persecuzione e l’esilio. Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse “Alzati! Prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo”. Nel Tempio stesso di Dio per bocca di Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, lo Spirito Santo rivela quale spada di dolore trafiggerà l’anima della Madre del Redentore. Sul Calvario la Madonna sperimenterà la verità della profezia di Simeone e ne misurerà l’altezza, la larghezza e la profondità di quell’oceano di dolore che comporta la Divina Maternità. Infatti Maria vuol dire mare. Mare di gioia e mare di dolore. I familiari di Gesù uscirono per andare a prenderlo perché dicevano che era fuori di se. I parenti lo ritenevano un pazzo. Gli scribi lo consideravano un indemoniato. I compaesani di Nazareth, che la Madonna conosceva bene, sono i primi che tentano di ucciderlo. E’ un crescendo di odio satanico che culminerà nelle ore tremende della Passione quando il Figlio viene Crocifisso e “la Madre con Lui”. Ogni sofferenza di Gesù ha trovato un eco profondo nel cuore di Maria.

Nella prima annunciazione la croce è già presente perché lo stesso nome di Gesù vuol dire Salvatore (salverà il popolo dai suoi peccati). In primo piano c’è la gioia e sullo sfondo la Croce.

Giovanni Paolo II ci ha fatto notare che c’è una seconda annunciazione: quella che lo Spirito Santo fa attraverso Simeone, quando il bambino viene presentato al Tempio da Maria e Giuseppe per la purificazione. Simeone preannuncia a Maria il dolore che l’attende; “una spada trapasserà la Tua Anima” e preannuncia anche che il bambino sarà come pietra di contraddizione e molti avrebbero inciampato in questa pietra. Maria è una madre che gioisce e che soffre. La Madonna soffre quando Suo Figlio viene respinto e quando vede gli esseri umani che si perdono nel peccato. Molte volte la gente pensa che avendo avuto una grande missione la Madonna sia stata fortunata. Il Signore nella sua Divina Pedagogia abbina sempre a una grande missione una grande croce. Infatti la più grande croce l’ha portata Cristo che ha avuto la missione di redimere il mondo. La seconda più grande croce è quella di Maria che è stata la corredentrice. Quindi più grande è la missione e più grande è la croce. Più sublime è la missione è più sanguinosa è la croce.

Chi ama Gesù consola e rallegra Maria.

Vi invito a pregare l’Ave Maria perché la salvezza del mondo è cominciata per mezzo di essa e da essa dipende anche la salvezza di ognuno in particolare.

Come dice S. Benedetto: “Se la segui non ti smarrirai, se la preghi non dispererai, se pensi a Lei non errerai, sostenuto da Lei non cadrai, difeso da Lei non temerai, se ti guida non ti stancherai, se ti è propizia perverrai alla meta…. Ella trattiene il Figlio dal punire, il diavolo dal nuocere, le virtù dal fuggire, i meriti dal perire e la grazia dal diminuire”.

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I primi 5 sabati del mese

Posté par atempodiblog le 7 septembre 2007

I primi 5 sabati del mese Angelo-Figurelli

Cari amici,
oggi, come non mai, la misericordia del Signore ci avvolge con la meravigliosa grande promessa fatta a Fatima da Maria Santissima relativa ai primi 5 sabati del mese e unita al suo Cuore Immacolato.
Sì, cari amici, perché la pratica mariana dei “primi 5 sabati del mese” chiesti dalla Vergine Maria nasce proprio a Fatima dove il 13 maggio del 1917 Ella apparve ai tre pastorelli: Giacinta, Francesco e Lucia. Per mezzo loro e a causa della grave situazione in cui versava il mondo chiese a tutti gli uomini il ritorno alla preghiera, alla penitenza e alla conversione. In modo speciale chiese al Papa la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato per evitare che questo Paese diffondesse i suoi errori nel mondo portando distruzione e morte. Proprio durante una di questa apparizioni, il 13 giugno 1917, la Vergine disse, tra l’altro, a Lucia:
“Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere e amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato” e mostrò ai tre pastorelli il suo Cuore coronato di spine. Nell’apparizione del 13 luglio dello stesso anno, dopo aver mostrato ai tre pastorelli l’inferno, disse: “Avete visto dove vanno a finire le anime dei poveri peccatori. Per la loro salvezza Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se faranno quanto vi dirò, molte anime si salveranno”.
Il 10 dicembre 1925 (Lucia era già entrata nell’Ordine delle Dorotee) ricevette l’apparizione di Maria SS e di Gesù Bambino nella sua cella. La Madonna le mostrò il suo Cuore coronato di spine. Racconta Lucia: “Il 10 dicembre 1925 mi apparve in camera la Vergine Santissima e, al suo fianco, un Bambino, come sospeso su una nube. La Madonna gli teneva la mano sulle spalle e, contemporaneamente, nell’altra mano reggeva un Cuore circondato di spine. In quel momento il Bambino disse: “Abbi compassione del Cuore di Tua Madre Santissima, avvolto nelle spine che gli uomini ingrati gli configgono continuamente, mentre non v’è chi faccia atti di riparazione per strappargliele”. E subito la Vergine Santissima aggiunse: “Guarda, figlia mia, il mio Cuore circondato di spine che gli uomini ingrati infliggono continuamente con bestemmie e ingratitudini. Consolami almeno tu e fa sapere questo: a tutti coloro che per cinque mesi consecutivi, al primo sabato, si confesseranno, riceveranno la santa Comunione, reciteranno il Rosario e mi faranno compagnia per quindici minuti meditando i Misteri, con l’intenzione di offrirmi riparazione, prometto di assisterli nell’ora della morte con tutte le grazie necessarie alla salvezza”.

È questa la grande promessa di Maria Santissima.
Per ottenerla ci vengono richieste:
1° – la Confessione entro gli otto giorni precedenti al sabato, con l’intenzione di riparare le offese fatte al Cuore Immacolato di Maria. Se ci si dimentica nella confessione di questa intenzione la si può formulare nella confessione successiva;
2°- la Comunione fatta in grazia di Dio partecipando alla SS Messa il primo sabato del mese sempre con l’intenzione di riparare le offese fatte al Cuore Immacolato di Maria;
3°- la Confessione e la Comunione devono ripetersi per 5 mesi consecutivi, senza interruzione, altrimenti si deve ricominciare da capo;
4°- la recita della corona del Rosario, almeno una terza parte, con la stessa intenzione della Confessione;
5°- la meditazione per 15 minuti dei misteri dei Rosario facendo compagnia alla Vergine SS.

Un confessore di Lucia le chiese il perché del numero cinque. Lei lo chiese a Gesù il quale rispose: “Si tratta di riparare le cinque offese dirette al Cuore Immacolato di Maria”:
1 – le bestemmie contro la sua Immacolata Concezione
2 – contro la sua Verginità
3 – contro la sua Maternità divina e il rifiuto di riconoscerla come Madre degli uomini
4 – l’opera di coloro che pubblicamente infondono nel cuore dei più piccoli l’indifferenza, il disprezzo e perfino l’odio contro questa Madre Immacolata
5 – l’opera di coloro che la offendono direttamente nelle sue immagini sacre.
Il 3 ottobre 1934 Lucia fece i voti solenni e il 24 marzo 1948, volendo fare vita più ritirata, entrò nel Carmelo di Santa Teresa a Coimbra in Portogallo e prese il nome di Suor Maria Lucia del Cuore Immacolato.
Possiamo dare inizio ai “primi 5 sabati del mese” quando lo desideriamo, ma soprattutto chiediamo a Maria SS la grazia di iniziare questo magnifico cammino con sincerità di cuore e con una fede ardente per poter veramente consolare il Suo Cuore Immacolato prendendo così parte a questa grande promessa.
Un abbraccio a tutti in Gesù e Maria SS.

di Angelo Figurelli per Il Giornalino di Radio Maria

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Colui che non cerchiamo più

Posté par atempodiblog le 26 août 2007

Si può affermare che credere in Dio è ragionevole e non crederci è irrazionale. Il principio di causalità fa si che di fronte a un universo che risplende per grandiosità, per potenza, per immensità, per organizzazione, bellezza, ecc… ci risulti difficile pensare che si sia fatto per caso, si vede che è creato. Nella creazione sono presenti la potenza, la sapienza e l’amore che palesano che non è un caos ma che c’è un autore.

Chi si interroga su chi l’ha fatto Dio deve sapere che, per definizione, Dio è Colui che nessuno l’ha fatto altrimenti sarebbe una creatura. Dio è l’essere che sussiste per se stesso ed è causa di se stesso. La ragione umana arriva a dire che Dio c’è. Se uno riflette nel suo cuore vede che abbiamo un’intelligenza che va oltre la finitezza, già domandandoci “chi l’ha fatto il mondo?” andiamo oltre il limite della materia e abbiamo una moralità che va oltre l’istinto. Nell’amore dell’uomo c’è il desiderio di eternità, infatti due persone che si amano vogliono un amore eterno che va oltre la morte. L’uomo trascende l’uomo.

Dato che Dio è invisibile e inafferrabile, quindi nascosto, è possibile anche l’incredulità. C’è abbastanza luce per credere e abbastanza buio per non credere. Dio si è rivelato nell’Antico Testamento attraverso la mediazione degli uomini, infatti, la gente ascoltava i profeti. Dio, poi, ha voluto rendersi visibile facendosi uomo e si è presentato a noi come un Neonato. Si è fatto uomo per guarirci dal peccato, la cui causa è la superbia.

Quindi, le cose cambiano parecchio quando crediamo ed affermiamo che quel Bambino nato 2007 anni fa in una mangiatoia a Betlemme è Dio. Infatti, credere che Dio esiste è un presupposto ma non è il Cristianesimo, il cristiano è colui che crede che Gesù è Dio. Credere che Dio si è fatto uomo è il cuore della fede cristiana e questa ha bisogno di una grazia. Infatti, la fede è un’illuminazione sovrannaturale.

Noi abbiamo delle ragioni per credere. La prima che ha creduto è la Madonna (la nostra fede è mariana). Anche la fede di Maria aveva dei fondamenti ragionevoli (lo Spirito Santo l’aveva illuminata e preparata al momento dell’Incarnazione), Dio le aveva dato dei segni per credere. Lei è la prima cristiana.
Il segno più grande che Dio le ha dato è stato il suo concepimento verginale, l’Angelo Le ha preannunciato che il Verbo si sarebbe fatto carne per opera dello Spirito Santo e Lei ha creduto.

Il momento dell’illuminazione in cui uno crede è un momento che nella sua luminosità può anche svanire. Le esperienze mistiche le abbiamo tutti perché Dio si rivela e tocca il cuore di tutti. Questi momenti dobbiamo recuperali continuamente nella preghiera e tenerli vivi.

Ritornando alla Madonna, notiamo che Ella ha vissuto il momento dell’Annunciazione dove con la Sua fede si è donata e ha creduto ma poi ha dovuto rivivere questa fede in Lei mediante la preghiera, la meditazione e la riflessione. Anche Lei ha dovuto aggrapparsi ai segni che Dio Le ha dato per sostenere la fede. Anche a quel tempo sapevano come nascono i bambini, quindi Lei sapeva di aver concepito verginalmente con l’Annuncio dell’Angelo. Questo era il segno che Dio Le ha dato che quel Bambino che cresceva in Lei era il Figlio di Dio. Ha visto l’esitazione iniziale di San Giuseppe perché anche lui ha dovuto fare il suo cammino di fede (lui ha vissuto l’angoscia della fede). A lui apparve l’Angelo per dirgli quello che la Madonna non gli aveva detto. Maria aveva taciuto, lasciando che Dio operasse.

Molti si scandalizzano che Gesù sia morto in Croce ma in realtà non dovrebbe essere così perché il giusto è sempre perseguitato ma quello che sorprende è che Dio si sia fatto uomo nel grembo di una donna; si è fatto embrione.
Nel momento in cui la Madonna ha detto “si”, ed è esistito l’embrione il Verbo lo ha assunto a se. Quando c’è l’embrione c’è tutto il programma del futur uomo. In quel momento in cui la Madonna ha detto il “si” lo Spirito Santo ha operato il miracolo della fecondazione per cui in quel momento il Verbo si è fatto carne e ciò vuol dire che il quel momento c’era la natura umana tutta intera perché Gesù è vero uomo (e vero Dio) e inoltre avendo assunto la natura umana nella Vergine Maria assomigliava tutto a Sua Madre.

Nel Vecchio Testamento c’è tutta una lotta contro gli idoli che non si possono adorare, solo Dio va adorato. Improvvisamente nella Sacra Scrittura si adora un uomo che è Gesù. I pastori l’adorano e anche i magi. Questi ultimi non indicano solo l’universalità della fede ma rappresentano per la Madonna anche gioia e conferma della Sua fede. Maria conservava tute queste cose nel Suo Cuore e le meditava.

Dopo il Natale e i segni che ha avuto è iniziato un periodo monotono e grigio che è l’oscurità della fede.
La Madonna, nei trent’anni di vita a Nazareth, esercitò la fede di sommo grado. Credette fino in fondo che quel Bambino era il Figlio di Dio, anche quando il Figlio faceva la pipì.

Gesù e San Giovanni Battista, in una società dove tutti si sposavano, non hanno contratto matrimonio. Non erano conosciuti la verginità e il celibato.
La Madonna che ha fatto il voto di castità è perché lo Spirito Santo l’ha particolarmente illuminata.

La Madonna è “Beata Te che hai creduto” e ha avuto saldo fin dall’inizio il cuore della nostra fede. Le icone di Gesù sono due: la Nascita e la Croce.
Il Bambino ci dice tutta l’umiltà di Dio che cura la nostra superbia; il Bambino è fragilissimo e indifeso. Dio ha nascosto la Sua Onnipotenza, con la quale può far tutto, e si è mostrato nella più totale debolezza. Ha avuto fiducia in noi mettendosi nelle nostre mani.
E’ impossibile aver paura di quel Bambino.
Dio ha infranto tutte le false concezioni che avevamo su di Lui. Se Dio si fa uomo dobbiamo chiederci chi è l’uomo. La natura umana che ha in se la capacità di essere unita alla natura divina. Ogni essere umano, da quando è embrione fino al momento della sua morte, deve essere rispettato perché in lui risplende l’immagine di Dio. Perché Dio facendosi uomo, in qualche modo, si è unito a tutti gli uomini del mondo. Quindi l’uomo non può essere violentato, strumentalizzato e non è carne da macello. Noi abbiamo un destino eterno con Dio.
Giovanni Paolo II° diceva che quando non si crede più in Dio si arriva al disprezzo dell’uomo.

Il Figlio di Dio si è presentato nella cornice di una famiglia.
L’attacco di satana, oggi, va contro i fondamenti stessi della creazione: la famiglia e la nascita dell’essere umano (non si accontenta più di colpire la Chiesa e Gesù Cristo). Questi attacchi Dio li permette per vedere chi sono i suoi, perché si manifesti ciò che c’è nei cuori e di far uscire allo scoperto i ribelli.

Dio ha dato una struttura ben precisa alla Creazione: l’uomo e la donna insieme con un patto d’amore assicurano l’avvenire al genere umano, la vita.
Bisogna impedire che la fiaccola della fede si spenga essendo testimoni della fede.
All’attacco contro la famiglia si risponde con le famiglie cristiane (come la santa Famiglia di Nazareth), con le famiglie che fanno i figli, con l’amore fedele… Il Verbo di Dio si è fatto carne in una famiglia e questa è il cuore stesso dell’umanità. Quel Natale là dobbiamo e possiamo farlo rivivere nel nostro cuore.
Noi dobbiamo preparare il cuore a ricevere Dio e concepire nel nostro cuore il Verbo e farlo crescere in noi per poi partorirlo e donarlo al prossimo. Per fare questo bisogna purificare il nostro cuore con la Santa Confessione, altrimenti invece di deporre Gesù nella culla lo mandiamo al martirio.

Nella preghiera si fa l’esperienza dell’Amore di Dio.
Se una persona non è abituata a pregare l’inizio è faticoso perché questa è anche una disciplina; infatti bisogna stabilire i tempi della preghiera, almeno al mattino e alla sera. Pregare è come respirare, si mangia Dio, si beve l’Acqua Viva dello Spirito santo ed entra nel cuore tanta Pace e tanta Gioia.
Nella preghiera si scopre la Divina Presenza dentro di noi, si scopre un altro universo pieno di Luci, di Pace, dove abita la Santissima Trinità. La preghiera è un cibo per la propria anima, è un cibo senza il quale non si può vivere, di cui abbiamo bisogno continuamente. La preghiera ha anche la forza di intercessione per un mondo che non prega.
La Madonna molte volte dice che questo è un mondo senza pace e senza preghiera. In un mondo in cui non c’è preghiera, bisogna che ci sia qualcuno che prega per intercedere per gli altri. In un mondo senza pace, dobbiamo essere i portatori della Pace.

Questa è la traccia di un cammino concreto che ci rende già felici e rende presente già il Paradiso su questa Terra.
La preghiera non ha soltanto un significato di necessità personale ma anche un significato di necessità ecclesiale e sociale.
La Madonna ha delineato tre tappe: aprire il cuore, purificare il cuore, donare il cuore.
Aprire il cuore è un invito a tutti coloro che sono lontani da Dio. Questo è il primo passo e vale anche per chi è caduto nel sonno stanco dell’anima, ossia chi è caduto nella tiepidezza. Quelli che sono come un fuoco che si sta spegnendo. Quindi il primo passo è la conversione che ha il suo sbocco nella confessione, con la quale si riceve l’assoluzione e si è rivestiti della Grazia Santificante.

Purificare il cuore vuol dire che bisogna togliere le radici dei vizi capitali rimasti in noi (superbia, invidia, lussuria, accidia, ira, avarizia e gola).
Nella prima fase quindi abbiamo tolto il peccato grave, nella seconda fase si devono togliere le radici del male. Questo cammino di purificazione è molto faticoso. E’ qui che molti non perseverano e si stancano. Si è cacciato satana dal cuore ma ritorna con le sette bocche affamate dei sette vizi capitali essendo state messa a digiuno dalla confessione e reclamano di nuovo il loro cibo. Il mondo da mangiare.

Se noi perseveriamo in queste due fasi del cammino spirituale, nella purificazione del cuore, che dura tutta la vita, arriveremo alla terza fase.

Donare il cuore alla Madonna in modo che Lei lo doni a Cristo. In questa fase deve esserci l’abbandono totale, il dono totale di se! L’amore puro! Servire Dio per puro amore! Il peccato del mondo consiste in questo: che non cerca affatto Dio.
La conversione è un cammino continuo di santità. La preghiera è il frutto dell’amore verso Dio Creatore.

Sunto di una catechesi di Padre Livio

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Omaggio a MARIA!

Posté par atempodiblog le 25 août 2007

Il cuore del Cristianesimo è l’Incarnazione e quindi la Madonna ha una posizione centrale in questa fede; Gesù è stato concepito per opera dello Spirito Santo ma anche con la Sua fede. La Sua grandezza consiste nel fatto che il Suo Bambino è il Figlio Eterno del Padre che si è fatto uomo nel Suo grembo. Maria è nel cuore del “Credo”.
La Madonna, negli anni della Sua vita terrena, è stata grandissima agli occhi di Dio ma nascosta agli occhi degli uomini però dopo la Sua Assunzione in Cielo è diventata un fiume travolgente. E’ la donna più amata, celebrata e glorificata del mondo. Senza la radice di carne di Maria, garante delle verità della Incarnazione, la fede in Gesù si dissolve in moralismo, spiritualismo, solidarismo.Nel “trattato della vera devozione alla Santa Vergine” di San Luigi M. Grignon da Monfort è giustamente scritto che Maria non è stata ancora abbastanza lodata, esaltata, onorata e servita. Ella merita lodi, ossequi, amore e servizi ancora maggiori.

Il Monfort dice con i santi: la divina Maria è il paradiso terrestre del nuovo Adamo, dove questi si è incarnato per opera dello Spirito Santo, per operarvi meraviglie inimmaginabili. E’ il grande e divino mondo di Dio, dove egli custodisce bellezze e tesori ineffabili; è la magnificenza dell’Altissimo, dove è nascosto come nel proprio seno il suo unico Figlio e, in lui, tutto ciò che egli ha di più grande e prezioso. Oh! quante cose grandi e nascoste ha compiuto il Dio poten­te in questa creatura meravigliosa; ella stessa si sente costretta a proclamarlo, nono­stante la sua profonda umiltà: «Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente».

Il problema di oggi è che sono poco conosciuti sia Gesù Cristo che la Madonna.

La vera devozione a Maria è santa perché porta un’anima a evitare il peccato e imitare le virtù della santissima Vergine.
Ricordiamoci che per mezzo di Maria incominciò la salvezza del mondo e per mezzo di Maria deve essere compiuta. La santissima Vergine è necessaria agli uomini per conseguire l’ultimo fine e la devozione a Lei è necessaria ad ogni uomo per salvarsi.

Giovanni Paolo II° disse: “il Rosario è la mia preghiera prediletta” aggiungendo: “noi durante il Rosario guardiamo a Gesù con gli occhi di Maria”. Il Rosario è una preghiera cristologia e mediante questa la Madonna assolve il suo compito di ancella del Signore.
Ogni singola Ave Maria ha al centro Gesù (“del tuo seno Gesù”), la Madonna ci porta al cuore stesso di Cristo. Il Rosario è una preghiera meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità.
La Madonna è la preghiera fatta carne. La preghiera è Maria in preghiera.
Pronunciando l’Ave Maria rendi presente la Madonna in te, viva. Come diceva il Montfort: “Maria è viva in te e tu sei vivo in lei”. Durante il Rosario Lei effonde su di te la sua umiltà, la sua tenerezza materna, il suo Amore per Dio. Nel Rosario ci si tuffa nell’Oceano Immacolato che è il Cuore Santo di Maria, dove abita la Santissima Trinità. In questo Cuore si adora il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Questa esperienza è accessibile ad ogni cristiano. Lo stesso Papa diceva che sullo sfondo delle parole dell’Ave Maria passano davanti agli occhi dell’anima i principali episodi della vita di Gesù Cristo. Esse si compongono nell’insieme dei vari Misteri mettendoci in Comunione Viva con Gesù attraverso il Cuore della Madre. Nello stesso tempo il nostro cuore può racchiudere, in queste decine del Rosario, tutti i fatti che compongono la vita dell’umanità. Vicende personali e quelle del prossimo. In modo particolare di coloro che ci stanno più a cuore. La semplice preghiera del Rosario batte il ritmo della vita umana.
Per conoscere di più Maria, affido il continuo del testo ad una catechesi di Padre Livio Fanzaga.
La Madonna è tutta orientata a Gesù Cristo e il Figlio di Dio è tutto orientato a Sua Madre. Gesù è stato talmente soddisfatto di avere Maria come madre che sulla Croce ha voluto donarla a noi e l’ha voluta al suo fianco Regina Assunta in Cielo.
Quando si tessono le lodi alla Madonna si tessono anche quelle di Gesù, perché non c’è nessuna verità di fece che riguardi Maria che non riguardi il Figlio. Tutti i dogmi mariani sono il riflesso dei dogmi cristologici. Il vescovo Bruno Forte dice che tutte le verità della Fede passano attraverso Maria Santissima.

La Madonna è immacolata
. Ciò vuol dire che è stata preservata dal peccato originale. Per capire questa cosa bisogna chiedere un dono particolare dello Spirito Santo che si chiama “dono dell’intelletto” (intus legere, cioè leggere dentro) e che ci aiuta a capire i dogmi di fede.

Il mondo ha preso coscienza di se e di esistere come creatura nell’uomo, perché l’uomo è colui che pensa il mondo. L’uomo con la sua intelligenza, la sua libertà, la sua moralità, la sua anima immortale è il culmine dell’opera di Dio. Pronto ad entrare in comunione con la SS. Trinità. Dio ci ha creato per renderci partecipi di Se, per condividere con noi la sua Gioia e Divinità. Ma è successa una catastrofe, prima per la ribellione degli angeli e poi per la ribellione degli uomini.

La ribellione degli uomini è avvenuta sotto l’istigazione dell’angelo ribelle, il quale avendo vinto la partita (non senza rimedio) è passato all’incasso. Così tutti quelli che nascono hanno il peccato originale. La creazione è inquinata, cioè chi nasce da Adamo ed Eva nasce sotto l’influsso del serpente. Nel battesimo, infatti, si fa un esorcismo. Se non ci fosse stata la redenzione, la vittoria del maligno sarebbe stata definitiva.

Dio ha fatto una nuova creazione: la Madonna (la nuova Eva).

Quando la Madonna è stata concepita è successo qualcosa di meraviglioso: la nuova creazione che non fosse sotto l’impero del maligno. Un grembo dal quale è nato il Figlio di Dio fatto Uomo. Maria Immacolata è la rivincita di Dio sul demonio. Quest’ultimo è diventato il principe di questo mondo, come lo ha bollato Gesù.
Alla Madonna sono stati applicati in anticipo i meriti della redenzione. Sant’Anna e San Gioacchino erano anziani, quindi, hanno concepitoo per grazia.
L’Arcangelo non disse ti saluto Maria ma disse: “Piena di Grazia”! Mai a nessuno l’Angelo ha detto: “Piena di Grazia”. La Madonna quando ha saputo di essere la Madre del Salvatore, la Sua Anima è rimasta nella più totale umiltà e serenità. Questa creatura, senza peccato originale, avrebbe cooperato pienamente all’opera della redenzione.

Maria è Madre di tutti gli uomini redenti dal Sangue di Cristo.

La Madonna è la prima creatura che conosce il mistero della santissima Trinità
(“Il verbo del Padre si farà uomo per opera dello Spirito Santo”).

Maria, ispirata dallo Spirito Santo, aveva fatto la promessa di mantenersi casta per tutta la vita. Nel popolo ebraico non c’era una tradizione di vergini ma di madri. Questo spiega quel “non conosco uomo” pur essendo promessa a Giuseppe. Lei voleva sapere da Dio come avrebbe fatto a rimanere fedele alla promessa fatta.

San Paolo diceva che in Adamo tutti hanno peccato ma appena un predicatore, nel passato, ipotizzava che per un istante la Madonna fosse stata sotto l’influsso del maligno rischiava la vita, perché la gente non poteva sopportare ciò perché Lei era Colei che avrebbe dovuto schiacciargli la testa (infatti nella Genesi si legge “porrò inimicizia tra te e la Donna”).

La Tutta Santa è stata concepita immacolata perché doveva diventare la Madre del Redentore. Come poteva farsi Uomo il Redentore nel grembo di Colei che fosse stata anche se per un attimo sotto il giogo del serpente? Impossibile. Da Lei sarebbe nata la Fonte della Santità e della Grazia. E’ un dogma inteso in funzione della Divina Maternità.

Dio avendo nel suo progetto di farsi Uomo, si è preparato la Madre. Un capolavoro assoluto. Il Verbo si è fatto Carne nel grembo della Vergine Maria!!! Dalla Madonna si poteva e si può dire che suo Figlio è il Figlio di Dio. Il Figlio di Maria è il Figlio di Dio e il Figlio di Dio è Figlio di Maria! Lo evidenzio perché alcuni non lo sanno e se lo sanno non lo capiscono.
Gesù, per quanto riguarda la sua Divinità, è Eternamente Generato dal Padre; per quanto riguarda la sua umanità, è generato nel tempo da Sua Madre. Nella faccia assomigliava Tutto alla Madonna.
Lei ha concepito, partorito, cresciuto, servito e seguito Dio!
Il Cristianesimo è Gesù Cristo che è Figlio di Maria
.

La Madonna è custode della Fede
. La sua perseveranza nella fede è stata immensa, anche quando il Bambino Gesù faceva la pipì Lei credeva che era il Figlio di Dio. Non ha mai dubitato, nemmeno quando era appeso alla Croce. Per questo è “Beata Te che hai creduto”. E’ la Madre della Fede. In Paradiso la Madonna chiama il Redentore “Figlio” e Lui la chiama “Madre”. La domenica mattina quando le donne andarono al sepolcro Lei non c’era, perché credeva nella Resurrezione (forse Gesù Le era già apparso).

La Madonna è sempre Vergine
. Ha concepito e generato verginalmente. Il parto verginale non solo non ha violato ma ha consacrato la sua verginità. La Madonna è Sempre Vergine perché appartiene Tutta a Dio, Lei che nel suo grembo ha concepito il Verbo di Dio. Il concepimento verginale è stato un segno che Dio ha dato alla Madonna che Lei era Madre di Dio. Quindi il concepimento e il parto verginale fanno comprendere che Quel Bambino era Dio.

Assunta in Cielo
. La Sua assunzione in Cielo con il Suo Corpo Glorioso è ciò che noi saremo. Un segno elevato nel Cielo. Una Donna Vestita di Sole. Un segno di speranza per noi.

La Madonna assunta in Cielo ci ricorda quel è il nostro destino. Noi tutti parteciperemo alla Gloria di Cristo Risorto. Perirà questo corpo di morte, risorgeremo con un corpo immortale, perfetto, meraviglioso e spiritualizzato! Questa non è una promessa, Cristo è già Risorto, la Madonna è già Assunta in Cielo.

Maria è Mediatrice, Corredentrice e Avvocata.
Fra noi è il Padre c’è un solo mediatore che è Gesù, fra Gesù e noi c’è la Madonna. Colei che è Madre di Cristo è anche Madre della Chiesa e Madre di tutta l’umanità. Noi dobbiamo trattare la Madonna come l’ha trattata Gesù. Quindi dobbiamo accoglierla come Madre. E’ una Madre paziente, dolcissima, tollerante, indulgente, che ci prende per mano, che ci accudisce, che non ci abbandona mai e che ci ama immensamente. E’ Colei che intercede continuamente per ognuno di noi presso Dio.

Nell’espressione di Gesù a San Giovanni “Figlio ecco tua Madre”, il Figlio rappresenta tutti i cristiani e, quindi, vuole che tutti i cristiani prendano Maria come Madre. Non solo. Gesù sulla Croce esige che i discepoli prendano Maria come Madre e dopo (prima di salire al Cielo) lì manda nel mondo a predicare; come condizione per andare a predicare vuole che l’accettino come Madre, altrimenti non si fida ad assegnargli quel compito. Infatti nel cenacolo, prima di andare a predicare, c’era Maria Santissima.

La grandezza della maternità di Maria nel disegno di Dio è la sua risposta di Fede e di totale affidamento.

Non possiamo nascondere il dolore connesso a questa maternità
. La Madonna sapeva che accogliendo l’invito dell’Angelo (quindi la volontà di Dio) si esponeva subito a grandi sofferenze. Ricordiamo: Giuseppe voleva ripudiarla ma essendo giusto cercò di rimandarla in segreto. Essendo rimasta incinta prima del matrimonio rischiava la lapidazione. L’ansia di quando stava mettendo alla luce il Figlio di Dio e non trova che una grotta per ripararsi dal gelo della notte e una mangiatoia per deporlo. Il bimbo incontra subito la furia omicida dei grandi della Terra e la sacra famiglia conosce subito la persecuzione e l’esilio. Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse “Alzati! Prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo”. Nel Tempio stesso di Dio per bocca di Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, lo Spirito Santo rivela quale spada di dolore trafiggerà l’anima della Madre del Redentore. Sul Calvario la Madonna sperimenterà la verità della profezia di Simeone e ne misurerà l’altezza, la larghezza e la profondità di quell’oceano di dolore che comporta la Divina Maternità. Infatti Maria vuol dire mare. Mare di gioia e mare di dolore. I familiari di Gesù uscirono per andare a prenderlo perché dicevano che era fuori di se. I parenti lo ritenevano un pazzo. Gli scribi lo consideravano un indemoniato. I compaesani di Nazareth, che la Madonna conosceva bene, sono i primi che tentano di ucciderlo. E’ un crescendo di odio satanico che culminerà nelle ore tremende della Passione quando il Figlio viene Crocifisso e “la Madre con Lui”. Ogni sofferenza di Gesù ha trovato un eco profondo nel cuore di Maria.

Nella prima annunciazione la croce è già presente perché lo stesso nome di Gesù vuol dire Salvatore (salverà il popolo dai suoi peccati). In primo piano c’è la gioia e sullo sfondo la Croce.

Giovanni Paolo II ci ha fatto notare che c’è una seconda annunciazione: quella che lo Spirito Santo fa attraverso Simeone, quando il bambino viene presentato al Tempio da Maria e Giuseppe per la purificazione. Simeone preannuncia a Maria il dolore che l’attende; “una spada trapasserà la Tua Anima” e preannuncia anche che il bambino sarà come pietra di contraddizione e molti avrebbero inciampato in questa pietra. Maria è una madre che gioisce e che soffre. La Madonna soffre quando Suo Figlio viene respinto e quando vede gli esseri umani che si perdono nel peccato. Molte volte la gente pensa che avendo avuto una grande missione la Madonna sia stata fortunata. Il Signore nella sua Divina Pedagogia abbina sempre a una grande missione una grande croce. Infatti la più grande croce l’ha portata Cristo che ha avuto la missione di redimere il mondo. La seconda più grande croce è quella di Maria che è stata la corredentrice. Quindi più grande è la missione e più grande è la croce. Più sublime è la missione è più sanguinosa è la croce.

Chi ama Gesù consola e rallegra Maria.

Vi invito a pregare l’Ave Maria perché la salvezza del mondo è cominciata per mezzo di essa e da essa dipende anche la salvezza di ognuno in particolare.

Come dice S. Benedetto: “Se la segui non ti smarrirai, se la preghi non dispererai, se pensi a Lei non errerai, sostenuto da Lei non cadrai, difeso da Lei non temerai, se ti guida non ti stancherai, se ti è propizia perverrai alla meta…. Ella trattiene il Figlio dal punire, il diavolo dal nuocere, le virtù dal fuggire, i meriti dal perire e la grazia dal diminuire”.

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I primi 5 sabato del mese

Posté par atempodiblog le 25 août 2007

I primi 5 sabato del mese dans Angelo Figurelli Angelo-Figurelli

Cari amici,
oggi, come non mai, la misericordia del Signore ci avvolge con la meravigliosa grande promessa fatta a Fatima da Maria Santissima relativa ai primi 5 sabati del mese e unita al suo Cuore Immacolato.
Sì, cari amici, perché la pratica mariana dei “primi 5 sabati del mese” chiesti dalla Vergine Maria nasce proprio a Fatima dove il 13 maggio del 1917 Ella apparve ai tre pastorelli: Giacinta, Francesco e Lucia. Per mezzo loro e a causa della grave situazione in cui versava il mondo chiese a tutti gli uomini il ritorno alla preghiera, alla penitenza e alla conversione. In modo speciale chiese al Papa la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato per evitare che questo Paese diffondesse i suoi errori nel mondo portando distruzione e morte. Proprio durante una di questa apparizioni, il 13 giugno 1917, la Vergine disse, tra l’altro, a Lucia:
“Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere e amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato” e mostrò ai tre pastorelli il suo Cuore coronato di spine. Nell’apparizione del 13 luglio dello stesso anno, dopo aver mostrato ai tre pastorelli l’inferno, disse: “Avete visto dove vanno a finire le anime dei poveri peccatori. Per la loro salvezza Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se faranno quanto vi dirò, molte anime si salveranno”.
Il 10 dicembre 1925 (Lucia era già entrata nell’Ordine delle Dorotee) ricevette l’apparizione di Maria SS e di Gesù Bambino nella sua cella. La Madonna le mostrò il suo Cuore coronato di spine. Racconta Lucia: “Il 10 dicembre 1925 mi apparve in camera la Vergine Santissima e, al suo fianco, un Bambino, come sospeso su una nube. La Madonna gli teneva la mano sulle spalle e, contemporaneamente, nell’altra mano reggeva un Cuore circondato di spine. In quel momento il Bambino disse: “Abbi compassione del Cuore di Tua Madre Santissima, avvolto nelle spine che gli uomini ingrati gli configgono continuamente, mentre non v’è chi faccia atti di riparazione per strappargliele”. E subito la Vergine Santissima aggiunse: “Guarda, figlia mia, il mio Cuore circondato di spine che gli uomini ingrati infliggono continuamente con bestemmie e ingratitudini. Consolami almeno tu e fa sapere questo: a tutti coloro che per cinque mesi consecutivi, al primo sabato, si confesseranno, riceveranno la santa Comunione, reciteranno il Rosario e mi faranno compagnia per quindici minuti meditando i Misteri, con l’intenzione di offrirmi riparazione, prometto di assisterli nell’ora della morte con tutte le grazie necessarie alla salvezza”.
È questa la grande promessa di Maria Santissima.

Per ottenerla ci vengono richieste:
1° – la Confessione entro gli otto giorni precedenti al sabato, con l’intenzione di riparare le offese fatte al Cuore Immacolato di Maria. Se ci si dimentica nella confessione di questa intenzione la si può formulare nella confessione successiva;
2°- la Comunione fatta in grazia di Dio partecipando alla SS Messa il primo sabato del mese sempre con l’intenzione di riparare le offese fatte al Cuore Immacolato di Maria;
3°- la Confessione e la Comunione devono ripetersi per 5 mesi consecutivi, senza interruzione, altrimenti si deve ricominciare da capo;
4°- la recita della corona del Rosario, almeno una terza parte, con la stessa intenzione della Confessione;
5°- la meditazione per 15 minuti dei misteri dei Rosario facendo compagnia alla Vergine SS.

Un confessore di Lucia le chiese il perché del numero cinque. Lei lo chiese a Gesù il quale rispose: “Si tratta di riparare le cinque offese dirette al Cuore Immacolato di Maria”:
1 – le bestemmie contro la sua Immacolata Concezione
2 – contro la sua Verginità
3 – contro la sua Maternità divina e il rifiuto di riconoscerla come Madre degli uomini
4 – l’opera di coloro che pubblicamente infondono nel cuore dei più piccoli l’indifferenza, il disprezzo e perfino l’odio contro questa Madre Immacolata
5 – l’opera di coloro che la offendono direttamente nelle sue immagini sacre.

Il 3 ottobre 1934 Lucia fece i voti solenni e il 24 marzo 1948, volendo fare vita più ritirata, entrò nel Carmelo di Santa Teresa a Coimbra in Portogallo e prese il nome di Suor Maria Lucia del Cuore Immacolato.
Possiamo dare inizio ai “primi 5 sabati del mese” quando lo desideriamo, ma soprattutto chiediamo a Maria SS la grazia di iniziare questo magnifico cammino con sincerità di cuore e con una fede ardente per poter veramente consolare il Suo Cuore Immacolato prendendo così parte a questa grande promessa.
Un abbraccio a tutti in Gesù e Maria SS.

di Angelo Figurelli per Il Giornalino di Radio Maria

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