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Il monaco cieco e paralizzato che inventò il Salve Regina

Posté par atempodiblog le 8 décembre 2021

Il monaco cieco e paralizzato che inventò il Salve Regina
Fonte: ChurchPOP
Tratto da: Radio Maria FB

Il monaco cieco e paralizzato che inventò il Salve Regina dans Articoli di Giornali e News monaco

Dio di solito usa strumenti fragili per ottenere un bene superiore. Questo fu il caso del Beato Ermanno von Reichenau.

Hermann nacque affetto dalla palatoschisi, paralisi cerebrale e spina bifida. La sua infanzia è stata estremamente difficile, ma i suoi genitori hanno sempre voluto il meglio per lui. All’età di sette anni, lo collocarono in un monastero benedettino, dove sarebbe stato educato e cresciuto.

Hermann poi crebbe nel monastero e rapidamente scoprì che sebbene il suo corpo fosse paralizzato, la sua mente funzionava molto meglio. Divenne uno studioso di astronomia, teologia, matematica, storia e poesia. Era anche un maestro di lingue e parlava arabo, greco e latino.

Ma era ancor più notevole nella sua disposizione gentile e nella sua vita interiore devota. Aveva una grande gioia e, nonostante i suoi difetti fisici, sorrideva sempre.

Più tardi divenne cieco. Questo è stato il momento in cui iniziò a comporre. La sua mente e il suo cuore ardevano dell’amore di Dio, che lo ha ispirato a creare alcuni tra i più noti inni e preghiere di tutti i tempi.

In particolare, Hermann ha composto la sempre popolare Salve Regina e l’Alma Redemptoris Mater (Amorevole Madre del Redentore). Entrambe le troviamo nella Liturgia delle Ore della Chiesa. Il Salve Regina, in particolare, è una delle più note preghiere mariane della Chiesa cattolica.

Qui la trovate in latino:

Salve, Regina, mater misericordiae!
Vita, dulcedo et spes nostra, salve!
Ad te clamamus, exsules filii Evae.
Ad te suspiramus, gementes et flentes
in hac lacrimarum valle.
Eia, ergo, advocata nostra,
illos tuos misericordes oculos
ad nos converte.
Et Iesum, benedictum fructum ventris tui,
nobis post hoc exsilium ostende.
O clemens! O pia! O dulcis Virgo Maria.
Ora pro nobis, Sancta Dei Genetrix,
ut digni efficiamur promissionibus Christi.
Amen.

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Vigila sull’inquinamento spirituale quotidiano

Posté par atempodiblog le 3 décembre 2021

Consigli per il cammino spirituale
Vigila sull’inquinamento spirituale quotidiano
di Padre Livio Fanzaga
Tratto da: Blog di p. Livio – Direttore di Radio Maria

Vigila sull’inquinamento spirituale quotidiano dans Fede, morale e teologia Padre-Livio

Caro amico,
giustamente ci esortano a stare attenti al cibo che mangiamo, perché potrebbe farci male e persino rovinare la salute a lungo andare. Questo però non basta per stare bene, perché non siamo animali, ma abbiamo una dimensione spirituale che dobbiamo custodire. Abbiamo una mente da nutrire con la verità, un cuore da preservare dalle passioni, un libero arbitrio da allenare e da rendere capace di scegliere. Tutto questo richiede una disciplina e una vigilanza continue, perché sei circondato da messaggi che ti assediano giorno e notte e che, se non sei forte, prendono il sopravvento.

Devi fare attenzione a ciò che leggi, a ciò che senti, a ciò che vedi, alle persone che frequenti. Basta poco perché i veleni entrino e abbruttiscano la tua anima. La società è organizzata in modo da catturare le persone e non lascia nulla di intentato per attirare la loro attenzione e ottenere il loro consenso. Ognuno di noi è una preda che il mondo vuole sedurre e conquistare. Nell’oscurità sei pedinato dalle serpe astuta che attende il momento propizio per assestare il morso mortale.

Hai notato come il mondo è riuscito a cambiare l’anima dei nostro popoli, che erano cristiani ed evangelizzatori, ma che in poco tempo sono diventati dei pagani? Se vuoi preservare la tua vita dalla catastrofe spirituale, chiedi la grazia del discernimento, in modo che nel tuo intimo entri solo ciò che è vero. bello, buono e santo. Sarai una persona di luce in questo mondo di tenebre.

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Corona dei 7 dolori di Maria Santissima chiesta dalla Madre del Verbo

Posté par atempodiblog le 6 novembre 2021

La diffusione della Coroncina dei sette dolori della Beata Vergine Maria
di Padre Livio Fanzaga – Radio Maria

Le apparizioni di Nostra Signora dei Dolori a Kibeho (Rwanda) dans Apparizioni mariane e santuari KIbeho

Recentemente Nathalie, una delle veggenti di Kibeho (Rwanda  Africa), che abita nei pressi del Santuario e che è affezionata Radio Maria, ci ha rivolto la preghiera di diffondere attraverso Radio Maria la Coroncina dei sette dolori della Beata Vergine Maria. Nei suoi messaggi la Madonna ha detto fra l’altro:

“Questo mondo è sull’orlo di una catastrofe. Meditate sulle sofferenze di Nostro Signore Gesù e sul profondo dolore di Sua Madre”.

“Ciò che vi chiedo è il pentimento. Se reciterete questa coroncina meditando, allora avrete al forza di pentirvi. Oggigiorno molti non sanno più chiedere perdono. Essi mettono di nuovo il Figlio di Dio sulla croce. Per questo ho voluto venire a ricordarvelo, soprattutto qui in Ruanda, perché qui ci sono ancora persone umili che non sono attaccate alla ricchezza e ai soldi” (31.5.1982).

“Ti chiedo di insegnarla al mondo intero…, pur restando qui, perché la mia grazia è onnipotente” (15.8.1982).

Le apparizioni di Kibeho sono iniziate il 28 Novembre del 1981. La Chiesa le ha riconosciute come autentiche il 29 Giugno 2001.

Raccomando ai Direttori di inserire questa Coroncina nelle preghiere devozionali di Radio Maria (ad esempio una volta alla settimana), anche come segno di comunione con le numerose Radio Maria in Africa che hanno nel santuario di Kibeho un centro di irradiazione mariana.

kibeho

Corona dei 7 dolori di Maria Santissima chiesta dalla Madre del Verbo
Tratta da: Radio Maria FB

La Madonna nelle apparizioni a Kibeho chiede la Corona dei sette dolori:
“Se reciterete questo rosario, meditandolo, allora avrete la forza di pentirvi. Oggi molti non sanno più chiedere perdono. Essi mettono di nuovo il Figlio di Dio sulla croce. Per questo ho voluto venire a ricordarvelo, soprattutto qui in Rwanda, perché qui ci sono ancora persone umili, che non sono attaccate alla ricchezza e ai soldi”.

Come si recita

PRIMO DOLORE: Maria nel tempio ascolta la profezia di Simeone
Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, se-gno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima» (Lc 2, 34-35).

“Madre di misericordia, ricordaci ogni giorno la Passione di Gesù”.

7 Ave Maria.

SECONDO DOLORE: Maria fugge in Egitto per salvare Gesù
Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo». Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nel-la notte e fuggì in Egitto. (Mt 2, 13-14). Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nel paese d’Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino». (Mt 2, 19-20).

“Madre di misericordia, ricordaci ogni giorno la Passione di Gesù” .

7 Ave Maria.

TERZO DOLORE: Maria smarrisce e ritrova Gesù
Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». (Lc 2, 43-44, 46, 48).

“Madre di misericordia, ricordaci ogni giorno la Passione di Gesù”.

7 Ave Maria.

QUARTO DOLORE: Maria incontra Gesù che porta la croce
Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c’è un dolore simile al mio dolore. (Lm 1, 12). «Gesù vide sua Madre lì presente» (Gv 19, 26).

“Madre di misericordia, ricordaci ogni giorno la Passione di Gesù”.

7 Ave Maria.

QUINTO DOLORE: Maria è presente alla crocifissione e morte di Gesù
Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla Croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei» (Lc 23, 33; Gv 19, 19). E dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!» E, chinato il capo, spirò. (Gv 19, 30).

“Madre di misericordia, ricordaci ogni giorno la Passione di Gesù”.

7 Ave Maria.

SESTO DOLORE: Maria riceve sulle braccia Gesù deposto dalla croce
Giuseppe d’Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l’entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses osservare dove veniva deposto. (Mc 15, 43, 46-47).

“Madre di misericordia, ricordaci ogni giorno la Passione di Gesù”.

7 Ave Maria.

SETTIMO DOLORE: Maria accompagna Gesù alla sepoltura
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Magdàla. Gesù allora, vedendo la madre e lìaccanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. (Gv 19, 25-27).

“Madre di misericordia, ricordaci ogni giorno la Passione di Gesù”.

7 Ave Maria.

Preghiamo:
«Irradia, o Maria, su tutta l’umanità la luce di grazia della tua Fiamma d’Amore, ora e nell’ora della nostra morte. Per Cristo nostro Signore. Amen».

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La recita del rosario dei sette dolori

Posté par atempodiblog le 6 novembre 2021

La recita del rosario dei sette dolori
di Padre Livio Fanzaga – Radio Maria

“Io non vengo soltanto per Kibeho, non soltanto per la diocesi di Butare, non soltanto per il Rwanda, non soltanto per l’Africa, ma per il mondo intero. Questo mondo è sull’orlo di una catastrofe.
Meditate sulle sofferenze di Nostro Signore Gesù e sul profondo dolore di Sua Madre. Pregate il Rosario, specialmente i Misteri Dolorosi, per ricevere la grazia di pentirvi”. Nostra Signora di Kibeho (Rwanda)

La recita del rosario dei sette dolori dans Apparizioni mariane e santuari Kibeho

Cari amici,
il principale messaggio dato alle veggenti di Kibeho si riferisce alla recita del rosario dei sette dolori. Sette misteri composti ciascuno da sette Ave Maria in cui si considerano i sette dolori principali nella vita della Madonna. Lei la definisce la sua “preghiera preferita”.

L’ ingratitudine degli uomini ferisce il Cuore della Madonna e di suo Figlio, nostro Signore.

I sette dolori dell’Addolorata che compongono la Corona sono quelli che la Chiesa da sempre commemora nella Liturgia e nella pratica:

Primo dolore: Il vecchio Simeone annuncia a Maria che una spada di dolore le trapasserà l’anima;
Secondo: Maria fugge in Egitto con Gesù e Giuseppe;
Terzo: Lo smarrimento di Gesù;
Quarto: Maria incontra suo Figlio carico della Croce;
Quinto: Maria sta presso la Croce del Figlio;
Sesto: Maria riceve il corpo inanimato di suo Figlio;
Settimo: Maria si reca alla tomba di Gesù.

Le apparizioni di Kibeho iniziarono nel 1981, la Madonna si presenta come Madre del Verbo. Gli eventi durano otto anni, dal novembre 1981 sino a novembre 1989, lungo i quali la Madonna consegna i suoi messaggi a tre giovani ragazze: Nathalie (18 anni), Marie Claire (21 anni) e Alphonsine (16 anni).

Uno dei fatti più impressionanti sta in una visione che la Madonna mostra alle ragazze, il 15 agosto 1982. Fiumi di sangue, fuoco ardente, uomini che si uccidono a vicenda e una fossa enorme dove molte persone stanno per precipitare… le ragazze vedono tutto questo mentre Nyina wa Jambo appare loro piangente.

Questo messaggio della Madonna non è rivolto solo al Ruanda, ma all’umanità intera che continua ancora oggi.

“Il mondo va assai male”, dice la Madonna a Nathalie, una delle veggenti, il 15 agosto 1982, “se voi non fate nulla per pentirvi e per rinunciare ai vostri peccati, guai a voi!”. E poi: “Il mondo è in ribellione contro Dio, vi si commettono troppi peccati, non c’è più né amore né pace… Se voi non vi pentite e non convertite i vostri cuori, voi cadrete tutti in un baratro. Io voglio liberarvi dal baratro perché voi non vi cadiate, ma voi rifiutate”. “Verrà il tempo in cui voi desidererete pregare, pentirvi e obbedire, senza più la possibilità di farlo, a meno che non lo cominciate a fare subito adesso, pentendovi e facendo tutto quello che io attendo da voi”. A Kibeho la Madonna mette in guardia contro la perdita della fede e l’apostasia.

Divisore dans San Francesco di Sales

Freccia dans Viaggi & Vacanze Corona dei 7 dolori di Maria Santissima chiesta dalla Madre del Verbo

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Corona dei 7 dolori di Maria Santissima chiesta dalla Madre del Verbo

Posté par atempodiblog le 6 novembre 2021

La diffusione della Coroncina dei sette dolori della Beata Vergine Maria
di Padre Livio Fanzaga – Radio Maria

Le apparizioni di Nostra Signora dei Dolori a Kibeho (Rwanda) dans Apparizioni mariane e santuari KIbeho

Recentemente Nathalie, una delle veggenti di Kibeho (Rwanda  Africa), che abita nei pressi del Santuario e che è affezionata Radio Maria, ci ha rivolto la preghiera di diffondere attraverso Radio Maria la Coroncina dei sette dolori della Beata Vergine Maria. Nei suoi messaggi la Madonna ha detto fra l’altro:

“Questo mondo è sull’orlo di una catastrofe. Meditate sulle sofferenze di Nostro Signore Gesù e sul profondo dolore di Sua Madre”.

“Ciò che vi chiedo è il pentimento. Se reciterete questa coroncina meditando, allora avrete al forza di pentirvi. Oggigiorno molti non sanno più chiedere perdono. Essi mettono di nuovo il Figlio di Dio sulla croce. Per questo ho voluto venire a ricordarvelo, soprattutto qui in Ruanda, perché qui ci sono ancora persone umili che non sono attaccate alla ricchezza e ai soldi” (31.5.1982).

“Ti chiedo di insegnarla al mondo intero…, pur restando qui, perché la mia grazia è onnipotente” (15.8.1982).

Le apparizioni di Kibeho sono iniziate il 28 Novembre del 1981. La Chiesa le ha riconosciute come autentiche il 29 Giugno 2001.

Raccomando ai Direttori di inserire questa Coroncina nelle preghiere devozionali di Radio Maria (ad esempio una volta alla settimana), anche come segno di comunione con le numerose Radio Maria in Africa che hanno nel santuario di Kibeho un centro di irradiazione mariana.

kibeho

Corona dei 7 dolori di Maria Santissima chiesta dalla Madre del Verbo
Tratta da: Radio Maria FB

La Madonna nelle apparizioni a Kibeho chiede la Corona dei sette dolori:
“Se reciterete questo rosario, meditandolo, allora avrete la forza di pentirvi. Oggi molti non sanno più chiedere perdono. Essi mettono di nuovo il Figlio di Dio sulla croce. Per questo ho voluto venire a ricordarvelo, soprattutto qui in Rwanda, perché qui ci sono ancora persone umili, che non sono attaccate alla ricchezza e ai soldi”.

Come si recita

PRIMO DOLORE: Maria nel tempio ascolta la profezia di Simeone
Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, se-gno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima» (Lc 2, 34-35).

“Madre di misericordia, ricordaci ogni giorno la Passione di Gesù”.

7 Ave Maria.

SECONDO DOLORE: Maria fugge in Egitto per salvare Gesù
Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo». Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nel-la notte e fuggì in Egitto. (Mt 2, 13-14). Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nel paese d’Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino». (Mt 2, 19-20).

“Madre di misericordia, ricordaci ogni giorno la Passione di Gesù” .

7 Ave Maria.

TERZO DOLORE: Maria smarrisce e ritrova Gesù
Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». (Lc 2, 43-44, 46, 48).

“Madre di misericordia, ricordaci ogni giorno la Passione di Gesù”.

7 Ave Maria.

QUARTO DOLORE: Maria incontra Gesù che porta la croce
Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c’è un dolore simile al mio dolore. (Lm 1, 12). «Gesù vide sua Madre lì presente» (Gv 19, 26).

“Madre di misericordia, ricordaci ogni giorno la Passione di Gesù”.

7 Ave Maria.

QUINTO DOLORE: Maria è presente alla crocifissione e morte di Gesù
Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla Croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei» (Lc 23, 33; Gv 19, 19). E dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!» E, chinato il capo, spirò. (Gv 19, 30).

“Madre di misericordia, ricordaci ogni giorno la Passione di Gesù”.

7 Ave Maria.

SESTO DOLORE: Maria riceve sulle braccia Gesù deposto dalla croce
Giuseppe d’Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l’entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses osservare dove veniva deposto. (Mc 15, 43, 46-47).

“Madre di misericordia, ricordaci ogni giorno la Passione di Gesù”.

7 Ave Maria.

SETTIMO DOLORE: Maria accompagna Gesù alla sepoltura
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Magdàla. Gesù allora, vedendo la madre e lìaccanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. (Gv 19, 25-27).

“Madre di misericordia, ricordaci ogni giorno la Passione di Gesù”.

7 Ave Maria.

Preghiamo:
«Irradia, o Maria, su tutta l’umanità la luce di grazia della tua Fiamma d’Amore, ora e nell’ora della nostra morte. Per Cristo nostro Signore. Amen».

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Ottobre in Santuario: gli appuntamenti del mese mariano a Pompei

Posté par atempodiblog le 1 octobre 2021

Ottobre in Santuario: gli appuntamenti del mese mariano a Pompei
di Redazione Made in Pompei

Ottobre in Santuario: gli appuntamenti del mese mariano a Pompei dans Apparizioni mariane e santuari Ottobre-in-Santuario-gli-appuntamenti-del-mese-mariano-a-Pompei

Anche quest’anno, il Santuario della Madonna del Rosario si prepara ad accogliere migliaia di fedeli per il mese di ottobre, tradizionalmente dedicato al santo Rosario e alla devozione alla Vergine Maria.

Dal 1° giorno del mese torna il “Buongiorno a Maria”, la preghiera con cui i fedeli chiedono la protezione e l’intercessione della Madonna del Rosario di Pompei. A guidarne la recita, il 1° e il 31 ottobre 2021, sarà l’arcivescovo di Pompei, Tommaso Caputo.

L’appuntamento è dal lunedì al sabato alle ore 6.30, in Basilica, fino ad esaurimento posti. Il sabato, la partecipazione al “Buongiorno a Maria” va prenotata per tempo all’Ufficio Rettorato, chiamando i numeri 0818507000 o 0818577379. Per recitare al meglio la preghiera, il Santuario ha realizzato un nuovo sussidio, disponibile nella propria libreria o tramite prenotazione telefonica ai numeri 0818577495 e 0818577321.

Sempre il 1° ottobre 2021, antivigilia della Supplica, si svolgerà, alle ore 18, la tradizionale Discesa del Quadro con la recita del santo Rosario e la benedizione delle corone. Alle 19, la santa Messa presieduta dall’Arcivescovo Caputo. Il giorno successivo, vigilia della Supplica, al termine della celebrazione eucaristica delle 19, avrà inizio la veglia in attesa della Supplica, che si concluderà con la messa delle 24, presieduta dal Prelato.

Domenica 3 ottobre 2021 sarà recitata la Supplica. Il rito solenne, che avrà inizio alle 10.40 con la santa Messa, sarà presieduto dall’Arcivescovo di Napoli, mons. Domenico Battaglia. Al termine della celebrazione, alle ore 12 in punto, come da tradizione, sarà proclamata, dunque, la preghiera nata dal cuore del Beato Bartolo Longo nel 1883.

Seguiranno l’evento, in diretta televisiva, l’emittente campana Canale 21, da sempre presente agli appuntamenti più importanti del Santuario di Pompei, e l’emittente della Cei, Tv2000 (28 DTT, 157 sky, 18 tivùsat).

Martedì 5 ottobre 2021 ricorre la Festa del Beato Bartolo Longo. Alle ore 10, sarà celebrata la santa Messa con le scuole, presieduta da mons. Gioacchino Cozzolino, responsabile della Pastorale Scolastica. Poi, alle 11.30, sarà offerto il tradizionale omaggio floreale al monumento del Beato in piazza Bartolo Longo, alla presenza dell’arcivescovo Caputo che in serata, alle ore 20, sul sagrato della Basilica, presiederà la celebrazione eucaristica che chiuderà i festeggiamenti.

Giovedì 7 ottobre 2021, ancora, Pompei sarà la quinta tappa del “pellegrinaggio spirituale” promosso da Radio Maria. Dopo Nazareth, Fatima, Medjugorje e il Monte Carmelo, l’iniziativa approderà nella città mariana, proprio nel giorno della festa della Madonna del Rosario.

Seguiranno, poi, le tappe di Kibeho e Guadalupe. In comunione con i fedeli di tutto il mondo, guidati dall’arcivescovo Caputo e uniti in preghiera attraverso le frequenze di Radio Maria, alle ore 16 i devoti della Madonna reciteranno il santo Rosario dal Santuario di Pompei, seguito, alle 17, dalla santa Messa presieduta dal Rettore, mons. Pasquale Mocerino.

Confermata anche la presenza dell’emittente Cei, Tv2000, che trasmetterà in diretta dal Santuario, per l’intero mese di ottobre, il “Buongiorno a Maria” delle 6.30, e ben tre appuntamenti quotidiani con la santa Messa, alle ore 7, alle 8.30 e alle 19.

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Fuochi del Sacro Cuore in Trentino Alto Adige

Posté par atempodiblog le 13 juin 2021

Fuochi del Sacro Cuore in Trentino Alto Adige
Tratto da: Radio Maria FB

Fuochi del Sacro Cuore in Trentino Alto Adige dans Articoli di Giornali e News Festa-Sacro-Cuore

Accade la sera della domenica dopo la festa del Corpus Domini, di solito verso metà giugno. (Nel 2021 la data sarà domenica 13.06.2021). Tutti gli anni sulle pendici delle montagne del Trentino Alto Adige ardono suggestive immagini di fuoco raffiguranti il cuore di Gesù.

Le origini risalgono ad un’epoca da tempo tramontata: fu nel 1796, quando la regione tirolese venne minacciata dai bavaresi, al tempo strettamente legati a Napoleone e le truppe francesi, che i tirolesi chiesero aiuto al Sacro Cuore di Gesù, questo li salvò e per ringraziarlo accesero dei grandissimi fuochi in cima a monti e colli. E questo rito tanto spettacolare si ripete ancora oggi ogni anno la prima domenica dopo il Corpus Domini verso metà giugno…

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Il Papa rimprovera i vescovi italiani: “Ho notato qualche amnesia”

Posté par atempodiblog le 25 mai 2021

Tribunali, seminari, Sinodo: ecco i temi che Francesco ha discusso con l’episcopato italiano aprendo l’Assemblea generale
Il Papa rimprovera i vescovi italiani: “Ho notato qualche amnesia”
“Sono passate tante cose dal nostro primo incontro” e c’è una cosa “che ho visto: l’amnesia. Perdiamo la memoria di quello che abbiamo fatto, Firenze 2015”
di Matteo Matzuzzi – Il Foglio
Tratto da: Radio Maria

Il Papa rimprovera i vescovi italiani: “Ho notato qualche amnesia” dans Articoli di Giornali e News Santo-Padre-Francesco-I

Tribunali, seminari, Sinodo.  Prima che il collegamento fosse interrotto – il Papa ha chiesto che il dialogo con i vescovi si svolgesse al riparo da orecchie indiscrete – Francesco ha elencato, alla maniera gesuita, i tre punti che più gli stanno a cuore nel confronto con l’episcopato italiano che ieri, a Roma, ha aperto la sua assemblea annuale all’Ergife  Palace Hotel – location non troppo gradita da Bergoglio, che ha subito detto: “Quando sono entrato mi è venuto in mente un cattivo pensiero: ma questa è un’assemblea dei vescovi o un concorso per eleggere il vescovo più bello?”. Veni creator spiritus, lettura dal Vangelo, preghiere, lampade a olio, saluto del cardinale presidente Gualtiero Bassetti. Quindi parola al Pontefice: piccola introduzione e poi dibattito, domande dei vescovi e risposte del Papa “così parliamo di quello che interessa a voi e non di quello che interessa a me o a nessuno”, ha precisato Bergoglio. Risolto in pochi istanti il tema dei tribunali – è prevista una visita di due giudici rotali che si incontreranno con “il vescovo di una diocesi che ha il nome di un vino famoso, che è responsabile dell’ufficio della Cei per i problemi giuridici” (si tratta di mons. Roberto Malpelo, sacerdote della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza) – Francesco è passato ai seminari. E qui il tono si è fatto serio: “C’è un pericolo molto grande, sbagliare nella formazione e nell’ammissione dei seminaristi che sembravano buoni ma erano rigidi. E spesso dietro a quella rigidità c’erano problemi, cacciati da congregazioni, diocesi. Anche sulla formazione, non possiamo scherzare”.

Infine, il terzo punto: il Sinodo per l’Italia. Progetto ambizioso, lanciato due anni fa dalla Civiltà Cattolica e che più d’un sospiro ha fatto fare a non pochi vescovi. Non era la priorità, si erano affrettati a dire dai vertici della Cei, elencando una serie di plausibili motivazioni per rinviare a tempi migliori lo studio del progetto. In realtà, diversi presuli temevano che indire un Sinodo della Chiesa italiana avrebbe aperto un vaso di Pandora dal quale sarebbe uscito di tutto, rendendo il processo incontrollabile. Il Papa, che già due anni fa aveva fatto capire di volere una grande assemblea, lo scorso gennaio l’aveva ripetuto in occasione dell’incontro promosso dall’Ufficio catechistico nazionale della Cei: “Tornare al Convegno nazionale di Firenze” perché  lì “c’è proprio l’intuizione della strada da fare in questo Sinodo” . Ieri l’ha sottolineato di nuovo, aggiungendo che quanto aveva chiesto anni fa, in occasione del primo incontro con i vescovi della Cei nel 2013, non è stato seguito da fatti concreti: “Sono passate tante cose dal primo incontro” e c’è una cosa “che ho visto: l’amnesia. Perdiamo la memoria di quello che abbiamo fatto, Firenze”.

Il riferimento è al Convegno ecclesiale del 2015, quando nella città toscana Francesco consegnò il programma di una svolta che superasse la lunga stagione iniziata nel 1985 a Loreto. Una chiesa in movimento chiamata a rinnovarsi. Tanti applausi, pochi fatti. Ecco che il Sinodo, ora, offre l’occasione giusta per rimediare. Un Sinodo che “deve iniziare dal basso, dalla saggezza del popolo di Dio, che è infallibile in credendo. La luce viene da Firenze, da quell’incontro, ma poi il Sinodo deve cominciare dalle piccole comunità. Pazienza, lavoro, far parlare la gente”. A Firenze, in quel pomeriggio di novembre, aveva detto che questo “è il tempo di comunità missionarie, libere e disinteressate, che non cerchino rilevanza e tornaconti, ma percorrano i sentieri della gente del nostro tempo, chinandosi su chi è al margine”.

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Lì dove c’è la Madonna, c’è lo Spirito Santo

Posté par atempodiblog le 23 mai 2021

Medjugorje/ Sunto dell’apparizione della Regina della Pace ad Ivan del 22 maggio 2021
Ivan Dragicevic: “Lì dove c’è la Madonna, c’è lo Spirito Santo”

Tratto da: Radio Maria FB

Lì dove c’è la Madonna, c’è lo Spirito Santo dans Apparizioni mariane e santuari Nostra-Signora-della-Pentecoste-pregate-per-noi

Cari sacerdoti, cari amici in Cristo, ancora una volta vi saluto tutti dal cuore durante il nostro incontro di preghiera stasera.

Dio manda sua Madre e lì dove viene Lei c’è sempre una vita, una crescita, una presenza dello Spirito Santo.

Io lo so dall’esperienza di tanti pellegrini che sono arrivati a Medjugorje con il cuore aperto, con un desiderio onesto di avvicinarsi alla Madonna e a Gesù.

Lì dove c’è la Madonna, c’è lo Spirito Santo.

Lei è la serva e la sposa dello Spirito Santo.

Questo lo sappiamo dalle parole dell’angelo Gabriele: “Che lo Spirito Santo scenderà su di te e ti coprirà con la sua forza, con l’Altissimo”.

Cari amici, che questo tempo di Pentecoste sia un tempo per aprirci.

Decidiamoci per Dio, affinché Lui in noi e attraverso di noi cambi il nostro cuore e il cuore degli altri.

Anche stasera la Madre è venuta da noi molto gioiosa e felice. Ci ha salutati con il suo saluto materno, “che Gesù sia lodato, cari figli miei”.

Poi ha pregato specialmente con le mani stese su tutti i sacerdoti presenti e su tutti gli ammalati presenti. Poi ci ha detto queste brevi parole:

“Figlioli, che i vostri cuori siano pronti ad ascoltare e vivere tutto quello che lo Spirito Santo ha come piano per ognuno di voi e per tutte le vostre famiglie.
Permettete allo Spirito Santo di guidarvi sul cammino della verità e della salvezza.
Grazie cari figli per aver risposto alla mia chiamata”.

La Madonna ci ha benedetti con la sua benedizione materna e ha anche benedetto tutti gli oggetti che avete portato per la benedizione. Come sempre vi ho raccomandati tutti quanti, i vostri bisogni, le vostre intenzioni e le vostre famiglie. Specialmente ho raccomandato tutti voi che avete mandato le vostre domande di preghiera e che vi siete raccomandati.
La Madonna conosce. Lei è quella che sa meglio di tutti quello che c’è nel nostro cuore.
Poi la Madonna ha pregato su tutti noi presenti per un certo tempo e in questa preghiera poi se n’è andata nel segno della luce e della croce con le parole, con il saluto: “Andate in pace, cari figli miei”.

Questa era la parte più importante dell’incontro con la Madonna di stasera con le mie parole e secondo le mie possibilità. Grazie.

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Radio Maria in Africa: Un miracolo

Posté par atempodiblog le 28 avril 2021

Radio Maria in Africa: Un miracolo
Fonte: Radio Maria

Radio Maria in Africa: Un miracolo dans Articoli di Giornali e News Radio-Maria-In-Africa

Padre Livio Fanzaga: Cari amici di Radio Maria oggi l’Africa è una colonna fondamentale della Chiesa. Pensate che i cattolici in Africa, agli inizi del ‘900, erano all’incirca il 2% della popolazione totale, adesso sono quasi il 20% senza contare le vocazioni, i sacerdoti, le suore e il laicato. In questo contesto di crescita del cattolicesimo africano si colloca la missione di Radio Maria. Abbiamo ai microfoni il delegato e il responsabile di Radio Maria Africa: Jean Paul Kayihura.
Jean Paul Kayihura: Saluto con gioia gli ascoltatori di Radio Maria! Dico “vi saluto con gioia” poiché anche se nel periodo del lockdown le chiese sono state chiuse, voi non avete mai chiuso le porte della vostra generosità.

P. Livio: La cosa che più mi ha colpito nella diffusione di Radio Maria in Africa, è il fatto che in questo continente quando una Radio Maria nasce, unita alla Famiglia Mondiale, sotto la responsabilità della Chiesa e del laicato, si espande e non è mai accaduto che si sia indebolita e sia morta. Mentre questo, è successo molte volte per quanto riguarda altre radio di natura ecclesiale. Come spieghi questa vitalità di Radio Maria che, come un seme piantato, incomincia a crescere e a svilupparsi proprio con come se fosse qualcosa che appartiene agli africani?
Jean Paul: Gli ascoltatori capiscono dall’inizio che questo progetto è un progetto della Madonna. I frutti si vedono, infatti abbiamo tanti volontari giovani in Africa e facciamo in modo che ogni ascoltatore diventi sostenitore. Ringrazio molto Padre Livio perché il progetto Radio Maria è stato immaginato bene e poi ringrazio anche la Famiglia Mondiale che ha permesso agli africani di sentirsi protagonisti mandando loro il materiale necessario per la formazione dei volontari africani.

P. Livio: In Africa è avvenuto un miracolo: quello del volontariato. Un miracolo, dal momento che in questo paese, a causa della povertà, solitamente non era diffuso, mentre grazie a Radio Maria è diventato una realtà straordinaria.
Jean Paul: Sì, sicuramente è un miracolo, posso dirvi cari ascoltatori, che all’inizio di questo progetto anche io avevo qualche perplessità sapendo che la popolazione era povera. Dopo 2/3 mesi con grande sorpresa ho visto che gli ascoltatori erano pronti ad aiutare la Madonna e lì ho capito che questo progetto viene dal cielo. Questo è sicuramente legato alla devozione a Maria. Posso dirvi cari ascoltatori che anche alcuni musulmani che vivono in Africa fanno le offerte a Radio Maria. Radio Maria per alcuni Paesi come Burundi, Rwanda, Tanzania, Togo è la seconda radio del paese e abbiamo migliaia di ascoltatori. È come se questo progetto fosse nato per essere diffuso in Africa.

P. Livio: Jean Paul entriamo nell’attualità. L’obiettivo che ci prefissammo l’anno scorso durante le riunioni della Famiglia Mondiale, quando esplose il Coronavirus, fu quello di cercare di creare una rete di solidarietà in modo tale che nessuna Radio Maria cessasse le proprie trasmissioni e così è avvenuto. Siamo riusciti a tenere vive tutte le Radio Maria dell’Africa. Questo però a mio parere, non è sufficiente. Dobbiamo continuare il lavoro per far sì che questo mezzo straordinario raggiunga la maggior parte della popolazione africana. Abbiamo davanti a noi un lavoro immenso da compiere.
Jean Paul: Sì p. Livio, non dobbiamo fermarci, è la Madonna che lo desidera. Radio Maria deve andare sempre avanti e continuare a crescere. Sono certo che questo avverrà. Faccio parte di Radio Maria da diciassette anni e ho avuto modo di conoscere la grande generosità degli ascoltatori di Radio Maria Italia che non si stancano mai di aiutare la Madonna così come la Madonna non si stanca mai di aiutare noi. In questo vedo una reciprocità di amore. Durante il 2020 è stato possibile accendere 10 nuove licenze in Tanzania, 6 licenze in Lesotho ma alcuni progetti, a causa della pandemia, non è stato possibile portarli avanti. Queste radio nasceranno comunque a breve: Radio Maria Nigeria, Radio Maria Capo Verde, Radio Maria Sud Sudan. Passeremo così da 24 a 27 paesi africani dove è presente Radio Maria e poi tra poco avremo anche 5 nuove sottostazioni: 3 nella Repubblica Democratica del Congo, 1 in Mozambico e 1 in Kenya. Da 22 sottostazioni attuali passeremo a 27. Radio Maria sarà inoltre presente in 17 Paesi situati nel sud del Sahara. Il cammino da compiere è lungo ma io conto sempre sulla generosità degli ascoltatori affinché l’allargamento della rete di Radio Maria possa sempre continuare.

P. Livio: Una cosa che ho notato in Africa è che il potere politico non ci crea problemi e ci permette di creare una radio esclusivamente religiosa.
Jean Paul: Ovviamente il potere politico africano vede ciò che Radio Maria fa per la sua gente. La prima missione di Radio Maria è la salvezza delle anime, è una radio religiosa che contribuisce all’educazione alla fede e aiuta alla conversione. Questo è chiaro per tutti. Anche i politici non credenti o non cattolici riconoscono l’importante opera di Radio Maria e il suo aiuto dal punto di vista della promozione sociale e umana. Durante la pandemia il potere politico ha dovuto prendere anche in Africa delle decisioni difficili (come ad esempio il lockdown). Spiegare alla popolazione che ha fame e che non ha un conto in banca una decisione così forte non è semplice. Radio Maria è stata d’aiuto poiché istruiva gli ascoltatori della presenza nel mondo di una pandemia pericolosa e che era necessario rimanere in casa ed indossare le mascherine come dispositivo di protezione individuale. La gente all’ascolto ha così iniziato a mettere in pratica le misure di prevenzione.

P. Livio: Bellissimo! In questi ultimi 2-3 anni, specialmente nel programma condotto da Roberta “Pomeriggio insieme”, ci siamo posti l’obiettivo di costruire una Radio Maria in Sud Sudan, una in Nigeria e una nella Repubblica Democratica del Congo. In particolare, Jean Paul, recentemente abbiamo ricevuto dal Sud Sudan, nella capitale Juba, una bella notizia. Il Vescovo ha benedetto qualche giorno fa la prima pietra per costruire la sede.
Jean Paul: Sì, è stata veramente una gioia immensa! Il Vescovo ha benedetto la prima pietra il 7 dicembre scorso e questo ha per noi un significato molto importante poiché il Sud Sudan ha sofferto, è un paese che non ha mai conosciuto la pace. Radio Maria è invece un mezzo per l’evangelizzazione, la pace e la riconciliazione, è un’opera da promuovere fortemente. È fonda­mentale offrire a questa gente, che ha vissuto le guerre per molti anni, degli esempi di pace, riconciliazione e mostrarle che questa via (tra i 64 gruppi etnici che hanno) è possibile percorrerla.

P. Livio: Entro ancora un po’ nei particolari. Il presidente mi ha detto che purtroppo il Covid ha rallentato i lavori e che il virus molte volte impe­disce anche ai nostri tecnici di raggiungere l’A­frica in aereo per cui si cercano le risorse locali e questo è il motivo per cui qualche volta si proce­de un po’ più lentamente.
Jean Paul: Aprire l’aeroporto internazionale nel­ la capitale non basta, poiché i progetti non han­no luogo sempre nelle capitali, bisogna raggiun­gere anche le province; lì ci sono ancora tanti ostacoli, ma per fortuna nessun ostacolo blocca la Famiglia Mondiale di Radio Maria. Quando c’è un ostacolo la Famiglia Mondiale cerca altri mez­zi per portare avanti i progetti, ed è per questo che adesso si stanno cercando alcuni tecnici lo­cali che possano accendere le frequenze aiutati a distanza dai tecnici italiani. I progetti sono stati rallentati dalla pandemia, ma finché ci saranno sempre le offerte riusciremo in ogni caso ad ac­cendere nuove radio.

P. Livio: Adesso spendiamo due parole sulla Ni­geria che ci sta tanto a cuore: in Nigeria abbiamo quasi ultimato nella capitale Abuja la costruzio­ne della nuova sede.
Jean Paul: Sì, la sede è pronta al 100%, ho segui­to tutto recentemente. Si è cercato anche di capire come inviare un tecnico dall’Italia, ma non era possibile; si è tentato allora di inviarne uno della Costa D’Avorio che è vicino alla Nigeria, ma non ha potu­to avere il visto. La soluzione sarebbe quindi quella di creare una compagnia locale che possa dare una mano alla World Family (La Famiglia Mondiale di Radio Maria). Il progetto di Radio Maria Nigeria sarà un progetto lungo 10 anni, perché è un Paese molto grande (200 milioni di abitanti, 20 milioni di cattolici), la radio cattolica è quasi inesistente e quindi dobbiamo fare tutto il possibile per far arri­vare la Madonna anche in questo Paese.

P. Livio: Quindi siamo solo agli inizi, perché poi ci sono almeno altre 3/4 sedi locali in diverse diocesi per riuscire a coprire la maggior parte del territorio. Un lavoro di lunga prospettiva, lo dico agli ascoltatori italiani, che magari pensano che avendo acceso la Radio Maria ad Abuja sia finito tutto: no, è incominciato un lungo lavoro, che a suo tempo darà i frutti. Jean Paul, bisogna inol­tre ricordare agli ascoltatori che le sottostazioni trasmettono nel dialetto locale e questo è impor­ tantissimo per l’annuncio del Vangelo.
Jean Paul: È importantissimo, perché la Parola di Dio è indirizzata alle persone e deve arrivare al cuore. È difficile evangelizzare ed è difficile arri­vare al cuore delle persone, soprattutto parlando una lingua straniera.

P. Livio: Non possiamo non dedicare un po’ di tempo, prima di concludere, alla Rep. Dem. del Congo, perché come la Nigeria è un paese im­menso e una riserva di cattolici. Radio Maria ha già fatto molto, ma molto di più rimane da fare.
Jean Paul: Sì, Radio Maria ha fatto già molto e per questo ringrazio di cuore gli ascoltatori perché grazie alle vostre offerte è stato possibile aprire Radio Maria all’est, al centro, nella capitale Kin­shasa che conta più di 17 milioni di abitanti e 4 milioni di cattolici. Dovete sapere che Radio Ma­ria nella Rep. Dem. del Congo è nata precisamen­te negli anni ’95-’96. Il primo vescovo contattato è stato assassinato e la guerra del 1994 (che ha uc­ciso più di 5milioni di persone) oggi non è ancora finita. E chi può investire in un Paese dove le guer­re non finiscono? Non dimentichiamo inoltre la pandemia di Ebola, poi l’arrivo del Coronavirus, e le continue crisi politiche. La gente ha fame, chi può investire lì? Alcuni dicono che sia meglio in­ vestire una volta che tutto sarà finito. Ma la Fami­glia Mondiale non la pensa così, ritiene di dover stare vicino alle persone che stanno soffrendo. Per questo vi ringrazio di cuore. Tra poco ci sa­ ranno 3 nuove sottostazioni ma ci sono ancora molte frequenze che il governo ci ha dato tanti anni fa e, seguendo l’attualità politica, ho paura che un domani il governo possa decidere di ritira­re le frequenze concesse che non sono mai state accese. Spero che questo non accada. Per questo cari ascoltatori vi chiedo non solo di sostenerci, ma anche di pregare per la Rep. Dem. del Congo.

P. Livio: Bene Jean Paul, affidiamo l’anno 2021 alla Madonna affinché si concretizzino tutti quei progetti che Lei vuole realizzare.
Jean Paul: Con le offerte a Radio Maria, permet­terete alla Vergine Maria di portare la luce del Vangelo, la gioia e la speranza in tante famiglie africane, specialmente in questo periodo diffici­le di pandemia. Quindi beati coloro che lasciano sempre aperta la porta della generosità missio­naria. Dal cielo la vostra ricompensa è garantita. Che la Madonna vi benedica.

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Commento di padre Livio Fanzaga di Radio Maria al messaggio dato dalla Regina della Pace a Mirijana di Medjugorje il 18 marzo 2021

Posté par atempodiblog le 22 mars 2021

Commento di padre Livio Fanzaga di Radio Maria al messaggio dato dalla Regina della Pace a Mirijana di Medjugorje il 18 marzo 2021
Tratto da: Radio Maria FB

Commento di padre Livio Fanzaga di Radio Maria al messaggio dato dalla Regina della Pace a Mirijana di Medjugorje il 18 marzo 2021 dans Apparizioni mariane e santuari Gospa-Medjugorje

Era un anno che Mirjana non vedeva più la Madonna, dal 18 marzo del 2020. In quell’occasione la Madonna le ha comunicato che erano cessate le Apparizioni del 2 del mese durate circa 30 anni. Questa Apparizione è avvenuta in casa di Mirjana, molte persone erano fuori di casa sua a pregare. C’era un’aspettativa rispetto a questo messaggio. Di fatto ci sono ancora 3 veggenti, Vicka, Ivan e Marija che hanno ancora l’Apparizione quotidiana e 9 segreti, quindi, a mio parere, finché non hanno il decimo segreto non ha inizio il tempo della rivelazione dei segreti.

Penso che anche la pandemia sia una permissione divina che ha costretto l’uomo a prendere visione di se stesso come essere bisognoso di Dio, come essere bisognoso della grazia e essere bisognoso della preghiera.

Siamo nel tempo della grande apostasia, della grande impostura anticristica e la Madonna ha detto che abbiamo rifiutato la fede e la Croce, che molte anime sono ammalate e vanno verso la morte spirituale, che le nostre vite sono in pericolo, perché satana le vuole distruggere, ma ci ha sempre rincuorato dicendo che se siamo suoi vinceremo. Dio l’ha mandata per salvare le nostre vite e il pianeta sul quale viviamo. In questa cornice si colloca questo messaggio della Madonna.

Tutte le situazioni che noi viviamo oggi, pandemia, economia, le nostre preoccupazioni, sono sicuramente oggetto di preghiera, però la Madonna ci ricorda la preghiera del Padre Nostro: “venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, liberaci dal male”.

Questo messaggio va al cuore del problema, nel contesto in cui viviamo di grande crisi del genere umano, la Madonna ci dice qual è la cosa più importante da fare, qual è la cosa più urgente, qual è la cosa senza la quale non ci salviamo, ed è quella di tornare all’amore di suo Figlio che ci aspetta a braccia aperte. Bellissimo l’inizio, e la Madonna dice: “maternamente” e conclude con la parola: “Cuore materno”.

La Madonna vede i suoi figli in preda alla confusione, che vagano, in preda all’agitazione, alla disperazione, all’angoscia e ci indica la strada per uscirne fuori: “tutto questo vi è accaduto perché vi siete allontanati da mio Figlio”. Perché la Madonna ci ha detto che con suo Figlio la vita già su questa terra è un pezzetto di paradiso. E questo pezzetto di paradiso ce lo descrive oggi in questo magnifico messaggio.

Maternamente è la Madre che ha cura di tutti i 7 miliardi di persone che ci sono nel mondo, non ce n’è neanche una di cui non abbia cura, di cui non sappia nome, cognome, vita e opere, tutti sono stati redenti dal sangue di suo Figlio, tutti sono stati affidati alla sua sollecitudine materna. In un bellissimo messaggio la Madonna ha detto: “mio Figlio, quando ero nella casa di Nazareth, mi spiegava che sarei diventata Madre di tutti gli uomini”.

“Cari figli, maternamente vi invito a ritornare alla gioia e alla verità del Vangelo”. La gioia cristiana è un sentimento interiore che si ha ascoltando il Vangelo. Il Vangelo è la buona notizia che Dio ci ama, che Dio si è fatto uomo, che è venuto in mezzo a noi e cammina con noi. Lui ci ha liberati dal male, dal peccato, dal senso di inutilità e di vuoto della vita, da tutto ciò che è negativo dal punto di vista morale e spirituale, ci ha portati fuori dal regno delle tenebre e ci ha portati nel regno della luce. E noi che abbiamo abbandonato il Regno della Luce, per andare nel regno delle tenebre, adesso, in questo tempo di grazia, abbiamo la possibilità di ritornare.

Questo “ritornare”, significa conversione, ritornare a Gesù, ritornare alla gioia, alla verità del Vangelo, è il cammino di conversione, è la decisione della conversione, ma anche la verità del Vangelo. Gesù è la gioia, Gesù è la vita, è la pace, Gesù è la verità, è la luce. La verità, come dice la Madonna, è eterna, non cambia mai, ma noi l’abbiamo dimenticata, l’abbiamo nascosta. La gioia è per i cuori puri, la verità per le menti che si aprono alla Divina rivelazione.

Poi la frase centrale, che a mio parere è commovente: “vi invito a ritornare all’amore di mio Figlio, poiché Lui vi attende a braccia aperte”. Quando la Madonna parla di suo Figlio a braccia aperte, ho l’immagine di Gesù in Croce a braccia aperte, che offre se stesso come vittima d’amore, perché i nostri peccati siano espiati, perché le porte del Paradiso siano aperte e perché possiamo diventare figli di Dio. Quindi dobbiamo lasciare l’ingannatore, il menzognero, l’omicida che vuol distruggere le nostre vite e il pianeta sul quale viviamo, che sta mietendo innumerevoli anime nel mondo, che muoiono nell’impenitenza, nel rifiuto di Dio. E la Madonna fa appello alla libertà di ognuno, una volta ha detto: “Io nella mia umiltà, mi inginocchio davanti alla vostra libertà e vi supplico, convertitevi!”. Qui c’è anche un riferimento alla “parabola del Figliol Prodigo”, quando il padre attende il figlio, lo vede da lontano e lo attende a braccia aperte. Contempliamo questo messaggio in questo tempo di Quaresima.

Quando noi lasciamo il regno delle tenebre, la palude che ci inghiotte e ci distrugge, quando lasciamo il regno del nulla, della disperazione, della morte e entriamo, ritorniamo nel regno della vita, nel Regno di Cristo, nel regno dell’amore, della luce, cosa succede? “Affinché tutto ciò che fate nella vita lo facciate con mio Figlio, con amore”. Succede che tutto ciò che facciamo nella vita, anche le cose più semplici più umili, cioè tutta la nostra vita diventa un albero rigoglioso. Se restiamo uniti a Cristo mediante l’amore per Lui, noi siamo tralci vivi che producono opere e frutti per la vita eterna!

E la bellezza del perdono di Cristo sapete qual è? È che tutti i peccati che abbiamo fatto e di cui ci siamo pentiti, che abbiamo confessato, nel giorno del giudizio non ci verranno chiesti. Nel medesimo tempo rimangono invece per tutta l’eternità le opere che abbiamo fatto in unione con Cristo.

E così “affinché siate benedetti”. Non esiste soltanto la benedizione, c’è anche la maledizione, esistono i benedetti e i maledetti. Chi sono i benedetti? Quelli che aprono il cuore a Dio, si lasciano illuminare dalla Sua luce e lasciano che il cuore sia riempito dal Suo amore. La loro vita è una benedizione per tutti, la loro luce si diffonde su tutti, il loro amore passa dal cuore di tutti. Dio ci benedice e questa benedizione si diffonde verso gli altri.

Ma ci sono anche i maledetti, lo ha detto Gesù: “Via da me maledetti, nel fuoco eterno”, sono gli impenitenti, quelli che hanno il cuore duro, che producono il male, che sono passati dalla parte del diavolo, che sono operatori di iniquità. Non dobbiamo mai smettere di pregare per loro, per i grandi peccatori, per quelli le cui vite sono una maledizione per il mondo; come satana è una maledizione per il mondo.

Poi la Madonna ci dice che noi dobbiamo unirci a Gesù con amore: “affinché la vostra spiritualità sia interiore e non esteriore”, perché? È cristiano chi è membro vivo del corpo di Cristo, chi ha nella mente la luce della verità che lo illumina e nel suo cuore l’amore di Dio che lo riscalda. Come dice san Paolo: “Cristo vive in me”. Allora in me operano le Sue virtù: fede, speranza, carità; e le virtù morali: prudenza, giustizia, fortezza, temperanza e tutte le altre virtù e divento un albero fruttuoso.

È anche vero che il cristiano di appartenenza si è sfaldato, perché chi aveva un cristianesimo abitudinario, pantofolaio è stato travolto dal pensiero unico e molti hanno seguito la corrente dell’apostasia. Però adesso abbiamo un tipo di prova ancor più forte per cui soltanto quelli che sono uniti in Cristo resisteranno, come ci ha detto la Madonna: “se siete miei, vincerete!” (messaggio del 25 luglio 2019).

Allora, quando Cristo è in noi e noi siamo innamorati di Lui e con Lui c’è un’amicizia indistruttibile, allora tutte le virtù fioriscono in noi: “solo in questo modo sarete umili, generosi, colmi di amore e gioiosi”.

Vorrei esortarvi a esaminare ognuna di queste virtù, che fioriscono quando noi siamo veramente innamorati di Dio. L’umiltà è la virtù più importante, è quella della Madonna, perché permette a Dio di lavorare in te. La generosità significa dare agli altri, vivere la vita come un dono. L’amore è il fine della vita. La gioia, quando ci si sente amati da Dio si è pieni di gioia. Sono tutte virtù intersecate tra loro, sono tutte forme di esistenza meravigliosa, evangelica che è quella che salverà il mondo, che illuminerà il mondo, che riscatterà il mondo nel tempo delle tenebre, della cattiveria, dell’odio, della violenza, della prepotenza. “E il mio Cuore materno gioirà con voi. Vi ringrazio”.

Che ognuno di noi possa essere come Gesù, come fu Maria nel tempo della passione. Nel momento delle tenebre, quella luce emanata da Gesù e dalla Vergine Addolorata ha salvato il mondo. E così sia anche per noi.

Ecco questo messaggio ci ha riportato all’essenziale, alla necessità di convertirci, di tornare a Dio, ci ha messi sulla dirittura d’arrivo verso la Pasqua. Vedete che è possibile essere felici e gioiosi anche in questi tempi tribolati e lo saremo se siamo con Gesù.

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«Soffrire per salvare anime: Teresita, bimba già santa»

Posté par atempodiblog le 14 mars 2021

Intervista all’amico sacerdote
«Soffrire per salvare anime: Teresita, bimba già santa»
Colpita da un tumore, Teresita è salita al Cielo a 10 anni, dopo che la Chiesa l’ha riconosciuta missionaria, compiendo il suo più grande desiderio. Padre Alvaro, sacerdote legato alla famiglia, racconta alla Bussola che «ha offerto le sue sofferenze a Gesù per la gente, i malati, i preti». Diceva: «Vorrei portare gli altri a Gesù, ai bambini che non lo conoscono, così che vadano al Cielo felici».
di Benedetta Frigerio – La nuova Bussola Quotidiana
Tratto da: 
Radio Maria

«Soffrire per salvare anime: Teresita, bimba già santa» dans Articoli di Giornali e News teresita-castilla-de-diego

Si chiama Teresita e si comprende ora quanto il suo nome non sia un caso. La vita della piccola volata in cielo a Madrid il 7 marzo all’età di 10 anni, giorno in cui la Chiesa ricorda con Felicita anche Perpetua, la santa a lei molto cara, sta facendo il giro della Spagna. Come mai? A raccontare alla Nuova Bussola Quotidiana perché questa bimba stia già colpendo tanti cuori è padre Alvaro Cardenas Delgado, sacerdote legato alla famiglia.

Il prete spiega che “Teresita Castilla de Diego è nata in Siberia ed è arrivata in Spagna all’età di 3 anni, dopo che era stata adottata dai suoi genitori spagnoli”. Colpisce che fin da piccola, nonostante la separazione dalla madre naturale, proprio come accaduto a santa Teresina di Lisieux, di cui portava il nome, era “gioviale, allegra, enormemente socievole e comunicativa, amava la sua famiglia e viveva tutto con intensità”.

Forse proprio la sua provenienza la rese, esattamente come la santa, “sensibile ai poveri e ai malati” gia’ dimostrando “una vita spirituale molto semplice, ma profonda e forte”. Tanto che sua madre ha raccontato che “nessuno gli era indifferente, ha dato il suo amore a tutti. Ha parlato ai poliziotti, ai postini…a tutti. Ogni volta che c’era un povero alla porta della chiesa, si fermava a parlargli”. Inoltre, sebbene “come tutti i bambini voleva giocare…andava a Messa tutti i giorni a ricevere la comunione nella sua scuola madrilena delle Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore, a Galapagar”.

La piccola, sempre come la sua patrona, è “morta in odore di santità”: infatti, “come i bambini di Fatima ha offerto le sue sofferenze a Gesù come una missione a favore dei sacerdoti, delle missioni e della salvezza di chi non conosce l’amore di Dio”. Una consapevolezza maturata attraverso “la sofferenza causata da un tumore alla testa che l’ha colpita quando aveva 5 anni”.

La malattia di Teresita si è presentata nel 2015, per cui fu subito sottoposta ad un “trattamento iniziale: un intervento chirurgico per rimuovere la massa tumorale e la chemioterapia di un anno, che ebbero successo”. Tre anni dopo però, nel 2018, il tumore è ricomparso. Per cui la bimba “ha dovuto subire una nuova operazione e un nuovo trattamento in Svizzera”. Come se non bastasse “un incidente durante il gioco, avvenuto alla fine del 2020, l’ha riportata in ospedale e il 2 gennaio di quest’anno è stata nuovamente ricoverata per forti mal di testa”. Teresita ha sofferto moltissimo ma le consolazioni non sono mai mancate.

Padre Alvaro ricorda che “prima dell’operazione, prevista per l’11 gennaio di quest’anno, fu affidata al ​​beato Carlo Acutis e alla venerabile Montse Grases”. Teresita chiese di vedere Carlo in sogno e il Signore le concesse tanto, “tuttavia non è stato possibile eseguire l’intervento chirurgico a causa di una complicanza medica. Alla prova si è aggiunto il fatto che Teresita e sua madre sono risultate positive al coronavirus, quindi hanno dovuto rimanere isolate”. Non è finita, perché “la valvola (posta nel cervello) si è guastata, era intasata e questo gli ha causato un grande dolore. Nel frattempo il tumore ha continuato a crescere senza possibilità di intervento”.

Eppure “Teresita ha vissuto questa situazione con la sua forte spiritualità. Secondo la testimonianza di sua madre: ‘Aveva offerto le sue sofferenze, credendo che Gesù ne approfittasse per salvare più anime e più anime’. Teresita aveva detto alla madre: ‘Lo offro per il popolo, per qualcuno che è malato, per i preti…’. O ancora: ‘Vorrei portare gli altri a Gesù, ai bambini che non lo conoscono, così che vadano al cielo felici per sempre’”.

La bambina era serena, affidata a Dio, che pregava sempre, e alla Madonna a cui si consegnava tramite il Rosario quotidiano. Il cielo per lei era una realtà così prossima che “qualche mese prima aveva detto più volte e molto seriamente a suo padre: “Papà, vado in paradiso!”. A dire da dove veniva tanta gioia in mezzo a tale sofferenza. La sua vita si è poi compiuta con il coronamento della sua vocazione. La piccola, infatti, sognava di diventare missionaria, proprio come santa Teresina di Lisieux. Ma se la prima lo fu entrando in clausura affinché Cristo fosse conosciuto, lei lo è stata soffrendo e sacrificando la vita. E ricordando ai missionari di tutto il mondo che a salvare le anime non è l’attivismo ma l’amore a Dio, la consegna a Lui e alla sua volontà.

Non a caso, prosegue il sacerdote, “prima della sua morte, la Chiesa di Madrid la nominò ufficialmente missionaria”. Ed è questo episodio che ha permesso la diffusione della sua fama di santità: “La vita luminosa di questa ragazza e l’offerta d’amore delle sue sofferenze sarebbero probabilmente cadute nell’oblio se padre Angel Camino Lamela, vicario diocesano di Madrid, non l’avesse conosciuta l’11 febbraio, giorno della memoria Vergine di Lourdes e Giornata Mondiale del Malato.

Ogni anno il vicario visita un ospedale, vi celebra la Messa, saluta i dottori e le infermiere e porta il sacramento dell’unzione degli infermi e della Comunione ad un malato. Quest’anno ha visitato l’ospedale di La Paz, dove era ricoverata Teresita e i cappellani hanno invitato il vicario ad incontrarla, come ha raccontato lo stesso vicario in una lettera inviata a tutti i suoi fedeli: ‘Siamo arrivati ​​in terapia intensiva adeguatamente attrezzati, ho salutato medici e infermieri, poi mi hanno portato al letto di Teresita che era accanto a sua madre Teresa.

Una benda bianca le circondava tutta la testa, ma il suo viso era abbastanza scoperto da scorgere un volto davvero luminoso’. Il vicario ha spiegato alla piccola di essere andata a trovarla ‘a nome del cardinale arcivescovo di Madrid per portargli Gesù’.

A quel punto la bimba gli chiese: “Mi porti Gesù, giusto?”, aggiungendo: “Sai una cosa? Amo molto Gesù ”. In quel momento la madre, invitò la figlia a dire al vicario cosa desiderava e Teresita ha risposto: “Voglio fare la missionaria”. Il vicario ha ammesso che la risposta era “del tutto inaspettata per me. Prendendo la forza che non avevo, per l’emozione che mi ha suscitato, le ho detto: ‘Teresita, ti sto rendendo missionaria della Chiesa in questo momento e questo pomeriggio ti porterò il documento che lo accredita e la croce missionaria’”.

Il vicario ha poi amministrato il sacramento dell’Unzione e le ha dato la Comunione e la benedizione apostolica del papa, come spiega nella sua lettera: “È stato un momento di preghiera, estremamente semplice, ma profondamente soprannaturale. Si sono unite a noi alcune infermiere che ci hanno scattato spontaneamente alcune foto, per me del tutto inaspettate, e che rimarranno un ricordo indelebile. Ci siamo salutati mentre lei, con la madre, è rimasta a pregare e ringraziare”.

Dopo aver lasciato l’ospedale, continua padre Alvaro, “padre Ángel ha redatto il documento in cui la costituiva missionaria, ha preso la croce del missionario e alle cinque del pomeriggio è tornato di nuovoin ospedale per portarli Teresita. Appena la madre della bimba lo ha visto, ha esclamato ad alta voce: ‘Teresita, non posso crederci! Il vicario sta arrivando con il regalo per te’. La bimba ha quindi preso tra le mani il documento e la croce e ha chiesto alla madre di appenderlo vicino al letto: ‘Metti quella croce sulla sbarra così posso vederla bene, e domani la porterò in sala operatoria. Sono già missionaria’”.

Padre Alvaro sottolinea il potere consolatorio di “quel regalo, arrivato a Teresita in un momento particolarmente difficile, dopo due mesi di terribili dolori, esami e operazioni in un reparto di terapia intensiva dell’ospedale. Come ha spiegato la madre di Teresita all’arcidiocesi di Madrid: ‘Allora aveva già due valvole che si erano guastate e ogni volta che accadeva le faceva molto male’”.

Eppure, quello stesso giorno Teresita “ha inviato alla zia, sua madrina, un messaggio vocale dicendole che era stata nominata missionaria. Con una voce molto dolce, come chi è molto stanco ma trae forza da altro, ha detto: ‘Ciao zia, ti dico una cosa molto importante per me, questa mattina dopo aver ricevuto l’Unzione e la Comunione, il Il vicario di Madrid mi ha fatto missionaria: sono già missionaria’”.

Segnata dai patimenti, nelle sue ultime settimane di vita la bimba “era come una donna crocifissa”, ha detto la madre, che “di fronte all’impossibilità per Teresita di bere, le ha messo in bocca una garza imbevuta d’acqua”, continua il sacerdote. La madre ha poi aggiunto che “ho visto un martirio nella malattia di mia figlia e ogni volta che entrava nella stanza di terapia intensiva era come andare al Calvario. La ragazza non poteva più parlare, ma sapevo che mia figlia offriva tutta la sua sofferenza. Teresita era molto innamorata di Gesù. Disse a sua nonna che prima di amarla, doveva amare di più Gesù”. E “In mezzo al dolore più forte ha detto quasi senza voce: Sacro Cuore di Gesù, confido in Te”.

Padre Alvaro conferma che “più soffriva, più cresceva il suo desiderio”. Come disse a sua madre qualche giorno prima di diventarlo: “Voglio fare la missionaria adesso!”. Non solo, perché dopo che il vicario episcopale l’ha costituita tale, è accaduto un fatto che lo ha sbalordito, come ha raccontato lui stesso: “Quello che non potevo immaginare è che, attraverso i contatti dei genitori, questa testimonianza sia arrivata alle orecchie del Delegato della Missione Nazionale”, che lo ha chiamato affermando che “questa testimonianza ha fatto il giro dell’intero mondo missionario spagnolo che ha già fatto di Teresita una nuova protettrice per i bambini in missione”.

Certamente anche i genitori di Teresita, proprio come Luigi Martin con la figlia, hanno accolto eroicamente la missione della piccola, come dimostrano le parole materne: “Un giorno mi ha chiesto il motivo di quel dolore e le ho spiegato che lei era un’amica intima di Gesù che glielo ha dato per partecipare alla sua croce e lei ha capito perfettamente”.

La convinzione che la bimba sia santa viene dalla Chiesa, che il giorno della salita al cielo di Teresita, tramite il vicariato, ha mandato un messaggio all’impresa di pompe funebri: “Se Teresita non è in Paradiso, allora lì non c’è nessuno”. Perciò, conclude padre Alvaro, “ha invitato tutti ad affidarsi a Teresita, convinti che abbiamo un grande avvocata in cielo. Una convinzione che si estende dove si incontra la sua testimonianza di vita”.

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Incontro con Padre Petar Ljubicic – Scelto da Mirjana per rivelare i Dieci segreti

Posté par atempodiblog le 14 février 2021

INCONTRO CON PADRE PETAR LJUBICIC – Scelto da Mirjana per rivelare i DIECI SEGRETI
Dallo studio di Radio Maria di Medjugorje – 4 febbraio 2021, h 10.00
Testo trascritto da Radio Maria

Incontro con Padre Petar Ljubicic – Scelto da Mirjana per rivelare i Dieci segreti dans Apparizioni mariane e santuari Padre-Petar-Ljubi-i-Radio-Maria-Gospa-Medjugorje

Dario: Ecco, per me è un grande piacere avere oggi con noi Padre Petar Ljubičić – Padre francescano. Padre Petar è conosciuto perché Mirjana lo aveva scelto per annunciare i segreti.
Benvenuto Padre, grazie per essere con noi oggi.
Padre Petar Ljubičić: Sia lodato Gesù Cristo, saluto ognuno di voi, che ascoltate queste parole, col cuore e con grande gioia.

Dario: Padre Petar, può presentare brevemente quando è nato e quando è stato ordinato sacerdote?
Padre Petar Ljubicic: Sono nato a Prisoje Podhum il 22 ottobre 1946 e sono stato battezzato a Podhum, vicino a Livno, il 28 ottobre. Primo di dieci figli, ho frequentato la scuola elementare a Prisoje.

Non comprendo tutt’oggi il motivo per cui Dio, fin dalla tenera età, mi abbia chiamato a seguire Gesù da vicino.

Probabilmente la risposta sta nel voto che mia madre fece a Dio, impegnandosi ad accogliere e offrire a Lui tutti i figli che Egli gli avrebbe donato; in quanto nei primi anni di matrimonio, non aveva potuto averli.

Dio ha ascoltato le sue accorate preghiere ed ella ha dato alla luce dieci figli. Un autunno di qualche anno dopo, sono partito per il seminario a Zara. Successivamente ho continuato gli studi a Spalato e nel 1967 mi sono diplomato a Dubrovnik. Il 15 luglio 1967 ho vestito l’abito francescano e ho cominciato un anno di noviziato a Humac. In seguito, ho intrapreso la facoltà di teologia e filosofia, a Sarajevo, continuando poi questo percorso a Königstein.

Completati gli studi teologici, l’anno successivo il 29 giugno 1972, sono stato consacrato sacerdote a Königstein. Ho prestato servizio come sacerdote nelle seguenti parrocchie: a Vitina 5 anni, Tihaljina 4 anni, Seonica due anni e a Medjugorje 10 anni e mezzo.

Nel febbraio del 1995 mi sono recato in Svizzera e per tre anni e mezzo sono stato missionario per i croati a Zurigo. Ad agosto del 1998 sono stato missionario in Ticino (Svizzera). Dal 3 marzo del 2000, anno Santo, fino al 15 novembre 2008, sono stato amministratore della parrocchia di Hosenfeld, in Germania. Successivamente sono diventato cappellano di Bukovica per 6 anni. Infine sono stato trasferito a Vitina, dove mi trovo attualmente.

Ho seguito le apparizioni di Medjugorje fin dall’inizio. Ho incontrato molti amici e conoscenti in tutto il mondo, visitato molti gruppi di preghiera che sono sorti grazie alla Regina della Pace. Consuetamente mi chiamano per riti spirituali, missioni e incontri di preghiera dei gruppi di Rinnovamento nello Spirito.

A Medjugorje ho visto e incontrato molti che si sono convertiti e sono miracolosamente guariti; grazie a ciò ho maturato grande esperienza come guida spirituale. Le mie esperienze sono state pubblicate nei libri “L’invito della Regina della Pace”, “E’ il tempo di grazia”, “Gesù sorgente di vita”, “Come dobbiamo pregare oggi? Santa Messa cuore e anima della nostra fede”.

Ho inoltre pubblicato, in undici volumi, anche il libro degli esempi di incoraggiare e attrarre chiamate e emozioni.

Dario: Padre, dove si trovava lei durante le prime apparizioni e qual è stata la sua prima reazione?
Padre Petar Ljubicic: Quando le apparizioni sono iniziate mi trovavo nella parrocchia di Tihaljina, situata a soli 33 km da Medjugorje. Quei primi giorni non ho potuto essere presente perché stavo preparando, al sacramento della Cresima, degli studenti del liceo. Quando ho sentito parlare di apparizioni della Madonna ai veggenti, ho subito creduto che fossero vere. Ero fermamente convinto che i ragazzi della Bosnia Erzegovina non avrebbero mai scherzato su cose del genere. All’inizio di luglio, dopo la Santa Messa Vespertina, sono andato insieme a un sacerdote alla casa della veggente Vicka che era in compagnia di Ivanka. Abbiamo chiesto loro: “Avete visto la Madonna?”. Senza pensarci un attimo, hanno risposto: “Sì, l’abbiamo vista!”. Al che il mio confratello ha chiesto: “La Madonna è bella come te Ivanka?”. Ivanka, sorridendo, ha detto: “Caro Padre, se lei potesse vedere la Madonna, desidererebbe subito partire per l’eternità e guardarla in continuazione. E’ di una bellezza che non so descrivere con le mie povere parole”.

Come ho creduto allora, credo ancora oggi. Non ho mai avuto dubbi. E’ curioso, all’epoca stavo leggendo un libro che parlava delle apparizioni della Madonna a Lourdes e Fatima. Non penso che si sia trattato di una coincidenza, perché per noi cristiani non esiste il caso. Sta di fatto, che proprio in quel periodo, sono iniziate le apparizioni a Medjugorje.

Mi sono chiesto “Perché la Madonna che è apparsa in altri luoghi, non potrebbe apparire anche qui da noi?”. Dopo quell’istante ho sfruttato ogni momento libero per recarmi a Medjugorje, per confessare e aiutare nel miglior modo possibile.

Dario: Quando ha incontrato i veggenti, ha chiesto loro di descrivere la Madonna?
Padre Petar Ljubicic: Sì e me l’hanno descritta così: una donna incredibilmente bella, sui 20 anni d’età, alta un metro e 65 centimetri, carnagione chiara e guance rosa. Emana bontà, dolcezza e gioia indicibili. I suoi occhi sono bellissimi, di un azzurro intenso, ha le sopracciglia e i capelli neri. Indossa un abito di colore blu-grigio che le ricopre tutto il corpo e si perde in una nuvola bianca che le nasconde i piedi e sulla quale fluttua. Porta un velo bianco che le copre il capo, le spalle e la schiena e le scende sui fianchi. Non porta gioielli, ma ha sulla testa una corona con dodici stelle dorate.

E’ impossibile inventare questa descrizione. Questo è stato il mio primo incontro con i veggenti. Come ho creduto all’epoca, credo ancora oggi.

Dario: Padre, può dire cosa rappresenta per lei Medjugorje?
Padre Petar Ljubicic: Per me Medjugorje è un luogo di grazia, un luogo miracoloso. E’ la Pentecoste del nostro tempo e questo dura da 39 anni e mezzo. E’ un luogo in cui si verificano conversioni sconvolgenti, dove tante persone che arrivano stanche, malate, tradite ed illuse, ripartono guarite, trasformate, forti e aperte a una vita di testimonianza piena di Spirito Santo e della forza delle parole della Madonna. Vengono a Medjugorje piene di paura e ripartono incoraggiate. Arrivano con tanta mitezza e ripartono con lo spirito di veri testimoni di fede. La Madonna ci ripete quello che ha detto Gesù dall’inizio della sua predicazione: “Convertitevi e credete al Vangelo”. La fede e la conversione vanno di pari passo, perché se crediamo che Dio può convertirci, ci immettiamo nel cammino di salvezza, al quale Lui ci chiama dal Battesimo fino al termine della nostra vita sulla terra. In sostanza, Medjugorje è una grazia straordinaria, un dono di Dio che ci aiuta a crescere nella nostra fede. A Medjugorje si sente la presenza reale di Dio e l’amore materno della Regina della Pace. Qui sono accaduti e accadono diversi miracoli. Medjugorje stesso è divenuto un grande miracolo.

Dario: Può dirci la sua opinione, perché appare la Madonna?
Padre Petar Ljubicic: Carissimi miei, la Madonna appare perché vuole aiutarci, perché ci ama come dei veri figli! La Madonna solitamente appare dove c’è più bisogno, dove ci sono grandi difficoltà e problemi. Ella si presenta come la nostra Assistente e Avvocata che intercede presso suo Figlio.

All’inizio delle apparizioni ha detto: “Figlioli, vedo che gli uomini si trovano in difficoltà tanto gravi che non riescono a venirne fuori da soli. Quindi sono venuta ad aiutarvi”. Con queste parole, la Madonna ci ha detto la ragione per la quale è venuta e perché, ancora oggi, appare ai veggenti. Ella ci vuole indicare un cammino sicuro verso la felicità e la vita eterna. Ma è necessario che ogni giorno parli delle grandi difficoltà in cui si trova il mondo. Non esageriamo se affermiamo che non abbiamo mai vissuto prima d’ora una crisi così grande, così profonda e un allontanamento della fede in Dio. Carissimi miei, la Madonna stessa dice che è venuta per risvegliare le fede nei credenti. Lei è venuta ad insegnarci come possiamo credere fermamente. La Gospa, ci invita ad essere attenti perché il dono della fede si ottiene con il nostro sforzo.

Questa è la verità! E’ un dono immeritato che dobbiamo alimentare e proteggere per mantenerlo. Per preservare la nostra fede e per crescere in essa, la Madonna ci suggerisce un cibo quotidiano, la preghiera, in particolare la Santa Messa, il Rosario, l’adorazione del Santissimo Sacramento, ricevere spesso i Santi Sacramenti e la lettura della Bibbia.

Dario: La Madonna viene tra noi come Regina della Pace. Cosa significa questo?
Padre Petar Ljubicic: Significa che oggi più di tutto abbiamo bisogno di pace. Infatti, possiamo avere tutto ciò che il cuore umano possa desiderare, ma se non abbiamo la pace, in realtà non abbiamo nulla. La Madonna, Regina della Pace, ci ha detto chiaramente che la vera pace può venire solo da Gesù Cristo, nostro Salvatore e Redentore. Egli è la vera pace: la pace che viene da Gesù è pienezza di gioia, felicità totale, amore e frutto dello Spirito. E’ il bene più grande e più indispensabile al quale possiamo aspirare. Un incommensurabile dono divino con il quale, Dio rende felice l’uomo, a condizione che questo si apra a Lui, riconosca la propria piccolezza e peccaminosità e lo preghi a tal fine.

Dario: Quali sono gli altri messaggi?
Padre Petar Ljubicic: La Regina della Pace ci invita sempre: “Convertitevi, credete in Dio fermamente, pregate col cuore e digiunate”, questi sono i messaggi. Per poter avere la pace alla quale aspiriamo, la Vergine ci ha detto di credere fermamente in Dio. Senza una fede forte e attiva, è impossibile giungere alla pace. Essa è un dono divino che ci consente di donare a Lui tutto il nostro essere, in modo da sperare in Lui e vivere per Lui. La fede è un atto di donazione, totale fiducia completa in Dio. La Vergine desidera che tutta la nostra vita sia permeata da questo santo atto di fede. Una fede vera e viva non è possibile senza una conversione quotidiana, per questo motivo,la Vergine ci invita incessantemente a convertirci. La conversione è la grazia che accompagna sempre i passi di Dio. Convertirsi significa cercare sempre Dio, umiliarsi dinnanzi a Lui, ammettere il proprio male, i propri peccati e pentirsene. Convertirsi significa tornare a Dio rinnegando il peccato, Satana e i suoi desideri peccaminosi. Significa cambiare sé stessi, il proprio modo di comportarsi e la propria esistenza. Convertirsi significa unirsi sempre più a Dio col proprio cuore e col proprio essere divenire ogni giorno più sinceri, giusti, onesti, completi e santi. Questo è il compito di tutta la nostra esistenza.

Medjugorje sta diventando sempre più un luogo di grandi e sconvolgenti conversioni. Molti qui, iniziano una nuova vita e purificano la propria coscienza nel sacramento della Riconciliazione.

Dario: La Madonna ci insegna da molti giorni che bisogna pregare con il cuore. Cosa significa?
Padre Petar Ljubicic: Vuol dire di non pregare per abitudine. Pregare con il cuore significa soprattutto pregare con amore e con l’anima. Vuol dire pregare con tutto te stesso, corpo e anima, col cuore puro, che significa aprirsi contemporaneamente a Dio. Mettetelo al primo posto nelle vostre vite, abbandonatevi completamente a Lui, donategli fiducia e sperate in Lui ogni bene. Ciò significa essere disciplinati e umili, dedicati e affidabili. Donarsi a Dio in preghiera.

Secondo i messaggi della Madonna, pregare con il cuore significa vivere la preghiera come un incontro gioioso con Dio. Questo porta all’unione profonda con Gesù, significa sperimentare così la bellezza e la grandezza della grazia che Dio ci dona. Vuol dire inoltre ricevere grandi grazie. Pregare col cuore significa permettere a Dio di rimuovere tutti gli ostacoli da superare e permettere che la preghiera governi il nostro cuore in ogni momento.

Dario: La Madonna ha chiesto in più messaggi di pregare per i sacerdoti. Perché, secondo lei, questa attenzione particolare?
Padre Petar Ljubicic: Perché i sacerdoti sono continuatori dell’opera per la quale Cristo è venuto, morto e risorto. La Madonna ci chiede di pregare per i sacerdoti perché possano pienamente svolgere i loro doveri sacerdotali. Ogni sacerdote è chiamato a vivere la vita sulle orme di quella di Gesù Cristo, cioè nella castità, povertà, totale abbandono a Dio ed essere specialmente servi di Gesù. Ogni sacerdote deve essere cosciente che non c’è niente di più bello, elevato, migliore e Santo che annunziare la buona novella della salvezza, curare con i sacramenti di Cristo Gesù coloro che sono oppressi e stanchi sulla via della vita. L’atteggiamento ricorrente e comune, è quello di criticare i sacerdoti anziché aiutarli nel loro compito delicato, per questo motivo, la Madonna ci invita a diventare coscienti di ciò e a pregare per loro, in quanto anche i sacerdoti sono esposti oggi a grandi prove e tentazioni.

Dario: Che cosa possiamo dire sui segreti di Medjugorje?
Padre Petar Ljubicic: Quando una sera di 39 anni fa ho sentito che Mirjana mi aveva scelto per annunziare i segreti, ho inizialmente pensato che fosse uno scherzo. Successivamente, riflettendo, ho compreso che su una cosa così importante non si può scherzare. Questo pensiero non mi lasciava in pace. Mi sono domandato se tutto ciò potesse essere vero. Era incredibile che Mirjana avesse scelto proprio me per questo compito e questa missione. Tutto ciò era un grande onore, ma anche una responsabilità. Non so spiegarvi il perché, ma dentro di me non c’erano né paura né ansia.

Quando ho incontrato Mirjana lei mi ha domandato: “Sai già che anche tu dovrai annunziare al mondo i segreti quando arriverà il momento?”. Risposi: “E’ possibile tutto questo? ”. Era difficile per me trovare parole e sentimenti per dare una risposta. So solo che fui pervaso da un profondo senso di gioia e sicurezza.

Dario: Che cosa può dirci dei segreti e del loro contenuto? Quale messaggio trasmetteranno quando verrà il momento della loro rivelazione?
Padre Petar Ljubicic: I segreti, come dice la parola stessa, sono segreti e al momento non conosciamo il loro contenuto. Si può dire che riguardano avvenimenti particolari che accadranno in un determinato momento e luogo. Quando questo avverrà non ci è ancora dato saperlo, ma abbiamo il presentimento che ogni giorno che passa, ci stiamo sempre di più avvicinando a quel momento. Il messaggio di ogni segreto conterrà questo insegnamento: la vita che Dio ci ha donato, il tempo che viviamo sono doni di Dio per noi. E’ importante usare questi doni in modo sempre più consapevole e migliore, impegnandoci veramente nella sequela di Cristo e lavorando instancabilmente per la nostra salvezza, cioè dobbiamo averla impressa nel cuore in ogni istante. Non dobbiamo e non possiamo vivere come se non dovessimo rendere conto di come viviamo e di cosa facciamo, ma più di ogni altra cosa è importante essere pronti all’incontro con Dio vivente in qualsiasi momento. Se viviamo così allora non dovremo avere paura di nulla e non dovremo chiederci continuamente quando ciò accadrà. In questa disposizione, l’animo è sereno e saremo sempre pronti ad accogliere la volontà di Dio nella nostra vita.

Dario: Lei rivelerà tutti e dieci i segreti, in che modo? In quale dei 10 segreti è contenuto il segno visibile e duraturo che la Madonna ha promesso di lasciare?
Padre Petar Ljubicic: Quando verrà il momento di rivelare il primo segreto, Mirjana mi consegnerà dieci giorni prima qualcosa simile ad una pergamena dalle dimensioni di un foglio A4. La Madonna l’ha donata per ricordare quando sarebbe accaduto ogni segreto. In essa sono scritti tutti i segreti, ma io potrò leggere e rivelare solo il primo segreto. In quel momento, riuscirò a vedere solo quel segreto e non gli altri. Questo avverrà per ciascun segreto. In seguito dovrò digiunare e prepararmi per sette giorni consecutivi e poi, tre giorni prima, potrò rivelare cosa e dove accadrà esattamente, a quale ora e minuto preciso e quanto durerà ciò che è contenuto in quel dato segreto. Mirjana ha detto che i primi due segreti sono legati a Medjugorje e saranno ammonimenti e raccomandazioni. La Madonna è venuta nel piccolo villaggio di Bijakovići, parrocchia di Medjugorje, dove sta apparendo da 40 anni. Quando quei due segreti saranno rivelati, sarà chiaro a tutti che i veggenti hanno detto la verità e che le apparizioni sono autentiche. Il terzo segreto sarà il segno visibile sulla collina delle apparizioni al Podbrdo. Questo segno sarà una grande gioia per coloro che avranno accolto queste apparizioni come un dono del cielo e della Regina della Pace. Tale segno, sarà preciso affinchè molti si convertano e tornino a Dio. Non dobbiamo mai dimenticare che ora è il momento di pregare, iniziare un cammino di conversione, seguire Dio e decidersi per Lui, poichè dopo potrebbe essere troppo tardi.

Dario: Cosa potrebbe accadere dopo la rivelazione dei primi segreti? Quale sarà il futuro di Medjugorje?
Padre Petar Ljubicic: La Madonna ha ripetuto molte volte che questo è un tempo di grazia. Possiamo aggiungere che è anche un tempo di preghiera, di conversione, un tempo in cui abbiamo l’opportunità di purificarci spiritualmente e di scegliere Dio con gioia. Ogni attimo della nostra vita è molto importante e deve essere usato per questo fine, per questa possibilità, cioè per questo dono prezioso che ci fa il Cielo. Consacriamo ogni momento della nostra vita abbandonandoci completamente a Dio nella preghiera. Questo ci colmerà di gioia e sarà più facile portare il peso di questa vita. Sono sicuro che l’avveramento dei dieci segreti, ci aiuterà tutti ad essere più seri e responsabili, così che la nostra conversione sia sincera e vera nella nostra vita. Assisteremo certamente a segni miracolosi e a grandi conversioni. Tutte le conversioni e le guarigioni, spirituali o fisiche, di cui abbiamo testimonianza, sono un segno che il Cielo si è aperto sopra Medjugorje e che la Regina della Pace è venuta e si è fermata a lungo come non era mai avvenuto prima nella storia dell’umanità.

La rivelazione dei segreti sarà una grande gioia e consolazione per tutti. Tutti coloro che avranno creduto e si saranno impegnati a vivere secondo il Vangelo di Gesù, da credenti convinti, saranno felici e nella pace. Siamo testimoni di come ogni anno una moltitudine di pellegrini vengano qui a Medjugorje a pregare la Regina della Pace e il loro numero aumenterà sicuramente quando saranno rivelati i segreti. Quello sarà un segno che attirerà l’attenzione anche di chi in precedenza non aveva ascoltato la Regina della Pace. Il futuro di Medjugorje sarà comunque positivo, quel luogo rappresenterà ancora di più un invito alla preghiera e un’oasi di pace spirituale per tutti.

Dario: Le commoventi conversioni e le guarigioni miracolose sono la dimostrazione che le apparizioni sono autentiche. La rivelazione dei segreti sarà condizione necessaria affinché la Chiesa riconosca le apparizioni di Medjugorje?
Padre Petar Ljubicic: È mia ferma convinzione che le apparizioni di Medjugorje abbiano ad oggi già mostrato segni concreti e validi di autenticità. Lei ha citato commoventi conversioni e guarigioni miracolose. Insieme a tante altre, già due guarigioni miracolose risultano scientificamente provate. Adesso sono già sufficienti per riconoscere il carattere soprannaturale delle apparizioni. Ho raccontato la mia esperienza con numerosi pellegrini di Medjugorje nei miei due libri “L’invito della Regina della Pace” e “Tempo di Grazia”.

Durante i miei soggiorni all’estero, le persone che incontravo mi raccontavano che non potevano più immaginare loro vita senza la Regina della Pace e senza l’amore misericordioso di Dio che avevano sperimentato a Medjugorje. Le persone guariscono da tante malattie differenti, ritenute anche gravi e incurabili. Questo è un segno tangibile che Dio sta agendo per intercessione della Regina della Pace.

La rivelazione dei segreti sarà comunque condizione necessaria per il riconoscimento di queste apparizioni da parte della Chiesa.

Dario: Padre alla fine cosa suggerisce e cosa desidera comunicare a tutti?
Padre Petar Ljubicic: Carissimi, cos’altro potrei dire se non ripetere ciò che la Madonna afferma da 40 anni. Dobbiamo essere grati a Dio per tutto. Egli come Padre, ci ama ardentemente ed attende il nostro sì alla sua volontà, affinché realizziamo il piano che Lui ha su ciascuno di noi. Il suo piano, o meglio la sua Santa volontà, è che lo amiamo, che teniamo sempre in considerazione Lui e la sua benedizione per poter vivere felici e per giungere poi santamente alla salvezza eterna.

E’ necessario dire che la situazione odierna è davvero caotica, critica e molto complessa. Le crisi di gestione sono divenute un segno del nostro tempo, il mondo è anche bloccato in una grande crisi piena di angoscia. Questo è il minimo che si possa dire. Siamo tutti d’accordo su questo, l’uomo non è mai stato più incerto, ansioso, preoccupato, insoddisfatto, peccatore e malato. Non era mai stato in un’angoscia e sofferenza maggiori di quanto non sia oggi. Il presente è il momento più importante della nostra vita e quella di ciascuno. Forse adesso dipende la nostra eternità. Ricordiamo sempre carissimi che il momento presente ci è stato donato affinché, grazie ad esso, guadagniamo l’eternità. Ecco perché questo è fondamentale. Quanto è grande la grazia di sapere e di agire, di trasformare ogni attimo di vita in un momento di salvezza per noi stessi, per i fratelli e le sorelle. Il nostro Salvatore Gesù Cristo proprio oggi cerca delle anime devote, affezionate, coraggiose, intrepide e audaci per arrivare a coloro che sono lontani dalla salvezza.

Sia Cristo che noi non abbiamo mai avuto un’occasione più grande di quella attuale. Dio benedice, ama e salva tutti coloro che ascoltano queste parole.

Dario: Ecco Padre, grazie per la sua venuta e la sua testimonianza.
Preghiamo tutti la Madonna affinché questa testimonianza possa essere di benedizione e di beneficio spirituale per i nostri ascoltatori.
Cari ascoltatori di Radio Maria, grazie per la vostra attenzione. Alla fine Padre Petar dirà una preghiera di benedizione per tutti gli ascoltatori di Radio Maria. Un caro saluto e una benedizione di Dio da Medjugorje. Pace e bene.

Padre Petar Ljubicic: Preghiera per la benedizione mattutina.

Misericordioso, onnipotente, eterno e buon Dio, benedici questa mattina, anche questo giorno che mi hai donato che diventi un giorno di salvezza. Il giorno che per me è speranza per gli altri e per tutti intorno a me. Porta la benedizione, la pace, la gioia e la salvezza. Benedicimi all’inizio di questa giornata e tutto ciò che oggi farò, penserò, desidererò, tutto ciò che ti ho chiesto e per cui ti ho pregato. Possa il mio lavoro essere la benedizione per gli altri e fonte del vero amore e della felicità purissima. Benedici la mia famiglia, i miei figli, i miei amici e tutti coloro che oggi incontrerò, coloro che tu oggi mi manderai. Lascia che la tua potente benedizione aiuti coloro che anche oggi sentiranno il peso della vita e il tormento ansioso. Dio buono, Tu sai che siamo deboli peccatori, sai che le tentazioni sono grandi e che senza la tua benedizione non siamo capaci di sopportare né sopraffare le difficoltà, perciò ti crediamo, il tuo amore e la tua benedizione che sia per noi la forza e il sollievo nelle difficoltà e quando pensiamo di non potercela fare più, sii tu il nostro riposo, conforto per gli afflitti, feriti e tristi malati e ansiosi. Amen.

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Padre Pio e la Spagnola, un santo di fronte alla pandemia

Posté par atempodiblog le 12 février 2021

Padre Pio e la Spagnola, un santo di fronte alla pandemia
La Spagnola, l’influenza che tra il 1918 e il 1920 causò la morte di 50 milioni di persone, colpì anche Padre Pio e la sua famiglia. A causa del virus morirono la sorella Felicita e il nipote Pellegrino. Il santo da Pietrelcina visse quell’ulteriore sofferenza rimettendosi in tutto alla volontà di Dio. Fece un voto, impegnandosi a pregare solo per gli altri, e grazie alla sua intercessione molti guarirono. La Bussola intervista Stefano Campanella, autore del libro “La pandemia di Padre Pio”.
di Wlodzimierz Redzioch – La nuova Bussola Quotidiana

Padre Pio e la Spagnola, un santo di fronte alla pandemia dans Articoli di Giornali e News San-Padre-Pio-da-Pietrelcina

Oggi c’è il Covid-19. Un secolo fa c’era un’altra pandemia, la Spagnola, l’influenza che fra il 1918 e il 1920 uccise decine di milioni di persone nel mondo. Il nome, “Spagnola”, venne dato alla malattia perché all’inizio fu riportata principalmente dai giornali spagnoli. Siccome la Spagna non era coinvolta nella Prima Guerra Mondiale, la sua stampa non era soggetta alla censura di guerra che in altri Paesi nascondeva le notizie dell’epidemia. Fu una vera pandemia che coinvolse circa un quarto della popolazione mondiale, cioè 500 milioni di persone, causandone la morte di 50 milioni. Il tasso di mortalità fu così elevato che la Spagnola è passata alla storia come la più grave pandemia di sempre.

Non tutti sanno che la prima pandemia del XX secolo colpì anche un giovane cappuccino nel convento di San Giovanni Rotondo, Padre Pio, e la sua famiglia. In questi giorni è apparso un libro - La pandemia di Padre Pio. Discepolo dell’Addolorata - che racconta la storia del santo da Pietrelcina nel periodo della Spagnola e che è stato scritto da Stefano Campanella, direttore di Tele Radio Padre Pio e Padre Pio TV. La Nuova Bussola lo ha intervistato.

Stefano Campanella, com’è nata l’idea del libro?
L’idea è nata quando il convento dei cappuccini di San Giovanni Rotondo è stato colpito dal Covid-19. Nel periodo tra il 5 novembre e fine anno c’erano contagiati 12 frati su 20. Due frati anziani, già ammalati, sono deceduti per le complicanze causate dal virus. Io, avendoli frequentati, in attesa del tampone, sono rimasto in quarantena. E in quel periodo mi sono messo a cercare dei documenti su come Padre Pio abbia vissuto la pandemia della Spagnola. Ho trovato tanto materiale e ne è venuto fuori un instant book.

Allora la famiglia di Padre Pio fu colpita dalla Spagnola?
Sì, la Spagnola colpì anche la sua famiglia: a causa del virus morirono la sorella Felicita di 29 anni (25 settembre 1918) e il nipotino Pellegrino di 4 anni (tre giorni prima della madre). Felicita viveva con marito e tre figli a Pietrelcina, paese natale di Padre Pio. Quando si ammalò, sua madre andò a casa sua per accudire sia la figlia sia il genero e i nipoti. E si ammalò gravemente anche lei.

Padre Pio pregava tanto per i suoi familiari?
Vorrei ricordare un fatto importante: Padre Pio fece un voto al Signore nel quale si impegnò a pregare solo per gli altri, ossia non per ciò che riguardava sé stesso o gli affetti più cari, comprese la salute e la vita dei suoi familiari. Lui riuscì ad ottenere la guarigione dalla Spagnola di tante persone a San Giovanni Rotondo. Invece alle sue figlie spirituali chiedeva preghiere per i suoi, ovviamente anche per la madre. E, in questo caso, le preghiere furono accolte e sua madre guarì.

E Padre Pio fu contagiato?
Anche Padre Pio si ammalò. Avvertì i primi sintomi della Spagnola all’inizio di settembre 1918, poi si riprese e stette meglio intorno al 20 del mese. E proprio la mattina del 20 settembre celebrò la Messa che precedette la sua stimmatizzazione permanente. Ma dopo alcuni giorni ebbe una ricaduta, che lo portò ad essere indisposto fino alla metà di dicembre. Durante la malattia ebbe febbri molto alte e soffrì di broncopolmonite, causate dal virus. Ma la morte dei suoi familiari fu per lui motivo di ancora più grande sofferenza.

Dove si trovava nel periodo della malattia?
Si trovava nel convento di San Giovanni Rotondo, ma per non infettare gli altri frati e i seminaristi (allora quel convento era anche la sede del seminario dei cappuccini) fu costretto ad andare a dormire in una delle due stanze della foresteria. Una delle sue figlie spirituali gli portava da mangiare, restando nell’altra stanza e passandogli le vivande da una piccola finestrella.

Cosa sappiamo della vita di Padre Pio nel periodo della malattia?
Padre Pio visse il periodo della pandemia con grande altruismo, pregando per gli altri e non per sé stesso. E, in quella occasione, diede prova della grande forza della sua intercessione. Vorrei citare un episodio: una sua figlia spirituale aveva una sorella gravida in fin di vita a causa della Spagnola. C’era il rischio che morissero sia la mamma sia la nascitura e sembrava che non ci fosse più niente da fare. La donna corse da Padre Pio chiedendo le sue preghiere per la sorella moribonda. E lui rispose: «Quand’anche la vedessi spirare, devi credere che guarirà». In effetti quella donna guarì e diede al mondo una bella bambina.

Come mai hai dato al libro il sottotitolo “Discepolo dell’Addolorata”?
Volevo evitare che il libro restasse solo il racconto di una serie di fatti, sebbene già di per sé eloquenti, e stavo pensando al modo migliore per rendere più chiaro il messaggio spirituale che emerge dal modo con cui Padre Pio ha affrontato le ulteriori sofferenze inflittegli dalla pandemia di Spagnola: accettando la volontà di Dio e con l’altruismo che è la tipica espressione del vero amore. E questo è esattamente l’atteggiamento che ha caratterizzato l’esistenza della Vergine Maria, soprattutto quando dovette assistere alla passione e alla morte di suo Figlio. Non a caso, Padre Pio affermava: «Sotto la croce si impara ad amare». Egli ha, dunque, imparato dall’Addolorata e, dopo essere stato discepolo, con il suo esempio, è diventato a sua volta maestro di tutti coloro che vogliono essere suoi autentici devoti, divenendo suoi discepoli.

Ci sono persone che si definiscono figli spirituali di Padre Pio, che parlano delle previsioni apocalittiche riguardanti il mondo attribuite al Frate. Può confermare tali previsioni?
Assolutamente no. Bisogna stare molto attenti. Non basta dirsi “figlio spirituale” per essere credibile, se questa presunta figliolanza non è confermata dalle frequentazioni dimostrabili.

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La piaga del modernismo nella Chiesa

Posté par atempodiblog le 23 janvier 2021

La piaga del modernismo nella Chiesa
Da “La vera storia della Chiesa” – Trasmissione del 18 gennaio 2021 – Rubrica mensile condotta dalla professoressa Angela Pellicciari dagli studi di RADIO MARIA
Fonte: Radio Maria

La piaga del modernismo nella Chiesa dans Angela Pellicciari Angela-Pellicciari

Buon giorno amici, e Buon Anno! Un anno in cui io quando faccio gli auguri quest’anno dico: “Auguri di conservare la fede e la speranza!”, come ha detto Maria in uno dei messaggi da Medjugorje. Ci ha detto che siamo chiamati a testimoniare la speranza in un mondo che sembra far di tutto perché finisca, fa di tutto perché viviamo senza speranza. Però, siccome Dio è Dio, ed è onnipotente, ci dà la possibilità di vivere con fede e speranza.

Come è stato annunciato, parliamo del modernismo partendo dagli inizi del Novecento: questo secolo che si apre con feste scintillanti, con un’epoca che viene chiamata “Belle époque”, con Parigi che brinda a che cosa? Alla sovranità dell’uomo che, con la scienza, ormai può raggiungere tutte le vette.

In quel tempo abbiamo avuto le esposizioni mondiali con l’inaugurazione della Torre Eiffel nel 1989. Nel 1900 un’altra esposizione universale – sempre a Parigi – che viene visitata, pensate, da 50 milioni di persone. Siamo nel 1900 e la popolazione dell’Europa e del mondo è molto minore, e i viaggi non erano così facili. Questo è l’ambiente in cui si vive questa ubriacatura progressista, assieme a tanti scandali e corruzione come succede sempre quando gira un’immensa quantità di denaro.

In questo ambiente euforico, dall’altro lato c’è una realtà drammatica per la Chiesa cattolica, che è romana, perché qualche decennio prima Roma aveva cessato di essere la capitale dello Stato Pontificio. Con la “presa di Roma”, la città è stata espugnata dalla massoneria, con tutto quello che ciò ha comportato, nella volontà determinata di cancellare il cristianesimo anche dal cuore dei romani. Anche se, girando per Roma in ogni suo angolo troviamo icone di Maria, una chiesa, eccetera. Insomma, togliere il cattolicesimo dal cuore dei romani non è facile. Ma è proprio a quello che, con pervicacia, hanno da sempre lavorato i nemici della Chiesa.

Però Roma è caduta nel 1870. A questo proposito debbo dire che gli aspetti che tratterò sono in piena continuità con quanto detto prima di me dal Direttore di Radio Maria, padre Livio. Lui si riferiva all’oggi, mentre io parlerò di quello che è successo all’inizio del Novecento. Allora, in questo dramma in cui, da una parte c’è l’euforia, e dall’altra i cristiani che sono perseguitati ovunque, anche a casa loro, anche a Roma.

Questo è uno scandalo per la religione e per la fede! Ma come, ma non ci rendiamo conto della civiltà che la Chiesa ha costruito? Certo, nel mondo c’è sempre il peccato, non c’è mai la perfezione. siamo sempre insidiati dal peccato; la società è sempre insidiata dal peccato, ciò non toglie che nessun’altra civiltà, nessun’altra società al mondo ha realizzato le opere di carità (di santità e scienza), che ha prodotto la Chiesa. Nessuna, in nessuna parte del mondo e in nessun periodo storico. Di queste opere di carità il punto centrale è certamente Roma.

In quel tempo Roma si trova con un papa prigioniero. Non può uscire, non può dire nulla; è sbeffeggiato e deriso da tutti, e questo per il fatto che ha prevalso la visione del mondo che ha chiuso il Cielo. Non c’è più il cielo; non c’è più la speranza nel cielo, per questo ci troviamo con una sicumera della scienza che ci dice che, con il suo apporto, noi costruiremo un mondo senza più dolori. Sarà il regno della felicità. Questo aveva promesso il marxismo e questo promette la gnosi. Una felicità realizzata senza Dio, visto che la gnosi afferma che “Dio ci limita”, e quindi noi, così come ben descritto in Genesi 3, in cui il tentatore dice a Eva: “Dio è invidioso… Non vedi come ti limita? Ti ha detto lui cosa devi e non devi fare. Ma tu devi essere libera!”.

Ecco, è in nome di questa libertà, che Lutero ha tanto ingigantito, procurando delle enormi ferite dal punto di vista, non solo culturale, teologico, ma anche economico.

Scusate se sono un po’ lunga in questa introduzione, ma questa puntata dedicata al modernismo è una puntata un po’ complessa in cui bisogna affrontare tanti argomenti anche biblici, che è quello che cercherò di fare.

Allora, la lotta che il mondo moderno – da Lutero in poi è una lotta che, con la nascita della libera e sfrenata massoneria, si pone contro il dogma. Perché? Perché alla fine il dogma riprende alla lettera quello che Satana suggerisce a Eva: “Decidi tu cos’è bene e cos’è male”. Per questo si sente dire: “Perché il dogma? Tu sei nata per essere libera! Tu sei a immagine e somiglianza di Dio. Hai la libertà assoluta! Perché vuoi farti schiava?

Allora, questa lotta contro il dogma, inteso come un limite feroce posto alla dignità dell’uomo, questa lotta, la Chiesa, con il suo magistero, con i suoi papi l’ha combattuta per due secoli: dalla nascita della Massoneria moderna, nel 1717 a Londra, fino al pontificato di Pio X. Con Pio X non si parla praticamente mai di massoneria: questa associazione segreta a cui i papi hanno dedicato decine di pronunciamenti durante due secoli, culminati nella bellissima analisi che fa Leone XIII a proposito della massoneria nella sua enciclica che ha per titolo “Humanum genus”. ecco, tutto questo magistero, tutto questo sforzo fatto dalla Chiesa per mettere in guardia i cattolici dalle menzogne che vengono spacciate per verità, questo sforzo gigantesco fatto dalla Chiesa analizzando la massoneria in tutte le sue caratteristiche, presupposti filosofici, strategie, tattiche e obiettivi finali, tutto questo grandioso sforzo del magistero pontificio, col pontificato di San Pio X viene messo da parte. Perché? Per spiegarlo devo ricordare una cosa che ho detto nella precedente puntata, ma che è molto interessante, e riguarda l’apertura del conclave per l’elezione del nuovo papa, con un cardinale che entra papa e che, come spesso succede, esce cardinale.

Il cardinale che entra papa è il potente e molto influente e di grande cultura, è Mariano del Tindaro, Segretario di Stato di Leone XIII, (un filofrancese). All’elezione di Mariano Del Tindaro a papa mette un veto – attraverso il cardinale di Cracovia – l’Imperatore Francesco Giuseppe. Questa era una abitudine che i sovrani cattolici avevano raramente esercitato, ma che esisteva. Pertanto Francesco Giuseppe mette il veto. Questo veto diventa lo strumento provvidenziale di cui Dio si serve per fare eleggere al soglio di Pietro Papa Sarto . Egli sarà il primo papa santo del Novecento: San Pio X, che riprende il nome di Pio perché lui vuol collegarsi direttamente a Pio IX.

Prima di continuare con l’analisi su cosa fa papa Sarto, dobbiamo dire che lui non parlerà più di massoneria dato che ormai i papi precedenti ne avevano parlato in abbondanza. Lui parlerà di MODERNISMO. In fondo, che cos’è il modernismo? Il modernismo, detto con parole mie, è l’ingresso in forze del pensiero gnostico dentro la Chiesa.

Prima di proseguire voglio fare una premessa al discorso che stiamo facendo. Il discorso che stiamo facendo – come il discorso che ha fatto Padre Livio questa mattina –, è un discorso che esamina una situazione della chiesa che attualmente è drammatica. La situazione della Chiesa e del mondo all’inizio del Novecento è – come spesso succede –, drammatica.

Allora, che cosa illumina la realtà della Chiesa? la Parola di Dio, la Rivelazione. E, nella Rivelazione del Vangelo di Marco si dice chiaramente al momento in cui Gesù risponde a Pietro, che glie lo domanda: “Signore, noi abbiamo lasciato tutto per seguirti, ma tu, che cosa ci dai in cambio? Gesù risponde: “Il cento per uno!”. Hai lasciato un fratello, te ne trovi cento; una casa, te ne trovi cento, oltre a persecuzioni. Ma oltre a tutto ciò, la vita eterna. Quindi, che ci sia la persecuzione, che Satana scateni all’interno della Chiesa la persecuzione, questo è profetizzato da Gesù.

Qualche giorno fa, il 7 gennaio, per chi legge l’ufficio delle letture – come noi del Cammino Neocatecumenale facciamo su suggerimento dei fondatori Kiko e Carmen –, celebrava la festa di San Raimondo di Peignafort, un grande santo domenicano vissuto nel XII secolo. Bene, nella lettera di San Raimondo citata nell’Ufficio delle letture c’è questo suo discorso, che ora vi leggo: “Se il predicatore della verità, senza mentire (lo dice in riferimento a Marco), ha detto veramente che tutti coloro che vogliono vivere piamente in Cristo soffrono persecuzione, nessuno, io penso, viene escluso da questa regola generale”. Con queste parole egli ci dice che la persecuzione non è un evento che coglie i cristiani in un periodo preciso della storia e che poi, finito questo evento è finita anche la persecuzione, non è così! E la Chiesa l’ha sempre saputo, perché Gesù l’ha detto: “Avrai il cento per uno, assieme a persecuzioni, e alla fine la vita eterna”.

Però oggi noi analizziamo come la persecuzione dei cristiani si espande proprio dentro la Chiesa. Questo è il MODERNISMO. Poi ci si potrebbe chiedere: “Da dove viene questa persecuzione? Ovviamente l’autore delle persecuzioni è Satana, perché Satana odia Dio, odia Gesù Cristo, odia il Corpo di Cristo che è la Chiesa. Infatti, tutte le persecuzioni che Gesù profetizza dicendo che ci saranno sempre, come sempre ci sono state. Perché lo dico? Perché bisogna prepararsi a combattere, perché i cristiani debbono essere dei lottatori: non sono gente pigra, che sta ferma senza far nulla: è gente che è pronta a combattere. Se il mondo li combatte, essi sono pronti a ricevere il combattimento che il mondo gli scatena contro. Questo, alla fine, è anche lo scopo di Radio Maria!

Allora, questa persecuzione profetizzata e che sempre si rinnova, ha due fonti: una viene dall’esterno sotto forma di persecuzione, e l’altra dall’interno attraverso l’inganno e la seduzione. Quando nell’Apocalisse Giovanni dice che Satana, dopo aver cercato di distruggere la Madonna e il Bambino, senza esserci riuscito, va a fare la guerra ai discepoli di Gesù. L’apostolo Giovanni scrive nell’Apocalisse: “E si fermò sulla riva del mare”. Che cosa vuol dire questo? Vuol dire: “Anche tu vuoi camminare sulle acque? Tu pensi davvero che risorgerai? tu pensi che Gesù ti darà la vittoria? Povero illuso! Il mare ti uccide! prova a camminare sul mare, e troverai la morte!”. Questa è la funzione di Satana fermo sulla riva del mare, secondo me. Quindi, con le violenze, con le menzogne, con le torture, con le uccisioni, eccetera, Satana cerca di distruggere la fede in Gesù Cristo. Questa – come dicevo – è la prima modalità di persecuzione. La seconda, di cui parliamo oggi, viene dall’interno. Perché viene da dentro. Questo possiamo capirlo dal contesto che ho introdotto all’inizio.

Siamo in un momento davvero terribile per la Chiesa, perché è perseguitata ovunque perché questa realtà interna nega le bellezze delle scoperte anche scientifiche fatte dai cristiani nel corso dei 1900 anni di storia cristiana e facendo cadere sui cristiani il vituperio di un giudizio anche morale. “Guarda questi idioti che pensano solo al cielo e che non si danno da fare per migliorare la società!”, questa è una delle calunnie di quel periodo. (Ma non solo. N d t). Questa persecuzione che viene da dentro non nasce dal modernismo, che nasce nel Novecento. Perché se leggiamo il Nuovo Testamento, tutti i suoi autori mettono in guardia i fratelli. “State attenti, perché Satana opera anche al vostro interno, all’interno della vostra comunità! Infatti, San Matteo (7, 15-1) parla di “lupi rapaci”, e scrive: «Guardatevi dai falsi profeti, i quali vengono a voi vestiti da agnelli, ma dentro sono lupi rapaci».

San Paolo, negli Atti degli Apostoli avverte gli Efesini: “Persino tra voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perverse per attirare discepoli dietro di sé”. Anche San Pietro, nella Seconda lettera dice: “Ci saranno in mezzo a voi falsi maestri che introdurranno eresie perniciose, rinnegando il Signore che li ha riscattati e attirandosi una pronta rovina. Molti seguiranno le loro dissolutezze, e per colpa loro la via della verità sarà coperta di improperi”. Ecco, questa è la realtà. La realtà è che c’è la persecuzione da fuori e da dentro la Chiesa, con le eresie, anche se i fratelli sono pochi. Perché Satana è colui che suscita questo combattimento contro Dio, che avviene attraverso le eresie.

Quindi, che cosa devono fare i cristiani? Prima di tutto i cristiani devono conoscere queste cose. Dobbiamo saperlo, perché non siamo fatti per essere scemi! Siamo fatti per vedere i segni dei tempi che Dio ci manda, per analizzarli alla luce del Vangelo, del magistero e alla luce dell’analisi dei fatti, che è in fondo quello che stanno facendo padre Livio e Radio Maria in tutto il mondo.

Allora adesso vediamo che cosa fa San Pio X per combattere il modernismo. Il modernismo, che è LA SINTESI DI TUTTE LE ERESIE. Nel 1905, papa Sarto pubblica il CATECHISMO, che è un gioiello, perché si tratta di una lettura semplicissima che però fissa dei paletti. È come quando lo sciatore deve fare lo slalom: ha un paletto a destra e uno a sinistra, che gli servono per tener la giusta traiettoria, così il Catechismo. Innanzitutto il Catechismo inizia con tutte le preghiere che il cristiano deve conoscere e pregare. Le preghiere, infatti, sono le armi che abbiamo ricevuto da Dio e dalla Chiesa per combattere la buona battaglia della fede, come dice Paolo.

Allora, comincia con le preghiere, poi enumerando quali sono i vizi e quali le virtù. Tutto con una tecnica molto semplice di domande e risposte. una tecnica che facilitava il loro apprendimento a memoria. Esempio: perché Dio ci ha creati? eccetera. Un modo molto semplice per insegnare la dottrina cattolica e quindi un aiuto fondamentale. Il Catechismo è anche un baluardo, un aiuto nei momenti difficili, perché sappiamo che la nostra fede viene sempre messa alla prova e ogni giorno dobbiamo combattere per la fede, la speranza e la carità.

In effetti, ci sono momenti in cui ci si sente particolarmente scoraggiati. Qui, in quei momenti, questo tipo di catechismo è molto utile, perché ci ricorda la vita a cui siamo chiamati. In realtà, il cristianesimo non è altro che l’amore di Dio che si è rivelato perché possiamo avere la vita e non la morte! Dio è la vita! E siamo chiamati a ricevere questa Vita.

Poi, nel 1905, uscì il Catechismo. Nel 1900 fu pubblicato il decreto “Lamentabilis”, che è un elenco dei 65 errori della modernità che si sono infiltrati nella Chiesa. Questi due documenti formano un parallelo con il “Sillabo” di Pio IX e con l’enciclica “Quanta cura” in cui, nel 1864, sono elencati tutti gli errori in cui poteva cadere la ragione degli uomini dell’epoca. Perché lo fa? Lo fa per avvertire i fedeli, dicendo: “Attenzione, perché lì c’è un precipizio!”

Pio X fa lo stesso e, nel decreto Lamentabilis, elenca i 65 errori della modernità che si sono infiltrati nella Chiesa. Qui vediamo come la Chiesa è stata infettata. Da qualche parte questa infezione è entrata nella Chiesa.

Nello stesso anno, l’8 settembre, Pio X promulga la sua famosa enciclica “Pascendi dominici gregis”. Una meravigliosa enciclica la cui profondità è stata riconosciuta anche da molti oppositori filosofici e teologici. Questa enciclica affronta fondamentalmente la triste dissoluzione che ha attanagliato la Chiesa. Perché, qual è il punto? Il punto è che in un’epoca in cui la modernità trionfa, o sembra trionfare, in cui tutti cercano la felicità, la bellezza anche attraverso la scienza; in cui l’unica fede è quella del progresso e quindi la capacità dell’uomo di risolvere tutti i suoi problemi, ebbene, in questo momento il Papa è prigioniero, (perché i papi erano prigionieri nel piccolo Stato del Vaticano da subito dopo la conquista di Roma da parte dello Stato Sabaudo, nel 1870). Pertanto, Pio X, che regnò dal 1803 al 1814, era anche lui prigioniero in Vaticano. Bisognerà aspettare fino al 1929, dopo la firma dei Patti Lateranensi, perché la situazione cambi.

In questo contesto, molti nella Chiesa cominciano a pensare: “Sarà che ci siamo sbagliati? Possibile che abbiamo ragione solo noi e tutti gli altri si sbaglino? Forse siamo noi che abbiamo interpretato male? Certo, noi abbiamo avuto la Rivelazione, ma in fondo la Rivelazione risale a tento tempo fa e bisogna in qualche maniera adattarla alle esigenze di oggi. Non si può parlare di dogma in assoluto come se ci fossero delle verità eterne che non possono essere messe in discussione, perché la storia e gli uomini cambiano! in fondo è un assurdo mantenere fisso il dogma! Hanno ragione forse gli altri che dicono che noi siamo schiavi perché siamo obbedienti alla Rivelazione e al magistero?

Probabilmente hanno ragione! Bisogna che la Chiesa si svegli! Bisogna che la Chiesa si adatti al mondo! Mentre io dico queste cose, a qualcuno risuoneranno negli orecchi molte affermazioni che anche oggi, persino in diverse Conferenze Episcopali, a cominciare da quella tedesca, continuano ad offrire come possibilità. Bisogna cambiare! Bisogna cambiare!

Torniamo alla lettera Pascendi. Come definisce Pio X il modernismo? Lo definisce “LA SINTESI DI TUTTE LE ERESIE”. “Se qualcuno si fosse proposto di concentrare il succo, il sangue, di tutti gli errori che sono stati espressi fino ad ora sulla fede, non avrebbe potuto fare meglio di quello che hanno fatto i modernisti”. Quindi i modernisti all’interno della Chiesa seminano falsità sulla fede. Ma, che cos’è la fede? Paolo ci dice che “tutta la sapienza cristiana è racchiusa nella fede in Gesù Cristo! “Dominus Jesus”, ripeteranno il cardinale Ratzinger e papa Wojtyla. C’è solo la fede in Gesù Cristo, Nostro Signore, che ci salva, che ci porta la felicità. Nessun’altra fede! Però, in questo caso è la fede che è insidiata dai modernisti.

Continua Pio X: “I seminatori di errori non si trovano più solo fra i nemici dichiarati, ma, fatto che causa grandissima pena e moltissimo timore, si celano nel seno stesso della Chiesa. e sono tanto più pericolosi, quanto più sono nascosti!”. Certo, perché se io vedo uno che mi viene contro con un fucile e io so che è un mio nemico, capisco che mi vuole morto. Se avessi anch’io un fucile, magari gli sparo io per prima. In ogni caso so che quello mi vuole morto. Invece questi modernisti, innanzitutto, chi sono? Sono preti, sono vescovi, sono intellettuali, sono giornalisti, sono scrittori che – si dice – fanno parte dell’élite religiosa e culturale dell’epoca. Quindi, sono persone a cui normalmente il popolo presta fede. E certo, perché dovrei sospettare del parroco della mia parrocchia? O del rettore di quel seminario? Perché dovrei sospettare? Pio X dice: “Perché sono modernisti”. Perché tanti dissimulano la loro natura di nemici di Cristo e della Chiesa dal suo interno.

Vediamo ora come continua il ragionamento di Pio X: “I modernisti non macchinano i loro progetti distruttivi al di fuori di essa, ma al suo interno. di conseguenza, il pericolo si annida nelle stesse vene e e nelle viscere di essa, causandole un danno ancor più grave, perché essi la conoscono meglio”. E certo! Sono persone di chiesa. sono preti, sono intellettuali, sono persone – lo diceva prima padre Livio –, che sono appoggiate da tutta la stampa, da tutti i maggiori quotidiani nazionali e internazionali, che sono a favore di questi esponenti del modernismo. Prima non si chiamavano così, ma è con San Pio Decimo che vengono chiamati modernisti. Antonio Fogazzaro è uno di questi.

Allora, contro questa grande persecuzione che Satana suscita all’interno della Chiesa, Pio X indica alcuni rimedi, invitando, per esempio a controllare la stampa e i libri. Controllare, avere lo spirito critico! Questa è una cosa che vale sempre. Perché molti, quasi tutti sono tentati di dire: “Beh, è scritto dal tale personaggio; è scritto nel tal libro; l’ha detto la televisione, eccetera. E allora, cosa vuol dire?

Pensiamo forse che si tratti di cose da credere ciecamente? Per chi crede, solo il Vangelo, solo la Bibbia, solo il magistero sono da accogliere come verità, mentre tutto il resto è da mettere in discussione, perché tutto il resto può essere ispirato dal nemico dell’uomo, che si chiama Satana. (Dopo aver trascritto e tradotto fin qui, voglio fare questa osservazione: “Se il modernismo è per la Chiesa la madre di tutte le eresie, e come un cancro che la minaccia, così il relativismo e il progressismo senza valori stabili, incapace di riconoscere almeno una legge morale naturale, senza verità – se non quella del pensiero unico –, è il cancro che uccide ogni democrazia, portandola, come disse Giovanni Paolo II, verso un nuovo totalitarismo. N d t). E Satana – continua la prof Pellicciari – si serve anche di queste persone che sono all’interno della Chiesa per distruggere la fede. Non dobbiamo mai dimenticare che uno dei dodici apostoli si chiama Giuda.

Questo mi offre l’opportunità di vedere la differenza che c’è fra il nostro ragionare e quello di Cristo. Infatti Egli dice: “Non bisogna cogliere la zizzania adesso”, (cioè, non bisogna minacciare, scacciare, punire adesso tutti quelli che sono eretici e modernisti, nel senso che si rischia di fare di tutta l’erba un fascio e di distruggere anche l’erba. Perché il giudizio appartiene a Dio). Però questo non toglie che, al di là delle singole persone, L’ERESIA DEVE ESSERE SEMPRE CONDANNATA!

È un lavoro, una fatica a cui i cattolici, soprattutto i papi, non possono rinunciare, perché fa parte del loro ministero, cioè difendere il magistero; difendere il deposito della fede! E questo va sempre fatto. Pio X l’ha fatto con grandissimo coraggio, perché aveva tutti contro.

Ripeto allora: attenzione alla stampa; attenzione alle università e alle scuole cattoliche! Certamente, perché queste famose personalità che possono insegnare nelle università pontificie, poi fanno un danno enorme, perché formano tutti i sacerdoti. E se i preti sono formati in modo modernista, poi faranno un danno enorme ai loro fedeli, che saranno sviati nella loro fede.

La fine di questa lotta che Pio X combatte contro il modernismo, il 1 settembre del 1910, viene presentata nel motu proprio “Sacrorum altissitum”, in cui il papa impone un giuramento antimodernista a tutto il clero, ai superiori degli ordini religiosi, agli insegnanti di filosofia e di teologia nei seminari.

Ora qualcuno dirà: “Che esagerazione!”. Questo è evidente perché ormai questa gnosi spuria, questa gnosi moderna, che è la massoneria, era a suo agio dentro la Chiesa, per questo era un nemico terribile! Pio X ha fatto, come abbiamo visto, tutto quello che poteva, ma più di questo non poteva fare. Poi, ciascuno di questi (di ieri e di oggi), se la sarebbe vista, come capiterà a tutti noi, con Dio. Però Pio X ha fatto tutto il possibile per mettere sull’avviso che il modernismo è LA PEGGIORE ERESIA DI TUTTI I TEMPI, ed è LA SINTESI DELLE ERESIE, ed egli non poteva non combatterla, perché è un pericolo mortale

Quali sono le caratteristiche di questa infiltrazione della gnosi nella Chiesa, che sono anche le caratteristiche della massoneria, cioè la negazione di essere nemici della Chiesa? Loro infatti dicono: “Siamo noi i veri cattolici!” E Cattolici che capiscono molto bene qual è la dottrina di Gesù. Quindi capiamo che qui ci troviamo davanti a un nemico che Gesù definisce “Menzognero e omicida fin dal principio”. Quindi, questi modernisti, questo clero passato al nemico, che però rimane clero, è pericolosissimo!

I modernisti sono gnostici, quindi pensano di avere ragione. Loro hanno ragione, mentre gli altri – papi compresi – non capiscono niente. Quindi loro, che devono fare dal loro punto di vista? Si devono infiltrare nella Chiesa e, piano piano, guidare le masse, che non capiscono niente, alla verità del loro pensiero. Piano piano, facendo passare le loro idee con la menzogna, col veleno delle loro dottrine corrompitrici.

Teniamo conto inoltre che il modernismo è un fenomeno mondiale. Comunque, qui in Italia i più famosi modernisti sono stati due preti, entrambi scomunicati. Uno è Romolo Murri, e l’altro Ernesto Bonaiuti. Romolo Murri si riconcilia con la Chiesa un anno prima di morire, ed è una delle personalità che sono state all’origine della formazione della Democrazia Cristiana.

Ernesto Bonaiuti, che muore scomunicato, scrive così: (fate attenzione a quello che scrive, perché con le sue parole mette in mostra come Pio X avesse ragione, quanto profonda fosse la ragione di Pio X nel combattere questa eresia). Infatti Bonaiuti scrive: “Fino ad oggi si è voluto riformare Roma senza Roma, o magari contro Roma (Lutero), bisogna riformare Roma con Roma. Far sì che la riforma passi attraverso le mani di coloro che devono essere riformati”. Quale progetto ha in mente Bonaiuti? Ha in mente la creazione di una nuova chiesa, fatta a immagine e somiglianza della sua testa. “Che si debba infiltrare nella Chiesa romana per trasformarla in qualcosa di diverso da quello che è, facendolo dal suo interno. non con violenza, dall’esterno. Bisogna infatti aprire la strada al protestantesimo, ma un protestantesimo ortodosso”. (Come se il protestantesimo potesse essere ortodosso). “Un protestantesimo graduale, e non violento, aggressivo, rivoluzionario, insubordinato”. Questo è l’obiettivo dello scomunicato Ernesto Bonaiuti.

Sempre nella Pascendi, il papa si domanda perché questi personaggi, che non sono cattolici romani, rimangano all’interno della Chiesa. Perché? Pio X Risponde: “Perché hanno bisogno di rimanere all’interno della Chiesa per poter cambiare a poco a poco la coscienza collettiva”. Ecco perché rimangono nella Chiesa, perché altrimenti non sarebbero nessuno, quindi l’unica strada che hanno è quella di rimanere all’interno della Chiesa. Ecco, questo è il disprezzo che gli gnostici hanno per il popolo dei semplici fedeli. Tanto li disprezzano che pensano di essere incaricati da Dio a salvare questi poveri ignoranti che non capiscono niente. (Non è forse questo il comportamento dei maggiori mezzi di comunicazione del nostro tempo? Ma quanti sono – mi chiedo – quelli che sono in grado di scoprire l’inganno? N d t).

Questa è una caratteristica che va avanti dal tempo di Lutero. Ecco, qui ci troviamo di fronte a quella che Leone XIII chiamava “congiura contro la verità”. Si, perché qui abbiamo a che fare on intellettuali che scrivono testi di teologia e di storia, ma li scrivono apparentemente rimanendo cattolici, ma in realtà fanno una congiura contro la verità.

E continua il Papa: “Scrivono saggi storici, e, fingendo di cercare la verità, mettono in luce con grande attenzione e mal represso piacere, tutto ciò che sembra macchiare la Chiesa”. Allora, questi testi di storia, di teologia, di filosofia, che fanno? Mettono in luce, con malcelato piacere, tutto ciò che nella Chiesa non funziona, o perlomeno quello che, secondo il loro pensiero, non funziona.

Insomma, sono presi dalla vana bramosia che il mondo parli di loro. E sono certi che ciò non possa avvenire se continueranno a dire soltanto quello che fu detto sempre, e da tutti”. Questi atteggiamenti ci riportano all’inizio della storia umana, al terzo capitolo della Genesi. È l’ambizione, è la superbia, è l’orgoglio, che fa accettare ad Adamo ed Eva la seduttrice menzogna di Satana. È la superbia!

“E allora questi – dice il papa – vogliono essere seguiti; vogliono un gregge numeroso che li segua, perché se escono dalla Chiesa non hanno più nulla. Ovviamente, per differenziarsi dalla perenne dottrina della chiesa, devono creare delle false teorie. “Poi – continua Pio X – il pericolo è anche che questa gente gode di buona fama. Il nome e la buona fama degli autori, fa sì che tali libri siano letti senza alcun timore! e sono quindi più pericolosi perché portano a poco a poco al modernismo”.

Allora, se vogliamo fare il punto su quanto abbiamo detto fin ora, possiamo chiederci: “Qual è l’anima del modernismo?” La sua anima è la CORRUZIONE DELLA VERITÀ. E questi modernisti corrompono la verità. In che modo la corrompono? Mettendo in dubbio che la Rivelazione e il Magistero che la esprime, parlino agli uomini con una parola di Verità, che è assoluta. perché la verità è assoluta ed eterna. qui invece si mette in dubbio che la verità sia la verità. si mette in dubbio che esista la verità. Questa è la cancrena del pensiero moderno, del relativismo, che solo apparentemente è tollerante, ma in realtà è dogmatico; in realtà è totalitario.

Allora, i modernisti sostengono che il dogma si evolve. Ma come, cambia tutto sulla terra: guardate che conquiste meravigliose sta facendo la scienza, e noi dovremmo rimanere attaccati a un dogma, che è eterno?  Allora, se il dogma evolve, che cos’è la fede? Dicono che è un cieco sentimento religioso. Ma non è così. Nella fede non è in discussione il sentimento, perché non è che noi siamo sentimentali perché siamo cattolici. Siamo cattolici perché la nostra ragione dà il suo assenso alla Rivelazione. Perché ci rendiamo conto che la Rivelazione è la Verità! Per questo abbiamo la fede. Perché è la verità per quello che riguarda la nostra vita, e di quelli che conosciamo! Quindi, la fede non è un assenso sentimentale! Allora, ditemi, cos’è il sentimento? Non è un assenso dell’intelletto alla Verità rivelata da Dio.

Ora, questa lotta frontale che Pio X ha fatto contro il modernismo, noi, oggi, 2021, ci potremmo chiedere: HA AVUTO SUCCESSO QUESTA LOTTA? Beh, verrebbe da dire che il papa ha fatto tutto quello che ha potuto, ma non ha potuto arrestare il male dell’eresia, perché nessun uomo ha il potere di farlo. Solo Dio giudicherà alla fine dei tempi.

Allora, questo fatto deve forse portarci alla disperazione? Assolutamente no! Perché tutti noi, qualsiasi incarico abbiamo, qualsiasi lavoro facciamo (In questo senso Escrivá de Balaguer, con la sua Opus Dei, ha avuto una intuizione molto giusta e santa). Qualunque attività facciamo, noi abbiamo tutti i giorni modo di confrontarci con il peccato, che è dentro di noi; con la tentazione, che è dentro di noi! E siamo chiamati a vincere ogni giorno – dal papa, ai cardinali, ai vescovi, ai sacerdoti e ai semplici fedeli – la tentazione. Tutti siamo chiamati a combattere per la verità, anche se questa verità è sempre combattuta all’interno di questo mondo! Perché è così.

Quando ci sarà la giustizia allora? Ma Dio, non fa giustizia? Certo che fa giustizia! Ma la giustizia di Dio, la felicità piena si realizzeranno solo in Cielo, sempre che ci arriviamo. In Cielo, non qui sulla Terra! Sulla terra dobbiamo “combattere la buona battaglia”, come dice San Paolo. Come gli atleti, che per vincere – e uno solo vince –, si esercitano. e costa molta fatica esercitarsi nelle gare di atletica. Molta fatica! E così noi cristiani dobbiamo esercitarci a conservare la fede, la speranza e la carità “spes contra spes”, come dice Paolo ai Romani. E cioè, credendo contro ogni speranza Abramo si appresta a uccidere suo figlio, pensando che, spes contra spes, Dio onnipotente sarà capace di farlo risorgere. Questo dice Gesù nel Vangelo di Giovanni: “Vide il mio giorno e ne gioì”. Allora, noi ci dobbiamo abbattere per il fatto che questa lotta frontale contro il modernismo non abbia chiuso per sempre; non abbia messo la parola fine a questo cancro del modernismo? No che non ci dobbiamo scoraggiare per questo. Dobbiamo saperlo che è così!

E qui c’è un’ultima considerazione da fare, che è la seguente: in fondo l’islam da una parte, e la massoneria dall’altra, cosa pensano? Pensano sicuramente che Allah trionferà in tutto il mondo, e i massoni pensano che sicuramente il loro pensiero gnostico trionferà, si imporrà in tutto il mondo e tutti saranno felici in questa loggia universale che si apprestano a costruire. (Questo lo pensano certamente anche gli architetti del Great Reset (del Grande re-inizio) di quello che diventerà il Nuovo Ordine Mondiale (N.d.t).

Questa idea della vittoria, questa idea del Regno, questa idea della felicità piena, ce l’hanno i cristiani, o non ce l’hanno? Certo che ce l’anno! Eh, ma non la vediamo realizzata! Ma i cristiani, cosa sanno di questa vittoria, di questo Regno di Dio? Perché fino all’ultimo, Pietro, che da ebreo credeva nella profezia del futuro regno di Israele, che Gerusalemme sarà ricostruita e che i nemici saranno vinti per sempre. Allora, Pietro, al momento in cui Gesù, morto in croce e risorto, gli dice: “Signore, quando si realizzerà il tuo Regno?”. Insomma, questa cosa del regno, della vittoria, del trionfo della verità, della giustizia, della pace sul male, è insito in ognuno di noi!

Però noi sappiamo che la Rivelazione ci dice che la vittoria in questo mondo l’ha avuta pienamente Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo. E quando l’ha avuta? Quando ha trionfato sulla croce. Questa è la vittoria di Gesù Cristo. Perché è il trionfo? Perché è il trionfo dell’amore! Cristo è in croce per amore; non ci è costretto! Sta lì per Amore!

Sta lì per vincere la mia cattiveria; per vincere il peccato che sempre mi insidia! Per questo accettò la croce. Anche la vittoria dei cristiani avviene così, perché noi siamo chiamati a seguire le orme di Colui di cui serviamo il messaggio di salvezza. È ineludibile! Questo dobbiamo saperlo. La Croce è ineludibile per noi cristiani. E anche perché è stato profetizzato. Per questo Pietro chiede a Gesù: “Quando verrà il tuo Regno?”. Che cosa profetizza sulla storia l’Apocalisse? L’Apostolo Giovanni scrive che la storia non va verso la vittoria (apparente), nostra, sul male. No, il contrario! Questa è la profezia che dovremmo ricordare sempre per non mettere in dubbio la nostra fede e la nostra speranza, che però sono riposte in Dio e nel Cielo, non qua sulla terra! Perché sulla terra, dice l’Apostolo Giovanni nel suo libro, l’Apocalisse: “Alla bestia fu permesso di far guerra contro i santi e di vincerli. Le fu dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione.

Allora, visto che è così, noi dobbiamo aspettare la catastrofe senza far niente? Tutto il contrario! Perché Dio, che è amante della vita, si manifesta in questa attenzione alla vita che abbiamo tutti. Perché in fondo tutti vogliamo vivere; nessuno vuole morire!

Quindi la fatica di papa Sarto si inserisce in questo desiderio di vita nonostante tutto. E allora lui cosa fa? Nette in guardia i cristiani. Dice loro: “State attenti: non cadete nell’inganno! Questi vi vogliono ingannare, cioè, vi vogliono morti. Perché Satana ci vuole morti

Allora, abbiamo a che fare con un grande papa. Questo papa mi piace, non solo perché ha preso il nome di Pio, come il suo  predecessore Pio IX, che è stato um grandissimo e santo papa, ma anche perché trovo delle similitudini tra la Pascendi e uno dei libri più letti al mondo, che è “La Città di Dio”, scritta da Sant Agostino. Perché? Perché questi due scritti, molto diversi per dimensioni, affrontano lo stesso tema. In fondo Agostino deve rispondere a una sfida che il pensiero pagano fa ai cristiani.

Nonostante che nel 380 l’impero sia divenuto cattolico, nel 410 Roma viene saccheggiata. Alarico saccheggia Roma. Roma è eterna per i pagani, come lo è per i cristiani. Ma come, saccheggiata Roma? Allora i pagani dicono: “Ecco, ora lo potete vedere, questo è il frutto del vostro Dio che ha trionfato. E i nostri dei, quelli che sono veri, si sono arrabbiati e hanno permesso la devastazione di Roma”.

Questa lettura della storia era una lettura che meritava una risposta che doveva essere presa molto sul serio. E Sant Agostino  la fa. Ci mette vent’anni per scrivere il suo capolavoro, che è “La città di Dio”, rispondendo che non è così, perché deve illuminare l’intelligenza dei cattolici, e anche dei pagani, perché non credano a questa, che apparentemente è una considerazione che può avere delle tentazioni di verità.

Allo stesso modo, Pio X, nel 1907, con la Pascendi, risponde all’interrogativo o ai dubbi che vengono ai cristiani, per cui, in fondo, la vera fede che noi abbiamo e che è espressa nei dogmi che professiamo, questa vera fede non sia poi così invincibile; infatti il mondo l’ha vinta! Quindi forse noi ci siamo sbagliati a credere che questa Rivelazione e questo dogma siano eterni, senza ammettere nessun cambiamento nella dottrina. La radice a me sembra la stessa. La radice di difendere la verità nonostante  che alcune false apparenze possano seminare dei dubbi che vanno a insediarsi nella nostra mente.

Volevo parlare di altre cose, ma vedo che non ne ho il tempo. Quindi chiudo questa puntata ringraziando Dio per averci dato questo papa così coraggioso, così combattente, così forte quale fu San Pio X. Se guardiamo il volto dei due papi vediamo due volti pieni di pace, di armonia e di bellezza.

DOMANDE DEGLI ASCOLTATORI.  Primo ascoltatore.   La ringrazio per quanto ha detto e la seguo nelle sue “Pillole di cultura”. Ora le chiedo, facendo il parallelo col giorno d’oggi, come facciamo noi a capire qual è la verità, in mezzo a questa confusione e a tanta ambiguità?

Innanzitutto io colgo l’occasione che mi ha dato per parlare di un lavoro che faccio da mesi, e cioè “le pillole di Angela”, che sono dei brevi video – 4, 5 minuti, su questioni di storia o di attualità. Ci sono delle pillole contro la menzogna, contro il pensiero dominante, che racconta sempre balle, e, negli ultimi tempi ho convinto un gruppo di persone bravissime che, ciascuno nella sua materia, affronta gli argomenti culturali di sua competenza. PERCHÉ LA CULTURA È FONDAMENTALE! Infatti un uomo, un cristiano senza cultura non è un cristiano. Su che basi fonda la sua fede? Giovanni Paolo II diceva che “la fede porta sempre alla cultura”. Chi vuole, allora, può collegarsi al sito www.culturainpillole.com  e lì potete trovare dei brevi video in cui un giurista, un filosofo, una storica dell’arte, un teologo, un economista, eccetera, tutti bravissimi, che vi intrattengono sui loro argomenti. Queste pillole, che possiamo ascoltare quando ne abbiamo il tempo, sono un aiuto per la nostra fede, per la ricerca della verità, ma anche per trasmetterle agli altri.

Che questo sia un tempo di confusione non c’è dubbio. E la confusione ci fa felici? No! Allora, in questo tempo di oppressione e di confusione dobbiamo conservare, come ci dice Maria, la fede e la speranza. E come facciamo? Beh, c’è un unico modo che io conosca: è la preghiera. la preghiera incessante, chiedendo a Dio che abbia pietà di noi, della sua Chiesa e del mondo! Spes contra spem.

Buon giorno! Sono Grazia, e chiamo dal Veneto. La domanda che le pongo riguarda i da lei citati Bonaiuti e Lutero, con il loro riformare Roma con Roma. Insomma questa infiltrazione del pensiero protestante in modo dolce e dialogante. Le chiedo, questo è un rischio che si corre anche nel movimento ecumenico?

Tutte le cose presentano i loro rischi. Padre Livio poco fa diceva che la Comunità Europea è nata con un’idea buona, e adesso si è snaturata. In tutte le cose che facciamo c’è un rischio che deriva dal fatto che Satana si infiltra dappertutto. Perciò, ripeto, l’unica strada è la preghiera, nella certezza che Dio non ci abbandona. Come potrebbe, un Dio che è morto in croce per me?

Dice Gesù: “Quando voi chiedete al padre qualche cosa, può succedere che un figlio che chiede al padre un pane, riceva invece un serpente?”. Ovviamente no! A maggior ragione, se noi che siamo cattivi non diamo cose cattive ai nostri figli, tanto più Dio, che è la Bontà, l’Onnipotenza, la Misericordia, l’assoluta meraviglia, non ci darà cose cattive, ma ci darà la forza per sopravvivere e fronteggiare tutte le tentazioni in cui dobbiamo incorrere giorno per giorno! Anche perché – lo dice il Vangelo –: “Per purificare la nostra fede e perché la nostra fede purificata risplenda! Altrimenti, a che serve la nostra fede? Gesù ci risponde: “Voi siete il sale della terra…”. Se il sale perde il suo sapore, a che cosa serve? A niente, se non ad essere calpestato…”. Certo, signora, tutti abbiamo dei dubbi, però, come vanno affrontati?

La differenza sostanziale fra i cattolici e gli gnostici è che la risposta la dà Dio, non noi; non la nostra intelligenza; non le nostre paure! La dà Dio. Ma Dio interviene – lo ricordava prima padre Livio –: “è da 40 anni che la Vergine Maria appare per sostenere la nostra fede!”. Certo che Dio interviene! Quindi dobbiamo fare affidamento solo su di Lui!

Allora, con questa ultima risposta, auguro a tutti una buona giornata!

Publié dans Angela Pellicciari, Anticristo, Fede, morale e teologia, Padre Livio Fanzaga, Riflessioni | Pas de Commentaires »

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