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Aiuti per l’esame di coscienza

Posté par atempodiblog le 27 octobre 2008

 

Confessione:
aiuti per l’esame di coscienza

Tratto da ‘Il Giornalino’ di Radio Maria

Aiuti per l’esame di coscienza dans Fede, morale e teologia coscienzahz3

 

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Rivelazioni ufologiche

Posté par atempodiblog le 26 octobre 2008

P. Francois Dermine
Tomislav Vlasic e Stefania Caterina: rivelazioni ufologiche 
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P. Francois Dermine
Tomislav Vlasic e Stefania Caterina: rivelazioni ufologiche (II Parte)

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L’Anticristo

Posté par atempodiblog le 26 octobre 2008

L’ANTICRISTO
di AGOSTINO LÉMANN
CAN. ONOR. DELLA PRIMAZIALE DI LIONE, PROF. DI S. SCRITTURA E DI LINGUA EBRAICA PRESSO LA FACOLTÀ CATTOLICA
*Unica traduzione approvata dall’Autore del Can. BENEDETTO NERI

Si può leggere qui L'Anticristo dans Anticristo iconarrowrk7 http://www.radiomaria.it/documenti/repository/20071211122555.pdf

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Quella speranza che sconfigge la crisi in Borsa

Posté par atempodiblog le 18 octobre 2008

Quella speranza che sconfigge la crisi in Borsa dans Antonio Socci antoniosocci

Robert Hughes definì « cultura del piagnisteo » quella della sinistra politically correct. Ma anche la destra reazionaria vive di geremiadi. Il piagnone sommo, Oswald Spengler, le unisce. Da questi acquitrini di lacrime, nel XX secolo, sono nati frutti avvelenati. Oggi col crollo delle Borse tornano gli apocalittici. Stanno col culo al caldo, ma annunciano il tramonto dell’Occidente. Se si voltassero (« metanoia », convertire lo sguardo) vedrebbero l’alba di un tempo nuovo. E gente non disperata: i cristiani.

Certo, c’è il partito dei distruttori, dei pescecani che hanno prodotto lo sfacelo dell’economia. Ma c’è anche il « partito dell’aratro », di quelli che sembrano meno forti, come dice Péguy, ma che fanno la storia. Quando irruppero i barbari crollò l’impero romano e una civiltà millenaria fu travolta. L’economia crolla fino alla sussistenza, le campagne si spopolano, il continente si copre di foreste selvagge piene di lupi e briganti. Tutto sembra perduto per sempre e l’Europa regredisce all’età primitiva.

Eppure rinacque una civiltà più grande, bella e luminosa. Da alcuni uomini che cercavano Dio. L’unico che non passa, che non tramonta, l’eterna giovinezza. Lo ha spiegato il Papa, nel suo splendido discorso parigino: « non era intenzione dei monaci di creare una cultura e nemmeno di conservare una cultura del passato ». Volevano semplicemente conoscere Gesù Cristo. Gustare la sua presenza che non abbandona e non delude mai: « Jesu dulcis memoria/ dans vera cordis gaudia/ sed super mele et omnia/ Ejus dulcis praesentia… ».

Era la loro unica, struggente passione. Da cui venne tutto. Per questo salvarono la cultura antica. E « inventarono » il lavoro. Gesù lavoratore aveva nobilitato il lavoro manuale, un tempo ritenuto prerogativa degli schiavi, al livello divino della preghiera. Col lavoro i monaci trasformarono l’Europa devastata e selvaggia in un giardino fertile e rigoglioso. Uno storico scrive: « Dobbiamo ai monaci la ricostruzione agraria di gran parte dell’Europa », con tutto ciò che comportò in termini di alimentazione, benessere, esplosione demografica. « Educatori economici », li definì Henri Pirenne.

Il cristianesimo spazzò via la schiavitù e svegliò l’ingegno cosicché si inventarono macchine per sfruttare l’energia idraulica che « i monaci usavano per battere il frumento, setacciare la farina, follare i panni e per la conciatura ». I monaci insegnarono ai contadini a dissodare, bonificare, coltivare e irrigare, introdussero l’allevamento del bestiame e dei cavalli, l’apicoltura, la frutticoltura, i vivai di salmone in Irlanda, la fabbricazione della birra, l’invenzione del prosciutto, del formaggio e perfino dello champagne.

I cristiani inventarono gli ospedali, le università, la musica, coprirono l’Europa di cattedrali e di bellezza, inventarono la tecnologia, la scienza, la stessa libertà, l’economia moderna e la democrazia. I monaci avevano cercato solo il regno di Dio: il resto – secondo la promessa di Gesù – arrivò in sovrappiù. Fu il frutto di una liberazione dell’umano.

Il loro pensiero quotidiano era alla Gerusalemme celeste, l’incontro definitivo con Gesù. Ecco le travolgenti parole di un autore monastico del XII secolo: « Egli è il bellissimo d’aspetto, il desiderabile a vedersi, colui che gli angeli desiderano contemplare. Egli è il re pacifico, il cui volto tutta la terra desidera. Egli è la propiziazione dei penitenti, l’amico dei miseri, il consolatore degli afflitti, il custode dei piccoli, il maestro dei semplici, la guida dei pellegrini, il redentore dei morti, forte ausilio di chi combatte, pio remuneratore di chi vince ».

E oggi? Oggi il mondo è pieno di nuovi monaci. I mass media non se ne accorgono, perché un albero che cade fa più rumore di una foresta che cresce. Potrei riempire questo giornale con i loro nomi e le loro bellissime storie. Andate in Lombardia a conoscere Lorenzo Crosta che ha creato cooperative dove lavorano un centinaio di ragazzi, con handicap fisici e mentali, pieni di umanità, sorrisi e dedizione.

Andate a Teramo a vedere cosa hanno messo in piedi Ercole D’Annunzio e sua moglie, Enza Piccolroaz, partendo dal dramma di una figlia nata con una grave malattia: una delle più straordinarie strutture di riabilitazione del meridione, con un pullulare di altre opere anche di ricerca medico-scientifica. Ma penso anche ai detenuti del carcere di Padova che stanno diventando uomini nuovi e all’ultimo Meeting di Rimini hanno stupito e commosso tutti (ci hanno pure deliziato con i prodotti di pasticceria della loro Cooperativa Giotto).

Penso all’immensa opera del Banco alimentare che – nato dallo sguardo di carità di don Giussani – oggi letteralmente coinvolge milioni di italiani e dà da mangiare a un oceano di persone. E a quella stupenda cattedrale della speranza e della preghiera che è Radio Maria. E gli studenti che, invece di okkupare scuole e università dove svaccarsi, portano in giro per le strade i « cento canti » di Dante. E poi i tanti padri e madri di famiglia che sono veri eroi della speranza. E insegnanti come Mariella o Gianni che fanno scoprire ai giovani la Bellezza. E artisti pieni di fede, simpatia e talento come Francesco che ha dipinto il rosone duccesco del Duomo di Siena e si prepara a fare le vetrate della splendida cattedrale barocca di Noto. E lo scultore giapponese Etsuro Sotoo che continua l’opera di Gaudì alla « Sagrada Familia ».

Guardate i silenziosi volontari che lavorano nei Centri di Aiuto alla vita. E quel fiume di straordinarie donne e uomini di Dio su ognuno dei quali si potrebbe scrivere un libro, dalle clarisse di suor Milena, a Trevi, a quelle di suor Beatrice a Perugia, alle francescane di suor Chiara ad Assisi? Penso alle suore che assistono da anni Eluana Englaro e che supplicano: « lasciatela qui, ce ne prendiamo cura noi ». E i tanti religiosi che donano tutta la loro esistenza a sostenere la speranza dei disperati.

Penso a Stefano Borgonovo, l’ex calciatore del Milan e della Fiorentina ora malato di Sla: lui, la sua bellissima famiglia, i suoi amici. Leggete su « Tracce » che umanità e che forza! E i tanti malati che offrono la loro sofferenza e così letteralmente tengono in piedi il mondo. Andate a visitare la Casa di accoglienza « Don Dante Savini », a Perugia, che accoglie e assiste professionalmente malati terminali di Aids o di altre gravi patologie. Guardate i volti, gli occhi, dei giovani seminaristi che vivono alla Fraternità San Carlo e si preparano ad andare fino ai quattro angoli della Terra a portare il senso della vita a popoli assetati di Cristo. Non sono afflitti dal futuro dell’Occidente, perché hanno e gustano l’Eterno nel presente.

Così dissodare, irrigare, coltivare, amare, anche inventare, ingegnarsi diventano come la preghiera. Scoprite l’incredibile storia di Giuseppe Ranalli e della sua Tecnomatic che, nelle sperdute campagne dell’Abruzzo, oggi con un fatturato di 40 milioni di euro (+32 per cento nel 2008), lavora per le maggiori case automobilistiche del mondo grazie a brevetti rivoluzionari.

E Pippo Angelico, imprenditore brianzolo della Ceccato spa (settore manifatture di precisione) che – per un’amicizia nata al Meeting del 2005 – ha deciso di andare a investire a Napoli grazie al Centro di solidarietà che lavora nel Rione Sanità e che si fa carico di tanti problemi della povera gente . O scoprite « il circolino di Crescenzago », come lo chiama Giorgio Vittadini.

Mi fermo per mancanza di spazio (se Scalfari conoscesse tutte queste cose non avrebbe scritto ciò che ha scritto della Compagnia delle opere). Ma poi c’è il mondo. La stupefacente storia brasiliana di Cleuza e Marcos Zerbini e dei « Senza Terra », 50 mila persone spesso nipoti di schiavi, che hanno « scoperto » Comunione e liberazione. E i missionari che in India – come spiega padre Gheddo – stanno letteralmente capovolgendo le millenarie caste, restituendo dignità a milioni di Dalit? E donne straordinarie come l’infermiera Rose che in Uganda cura i malati di Aids? E la « resurrezione » della sua amica Vicky che è stata raccontata in un film premiato al Festival di Cannes da Spike Lee? Certo, molte cose tramontano. Ma se voltate lo sguardo vedrete l’alba di un giorno che non finisce.

Da Charles Péguy, Il mistero della carità di Giovanna d’Arco

« Non occorre che un acciarino per bruciare una fattoria. Occorrono degli anni per costruirla. Ci vogliono mesi e mesi, c’è voluto lavoro e ancora lavoro per far crescere una messe. E non ci vuole che un acciarino per dar fuoco a una messe. Ci vogliono anni e anni per far crescere un uomo, c’è voluto pane e ancora pane per nutrirlo, e lavoro e lavori di ogni genere. E basta un colpo per uccidere un uomo. Un colpo di sciabola e la cosa è fatta. Per fare un buon cristiano occorre che l’aratro abbia lavorato venti anni. Per disfare un cristiano occorre che la sciabola lavori un minuto. E’ nel genere dell’aratro lavorare vent’anni. E’ nel genere della sciabola lavorare un minuto; e di fare di più: di essere la più forte. Di farla finita. Allora noi altri saremo sempre i meno forti. Andremo sempre meno veloci. Noi siamo il partito di quelli che costruiscono. Loro sono il partito di quelli che demoliscono. Noi siamo il partito dell’aratro. Loro sono il partito della sciabola ».

di Antonio Socci
Tratto da: Libero – 17 Ottobre 2008

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Il Santo Rosario

Posté par atempodiblog le 2 octobre 2008

Giovanni Paolo II° disse: “il Rosario è la mia preghiera prediletta”, aggiungendo, “noi durante il Rosario guardiamo a Gesù con gli occhi di Maria”. Il Rosario è una preghiera cristologica e mediante questa la Madonna assolve il suo compito di ancella del Signore.

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Foto tratta da Vatican.va

Dalla newsletter di Radio Maria:

Ottobre è per eccellenza il mese del S. Rosario. il 7 Ottobre infatti celebriamo la memoria della Beata Vergine Maria del Rosario e il 13 Ottobre ricordiamo l’ultima apparizione a Fatima, dove la S. Vergine si è rivelata come la Madonna del Rosario.

Dio, nella sua misericordia, ha voluto attribuire a questa preghiera un’efficacia particolare, sia per conservare la fede, sia per difendere la Chiesa dai suoi nemici, sia per preservare il mondo dalla calamità della guerra. Il rosario infatti, in quanto rende presente Maria, è la più potente arma contro satana.

La Regina della pace ha voluto attribuire un’importanza speciale al rosario recitato in famiglia tutti insieme. In un momento di furioso attacco alla famiglia da parte delle porte dell’inferno, la corona ha il potere di legare il dragone e preservare la famiglia dalle sue insidie.

In questo mese offriamo alla Madonna il dono del rosario quotidiano della famiglia unita. Scenderà dal cielo una pioggia torrenziale di grazie.

Vostro Padre Livio

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Il dominatore del mondo

Posté par atempodiblog le 28 septembre 2008

IL DOMINATORE DEL MONDO di ROBERT HUGH BENSON

Il libro si può leggere integralmente qui Il dominatore del mondo dans Anticristo iconarrowti7 Il dominatore del mondo.

Inoltre… iconarrowti7 dans Libri Il volto umano dell’Anticristo.

div23di7 dans Racconti e storielle

Presentazione: Il processo di secolarizzazione dell’Occidente, prima di arrivare all’ateismo contemporaneo – l’odierno Dio non esiste -, ha dovuto percorrere alcune tappe. Tra le prime di esse, vi è quella che comporta il rifiuto della Chiesa Cattolica, sintetizzabile nel motto Cristo sì, Chiesa no. Dalla negazione della divina istituzione della Chiesa, è stato più facile passare alla negazione della divinità di Cristo – Dio sì, Cristo no – e, successivamente, all’ateismo. Il libro […] vuole risalire la china della deriva secolarizzante, concentrandosi sulla confutazione della prima, inelubile, tappa della modernità: quella della persistenza del Salvatore nella sua Chiesa, che – secondo monsignor Benson – è all’origine della pretesa cristiana.

Tratto da: Totustuus.net
Fonte: lucisullest.it

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Giaculatorie

Posté par atempodiblog le 4 septembre 2008

Giaculatorie dans Fede, morale e teologia Santa-Maria

“Le piccole preghiere” o “Giaculatorie” sono uno strumento semplice ma efficace per tenere viva l’orazione continua durante il giorno e la notte. “Giaculatoria” deriva da “Jaculum” e si chiama così perché è un “Giavellotto” indirizzato verso il Cielo.

La Regina della Pace ci ha più volte invitato ad animare la nostra giornata con queste brevi preghiere, in modo tale che non ci siano spazi vuoti, in cui la tentazione si possa insinuare e la tiepidezza possa prendere il sopravvento.

Ci sono le giaculatorie penitenziali, con le quali chiedere perdono a Dio dei nostri peccati. Celebre è quella del Pellegrino russo: “Signore Gesù Cristo abbi pietà di me peccatore”. Il loro scopo è quello di tenere il cuore nel giusto atteggiamento per essere graditi a Dio.

Ci sono le giaculatorie di fiducia e di abbandono, con le quali, specialmente nei momenti di difficoltà e di scoraggiamento, ci affidiamo ai Cuori di Gesù e di Maria: “Gesù confido in Te. Maria fiducia mia”. Esse ci mettono nella disposizione spirituale di ricevere le più grandi grazie.

La Regina della Pace ci invita a riempire la giornata di piccole, ardenti preghiere per tutti coloro che non hanno conosciuto l’amore di Dio. Sono le giaculatorie per la conversione, con le quali dobbiamo mettere sotto l’influsso della grazia i lontani, ma in modo particolare i nostri cari e le persone che conosciamo. Della salvezza della loro anima siamo responsabili davanti a Dio. Ti suggerisco quella che Gesù ha insegnato a Suor Maria Consolata Bertone: “Gesù, Maria vi amo. Salvate anime”.

[...] Aiutando la Madonna a portare a Gesù un’anima, abbiamo già salvato la nostra.

Padre Livio Fanzaga – RadioMaria.it

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Posizione ufficiale della S. Sede su Medjugorje

Posté par atempodiblog le 20 juin 2008

News Letter di Radio Maria

Posizione ufficiale della S. Sede su Medjugorje  dans Medjugorje gospa

Cari amici,

il 25 Giugno prossimo è il 27.mo anniversario delle apparizioni della Madonna a Medjugorje. Lo scorso anno sono affluiti nella celebre parrocchia dell’Erzegovina 2 milioni di pellegrini da ogni parte del mondo, di cui 600.000 italiani, e circa 35.000 sacerdoti.

E’ importante, sotto il profilo pastorale, che i pellegrini conoscano le direttive della S. Sede su questo evento, di fronte alle quali eventuali posizioni contrarie sono da considerarsi opinioni personali.

La posizione della S. Sede, esplicitata in vari Documenti (vedi nostro sito internet www.radiomaria.it sotto Medjugorje-Documenti) è stata recentemente sintetizzata da Sua Eminenza il Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, nel libro « L’ultima veggente di Fatima » – Ed Rai-Rizzoli – pag 103-107. Sua Santità Benedetto XVI ha voluto avvalorare il libro con una sua personale prefazione.

Al riguardo il Card. Bertone ha affermato:

1. « Le dichiarazioni del vescovo di Mostar riflettono un’opinione personale, non sono un giudizio definitivo e ufficiale della Chiesa ».
Questa dichiarazione taglia le gambe a tutti coloro che si avvalgono delle dichiarazione del Vescovo di Mostar per attaccare Medjugorje in nome della Chiesa.

2. « Tutto è rinviato alla dichiarazione di Zara dei vescovi della ex Jugolavia del 10 Aprile 1991, che lascia la porta aperta a future indagini. La verifica deve, perciò, andare avanti ».
E’ la S. Sede che a suo tempo non ha accolto il giudizio della commissione nominata dal Vescovo e ha deciso di affidare il caso alla Conferenza Episcopale della ex -Jugolavia. Quest’ultima ha lasciato la porta aperta a future indagini, essendo le apparizioni ancora in atto. Non è vero dunque che la Conferenza episcopale della ex -Jugoslavia abbia espresso un giudizio negativo.

3. « Nel frattempo sono permessi i pellegrinaggi privati con un accompagnamento pastorale dei fedeli ».
I pellegrinaggi privati sono quelli organizzati privatamente dai fedeli, o da agenzie laiche, e si specifica che è bene che siano accompagnati dai sacerdoti. Questa precisazione è molto importante, sopratutto per il servizio delle confessioni.

4. « Infine, tutti i pellegrini cattolici possono recarsi a Medjugorje, luogo di culto mariano dove è possibile esprimersi con tutte le forme devozionali ».
Viene qui ribadita l’assoluta libertà dei pellegrini di recarsi a Medjugorje, specificando che la Chiesa lo ritiene un luogo di culto mariano, dove è possibile partecipare alla S. Messa, Confessarsi, fare la Via Crucis, l’Adorazione al Santissimo Sacramento…e così via.
Questa, cari amici, è la posizione ufficiale della S. Sede su Medjugorje e queste sono le sue direttive, espresse dal Cardinale Segretario di Stato e avvalorate dal Santo Padre in persona.
Mentre esprimiamo la nostra gratitudine, assicuriamo loro la nostra preghiera alla Regina della pace, augurandoci che da parte di tutti ci sia obbedienza e umile sottomissione.

Vostro Padre Livio

P.S. Data la disinformazione on line su Medjugorje, fate circolare il più possibile questa news-letter

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Il mistero del male

Posté par atempodiblog le 22 mai 2008

È possibile conciliare la bontà e l’onnipotenza di Dio con la presenza del male? Da una conversazione tenuta dal prof. Giampaolo Barra a Radio Maria

Come possiamo dire che Dio è amore se poi noi vediamo tanto male che sembra trionfante nel mondo e nella nostra vita? Come possiamo accogliere il messaggio di amore e di salvezza di Dio se poi vediamo che sembra impotente di fronte al male? Questa domanda ha angosciato il cuore di tanti uomini anche sinceramente credenti, specialmente quelli che vivono una esperienza di sofferenza e di dolore. A questa domanda hanno tentato di dare una risposta insigni filosofi, ma la risposta più consolante resta quella cristiana e che nasce dalla fede che poggia sulla rivelazione di Dio. Per svolgere questa conversazione mi farò aiutare da un giovane e promettente filosofo, Giacomo Samek Lodovici, e di altri articoli che sono stati raccolti sul numero del Timone del mese di novembre 2006 all’interno del dossier « Dio e il problema del male ». Il problema del male e il tentativo il capirne il senso emerge costantemente nella vita dell’uomo specialmente di fronte alle malattie, alle guerre, alle stragi del terrorismo e alle catastrofi naturali. La domanda non si rivolge tanto alla sofferenza del malvagio, perché ci sembra giusto che chi ha sbagliato è giusto che meriti una punizione, ma si rivolge verso alla sofferenza delle persone innocenti, che non hanno colpe personali e che in vita loro non hanno mai fatto male a nessuno. Essendo l’uomo un essere razionale e dotato di intelletto cerca di capire il senso di queste realtà che noi genericamente chiamiano male e la cui risposta è difficile. La domanda si fa più pressante dunque quando ci troviamo di fronte alla sofferenza di chi è innocente, dei bambini colpiti dalla malattia o perché è capitato loro qualche disgrazia. Il bambino è l’immagine dell’innocenza e il vederli soffrire magari terribilmente angoscia il cuore di ogni essere umano degno di questo nome. Ma perché Dio permette ciò? Qualcuno si è spinto a muovere una specie di atto di accusa: se c’è Dio, come è possibile il male? Dov’era Dio ad Auschwitz? Se Dio esiste o il male sfugge alla sua sua onnipotenza (ma allora Dio non è onnipotente e non sarebbe nemmeno Dio) oppure Dio c’è ma non è buono (e sarebbe così complice del male nel mondo), oppure si deve riconoscere che Dio si disinteressa dell’uomo, che Dio c’è ma non ci ama, ci ha creato ma poi ci ha abbandonato al nostro destino lasciandoci in balìa della sofferenza e della morte. Nel tentativo di dare una risposta possiamo seguire una duplice strada. La prima strada è quella della ragione umana che non si serve dell’aiuto della Rivelazione e della fede, la seconda è la risposta offerta dal Cristianesimo e che non contrasta con la ragione ma la rende più completa.Ma iniziamo chiedendoci cos’è il male, cosa intendiamo con la parola male? Possiamo rispondere a questa domanda secondo 3 diversi punti di vista: quello ontologico, quello fisico e quello morale.

Secondo il punto di vista ontologico, cioé quel punto di vista che prende in considerazione l’essere, la filosofia ci dice che il male è una assenza di bene. Facciamo un esempio: quando definiamo la malattia come un male, in realtà stiamo definendo la mancanza di un bene, ossia l’assenza di salute. Pertanto il male, in sé stesso e indipendentemente da ogni bene, non esiste né può esistere perché non è un essere. Ciò implica che Dio non può aver fatto il male, essendo Dio creatore dell’essere, ossia di tutto ciò che esiste. Il male assoluto dunque non esiste.

Secondo il punto di vista fisico è la privazione di un bene fisico che appartiene per natura ad una cosa, che dovrebbe esserci e invece non c’è. Facciamo un esempio: noi consideriamo la cecità un male, ossia la mancanza della vista è un male per l’uomo perché per sua natura l’uomo deve vedere. La mancanza della vista, invece, non creerebbe alcun problema ad una pietra o ad una pianta perché la vista è una caratteristica della natura umana ma non di una pietra o di una pianta. Anche in questo caso Dio non può essere creatore del male essendo il creatore di tutto l’essere.

Secondo il punto di vista morale invece il male esiste. Secondo Sant’Agostino il male morale nella scelta consapevole di un bene minore rispetto ad un bene maggiore, ossia nella scelta di un bene più piccolo quando invece andrebbe scelto un bene più grande. Facciamo un esempio: il furto è un male morale, e con l’atto del rubare il ladro sceglie un bene minore rispetto ad un bene maggiore perché di fatto i soldi rubati ad un’altra persona in sé stessi sono una cosa buona dato che possono anche essere riutilizzati per fare del bene, ma rappresentano in ogni caso un bene più piccolo rispetto al rispetto del bene della persona che è stata derubata nella sua proprietà. Nessun uomo sceglie di fare il male perché crede che sia giusto fare il male, ma perché convinto di fare una cosa buona e ci sono casi in cui il male morale ha in sé anche qualche aspetto buono. Spesso il sadico prova pure del piacere a fare il male, ma il provare piacere in sé è un bene però in questo caso il piacere provato dal sadico è un piacere minore rispetto alla integrità della vita della persona a cui fa il male. Il male morale non può dunque essere additato a Dio ma sta nella libera scelta dell’uomo che agisce moralmente male infliggendo la sofferenza agli altri. Le guerre e molte altre sofferenze sono opera degli uomini e non di Dio.

La nostra natura di esseri umani è una natura limitata e la nostra ragione non è capace di capire tutto perfettamente perché facciamo continuamente esperienza dei limiti della nostra ragione e solo Dio ha uno sguardo assoluto sulla realtà. Il male dunque resta un mistero che solo Dio è in grado di decifrare perfettamente mentre noi possiamo tentare solo qualche vaga risposta. Il filosofo Samek Lodovici fa un chiaro esempio che ci aiuta a capire. Immaginiamo di trovarci davanti ad un quadro: se noi guardiamo il dipinto alla distanza di un centimentro può capitare di vedere una macchia scura che ci appare brutta e deforme. Se però noi ci mettiamo ad una distanza tale da permetterci di vedere il dipinto nella sua complessità ci accorgiamo che quella macchia oscura è in realtà un’ombra fatta bene che nell’insieme del dipinto ha un suo significato.

Se noi avessimo il punto di vista di Dio in modo da abbracciare tutto ciò accade in un insieme, potremmo arrivare a comprendere che Dio, tollerando alcuni mali, prepara sempre dei beni più grandi o ci evita dei mali maggiori. Facciamo ancora un esempio: una malattia fisica può essere così dolorosa da obbligarci a stare in ospedale e riteniamo questo fatto una disgrazia perché noi vediamo la nostra vita dalla nostra prospettiva. Forse però se noi potessimo guardare la nostra realtà dal punto di vista di Dio, magari potremmo capire che la sovverenza che in quel momento stiamo vivendo ci fa comprendere la nostra debolezza e la nostra miseria, il fatto che non siamo autosufficienti, che non siamo superuomini, e ciò potrebbe indirizzarci sul sentiero dell’unico bene che non delude: Dio. Quante volte si sono sentite storie di convertiti a Dio dopo un lungo calvario di sofferenze. Può anche essere dunque che Dio abbia permesso, non voluto ma permesso, un male per ricavarne un bene superiore come ad esempio il bene della fede. A volte i mali che ci capitano non propiziano un bene a noi stessi ma alle persone che ci amano e agli altri. Quante volte la sofferenza di una donna evita ad esempio mali maggiori al marito, ai figli o alla famiglia, dal momento che c’è un legame tra gli esseri umani.

E la sofferenza di un innocente come si spiega? Se ci mettiamo da un punto di vista estraneo alla fede, tale sofferenza rimane un assurdo e una crudeltà senza senzo. Se chiediamo aiuto alla fede allora la sofferenza di un innocente può trovare un barlume di senso e di significato. Può essere che senza questa croce la persona si sarebbe allontanata da Dio (cosa che è il male più grande che ci possa capitare), può essere che l’innocente sconti una pena rispetto ad altri che non l’avrebbero portata e che si sarebbero persi. San Tommaso ci insegna che tutti i mali che Dio permette sono sempre orientati ad un bene che non sempre è il bene di colui che subisce il male, ma talvolta è orientato al bene di altri o anche di tutto l’universo. Non si tratta di una risposta irragionevole e che libera il problema da tutti i misteri, ma ci lascia uno spiraglio di luce: tutti i mali sono orientati al bene. Cosa che non non capiamo pienamente ma che noi sappiamo in base alla Rivelazione. Dio dunque tollera e permette, ma non fa, il male per evitare un male peggiore o per trarne un bene.

Il male morale ha la sua causa nella libera scelta dell’uomo. Se Dio con la sua onnipotenza impedisse all’uomo di fare il male morale dovrebbe togliere all’uomo la causa di questo male morale ossia la sua libertà, ma ciò porterebbe l’uomo ad essere come gli altri animali. Facciamo un esempio: nessuno accusa un leone di aver commesso un male morale quando sbrana una gazzella perché quando il leone ha fame non ha la libertà di scegliere se uccidere o meno una preda ma segue l’istinto di soddisfare la sua fame ed obbedisce a questo istinto. L’uomo invece è diverso perché l’uomo è un essere libero.

Inoltre Dio si interesa premurosamente dell’uomo: Dio infatti ha voluto creare l’uomo libero senza averne alcun bisogno. Se infatti Dio è sommamente perfetto, quando ha creato l’uomo non ha aggiunto qualcosa a sé stesso cioé non è diventato più contento, più potente o più perfetto perché Dio sarebbe stato perfetto anche senza l’uomo. Dio ha creato l’uomo per un gesto di amore gratuito e ciò implica che Dio si interessa premurosamente all’uomo. Per il Cristianesimo la sofferenza è stata introdotta nel mondo dall’uomo e non da Dio ed è la pena per quella colpa che si chiama peccato originale. Il Cristianesimo però ci dice anche qualcosa di più, e si tratta di una novità strabiliante rispetto a tutte le altre religioni: che Dio si è fatto uomo, pur senza il peccato, ed ha assunto la natura umana compresa la sofferenza, sperimentando la sofferenza della crocefissione che è il culmine del dolore fisico e psicologico (cioéquello derivante dal tradimento degli uomini che aveva amato). Dio, quando gridò dalla croce «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato!», sperimentò il massimo del male che può capitare ad un uomo: la lontananza e l’abbandono da Dio. Si tratta dell’esito del peccato che Gesù sperimenta pur senza avere il peccato. Il Cristianesimo ci aiuta dunque a scagionare Dio dalla accusa di essere onnipotente ma indifferente all’uomo. Dio facendosi uomo non è rimasto indenne al male e alla sofferenza e non guarda all’uomo distrattamente o indifferentemente, ma si è incarnato per amore infinita e ha patito nell’uomo Gesù Cristo le più atroci sofferenze fino alla morte in croce. Quindi è impossibile accusare Dio di averci lasciato a soffrire da soli.

Qui è necessaria una precisazione di carattere dottrinale: Gesù come Vero Dio non soffriva ma come Vero Uomo in tutto simile a noi tranne che nel peccato ha sopportato il massimo del dolore concepibile in una persona non solo dal punto di vista fisico ma soprattutto dal punto di vista morale, sperimentando il male massimo che si potesse immaginare per una persona. Il perché di questa strada per redimere l’umanità non la sappiamo perché non riusciamo a penetrare così in fondo questa realtà. Scegliendo però questa strada il Signore ci indica la via della speranza, e ci dice che la via della croce, pur essendo dura, è comunque sopportabile e ci ha mostr che dopo il Calvario c’è la resurrezione.

Se dunque per gli altri la sofferenza dell’innocente resta uno scandalo, nel Cristianesimo resta piuttosto un mistero il cui senso ultimo ci sfugge, anche se ci viene garantito che la sofferenza dell’innocente è sempre feconda, e la garanzia ci giunge da Gesù Cristo, cioé da quell’innocente per eccellenza che ha sofferto e dalla cui soferenza è emersa la possibilità di guadagnarsi la salvezza eterna e il Paradiso. In tal modo anche la sofferenza di una persona buona o di un bambino innocente o degli ammalati partecipa alla redenzione operata da Cristo in favore di tutti gli uomini. La sofferenza dunque può essere offerta a Dio così come Gesù Cristo offrì la sua sofferenza al Padre chiedendo che in cambio la trasformi in bene per noi che soffriamo, per le persone care e per l’universo intero. Nel Cristianesimo guardando Cristo abbiamo un esempio di come si porta la croce e un amico che ci aiuta a portare la croce e che rende feconda la sofferenza. Si tratta di una consolazione che non cancella l’orizzonte della sofferenza dalla nostra vita ma che però le dà un significato ed una prospettiva: quello del premio che arriverà alla fine del cammino doloroso della « valle di lacrime ».

trascrizione e adattamento: A. Galli – Holy Queen

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Gianni Morandi: “Alla musica preferisco Radio Maria”

Posté par atempodiblog le 16 mai 2008

Gianni Morandi, l’eterno ragazzo della canzone italiana, ora vive una Fede adulta: “Ho ritrovato Dio e alla musica preferisco Radio Maria”
di Bruno Volpe

CITTA’ DEL VATICANOL’eterno bravo ragazzo di Monghidoro va a Messa regolarmente, vive la sua fede con intensità e alla musica preferisce i programmi di Radio Maria e le prediche di Padre Livio Fanzaga. Gianni Morandi (nella foto), uno dei cantanti italiani più conosciuti e apprezzati nel mondo, si ‘confessa’ e per la prima volta accetta di parlare, in esclusiva con ‘Petrus’, del suo essere cattolico.

Morandi, cosa rappresenta per Lei la Fede?
“Quanto di più intimo possa esistere. E nel mio caso, anche una piacevole riscoperta. Veda, mio padre era ateo, mia madre profondamente credente. Sino all’età di quarant’anni sono cresciuto come se Dio non esistesse, poi tutto è cambiato…”.

Ci spieghi come…
“Mi ha molto aiutato il Parroco di Monghidoro, il mio paese natale. E’ anche grazie a lui che ho incontrato Dio e mi sono avvicinato al creato. Diciamo che mi sono reso conto che sino a quel momento avevo vissuto una vita di successi artistici, di danaro, ma anche intimamente ed estremamente vuota. Ho avvertito un terribile senso di sazietà interiore, di frivolezza, ed ho deciso di voltare pagina. E’ così che mi sono intimamente convinto che solo in Cristo esiste vera concretezza,vera gioia e serenità”.

Qual e’ la  Sua concezione di cristianesimo?
“La preghiera è importante, decisiva. Ma anche il mettere in pratica il comandamento dell’Amore. ‘Ama il prossimo tuo come te stesso’. Se tutti noi lo facessimo davvero, saremmo più liberi e felici. Il cristianesimo è la religione del sì e della gioia”.

Nella società moderna si parla sempre meno di Dio…
“Purtroppo è vero. Si straparla eccessivamente di cose fatue e viene messo da parte il Trascendente. Credo seriamente che si debba recuperare la cultura del silenzio – il dolce suono del silenzio – e saper ascoltare se stessi, gli altri e ciò che ha da dirci il Signore”.

Morandi, il Suo è un richiamo a riscoprire l’interiorità…
“Esatto. Abbiamo bisogno di guardarci dentro e meditare. Oggi viviamo freneticamente, tra suoni, rumori, luci, ricerca della ricchezza e del potere. Ma quando mai ascoltiamo il silenzio e ammiriamo la bellezza del creato che solo Dio ci sa donare?”.

Sia sincero: la morte Le fa paura?
“Confesso la mia debolezza: sì. Diciamo che non mi sento ancora pronto”.

Quale canzone dedicherebbe a Benedetto XVI?
“Non una del mio repertorio ma ‘Che cosa resterà di me’ di Franco Battiato. E’ bellissima e intensa. Quando la ascolto, mi chiedo sempre: sarò capace di lasciare qualcosa di tangibile e di bello agli altri?”.

Cosa Le piace ascoltare di più alla Radio?
“I programmi e le catechesi di Padre Livio Fanzaga trasmessi da ‘Radio Maria’. In particolar modo quando viaggio in autostrada, non cambio frequenza neanche per un istante”.

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Lettera di un bambino abortito alla madre

Posté par atempodiblog le 14 janvier 2008

E’ stata:
· Letta a Radio Maria
· Pubblicata sulla rivista telematica Pathway Journal di ottobre 1999
· Pubblicata sulla rivista Teologica n.23
· Pubblicata sulla Rivista « Medjugorje Torino »
· Pubblicata nel sito lavoce.an.it
· Pubblicata nel sito genitoricattolici.org

Cara mamma,

tu non mi conosci in quanto, quand’ero ancora nel tuo grembo, hai deciso che la mia vita venisse soppressa con l’aborto. Ma, rifiutato dagli uomini, sono stato raccolto dal Signore che ha detto: « Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai » (Is. 49,15). E Dio d’amore, in virtù dei meriti di Gesù Cristo e delle preghiere della Chiesa e di tutti i santi, mi ha portato nel Paradiso.

Essendo morto da piccolo, non in grado quindi di compiere il bene ed il male e di discernerlo, non sono stato sottoposto al giudizio come invece accadrà a te ed agli altri uomini nel momento della morte. Io so che sei stata sedotta da certi falsi maestri che, come Lucifero con Eva, ti hanno fatto credere che si trattava « solo di un’interruzione della gravidanza », mentre il Papa con l’enciclica « Evangelium vitae » ha chiarito che invece è un peccato mortale. So che non hai mai letto la Bibbia e neppure tale enciclica, mentre preferivi passare ore davanti alla televisione, strumento utile ma che gli uomini hanno reso un moderno vitello d’oro. Se tu avessi letto la Parola di Dio avresti meditato il libro sapienziale del Qoelet che insegna « Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo« . Avresti quindi atteso il momento propizio per compiere quegli atti d’amore che mi hanno dato vita in un momento per te indesiderato. Credendoti libera ed emancipata secondo le teorie del mondo, ti sei trovata « prigioniera » della mia presenza che ti avrebbe impegnata in compiti e responsabilità per le quali non ti sentivi matura. Nonostante i consigli di chi, ispirato da Dio, ti stimolava ad affidarti comunque alla Sua provvidenza, come fece Agar nel deserto ed altre donne bibliche antesignane di Maria Santissima che ha avuto la massima fiducia in Dio, tu hai preferito sbarazzarti di me. Padre Pio, durante la confessione di una donna che aveva abortito, le mostrò in visione un papa osannato dalle folle dicendole che Dio aveva progettato per suo figlio un tale ruolo. Ma io, dal Paradiso, ti amo lo stesso e prego perché tu ti salvi. In molti casi la preghiera dei bambini abortiti è l’unica orazione, unita a quella di qualche familiare, recitata incessantemente a favore della loro madre. Se sentirai dei rimorsi, sappi che, come è successo a tante madri che hanno abortito, tali rimorsi sono una grazia che va accolta e perfezionata con la confessione del tuo grave peccato, che il Signore d’infinita misericordia arde dal desiderio di perdonare; ma non può farlo senza il tuo pentimento. Non trascurare tale grazia ed affrettati a sbarazzarti del grave peccato. Da tale peccato devi liberarti il più presto possibile per la tua serenità e per la gioia di Dio che ha detto « Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione » (Lc. 15,7). Poiché ti amo non desidero che tu, incurante dei richiami alla conversione ed al pentimento, finisca nell’inferno che esiste ed è esattamente come la Madonna, mia Madre in cielo, l’ha mostrato ai veggenti di Fatima e di Medjugorje. Anche se andrai da medici o psicologi per tentare di allontanare il « rimorso provvidenziale », nessun di loro potrà mai cancellare la tua colpa, ma un sacerdote sì.

Tuo figlio mai nato.

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L’intervista di Padre Livio a Vicka (2008)

Posté par atempodiblog le 7 janvier 2008

Diretta da Medjugorje,
2 Gennaio 2008 (h 14:30-15:30)

L'intervista di Padre Livio a Vicka (2008) dans Medjugorje medj_vicka4

PADRE LIVIO – Cari amici di Radio Maria, buona giornata a tutti. All’inizio di questo nuovo anno abbiamo la grazia di avere in diretta la veggente Vicka che è qui con noi a Medjugorje, luogo da cui trasmettiamo via collegamento telefonico. Innanzitutto vorrei che Vicka facesse un saluto e ci rassicurasse sulle sue condizioni di salute.
VICKA – Carissimi ascoltatori sono contentissima di poter stare qui oggi con Padre Livio, ma sono ancora più contenta di potervi trasmettere quello che la Madonna dice a me e che io posso così dire a tutti voi.
PADRE LIVIO – Siccome è da qualche mese che non hai potuto avvicinare gli ascoltatori e i pellegrini a causa delle tue condizioni di salute vorrei chiederti come stai ora.
VICKA – Io ora sto bene, davvero.
PADRE LIVIO – Ho visto che nei giorni scorsi hai accolto i pellegrini stando anche parecchie ore al freddo, ed eravamo anche a -8 e -10 gradi. Però ho notato che hai sopportato bene questo sforzo.
VICKA – Questa piccola cosa che riguarda la salute è capitata nello scorso mese di maggio. La Madonna ha voluto forse mettermi alla prova, mi ha chiesto questa piccola sofferenza ed io sono stata contentissima di accettarla. Io dico sempre alla Madonna che sono pronta ad accettare con tutto il cuore e con amore tutto quello che mi viene chiesto. Io ora però sto bene.

27 anni di apparizioni

PADRE LIVIO – Siamo ormai al ventisettesimo anno delle apparizioni. Si tratta di un lunghissimo tempo, quasi un terzo della vita media di una persona. Dopo questi 27 anni, come ti sembra che sia stato accolto il messaggio della Madonna?
VICKA – Quando si parla di 27 anni, sembra che sia trascorso moltissimo tempo. A me però non sembra così, perché il tempo mi sembra che sia volato via velocemente. Sono 27 anni in cui le Madonna è rimasta in mezzo a noi e 27 anni di grandi grazie. Noi non possiamo immaginare quale valore abbia questa sua presenza in mezzo a noi. In realtà questo periodo non è troppo lungo, ma troppo corto! Dico troppo corto in riferimento alle grazie che abbiamo qui! Io dico sempre che finché abbiamo la Madonna qui in mezzo a noi, abbiamo la sicurezza di una protezione materna particolare.
PADRE LIVIO – Però la Madonna ha detto che in questo periodo molti hanno risposto alla chiamata, ma anche che molti si sono persi per strada.
VICKA – Io voglio sempre seguire quello che la Madonna vuole. La Madonna ha detto di essere contenta per tutti i pellegrini che giungono qui a Medjugorje, ma di essere ancora più contenta per coloro che giungendo qui, che accolgono il suo messaggio e che lo portano anche agli altri. Ognuno di noi deve essere portatore di questo suo messaggio. Noi molte volte cominciamo a vivere questo suo messaggio, ma poi arriva il momento in cui ci stanchiamo, ci fermiamo e non proseguiamo più. Per questo la Madonna ci invita sempre a proseguire con costanza giorno per giorno.
PADRE LIVIO – Una delle obiezioni che vengono portate avanti, anche da personalità autorevoli della Chiesa, riguardano la durata di queste apparizioni. Tu ti sei mai fatta questa domanda: perché questo lungo periodo in cui la Madonna viene qui tra noi? Che risposta ti sei data?
VICKA – Questa è stata anche una obiezione dei nostri sacerdoti. Una volta abbiamo chiesto alla Madonna quanto ancora sarebbe rimasta tra noi, e lei ci ha risposto: « vi siete già stancati di me »? Questa domanda non l’avevamo però fatta per nostra curiosità, ma perché altri ci avevano fatto domandare questa cosa. Altre volte la Madonna ci ha detto « io sono madre di tutti voi, vi amo con lo stesso amore, e sono venuta per salvarvi tutti ». Io sono sicura che la sua presenza così lunga tra noi sta a significare la sua attesa, il fatto che ci aspetta tutti perché vuole la nostra salvezza. Ha anche detto: « voi non sapete quante grazie voi avete », e questo vale finché la Madonna resta qui con noi. La sua presenza è una grande grazia che ha ottenuto da suo Figlio.
PADRE LIVIO – Dunque la presenza della Madonna per così tanto tempo è a dimostrazione del suo immenso amore materno.
VICKA – Quando la Madonna appare ti dà una serenità, una pace interiore e una felicità che non c’è altro da desiderare. Io vedo però che nel cuore della Madonna c’è una grande sofferenza. Anche se copre questa sofferenza col sorriso, questa sofferenza però non viene cancellata. Io vedo che c’è qualcosa che non va.
PADRE LIVIO – Quindi c’è una gioia della Madonna per tutti quelli che si convertono, ma c’è anche un dolore per tutti quelli che hanno incominciato la via della conversione ma non hanno perseverato.
VICKA – Sì, io penso questo: quanto amore ha la Madonna per noi! È una cosa che non si può immaginare: un amore infinito! Non esiste nessuna persona al mondo che ha un cuore grande così. Lei accoglie a braccia aperte chi vuole credere. A chi invece è ancora lontano lascia la libertà e lo aspetta, standole vicino ugualmente nella speranza che un giorno possa arrivare ad accoglierla.

Il tempo della conversione e i dieci segreti

PADRE LIVIO – Uno dei motivi per cui queste apparizioni sono importanti è per quanto la Madonna ha detto fin dal suo primo anno delle apparizioni. La Madonna ha detto delle frasi che vorrei tu commentassi, dando la tua interpretazione. Le frasi sono: «Queste mie apparizioni qui a Medjugorje sono le ultime per l’umanità.
Affrettatevi a convertirvi» (17 aprile 1982) e «Sono venuta a chiamare il mondo alla conversione per l’ultima volta. In seguito non apparirò più sulla terra. Queste sono le mie ultime apparizioni» (2 maggio 1982). Secondo te questo significa dire che Medjugorje sono le ultime apparizioni della Madonna qui su questa Terra?
VICKA – Questi messaggi per me sono chiari: questa è l’ultima volta che lei si presenta qui sulla Terra secondo la modalità che avviene qui a Medjugorje, ossia una presenza così lunga. Io ho sentito quelle parole perché le ho ricevute io personalmente; quelle dell’altro messaggio non le ho ricevute io e forse altri potrebbero aggiungere qualcosa di più. La Madonna invita anche oggi alla conversione perché è oggi che stiamo vivendo questo tempo di grazie. Noi non dobbiamo aspettare domani a convertirci, ma dobbiamo farlo già da oggi, perché domani potrebbe essere già tardi. Inoltre la nostra conversione non riguarda solo un giorno, ma tutta la nostra vita intera. La chiamata di Maria si riferisce al fatto che lei vuole avvicinarci a suo Figlio. Lei non ha mai detto di mettere la sua persona al primo posto, mai! Questo non l’ho mai sentito dire dalla sua bocca! Lei dice sempre di mettere suo figlio Gesù al primo posto, lei sta al secondo posto. Nelle preghiere noi dobbiamo sempre pregare prima suo Figlio, e poi lei. Le grazie che lei può concedere è perché Dio le ha date a lei. La Madonna fa solo da tramite.
PADRE LIVIO – Mi ha molto colpito quello che la Madonna ha detto riguardo il terzo segreto, che riguarda il segno sulla montagna. Voi veggenti avete detto che si tratta di un segno visibile, indistruttibile e che viene dal Signore. Lei però ha anche detto: «Affrettatevi a convertirvi. Quando si manifesterà sulla collina il segno promesso sarà troppo tardi» (2 settembre 1982). Un’altra volta ha anche detto: «Anche quando sulla collina lascerò il segno che vi ho promesso, molti non crederanno. Verranno sulla collina, si inginocchieranno, ma non crederanno. È ora il tempo di convertirsi e di fare penitenza» (19 luglio 1981). Perchè, secondo te, le persone vedranno il segno ma non si convertiranno?
VICKA – Il terzo segreto riguarda il segno che lascerà qui a Medjugorje sul monte delle apparizioni. Questo segno rimarrà per sempre ma sarà dato soprattutto per quelle persone che sono ancora lontane da Dio. La Madonna vuol dare la possibilità a queste persone che vedano il segno di poter credere a Dio. Una volta ho avuto modo di vedere questo segno in visione.
PADRE LIVIO – Tu hai già visto il segno?
VICKA – Sì, l’ho visto in una visione.
PADRE LIVIO – Una volta Jakov in una intervista a Radio Maria ha detto che per vedere il segno sarà necessario venire qui a Medjugorje. È vero?
VICKA – Sì, è vero. Il segno rimane sul Podbrdo e bisogna venire qui. Questo segno rimarrà per sempre e sarà indistruttibile. Riguardo a quelle persone che vedranno e che non crederanno si può pensare che abbiano i cuori troppo chiusi. Ogni persona è responsabile delle proprie scelte: solo quelle persone che sono lontane da Dio e che hanno il cuore di pietra possono restare indifferenti al segno, le altre di sicuro no. Quelle persone che hanno intenzioni buone ma che fanno fatica a credere o che non riescono a credere, ecco, per loro il segno sarà un aiuto. Ma per quelle persone che fanno tutto contro Dio il segno non servirà a nulla.
PADRE LIVIO – Dunque il segno sarà un estremo aiuto per i non credenti, ma non sarà anche il modo che spingerà la Chiesa a riconoscere le apparizioni come autentiche?
VICKA – Sì, certamente si tratta di un modo perché la Chiesa sia sicura che la Madonna è stata veramente a Medjugorje per tutti questi anni. La Madonna pesa a tutti, sia ai non credenti sia alla Chiesa. Resta solo a noi la decisione di rispondere alla sua chiamata, anche mediante questo segno. Questo segno sarà un segno che non potrà essere fatto dall’uomo, ma solo da di Dio. Quando arriverà il segno nessuno potrà dire che arriva da un’altra parte.
PADRE LIVIO – Questo significa che quando arriverà il tempo del manifestarsi dei segreti che vanno dal quarto al decimo, il segno rimarrà sempre visibile e servirà per confortarci. Tu però hai detto l’anno scorso che durante il tempo dei dieci segreti ci sarà un veggente che avrà ancora le apparizioni quotidiane.
VICKA – Sì, è una cosa che ti confermo adesso. Resta da vedere quale sarà il veggente che sarà scelto dalla Madonna.
PADRE LIVIO – Un veggente che sarà scelto tra te, Marija e Ivan. A Mirjana è stata riferita questa cosa ma ha risposto di non sapere nulla. Questo cosa sta a significare? Che questa cosa è stata detta a te personalmente?
VICKA – La Madonna me l’ha detto personalmente. Non mi ha detto altro: adesso apettiamo. Lei sicuramente ci darà altre spiegazioni quando sarà il momento.

Il valore della sofferenza

PADRE LIVIO – Permettimi di farti un’altra domanda un po’ particolare. Negli ultimi anni la Madonna ci invia i messaggi attraverso Marija, quello del 25 del mese, Mirjana, quello del 2 del mese, e qualche volta anche attraverso Ivan quando ha le apparizioni sulla montagna. Ho notato però che è da qualche anno che tu non ricevi più messaggi per tutti.
VICKA – La Madonna sa quando deve dare i messaggi. La Madonna ha detto che ci sarebbero tantissimi messaggi ma noi non siamo pronti ad accoglierli. La Madonna non vuole darci messaggi perché li ascoltiamo e basta, ma vuole che li viviamo. Lei ha detto che quando noi andiamo avanti in questo cammino, lei è pronta a darcene degli altri. Lei vuole che la seguiamo. È inutile gettare le perle ai porci, come si suol dire. Io la penso così.
PADRE LIVIO – Io invece la penso un po’ diversamente. Visto che tu sei stata incaricata dalla Madonna per pregare per i malati, forse la Madonna vuole che tu sia un messaggio vivente di come essere pazienti nell’accettare la sofferenza.
VICKA – Sicuramente la sofferenza non si può spiegare ma solo vivere dentro nel proprio cuore. Quando il Signore dona a noi una piccola sofferenza, come una piccola croce, noi dobbiamo accettarla con cuore. Questo è davvero un grande dono che Dio ci fa. Noi tante volte pensiamo: come può essere un dono la malattia? Alla Madonna ho detto tante volte che io sono pronta a prendere il dono della sofferenza, chiedo solo la forza e il coraggio di poter andare avanti. La Madonna ha detto: voi non sapete quanto valore ha la nostra sofferenza davanti agli occhi di Dio. Voi, carissimi ascoltatori, dovete però sapere che ci sono diverse sofferenze: c’è una sofferenza che viene da Dio ed una sofferenza che invece cerchiamo noi. Il valore è diverso. Noi dobbiamo accettare quello che il Signore vuole da noi e dobbiamo ringraziarlo di questo grande dono.
PADRE LIVIO – Mi sembra che la Madonna ti abbia detto di essere sorridente anche quando hai momenti di sofferenza.
VICKA – Anche questo è bellissimo. Se vedi il sorriso quando c’è la sofferenza significa che tu la accetti, e dopo non vedi più la sofferenza ma senti la gioia che ti arriva dal cuore. Più fai le cose per la Madonna più senti felicità e amore.
PADRE LIVIO – Tu dici questo, ma la verità è un’altra, cioé quelli che scoprono che la sofferenza è una grazia e arrivano ad accettarla sono pochi, mentre la grande maggioranza delle persone quando è malata chiede la guarigione, magari andando anche da persone sbagliate come maghi, ecc. La Madonna invece ci ha detto come ricevere le guarigioni in un messaggio: «Per la guarigione dei malati è necessaria una fede salda, una preghiera perseverante, accompagnata dall’offerta di digiuni e di sacrifici. Non posso aiutare coloro che non pregano e non fanno sacrifici» (18 agosto 1982).
VICKA – Dio è sempre pronto a concedere questo dono della guarigione. Sai, noi molte volte quando abbiamo qualche difficoltà siamo sempre pronti a fare di tutto per implorare Dio di concederci qualcosa. Però la Madonna ha detto che non si devono fare giochi nelle richieste di grazie. La Madonna è sempre pronta a concederci grazie tramite suo Figlio, ma molti chiedono la guarigione del corpo e pochi invece quella del cuore. Solo quando inizia la guarigione del cuore, allora arriva anche la guarigione del corpo. Alle volte noi sbagliamo nel chiedere. Non bisogna ragionare così: oggi ho bisogno di una cosa allora prego la Madonna che me la deve concedere altrimenti non prego più. Non si può fare come un commercio con la preghiera.
PADRE LIVIO – Certo, perché se la Madonna ci guarisse senza che noi ci convertiamo, noi ci serviremmo della guarigione per continuare a peccare.
VICKA – Oggi infatti vediamo come nel mondo si verifica proprio questa cosa: tutto ciò che un tempo era normale oggi è diventata non più normale e viceversa. Il male non è più tale per molte persone.

La difficile situazione della pace nel mondo

PADRE LIVIO – Infatti la Madonna ha dato dei messaggi preoccupanti sulla situazione del mondo, in cui il male sembra crescere. In un messaggio la Madonna ha detto: «Il mondo di oggi vive in mezzo a forti tensioni e cammina sull’orlo di una catastrofe. Può essere salvato soltanto se troverà la pace. Ma la pace potrà averla soltanto ritornando
a Dio» (15 febbraio 1983).
VICKA – Molte volte cerchiamo la pace nel posto sbagliato. Quando noi preghiamo per la pace nel mondo lo facciamo senza voler cambiare noi stessi, come se noi non c’entrassimo. Invece noi tutti siamo parte del mondo.
PADRE LIVIO – La Madonna ha parlato anche di falsi profeti dicendo che «Quelli che fanno predizioni catastrofiche sono falsi profeti. Essi dicono: “In tale anno, in tale giorno, ci sarà una catastrofe”. Io ho sempre detto che il castigo verrà se il mondo non si converte. Perciò invito tutti alla conversione. Tutto dipende dalla vostra conversione» (15 dicembre 1983). Io allora ti chiedo: se ci convertiamo ci saranno o non ci saranno i dieci segreti?
VICKA – I dieci segreti ci saranno lo stesso. La Madonna me ne ha descritti nove ed io ora sto aspettando la rivelazione dell’ultimo. La Madonna ha detto che il settimo segreto è stato per metà cancellato per merito delle nostre preghiere e sacrifici.
PADRE LIVIO – Quindi in sostanza il discorso è questo: la Madonna ci supplica perché ci convertiamo, di non aspettare il segno sulla montagna per convertirci, e comunque sia «tutti i segreti che ho confidato si realizzeranno» (23 dicembre 1982). Quando dunque noi parliamo dei segreti, lo facciamo invitando tutti alla speranza. La Madonna a Medjugorje non è dunque venuta per farci paura, ma per richiamarci alla responsabilità e alla conversione in un contesto che ci richiama sempre alla speranza. Ecco qui un messaggio: «Per il cristiano c’è un unico atteggiamento nei confronti del futuro: la speranza della salvezza» (10 giugno 1982).
VICKA – La Madonna è qui in mezzo a noi per salvare le nostre anime, ma vedi che lei ti dà sempre una gioia, un coraggio, ti spinge ad andare avanti.
PADRE LIVIO – Anche io dico sempre, quando faccio le trasmissioni a Radio Maria, che i dieci segreti sono un tempo di grazia perché è in questa occasione che il potere del maligno verrà vinto. Se noi siamo vicini alla Madonna e sentiamo nel nostro cuore la gioia, allora non abbiamo più paura per il futuro.
VICKA – Certo: chi prega non ha mai paura del male.
PADRE LIVIO – Anche se il male è pericoloso e satana è certamente forte. La paura angosciosa per il futuro certamente non si addice ad un credente, però oggi esiste una preoccupazione che non va sottovalutata. Giovanni Paolo II in due occasioni ha affermato che il mondo è a rischio di autodistruzione. Il veggente Ivan ha dichiarato in un video che la Madonna in una occasione gli ha detto la medesima cosa, cioé che il mondo è a rischio di autodistruzione. Non è bene dunque essere superficiali. In un messaggio la Madonna ha detto: «Pregherò mio Figlio Gesù di non punire il mondo, ma vi supplico: convertitevi. Voi non potete immaginare ciò che accadrà, né ciò che Dio Padre manderà sul mondo. Per questo vi ripeto: convertitevi. Rinunciate a tutto. Fate penitenza» (25 aprile 1983).
VICKA – La Madonna è qui con noi da così tanti anni proprio perché noi ci avviciniamo a Dio e ci convertiamo. La Madonna come madre non vuole che si persa nessuno dei suoi figli. Lei però non usa mai la forza e nondice mai « tu devi convertirti ». Lei ci invita, ci lascia sempre la libertà di decidere nel nostro cuore. Solo che i nostri cuori sono duri.

La presenza di satana

PADRE LIVIO – La Madonna nomina satana in quasi cento messaggi, di cui 80 tra quelli dati alla parrocchia, e in questi messaggi mostra la sua azione. La Madonna nei primi anni ha dato un messaggio un po’ particolare, che però trova conferma nella esperienza anche di altri mistici come Papa Leone XIII: «È giunta l’ora in cui a Satana è consentito di agire con tutte le sue forze e la sua potenza. L’ora presente è l’ora di Satana» (10 febbraio 1983). Cosa significa questo?
VICKA – Sicuramente il potre di satana è forte, anche se non così forte come quello di satana e della Madonna. Oggi nelle nostre famiglie può fare tutto quello che vuole perché non si prega più. Satana tenta anche le persone che sono vicine a Dio, ma se una persona è veramente forte nella preghiera e nella fede in Dio, lui non può fare più niente.
PADRE LIVIO – Infatti la Madonna ha detto: « affrontate e vincete satana con il rosario in mano » (cf. 8 agosto 1985).
VICKA – Certo, questo è l’unico modo.
PADRE LIVIO – E’ comunque incredibile come già trent’anni fa la Madonna avesse previsto che satana avrebbe attaccato soprattutto i giovani e le famiglie.
VICKA – Sì, per i giovani e le famiglie si tratta di un momento molto difficile: divorzi, droga…
PADRE LIVIO – La Madonna, oltre a satana, ha anche parlato dell’inferno. In un messaggio ha detto che «oggi molti vanno all’inferno». E’ la stessa cosa che ha detto anche a Fatima. Ha anche aggiunto che «le anime dei dannati non si pentono e continuano a rifiutare Dio. Diventano parte dell’inferno e non vogliono essere liberate da quel luogo» (25 luglio 1982). Dunque la Madonna ci parla di satana, del fatto che molti vanno all’inferno, mentre alle volte si sente dai pulpiti delle chiese che satana non esiste, che l’inferno è vuoto, ecc.
VICKA – Io posso dire che chi va all’inferno va per sua propria volontà. Io dico anche questa verità che ho visto coi miei occhi perché vi sono stata portata dalla Madonna col mio corpo: l’inferno non è vuoto. Ci sono tante persone, e la Madonna ha spiegato che quelle persone ci sono andate per loro scelta, per loro volontà.
PADRE LIVIO – Questa è per noi anche una responsabilità perché si salvino tutte le anime. A Fatima la Madonna ha infatti detto che molti vanno all’inferno perché non c’è nessuno che prega e che si sacrifica per loro.
VICKA – Noi preghiamo per tutti loro e facciamo anche sacrifici. La scelta finale però spetta solo a loro. Quello che possiamo fare lo facciamo di tutto cuore, e preghiamo perché loro tramite il nostro esempio possano cambiare vita.
PADRE LIVIO – Per quanto riguarda la diffusione dei messaggi una volta la Madonna ha detto: «Per diffondere i miei messaggi, vivete innanzitutto la pace nei vostri cuori. Senza di questa gli uomini non vi crederanno e rifiuteranno le vostre parole» (20 dicembre 1983). Quindi per voi veggenti il problema non è tanto quello di trasmettere a voce i messaggi ma di viverli in prima persona per essere credibili.

(…)

L’intervista termina con i saluti agli ascoltatori e una preghiera finale.

Trascrizione a cura di Aldo Galli – holy.harmoniae.com/medj_intervista_vicka_dic2008.htm

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Intervista di Padre Livio a Vicka

Posté par atempodiblog le 21 novembre 2007

L’intervista di Padre Livio a Vicka di Medjugorje (2006)

Diretta da Medjugorje, 30 Dicembre 2006 (h 14:45-15:45)

PADRE LIVIO – Cari amici di Radio Maria un cordialissimo saluto da parte di Padre Livio e da Vicka, che è qui vicino a me. Oggi faremo una breve intervista in modo che Vicka possa darci la sua testimonianza e raccontarci i suoi incontri con la Madonna che ormai durano da oltre 25 anni. Vicka, come sapete, ha le apparizioni quotidiane già a partire dal 1981. Durante il mese di agosto Vicka era ammalata e non ha potuto dare la sua testimonianza nel corso del 25° anniversario delle apparizioni. Quindi è ben felice di poterlo fare oggi, perciò diamo subito la parola a Vicka. VICKA – Carissimi ascoltatori per me è una grande gioia poter trasmettere i messaggi che la Madonna dice a me in modo che io possa dire a tutti voi.

Maria: come si manifesta

PADRE LIVIO – Tu hai le apparizioni quotidiane dal 24 giugno 1981. Dopo così tanto tempo noi vediamo che sei sempre piena di entusiasmo e a Medjugorje continuano a venire ondate di pellegrini. Medjugorje sembra una musica senza fine.
VICKA – Sono ormai 26 anni che la Madonna viene qui sulla Terra, e per me questo fatto è veramente una grande gioia, una gioia che non si può descrivere! Mi sento un vivo strumento della Madonna e voglio fare tutto per lei. Quando sono davanti alla gente io provo a trasmettere quella gioia, quella bellezza, quell’amore della Madonna a tutti i pellegrini che arrivano qui. Ciò che dobbiamo contare però non sono tanto questi 26 anni che sono trascorsi ma quante grazie abbiamo colto, perché questi 26 anni sono stati anni di grandi grazie. Come la Madonna ha già detto la sua presenza qui in mezzo a noi sta a significare che sono momenti di grandi grazie e dobbiamo guardare a quanto noi siamo cambiati e ci siamo convertiti.

PADRE LIVIO – Quello che più mi colpisce è il fatto che una persona oggi abbia parlato con la Madonna. Il fatto, cioé, che la Madonna venga sulla Terra tutti i giorni e si possa dire che veramente la Madonna esiste ed è viva. Questa è la cosa che mi commuove più di tutto.
VICKA – Sì, la Madonna è proprio una persona viva. Prima di manifestarsi a noi nell’apparizione si preannuncia con tre lampi di luce come un segno che sta arrivando. Quindi si presenta con un vestito grigio e il velo bianco, ha i capelli neri, gli occhi azzurri e poggia i suoi piedi sopra una nuvola grigia. Nelle apparizioni che si verificano in occasione delle grandi feste come Natale, Pasqua e in particolari anniversari viene con un vestito tutto d’oro. A Natale la Madonna viene con un piccolo bambino in braccio appena nato. Qualche anno fa, in occasione del venerdì santo, la Madonna si è presentata con Gesù adulto tutto sanguinante, fasciato e con la corona di spine e si è rivolta a noi dicendo: « Sono venuto con Gesù in modo che voi vediate quanto Gesù ha sofferto per tutti noi ». Ogni volta, in occasione del suo o del nostro compleanno, ci salutiamo, ci abbracciamo proprio come se fosse una persona viva come noi.

PADRE LIVIO – Vi date anche un bacio?
VICKA – Ma sì, e tu senti che è proprio viva con un vero corpo, e al tatto è come se toccassai la tua mano che è quella di una persona viva. L’unica cosa che non si può descrivere è la sua bellezza: non esiste nessuna ragazza così bella come lei. Una volta, nel corso di una apparizioni, le abbiamo chiesto come poteva essere così bella. Lei ci ha risposto: « sono bella perché amo! Dovete amare anche voi per essere belli! ». Ma questa bellezza non è una bellezza che viene da fuori, ma direttamente e pofondamente dal nostro cuore. Lei ci dice anche che noi oggi siamo troppo preoccupati per la bellezza esteriore mentre abbiamo dimenticato quella bellezza più importante, quella interiore. Una volta che abbiamo questa bellezza del cuore, quella esteriore arriva di conseguenza senza che noi ci preoccupiamo.

PADRE LIVIO – La sua bellezza è però una bellezza materna. Quando guardi la Madonna come la senti… come una madre?
VICKA – Più che come una mamma io la sento come una amica.

PADRE LIVIO – Forse perché è giovane?
VICKA – Sì, avrà vent’anni… è giovane, è bella… io non la vedo tanto come una madre quanto piuttosto un’amica. Sai, quando pensi ad una madre ti immagini qualcosa di più serio. Invece io la sento più come una amica. Poi la Madonna, che è presente tra noi ormai da 26 anni, è sempre uguale, non invecchia mai… sempre uguale, sempre la stessa.

PADRE LIVIO – Forse un giorno avremo anche noi una bellezza simile alla sua perché avremo un corpo glorioso.
VICKA – Lei vuole sicuramente questo già fin d’ora, per questo ci ha detto di non guardare tanto alla bellezza esteriore, destinata a finire, quanto a quella interiore, destinata a durare.

PADRE LIVIO – Infatti una volta ha detto che vuole che noi andiamo tutti con lei in Paradiso. Tu hai detto che non bisogna guardare a quanto tempo la Madonna si manifesta perché ogni volta si tratta di un evento sempre nuovo tutti i giorni per cui non si ingenera una abitudine ma si tratta di una esperienza sempre nuova.
VICKA – Sì, il fatto che ogni giorno arrivi il cielo sulla Terra è una esperienza straordinaria che non può essere paragonata ad altre esperienze. Per me ogni giorno è come se la Madonna fosse venuta per la prima volta, perché ci porta una gioia, una serenità.

PADRE LIVIO –
Ci porta la pace!
VICKA – Sì, una pace che non si può descrivere perché una pace così può venire solo dal cielo.

PADRE LIVIO – Si sente che la Madonna ci vuole bene?
VICKA – Certo, si vede proprio sul viso della Madonna quanto bene ci vuole. Il suo viso è un viso di luce e di amore. Questa è la cosa più importante.

L’aldilà: con la morte non finisce tutto!

PADRE LIVIO – Io penso a questo: certamente la Chiesa, la Sacra Scrittura, i Sacramenti e specialmente l’Eucaristia sono cose fondamentali, ma io dico che anche le apparizioni sono un fatto molto importante perché il verificarsi di una apparizione sta a significare che il cielo c’è mentre oggi la gente non ci crede.
VICKA – Guarda, ti dico che la Madonna ha detto chiaramente questa cosa: lei non è arrivata a dire cose nuove rispetto a quanto scritto nel Vangelo e nella Bibbia, ma è venuta a svegliarci perché siamo troppo lontani da tutte queste cose. Il Paradiso poi posso dire che c’è perché io lì ci sono stata con la Madonna: una giorno lei mi ha preso per mano e mi ha portato con il mio corpo a vedere il Paradiso, il Purgatorio e l’Inferno. Per questo posso dire con tutto cuore e verità che esiste davvero.

PADRE LIVIO – Come ho già spiegato in radio nel corso delle mie catechesi si tratta di una esperienza particolare. Ci sono stati santi come Santa Teresa D’Avila, Santa Faustina Kowalska e Santa Josepha Menendez che nelle loro autobiografie raccontano si essere state portate nell’aldilà con il loro corpo, ma hanno vissuto questa esperienza da sole e pertanto uno può chiedersi fino a che punto si possa essere sicuri di questo fatto. Voi invece siete stati portati nell’aldilà in due, tu e Jakov, e siete addirittura scomparsi da casa.
VICKA – È stata la Madonna che ci ha guidati: a me ha preso la mano destra e a Jakov quella sinistra. Già prima di partire Jakov si era lamentato perché aveva paura di non tornare più indietro e aveva chiesto alla Madonna di portare solo me dato che nella mia famiglia siamo in tanti fratelli e sorelle mentre lui era figlio unico. Io in quel momento invece pensavo: quante ore e quanti giorni durerà? dove si andrà? sopra o sotto, ecc… La Madonna ci ha preso tutti e due per mano e ci conduceva stando davanti. Tu vedevi aprirsi il tetto della casa dove eravamo e in un secondo ci siamo trovati in Paradiso. Lì c’era un grande spazio con una luce che non esiste qui sulla Terra. Le persone erano tutte uguali, né magri e né grassi, vestiti di tre colori: grigio, giallo e rosso. Tutti giravano, cantavano e pregavano, e intorno c’erano anche piccoli angeli che volavano. La Madonna ci ha detto: guardate quanto sono contente queste persone che si trovano qui in Paradiso. Era una gioia che non si può descrivere perché non esiste qui sulla Terra.

PADRE LIVIO – Questo mi ricorda un messaggio in cui la Madonna dice che in cielo c’è la gioia. Tu e Jakov avete sentito questa gioia?
VICKA – Certo, quando vedi quelle persone come sono così contente per me è stata una grande gioia. Io mi sono avvicinato ad un piccolo gruppo di anime.

PADRE LIVIO – Loro ti guardavano?
VICKA – Sì, loro guardavano me ed io guardavo loro, anche se non ho riconosciuto nessuno. Non parlavano una lingua terrena. Forse parlavano ma una lingua tutta loro, quella degli angeli.

PADRE LIVIO – Quindi loro come persone ti hanno visto?
VICKA – Sì, e vedevi che erano proprio contente. Erano insieme, ridevano e parlavano.

PADRE LIVIO – Tu non hai detto loro niente?
VICKA – No, e neanche loro ci hanno detto niente. Noi siamo state dietro la Madonna.

PADRE LIVIO – Quindi il Paradiso da un punto di vista visivo è una grande luce mentre dal punto di vista dei sentimenti è una grande gioia.
VICKA – Sì, Dio è luce, e questo si vede. Ma quello che più importa è che la vita, dopo la morte, continua. Io dico a voi ascoltatori, in particolare a quelli che vanno nei cimiteri e si mettono davanti alla tomba di un morto pensando che con la morte finisce tutto, che la vita continua! Di questo sono sicurissima, al mille per cento!

PADRE LIVIO – Lo dice la nostra fede, lo testimonia Gesù risorto e che la Madonna è assunta in cielo. Si tratta di un grande sbaglio, oltre che di una grande eresia, credere che con la morte finisce tutto.
VICKA – Anche la Madonna ci ha detto che questo è un grande sbaglio e che noi siamo qui sulla Terra solo passeggeri.

PADRE LIVIO – Una volta ha anche detto che noi siamo come i fiori di primavera che oggi sono meravigliosi ma che domani non c’è traccia di loro.
VICKA – È vero.

PADRE LIVIO – Poi la Madonna vi ha anche portati col vostro corpo a vedere il Purgatorio. Dal Paradiso al Purgatorio siete passati camminando?
VICKA – No, non abbiamo camminato, ci ha portato lei stessa. Il Purgatorio è un grande spazio, non si vedono persone ma si vede solo una grande nebbia, si sente che ci sono delle persone che soffrono. La Madonna ha detto che le persone che sono in Purgatorio aspettano le nostre preghiere.

PADRE LIVIO – Quindi si tratta di un invito a pregare per le anime del Purgatorio, specialmente per le più abbandonate. E la nebbia presente nel Purgatorio che cosa può significare? Forse può significare l’attesa per una speranza di luce perché le anime non possono ancora arrivera a vedere Dio?
VICKA – Sì, non c’era luce, ho visto come un grigio-fumo.

PADRE LIVIO – Quindi il Purgatorio è una preparazione per il Paradiso. Poi hai visto anche l’Inferno?
VICKA – Sì, all’inizio ho visto un grande fuoco.

PADRE LIVIO – Eravate vicino al fuoco? Sentivi caldo?
VICKA – Sì, era proprio vicino e si sentiva il calore delle fiamme come un fuoco vero. Poi ho visto che le persone normali, dopo che entrano nel fuoco, si trasformano assumendo le sembianze di animali, si sentono tantissime bestemmie. La Madonna ha detto che le persone che sono nell’Inferno sono lì per loro propria volontà, e che anche le persone che vivono qui sulla Terra e si comportano contro Dio vivono già un loro inferno, che poi è destinato a continuare anche nell’aldilà.

PADRE LIVIO – Avete visto il diavolo all’Inferno?
VICKA – No, ma le persone che escono dal fuoco si trasformano ad immagine di satana.

PADRE LIVIO – Anche la Madonna una volta in un messaggio ha detto: siate ad immagine mia, non del demonio.
VICKA – È vero.

PADRE LIVIO – Come si fa su questa Terra a preparare la propria vita per l’Inferno?
VICKA – Una persona che si comporta contro Dio, che non prega, che non segue i comandamenti di Dio, ecco, quella persona ha già scelto il suo inferno. Tutto dipende dalla nostra libera scelta. Una persona che vuole andare all’Inferno va, per le altre c’è sempre la possibilità di salvarsi.
PADRE LIVIO – Dunque è proprio l’indurimento del cuore.

Più di un quarto di secolo di apparizioni

PADRE LIVIO – Perché la Madonna è qui a Medjugorje da così tanto tempo?
VICKA – La Madonna conosce il motivo meglio di noi, perché sa i tempi nei quali viviamo e vuole fare tutto il possibile per salvarci. Una volta abbiamo chiesto alla Madonna quanto tempo sarebbe rimasta con noi e ci ha risposto dicendo: vi siete già stancati di me? Allora ho deciso di non chiederglielo più. Questi sono tempi di grande grazia e il fatto che la Madonna sia qui presente in mezzo a noi è la grazia più grande.

PADRE LIVIO – Secondo quanto riportato nei messaggi dei primi anni la Madonna avrebbe detto di essere venuta per l’ultima volta a richiamare l’umanità alla conversione. Cosa significa?
VICKA – Lei ha detto chiaramente che questa è l’ultima sua venuta sulla Terra.

PADRE LIVIO – Per te questo fatto che significato ha?
VICKA – Sai, su queste cose non ho mai riflettuto. La Madonna ha dato quel messaggio e io penso a vivere e a trasmettere quello che lei vuole e il suo vivo messaggio, voglio vivere la sua verità e dare questa verità agli altri affinché tutti possano essere poi contenti come io lo sono. Io sono consapevole di essere stata chiamata come un suo strumento, e questo io faccio. Io le dico: io voglio seguire te e fare tutto quello che tu vuoi. Voglio essere a sua completa disposizione e lei sa cosa io posso fare.

PADRE LIVIO – Quindi a te interessa testimoniare i messaggi, trasmetterli e viverli però non ti interroghi sulla loro interpretazione. Però la Madonna ha detto che viviamo in un tempo di grazie particolari, e siamo chiamati alla conversione.
VICKA – Certo, ogni giorno deve essere un giorno di conversione. Nessuno di noi può dire « io sono convertito » ma può dire « io voglio ». Anche io non posso dire di essere convertita, so di fare un cammino e so che ogni giorno bisogna cercare di fare un passo in avanti e pregare che Dio ci dia la grazia per la nostra conversione. Tutta la vita deve essere un cammino di conversione.

PADRE LIVIO – I messaggi che la Madonna dà alla parrocchia terminano sempre con la frase: « grazie di aver risposto alla mia chiamata ». In effetti, anche se qualche volta la Madonna ci ha richiamati perché non eravamo fedeli ai messaggi, se guardiamo indietro a questi 25 anni possiamo notare che la preghiera della conversione è andata in tutto il mondo e che Medjugorje da piccolo paese sperduto e diventata una luce per l’intera umanità. Mi sembra che ci sia stata una bella risposta. Sbaglio?
VICKA – Guarda, anche io penso che la Madonna, come una madre, voglia invitarci a seguire i messaggi ogni volta sempre di più. La Madonna vede che sono in tanti, tra quelli che arrivano a Medjugorje, che portano il suo messaggio nei luoghi in cui vivono. Lei non si aspetta una cosa grande, ma tante piccole cose fatte con amore e con umiltà.

PADRE LIVIO – Dunque anche le nostre preghiere e piccoli sacrifici li benedice.
VICKA – Noi cominciamo con le piccole cose. Anche nella preghiera. È inutile pregare per ore se poi si prega con la bocca e basta: in questio modo una persona si sente dentro più vuota di prima. L’importante è iniziare a pregare poco, ma quello che si prega lo si deve pregare col cuore e con amore. Quello è il nostro rapporto tra noi e Dio. Agli altri cosa può interessare riguardo a quanto tempo noi oggi abbiamo pregato? Se ci vantiamo del tempo che usiamo della preghiera significa che lo facciamo per nostra vanagloria, e questo non serve a nulla. Le cose si devono fare con cuore, con amore e con gioia.

PADRE LIVIO – Però il digiuno a pane ed acqua che la Madonna ha chiesto di fare il mercoledì e il venerdì è un grande impegno e sacrificio.
VICKA – Il digiuno deve essere a pane ed acqua, ma per le persone malate basta che si facciano piccoli sacrifici come non prendere dolci, caffè o qualche altra cosa in modo che tutti rinunciamo a qualcosa che ci piace. Una persona che invece sta bene e non vuol digiunare e trova mille scuse per non farlo significa che non ha una forte volontà. Con la nostra forte volontà si può fare tutto perché tutto dipende dalla nostra scelta. Il digiuno serve ad allanare la nostra volontà. Quando poi la Madonna raccomanda per il digiuno di mangiare solo pane e acqua non significa né non mangiare niente né mangiare altre cose. La Madonna ha parlato chiaro, se tu vuoi fare mangiare altre cose come pasta ecc. questo dipende da te.

PADRE LIVIO – Però con voi veggenti la Madonna vi ha condotto gradualmente alla pratica del digiuno: prima solo il venerdì e solo più tardi ha aggiunto anche il giorno di mercoledì. Questo significa che si può fare anche un cammino. Ma qual è il valore di questo digiuno?
VICKA – Ci sono tanti che iniziano a digiunare ma poi dicono di non riuscire, di far fatica, di diventano più nervosi ecc. Questo però non è un vero digiuno perché il digiuno non significa soltanto non mangiare ma serve per aiutare la purificazione interiore. Noi non possiamo prima digiunare e poi fare le altre cose male: noi dobbiamo fare il digiuno con cuore e con amore. Lo stessa cosa va fatta nella preghiera: quando si chiede qualche grazia col cuore e con amore, Gesù e Maria sono sempre pronti ad aiutare, ma se si chiede senza amore allora la grazia non arriva mai.

PADRE LIVIO – Quindi il digiuno comporta un cammino personale di purificazione. La Madonna ha anche detto che con il digiuno si possono fermare anche le guerre per quanto violente esse siano. Però molte volte noi vogliamo chiedere delle grazie di guarigione o di conversione per i nostri cari. Penso che per ottenerle non dobbiamo solo chiedere ma anche anche dare qualcosa.
VICKA – Noi ogni giorno siamo pronti a chiedere, ma poco a dare. Invece dovremmo essere più felici quando si è pronti a dare qualcosa. Quando siamo pronti a dare qualcosa di sé stessi, allora anche le grazie arrivano prima. Non bisogna rivolgersi nella preghiera dicendo: io oggi voglio questo, io ti chiedo quest’altro, ecc. Sembra quasi una compravendita: io ti chiedo questo per avere un’altra cosa in cambio. Questo modo di fare ci porta poi ad allontanarci da Gesù e Maria appena abbiamo ottenuto quello che avevamo bisogno per poi ritornare quando abbiamo bisogno di qualcos’altro. La Madonna da mamma capisce che questo è un modo sbagliato di comportarsi. Uno deve essere pronto a dare qualche piccolo sacrificio e quando si dà qualcosa allora si può chiedere e le grazie arrivano. Non dobbiamo poi chiedere dicendo: io oggi ho bisogno di questo. Non bisogna anteporre ciò che io voglio ma quello il Signore vuole. Bisogna mettersi nell’ottica di essere a disposizione di Dio e dire: o Signore, tu conosci i desideri del mio cuore, io ti offro le mie sofferenze e fai come tu vuoi. L’importante è fare la volontà del Signore.

PADRE LIVIO – Quindi non bisogna fare sacrifici, preghiere e digiuni solo per chiedere, ma anche per dare, per le intenzioni della Madonna.
VICKA – Una grazia non si può comprare, ma solo vivere giorno per giorno.

La preghiera

PADRE LIVIO – Il digiuno è senza dubbio uno dei messaggi più importanti di Medjugorje, ma quello che colpisce mi di più, e ho avuto modo di verificarlo in base delle testimonianze che riceviamo dagli ascoltatori di Radio Maria, è che tutti i pellegrini che sono stati a Medjugorje sono tornati a casa contenti. Eppure a Medjugorje non c’è nulla di particolare e neppure c’è un santuario così grande come possiamo trovare ad esempio a Lourdes. Il motivo è forse che qui si fa una esperienza di grande preghiera. Trovare la Chiesa di Medjugorje piena di gente, per non parlare dei pellegrini che pregano in piazza, andando per la città o sul monte Krizevac è una esperienza che riempie il cuore. Questa preghiera che si innalza da tutta la spianata di Medjugorje è come se fosse diventata una grande forza di conversione. Quello che mi colpisce di più è che qui la gente imparara pregare.
VICKA – È vero. Tutti i pellegrini che arrivano vogliono ascoltare i messaggi della Madonna, ma è anche bello sentirci uniti quando si prega. Quando si comincia a pregare tutti diventano più felici, e questa cosa avviene indipendente dalla nazionalità delle persone e dalla lingua in cui si prega. Tutti pregano, e pregando cercano sé stessi. Si vede che oggi l’uomo è secco di amore e di Dio. Tutto passa e se ne va, l’unica cosa che rimane è la su a verità e il suo amore. L’uomo non può vivere senza preghiera e senza vero amore, e l’unico che ce lo può dare è solo Dio. Oggi il problema nelle famiglie e nella Chiesa è che manca la preghiera e senza la preghiera non c’è amore. Oggi manca la fiducia in Dio e per quello ci siamo allontanati da Dio. Oggi nelle famiglie e nelle parrocchie non ci si parla più, e questo è il campo in cui domina satana. La Madonna invece ci dice che senza preghiera non si può andare avanti. Nelle vostre famiglie è come se ci fosse un vaso di fiori da annaffiare. Se in questo vaso ogni giorno mettete un po’ d’acqua vi accorgete che i fiori crescono e diventano bellissimi. La stessa cosa vale per il nostro cuore: se ci mettiamo due o tre preghiere fatte col cuore allora vediamo che il nostro amore cresce sempre di più. Se invece non annaffiamo il fiore ci accorgiamo che dopo un po’ il fiore appassisce e muore. Allo stesso modo accade quando noi dobbiamo metterci a pregare ma troviamo mille scuse per non farlo: oggi sono stanco, pregherò domani, poi arriva domani e si rimanda a dopodomani. Facendo così ogni giorno allontaniamo la preghiera e il nostro cuore va tutto da un’altra parte. La Madonna ci dice che come un fiore non può vivere senza acqua così noi non possiamo vivere senza grazia di Dio. La preghiera fatta col cuore non si può studiare ma si può solo vivere, facendo un passo in avanti giorno per giorno. Oggi ci sono problemi ovunque: in famiglia, coi bambini, con gli altri, ecc. Ma questi problemi non sono tanto con loro ma piuttosto con noi stessi. Nelle nostre famiglie dove sta Gesù? È messo all’ultimo posto, mentre al primo posto stanno tutte le cose meno importanti. La Madonna invece ci dice che finché noi non ritorneremo a Gesù non a parole ma con la nostra vita non ci sarà pace in noi e neppure la benedizione di DIo. È molto importante che la famiglia preghi assieme in modo da poter resistere dall’attacco del nemico che vuole dividere: l’unico modo che permette di unire la famiglia è la preghiera. Le famiglie si dividono perché non c’è amore e unione, e questo può essere alimentato solo dalla preghiera insieme. Tutti però hanno fretta con gli appuntamenti, col lavoro ecc. e si perde di vista questo fatto.

PADRE LIVIO – Secondo una certa mentalità però quelli che pregano sono solo i vecchi, però vedo che qui sono i giovani che scoprono la preghiera.
VICKA – Gesù chiama ciascuno di noi, e non guarda all’età precisa. Gesù vede come ti comporti e come ti senti. I bambini devono imparare a pregare e i genitori devono dare loro l’esempio. Cosa posso aspettarmi da mia figlia un domani se io genitore non dò l’esempio? Comincio io a pregare Ave Maria, Padre Nostro e Gloria, e mia figlia Marija anche se è piccola segue e impara pian piano, e così noi dobbiamo dare l’esempio agli altri. Noi dobbiamo essere grati ai nostri anziani perché ci hanno dato l’esempio della preghiera e della vita. Anche mia nonna, dato che mia madre girava per lavoro, era lei che ci ha educati col catechismo e la preghiera.

Medjugorje per i giovani e i consacrati

PADRE LIVIO – Qui a Medjugorje si vedono anche molti giovani inginocchiati davanti alla croce e davanti al Santissimo, anche per delle ore intere. Scoprono una dimensione interiore che prima non sapevano di avere.
VICKA – Oggi per esempio abbiamo avuto come pellegrini dei giovani provenienti dalla Sardegna, dalla Sicilia e anche da Bergamo. Loro, come dei missionari, quando ritorneranno a casa, porteranno con sé il messaggio della Madonna con la loro vita. Sono tutti giovani! Si vede proprio come tutto quello che offre il mondo è una cosa che passa e i giovani si accorgono di questo fatto. False luci, false gioie… i giovani si accorgono che quello che offre il mondo sono solo inganni che alla fine non ti dà niente e si finisce per essere più vuoti, nervosi e infelici di prima. L’unico che ti può dare la gioia, la serenità e la felicità è il Signore che si incontra nella preghiera. Una volta scoperto questo si può continuare a fere tutte le cose in un modo molto diverso.

PADRE LIVIO – D’altra parte abbiamo qui a Medjugorje molte testimonianze di giovani come ad esempio quelli di Suor Elvira che sono rinati dopo la loro esperienza della tossicodipendenza.
VICKA – Quando si va alla Comunità Cenacolo di Suor Elvira tu senti proprio una grande gioia e tranquillità, come se fosse casa mia. Lì incontri un amore vero, ognuno dà il proprio amore agli altri e questa è una cosa bellissima! Vedi che quelli che ora sono grandi aiutano i piccoli e alcune ragazze di Suor Cornelia accolgono i bambini orfani che sono stati abbandonati e diventano delle mamme per loro. Si vede proprio come ognuno di noi dà il suo amore. Non esiste una cosa più bella!

PADRE LIVIO – Questa è la civiltà dell’amore! Siccome i più increduli alle apparizioni nella Chiesa sono in genere i sacerdoti e i vescovi, il miracolo dei miracoli è che vedo che sono in tanti tra sacerdoti e vescovi a venire qui a Medjugorje.
VICKA – Il fatto di credere o meno è un fatto personale. Io non sono preoccupata di questo. La Madonna non forza nessuno, vuole bene a tutti.

PADRE LIVIO – Io però, visitando vari santuari d’Europa, non ho mai visto così tanti sacerdoti come qui a Medjugorje. Qui vengono centinaia e migliaia di sacerdoti, sembra proprio esserci un disegno della Madonna nei confronti dei sacerdoti.
VICKA – Ultimamente sono giunti parecchi cardinali dall’America, dall’Italia, dall’Australia, ecc. che sono aperti e che vogliono bene alla Madonna. La Madonna ha dato una grande libertà e non ha obbligato nessuno a credere. Non esiste un « dovere » di trasmettere questo messaggio con la forza, ma con amore. L’amore si vede, si trasmette, rimane. Tutto quello che si fa in modo forzato come viene così se ne va.

PADRE LIVIO – Qui a Medjugorje però la Madonna agisce un po’ come se fosse il parroco della Parrocchia e ci insegna come noi sacerdoti dovremmo impostare le parrocchie: il Rosario, l’Eucaristia, la preghiera e la confessione.
VICKA – Non c’è niente di nuovo negli insegnamenti che vengono da Medjugorje, e la Madonna vuole solo ricordarci ciò da cui molti cristiani si sono allontanati.

Medjugorje, i Segreti e il futuro del mondo

PADRE LIVIO – Anche io ho imparato a vivere « alla giornata », nel senso che mi affido giorno per giorno al Signore senza guardare troppo al futuro ma facendo ogni giorno quel lavoro che devo fare. Una volta hai detto in una intervista che per quanto riguarda gli avvenimenti di Medjugorje siamo solo agli inizi pensando a tutto quello che dovrà avvenire. Mi pare che abbiamo davanti a noi un momento della storia particolarmente impegnativo.
VICKA – La Madonna parla di un suo piano che si deve realizzare e che dobbiamo aiutarla con le nostre preghiere, anche ora. Ancora non ci ha rivelato nulla di questo suo piano.

PADRE LIVIO –
Quello che comunque si sa è che ci sarà il tempo dei Dieci Segreti.
VICKA – Certo.

PADRE LIVIO – Mi ha impressionato il fatto che i messaggi che rivolge alla Parrocchia non parla mai dei Dieci Segreti.
VICKA – Il fatto di contenuto nei Segreti riguarda tutto il mondo. Non ne parla perché evidentemente non è ancora il momento di parlarne a tutti. Lei darà un segno quando si potrà iniziare a parlarne, quando i tempi saranno maturi.

PADRE LIVIO – Però noi logicamente pensiamo, dato che ormai la vicenda va avanti da 25 anni, che non può cominciare il tempo dei Dieci Segreti finché a te, a Marija e a Ivan non vi viene rivelato il decimo segreto. Perché l’ultima volta che è successo qualcosa qui a Medjugorje da questo punto di vista è stato nel 1998 quando è stato dato il decimo segreto a Jakov. Da allora sono passati 8 anni e non è successo ancora nulla.
VICKA – Noi tre aspettiamo, io non ho mai chiesto nulla alla Madonna. Non lo facciamo per paura ma perché sappiamo che ha i suoi progetti e io devo fare quello che lei vuole.

PADRE LIVIO – Mi ha però impressionato il fatto che quando il 25 giugno scorso è apparsa ad Ivanka, la Madonna le ha spiegato il Settimo Segreto. Quindi si tratta di un qualcosa di vero, di attuale!
VICKA – Certo che è vero!

PADRE LIVIO – La gente però pensa che con i Dieci Segreti sia coinvolta soltanto Mirijana.
VICKA – No, siamo coinvolti tutti. L’unica differenza è che Mirijana ha scelto Padre Petar per annunciare i segreti al mondo, ma ognuno di noi ha un suo compito.

PADRE LIVIO – Una volta la Madonna ha detto che dopo il Terzo Segreto ci sarà ancora uno di voi che avrà le apparizioni quotidiane.
VICKA – Sì, si tratta di uno di noi, poi staremo a vedere chi è.

PADRE LIVIO – Non si sa chi è?
VICKA – No.

PADRE LIVIO – Ma si tratta di uno di voi tre o uno di voi sei?
VICKA – Uno di noi tre.

PADRE LIVIO – Però dopo il Quarto Segreto non ci sarà più nessuno ad avere le apparizioni quotidiane?
VICKA – Vedremo.

PADRE LIVIO – Dunque dopo il Terzo Segreto rimarrà un veggente, tra quelli a cui ora continuano le apparizioni quotidiane.
VICKA – Esatto, noi tre: io, Marija e Ivan. Noi tre che conosciamo solo nove dei Dieci Segreti. Ad uno di noi tre, poi vedremo chi, rimarranno le apparizioni.

PADRE LIVIO – Anche dopo i segreti?
VICKA – Anche dopo.

PADRE LIVIO – Molto interessante. Non so se la gente si rende conto dell’importanza di questa affermazione.
VICKA – Il Terzo Segreto riguarda il segno che la Madonna lascerà sulla montagna delle apparizioni, un segno che rimarrà per sempre. Un altro segreto è dato ad ognuno di noi veggenti e si tratta di un fatto personale. Il Settimo Segreto è invece stato in parte cancellato in seguito alle nostre preghiere ma non completamente, e la Madonna vorrebbe che noi pregassimo ancora di più perché mediante le nostre preghiere possiamo modificare anche gli altri [si noti che le vere profezie sono sempre condizionate, ndr].

PADRE LIVIO – Però tu hai detto che durante il tempo dei segreti ci sarà ancora uno di voi che avrà le apparizioni quotidiane. Questo che mi hai detto è molto importante perché significa che durante il tempo dei Dieci Segreti, un tempo sicuramente di prova, la Madonna rimarrà in mezzo a noi.
VICKA – Sì, si.

PADRE LIVIO – Quindi potrà dare anche dei messaggi.
VICKA – Certo.

PADRE LIVIO – Questa è una grande grazia.
VICKA – Sembra una sorpresa, ma la Madonna ha detto questo in modo chiaro.

PADRE LIVIO – Io faccio questo in qualità di intervistatore perché io sono personalmente convinto che quando si verificheranno i Dieci Segreti io sarò già in Paradiso.
VICKA – Padre Livio, tu non sai quante grazie la Madonna ha dato a te, perché sei stato pronto a rispondere in modo che la Madonna ha trovato una sua radio. Non sai quanto ti vuol bene e vedo che anche tu rispondi con tutto amore. Devi continuare a trasmettere questo tuo messaggio senza stancarti perché abbiamo ancora tanto da fare.

PADRE LIVIO – Io invece penso che alla mia età i Dieci Segreti li vedrò dal Paradiso ormai.
VICKA – No, carissimo fratello, non si sa mai a che età si lascerà questa terra. Io a questo non penso mai. Io sento dentro di me che si può fare ancora molto.

PADRE LIVIO – Quindi niente pensione per me.
VICKA – No! La vita è bella, è noi che la complichiamo. Chi ama sé stesso ama la vita, chi non ama sé stesso non può amare niente.

La malattia e la sofferenza

PADRE LIVIO – In questi pochi minuti che ci rimangono vorrei che tu raccontassi qualcosa sul tema della sofferenza e della malattia, che hai vissuto anche te personalmente.
VICKA – Questa è una grande gioia e dono. Tante volte pensiamo: come può una malattia e una sofferenza diventare un dono? Per me non esiste niente dopo la Madonna di accettare la sofferenza come dono. Di questa cosa non si può parlare tanto, perché quando si verifica dobbiamo dire: eccomi Signore tu fai di me quello che tu vuoi. Non possiamo dire: questa sofferenza è pesante. No, togliamo questi pensieri. Lui sa quanto può dare e sa anche quanto può prende. Noi dobbiamo anche ringraziare Dio per questo dono e chiedere la sua forza e il suo coraggio perché io possa andare avanti. Anche la Madonna ha detto: voi non sapete quanto valore ha la nostra sofferenza davanti agli occhi di Dio. Io sono contentissima quando posso offrire qualche mia sofferenza per la Madonna e per Gesù. Io dico sempre: Gesù, io sono pronta. Quanto e come vuoi, sempre sono pronta per voi. Mi rivolgo anche a tutti voi che vivete nella sofferenza: non perdete tempo ma offrite tutto a Gesù. Tutte quelle cose hanno un grande valore. Ogni sera, quando la Madonna mi appare, sempre e al primo posto nelle intenzioni di preghiera metto i malati e poi tutti gli altri. Io voglio tanto bene a voi malati, vi sento nel mio cuore e raccomando sempre alla Madonna che vi possa dare forza e coraggio per andare avanti.

A cura di radiomaria.it

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La Bella Signora delle Tre Fontane

Posté par atempodiblog le 10 novembre 2007

 

Apparizioni Mariane:
la Bella Signora delle Tre Fontane

(Storia della Vergine della Rivelazione)

1. QUEL TRENO PERSO

Bruno Cornacchiola (1913 – 2004) era un comunista e un protestante della setta degli «Avventisti del settimo giorno». Nel 1936 Bruno si sposa con Iolanda Lo Gatto. Stringe rapporti con i compagni comunisti del Partito d’Azione e si arruola come radiotelegrafista volontario all’OMS, per andare in Spagna. A Saragozza è incuriosito da un tedesco che aveva sempre un libro sotto il braccio. In spagnolo gli chiede: «Perché porti sempre questo libro sotto il braccio?». «Ma non è un libro, è la sacra Scrittura, è la Bibbia», fu la risposta. Così, discorrendo, i due giungono vicino alla piazza antistante il santuario della Vergine del Pilar. Bruno invita il tedesco a entrare con lui. Quegli rifiuta energicamente: «Guarda che io in quella sinagoga di Satana non ci sono mai andato. Io non sono cattolico. A Roma c’è il nostro nemico». «Il nemico a Roma?», domanda incuriosito Bruno. «E dimmi chi è, così se io lo incontro, lo ammazzo». «È il Papa che sta a Roma. La grande Bestia dell’Apocalisse è il Papa». In Bruno, che già era avverso alla Chiesa cattolica, aumenta l’odio contro di essa e contro tutto ciò che la riguardava. Così, nel 1938, mentre si trova a Toledo, compra un pugnale e sulla lama incide: «A morte il Papa!». Nel 1939, terminata la guerra, Bruno ritorna a Roma e trova lavoro come uomo delle pulizie all’ATAC, la società che gestisce i mezzi di trasporto pubblici di Roma. Tra gli «Avventisti del settimo giorno», Bruno viene fatto direttore della gioventù missionaria avventista di Roma e del Lazio e si distingue per il suo impegno e fervore contro la Chiesa, la Vergine, il Papa. Non perde occasione di fare tutti i possibili dispetti ai preti, facendoli cadere sui mezzi pubblici e rubando loro la borsa. Il 12 aprile 1947, come direttore della gioventù missionaria, dalla sua setta riceve l’incarico di prepararsi per parlare in Piazza della Croce Rossa. Il tema è a sua scelta, basta che sia contro la Chiesa, l’Eucaristia, la Madonna e contro il Papa, ovviamente. È sabato in Albis quel 12 aprile 1947. Verso le 14 papà Bruno parte con i suoi tre bambini: Isola, di undici anni, Carlo di sette e Gianfranco di quattro. Giungono alla stazione Ostiense: proprio in quel momento stava partendo il treno per Ostia. La delusione è grande. Bruno dice ai bambini: “Vorrà dire che adesso… andremo in un altro posto. Prendiamo il tram, andiamo a S. Paolo e lì prendiamo il 223 per andare fuori Roma». Scendono vicino alle Tre Fontane. Bruno consegna la palla ai bambini perché giochino mentre lui si siede sopra un masso con la Bibbia, quella famosa Bibbia su cui aveva scritto di suo pugno: «Questa sarà la morte della Chiesa cattolica, con il Papa in testa!». Con la Bibbia aveva portato anche un taccuino e una matita per prendere appunti. Mentre inizia a scrivere, giungono i bambini trafelati: «Papà, abbiamo perso la palla». «Andate a cercarla!». I bambini vanno e ritornano con la palla. Bruno la tira in direzione di Isola che aveva le spalle rivolte verso la scarpata da dove erano saliti. Ma la palla, invece di raggiungere Isola, come se avesse un paio di ali, vola sopra gli alberi e scende verso la strada dove passa l’autobus. «Stavolta l’ho persa io», dice il papà; «andate a cercarla».

2. LA BELLA SIGNORA!

Ad un certo punto Gianfranco non risponde più e non si trova più nel luogo dove lo aveva lasciato. Bruno lo cerca fra i cespugli e le rocce, finché vede il piccolo inginocchiato sul limitare di una grotta. Il bambino tiene anche le manine come in atteggiamento di preghiera e guarda verso l’interno, tutto sorridente e bisbiglia: «Bella Signora!… Bella Signora!… Bella Signora!…». Giunge Isola con un mazzolino di fiori in mano e Bruno domanda ad Isola: «Ma gli hai insegnato tu questo gioco della “Bella Signora”?». «No, papà, io non lo conosco ‘sto gioco, non ci ho mai giocato con Gianfranco». «E come mai dice: “Bella Signora”?». «Non lo so, papà: forse qualcuno è entrato dentro la grotta». Isola fa per andarsene, quando improvvisamente si ferma, i fiori le cadono dalle mani e anche lei si mette in ginocchio con le mani giunte, accanto al fratellino e anche lei mormora rapita: «Bella Signora!… Bella Signora!…». L’altro suo bambino, Carlo, fa per andarsene anche lui, quando si ferma di scatto, si gira verso la grotta, unisce le due mani e si inginocchia vicino ad Isola e ripete le stesse parole degli altri due… Il papà allora non ne può più e grida: «Questo è troppo. Basta, alzatevi!». Bruno prende il bambino per le spalle e cerca di smuoverlo, di rimetterlo in piedi, ma non ci riesce. «Era come di piombo, come se pesasse quintali». Lo stesso accade con gli altri due figli. Allora esclama: «Ma che cosa succede qui?… Ci sono delle streghe nella grotta oppure qualche diavolo?…». E il suo livore contro la Chiesa cattolica lo porta subito a pensare che sia qualche prete: “Non sarà qualche prete che è entrato dentro la grotta e con l’ipnotismo, mi ipnotizza i bambini?”. E grida: «Chiunque tu sia, anche un prete, vieni fuori!». Silenzio assoluto. «Chi c’è qua?», grida. Ma la grotta è assolutamente vuota. Allora il pover’uomo, in preda al panico, sale sull’altura per cercare aiuto: «Aiuto, aiuto, venitemi ad aiutare!». Ma non vede nessuno e nessuno deve averlo udito. Ritorna concitato dai bambini che, ancora inginocchiati con le mani giunte, continuano a dire: «Bella Signora!… Bella Signora!…». Si avvicina e cerca di smuoverli… Li chiama: «Carlo, Isola, Gianfranco!…», ma i bambini rimangono immobili. E qui Bruno comincia a piangere: «Che cosa sarà?… che cosa è successo qui?…». E pieno di paura alza gli occhi e le mani al cielo, gridando: «Dio salvaci tu!».

LE MANI DI DIO

Appena proferito questo grido d’aiuto, Bruno vede uscire da dentro la grotta due mani candidissime, trasparenti, che si avvicinano lentamente verso di lui, gli sfiorano gli occhi, facendo cadere da essi come delle squame, come un velo che lo accecava… Ma poi, all’improvviso i suoi occhi sono invasi da una luce tale che per qualche istante tutto scompare dinanzi a lui, figli, grotta… e si sente leggero, etereo, quasi che il suo spirito fosse stato liberato dalla materia. Nasce dentro di lui una grande gioia, un qualcosa di completamente nuovo. Quando Bruno riprende a vedere dopo quel momento di accecamento luminoso, nota che la grotta si illumina fino a scomparire, ingoiata da quella luce… Si staglia soltanto un blocco di tufo e sopra questo, scalza, la figura di una donna avvolta da un alone di luce dorata, dai tratti di una bellezza celestiale, intraducibile in termini umani. I suoi capelli sono neri, uniti sul capo e appena sporgenti, tanto quanto lo consente il manto di color verde-prato che dal capo le scende lungo i fianchi fino ai piedi. Sotto il manto, una veste candidissima, luminosa, cinta da una fascia rosa che scende a due lembi, alla sua destra. La statura sembra essere media, il colore del viso leggermente bruno, l’età apparente sui venticinque anni. Nella mano destra regge appoggiato al petto un libro non tanto voluminoso, di colore cinerino, mentre la mano sinistra è appoggiata sul libro stesso. Il volto della Bella Signora trasluce un’espressione di benignità materna, soffusa di serena mestizia. «Il mio primo impulso fu quello di parlare, di alzare un grido, ma sentendomi quasi immobilizzato nelle mie facoltà, la voce mi moriva in gola», confiderà il veggente. Nel frattempo in tutta la grotta si era diffuso un soavissimo profumo floreale. E Bruno commenta: «Anch’io mi ritrovai accanto alle mie creature, in ginocchio, con le mani giunte».

3. «SONO LA VERGINE DELLA RIVELAZIONE»

A un tratto la Bella Signora incomincia a parlare, dando inizio a una lunga rivelazione. Si presenta immediatamente: «Sono colei (quella) che sono nella Trinità divina… Sono la Vergine della Rivelazione… Tu mi perseguiti, ora basta! Rientra nell’Ovile Santo, Corte Celeste in terra. Il giuramento di Dio è e rimane immutabile: i nove venerdì del Sacro Cuore che tu facesti, amorevolmente spinto dalla tua fedele sposa, prima di entrare nella via della menzogna, ti hanno salvato!». Bruno ricorda che la voce della Bella Signora era «così melodiosa, sembrava una musica che entrava dentro gli orecchi; la sua bellezza nemmeno si può spiegare, la luce, smagliante, qualcosa di straordinario, come se il sole fosse entrato dentro la grotta». La conversazione è lunga; dura un’ora e venti minuti circa. Gli argomenti toccati dalla Madonna sono molteplici. Alcuni riguardano direttamente e personalmente il veggente. Altri riguardano la Chiesa intera, con un particolare riferimento ai sacerdoti. Poi c’è un messaggio da consegnare personalmente al papa.

TRADIMENTO DEI CHIERICI

A un certo punto la Madonna muove un braccio, il sinistro, e punta l’indice verso il basso…, indicando qualcosa ai suoi piedi… Bruno segue con l’occhio il gesto e vede per terra un drappo nero, una veste talare da prete e sopra di essa una croce spezzata in più punti. «Vedi, spiega la Vergine «così ridurranno i miei sacerdoti i loro abiti talari. Li lasceranno per darsi al mondo e alla carne (il mondo e la carne entreranno nelle chiese, negli eremi e nei conventi). Questo è il segno che la Chiesa soffrirà, sarà perseguitata, spezzata; questo è il segno che i miei figli si spoglieranno… Tu, sii forte nella fede!…». La celeste visione non nasconde al veggente che lo attendono giorni di persecuzione e di prove dolorose, ma che Lei lo avrebbe difeso con la sua materna protezione. Poi Bruno viene invitato a pregare molto e a far pregare, recitare il rosario quotidiano. E specifica in particolare tre intenzioni: la conversione dei peccatori, degli increduli e per l’unità dei cristiani.

LA TERRA BENEDETTA

E gli rivela il valore delle Ave Maria ripetute nel rosario: «Le Ave Maria del Rosario che voi dite con fede e con amore sono tante frecce d’oro che raggiungono il Cuore di Gesù». Gli fa una bellissima promessa: «Con questa terra di peccato opererò potenti miracoli per la conversione degli increduli. Io convertirò i più ostinati con prodigi che opererò con questa terra di peccato. Il mio corpo non marcì, né poteva marcire. Mio Figlio e gli angeli mi vennero a prendere al momento del mio trapasso. Si preghi assai e si reciti il rosario quotidiano per la conversione dei peccatori, degli increduli e per l’unità dei cristiani. Con questa terra di peccato opererò potenti miracoli per la conversione degli increduli. Sono la calamita della Trinità Amore». Con queste parole Maria si presentava anche come Assunta in Cielo in anima e corpo. Mentre a Lourdes (1858) l’apparizione della Madonna confermò il dogma dell’Immacolata Concezione, promulgato da Pio IX, l’8 dicembre 1854, alla Grotta delle Tre Fontane, nel 1947, la Madonna anticipa il Dogma dell’Assunzione in Cielo di Maria, promulgato da Pio XII il 1° novembre 1950. La Madonna, alla Grotta delle Tre Fontane, raccomandò con chiarezza e precisione di vivere la Divina Dottrina, di vivere il cristianesimo, cioè di vivere la religione.

LE DUE PROVE

Ma occorreva dare al veggente la certezza che quella esperienza che stava vivendo e che tanto avrebbe inciso nella sua vita non era una allucinazione o un incantesimo, e tanto meno un inganno di Satana. Per questo gli dice: «Desidero darti una sicura prova della divina realtà che stai vivendo perché tu possa escludere ogni altra motivazione del tuo incontro, compresa quella del nemico infernale, come molti ti vorranno far credere. E questo è il segno: dovrai andare per le chiese e per le vie. Per le chiese, al primo sacerdote che incontrerai e per le strade, a ogni sacerdote che incontrerai, tu dirai: “Padre, devo parlarle!”. Se costui ti risponderà: “Ave Maria, figliolo, cosa vuoi”, pregalo di fermarsi, perché è quello da me scelto. A lui manifesterai ciò che il cuore ti dirà e ubbidiscilo; ti indicherà infatti un altro sacerdote con queste parole: «Quello fa per il caso tuo». Continuando, la Madonna lo esorta a essere «prudente, perché la scienza rinnegherà Dio», quindi gli detta un messaggio segreto da consegnare personalmente alla «Santità del Padre, supremo pastore della cristianità», accompagnato però da un altro sacerdote che gli dirà: «Bruno, io mi sento legato a te». «Poi la Madonna», riferisce il veggente, «mi parla di ciò che sta avvenendo nel mondo, di quello che succederà nell’avvenire, come va la Chiesa, come va la fede e che gli uomini non crederanno più… Tante cose che si stanno avverando adesso… Ma molte cose si dovranno avverare…». E la celeste Signora lo conforta: «Alcuni a cui tu narrerai questa visione non ti crederanno, ma non lasciarti deprimere». Al termine dell’incontro, la Madonna fa un inchino e dice a Bruno: «Sono colei che sono nella Trinità divina. Sono la Vergine della Rivelazione. Ecco, prima di andare via io ti dico queste parole: la Rivelazione è la Parola di Dio, questa Rivelazione parla di me. Ecco perché ho dato questo titolo: Vergine della Rivelazione». Poi fa alcuni passi, si gira ed entra dentro la parete della grotta. Termina allora quella grande luce e si vede la Vergine che si allontana lentamente. La direzione presa, andando via, è verso la basilica di S. Pietro.

4. IL PROFUMO DI MARIA

Bruno dice ai figli: «Beh, facciamo una cosa: puliamo dentro la grotta perché quello che abbiamo visto è qualcosa di grande… Però non lo so. Adesso stiamo zitti e puliamo dentro la grotta». All’improvviso, tutta quella terra che noi abbiamo pulito, tutta quella polvere che abbiamo innalzato, profumava. Che profumo! Tutta la grotta… Toccavi le pareti: profumo; toccavi per terra: profumo; ti allontanavi: profumo. Insomma, ogni cosa lì profumava.

5. LA PRIMA AVE MARIA

Dopo un momento di silenzio, il papà spiega ai bambini: «La Bella Signora della grotta ci ha detto che qui c’è Gesù. Io prima vi insegnavo di non credere a ciò e vi proibivo di pregare. Gesù sta là dentro, in quella casina. Ora vi dico: preghiamo! Adoriamo il Signore!». «Papà, che preghiera facciamo?». «Figlia mia, non saprei…». «Diciamo un ‘Ave Maria», riprende la piccola. «Guarda che io l’Ave Maria non me la ricordo». «Ma io sì, papà!». «Come tu? E chi te l’ha insegnata?». «Quando mi mandavi a scuola e mi facevi il biglietto perché lo consegnassi alla maestra e fossi così esentata dall’ora di catechismo, ebbene, la prima volta gliel’ho dato, ma poi non lo feci più perché mi vergognavo, così sono rimasta sempre e allora ho imparato l’Ave Maria». «Ebbene, dilla tu…, piano piano, così pure noi ti veniamo appresso». Allora la bambina inizia: Ave Maria, piena di grazia… E gli altri tre: Ave, Maria, piena di grazia… E così fino all’Amen finale. Dopo di che escono e rifanno il tragitto verso casa. Arrivato a casa Bruno si avvicina alla moglie e le dice: “Abbiamo visto la Madonna, io ti chiedo perdono perchè ti ho fatto soffrire, Jolanda. Sai dire il rosario?”. “Non lo ricordo bene”. E si inginocchiarono per pregare. «Allora, siccome a mia moglie ne ho fatte tante, perché la tradivo, facevo peccati, la picchiavo, eccetera, pensate che l’11 aprile, pur essendo protestante, non gli si dice: Puoi fare questo, puoi fare quest’altro, questo è peccato, non si dice: Ci sono i dieci comandamenti. Ebbene, quell’11 sera io non avevo dormito a casa, ma avevo passato la notte, diciamo la verità, con l’amica mia… La Vergine poi mi ha dato il pentimento. Allora, ricordando tutte queste cose, mi inginocchio davanti a mia moglie, in cucina, i bambini stavano in camera e inginocchiandomi io, lei pure si inginocchia. Allora io le dico: “Adesso ti chiedo perdono di quello che ho fatto, del male, di tutto quello che ho fatto contro di te, fisicamente. Io ti chiedo perdono, perché quello che hanno detto i bambini, adesso non diciamo niente, però quello che hanno detto i bambini è vero… Io ti ho insegnato tante cose cattive, ho parlato contro l’Eucaristia, contro la Madonna, contro il Papa, contro i sacerdoti e i Sacramenti… Ora non so che cosa sia avvenuto…, mi sento cambiato…”».

6. LA PROMESSA SI AVVERA

Bruno, ora, sul tram, a ogni sacerdote a cui faceva il biglietto diceva: «Padre, devo parlarle». Se quello gli rispondeva: «Che vuoi? Dimmi pure», Bruno gli rispondeva: «No no, ho sbagliato, non è lei… Scusi, sa». Inoltre «venivano a casa i “compagni” e mi dicevano: “Ma come, non vieni più a trovarci? Come mai?”». Al che lui rispondeva: «Ho una cosa che… Verrò più tardi». Anche il Pastore protestante avventista si faceva vedere: «Ma come? Non vieni più alla riunione? Come mai, che cosa è successo?». Il 28 aprile erano sedici giorni che Bruno aspettava di incontrare un sacerdote e non lo trovava ancora. «Ma, sei stato in parrocchia? Può darsi che lì lo troverai», lo consiglia la moglie, nella sua semplicità e buonsenso. E Bruno: «No, in parrocchia non ci sono stato». «Ma vai, può darsi che là troverai un sacerdote…». Bruno esce di casa e si porta alla chiesa della sua parrocchia, la chiesa di Ognissanti, sull’Appia Nuova. Si mette vicino alla sacrestia e attende davanti a un grande Crocifisso. Ed ecco che dalla sacrestia esce un giovane sacerdote, piuttosto frettoloso, con la cotta… Bruno sente un impulso interiore, come se fosse spinto verso di lui. Lo prende per la manica della cotta e grida: «Padre, devo parlarle!». «Ave Maria, figliolo, cosa c’è?». Sentendo quelle parole Bruno ha come un sussulto di gioia e dice: «Io aspettavo queste parole che lei mi doveva dire”. Martedì 6 maggio Bruno ritorna alla grotta e il prodigio si rinnova. Appare la soave figura celestiale della Madre di Dio. Non dice nulla. Lo guarda soltanto e gli sorride.

7. IL SECONDO SEGNO

Uno dei sacerdoti della chiesa di Ognissanti, don Mario Sfoggia, un giorno, 21 o 22 maggio, manifesta a Bruno il desiderio di recarsi anche lui alla grotta: «Senti», gli dice, «io voglio venire con te a recitare il rosario, in quel posto dove tu hai visto la Madonna». «Va bene, ci andiamo il 23, sono libero». Giunti alla grotta, i due si inginocchiano vicino al sasso dove la Madonna aveva appoggiato i piedi e cominciano la recita del rosario. Al secondo «mistero gaudioso», la Visitazione di Maria a Santa Elisabetta, don Mario prega la Madonna nel suo cuore: «Visitateci, illuminateci! Che si sappia la verità, che non siamo ingannati!». Bruno risponde regolarmente alle prime due del mistero della visitazione, ma alla terza non risponde più! Allora don Mario vuole vedere meglio cosa accade ma mentre sta per farlo, viene investito come da una scarica elettrica che lo immobilizza, rendendolo incapace di ogni minimo movimento… Sente Bruno che mormora: «Quant’è bella!… Quant’è bella!… Ma è grigio, non è nero…». «Don Mario, è rivenuta!» gli dice Bruno. Gli racconta che durante la visione la Madonna aveva posto le sue mani sul capo a tutti e due e poi se n’era andata, lasciando un profumo intenso. Il sacerdote abbraccia Bruno e gli dice: «Bruno, mi sento legato a te!». A queste parole il veggente ha come un sussulto e pieno di gioia riabbraccia don Mario. Quelle parole pronunciate dal sacerdote erano il segno che la Madonna gli aveva dato per indicargli che sarebbe stato colui che lo avrebbe accompagnato dal Papa per consegnargli il messaggio.

8. «NON PROFANATE QUESTA GROTTA…»

Venerdì 30 maggio, Bruno ritorna alla grotta e c’è un’altra apparizione della Madonna. Un altro giorno, andando alla grotta, viene preso da un grande senso di tristezza e di delusione. Da alcuni segni si rende conto che essa è tornata a essere luogo di peccato. Amareggiato, Bruno scrive su un foglio questo appello accorato e lo lascia nella grotta: «Non profanate questa grotta con il peccato impuro! Maria, la dolce madre di tutti i peccatori, ecco che cosa ha fatto per me peccatore. MILITANTE NELLE FILE DI SATANA NELLA SETTA PROTESTANTE AVVENTISTA, ero nemico della Chiesa e della Vergine. Qui il 12 aprile a me e ai miei bambini è apparsa la Vergine della Rivelazione, dicendomi di rientrare nella Chiesa cattolica, apostolica, romana, con segni e rivelazioni che Lei stessa mi ha manifestato. L’infinita misericordia di Dio ha vinto questo nemico che ora ai suoi piedi implora perdono e pietà. Amate, Maria è la dolce Madre nostra. Amate la Chiesa con i suoi figli! Ella è il manto che ci copre nell’inferno che si scatena nel mondo. Pregate molto e allontanate i vizi della carne. Pregate!». Appende questo foglio a una pietra, all’ingresso della grotta. Sappiamo che quel foglio finì, in seguito, sul tavolo del commissariato di polizia di S. Paolo. Ecco perché ne possediamo il testo esatto. Nel 1956, il Vicariato di Roma, dopo avere acconsentito alla costruzione di una cappella sul luogo dell’apparizione per il culto della Vergine della Rivelazione, ne affida la custodia ai Padri francescani minori conventuali, perché provvedano al servizio religioso. Sempre nel 1956, L’Osservatore Romano, in un articolo dove venivano elencati i più celebri santuari mariani, mete di pellegrinaggio, definiti «cattedrali della preghiera, feudi e capitali di Maria», vi aggiungeva anche la «piccola grotta delle Tre Fontane». L’8 dicembre 1982 fu inaugurato un altare nella grotta. La celebrazione della S. Messa è divenuta quotidiana dal 1995. Nel 1987 fu eretto l’Arco della Pace.

9. CONVERSIONI E GUARIGIONI

Sono stati segnalati tanti fenomeni di conversione, con ritorno alla vita sacramentale, a cominciare da quella di un altro tranviere, anche lui protestante, Pietro Genna, nel 1947, a pochi mesi dalle apparizioni. Sono avvenute e avvengono tante guarigioni, come attestano anche i tanti ex voto che tutti possono vedere alle spalle della grotta (cfr. Dario Pacifico, La Vergine della Rivelazione alle Tre Fontane, Roma, 1993, pp. 48-52). Alla Grotta delle Tre Fontane sono avvenute prodigiose guarigioni (cfr. Ernesto Piacentini, In cammino verso il terzo millennio con la “Vergine della Rivelazione” alla Grotta delle Tre Fontane, Roma 1997, pp. 53-54).

10. FENOMENI NEL SOLE

A partire dal 12 aprile 1980 si manifestano, in coincidenza con gli anniversari, per alcuni anni anche i cosiddetti “fenomeni del sole”, registrati e riportati puntualmente dalla stampa con ricchezza di particolari e di testimonianze. I fenomeni dureranno, in ogni anniversario, fino al 1987 (cfr. Ernesto Piacentini, In cammino verso il terzo millennio con la “Vergine della Rivelazione” alla Grotta delle Tre Fontane, Roma 1997, pp. 77-87).

11. ASSOCIAZIONE CATECHISTICA

Bruno Cornacchiola descrive lui stesso, al Card. Traglia, questa sua decisione: “Nel settembre del 1947, cioè sei mesi dopo la mia conversione, ascoltai il discorso che il Papa fece agli uomini dell’A.C. e mi colpirono alcune frasi che mi incoraggiarono a far quel che già pensavo di fare dopo l’apparizione, cioè un’Organizzazione Catechistica per la conversione dei comunisti e dei protestanti. Difatti il 12 aprile 1948, con l’aiuto di Dio e della Vergine cara, formai lo Statuto per l’organizzazione che chiamai S.A.C.R.I: Schiera Arditi Cristo Re Immortale” (cfr. Dario Pacifico, La Vergine della Rivelazione alle Tre Fontane, Roma, 1993, p. 81).

12. PERCHÉ ALLE TRE FONTANE?

Secondo un’antica tradizione che rimanda ai primi secoli del cristianesimo, confermata da documenti storici di grande valore, il martirio dell’apostolo Paolo, avvenuto nel 67 dopo Cristo per ordine dell’imperatore Nerone, sarebbe stato consumato nel luogo allora denominato Aquae Salvìae, precisamente dove oggi sorge l’abbazia delle Tre Fontane. La decapitazione dell’Apostolo, sempre secondo la tradizione, avvenne sotto un pino, presso un cippo marmoreo, che ora si può vedere in un angolo della chiesa stessa. Si dice che la testa dell’Apostolo, mozzata con un deciso colpo di spada, sia rimbalzata per terra tre volte e che a ogni balzo sarebbe scaturita una sorgente di acqua. La Madonna ha scelto quella località, dunque, in riferimento a san Paolo, non solo per la sua conversione ma anche per il suo amore alla Chiesa e alla sua opera di evangelizzazione? Ciò che accadde all’Apostolo sulla via per Damasco ha parecchi punti di contatto con ciò che si verificò in questa apparizione della Vergine a Bruno Cornacchiola. Gesù a Saulo: «Io sono colui che tu perseguiti!». Alle Tre Fontane la Madonna dirà al veggente, rivestendolo della sua luce affettuosa: «Tu mi perseguiti, ora basta!». E lo invita a entrare nella vera Chiesa che la celeste Regina definisce «ovile santo, corte celeste in terra». In pratica, ciò che alle Tre Fontane la Madonna riproporrà è lo stesso messaggio che San Paolo visse e annunciò nella sua vita di apostolo e che possiamo riassumere in tre punti: 1. conversione dei peccatori, specialmente dalla loro immoralità (il luogo dove Maria appare ne era teatro); 2. conversione degli increduli dal loro ateismo e dal loro atteggiamento di indifferenza di fronte a Dio e alle realtà soprannaturali; l’unità dei cristiani, cioè il vero ecumenismo, affinché si adempia la preghiera e l’anelito di suo Figlio: si faccia un solo ovile sotto la guida di un solo pastore. Il fatto poi che il luogo si trovi a Roma è di per se stesso un richiamo a Pietro, alla roccia su cui è fondata la Chiesa, alla garanzia di verità e di sicurezza della Rivelazione stessa. La Madonna dimostra un particolare affetto e cura per il papa. Con questo vuole far capire che è lui il Pastore dell’«ovile santo» e che non c’è vera Chiesa, nel senso pieno del termine, se si prescinde dall’unione con lui.

a cura di Don Guglielmo Fichera

Associazione “Fede, Cultura e Società- fedeecultura.it

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Il diavolo

Posté par atempodiblog le 1 novembre 2007

Riflessioni teologiche su un malessere ecclesiale
di Gianni Colzani

Potete leggerlo sul sito: http://www.radiomaria.it/documenti/dwnl.php?id=907

 

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