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Il nunzio Cavalli: Medjugorje luogo di grazia scelto dal Signore per farsi incontrare

Posté par atempodiblog le 16 janvier 2025

Il nunzio Cavalli: Medjugorje luogo di grazia scelto dal Signore per farsi incontrare
Intervista con l’arcivescovo visitatore apostolico inviato da Papa Francesco nella parrocchia delle presunte apparizioni: è lui a leggere preventivamente i messaggi attribuiti alla “Regina della Pace” e ad autorizzarne la pubblicazione
di Andrea Tornielli – Vatican News
Tratto da: Radio Maria

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«Medjugorje è un posto normale, senza alcuna cosa speciale ed è divenuto per grazia un luogo spirituale dove le persone vengono da ogni parte del mondo. Vengono, e lì cominciano a pregare». Lo afferma in un’intervista con i media vaticani l’arcivescovo Aldo Cavalli, 78 anni, lecchese, una vita trascorsa al servizio della Santa Sede nelle nunziature, che nel novembre 2021 è stato inviato da Papa Francesco come visitatore apostolico nel piccolo paese della Bosnia ed Erzegovina divenuto negli ultimi quarant’anni uno dei centri mariani più visitati del mondo. Il 2024 è stato un anno importante per Medjugorje: lo scorso maggio il Dicastero per la dottrina della fede ha pubblicato le nuove norme sui presunti fenomeni soprannaturali che facilitano il via libera alla devozione senza impegnare la Santa Sede nella dichiarazione di soprannaturalità. E a settembre è stata divulgata la nota intitolata “La Regina della Pace”, dedicata all’esperienza spirituale di Medjugorje, che assegna al fenomeno mariano il “nulla osta”, cioè il riconoscimento più alto tra quelli previsti dalle nuove norme. Da allora i “presunti messaggi” che i veggenti ricevono vengono pubblicati «con approvazione ecclesiastica».

Già da qualche anno lei vive nella parrocchia di Medjugorje e incontra i pellegrini. Qual è stata la sua esperienza?
A Medjugorje non ero mai stato. Però sono italiano, e come tanti del mio Paese avevo avuto contatti con chi ci era andato. Sempre notavo, quando tornavano da Medjugorje, che queste persone erano più impegnate a livello spirituale e umano: in chiesa, nelle catechesi, nel fare il bene. Erano molto più impegnate di prima. Ora sono lì da tre anni: è un luogo normale, senza nessuna cosa speciale ed è divenuto per grazia un luogo spirituale dove le persone vengono da ogni parte del mondo. Vengono e lì cominciano a pregare. Entrano in comunione con il Signore Gesù e la Vergine Maria li accompagna. È un pregare semplice: vogliono cambiare vita, vivere meglio di prima, vogliono risolvere o affrontare bene i problemi che hanno. Un cambiamento che si chiama conversione, che si attua in particolare nel sacramento della penitenza. Questo accade normalmente a Medjugorje.

Che cosa la colpisce guardando ai tanti pellegrini?
Arrivano giovani e adulti. Vengono senza alcuna sponsorizzazione. Arrivano tutti con uno scopo: incontrare il Signore e la Vergine Maria. Non trovano niente da vedere o da visitare: come turismo religioso siamo a zero. Ma qui giovani e adulti cominciano a pregare. Ero appena arrivato, a febbraio di tre anni fa, e mi trovavo tra le panchine all’aperto dietro la chiesa. Viene una famiglia latinoamericana, con un ragazzo quindicenne che era un ribelle, un vero ribelle! Dopo appena cinque minuti è venuto a confessarsi… e i genitori lo guardavano sorpresi. È un luogo di grazia che il Signore ha scelto per farsi incontrare. Il nulla osta del Papa vuol dire: andate, andate, andate! Andate lì perché è un luogo di grazia, dove si incontra il Signore e il Signore ti incontra.

Grazie alle nuove norme volute da Papa Francesco, ora il procedimento per esaminare e pronunciarsi su questi casi punta più sui frutti spirituali.
Il Dicastero per la Dottrina della fede ha esaminato due punti che sono documentabili. Il primo riguarda i frutti. A Medjugorje vengono da ogni parte del mondo, in migliaia e migliaia. Quest’anno sono venuti due milioni di persone adulti e giovani. Quasi 50.000 preti sono venuti per pregare, per convertirsi. Poi altri frutti molto importanti sono le tante vocazioni. Tante persone che pregano. Il secondo elemento che è stato esaminato sono i messaggi. Ogni messaggio è stato confrontato con la nostra fede e si è constatato che i messaggi vi corrispondono. Frutti molto positivi, e i messaggi positivi per la fede: questo ha permesso di dire che Medjugorje è un luogo di grazia.

Lei è personalmente coinvolto nella pubblicazione dei messaggi che vengono divulgati una volta al mese. Che cosa accade concretamente?
È molto semplice: quando c’è un messaggio, chi l’ha ricevuto lo scrive e me lo invia nella lingua in cui scrive, cioè il croato. Me lo traducono subito in italiano. Questo processo è molto interessante: ci sono almeno due mediazioni umane molto importanti: per quello che parliamo sempre di “presunti messaggi” anche se siamo in favore al punto che alla fine del messaggio scriviamo: “con approvazione ecclesiastica”. Ma attenzione, i messaggi sono definiti “presunti” perché passano attraverso due mediazioni umane: non scrive la Madonna, scrive la persona che riceve. La seconda mediazione è la traduzione dal croato all’italiano: sono due lingue totalmente differenti. Noi diciamo che il messaggio va bene, che corrisponde alla fede e invitiamo a leggerlo e meditarlo perché è positivo. Non aggiunge nulla alla Rivelazione, però arricchisce. Aiuta a vivere meglio la fede oggi.

Sappiamo che nessuna rivelazione privata, dunque nessuna delle apparizioni mariane, aggiunge niente alla Rivelazione. Quale atteggiamento dobbiamo avere e quali rischi evitare? Perché talvolta c’è il rischio di lasciarsi prendere da un eccesso di curiosità verso i “segreti”, una curiosità un po’ apocalittica.
Il Dicastero per la Dottrina della fede lo scorso maggio ha pubblicato delle norme che sono fondamentali per capire la decisione su Medjugorje. Ha ricordato che prima cosa la Rivelazione, la Parola di Dio, è solo la Bibbia è che questa Rivelazione si è conclusa con l’Apocalisse. Ciò non toglie che lo Spirito Santo si possa servire di messaggi e di rivelazioni private affidate a persone e che servono per attuare meglio l’unica vera Rivelazione. Tutto questo non aggiunge niente alla Rivelazione, ma può essere utile. Ecco l’importanza dei messaggi. Possono essere utili per attuare oggi la Rivelazione che il Signore ha fatto una volta per sempre.

Lei ha conosciuto i veggenti di Medjugorje? Li ha incontrati?
Sì. E posso dire che sono persone semplici, hanno la loro famiglia, hanno i problemi che ha ogni famiglia.

Scusi se la interrompo: qualcuno aveva fatto un’obiezione per il fatto che nessuno di loro era diventato prete o suora…
Ma ognuno ha la sua vocazione! Sono persone semplici, persone buone. Non ho niente da dire. Ci vediamo spesso, prendiamo il caffè insieme. Sono persone che crescono nella fede, ognuno alla propria maniera, e diventano sapienti, sempre più sapienti. Sto in contatto con loro: non sono diventati preti o suore e ognuno ha la sua missione, la sua vita di famiglia.

Che cosa ha imparato in questi tre anni trascorsi nella parrocchia di Medjugorje?
Che lì c’è la grazia. Ho imparato che il Signore, con la sua grazia, ci segue sempre. Ho imparato che il Signore nella nostra vita ha un piano e ci accompagna. Ci vuole bene.

A Medjugorje la Madonna si è definita “Regina della Pace”. Un messaggio quanto mai attuale in questo nostro tempo.
Uno dei primi presunti messaggi, del 1981, è molto profondo a questo proposito. Dice: pace, pace, pace che regni la pace. Attenzione: non tra di noi, ma innanzitutto tra Dio e noi, e poi anche tra di noi. Questo è fondamentale. Quando gli ebrei sono usciti dall’Egitto, Dio ha detto tramite il profeta Mosè: se volete vivere liberi, ci sono alcune regole da seguire, sono i Comandamenti. Dio per la pace è fondamentale. Nei comandamenti ci vengono dette poche cose per vivere: rispettare la vita e non uccidere, la famiglia è fondamentale punto di riferimento, rispettiamoci a vicenda. Se viviamo così viviamo in pace. Se invece non viviamo così ci sono le guerre.

Un’altra caratteristica che rende particolarmente attuale il messaggio di Medjugorje è il fatto che la presunta apparizione sia avvenuta in una terra dove convivono religioni diverse e che è stata segnata in tempi recenti da violenze terribili. Ci sono messaggi che toccano questo tema. Che cosa può dire in proposito?
La parola che usiamo è dialogo. Dia logos, dialogo tra di noi, ma logos vuol dire: io ti presento la mia identità, ti presento il mio modo di vivere, di pensare, di credere, di attuare. Tu mi presenti la tua identità. Dialogando ci conosciamo, ognuno mantenendo la sua identità. Se perdiamo l’identità, non dialoghiamo più. E allora viene la tragedia. Lì ci sono diverse religioni, diversi modi di vivere. Dobbiamo dialogare. E lì noi a Medjugorje abbiamo una identità chiara: il Signore Gesù Cristo è per noi l’unico Signore.

Le nuove norme pubblicate lo scorso maggio dal Dicastero per la Dottrina della fede sono espressione dell’animo pastorale di Papa Francesco e corrispondono all’atteggiamento di grande attenzione verso la fede dei semplici e la devozione popolare. Quanto è importante questo aspetto?
Dobbiamo mettere dei punti di riferimento di fede molto forti. La fede popolare si arricchisce mettendo come punto di riferimento la Madre di Dio e punto di riferimento assoluto, il Signore Gesù Cristo. La Madre di Dio che ti accompagna a questo incontro. Quando la gente semplice viene con tutti i suoi problemi, si incontra con la Madre di Dio che ha sofferto come loro. L’immagine della Vergine Addolorata c’è in quasi tutte le parrocchie: lei che ha sofferto come te, e ti accompagna al Signore Gesù che ti dà la forza per vivere bene. Cambiare vita non è lasciare la famiglia, lasciare il lavoro… quando ritorni nella vita di prima, sei cambiato dentro. Sai che con il Signore posso affrontare i problemi. Ecco la fede dei semplici. Ecco il Rosario, l’Eucaristia e l’adorazione eucaristica. La scorsa estate avevo davanti a me 30/40 mila giovani che stavano in adorazione in un silenzio assoluto. Lì, in quel pane trasformato, c’è la presenza reale, sostanziale del Signore Gesù Cristo. Lui mi guarda, io lo guardo, Lui mi parla, io gli parlo. Quante persone mi han detto: io lì ho sentito il Signore che mi ha parlato.

Da quanto ci ha raccontato e da quanto abbiamo letto nella Nota del Dicastero sul fenomeno di Medjugorje, si può concludere rivolgendo l’invito a tutti di compiere questo pellegrinaggio?
Il documento vuol dire in modo ben chiaro: andate a Medjugorje perché è un luogo di grazia.

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Banneux/ La Madonna ha dato alla sorgente un significato cristologico ben preciso

Posté par atempodiblog le 14 janvier 2025

Banneux/ La Madonna ha dato alla sorgente un significato cristologico ben preciso
di padre Livio Fanzaga – Radio Maria

La Vergine dei poveri di Banneux dans Apparizioni mariane e santuari La-Vergine-dei-Poveri-di-Leon-Jamin
La Vergine dei Poveri di Leon Jamin

La Madonna, a Banneux, nell’interpretazione del significato della sorgente svolge un ruolo particolare, che possiamo anche evidenziare sotto il profilo teologico perché dice: “questa sorgente è riservata per me”. Crea un intimo rapporto tra Lei e la sorgente. Le dà un significato profondamente cristologico: la sorgente è Cristo.
La Madonna che dal giardino, dove appare, indietreggia e guida Mariette lungo la via e la porta fino alla sorgente, sta ad indicare una mariologia simbolica straordinaria: la Madonna mediatrice tra noi e Gesù Cristo, “ad Jesum per Mariam” (san Bernardo).
È la Madonna che ci conduce a Cristo, sorgente d’acqua viva. Quando la Madonna invita a mettere le mani nella sorgente, ci invita ad attingere le grazie da Colui che è la fonte di ogni grazia: Gesù Cristo, “dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia” (Gv 1,14.16).
La Madonna ha dato alla sorgente un significato cristologico ben preciso.

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Parigi. C’è un presepe di Napoli nella cattedrale di Notre-Dame

Posté par atempodiblog le 24 décembre 2024

Parigi. C’è un presepe di Napoli nella cattedrale di Notre-Dame
Esposto il capolavoro settecentesco appartenuto al collezionista Ravaglioli. L’allestimento potrà essere ammirato fino a inizio febbraio
di Daniele Zappalà – Avvenire
Tratto da: 
Radio Maria

Parigi. C'è un presepe di Napoli nella cattedrale di Notre-Dame dans Articoli di Giornali e News Parigi-C-un-presepe-di-Napoli-nella-cattedrale-di-Notre-Dame

Questo primo Natale celebrato a Parigi nella Cattedrale di Notre-Dame appena riaperta ha pure un sapore e colori un po’ italiani. Avanzando nella navata Nord, i fedeli e visitatori vengono presto attratti dall’incanto di un’isola di luce che suggerisce già a distanza il mistero fulgido della Natività. Si tratta proprio di uno splendido presepe di tradizione napoletana settecentesca, allestito grazie a una felice comunanza d’intenti fra i due versanti delle Alpi.

L’insieme si deve al critico d’arte e collezionista Alberto Ravaglioli, deceduto prematuramente l’anno scorso. Lungo i decenni, per studio e passione, aveva esplorato i segreti della nobile arte partenopea, instaurando un rapporto speciale proprio con le due botteghe artigianali all’origine del presepe esposto ora a Parigi: quella dei fratelli Sinno, per quanto riguarda le figure, e quella di Biagio Roscigno, per le scenografie.

Il sì della Cattedrale è giunto anche grazie all’impegno dell’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede, prima di un sostegno offerto pure dall’Ambasciata d’Italia a Parigi. Allestito su una lunghezza di 6 metri, il presepe incanta tanto per il numero delle figure — circa 160, di un’altezza attorno ai 25 centimetri —, quanto per la pregevolezza di ogni singolo dettaglio, oltre che per la variopinta armonia d’insieme.

Destinato ad essere ammirato da oltre 2 milioni di persone fino a inizio febbraio, il presepe ha ricevuto venerdì scorso la benedizione di monsignor Olivier Ribadeau Dumas, rettore della Cattedrale, pronto a sottolineare pure il felice contesto di questa presenza dell’arte napoletana a Parigi:

«Papa Francesco, qualche giorno fa in Corsica, ha parlato della religiosità popolare, della necessità di vivere la nostra fede con dei segni. Il presepe è una manifestazione essenziale di questa religiosità popolare e permette alle persone di raccogliersi e di riconoscersi in questi pastori che illustrano così bene la vita di tutti i tempi, di tutti i giorni».

Per il rettore, la natura stessa dell’iniziativa ha un forte valore simbolico: «È un nuovo segno dell’amicizia fra la Francia e l’Italia. È un nuovo segno della cattolicità della Chiesa, cioè della sua universalità. La Chiesa è universale, tutte le tradizioni vi si ritrovano. E la tradizione napoletana di questo presepe ci dice magnificamente che è fatto affinché chiunque passi davanti possa pregare».

L’opera è stata posta ai piedi della Natività trecentesca rappresentata sulla facciata esterna del coro di Notre-Dame, all’insegna dunque pure di un felice gioco di corrispondenze artistiche fra Medioevo e Settecento.

Per la realizzazione del sogno di Alberto Ravaglioli di vedere il proprio presepe esposto a Notre-Dame si è molto speso il fratello Marco, già corrispondente Rai e deputato Dc: «Opere come queste sono pure straordinari biglietti da visita e strumenti dei rapporti internazionali. In un modo che resta al di sopra degli interessi contingenti, danno visibilità allo spirito italiano più autentico e genuino. Così, si porta nel mondo il messaggio della cultura e della spiritualità italiane». Al fianco della realizzazione, pure sponsor quali Banca Intesa San Paolo, Ferrero, Generali e World Cargo.

L’avvocato Agatino Alajmo, amico intimo di Alberto Ravaglioli, è un altro protagonista dell’iniziativa: «Si tratta innanzitutto di una promessa mantenuta. È stato un lavoro duro, ma pure un’esperienza bellissima, oltre che una grande soddisfazione. Il risultato è un messaggio di fede e di fiducia».

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Nigeria: a Kaduna è nata Radio Maria

Posté par atempodiblog le 10 décembre 2024

Nigeria: a Kaduna è nata Radio Maria
Tratto da: Notizie da Radio Maria nel mondo

Nigeria: a Kaduna è nata Radio Maria dans Articoli di Giornali e News Inaugurazione-Radio-Maria-Nigeria-a-Kaduna

Ieri, 9 dicembre 2024, a Kaduna è nata Radio Maria. Cinque vescovi e circa 100 sacerdoti hanno celebrato la Santa Messa d’inaugurazione.
È stato un evento per tutta la provincia ecclesiastica di Kaduna. In questa regione tristemente conosciuta per Boko Harakiri, Radio Maria è un mezzo per l’evangelizzazione, la promozione della pace e riconciliazione tra le diverse religioni e gruppi etnici.
Il Nunzio Apostolico della Nigeria ha inviato un prezioso messaggio di auguri.
Che la Madonna benedica gli italiani dal cuore così generoso con Radio Maria, che hanno reso possibile la realizzazione di questa Radio Maria importatissima!

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La Cattedrale di Notre-Dame riapre: per far tornare la sua Vergine

Posté par atempodiblog le 28 novembre 2024

La Cattedrale di Notre-Dame riapre: per far tornare la sua Vergine
Migliaia di fedeli di tutte le età, arrivati anche da altre città, alla processione che ha riportato in chiesa la statua trecentesca rimasta intatta tra le fiamme del rogo del 15 aprile 2019
di Daniele Zappalà – Avvenire
Tratto da: 
Radio Maria

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Dietro a quelle vetrate policrome già aggredite dalle fiamme, brilla ora una luce che annuncia una rinascita. Al calar della sera tanti fedeli, non solo parigini, contemplano quel chiarore, con il cuore gonfio d’una certezza: la Cattedrale di Notre-Dame è tornata ad essere una “casa”, da quando la sua porta centrale si è aperta, venerdì scorso, per il ritorno della Vergine con il Bambino, la statua trecentesca simbolo della venerazione mariana a Parigi, rimasta intatta in mezzo al rogo del 15 aprile 2019 e poi trasferita nella vicina chiesa di Saint-Germain-l’Auxerrois.

«Scatto foto per mia madre di 85 anni, malata, che voleva esserci. L’ultima volta, invece, ero venuto per mia sorella colpita dal cancro», ci ha detto Jean-Vianney, giunto dall’estremo Nord francese, proprio all’inizio della toccante processione con fiaccole dietro la statua, partita dal sagrato della chiesa in cui ha trovato “rifugio”. Emozionatissima anche Marie-Danielle, originaria della Martinica: «Maria è uscita vittoriosa dalle fiamme. Eppure, nella sua piccolezza, non ha mai cercato il primo posto». Da parte sua Robert-Paul, parigino, anch’egli con la fiaccola in mano, è stato impressionato dalla «portata storica del cantiere».

Fra canti intonati alla Vergine, immaginette sacre offerte ai fedeli, pause per le tappe dei Misteri della Gioia del Rosario, il fiume di fedeli ha catturato gli sguardi pure dei turisti, costeggiando fra l’altro i grandi magazzini La Samaritaine, dal nome d’ispirazione evangelica, prima della traversata della Senna sullo storico Pont Neuf e del passaggio davanti al Mercato dei fiori non lontano dalla Cattedrale. Su ogni parafiamma di carta, le tracce sempre diverse lasciate dalla cera sciolta, quasi a sottolineare l’originalità di ogni percorso di fede, alcuni dei quali “innescati” dal rogo epocale.

Per la solennità dell’Immacolata, le celebrazioni del 7 e 8 dicembre, con personalità religiose, politiche e dello spettacolo, riconsegneranno definitivamente Notre-Dame al culto, ai parigini, al mondo. Ma per i vertici diocesani della capitale, prima dell’altisonante ouverture ufficiale, occorreva una premessa incentrata sull’umiltà della fede d’ogni giorno che non cerca i riflettori. Proprio questo il senso della processione, in presenza di migliaia di fedeli d’ogni generazione, rimasti poi sul sagrato della Cattedrale per ammirare, appena oltre l’ultimo recinto del cantiere, l’ingresso discreto della statua nella navata centrale. Un emozionante passaggio di luce si è così schiuso all’improvviso, prima di una veglia di preghiera all’esterno animata da giovani.

«Portiamo in cuore la gioia per tutto ciò che ha seguito questo rogo. Per tutto ciò che si è vissuto attorno a questa cattedrale da cinque anni», ha detto l’arcivescovo di Parigi Laurent Ulrich, aggiungendo: «L’imprevisto di Dio è una costante della scoperta da parte del popolo che siamo, lungo i secoli, quando non attendevamo più nulla e tutto era scoraggiante. Invece Dio è lì, esprimendo la sua presenza, la sua attenzione, la sua tenerezza per tutta l’umanità». Per padre Stéphane-Paul Bentz, cappellano della Cattedrale, «la processione ha voluto accompagnare la Vergine nella sua casa. Una casa che è di nuovo abitabile e quasi pronta», come ha detto ad Avvenire, aggiungendo: «È stato un po’, simbolicamente, il trasloco della Vergine, se così si può dire, e la ritroveremo per la festa d’inaugurazione. Abbiamo voluto che tutto fosse semplice e per tutti, senza limiti d’accesso per nessuno».

Fra i presenti c’era anche Henri d’Anselme, il fedele 26enne divenuto celebre come «l’eroe con lo zaino di Annecy», dal nome della città in cui l’anno scorso aveva coraggiosamente placato con altri la furia di un attentatore sanguinario armato di coltello, ottenendo poi per questo la Legion d’Onore e un invito ufficiale alla cerimonia d’apertura di Notre-Dame. Del resto, al momento del suo atto eroico, il giovane stava compiendo a piedi proprio un giro fra le cattedrali di Francia: «È oggi la Vergine a prenderci per mano come bambini, verso questa Cattedrale che è una casa per gli uomini e per Dio. Notre-Dame ci apre le porte del Paradiso».

In queste settimane d’attesa palpitante della riapertura, parole come “speranza”, “unità”, “trascendenza” risuonano attorno a Notre-Dame che irradia nuovamente luce. Presso il vicino Museo di Cluny, si può già visitare la mostra “Far parlare le pietre”, dedicata agli straordinari resti architettonici decorativi ritrovati durante gli scavi di consolidamento. «Vedrete, la Cattedrale sarà più bella che mai», ha invece ribadito lunedì Philippe Jost, a capo del cantiere, durante un evento di presentazione della copertura eccezionale che i media francesi internazionali (France Médias Monde) hanno previsto per la riapertura. La sorprendente campagna mondiale di raccolta di fondi, forte di 340mila donatori, ha superato di 140 milioni di euro i bisogni della ricostruzione. Così, saranno possibili pure dei restauri che erano stati sempre procrastinati.

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Canto a Maria

Posté par atempodiblog le 27 novembre 2024

Canto a Maria
“Canto a Maria” che la Madonna stessa avrebbe ispirato ad Alphonsine Mumureke, una delle veggenti di Kibeho
Fonte: Diego Manetti Radio Maria

30° anniversario delle apparizioni della Vergine a Kibeho dans Antonio Socci Madonna-di-Kibeho

Madre del Verbo, Maria
Sei anche nostra Madre, Maria
Dispensatrice di Grazie, Maria
Ci hai colmato dei tuoi doni, Maria
Perché ci hai scelti, Maria
Tra i figli del nostro tempo, Maria
Possa tu darci la tua benedizione, Maria
Perché noi agli altri la comunichiamo, Maria
Noi figli di Kibeho, Maria
Noi ti chiediamo la fraternità, Maria
E l’amore per sempre, Maria
Come tu stessa ci hai detto, Maria

Divisore dans San Francesco di Sales

Freccia dans Viaggi & Vacanze Le apparizioni di Nostra Signora dei Dolori a Kibeho (Rwanda)

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Il significato dei simboli sulla Medaglia Miracolosa

Posté par atempodiblog le 27 novembre 2024

Il significato dei simboli sulla Medaglia Miracolosa
de Il Timone
Tratto da: Radio Maria

Il significato dei simboli sulla Medaglia Miracolosa dans Apparizioni mariane e santuari La-Medaglia-Miracolosa

La Medaglia Miracolosa, anche conosciuta come la Medaglia della Immacolata Concezione, è un oggetto religioso cattolico che rappresenta la Vergine Maria. La medaglia è stata creata in seguito alle apparizioni della Vergine Maria a Santa Caterina Labouré, una suora delle Figlie della Carità, a Parigi nel 1830.

I simboli sulla Medaglia Miracolosa includono:

Immacolata Concezione: La medaglia rappresenta la Vergine Maria nella sua forma di Immacolata Concezione, cioè concepita senza il peccato originale. La famosa iscrizione “O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi” afferma appunto l’Immacolata Concezione della Vergine. Questo dettaglio fu espresso a Santa Caterina il 27 novembre 1830, molto prima che il dogma fosse proclamato nel 1854. Allo stesso modo, indica la missione di intercessione della Madre di Dio.

M sulla croce: Sulla parte superiore della medaglia c’è una croce con un “M” sovrapposto. Questo simbolo rappresenta la crocifissione di Gesù e la presenza della Madonna ai piedi della croce.

Cuore di Gesù e Cuore di Maria: Sotto la croce ci sono i Cuori di Gesù e Maria, uniti da una fiamma d’amore. Questo simboleggia l’amore misericordioso di Gesù e Maria per l’umanità. Dodici stelle: Attorno al bordo della medaglia ci sono dodici stelle, che rappresentano le dodici tribù di Israele e simboleggiano anche l’intera Chiesa.

Raggi di luce: Dalla parte delle mani della Vergine Maria, si irradiano raggi di luce, simboleggianti le grazie che Maria concede a coloro che le chiedono.

Il 27 novembre 1830 suor Caterina Labouré ebbe una visione della Vergine. Maria appare in piedi su quella che sembra essere la metà del globo, con in mano una piccola sfera dorata e lo sguardo rivolto al cielo. In un attimo, la Madre di Dio spiega a Caterina che la sfera rappresenta il mondo, e in particolare la Francia. Raggi di luce escono dalle dita della Vergine, adorne di gioielli. Queste sono, continua Maria, le grazie che ottiene per coloro che le chiedono; mentre alcuni gioielli non brillano e rappresentano, precisa la Vergine, «grazie disponibili, ma che nessuno ha chiesto».

In una terza apparizione, la Vergine Maria mostra a Santa Caterina l’iscrizione che circonda la sua figura celeste: «O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ci rivolgiamo a Te». Poi, la Madre di Dio esorta Catherine Labouré a coniare una medaglia che riproduca ciò che i suoi occhi hanno visto e promette che «coloro che indosseranno [la medaglia] riceveranno grandi grazie, soprattutto se la porteranno al collo».

Divisore dans San Francesco di Sales

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Gli Stati Uniti nel tempo dei Segreti

Posté par atempodiblog le 7 novembre 2024

Gli Stati Uniti nel tempo dei Segreti
di Padre Livio Fanzaga
Tratto da: Blog di p. Livio – Direttore di Radio Maria

Gli Stati Uniti nel tempo dei Segreti dans Apparizioni mariane e santuari Donald-Trump

Il 13 luglio 1917 la Madonna ha dato il terzo Segreto di Fatima e ha parlato della Russia, di quello che avrebbe perpetrato del mondo e della grande persecuzione alla Chiesa Cattolica. Nel piano di Maria da Fatima a Medjugorje la Russia è indubbiamente protagonista.

È chiaro che la Regina della pace nel 1981, pur preannunciando che il popolo russo si sarebbe convertito e avrebbe onorato Dio più degli altri, per dieci anni ha chiesto agli abitanti di Medjugorje il digiuno e le preghiere perché come lei stessa ha detto nel Messaggio del 25 gennaio 1991, «satana è forte e desidera distruggere non soltanto la vostra vita umana, ma anche la natura e il pianeta sul quale vivete».

La Regina della pace si riferiva alla Russia, tant’è vero che nell’agosto dello stesso anno, quando ci fu il crollo dell’impero russo e il tentativo dell’esercito di impadronirsi del potere, ci invitò a una novena di preghiere e di digiuni per realizzare ciò che aveva iniziato a Fatima: «Vi invito a qualche rinuncia per la durata di nove giorni, affinché con il vostro aiuto si realizzi tutto ciò che voglio realizzare secondo i segreti iniziati a Fatima».

La Regina della pace ha dedicato i primi dieci anni di apparizioni a Medjugorje alla realizzazione di ciò che aveva iniziato a Fatima. La caduta del comunismo è opera di Maria e la conseguenza è stata quella di aver consentito a tutte le Chiese Cattoliche dell’est europeo e alla Chiesa Ortodossa di essere libere.

Indubbiamente, allora, possiamo affermare che la Russa è l’attore politico principale dal periodo che va dal 1917 (Fatima) al termine dei Segreti (Medjugorje). La Madonna nomina apertamente solamente la Russia, mai gli Stati Uniti. È altresì vero che la Madonna ha nominato l’Occidente nello stesso Messaggio del 30 ottobre 1981: «L’Occidente ha incrementato il progresso, ma senza Dio, come se non fosse Lui il Creatore»; il riferimento della Regina della pace è la cultura modernista che si sarebbe impadronita dell’Occidente.

Sempre riguardo all’Occidente, la Madonna ha detto che per il mondo nuovo senza Dio non ci sarebbe stato né futuro né salvezza eterna. Il mondo nuovo senza Dio era il progetto dell’Occidente di un mondo modernista che esclude Dio, mette al centro l’uomo che crea una nuova umanità e redime se stesso; è l’ideologia anticristica di cui parla il Catechismo della Chiesa Cattolica.

La Madonna parla di una cultura modernista che domina in Occidente e nel mondo intero; recentemente, infatti, la Regina della pace parla di “umanità”: «l’umanità ha deciso per la morte» (25 ottobre 2022); «l’uomo moderno non vuole Dio. Perciò l’umanità va verso la perdizione» (25 gennaio 2023). La cultura dell’Occidente che vuole sostituire il Cristianesimo si è diffusa nel mondo ed è diventata un’opzione per tutta l’umanità che vuole mettersi al posto di Dio.

In questo quadro c’è la presenza chiarissima della Russia, che sarà il primo attore nel tempo dei Segreti. La Russia sarà determinante, non sappiamo con certezza che cosa farà ma, di fatto, sarà protagonista. Siccome anche la Chiesa verrà perseguitata nel tempo dei Segreti, questo potrebbe implicare che la Russia vada oltre i suoi confini e arrivi al tentativo di prendere il papato.

L’obiettivo fondamentale di Mosca è il papato, è risaputo che non si accontentano del patriarcato, vogliono il primato cristiano del mondo; perseguono questo obiettivo attraverso la demonizzazione dei protestanti e dei cattolici. Questa è una delle prospettive che riguarda il prossimo futuro. La Russia è nel Segreto di Fatima ed è protagonista anche fino alla fine dei Segreti di Medjugorje. I russi cercheranno di dare il colpo di grazia al Cattolicesimo e di diventare loro i padroni del Cristianesimo e è questo il loro obiettivo.

Con le elezioni USA 2024 siamo arrivati a un punto di svolta. Donald Trump si affaccia a un prossimo futuro in cui assisteremo al tentativo della Russia di conquistare l’Europa, in particolare l’Italia e la stessa Roma. La Russia vuole espandersi e dominare il mondo e l’unico fronte possibile è quello europeo.

In questa prospettiva, una presidenza come quella di Trump che è comunque un uomo religioso, è l’unica capace di contrastare l’espansionismo russo in Europa. Ecco allora, spiegata l’importanza delle elezioni USA 2024. Gli Stati Uniti salveranno l’Europa per la terza volta, dopo averlo fatto nelle prime due Guerre mondiali; solamente loro hanno le energie morali e spirituali per contrastare la Russia e impedire l’asservimento dell’Europa.

L’ateismo diffusosi in Europa ha certamente indebolito gli animi, probabilmente arriveranno gli americani ad aiutarci ancora una volta e a rinvigorire la nostra fede ormai affievolita e i nostri valori vissuti dimessamente.

La certezza imprescindibile è che Dio governa e provvede sul mondo; in questa verità dobbiamo guardare al futuro. Staremo a vedere se saranno  gli Stati Uniti a fermare le mire russe di conquista militare, politica e religiosa del mondo intero. Al momento non si vedono alternative e i Segreti di Medjugorje non possono essere troppo lontani.

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“Pensate che gli angeli siano lenti come gli aeroplani?”

Posté par atempodiblog le 10 octobre 2024

“Pensate che gli angeli siano lenti come gli aeroplani?”
Fonte: Fermenti Cattolici Vivi
Tratto da: Radio Maria

“Pensate che gli angeli siano lenti come gli aeroplani?” dans Amicizia San-padre-Pio-da-Pietrelcina

Padre Pio cercava sempre di inculcare nei suoi figli spirituali l’amore verso gli angeli custodi che, fin dalla nascita, illuminano, custodiscono e governano la creatura umana.

Dall’angelo custode riceveva spesso preziosi servigi. A lui affidava poi numerosi incarichi che riguardavano il suo ministero sacerdotale. Per aiutare, in caso di bisogno, i suoi figli spirituali lontani, mandava sempre l’angelo custode.

Un giorno, l’inglese Cecil Humpherey-Smith, noto figlio spirituale di Padre Pio, mentre era in Italia ebbe un incidente d’auto e fu ferito gravemente. Un amico, vedendolo in pessime condizioni, andò all’ufficio postale e inviò un telegramma a Padre Pio chiedendo preghiere per Cecil. Quando consegnò il telegramma allo sportello, il postino gli diede un altro telegramma a lui indirizzato, proveniente da San Giovanni Rotondo. Con esso Padre Pio assicurava le sue preghiere per la guarigione di Cecil Humpherey-Smith.

Passò qualche mese prima che Cecil potesse viaggiare. Appena fu guarito, con l’amico si recò a San Giovanni Rotondo per ringraziare Padre Pio.

Giunti al convento, incontrarono il venerato padre, lo ringraziarono per le sue preghiere e, al fine di soddisfare la loro curiosità, chiesero a Padre Pio come fosse venuto a conoscenza dell’incidente e come avesse fatto a inviare loro così rapidamente il suo telegramma di rassicurazione.

Padre Pio con un largo sorriso sulle labbra disse: “Pensate che gli angeli siano lenti come gli aeroplani?”.

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La chiesa a Roma dedicata alla Beata Vergine Regina dei cuori

Posté par atempodiblog le 23 août 2024

La chiesa a Roma dedicata alla Beata Vergine Regina dei cuori
Una chiesa, quasi nascosta, retta dai padri Monfortani, a Roma. La Teologia diventa architettura.
di Antonio Tarallo – ACI Stampa
Tratto da: Radio Maria

La chiesa a Roma dedicata alla Beata Vergine Regina dei cuori dans Antonio Tarallo Vergine-e-Bambino-con-accanto-san-Luigi-Maria-Grignon-di-Montfort-e-l-Arcangelo-Gabriele

Una memoria troppe volte dimenticata quella della Beata Vergine Maria Regina. Eppure dietro ad essa si nasconde un tesoro prezioso tutto da scoprire e riscoprire. La memoria liturgica è stata istituita da Papa Pio XII , nel 1955. Dopo la riforma seguita al Vaticano II, è stata collocata al 22 agosto, giorno conclusivo dell’ottava della solennità di Maria assunta in Cielo. La Vergine è proposta come modello e segno di speranza per tutti i cristiani che, già rivestiti della dignità regale del Signore nel Battesimo, sono chiamati a regnare eternamente con lui. Questo titolo di “Regina” fu attribuito a Maria fin dall’antichità dal popolo cristiano che la saluta con questo appellativo specialmente nella “Salve Regina” e nelle serie finale delle litanie lauretane.  Al mistero della Vergine Maria appartiene la dignità regale della sua piena glorificazione e della perfetta conformazione a Suo Figlio, Re di tutti i secoli.  E’ il Concilio Vaticano II a dirci, infatti, che Maria, dopo aver finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste con il suo corpo e con la sua anima, ed esaltata come Regina dell’universo, perché fosse più pienamente conformata a Gesù. Tra gli elementi che costituiscono la dignità regale della Vergine Maria, i testi liturgici ne celebrano particolarmente quattro: l’umiltà; la funzione materna; la supplice intercessione e il segno della futura gloria della Chiesa.

Ed è proprio a questo titolo speciale, “Regina”, che è dedicata una chiesa a Roma, quasi nascosta. Ci troviamo al centro di Roma: in via Romagna, una piccola viuzza che sembra quasi nascondersi fra palazzi umbertini e moderni uffici. Davanti a noi si erge la facciata della chiesa, piccola, sobria ma che – al contempo – conserva un “qualcosa” di maestoso: è lo specchio della regalità della Vergine Maria. La chiesa è retta dai Monfortani. Ha una storia del tutto affascinante. La sua fondazione passa per una data specifica: quella dell’8 dicembre, festa dell’Immacolata. Infatti, l’8 dicembre del 1903 ha luogo la benedizione e la posa della prima pietra del futuro santuario; e, dopo un anno esatto, l’8 dicembre 1904, si ha la sua inaugurazione, nel cinquantesimo anniversario della definizione del dogma della Immacolata Concezione di Maria. Tutto qui ci parla di Maria: soprattutto le bellissime vetrate che circondano la chiesa.

Sopra l’ingresso del Santuario, all’interno, è possibile subito notare una bifora con due sopra immagini che riescono bene a sintetizzare il termine “Regina”. La vetrata di destra è dedicata al mistero del Cristo Re. In questa vetrata troviamo un tondo in cui è inscritto il busto del re Davide con la corona in testa e avvolto nel manto; regge nella destra un’arpa – è ritenuto l’autore dei Salmi – e con la sinistra tiene il lembo di un rotolo dispiegato, su cui si legge: “Ego autem constitutus sum rex ab eo – Io sono stato costituito re da Lui”. L’espressione è tratta dal Salmo numero due, che canta profeticamente il Re Messia.

La figura del Cristo occupa la parte centrale della vetrata: rivestita di tunica e calzari, avvolta in un ricco mantello regale, nella mano destra, benedicente, impugna lo scettro e con la sinistra regge il globo , simbolo del mondo soggetto alla sua signoria. Lo sormonta – infatti – una croce aurea, strumento della vittoria pasquale: innalzato sulla croce, Gesù attira tutti a sé. Il segno della croce è presente nel tondo superiore della vetrata, in cui è raffigurato un angelo a grandi ali spiegate, che mostra la croce, “strumento di morte e di gloria” come canta la liturgia.

E a sinistra, invece, troviamo in maniera speculare un’altra immagine: questa volta ci parla di Maria, o meglio, della sua regalità. Nel tondo inferiore è ritratto il Montfort, che stringe in mano un grande rosario. Lo circonda una scritta che dice: “Ut adveniat regnum tuum, adveniar regnum Mariae – Affinchè venga il tuo regno (Signore, è sottinteso) venga il regno di Maria!”. Questa espressione – presa dal “Trattato della vera devozione a Maria” scritto dal santo francese – pone l’accento sul pensiero monfortano secondo cui il riconoscimento della signoria di Maria riesce a condurci più facilmente ad accogliere il regno di Cristo nel proprio cuore. Maria è presentata col capo velato e incoronato. E’ rivestita, sotto la tunica regale, con un abito trapuntato; il manto è riccamente ornato. Nella mano destra impugna lo scettro regale e nella sinistra sostiene un globo – come Gesù – sormontato da una croce.

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San Giovanni Eudes, l’apostolo dei Sacri Cuori

Posté par atempodiblog le 19 août 2024

San Giovanni Eudes, l’apostolo dei Sacri Cuori
Grande propagatore della devozione al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria, san Giovanni Eudes spiegò in pagine mirabili l’unione tra i due Sacri Cuori, lasciando insegnamenti preziosi per il cammino spirituale di ogni fedele.
di Antonio Tarallo – La nuova Bussola Quotidiana
Tratto da: Radio Maria

San Giovanni Eudes, l’apostolo dei Sacri Cuori dans Antonio Tarallo Ges-e-Maria

«Organo muscolare, cavo, che costituisce il centro motore dell’apparato circolatorio». E ancora: «Dall’antichissima credenza popolare che il cuore fosse il centro della vita spirituale e affettiva dell’uomo, si è formata ed è rimasta nel linguaggio comune una serie ricchissima di locuzioni e frasi». E ancora più avanti: «Il cuore è inteso come la sede dei vari moti dell’animo. Come sede dell’affetto, dell’amore». Sono definizioni colte dall’Enciclopedia Treccani: fanno riferimento al sostantivo «cuore». Sono immagini che riescono a donare diversi significati di questo termine così ricco e prezioso per la vita umana. Quando pensiamo a questa parola, infatti, sono tante le analogie, le metafore, i pensieri che nascono naturalmente nella mente. Forse, fra i tanti, quello più comune è che il cuore rappresenti la sede della vita e dei sentimenti. Ed è proprio al cuore – a due in particolare, quello di Gesù e della Vergine Maria – che san Giovanni Eudes (del quale oggi ricorre la memoria liturgica) ha guardato per l’intera sua esistenza terrena, meritando di essere definito «apostolo infaticabile della devozione ai Sacri Cuori di Gesù e Maria» (Benedetto XVI, udienza generale del 19 agosto 2009).

Per addentrarci meglio nella spiritualità di questo grande santo, fondatore della Congregazione di Gesù e Maria (1643) per la formazione dei futuri sacerdoti e dell’Ordine di Nostra Signora della Carità (1651), è importante focalizzare l’attenzione su quanto sia stata fondamentale nella sua visione spirituale la centralità della relazione personale con Gesù Cristo: il fedele, per san Giovanni Eudes, deve vivere il proprio cammino spirituale in stretta relazione con Cristo. E questo dialogo deve passare proprio per il Sacro Cuore di Gesù, sede dell’Amore di Dio per gli uomini. Per arrivare a Cristo, il fedele passa per Maria, la Vergine Santa.

Testimonianza di ciò, il testo Il Cuore Ammirabile della SS. Madre di Dio, un trattato teologico-spirituale e devozionale assai interessante per diversi aspetti. «Cuore ammirabile. Perché mai lo Spirito Santo la chiama “Signum magnum”? Per farci conoscere che Ella è tutta miracolosa e per farne oggetto di rapimento per gli Angeli e per gli uomini. Allo stesso scopo lo Spirito Santo fece cantare in suo onore, in tutto l’universo, per bocca di tutti i fedeli, questo elogio: “Mater admirabilis”! O Madre ammirabile, con quanta ragione portate questo nome! Però quel che è più ammirabile in Maria è il suo Cuore verginale. Esso è tutto un mondo di meraviglie, un oceano di prodigi, un abisso di miracoli. È il principio e la sorgente di tutte le cose più rare e più straordinarie che emergono in questa gloriosa Principessa».

La descrizione che Eudes fa del Cuore della Vergine è una perfetta sintesi teologica. Ciò che colpisce è il linguaggio del santo: poetico, alto, profondo e, allo stesso tempo, vicino al popolo di Dio. Tanto è racchiuso in quel passaggio, «il principio e la sorgente di tutte le cose più rare e più straordinarie», e il lettore non può che provare stupore, misto a meraviglia, davanti a questa sublime descrizione.

Ma perché è così importante il Cuore Immacolato della Vergine Maria? Il santo risponde con queste parole contenute sempre nel suo libro: «Non v’è parte del sacro corpo di Gesù che non sia degno dell’ammirazione eterna degli uomini e degli Angeli. Non c’è nulla nel corpo verginale di Maria che non sia meritevole delle lodi immortali di tutte le creature. Ma il suo cuore ha diritto ad un particolare onore per le sue meravigliose prerogative: 1) Esso è il principio della vita di questa Divina Madre e di tutte le funzioni della sua vita corporale e sensibile: origine della vita di colei che ha dato vita al Figlio di Dio; 2) Altra prerogativa di questo Cuore è d’aver preparato e donato il sangue verginale di cui fu formato il corpo santissimo dell’Uomo-Dio; 3) La terza è d’essere stato il principio della vita umana di Gesù Bambino, durante la dimora nascosta ch’Egli fece nel seno della madre sua. Come di ogni madre, si può dire che la vita e il cuore di Maria era la vita e il cuore di Gesù (…) 4) La quarta prerogativa è indicata da queste parole della Cantica: “Il nostro letto è tutto ricoperto di fiori profumati” (Ct I, 15). Qual è questo letto, se non il cuore purissimo di Maria, sul quale il Bambino Gesù ebbe a riposare dolcemente?». In queste righe comprendiamo, allora, l’importanza del Cuore di Maria. Ancora una volta, viene ribadito il concetto dello strettissimo legame tra questo Cuore e quello di Gesù.

L’unione dei due Sacri Cuori è il tema portante dell’intensa e alta spiritualità di san Giovanni Eudes. Fra le righe de Il Cuore Ammirabile della SS. Madre di Dio troviamo una pagina importantissima, fondamentale per il cammino spirituale di ciascuno: «Il Cuor di Gesù vive nel cuore di Maria, l’anima di Gesù nella sua anima, lo spirito di Gesù nel suo spirito; la memoria, l’intelletto, la volontà di Gesù sono viventi nella memoria, nell’intelletto, nella volontà di Maria; i suoi sensi interiori ed esteriori vivono nei sensi di Lei; le sue passioni nelle passioni di Lei; le sue virtù, i suoi misteri, i suoi divini attributi, tutti vivono nel cuore di Lei e regneranno sovranamente in Lei; vi opereranno affetti meravigliosi e incomprensibili a noi mortali, e v’imprimeranno l’immagine vivente di Gesù stesso».

Grazie a queste pagine si riesce a comprendere come i due Sacri Cuori siano profondamente connessi tra loro. L’uno potrebbe definirsi il prosieguo dell’altro: vi è un filo rosso che li unisce, vi è un’arteria che li congiunge e li fa vivere e palpitare all’unisono. Ed è a questi due Cuori che san Giovanni Eudes ci invita ad accostarci attraverso la preghiera e l’Eucaristia.

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Assunzione della Beata Vergine Maria

Posté par atempodiblog le 14 août 2024

Assunzione della Beata Vergine Maria
di Padre Livio Fanzaga
Tratto da: Blog di p. Livio – Direttore di Radio Maria

Buona festa dell'Assunta! dans Amicizia maria_assunta_in_cielo

Oggi gioiamo con tutta la Chiesa per l’Assunzione alla gloria celeste dell’Immacolata Vergine Maria con la sua anima e il suo corpo e per essere esaltata come Regina dell’universo a fianco di suo Figlio, il Signore dei dominanti e il vincitore del peccato e della morte.

La Madre di Dio, terminato il corso della sua vita terrena, ha avuto il singolare previlegio di partecipare alla resurrezione di suo Figlio, divenendo così un segno per tutti i credenti di quello che sarà il compimento della loro vita.

Noi giustamente ci domandiamo quale sarà la condizione in cui ci troveremo in Paradiso e la risposta la troviamo nella Vergine Maria, che è già ora ciò che noi saremo quando, alla fine del mondo, i nostri corpi risorgeranno e si uniranno alle nostra anime beate, partecipando come Maria alla gloria di Cristo risorto.

Con questa meravigliosa verità di fede, definita dalla Chiesa, noi possiamo camminare nel pellegrinaggio della nostra vita terrena con lo sguardo rivolto al Cielo, dove la Madre di Cristo e madre nostra ci attende, tenendo viva la speranza che non delude.

Cari amici, in questo mondo nel quale regnano l’incredulità e la morte, che soffocano e intristiscono la vita, teniamo viva nella preghiera la nostra unione con Gesù e Maria, che sono una fonte inesauribile di grazia e di santità, grazie alla quale veniamo plasmati a loro immagine e somiglianza.

La Vergine Maria assunta in Cielo, nel nostro tempo come mai prima, scende in mezzo a noi, per sorreggerci nel grande combattimento escatologico in atto e per renderci, alla fine, partecipi del trionfo del suo Cuore Immacolato.

La Madonna è qui per rafforzarci nella fede e guidarci nella battaglia, affinché crolli il mondo senza Dio, sotto il cui peso l’umanità geme, e al suo posto nasca il mondo della pace e dell’amore, che il cuore umano desidera.

“Nella tua maternità hai conservato la maternità, nella tua dormizione non hai abbandonato il mondo, o Madre di Dio; hai raggiunto la sorgente della Vita, ti che hai concepito il Dio vivente e che, con le tue preghiere liberi le anima dalla morte” (C.C. Cattolica 966).

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Trasfigurazione del Signore

Posté par atempodiblog le 6 août 2024

“La festa della Trasfigurazione del Signore ci ricorda che siamo chiamati a fare esperienza dell’incontro con Cristo perché, illuminati della sua luce, possiamo portarla e farla risplendere ovunque come piccole lampade di Vangelo che portano un po’ d’amore e di speranza”. 
Papa Francesco (06/08/2021)

Trasfigurazione del Signore dans Commenti al Vangelo Luce-di-Cristo

Gesù attende di risplendere su chi ha sete di Lui, in unione al suo Corpo mistico, la Chiesa
Trasfigurazione del Signore

Nel prefazio, la liturgia della Trasfigurazione recita che Nostro Signore «fece risplendere una luce incomparabile per preparare i suoi discepoli allo scandalo della croce».
di Ermes Dovico – La nuova Bussola Quotidiana
Tratto da: Radio Maria

Introducendo i misteri della luce nella recita del Rosario, san Giovanni Paolo II scrisse che la scena evangelica della Trasfigurazione di Nostro Signore può essere assunta a «icona della contemplazione cristiana». E il nostro fine, come già per gli apostoli annichiliti ed estasiati di fronte alla maestà divina, è «fissare gli occhi sul volto di Cristo».

Come testimoni dell’ineffabile mistero del suo Corpo glorioso, Gesù volle con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, dunque il suo vicario in terra, il primo martire dei Dodici e il discepolo prediletto, che è anche colui ad aver scritto il libro che chiude la Sacra Bibbia. Proprio nell’epilogo dell’Apocalisse, Gesù dà un’ultima definizione di Sé chiamandosi «la stella radiosa del mattino» (Ap 22, 16), che attende di risplendere su chi ha sete di Lui, in unione al suo Corpo mistico, la Chiesa.

Sul santo monte (2 Pt 1, 18), identificato con il Tabor, i tre apostoli ebbero un anticipo del premio di cui godranno in eterno i redenti: «(…) il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce» (Mt 17, 2). A conversare con Gesù ci sono Mosè ed Elia, che rappresentano la Legge e i Profeti, quindi la continuità dell’unico piano salvifico di Dio che si disvela tra l’Antica e la Nuova Alleanza. Come già nel Battesimo nel Giordano, altro mistero della luce, anche in questa epifania il Padre rende testimonianza al Figlio venuto in mezzo agli uomini: «Questi è il Figlio mio, l’amato. Ascoltatelo!». La voce proviene dalla nube luminosa, simbolo dello Spirito Santo, a completare l’unità trinitaria. Di fronte a tanta gloria gli apostoli cadono con la faccia a terra e sono presi da un sacro timore. Ma porteranno dentro di loro quel gaudio che Pietro, pur ancora umanamente incapace di penetrare quel mistero di salvezza, aveva espresso poco prima così: «È bello per noi restare qui».

L’episodio della Trasfigurazione si colloca dopo la solenne confessione petrina («Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivente») e il primo annuncio della Passione, in cui sempre Pietro aveva protestato con Gesù all’idea che Egli dovesse soffrire ed essere ucciso. Si può dire che esso sia il contraltare del mistero doloroso nell’Orto degli Ulivi, dove i testimoni prescelti saranno ancora Pietro, Giacomo e Giovanni. Nel Getsemani – anziché la luce divina del Figlio – si manifesteranno le tenebre del peccato che Gesù, per redimerci, assumerà sulla sua sacra umanità, sudando lacrime di sangue. Il preludio dolorosissimo al Calvario.

Proprio nei giorni tra il primo annuncio della Passione e la Trasfigurazione, Gesù aveva detto: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua». Nel prefazio, la liturgia della Trasfigurazione recita infatti che Nostro Signore «fece risplendere una luce incomparabile per preparare i suoi discepoli allo scandalo della croce». Una prefigurazione della gloria futura, in definitiva, che passa dalla croce, secondo la via insegnata da Gesù, abbracciata da Maria e poi imitata dagli apostoli. Esempi sicuri per guadagnare il Paradiso.

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Cotignac, l’apparizione più famosa di san Giuseppe

Posté par atempodiblog le 18 juillet 2024

Cotignac, l’apparizione più famosa di san Giuseppe
7 giugno 1660, Cotignac, sud della Francia: san Giuseppe appare a un giovane pastore assetato e gli fa scoprire una sorgente dalle proprietà miracolose. Un’apparizione, riconosciuta dalla Chiesa, che non smette di dare i suoi frutti.
di Ermes Dovico – La nuova Bussola Quotidiana
Tratto da: Radio Maria

Cotignac, l’apparizione più famosa di san Giuseppe dans Apparizioni mariane e santuari San-Giuseppe

Siamo in un piccolo comune nel sud della Francia (regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra). È il 7 giugno 1660 e un giovane pastore, di nome Gaspard Ricard, pascola le sue pecore sul monte Bessillon. È circa l’una di pomeriggio e il caldo è intenso. Esausto per la sete, Gaspard si sdraia a terra. All’improvviso vede apparire un uomo dall’aspetto imponente e venerabile, che gli indica un grande masso lì vicino e gli dice: «Io sono Giuseppe, solleva questa roccia e berrai».

Gaspard, alla vista di quel masso, esita (più tardi, la sera di quel 7 giugno, otto uomini insieme riusciranno a spostarlo con notevole difficoltà). Ma Giuseppe gli ripete il comando. Stavolta il pastore obbedisce, solleva la roccia con estrema facilità e vede scorrere abbondante acqua dolce. Beve con gusto a quell’inaspettata sorgente, ma quando rialza il capo si accorge di essere rimasto solo.

Verso le tre di pomeriggio Gaspard si reca alla piazza principale di Cotignac e racconta quanto gli è accaduto. La notizia dell’apparizione di san Giuseppe si diffonde rapidamente e i pellegrini scoprono che quella sorgente sul Bessillon ha proprietà fuori dall’ordinario: non pochi ne tornano guariti da febbri, malattie agli occhi e altre infermità; soprattutto, non si contano le grazie spirituali, di guarigione e fortificazione interiore.

Con le donazioni dei devoti si deciderà di costruire una cappella. Due mesi dopo l’apparizione, il 9 agosto, venne benedetta la posa della prima pietra. I lavori furono completati nell’ottobre del 1660. Ma già l’anno seguente, vista l’insufficienza della chiesa per l’afflusso di fedeli, fu avviata una costruzione più grande. Si tratta del santuario consacrato nel 1663 – tuttora esistente e meta di pellegrinaggi – che sorge accanto al luogo della fonte miracolosa, dove è inciso nella lingua locale [vedi foto accanto, di Marina Cristea] un significativo passo del profeta Isaia: Haurietis aquas in gaudio de fontibus Salvatoris, «Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza» (Is 12, 3).

L’apparizione avvenne mentre imperversava in Francia il giansenismo, che con la sua durezza e la sua errata idea della Misericordia divina allontanava le persone dai sacramenti, in primis Confessione ed Eucaristia, criticando pure il culto dei santi e della stessa Vergine Maria.

Al riguardo va ricordato che a Cotignac si è manifestata nello spazio di meno di un secolo e mezzo l’intera Sacra Famiglia. Nel 1519, dunque agli albori della crisi religiosa avviata da Lutero, il piccolo comune francese era stato infatti teatro di due apparizioni – avvenute il 10 e 11 agosto (a circa tre chilometri di distanza dal luogo dove poi sarebbe apparso da solo san Giuseppe) – della Madonna con Gesù Bambino in braccio. La Madre di Dio aveva chiesto al veggente, il boscaiolo Jean de la Baume (talvolta indicato come “de la Saque” o “de la Mire”, per via del fatto che all’epoca i cognomi erano raramente fissati), di riferire al clero e ai consoli di Cotignac di adoperarsi per la costruzione di una cappella sotto il titolo di Nostra Signora delle Grazie e di andarvi «in processione, per ricevere i doni che voglio diffondervi». E tempo dopo quella chiesa, presto edificata in obbedienza al comando celeste (la prima pietra fu posta il 14 settembre, giorno dell’Esaltazione della Santa Croce, del 1519), era stata affidata alle cure degli Oratoriani.

Si tratta della stessa famiglia religiosa a cui nel secolo successivo, a seguito dei fatti legati alla sorgente sul Bessillon, il vescovo di allora, l’italiano Giuseppe Zongo Ondedei, in una lettera datata 31 gennaio 1661, affidò la cura del luogo e della cappella in onore di san Giuseppe. «Noi, volendo seguire (…) le vie che la Divina Provvidenza ci ha tracciato e per non separare le cose che ha voluto unire, abbiamo creduto che non ci fosse niente di meglio di affidare l’amministrazione della cappella dello sposo [Giuseppe] a coloro che assolvono così bene quella della sposa [Maria]», scrisse il vescovo Ondedei. Accanto al santuario, sorse anche un piccolo monastero.

Più di un secolo dopo, la Rivoluzione francese indusse ad un abbandono di quel luogo benedetto. Il monastero cadde in rovina, mentre la cappella rimase in piedi, curata dai parroci di Cotignac e aperta due-tre volte l’anno ai fedeli, in particolare per la solennità del 19 marzo.

Il XX è stato il secolo della rinascita del culto sul Bessillon. Nella lettera pastorale dell’1 febbraio 1971, in cui ricordava l’eccezionalità della visita di san Giuseppe, monsignor Gilles-Henri-Alexis Barthe, vescovo di Fréjus-Tolone (1962-1983), scriveva: «Abbiamo indubbiamente dimenticato troppo il privilegio di questa visita del Santo Patriarca a uno dei giovani più umili del nostro Paese. [Giuseppe] si è ritirato di nuovo nel suo silenzio, ma la primavera continua a scorrere, assistendo al suo passaggio. C’è stato un tempo in cui più pellegrini venivano a pregarlo. Nelle gioie e nelle speranze, nei dolori e nelle angosce di questo tempo, quante lezioni possiamo imparare da san Giuseppe, il benefattore giusto, attento e silenzioso. Quante grazie dobbiamo chiedergli per l’umanità, per la Chiesa di cui è Patrono, per il nostro Paese, per la nostra diocesi».

Nell’Anno Santo 1975, il ritorno in Francia dei benedettini del monastero di San Benedetto di Médéa (Algeria) si è rivelato provvidenziale per Cotignac: i religiosi hanno acquisito il santuario di San Giuseppe e ricostruito il monastero (affidandosi all’architetto Fernand Pouillon), avendo cura di armonizzare i nuovi edifici con quelli del XVII secolo. Il resto è storia recente.

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La Festa Liturgica della Vergine del Monte Carmelo

Posté par atempodiblog le 16 juillet 2024

La Festa Liturgica della Vergine del Monte Carmelo
La Festa Liturgica della Vergine del Monte Carmelo, ecco come è nata e le curiosità
di Veronica Giacometti – ACI Stampa
Tratto da: Radio Maria

La Festa Liturgica della Vergine del Monte Carmelo dans Fede, morale e teologia Vergine-del-Monte-Carmelo

Iniziamo un “piccolo viaggio” tra le festività liturgiche di questo tempo d’estate. Ci sono le vacanze, ci dedichiamo giorni di relax o di svago, ma allo stesso tempo luglio e agosto sono caratterizzati da alcune festività liturgiche importanti.

Cosa è una festività liturgica? Secondo cathopedia nella liturgia si usa il termine “Festa” per indicare quelle celebrazioni dei misteri della vita di Cristo o dei santi che hanno importanza liturgica media. Le feste hanno la precedenza sulle memorie, mentre sono “sorpassate” dalle solennità e dalle domeniche; ma le feste del Signore prevalgono sulla domenica.

La “festa liturgica” della Vergine del Monte Carmelo ricorre il 16 luglio.

“Anch’io ho portato sul mio cuore, per tanto tempo, lo Scapolare del Monte Carmelo! Per questo chiedo a Nostra Signora del Monte Carmelo di aiutare tutti i religiosi e le religiose del Carmelo e i pii fedeli che la venerano filialmente, a crescere nel suo amore e ad irradiare nel mondo la presenza di questa Donna del silenzio e della preghiera, invocata come Madre di misericordia. Madre di speranza e di grazia”. Queste le parole di San Giovanni Paolo II che testimoniano l’amore dei papi e della Chiesa per la Vergine del Monte Carmelo.

La devozione è molto antica. Il Carmelo era senza dubbio la montagna dove numerosi profeti adoravano Dio. Il principale era il profeta Elia che un giorno ebbe la visione della Vergine, che si alzava come una piccola nube dalla terra verso il monte, “portando la pioggia e salvando Israele dalla siccità”. La festa del 16 luglio ricorda invece l’apparizione mariana a San Simone Stock, proprio quel giorno del 1251. A lui donò lo scapolare citato da Giovanni Paolo II, con la promessa che chiunque lo avesse indossato avrebbe ottenuto la liberazione dalle pene del Purgatorio.

Lo scapolare della Vergine del Carmelo ha ricevuto il riconoscimento ufficiale dal Papa Sisto V nel 1587 ed è stato successivamente approvato da numerosi pontefici nel corso dei secoli. Oggi l’ordine dei Carmelitani – sia uomini che donne – hanno una presenza importante nei cinque continenti.

È impossibile elencare i luoghi dedicati alla Madonna del Monte Carmelo. La devozione nel mondo è tantissima. Rintracciare tutte le feste in Italia dedicate alla Madonna del Carmelo sarebbe un lavoro molto arduo. Da nord a sud sono tante le chiese e le feste a Lei dedicate. La Madonna asserisce di assicurare ai suoi devoti in vita la protezione dai pericoli e in morte la liberazione dalle pene del Purgatorio.

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