Ciò che può dire un viaggio in Scozia

Posté par atempodiblog le 23 août 2012

Ciò che può dire un viaggio in Scozia dans Viaggi & Vacanze

La Scozia è una delle mete turistiche più ambite, ma non è scontato e neanche facile cogliere – al di là delle incantevoli vallate, degli spettacolari fiordi, delle isolate brughiere, delle innumerevoli pecore dalle facce strane e delle mucche pelose, al di là delle stupende cattedrali gotiche, dei celebri castelli e anche delle distillerie di whiskey, al di là perfino dei kilt e delle cornamuse – il quid profondo, l’idem sentire che tiene unito questo popolo a questa terra e alla sua storia.

Sia chi la Scozia la immagina ancora, sia chi ha potuto vederla, la sente come una terra legata al suo passato, indissolubilmente, al punto che una Scozia differente, una Scozia pienamente aperta agli sconvolgimenti odierni e futuri (di cui Londra è il centro dissolutore per eccellenza), non sarebbe più la Scozia. E ciò è vero, in effetti: non che in Scozia non ci siano stati cambiamenti, non che non ve ne siano anche di profondi in corso (come in ogni luogo dell’Occidente), non che gli scozzesi, sebbene periferici, non abbiano anch’essi più o meno subito ciò che ogni europeo sta subendo, specie negli ultimi decenni.

Ma è innegabile che la più banale delle visioni ideali della Scozia rimane ancor oggi la più reale: gli scozzesi sono ancora profondamente ancorati alla loro tradizione, alla loro storia, alla loro civiltà. Perfino alle loro famiglie aristocratiche, tutte, in qualche modo, discendenti dagli antichi clan, che per secoli forgiarono la storia di questa terra con le loro brutali guerre intestine, con il loro lavoro dei campi e dei pascoli, con la loro fiera autarchia e dura mentalità gerarchica.

Al di là del fantasma di turno, ogni castello scozzese ti parla: al suo interno trovi foto, quadri, ricordi, di famiglie di secolare tradizione, ancor oggi in gran parte abitanti i loro manieri e – in qualche modo più o meno evidente – ancor oggi “signori” delle terre limitrofe che un tempo erano di loro diretta proprietà. In ogni castello ancora abitato, le famiglie hanno voluto costantemente mettere in mostra al visitatore il legame ininterrotto con l’ascendenza storica e genetica, la cronologica gloria dei loro antenati, il mai tramontato gusto per il saper vivere e per il saper morire, che sia per la patria o di vecchiaia.

I castelli più antichi, ruderi medievali, si affacciano su laghi e fiordi, guardiani di un passato che è ogni giorno presente agli occhi degli scozzesi in vita.

È facile dire che il suonatore di cornamusa, che si trova sotto ogni castello e che ogni 30 minuti ti intona il potente suono dello strumento nazionale, stia lì per soldi o per folklore. Non è così, non solo così. Il suonatore di cornamusa non è il nostro centurione sotto il Colosseo: è molto di più, è il pianto per un mondo che a nessun costo si vuole perdere, per una società che è ancora viva nei cuori di gran parte degli scozzesi, perché fatta di cose (castelli, famiglie, ruderi, laghi, fiordi, pecore, mucche, whiskey) ancora presenti ovunque e ogni giorno ai loro occhi.

Certo, poi c’è anche Edimburgo, città piccola ed elegante, ma anche contemporanea per il suo caos, che suona ancora più stonato agli occhi e alla mente del turista che vi arriva dopo 10 giorni di Highlands. Ma perfino Edimburgo ritrova il suo dna nella fortezza che la domina, specie le sere del celeberrimo Tattoo, lo “spettacolo nazionale della Scozia”, quando centinaia di scozzesi in kilt e cornamuse intonano l’inno al senso della loro esistenza, della loro patria, della loro terra.

Nei vari manieri, nei municipi delle città, nei luoghi pubblici, non è la Union Jack che sventola, ma la bandiera della Scozia, con il suo unicorno e il suo leone. E anche al Tattoo, v’è sì l’ovvio omaggio alla Regina e si intona l’inno inglese, ma al di là di questo è la storia di Scozia che si celebra. Verso la fine dello spettacolo, si fa silenzio, silenzio di cornamuse e anche di pubblico. Nella penombra della sera avanzata, al suono triste di una sola cornamusa, un giovane paggio scozzese, in kilt, porta, con passo lento e grave, una corona per tutto il grande cortile d’entrata
alla fortezza, dove si svolge lo spettacolo. Quella splendida corona, che tutti guardano, si dirige verso il portone della fortezza (dove è conservata, con lo scettro e la spada regali), che si apre per farla entrare e poi si richiude. Quasi come a dire: in Gran Bretagna c’è sì un sovrano, ma questa corona attende ancora il suo vero sovrano…

E chi potrebbe essere questo sovrano? La risposta, per chi sa e vuole trovarla, è in ogni maniero, in ogni negozio di ricordi, nei tanti stemmi regali, ovunque presenti in questa terra speciale. Anche nelle magliette per ragazzi. Lì non trovi, eccetto banali situazioni, i Windsor. Trovi gli Stuart. Trovi il volto di Mary, i ritratti dei suoi discendenti, soprattutto il volto di Bonny Prince Charly, del bel Principe Carlo Stuart, il leader indiscusso degli highlanders, che nel 1715, nel 1719 e poi con lui nel 1745, si elevarono in armi contro i neo-sovrani protestanti della casata di Hannover, Re di Inghilterra, per ridare alla Scozia la propria legittima dinastia, la propria indipendenza, la propria fede.

Quella corona che passa in mezzo a centinaia di suonatori di cornamuse nello spettacolo scozzese per eccellenza ed entra nella fortezza della Scozia, attende ancora il suo Re. E forse anche qualcos’altro… Ad Inverness, entrando nella cattedrale gotica (dove furono
fucilati dagli inglesi decine di highlanders cattolici), ho subito avuto una stranissima sensazione: mi sembrava di essere in una chiesa cattolica, nulla mancava eccetto il Ss.mo Sacramento. Poi, in un punto della navata di sinistra, ho visto delle candele accese. Incuriosito, mi sono avvicinato, e sono
rimasto fermo e muto: quelle candele accese, infatti, erano sotto un affresco della Madre di Dio. Gli scozzesi non dimenticano. E aspettano.

di Massimo Viglione – Corrispondenza romana

Publié dans Viaggi & Vacanze | Pas de Commentaire »

Santuario di Sant’Anna d’Auray

Posté par atempodiblog le 26 juillet 2012

Primo luogo di pellegrinaggio bretone, Ste-Anne d’Auray attira ogni anno migliaia di pellegrini e di turisti dal mondo intero, soprattutto nel giorno del Gran perdono di Sant’Anna, il 26 luglio. Dopo la visita del Papa Giovanni Paolo II, nel 1996, più di 600.000 visitatori si sono recati, ogni anno, presso il Santuario.

Santuario di Sant'Anna d'Auray dans Apparizioni mariane e santuari Sant-Anna-d-Auray

Cenni storici
La storia di Ste-Anne d’Auray ha avuto inizio intorno al XVII° secolo, in seguito all’apparizione di una “Signora maestosa” a Yves Nicolazic, pio contadino del villaggio Ker Anna. Questa signora era Sant’Anna, madre di Maria e nonna di Gesù. Nella notte tra il 25 ed il 26 luglio del 1624, Ella gli chiede di ricostruire una cappella che a Lei era stata dedicata nel VI° secolo. Dopo molte richieste e dopo aver verificato quanto avvenuto, la cappella viene costruita. La notizia si diffonde in tutta la Bretagna ed i pellegrini si mettono in cammino verso Sant’Anna d’Auray, dando inizio al più grande pellegrinaggio della regione. Nel XIX° secolo, l’affluenza è tale che la cappella diventa ormai troppo piccola. Per avere una maggiore capacità di accoglienza, tra il 1865 e il 1872, viene eretta l’attuale Basilica. Sant’Anna diventa, così, a partire dal 1914, la patrona dei bretoni.

Da visitare

La Basilica (1865/1872) : dedicata a Sant’Anna, é il cuore del Santuario. L’architetto Desperthes ha unito la sobrietà dello stile gotico alla grazia dello stile rinascimentale. All’interno, le vetrate istoriate descrivono le grandi tappe della vita del Santuario. L’altare della devozione a Sant’Anna presenta una statua in legno dorato di Sant’Anna e di Maria. Il gruppo fa parte di un..composto di medaglioni in marmo che riportano la vita di Sant’Anna e di San Gioacchino. Un reliquiario della casa di Anna d’Austria dato in dono al Santuario. Su uno dei pilastri del coro, un bassorilievo rappresenta Yves Nicolazic con i suoi compagni mentre, miracolosamente, nella notte tra il 7 e l’8 marzo 1625, scoprono la statua della cappella primitiva.

Il Chiostro (1638-1641): costruito dai Padri Carmelitani è il monumento più antico del Santuario. E’ composto da un ballatoio e da un piano superiore dove vivevano i Padri religiosi custodi del Santuario. Il piano terra era adibito a foresteria per i pellegrini. Tutto l’edificio è considerato monumento storico.

La Fontana (1898): é il luogo dove é avvenuta la prima importante apparizione di Sant’Anna a Yves Nicolazic. E’ stata ingrandita alla fine del XIX secolo.

La Scala Santa (1622): per 300 anni luogo di celebrazione per le grandi assemblee all’aperto. In origine è stata utilizzata come porta monumentale del Santuario e situata sull’attuale piazza della Basilica. E’stata completamente costruita pietra su pietra.

La lapide ai caduti (1922-1932): eretto in memoria dei Bretoni vittime della 1° guerra mondiale.

La spianata Giovanni Paolo II: è stata realizzata dopo la visita del Santo Padre il 20 settembre 1996.

Il Museo del Tesoro: raccoglie gli ex-voto delle offerte di ringraziamento a Sant’Anna.

La casa Nicolazic: a 200 mt. dalla basilica, l’abitazione con arredamento bretone ed un oratorio.

Fonte: Villes Sanctuaire

Divisore dans San Francesco di Sales

Cliccare per approfondire:

Freccia dans Viaggi & Vacanze Visita al santuario di Sant’Anna d’Auray di Padre Livio Fanzaga

Publié dans Apparizioni mariane e santuari, Sant’Anna d’Auray, Viaggi & Vacanze | Pas de Commentaire »

La Madonna e gli Angeli

Posté par atempodiblog le 18 juillet 2012

La Madonna e gli Angeli dans Racconti e storielle Robertina-Zappa

Una leggenda racconta che gli angeli custodi (ci seguono sempre) molte volte, per difenderci dai pericoli, devono sporcarsi le mani ed imbrattarsele. Allora, prima di presentarsi a Dio, passano dalla Madonna. La Madonna rimette a posto le ali, le pulisce ben bene… così gli angeli non hanno paura di continuare a difenderci sempre, anche se devono imbrattarsi.

Ecco il lavoro della Madonna: fare in modo che possiamo sempre essere protetti e difesi nel pericolo.

Non scordiamo mai l’Ave Maria e l’Angelo di Dio prima di partire, prima di una gita…

Roberta Zappa – Radio Maria

Publié dans Racconti e storielle, Roberta Zappa, Viaggi & Vacanze | Pas de Commentaire »

Nelle vacanze meditazione e buone letture

Posté par atempodiblog le 12 juillet 2012

Nelle vacanze meditazione e buone letture dans Padre Pio

“Mi sta molto a cuore che dedichi un po’ di tempo di più alla meditazione ed alle buone letture, specialmente durante il tempo delle vacanze, mezzi efficacissimi per tenere più raccolto lo spirito e riconcentrarlo in Colui che è il tutto per noi”.

San Pio da Pietrelcina

Publié dans Padre Pio, Viaggi & Vacanze | Pas de Commentaire »

Vacanze: il riposo ci deve edificare ed aiutare a crescere nella fede, nella pace e nell’amore

Posté par atempodiblog le 12 juillet 2012

MESSAGGIO DA MEDJUGORJE DEL 25 Luglio 2006
Meditazione di Padre Jozo Zovko per le Coppie di Preghiera

“Cari figli, in questo tempo non pensate solo al riposo del vostro corpo ma, figlioli, trovate il tempo anche per l’anima. Che nel silenzio, lo Spirito Santo vi parli, e permettetegli di convertirvi e cambiarvi. Io sono con voi e intercedo davanti a Dio per ognuno di voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

Vacanze: il riposo ci deve edificare ed aiutare a crescere nella fede, nella pace e nell'amore dans Medjugorje In-vacanza-con-lo-sguardo-rivolto-verso-il-Cielo

Nella natura umana Dio ha creato anche il bisogno del riposo. Durante la Creazione, Dio stesso ha creato un giorno per il riposo e lo ha chiamato il Giorno del Signore. E’ il giorno in cui la Chiesa mette l’Eucarestia come segno dell’incontro con il Signore risorto. E’ il giorno in cui il nostro corpo riposa e l’anima viene colmata di grazia. E’ cosa saggia armonizzare il riposo del corpo con il rinnovamento dello spirito. Dopo il primo viaggio missionario, Gesù mandò i suoi discepoli a riposare. Gli Apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Ed Egli disse loro: “Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po?” (Mc 6,31).

Nella natura umana esiste il bisogno di trovare l’armonia fra il corpo e l’anima. Persino i pagani dicevano: “Spirito sano in corpo sano”. E’ indispensabile avere cura del proprio corpo, perché esso è da Dio. Tuttavia, l’angoscia e l’eccessivo interesse per il corpo è una deviazione che rispecchia uno stato di salute malferma. Oggi, il culto del corpo e di tutto ciò che è materiale è estremamente esagerato. Il piacere fisicamente è diventato una méta. La promozione e il culto del corpo sono il contenuto dei programmi televisivi, dei giornali, dei film e degli altri mass-media. L’uomo ha perso la sicurezza e si sente indifeso, perché ha perduto la sua armonia. E’ come se nell’uomo la verità fosse inciampata, caduta e scomparsa. Purtroppo, la priorità viene data all’errore che guadagna uno spazio sempre maggiore e sopprime la verità.

Cos’è questa verità? E’ una virtù che protegge l’anima. E’ una virtù che fa trovare il tempo per far riposare l’anima, come c’invita a fare la Madonna in questo messaggio. E’ tempo di vacanze, un tempo per rinnovare la forza fisica e spirituale. Lasciando la nostra casa e la nostra Parrocchia non dobbiamo trascurare la nostra fede, la preghiera e la vita spirituale. Non dobbiamo diventare come coloro che identificano il loro riposo con una vita disgustosa, di solo divertimento e cose simili. Purtroppo, molti cristiani trascorrono il loro riposo senza la Santa Messa e senza la preghiera. Oggi, i centri turistici cercano di introdurre concetti nuovi nei programmi estivi, come ad esempio nuovi divertimenti e attività senza inibizioni. In questa maniera, durante le vacanze tanti cadono molto in basso in senso morale e cristiano. E così, anziché tornare a casa con il corpo e l’anima riposati, essi ritornano con i cuori feriti e con lo spirito, il matrimonio e la vita distrutti.

Materialmente, la Madonna ci invita a trovare ogni giorno il tempo da dedicare alla nostra anima. Pertanto, devo riflettere su come ciò è possibile. Ecco alcuni suggerimenti pratici. Ho bisogno di andare a riposarmi con quanto segue:

1) con la Bibbia,

2) con il mio Rosario familiare,

3) con un libro di contenuto cristiano,

4) con la decisione di andare regolarmente alla Santa Messa,

5) con la decisione di resistere e di evitare programmi non cristiani in cui mi posso imbattere,

6) con la decisione di iniziare ogni giornata con la preghiera e concluderla con la preghiera.

In vacanza è necessario rafforzare la nostra unione familiare, facendo insieme delle passeggiate e parlando con i nostri figli ed i nostri amici.

Dobbiamo sapere come cercare il silenzio. E’ lo Spirito Santo che stupendamente parla nel silenzio. Dobbiamo diventare aperti alle ispirazioni dello Spirito Santo che ci cambia e nobilita. Se solo abbiamo guardato un tramonto e ammirato i meravigliosi colori che si dipingono nel cielo, una tale stupenda esperienza di ciò che è bello, ci libera dai nostri fardelli e dalle nostre frustrazioni Il riposo è meraviglioso e benefico quando ce lo dona lo Spirito Santo. Allora, non vi è alcuna frustrazione o sovraccarico e la nostra anima è riposata e libera. Come ha detto il profeta: “Solo in Dio riposa l’anima mia”.

Che cosa ci dice e ci insegna la nostra Madre Celeste? Ella ci dice che il riposo ci deve edificare ed aiutare a crescere nella fede, nella pace e nell’amore. Ella c’insegna a non perdere la fede e l’anima durante le vacanze, ma usare le vacanze a vantaggio e per il bene sia dell’anima che del corpo. E’ suo desiderio che il riposo sia una occasione per la nostra crescita e arricchimento morale, intellettuale e spirituale.

In questo mese preghiamo per le seguenti intenzioni:

1. Per tutti i giovani che hanno accettato la vacanza come opportunità di peccato e di piacere.

2. Per le famiglie cristiane, perché sappiano come educare i loro figli e guidarli nei misteri della fede e della vita cristiana.

3. Per tutti i poveri che non hanno la possibilità di andare in vacanza, perché non siano sopraffatti dall’invidia e dalla gelosia.

Cari fratelli e sorelle, prego per tutti voi che non avete la possibilità di andarvi a riposare e per tutti voi che potete. La Regina della Pace possa accompagnarvi tutti e proteggervi con la sua benedizione. Prego per voi e vi saluto calorosamente.

Sinceramente vostro

Fra Jozo Zovko

Tratto da: Medjugorje Blog

Publié dans Medjugorje, Padre Jozo Zovko, Viaggi & Vacanze | Pas de Commentaire »

Le buone vacanze secondo don Bosco

Posté par atempodiblog le 12 juillet 2012

Le buone vacanze secondo don Bosco

Quando un padre deve lasciare i suoi figli, o quando li invia a fare qualche commissione in lontano paese, benché sappia che essi sono obbedienti e conoscono bene ciò che devono fare, tuttavia teme sempre che qualche disgrazia incolga a quei figli che egli ama tanto…        

Le buone vacanze secondo don Bosco dans San Giovanni Bosco        

         Ai tempi di Don Bosco l’anno scolastico si protraeva fino alla fine di agosto. Quando si incominciava a parlare di vacanze estive (che, in effetti, per lo più erano autunnali), Don Bosco metteva in atto tutta la sua saggezza per preparare i giovani a viverle nel modo giusto. Sapeva, dalla sua lunga esperienza, che troppo frequentemente le vacanze sono «la vendemmia del diavolo» specialmente per coloro che vivendo parecchi mesi all’Oratorio di Valdocco, dove Don Bosco e l’ambiente li avevano tutelati contro le insidie del male, dovevano affrontare ora, da soli, situazioni nuove e difficili. Vederli partire e sapere che forse sarebbero tornati diversi, era, per Don Bosco, un momento di vera angoscia.

         Si spiegano così le tante «buone notti» che ritornano sull’argomento. Offriamo ai nostri lettori, ai giovani soprattutto e ai loro educatori, alcuni pensieri tratti da alcuni incontri serali con i suoi ragazzi in prossimità delle vacanze. Come si vede Don Bosco parte dall’esperienza, parla col cuore, punta il dito su cose assai concrete per arrivare all’essenziale: «Non recare offesa al Signore, non recare danno all’anima».

         Quando un padre deve lasciare i suoi figli, o quando li invia a fare qualche commissione in lontano paese, benché sappia che essi sono obbedienti e conoscono bene ciò che devono fare, tuttavia teme sempre che qualche disgrazia incolga a quei figli che egli ama tanto… Credetelo, questo padre, indegnamente, ma di tutto cuore, sono io. Quei figlioli che debbono separarsi siete tutti voi che andate in vacanza…

         Ma voi avete tutti il sangue che bolle nelle vene e gridate tutti con entusiasmo: “Vacanze, vacanze!” E non pensate che a queste, desiderate nient’altro che queste, non volete ascoltare altro… Sia pure, ma io temo che qualche nemico venga a farvi perdere la vita dell’anima.

         Nascondetevi in una foresta…

         Vorrei darvi qualche consiglio per passare bene le vacanze, questo: Quando siete in vacanza prendetevi pure tutte le libertà, fate pure disordini… ma cercate di trovarvi un posto in cui il Signore non vi veda: chiudetevi in una stanza, andate in cantina, salite anche sul campanile o nascondetevi nel folto di una foresta purché non sia presente il Signore.

         Voi conoscete subito che è impossibile sottrarvi agli occhi di Colui che vede contemporaneamente ogni cosa in cielo e in terra… Questo pensiero vi deve accompagnare in ogni tempo, in ogni luogo, in ogni azione. E come osereste commettere un atto che possa offendere alla sua presenza il Signore?

         I consigli di Don Bosco

         Ma voglio raccomandarvi alcune cose, perché possiate trascorrere bene le vostre vacanze.

         • Guardatevi dai compagni che sono soliti fare discorsi non buoni e cose che non vanno bene. Se andate con questi compagni, cadrete in una lacrimevole rovina. Vi sarà qualcuno che in presenza vostra incomincerà un discorso o contro la religione o contro i buoni costumi. Ebbene, lasciatelo, piantatelo lì, ditegli pure francamente: io il nome di cristiano non lo voglio sporcare… E così dite di qualunque altro male o peccato. È un impostore colui che si professa cristiano e non agisce come tale.

         • Non frequentate i luoghi pericolosi dove si bestemmia, si dicono parolecattive e a volte proprio sporche, atte a suscitare cattivi pensieri… Certuni sentono parlare un compagno che dice cose indecenti, coprendole con belle frasi, ed essi sorridono e, se non è questa volta è un’altra anch’essi danno corda ai ragionamenti di uno sboccato. Quel primo sorriso fu l’atto di arrendersi al nemico. Viene loro tra le mani un brutto libro e cominciano a guardare la copertina, poi a leggere… poi frequenta sempre di più quegli ambienti, quei compagni e amici… non prega più perché ha perso l’orrore del peccato, si lascia vincere dal rispetto umano. Insomma, poco a poco finisce col cadere miseramente… Anch’io fui giovane come voi, e per mia disgrazia mi sono anche trovato nei pericoli nei quali vi trovate voi. Credete alla mia esperienza, alle mie parole.

         • Procurate di avere assolutamente qualche spazio di tempo alla domenica per andare alla Messa e accostarvi ai Santi Sacramenti della confessione e della comunione. Ogni giorno dite le vostre orazioni mattino e sera.

         • Non state in ozio! Continuate a studiare e leggere. A tutti rimane sempre qualche materia che non si è potuto studiare abbastanza durante l’anno: in questo tempo ripassatela con maggiore attenzione. Ma notate ancora che per imparare è necessario leggere, leggere libri molto utili; tante volte questa cosa lungo l’anno non si può fare. Ma leggete per imparare non per sola curiosità. Lo si faccia adesso che avete tempo… Così non rimanete in ozio. Ricordatevi l’avviso dello Spirito Santo di non perdere neppure un minuto di tempo. Oh, se io fossi giovane come vorrei impiegarlo meglio il mio tempo. Allora ne avevo, adesso non l’ho più e non potrò più averlo e non mi rimane più altro che raccomandare a voi di occupare bene il tempo ora che l’avete.

         • Aiutate i vostri genitori che per voi lavorano tutto l’anno. Rendetevi utili alla vostra casa, alle vostre famiglie… Certo, vi dovete anche riposare e divertire, ma mai a danno della vostra anima… E curate la vostra salute…

         Ancora una cosa vi raccomando

         Ci sarebbero tante altre cose da raccomandarvi, perché possiate passare bene questo tempo di vacanza. Una cosa sola vi raccomando ancora, che riassume tutto quello che vorrei dirvi: Non commettete alcun peccato. Se vi guarderete da questo come da un serpente velenoso, passerete santamente le vacanze, ritornerete tutti sani ed allegri, riprenderete un altro anno di studio e lavoro… Questo vi raccomando da padre che ama molto i suoi figli… Intanto vi auguro felici vacanze e arrivederci. (cfr MB 12,363 ss e 13,427 ss). Parla così semplicemente come gli detta il cuore, Don Bosco, spinto solo dal desiderio di difendere i giovani per i quali ha promesso di dare ogni sua energia.

(Spiritualità Giovanile Salesiana) Don Bosco oggi… – autore: Bruno Sighel
Fonte: Don Bosco Land

Publié dans San Giovanni Bosco, Viaggi & Vacanze | Pas de Commentaire »

Le vacanze

Posté par atempodiblog le 29 juin 2012

Le vacanze dans Apparizioni mariane e santuari

L’estate sia un tempo che ci avvicina a Dio mediante la preghiera e la contempazione della bellezza della natura.

Dedichiamo qualche giorno delle nostre vacanze per la visita a un santuario, dove confessarci e partecipare alla S. Messa. Ogni santuario ha una grazia speciale a cui attingere.

Riserviamo un angolo quotidiano alla meditazione e a una lettura edificante, che riaccenda il fervore della vita spirituale.

Dilatiamo il cuore ai bisogni del prossimo, incominciando da chi ci sta più vicino, e alle molteplici iniziative del volontariato.

Il vero riposo è quello dell’anima che rinnova e ringiovanisce tutta la persona.

“Pregate, così potrete superare ogni stanchezza. La preghiera sarà per voi gioia e riposo” (Regina della pace – 30 – 5 – 1985).

“Cari figli, in questo tempo di grazia vi invito ad avvicinarvi ancora di più a Dio attraverso la vostra preghiera personale. Utilizzate bene il tempo di riposo e donate alla vostra anima e ai vostri occhi il riposo in Dio. Trovate la pace nella natura e scoprirete Dio, il Creatore al quale potrete rendere grazie per tutte le creature; allora troverete la gioia nel vostro cuore” (Regina della pace – 25 – 07 – 2001).

Padre Livio Fanzaga

Publié dans Apparizioni mariane e santuari, Padre Livio Fanzaga, Riflessioni, Stile di vita, Viaggi & Vacanze | Pas de Commentaire »

Il pellegrinaggio

Posté par atempodiblog le 29 juin 2012

Il pellegrinaggio dans Apparizioni mariane e santuari padre-Livio-Fanzaga-in-pellegrinaggio-a-Medjugorje

Approfittate dell’estate per riscoprire una delle dimensioni irrinunciabili della spiritualità biblica e cristiana, che è il pellegrinaggio.
Il pellegrinaggio è un esercizio di fede che cambia la vita, radicalmente diverso dal “turismo religioso”, che lascia le persone tali e quali.
L’importanza del pellegrinaggio, dal punto di vista spirituale, risiede nel fatto che riflette la visione della vita alla luce della Parola di Dio. La vita dell’uomo sulla terra non è un girovagare senza una meta finché le forze non si esauriscono.
Non è un labirinto dove uno si perde nell’affannosa e inutile ricerca di una via di uscita.
La vita dell’uomo è un cammino che ha una direzione e una meta. E’ un “esodo”, che si lascia alle spalle la schiavitù dell’Egitto e procede, superando ogni avversità, verso la terra promessa. E’ una navigazione attraverso le distese sconfinate del tempo, fino al porto di luce dell’eternità.
I luoghi santi, verso i quali il pellegrino cammina, sono una fonte di luce e di grazia, simbolo e anticipazione dei beni futuri verso i quali il suo cuore tende.
Il pellegrinaggio deve essere vissuto come un evento spirituale che cambia la vita. Questo comporta un lasciarsi indietro i fardelli inutili che gravano sulle spalle e che impediscono di alzare gli occhi al cielo. Esige uno spezzare le catene che impediscono di avanzare verso la libertà.
Nel pellegrinaggio il cristiano percorre la parabola della vita: dalle tenebre alla luce, dalla terra al cielo, dalla tristezza alla felicità. Ritagliamoci alcuni giorni delle nostre vacanze per fare questa meravigliosa esperienza: da soli, o in famiglia, o in gruppo. Non è necessario scegliere una meta lontana.
Quanti santuari, fonte di grazia, popolano le nostre terre! Il pellegrinaggio cristiano è per sua natura un cammino di conversione. Il cuore si stacca dall’effimero e si protende verso l’eterno.
Lascia alle spalle gli idoli e anela al Dio vivente. “Mi alzerò e andrò da mio Padre”. Con questa decisione faremo l’esperienza della gioia che ogni vero pellegrinaggio ha in serbo come dono.

Padre Livio Fanzaga
Tratto da: Il giornalino di Radio Maria

Publié dans Apparizioni mariane e santuari, Padre Livio Fanzaga, Stile di vita, Viaggi & Vacanze | Pas de Commentaire »

Il tempo della libertà

Posté par atempodiblog le 5 juillet 2011

«L’attesa delle vacanze documenta una volontà di vivere: proprio per questo non devono essere una “vacanza” da se stessi. Allora l’estate non sarà una interruzione o una proroga al prendere sul serio la vita» (Milano Studenti, 5 giugno 1964).
Don Luigi Giussani

Il tempo della libertà dans Don Luigi Giussani In-vacanza-con-lo-sguardo-rivolto-verso-il-Cielo

Appunti di un dialogo prendendo un aperitivo con don Giussani, prima di partire per le ferie
Fonte: Comunione e Liberazione

Dai primissimi giorni di Gioventù Studentesca abbiamo avuto un concetto chiaro e semplice: tempo libero è il tempo in cui uno non è obbligato a fare niente, non c’è qualcosa che si è obbligati a fare, il tempo libero è tempo libero.
Siccome discutevamo spesso coi genitori e coi professori sul fatto che Gs occupava troppo il tempo libero dei ragazzi, mentre i ragazzi avrebbero dovuto studiare o lavorare in cucina, in casa, io dicevo: «Avranno ben il tempo libero, i ragazzi!». «Ma un giovane, una persona adulta» mi si obiettava «lo si giudica dal lavoro, dalla serietà del lavoro, dalla tenacia e dalla fedeltà al lavoro». «No» rispondevo, «macché! Un ragazzo si giudica da come usa il tempo libero». Oh, si scandalizzavano tutti. E invece… se è tempo libero, significa che uno è libero di fare quello che vuole. Perciò quello che uno vuole lo si capisce da come utilizza il suo tempo libero.
Quello che una persona – giovane o adulto – veramente vuole lo capisco non dal lavoro, dallo studio, cioè da ciò che è obbligato a fare, dalle convenienze o dalle necessità sociali, ma da come usa il suo tempo libero. Se un ragazzo o una persona matura disperde il tempo libero, non ama la vita: è sciocco. La vacanza, infatti, è il classico tempo in cui quasi tutti diventano sciocchi. Al contrario, la vacanza è il tempo più nobile dell’anno, perché è il momento in cui uno si impegna come vuole col valore che riconosce prevalente nella sua vita oppure non si impegna affatto con niente e allora, appunto, è sciocco.
La risposta che davamo a genitori e insegnanti più di quarant’anni fa ha una profondità a cui essi non erano mai giunti: il valore più grande dell’uomo, la virtù, il coraggio, l’energia dell’uomo, il ciò per cui vale la pena vivere, sta nella gratuità, nella capacità della gratuità. E la gratuità è proprio nel tempo libero che emerge e si afferma in modo stupefacente. Il modo della preghiera, la fedeltà alla preghiera, la verità dei rapporti, la dedizione di sé, il gusto delle cose, la modestia nell’usare della realtà, la commozione e la compassione verso le cose, tutto questo lo si vede molto più in vacanza che durante l’anno. In vacanza uno è libero e, se è libero, fa quello che vuole.
Questo vuol dire che la vacanza è una cosa importante. Innanzitutto ciò implica attenzione nella scelta della compagnia e del luogo, ma soprattutto c’entra con il modo in cui si vive: se la vacanza non ti fa mai ricordare quello che vorresti ricordare di più, se non ti rende più buono verso gli altri, ma ti rende più istintivo, se non ti fa imparare a guardare la natura con intenzione profonda, se non ti fa compiere un sacrificio con gioia, il tempo del riposo non ottiene il suo scopo. La vacanza deve essere la più libera possibile. Il criterio delle ferie è quello di respirare, possibilmente a pieni polmoni.
Da questo punto di vista, fissare come principio a priori che un gruppo debba fare la vacanza insieme è innanzitutto contrario a quanto detto, perché i più deboli della compagnia, per esempio, possono non osare dire di no. In secondo luogo è contro il principio missionario: l’andare in vacanza insieme deve rispondere a questo criterio. Comunque, innanzitutto, libertà sopra ogni cosa. Libertà di fare ciò che si vuole… secondo l’ideale! Che cosa ne viene in tasca, a vivere così? La gratuità, la purità del rapporto umano.
In tutto questo l’ultima cosa di cui ci si può accusare è di invitare ad una vita triste o di costringere ad una vita pesante: sarebbe il segno che proprio chi obietta è triste, pesante e macilento. Dove macilento indica chi non mangia e non beve, perciò chi non gode della vita. E dire che Gesù ha identificato lo strumento, il nesso supremo tra l’uomo che cammina sulla terra e il Dio vivente, l’Infinito, il Mistero infinito, col mangiare e col bere: l’eucarestia è mangiare e bere – anche se adesso tanto spesso è ridotta a uno schematismo di cui non si capisce più il significato -. È un mangiare e un bere: agape è un mangiare e bere. L’espressione più grande del rapporto tra me e questa presenza che è Dio fatto uomo in te, o Cristo, è mangiare e bere con te. Dove tu ti identifichi con quel che mangi e bevi, così che, «pur vivendo nella carne io vivo nella fede del Figlio di Dio» (“fede” vuol dire riconoscere una Presenza).

Publié dans Don Luigi Giussani, Viaggi & Vacanze | Pas de Commentaire »

Vacanze cristiane

Posté par atempodiblog le 31 juillet 2010

« Cari figli, in questo tempo in cui pensate al riposo del corpo, io vi invito alla conversione. Pregate e lavorate in modo che il vostro cuore aneli al Dio creatore che è il vero riposo della vostra anima e del vostro corpo. Che Egli vi riveli il suo volto e vi doni la sua pace. Io sono con voi e intercedo davanti a Dio per ciascuno di voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata ».  (Regina della pace, 25 luglio 2008)

Vacanze cristiane dans Medjugorje In-vacanza-con-lo-sguardo-rivolto-verso-il-Cielo

La Regina della pace nel messaggio [...] ci ricorda che il riposo riguarda l’uomo tutto intero, nella sua dimensione sia spirituale che corporale. E’ infatti illusorio pensare di stare bene fisicamente quando l’anima è spiritualmente malata e nel cuore non abita la pace.

Ci invita perciò a dedicare il tempo del riposo alla preghiera, perché in essa sperimentiamo Dio, che è la luce e la pace dell’anima. Nella preghiera Dio ci dà la sua forza e rinnova la nostra mente stanca e dissipata. Ci libera dal groviglio  delle passioni e dai condizionamenti della carne, infondendo nelle nostre stanche membra una nuova giovinezza.

Nella preghiera liberiamo il cuore dalla fame di mondo e risvegliamo la fame di Dio, assopita dagli affanni e dalle preoccupazioni della vita. Incontrando Dio col cuore, proviamo una grande pace e una gioia che invano cercheremmo nelle cose fugaci della vita.

Nel tempo delle vacanze dedichiamo più tempo alla preghiera, sia personale che famigliare. Riprendiamo la recita del santo Rosario e della Coroncina della Divina Misericordia e, se possibile, partecipiamo ogni giorno alla S. Messa, ricevendo il pane quotidiano dell’eucaristia. Leggiamo la S. Scrittura e facciamo la visita al SS Sacramento.

Quello suggerito dalla Regina della Pace è un riposo poco costoso, alla portata di tutti, con conseguenze molto positive per l’anima e per il corpo.

Padre Livio Fanzaga

Publié dans Medjugorje, Padre Livio Fanzaga, Viaggi & Vacanze | Pas de Commentaire »

Il senso della vacanza

Posté par atempodiblog le 9 juillet 2009

Il senso della vacanza dans Articoli di Giornali e News diddldw8

Perché in vacanza spesso non siamo contenti, o ci stanchiamo? A volte abbiamo scelto male, il tour operator, o la compagnia, non andavano bene. Di solito, però, il problema è un altro. Può anche darsi che il posto sia bello, la compagnia ottima, tutto insomma funzioni ma… non ci sentiamo a posto. E torniamo a casa più stanchi di quando siamo partiti. Come mai? Di solito, perché vogliamo «riempire» la vacanza di cose, eventi, persone. Mentre dovrebbe essere un’esperienza di vuoto.
La radice della parola vacanza è la stessa del latino vacuum, che significa, appunto, vuoto. Questo periodo può ristorarci proprio perché fa succedere un momento di svuotamento dagli impegni, incontri, pensieri, alla normale vita quotidiana, che invece è zeppa di tutte queste e altre cose.
La prima necessità della vacanza, per funzionare davvero, è dunque quella di cambiare la nostra vita di ogni giorno. Ciò viene sempre più spesso interpretato come un dover cambiare luogo, abitazione. Stiamo in città, e andiamo in un paese di mare, stiamo in Italia, e andiamo all’estero, convinti che questo cambiamento, di per sé, ci metta «in vacanza».

In realtà il luogo dove stiamo è un elemento importante, ma ancora superficiale. Decisivo è invece sostituire, alle abituali preoccupazioni, assilli, pensieri, un momento, appunto di vuoto. I padri della Chiesa lo chiamavano «deserto». Vedendolo come un luogo psicologico e mentale caratterizzato appunto da un’assenza di contenuti, e proprio per questo idoneo a farci trovare ciò che di solito non vediamo: chi siamo noi stessi, e (nella loro ricerca), persino Dio.
Questi contenuti importanti, che quando vengono trovati ci riempiono di felicità, ci appaiono però quando meno ce li aspettiamo: nel linguaggio della patristica appunto nel «deserto», non nel monastero o nella cattedrale, luoghi impegnativi, iperorganizzati, dove difficilmente può prodursi qualcosa di nuovo.
Le vacanze di oggi spesso non funzionano perché sono troppo affollate: non tanto di persone, ma di idee, cose da fare, impegni. L’industria delle vacanze, ma anche l’editoria, le comunicazioni che si occupano di questa parte della vita umana, sono sempre più impegnate nell’evitare a chi smette di lavorare ogni momento di noia. Questo, però, è un gravissimo errore. In realtà, quelle prime ore di noia, o almeno di straniamento, che seguono all’inizio della vacanza sono la migliore garanzia che quel periodo funzionerà, andrà bene.
La noia infatti, il senso di straniamento, intervengono appunto quando noi stiamo uscendo dai riti, dalle ansie, dai pensieri che affollano, riempiono incessantemente, la nostra vita quotidiana. Allo sparire di tutto ciò, che indica appunto una situazione diversa, più «vuota», nella quale potremo finalmente riposarci, e magari anche accorgerci di qualcosa di davvero nuovo, il nevrotico superimpegnato e abitudinario che è in noi viene preso da un leggero panico. Com’è possibile non far nulla, o quasi? Sarà poi giusto, morale?
A questi interrogativi preoccupati risponde subito l’industria turistica proponendoci incontri, dibattiti, escursioni, avventure, feste. A quel punto, la nostra vacanza è già fortemente in pericolo. Lo sperimentare tranquillamente il vuoto, l’otium dei latini, rischia di diventare impossibile perché siamo di nuovo impegnati fino al collo in mille «negotia», occupazioni e progetti. A quel punto, abbiamo prontamente evitato la noia, e quel senso di straniamento che accompagna ogni reale cambiamento di ambiente, ma abbiamo anche liquidato la nostra sospirata vacanza. Per continuare a stancarci, come sempre.

di Claudio Risé da “Il Mattino di Napoli”

Publié dans Articoli di Giornali e News, Viaggi & Vacanze | Pas de Commentaire »

Capitali europee preferite

Posté par atempodiblog le 29 juin 2009

Qual e' la tua capitale europea preferita?

Voir les résultats

Chargement ... Chargement ...

Publié dans Viaggi & Vacanze | 7 Commentaires »

La Danimarca

Posté par atempodiblog le 12 août 2008

Una storia che si perde nei millenni

La Danimarca ha una storia antichissima, a cavallo fra il continente e la Scandinavia. Ancora oggi un Paese che vive intensamente nel cuore dell’Europa contemporanea.

di Laura Battisti


I primi segni di insediamento nelle terre danesi risalgono al 10.000 a.C., come conseguenza della fine della glaciazione. Gli stanziamenti agricoli si possono datare (grazie al ritrovamento di tumuli sepolcrali, tra cui il “Carro del Sole di Trundholm”) intorno all’anno 3.000 a.C.
Durante l’Età del Ferro, l’ordine sociale era affidato a strutture tribali: in questo periodo le popolazioni subirono un forte influsso dalla cultura celtica, testimoniato dal “Calderone di Gundestrup”, le cui decorazioni ricordano la manifattura dei popoli germanici.

Quando l’esercito di Carlo Magno si spinse ai confini della Danimarca si rese necessaria l’unificazione delle varie tribù – con a capo Goffredo, Re dello Jutland – che costruendo a scopo difensivo un bastione attraverso lo Jutland e il Danevirke, costrinsero l’imperatore franco ad arretrare. In questo stesso periodo fu usato per la prima volta il nuovo alfabeto runico e fu fondata Ribe, la più antica città della Danimarca.

Parte del popolo dei vichinghi

Tra l’VIII e il X secolo i danesi furono conosciuti come vichinghi, detti anche runii o runici, perché utilizzavano tale scrittura per trasmettere le regole-guida alla popolazione. Conosciuti per il carattere bellicoso, nel rispetto del costume celtico, in battaglia basavano tutto sul vigore e la potenza, seguendo strategie militari molto semplici.

Solo negli ultimi anni del loro dominio si sviluppò una regolare organizzazione dell’esercito, grazie alla comparsa delle prime signorie nordiche. L’elemento di forza per i danesi era l’assalto via mare, attraverso il quale diventarono pericolosi predoni: con barche potenti ed agili raggiunsero e conquistarono terre lontane come l’Inghilterra, l’Islanda, l’Africa del Nord, le rive del mar Caspio e l’America del Nord. Antica capitale dei vichinghi fu Roskilde, cioè “sorgente di Ro”, nome derivato dall’omonimo re vichingo.

L’arrivo del Cristianesimo

Nel 950, sale al trono Harald I che diffonde il Cristianesimo, testimoniato dalla “Pietra di Jelling” (pietra runica che raffigura Cristo su di un lato e sull’altro un serpente avvolto intorno ad un leone), ottenendo così l’unificazione sia politica sia religiosa della Danimarca. Harald, educato dalla madre, vicina alla morale cristiana, intraprende la ricostruzione delle chiese cristiane che egli stesso aveva in precedenza saccheggiato e distrutto.
Fino al 1157 si susseguono lotte intestine che indeboliscono il potere monarchico, fino alla salita al trono di Valdemar I, sotto il quale si hanno l’emanazione delle prime leggi scritte, quali il Codice dello Jutland, e le conquiste di molte terre baltiche, tra cui l’Estonia e la città di Lubecca.

L’Unione di Kalmar

Nel 1397 l’Unione di Kalmar pone Danimarca, Norvegia e Svezia sotto una sola monarchia a guida danese, al fine di contrastare la germanica Lega Anseatica.. L’accordo termina nel 1513, quando inizia una lunga stagione di conflitti con la Svezia conclusa dalla pace di Frederiksborg (1720), con cui la Svezia riconsegna ai danesi le terre di Schleswig e i diritti daziali sul canale dell’Oresund.

L’adesione al Protestantesimo

I Re Giovanni e Cristiano II (1481-1523) combatterono per ristabilire l’unione dano-svedese e contrastare l’egemonia commerciale anseatica. Ma la fiorente vita culturale di quegli anni fu minacciata dalle tensioni conseguenti alla Riforma protestante: nel 1536 terminò la guerra civile, con la sconfitta dei “rivoltosi” borghesi e contadini e l’imposizione da parte del Re Cristiano III del luteranesimo come confessione di Stato. I beni della Chiesa Cattolica furono confiscati dallo Stato e il comando delle chiese luterane passò al re.

Federico III, nel 1660, istituì la monarchia assoluta e promulgò il “Decreto Reale”, secondo cui il sovrano è secondo solo a Dio. Soltanto nel 1849 si costituisce la monarchia costituzionale con parlamento bicamerale.

Una storia “neutrale” ma non troppo

Nel 1729 la Groenlandia diviene ufficialmente colonia danese, mentre circa un secolo dopo, sconfitta al fianco di Napoleone, la Danimarca perde la Norvegia con la pace di Kiel.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, il Paese si dichiara neutrale. Lo stesso intendeva fare per la seconda guerra, ma Hitler nell’aprile 1940 invade il territorio, la popolazione insorge e nel 1943 i nazisti rispondono con rastrellamenti, occupazioni e il disarmo dell’esercito e della flotta. Nel 1945, con la resa della Germania, viene formato un governo composto dai capi della Resistenza e dai leader politici precedenti al periodo bellico.

Negli anni Cinquanta entrò in vigore una nuova Costituzione, che introdusse il Parlamento unicamerale e consentì la successione femminile al Trono. Attuale monarca è Margrethe II, mentre Primo Ministro del Regno è Anders Fog Rasmussen, a capo di una coalizione di centro-destra.
La Danimarca è il primo Stato scandinavo ad aderire all’Unione Europea, ma nel 2000 la popolazione si è dichiarata contro l’adesione all’euro.
La bandiera, Dannebrog (cioè “Panno Danese”), è rossa con una croce bianca. Secondo la tradizione non fu fatta dagli uomini, ma cadde dal cielo durante la battaglia di Reval (l’attuale Tallinn in Estonia), nel 1219. Gli storici hanno una spiegazione meno ispirata e la fanno derivare dagli stendardi dei crociati medievali.

Tra le maggiori glorie nazionali, ricordiamo: Søren Aabye Kierkegaard, filosofo; Albert Thorvaldsen, scultore; Hans Christian Andersen, scrittore e poeta; Karen Blixen, scrittrice; gli esploratori Knud Rasmussen e Vitus Jonassen Bering; Ole Kirk Christiansen, inventore del Lego.


Tratto da RadiciCristiane.it

Publié dans Viaggi & Vacanze | Pas de Commentaire »

Buone vacanze!!!

Posté par atempodiblog le 24 juillet 2008

Buone vacanze!!! dans Amicizia buonevacanzevs4

« Contemplando l’azzurro del cielo, l’orizzonte sconfinato del mare, le vette solenni dei monti e la bellezza festosa della natura, lodiamo e ringraziamo Dio creatore che ha lasciato impresso nell’universo la firma della sua onnipotenza, della sua sapienza e del suo amore ». (di Padre Livio)

Buone vacanze!

Publié dans Amicizia, Citazioni, frasi e pensieri, Padre Livio Fanzaga, Viaggi & Vacanze | Pas de Commentaire »

Prima di partire

Posté par atempodiblog le 22 juillet 2008

Viaggi: attenzione alla profilassi prima di partire
Novità sui farmaci e consigli utili

Prima di partire dans Viaggi & Vacanze manualeviaggiatorexh1

24 novembre 2007. Le vacanze di Natale si avvicinano e molti avranno già programmato un viaggio in una località esotica o in montagna per tornare ritemprati e abbronzati al lavoro in gennaio. Prima di partire però sarebbe meglio prendere alcune semplici precauzioni al fine di tutelare la propria salute e non rischiare di passare l’intera vacanza chiusi in una stanza d’albergo. Può essere utile seguire le indicazioni fornite dal sito della Farnesina “Viaggiare Sicuri” per quanto riguarda le aree più a rischio di malattie endemiche e nei casi opportuni fare le vaccinazioni consigliate. Inoltre presso gli ambulatori di Profilassi Internazionale si possono reperire utili manuali dove è possibile leggere tutte le informazioni necessarie (nella foto, il Manuale Sanitario del Viaggiatore della SIMVIM, Società Italiana di Medicina dei Viaggi e delle Migrazioni).

Il primo passo essenziale è rivolgersi al proprio medico di base per i consigli in caso di vaccinazioni. Prima di una partenza è importante procurarsi i farmaci che si assumono abitualmente, poiché potrebbe non essere facile trovarli all’estero, e poi dotarsi di una piccola farmacia da portare con sé.

I farmaci che si dovrebbero mettere in valigia sono quelli che possono contrastare i malesseri più comuni per chi viaggia e che sappiamo essere i problemi di tossinfezioni alimentari, disturbi come la febbre, il mal di testa e altri inconvenienti come i problemi dovuti al sole e al clima. Non dovrebbero mancare: un antibiotico in caso di febbre, un antidiarroico sintomatico in caso di diarrea, antifebbrili, antidolorifici, antispastici contro le coliche, un antichinetosico per il mal d’aria o di mare, gli antistaminici per le fastidiose punture d’insetti, le gocce per problemi alle orecchie e un collirio.

Per chi dovrà affrontare un lungo viaggio in aereo può essere d’aiuto cercare di muoversi un po’ ogni tanto e bere molto, evitando caffè e alcool, per prevenire problemi di gonfiore agli arti inferiori o, ancora peggio, delle possibili flebiti. Arrivati sul posto occorrerà cercare di smaltire la sindrome dei fusi orari, detta comunemente jet lag, cercando di riappropriarsi dei propri regolari cicli circadiani.

Occorre poi prestare grande attenzione a ciò che si beve e si mangia. Infatti gli alimenti e l’acqua sono uno dei principali modi di contrarre malattie infettive o intossicazioni. Per non correre rischi è sempre meglio bere acqua sigillata in bottiglia, non aggiungere ghiaccio alle bevande, non mangiare frutta e verdure crude, evitare il latte e latticini preparati con latte non pastorizzato, non mangiare mai frutti di mare e non scegliere mai pesce, carni, o uova crude. Evitare sempre di mangiare in luoghi poco puliti e pieni di insetti e, soprattutto, sarebbe meglio non acquistare cibi o bevande da venditori ambulanti, proprio perché privi dei requisiti minimi di igiene. In caso ciò non fosse possibile per il tipo di vacanza avventurosa scelta, la raccomandazione è quella di mangiare poco per essere così aiutati nella prevenzione dal succo gastrico. Allo stesso modo i cibi offerti dalla cordialità della gente del luogo sono vivamente sconsigliati perché potrebbero essere un veicolo per infezioni contro le quali noi non siamo in grado di difenderci, a differenza dei residenti che possono avere sviluppato una naturale immunità. 

Se non siete proprio riusciti a resistere alle tentazioni della cucina locale, è probabile che dovrete fare i conti con situazioni alquanto sgradevoli, come la diarrea acuta. Anche in questo caso ricordatevi di premunirvi prima di partire, specialmente se vi recate in zone con clima molto diverso. Sono oggi disponibili nuovi farmaci che non presentano effetti collaterali o interazioni con altri medicinali, come succedeva invece per i loro predecessori e, soprattutto, non mascherano eventuali patologie più gravi che possono essere diagnosticate e quindi curate una volta tornati dal viaggio. Questi nuovi prodotti sono efficaci nel ridurre i tempi di guarigione e i fastidiosi sintomi associati alla patologia in questione e possono essere somministrati anche in età pediatrica.

Naturalmente per situazioni più gravi è sempre buona norma chiedere all’agenzia di viaggi se è possibile stipulare un’assicurazione che copra tutte le eventuali spese di ricovero, cure sanitarie e dell’eventuale rimpatrio anticipato.

di Monica Costa - buonenotizie.it

Publié dans Viaggi & Vacanze | Pas de Commentaire »

123456
 

Neturei Karta - נ... |
eternelle jardin |
SOS: Ecoute, partage.... |
Unblog.fr | Annuaire | Signaler un abus | Cehl Meeah
| le monde selon Darwicha
| La sainte Vierge Marie Livr...