L’Immagine, la festa, la coroncina, l’ora santa: le forme del culto alla Divina Misericordia

Posté par atempodiblog le 9 avril 2015

Suor Faustina Kowalska Apostola della Divina Misericordia
L’Immagine, la festa, la coroncina, l’ora santa: le forme del culto alla Divina Misericordia
Mons. Józef Bart – La Santa Sede

L'immagine di Gesù Misericordioso dans Misericordia Gesu_Misericordioso

La prima forma del culto della Divina Misericordia si esprime nella venerazione dell’Immagine di Gesù Misericordioso. Gesù chiede la venerazione pubblica di questa Immagine nelle Chiese di tutto il mondo. Questa venerazione deve essere solenne nel giorno della Misericordia e cioè nella prima Domenica dopo Pasqua. Il ruolo dell’Immagine è duplice:

1) Essa serve sia a Gesù sia agli uomini. Per Gesù l’Immagine è uno strumento attraverso il quale distribuisce la sua Grazia. Agli uomini l’Immagine serve come un recipiente con il quale attingono la Grazia dalla fonte della Misericordia (Quaderni di Suor Faustina, Parte I, n. 138).

2) L’Immagine è un segno che ricorda agli uomini la richiesta di compiere atti di misericordia o attraverso l’azione, o attraverso la parola, o attraverso la preghiera (Quaderni… , II, 162). Non dimentichiamo che la venerazione dell’Immagine senza la fiducia nella Divina Misericordia e la pratica di questa virtù non è adorazione della Divina Misericordia. Se veneriamo l’Immagine pieni di fiducia otteniamo da Gesù che la Sua Misericordia non soltanto ci salverà dalla perdizione eterna ma, come ha promesso Gesù, si occuperà dei nostri problemi puramente terreni, come se fossero i suoi. In breve, la promessa legata all’autentica venerazione dell’Immagine riguarda il progresso sulla strada della santità, la buona morte e la salvezza eterna.

La festa della Divina Misericordia

La seconda forma del culto della Divina Misericordia riguarda la festa della Divina Misericordia. Essa occupa nel Diario di Suor Faustina un posto centrale. Infatti Gesù già nella prima rivelazione ha fatto conoscere a Faustina la sua volontà di istituire questa festa e di celebrarla la prima Domenica dopo Pasqua. La scelta di questa Domenica indica chiaramente che nei piani di Dio esiste uno stretto legame tra il mistero pasquale della Redenzione e questa festa dedicata a far capire l’aspetto della Misericordia compreso nel mistero della nostra Redenzione. Gesù richiede che questa festa sia preceduta dalla Novena che consiste nella recita della Coroncina alla Misericordia. Il Signore acclude a questa Novena la promessa: “Durante questa novena elargirò alle anime grazie di ogni genere”(Quaderni…, II, 197). Gesù chiede che durante la Festa della Misericordia venga solennemente benedetta I’Immagine che rappresenta la stessa Divina Misericordia e chiede la venerazione pubblica di tale Immagine in quel giorno.

Oltre a questo, il Signore vuole che i sacerdoti in quel giorno parlino nell’omelia della Divina Misericordia e dimostrino alle anime l’inconcepibile Misericordia di Gesù nella sua Passione e in tutta l’opera della Redenzione. La Festa della Divina Misericordia, secondo l’intenzione di Gesù, deve essere il giorno di riparazione e di rifugio per tutte le anime e specialmente per quelle dei poveri peccatori.

In questo giorno, infatti, l’immensa generosità di Gesù si spande completamente sulle anime infondendo grazie di ogni genere e grado, senza alcun limite, anche le più impensabili. Ne è la prova la grazia particolarissima che Gesù ha legato alla festa della Misericordia. Essa consiste nella totale remissione dei peccati che non sono stati ancora rimessi e di tutte le pene derivanti da questi peccati. La grandezza di questa grazia è in grado di ravvivare in noi la fiducia illimitata che Gesù desidera offrirci in questa giornata della Misericordia. La peculiarità della festa della Divina Misericordia che la distingue da tutte le altre feste e da tutte le altre forme di culto sta:

1) Nell’universalità dell’offerta di Dio a tutti gli uomini, anche a quelli che fino a questo momento non hanno mai praticato il culto alla Divina  Misericordia e cioè anche i peccatori che si sono convertiti. Essi sono chiamati a partecipare a tutte le grazie che Gesù ha promesso di elargire il  giorno della Festa.

2) La perfezione e la straordinarietà della festa della Misericordia si rivela nel fatto che durante questa giornata vengono offerti agli uomini tutti i  generi di grazie, sia spirituali che corporali, sia per i singoli, per le  comunità e per l’umanità intera.

3) Infine tutti i gradi della grazia sono in questo giorno alla portata di tutti, “In quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le  grazie divine” ( Quaderni…, II, 138). Proprio  tale generosità di Gesù estesa contemporaneamente a tutte le anime è il motivo che permette di supplicare la Divina Misericordia con una grande ed illimitata fiducia per tutti i doni della Grazia che il Signore vuole distribuire durante questa festa. Infatti è proprio questa fiducia che apre a noi i tesori della misericordia. Ora è chiara la portata universale del desiderio di Gesù di celebrare questa festa quale rifugio di tutte le anime.

La Coroncina alla Divina Misericordia

Il terzo modo di adorare la Divina Misericordia si esprime, secondo l’intenzione di Gesù, per mezzo della preghiera della Coroncina alla Divina Misericordia. Attraverso questa preghiera noi offriamo al Padre Eterno tutta la Persona di Gesù, cioè la Sua divinità e tutta la Sua umanità che comprende corpo, sangue e anima. Offrendo al Padre Eterno il Figlio amatissimo, ci richiamiamo all’amore del Padre per il Figlio che soffre per noi. La preghiera della Coroncina si può recitare in comune o individualmente. Le parole pronunciate da Gesù a Suor Faustina, dimostrano che il bene della comunità e di tutta l’umanità si trova al primo posto: “Con la recita della Coroncina avvicini a Me il genere umano” (Quaderni…, II, 281) Alla recita della Coroncina Gesù ha legato la promessa generale: “Per la recita di questa Coroncina Mi piace concedere tutto ciò che Mi chiederanno” (Quaderni…, V, 124 -125). Nello scopo per il quale viene recitata la Coroncina Gesù ha posto la condizione dell’efficacia di questa preghiera: “Con la Coroncina otterrai tutto, se quello che chiedi è conforme alla Mia Misericordia”  (Quaderni…, VI, 93). In altre parole, il bene che chiediamo deve essere assolutamente conforme alla volontà di Dio. Gesù ha promesso chiaramente di concedere grazie eccezionalmente grandi a quelli che reciteranno la Coroncina. Si tratta delle tre grandi promesse:

1) Chiunque reciterà la Coroncina alla Divina Misericordia otterrà tanta misericordia nell’ora della morte – cioè la grazia della conversione e la  morte in stato di grazia – anche se si trattasse del peccatore più incallito (Quaderni…, II, 122).

2) Gesù ha promesso la grazia della conversione e della remissione dei peccati  agli agonizzanti in conseguenza della recita della Coroncina da parte degli stessi agonizzanti o degli altri (Quaderni…, II, 204 – 205).

3) Tutte le anime che adoreranno la Mia Misericordia e reciteranno la Coroncina nell’ora della morte non avranno paura. La Mia Misericordia li proteggerà in  quell’ultima lotta (Quaderni…, V, 124). Poiché queste tre promesse sono molto grandi e riguardano il momento decisivo del nostro destino, Gesù rivolge proprio ai sacerdoti un appello affinché consiglino ai peccatori la recita della Coroncina alla Divina Misericordia  come ultima zattera di salvezza (Quaderni…, 11, 129).

L’Ora della Misericordia

La quarta forma del Culto della Divina Misericordia è la preghiera delle ore tre del pomeriggio, in altre parole l’Ora della Misericordia. In quest’ora Gesù ci chiede di meditare sulla Sua Passione percorrendo magari la Via Crucis o, in mancanza di tempo, di raccoglierci per un breve momento in preghiera recitando per esempio la breve orazione: “Oh Sangue ed Acqua che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di Misericordia per noi, confido in Te” (Quaderni…, 1, 99). In quell’ora Gesù suggeriva a Faustina di chiedere Misericordia per tutto il mondo e per tutti i peccatori. Sappiamo che le tre pomeridiane sono l’ora della morte di Gesù e quindi l’ora della grande Misericordia per tutto il mondo. In quell’ora Gesù promette: “Non rifiuterò nulla a chi Mi prega per la Mia Passione” (Quaderni…, IV, 59). Gesù ha posto tre condizioni perché questa preghiera sia esaudita: – deve essere rivolta a Lui; – deve aver luogo alle tre del pomeriggio; – deve basarsi sul valore e sui meriti della Sua Passione. Certamente, oltre a ciò, come per tutte le promesse legate alle altre forme della devozione, la preghiera deve essere fiduciosa e costante e chi prega deve praticare la Misericordia. L’ora della Misericordia è destinata ad essere praticata da tutti gli uomini.

Diffusione del culto

Il quinto modo per adorare la Divina Misericordia consiste nel diffondere le varie forme di questo Culto. Dobbiamo essere consapevoli che invitare gli altri al culto della Misericordia è oggettivamente servizio maggiore di quello che si pratica da soli. Gesù ha legato a questa forma del culto alla Divina Misericordia due promesse: La prima è la protezione materna: “Le anime che diffondono il Culto della Mia Misericordia le proteggo per tutta la vita come una tenera madre protegge il suo bambino” (Q III, 20 – 21); La seconda promessa riguarda l’ora della morte: “Verso le anime che esalteranno e faranno conoscere ad altri la Mia Misericordia nell’ora della morte mi comporterò secondo la Mia Misericordia infinita” (Q III, 161);

Infine, ai sacerdoti che parleranno della Misericordia di Dio Gesù ha promesso che i peccatori induriti si inteneriranno alle loro parole. Questo vuol dire che le omelie incentrate sulla Divina Misericordia hanno un’efficacia straordinaria per la conversione dei peccatori.

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Indulgenze ad atti di culto compiuti in onore della Divina Misericordia

Posté par atempodiblog le 9 avril 2015

PENITENZIERIA APOSTOLICA
DECRETO
Si annettono Indulgenze ad atti di culto compiuti in onore della Divina Misericordia
La Santa Sede

Indulgenze ad atti di culto compiuti in onore della Divina Misericordia dans Commenti al Vangelo 311uqg2

“La tua misericordia, o Dio, non conosce limiti e infinito è il tesoro della tua bontà…” (Orazione dopo l’Inno “Te Deum”) e “O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono…” (Orazione della Domenica XXVI del Tempo Ordinario), umilmente e fedelmente canta la Santa Madre Chiesa. Infatti l’immensa condiscendenza di Dio, sia verso il genere umano nel suo insieme sia verso ogni singolo uomo, splende in modo speciale quando dallo stesso Dio onnipotente sono rimessi peccati e difetti morali e i colpevoli sono paternamente riammessi alla sua amicizia, che meritatamente avevano perduta.

I fedeli con intimo affetto dell’animo sono da ciò attratti a commemorare i misteri del perdono divino ed a celebrarli piamente, e comprendono chiaramente la somma convenienza, anzi la doverosità che il Popolo di Dio lodi con particolari formule di preghiera la Divina Misericordia e, al tempo stesso, adempiute con animo grato le opere richieste e soddisfatte le dovute condizioni, ottenga vantaggi spirituali derivanti dal Tesoro della Chiesa. “Il mistero pasquale è il vertice di questa rivelazione ed attuazione della misericordia, che è capace di giustificare l’uomo, di ristabilire la giustizia nel senso di quell’ordine  salvifico  che  Dio dal  principio  aveva voluto nell’uomo e mediante l’uomo, nel mondo” (Lett. enc. Dives in Misericordia, 7).

Invero la Misericordia Divina sa perdonare anche i peccati più gravi, ma nel farlo muove i fedeli a concepire un dolore soprannaturale, non meramente psicologico, dei propri peccati, così che, sempre con l’aiuto della grazia divina, formulino un fermo proposito di non peccare più. Tali disposizioni dell’animo conseguono effettivamente il perdono dei peccati mortali quando il fedele riceve fruttuosamente il sacramento della Penitenza o si pente dei medesimi mediante un atto di perfetta carità e di perfetto dolore, col proposito di accostarsi quanto prima allo stesso sacramento della Penitenza:  infatti Nostro Signore Gesù Cristo nella parabola del figliuol prodigo ci insegna che il peccatore deve confessare la sua miseria a Dio dicendo:  “Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio” (Lc 15, 18-19), avvertendo che questo è opera di Dio:  “era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato” (Lc 15; 32).

Perciò con provvida sensibilità pastorale il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, per imprimere profondamente nell’animo dei fedeli questi precetti ed insegnamenti della fede cristiana, mosso dalla dolce considerazione del Padre delle Misericordie, ha voluto che la seconda Domenica di Pasqua fosse dedicata a ricordare con speciale devozione questi doni della grazia, attribuendo a tale Domenica la denominazione di “Domenica della Divina Misericordia” (Congr. per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Decr. Misericors et miserator, 5 Maggio 2000).

Il Vangelo della seconda Domenica di Pasqua narra le cose mirabili compiute da Cristo Signore il giorno stesso della Risurrezione nella prima apparizione pubblica:
«La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse:  “Pace a voi!”. Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo:  “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse:  “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”» (Gv 20, 19-23).

Per far sì che i fedeli vivano con intensa pietà questa celebrazione, lo stesso Sommo Pontefice ha stabilito che la predetta Domenica sia arricchita dell’Indulgenza Plenaria, come più sotto sarà indicato, affinché i fedeli possano ricevere più largamente il dono della consolazione dello Spirito Santo e così alimentare una crescente carità verso Dio e verso il prossimo, e, ottenuto essi stessi il perdono di Dio, siano a loro volta indotti a perdonare prontamente i fratelli.

Così i fedeli osserveranno più perfettamente lo spirito del Vangelo, accogliendo in sé il rinnovamento illustrato e introdotto dal Concilio Ecumenico Vaticano II:
«I cristiani, ricordando le parole del Signore:  “da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13, 35), niente possono desiderare più ardentemente che servire con sempre maggiore generosità ed efficacia gli uomini del mondo contemporaneo… Il Padre vuole che noi riconosciamo ed efficacemente amiamo in tutti gli uomini Cristo fratello, tanto con la parola che con l’azione» (Cost. past. Gaudium et spes, 93).

Il Sommo Pontefice pertanto, animato da ardente desiderio di favorire al massimo nel popolo cristiano questi sensi di pietà verso la Divina Misericordia, a motivo dei ricchissimi frutti spirituali che da ciò si possono sperare, nell’Udienza concessa il giorno 13 giugno 2002 ai sottoscritti Responsabili della Penitenzieria Apostolica, Si è degnato di largire Indulgenze nei termini che seguono: 

Si concede l’Indulgenza plenaria alle consuete condizioni (Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e preghiera secondo l’intenzione del Sommo Pontefice) al fedele che nella Domenica seconda di Pasqua, ovvero della “Divina Misericordia”, in qualunque chiesa o oratorio, con l’animo totalmente distaccato dall’affetto verso qualunque peccato, anche veniale, partecipi a pratiche di pietà svolte in onore della Divina Misericordia, o almeno reciti, alla presenza del SS.mo Sacramento dell’Eucaristia, pubblicamente esposto o custodito nel tabernacolo, il Padre Nostro e il  Credo, con l’aggiunta di una pia invocazione al Signore Gesù Misericordioso (p. e. “Gesù Misericordioso, confido in Te”).

Si concede l’Indulgenza parziale al fedele che, almeno con cuore contrito, elevi al Signore Gesù Misericordioso una delle pie invocazioni legittimamente approvate.

Inoltre i naviganti, che compiono il loro dovere nell’immensa distesa del mare; gli innumerevoli fratelli, che i disastri della guerra, le vicende politiche, l’inclemenza dei luoghi ed altre cause del genere, hanno allontanato dal suolo patrio; gli infermi e coloro che li assistono e tutti coloro che per giusta causa non possono abbandonare la casa o svolgono un’attività non differibile a vantaggio della comunità, potranno conseguire l’Indulgenza plenaria nella Domenica della Divina Misericordia, se con totale detestazione di qualunque peccato, come è stato detto sopra, e con l’intenzione di osservare, non appena sarà possibile, le tre consuete condizioni, reciteranno, di fronte ad una pia immagine di Nostro Signore Gesù Misericordioso, il Padre Nostro e il Credo, aggiungendo una pia invocazione al Signore Gesù Misericordioso (p.e. “Gesù Misericordioso, confido in Te”).

Se neanche questo si potesse fare, in quel medesimo giorno potranno ottenere l’Indulgenza plenaria quanti si uniranno con l’intenzione dell’animo a coloro che praticano nel modo ordinario l’opera prescritta per l’Indulgenza e offriranno a Dio Misericordioso una preghiera e insieme le sofferenze delle loro infermità e gli incomodi della propria vita, avendo anch’essi il proposito di adempiere non appena possibile le tre condizioni prescritte per l’acquisto dell’Indulgenza plenaria.

I sacerdoti, che svolgono il ministero pastorale, soprattutto i parroci, informino nel modo più conveniente i loro fedeli di questa salutare disposizione della Chiesa, si prestino con animo pronto e generoso ad ascoltare le loro confessioni, e nella Domenica della Divina Misericordia, dopo la celebrazione della Santa Messa o dei Vespri, o durante un pio esercizio in onore della Divina Misericordia, guidino, con la dignità propria del rito, la recita delle preghiere qui sopra indicate; infine, essendo “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt 5, 7), nell’impartire la catechesi spingano soavemente i fedeli a praticare con ogni possibile frequenza opere di carità o di misericordia, seguendo l’esempio e il mandato di Cristo Gesù, come è indicato nella seconda concessione generale dell’“Enchiridion Indulgentiarum”.

Il presente Decreto ha vigore perpetuo. Nonostante qualunque contraria disposizione.

Roma, dalla sede della Penitenzieria Apostolica, il 29 giugno 2002, nella solennità dei santi Apostoli Pietro e Paolo 2002.

LUIGI DE MAGISTRIS Arcivescovo tit. di Nova Pro-Penitenziere Maggiore

GIANFRANCO GIROTTI, O.F.M. Conv. Reggente

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Tempo di Pasqua, tempo di Misericordia

Posté par atempodiblog le 8 avril 2015

Gesù a santa Faustina:

«Voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia. Desidero che i sacerdoti annuncino la Mia grande Misericordia per le anime dei peccatori. Il peccatore non deve aver paura di avvicinarsi a Me. Le fiamme della Misericordia Mi divorano; voglio riversarle sulle anime degli uomini».

Domenica 12 Aprile: Festività della Divina Misericordia

La domenica dopo Pasqua si celebra la festa della Divina Misericordia istituita da Giovanni Paolo II. Nell’omelia i sacerdoti devono parlare dell’infinita misericordia che zampilla dal Cuore divino del Salvatore. I fedeli possono ottenere l’indulgenza plenaria alle solite condizioni.

Tratto da: Radio Maria

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Insieme di don Antonio Rizzolo
Tempo di Pasqua, tempo di Misericordia
Tratto da: Credere

Cari amici lettori, la seconda domenica di Pasqua è detta anche della Divina Misericordia. Così ha voluto Giovanni Paolo II, a partire dall’anno 2000. Ed è proprio questa l’occasione scelta da papa Francesco per indire ufficialmente l’Anno santo della Misericordia.

In questa cerimonia, che si svolge sabato 11 aprile, viene resa pubblica la bolla d’indizione, di cui si leggono alcuni brani davanti alla Porta santa della basilica di San Pietro. Seguono i Primi Vespri della festa della Divina Misericordia, presieduti dal Papa.

Nella bolla d’indizione di un Giubileo sono indicati i tempi, le date di apertura e di chiusura e le principali modalità di svolgimento del grande evento. Soprattutto, però, il Papa spiega lo spirito con cui ha indetto l’Anno santo, le intenzioni e i frutti da lui sperati. Il tema della misericordia di Dio sta molto a cuore a Francesco, è il centro del suo pontificato. Ma è anche il messaggio fondamentale del tempo di Pasqua che, come ogni anno, stiamo vivendo dopo il Triduo della passione, morte e risurrezione del Signore. Che cos’è infatti la Pasqua? La parola significa passaggio e ricorda, appunto, il passaggio di Cristo dalla morte alla vita. Egli, Figlio eterno del Padre ma anche uomo come noi, è il primo ad aver superato l’abisso della morte.

Ha così aperto anche per noi la via verso la vita eterna. La Pasqua di Cristo diventa così la nostra: un passaggio dalla morte alla vita che avverrà sì nell’ultimo giorno, nella risurrezione finale, ma inizia fin d’ora con il nostro passaggio dal peccato alla vita nuova in Cristo, dall’egoismo all’amore, dalla vendetta alla misericordia. Nella sua Pasqua Gesù ci rivela il vero volto di Dio: un Padre misericordioso che sempre perdona, che ci ha amato a tal punto da consegnare suo Figlio alla morte di croce per salvarci. Cristo ci ha amato fino alla fine (cfr Giovanni 13,1), fino a dare la vita. Essere cristiani non è seguire una morale o una filosofia, ma fare esperienza di questo amore, lasciarci commuovere e trasformare da un Dio che ci ama così follemente da lavare i nostri piedi, da farsi servo, da morire per noi.

È la grande scoperta di san Paolo: «Vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Galati 2,20). Essere cristiani vuol dire lasciarci amare da Dio, riconoscerci peccatori e accogliere il suo perdono, diventare misericordiosi come lui è misericordioso (cfr Luca 6,26). È il passaggio, la Pasqua, che siamo chiamati a fare nella nostra vita, giorno per giorno. Cari amici, viviamo così questo tempo pasquale. Buona festa della Misericordia a tutti.

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Proteggere l’intimità della persona

Posté par atempodiblog le 11 mars 2015

Non è lecito ad alcuno ledere illegittimamente la buona fama di cui uno gode, o violare il diritto di ogni persona a difendere la propria intimità.
Codice di Diritto Canonico n. 220 (Libro II – Il popolo di Dio. Parte I – I fedeli cristiani)

“Nulla disgusta maggiormente un’anima del fatto che si dica ad altri ciò che essa ha detto in fiducia, cioè in segreto”.
Santa Faustina Kowalska

“Compito del parroco, e di ogni sacerdote è quello di tutelare e difendere l’intimità di ogni persona, intesa come spazio vitale in cui proteggere la propria personalità oltre agli affetti più cari e più personali. Scopo del segreto, sia sacramentale, sia extra sacramentale, è proteggere l’intimità della persona, cioè custodire la presenza di Dio nell’intimo di ogni uomo. Chi viola questa sfera personalissima e ‘sacra’, compie non solo un atto di ingiustizia, un delitto canonico, ma un vero e proprio atto di irreligiosità”.
Card. Mauro Piacenza (Penitenziere Maggiore di Santa Romana Chiesa)

Proteggere l’intimità della persona dans Apparizioni mariane e santuari Santuario-di-Torreciudad

Il santuario di Torreciudad, dove nei confessionali la privacy è completamente assicurata

[…] E’ qui, in questa cornice spettacolare, al centro di un paesaggio di incredibile maestà e bellezza, circondato da pareti rocciose lambite dalle acque, che si eleva, come una fortezza celeste, il santuario mariano di Torreciudad, grazie all’amore per la Madre di Dio e allo zelo per le anime di San Josemaría Escrivá de Balaguer, fondatore dell’Opus Dei.

[…] Scendo nella cripta del santuario dove incrocio tre cappelle dedicate rispettivamente alla Madonna di Loreto, alla Vergine del Pilar e alla Madonna di Guadalupe. Qui è il luogo che San Josemaría ha previsto per le confessioni. Ai lati di ogni cappella vi è una fila di confessionali dove, contrariamente a quello che succede un po’ ovunque, la privacy è completamente assicurata, mentre nel vestibolo di ingresso si trovano dei libretti che aiutano a preparare la confessione. Noto un po’ ovunque nel santuario una particolare attenzione per predisporre i servizi per gli invalidi e nella cappella del Pilar vi è un confessionale per i sordi e per i portatori di handicap.

Tratto da: Pellegrino a quattro ruote — Padre Livio Fanzaga

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Il beato Michele Sopocko, confessore di Santa Faustina, salvò 100 ebrei

Posté par atempodiblog le 26 janvier 2015

Il Confessore di Santa Faustina Kowalska salvò 100 ebrei
Dagli archivi dello Yad Vashem le prove di come la Chiesa cattolica si prodigò per salvare gli ebrei

di Paweł Rytel-Andrianik – Zenit

Il beato Michele Sopocko, confessore di Santa Faustina, salvò 100 ebrei dans Articoli di Giornali e News Faustina-Conf

L’immagine della Divina Misericordia con Gesù che irradia luce ovunque è una delle più diffuse al mondo. Un immagine che suor Faustina Kowalska descrisse e rivelò al suo direttore spirituale don Michał (cioè Michele) Sopoćko.

Suor Maria Faustina Kowalska, fu mistica e veggente, conosciuta come l’Apostola della Divina Misericordia. Nel 2000 papa Giovanni Paolo II l’ha dichiarata santa.

Don Michał Sopoćko, che fu professore di teologia pastorale nella Università Stefan Batory a Vilnius, in Lituania, è noto per essere stato il primo direttore spirituale di santa Faustina Kowalska, ed è stato beatificato nel 2008 da papa Benedetto XVI.

Pochi sanno che il beato don Sopoćko ha contribuito a salvare 100 ebrei dal ghetto di Vilnius, rilasciando loro certificati di nascita falsi, in modo che potessero lasciare il ghetto e fuggire in posti più sicuri.

Mons. Tadeusz Krahel ha trovato le note personali di Sopoćko, in cui è scritto: Prima e all’inizio della guerra un sacco di candidati con istruzione superiore (medici, ingegneri, insegnanti e studenti) sono venuti da me per farsi battezzare. (…) Ho dato i certificati di battesimo sia a quelli battezzati che a quelli non battezzati, e ho indirizzato alcuni di loro verso i miei amici nel paese. Questi sono sopravvissuti alla guerra. Oggi non ricordo tutti i nomi perché l’elenco è stato perso. (…) Ricordo solo poche persone: il dottor Aleksander Steiberg (Sawicki, secondo il documento) con la moglie, che era rimasto a Vilnius come capo dell’ospedale di Wilcza Lapa, il dottor Erdman (Benedetto Szymanski, secondo il documento) con la moglie e la figlia, capo dell’ospedale di S. Elisabetta a Breslavia (…), il dottor Juliusz Genzel e sua moglie, che ora vive a Sidney (Australia)”.

Don Sopoćko aiutò gli ebrei fino al 3 marzo 1942, quando, per evitare carcere, trovò rifugio in Czarny Bór presso il convento delle Orsoline, dove rimase fino alla fine dell’occupazione nazista.

In precedenza aveva inviato ebrei da proteggere e nascondere alle suore Orsoline, dove anche lui trovò rifugio. Altre famiglie ebree che fuggivano dal ghetto di Vilnius, il beato le raccomandò a padre Dean Jan Władysław Sielewicz in Worniany.

Padre Sielewicz insieme al suo Vicario, padre Hipolit Chruściel, nascose gli ebrei nelle case dei loro parrocchiani di fiducia.

Dalle ricerche condotte su archivi diversi risulta che l’assistenza agli ebrei da parte del clero cattolico in Polonia era un fenomeno molto diffuso.

Divisore dans San Francesco di Sales

Una raccolta di testimonianze da parte ebraica circa l’assistenza e la cura con cui vennero accolti da sacerdoti, monaci e monache è stato pubblicato da Mark Paul ed è disponibile al seguente link: http://www.kpk-toronto.org/archives/clergy_recue_kpk.pdf

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“Ama la volontà di Dio”

Posté par atempodiblog le 14 janvier 2015

“Ama la volontà di Dio” dans Citazioni, frasi e pensieri Santa-Faustina

[...] è molto significativa la dichiarazione fatta da Sr. Serafina stessa nel suo commentario sulla vita della Santa:

«C’è stato un periodo in cui non avevo un incarico specifico e mi sentivo male ed ero abbattuta spiritualmente.
Suor Faustina non lo sapeva, ma da Pradnik in sanatorio mi mandò un bigliettino, sul quale trovai scritte queste parole: “Ama la volontà di Dio”» (Summ., p. 452 verso la fine).

Tratto dall’Appendice n. 7 (cfr. Q. V., nota 54) del Diario di Suor Faustina Kowalska. Libreria Editrice Vaticana

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Dare i propri peccati al Signore

Posté par atempodiblog le 16 décembre 2014

O mio Gesù, in segno di riconoscenza per tante grazie, Ti offro l’anima ed il corpo, l’intelletto e la volontà e tutti i sentimenti del mio cuore. Coi voti mi sono data tutta a Te, non ho più nulla da poterTi offrire. Gesù mi disse:

«Figlia Mia, non Mi hai offerto quello che è effettivamente tuo».

Mi concentrai in me stessa e mi tesi conto che amavo Iddio con tutte le forze della mia anima e, non riuscendo a conoscere che cos’era che non avevo dato al Signore, domandai: «Gesù, dimmelo e Te lo do immediatamente con generosità di cuore». Gesù mi disse con amabilità:

«Figlia, dammi la tua miseria, che è l’unica tua esclusiva proprietà».

dal Diario di Santa Faustina Kowalska

Dare i propri peccati al Signore dans Citazioni, frasi e pensieri S-Faustina-Kowalska

Papa Francesco ricorda la storia di un santo che pensava di aver dato tutto al Signore, con estrema generosità:

“Ascoltava il Signore, andava sempre secondo la sua volontà, dava al Signore e il Signore: ‘Ma tu non mi hai dato una cosa, ancora”. E il povero era tanto buono e dice: ‘Ma, Signore, cosa non ti ho dato? Ti ho dato la mia vita, lavoro per i poveri, lavoro per la catechesi, lavoro qui, lavoro là…’. ‘Ma qualcosa tu non mi hai dato ancora’.- ‘Che, Signore?. ‘I tuoi peccati’. Quando noi saremo in grado di dire al Signore: ‘Signore, questi sono i miei peccati – non sono di quello, di quello, sono i miei… Sono i miei. Prendili tu e così io sarò salvo’ – quando noi saremo capaci di fare questo noi saremo quel bel popolo, ‘popolo umile e povero’, che confida nel nome del Signore. Il Signore ci conceda questa grazia”.

Tratto da: Radio Vaticana

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L’Immacolata Concezione

Posté par atempodiblog le 8 décembre 2014

L'Immacolata Concezione dans Citazioni, frasi e pensieri Suor-Faustina-Kowalska

L’IMMACOLATA CONCEZIONE. Fin dal mattino ho avvertito la vicinanza della Madre SS.ma. Durante la santa Messa l’ho vista così splendente e bella, che non ho parole per poter esprimere almeno in piccola parte la Sua bellezza. Era tutta bianca, cinta da una sciarpa azzurra; anche il manto azzurro, la corona sul capo e da tutta la Sua persona s’irradiava uno splendore inconcepibile.

“Sono la Regina del cielo e della terra, ma soprattutto la vostra Madre”. Mi strinse al Suo Cuore e disse: Ti sono sempre vicina nelle sofferenze”.

Sentii la potenza del Suo Cuore Immacolato che si trasmise alla mia anima. Ora comprendo perché da due mesi mi sono preparata a questa festa e perché l’ho attesa con tanta nostalgia. Da oggi m’impegnerò per la massima purezza dell’anima, in modo che i raggi della grazia di Dio vi si riflettano in tutto il loro splendore. Desidero essere come il cristallo, per trovare compiacimento davanti ai Suoi occhi. In questo giorno ho visto un certo sacerdote circondato dallo splendore che proveniva da Lei; evidentemente quell’anima ama l’Immacolata.

Santa Faustina Kowalska

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Le anime meno raccolte vogliono che anche le altre siano come loro

Posté par atempodiblog le 13 octobre 2014

I santi, come faceva dire il Manzoni a don Abbondio, sono un tormento, specialmente per i mediocri. Nel cammino di santità non aspettare applausi. Il bene irrita gli invidiosi, che vorrebbero essere stimati santi senza lo sforzo di farlo.

Tratto da: Sui passi di Bernadette — Padre Livio Fanzaga

Le anime meno raccolte vogliono che anche le altre siano come loro dans Citazioni, frasi e pensieri Suor-Faustina

Più di una volta mi è capitata una cosa di questo genere: quando la mia anima era più profondamente assorta in Dio ed aveva riportato maggior profitto dalla preghiera e la presenza di Dio l’aveva accompagnata durante il giorno e sul lavoro aveva dimostrato più concentrazione, più esattezza e più impegno, proprio allora ho avuto il maggior numero di rimproveri con l’accusa di essere negligente ed indifferente a tutto e questo perché le anime meno raccolte vogliono che anche le altre siano come loro, perché costituiscono per loro un rimprovero continuo.

Santa Faustina Kowalska

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Due pesi e due misure

Posté par atempodiblog le 13 octobre 2014

Se qualcuno dei nostri dipendenti ha un modo di fare sgarbato, o ci riesce antipatico, può fare qualunque cosa, la prenderemo sempre per traverso; non cessiamo di umiliarlo e siamo pronti al rimprovero; al contrario, se qualcuno ci va a genio, può fare quello che vuole, lo scuseremo sempre.

San Francesco di Sales

Due pesi e due misure dans Citazioni, frasi e pensieri 2ymi0x5

Alle altre passano lisce molte cose, ed in verità non vale la pena farci caso; ma a me non se ne salva una: ogni parola è analizzata, ogni passo controllato.

Santa Faustina Kowalska

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O Gesù mio, quanto sono grandi le incomprensioni!

Posté par atempodiblog le 5 octobre 2014

O Gesù mio, quanto sono grandi le incomprensioni! dans Fede, morale e teologia al3cqo

O Gesù mio,
quanto sono grandi le incomprensioni! 

Talvolta, se non ci fosse l’Eucaristia,
non avrei il coraggio di proseguire
sulla strada che mi hai indicato. 

L’umiliazione è il mio cibo quotidiano. 

È logico che la promessa sposa
si adorni con ciò che interessa
al suo promesso Sposo,
perciò la veste dello scherno
che ha coperto Lui,
deve coprire anche me. 

Nei momenti in cui soffro molto,
cerco di tacere
poiché non mi fido della lingua,
che in quei momenti è propensa
a parlare di sé,
ed invece deve servirmi
per lodare Iddio
per i tanti benefici e doni
che mi ha elargito. 

Quando ricevo Gesù nella S. Comunione
Lo prego ardentemente perché si degni
di guarire la mia lingua,
in modo che con essa non offenda
né Iddio, né il prossimo. 

Desidero che la mia lingua
lodi Dio incessantemente. 

Grandi colpe si commettono con la lingua. 

Un’anima non può giungere alla santità,
se non tiene a freno la propria lingua.

Santa Faustina Kowalska

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Segreti

Posté par atempodiblog le 4 octobre 2014

“Non parlate con nessuno delle miserie morali, eccetto con il confessore se si trattasse di materia necessaria”.

Beato Giustino M. Russolillo

Segreti dans Citazioni, frasi e pensieri Beato-Giustino-Maria-della-Santissima-Trinit-Russolillo-Pianura

Quando entrai un momento nella attigua camera da letto, per far visita alle suore ammalate, una suora mi disse: «Sorella, quando lei morirà io non avrò paura di lei. Venga da me dopo morta, poiché debbo confidarle un segreto dell’anima, perché me lo risolva con Gesù. Io so che lei può ottenermi questo dal Signore Gesù». Siccome parlava pubblicamente, le risposi in questo modo: «Il Signore Gesù è molto discreto e pertanto i segreti che ci sono fra Lui ed un’anima non li tradisce con nessuno».

Divisore dans San Francesco di Sales

Oggi ho appreso che debbo andare a Rabka. Avrei dovuto partire solo dopo il 5 agosto, ma ho pregato la Madre Superiora di permettermi di partire subito. Non sono stata da Padre Andrasz ed ho chiesto di poter partire possibilmente quanto prima. La Madre Superiora si è un po’ meravigliata per questo, perché voglio partire così presto; io però non ho dato spiegazioni, né ho chiarito il perché. Questo resterà un segreto per l’eternità.

Divisore dans San Francesco di Sales

Desidero nascondermi in modo che nessuna creatura conosca il mio cuore. O Gesù, solo Tu conosci il mio cuore e lo possiedi totalmente. Nessuno conosce il nostro segreto. Con uno sguardo ci comprendiamo a vicenda.

Divisore dans San Francesco di Sales

La superiora quindi può ricevere le confidenze di un’anima, ma non dimentichi il segreto, poiché nulla disgusta maggiormente un’anima del fatto che si dica ad altri ciò che essa ha detto in fiducia, cioè in segreto.

Santa Faustina Kowalska

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O Maria, Tu sei la gioia

Posté par atempodiblog le 25 juillet 2014

O Maria, Tu sei la gioia dans Citazioni, frasi e pensieri 33bfodd

È Lei (la Madonna) che mi ha insegnato ad amare interiormente Iddio e come adempire in tutto la Sua santa volontà. O Maria, Tu sei la gioia, poiché attraverso Te Iddio è sceso in terra e nel mio cuore.

Santa Faustina Kowalska

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L’unità indivisibile della SS. Trinità

Posté par atempodiblog le 15 juin 2014

L'unità indivisibile della SS. Trinità dans Citazioni, frasi e pensieri Trinit

La nostalgia di Dio mi prese ancora di più. Un giorno in cui ero all’adorazione ed il mio spinto era quasi in agonia per la nostalgia di Lui e non riuscivo a trattenere le lacrime, all’improvviso vidi uno spirito che era di una grande bellezza, che mi disse queste parole: «Non piangere, dice il Signore». Dopo un attimo domandai: «Tu chi sei?». Ed egli mi rispose: «Sono uno dei sette spiriti che stanno giorno e notte davanti al trono di Dio e L’adorano senza posa». Tuttavia quello spirito non alleviò la mia nostalgia, ma suscitò in me una maggior nostalgia di Dio. Quello spirito non mi lascia un istante, mi segue ovunque. Il giorno dopo, durante la S. Messa, prima dell’elevazione, quello spinto cominciò a cantare queste parole: «Santo, Santo, Santo». La sua voce era come se equivalesse a migliaia di voci, impossibile descriverla. Ad un tratto il mio spirito venne unito a Dio; in un attimo vidi l’inconcepibile grandezza e santità di Dio e nello stesso tempo conobbi la nullità che io sono in me stessa. Conobbi in maniera più evidente di qualsiasi altra volta le Tre Persone Divine: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Tuttavia la loro essenza è una, come pure l’uguaglianza e la maestà. La mia anima è in rapporti di intimità con le Tre Persone, ma non riesco ad esprimere ciò a parole, però l’anima lo comprende bene. Chiunque è unito con una di queste tre Persone, per ciò stesso è unito con tutta la Santissima Trinità, poiché la loro unità è indivisibile. Questa visione, cioè questa conoscenza mi riempì l’anima di una felicità inimmaginabile, per il fatto che Dio è così grande. Quello che ho descritto qui non l’ho visto con gli occhi, come in passato, ma in una visione interiore, in modo puramente spirituale ed indipendente dai sensi. Questo durò fino alla fine della S. Messa. Ora questo mi capita spesso e non solo in cappella, ma anche durante il lavoro e quando meno me l’aspetto.

Santa Faustina Kowalska

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La festa della Divina Misericordia

Posté par atempodiblog le 27 avril 2014

La festa della Divina Misericordia
Essa è stata istituita da san Giovanni Paolo II e il tema della misericordia è costantemente presente nel Magistero di papa Francesco. Ma in che cosa consiste esattamente la Divina misericordia?
di Marco Invernizzi – Comunità Ambrosiana

Domenica della Divina Misericordia dans Beato Michele Sopocko Ges-Misericordioso

La gioia della conversione
Dio manifesta la sua onnipotenza paterna attraverso la sua infinita misericordia, afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica (cfr. n. 270) e quest’ultima è resa manifesta da molti atteggiamenti di Cristo, in modo particolare per la sua predilezione verso i peccatori, per la conversione dei quali esplode una grande gioia nei cieli (cfr. Lc 15,10). Del resto, quale gioia è più grande di quella che un cristiano prova quando una persona torna a Cristo, chiedendo perdono dei suoi peccati? La misericordia divina quindi accompagna tutta la storia dell’Antico e del Nuovo Testamento come caratteristica fondamentale del Dio della Scrittura, che ama le persone, le cerca e le attende, come un Padre buono. Tuttavia è nell’epoca moderna che la divina misericordia si diffonde attorno alla figura di santa Faustina Kowalska (1905-1938), la suora polacca alla quale il Signore si rivolse direttamente negli Anni Trenta perché diventasse la « segretaria » della Divina misericordia e diffondesse in tutto il mondo questa devozione, rivolta soprattutto alla salvezza degli uomini assistendoli in particolare negli ultimi momenti della loro vita, quando si scatena l’ultima lotta fra il demonio e Dio per la conquista dell’anima che sta per morire.

Gli Anni Trenta e il Patto fra nazionalsocialismo e comunismo
Gli Anni Trenta del secolo scorso, soprattutto in Polonia, erano gli anni in cui si manifestava in modo particolarmente violento l’odio seminato dalle ideologie nel secolo ideologico per eccellenza. Alla fine di quegli anni, con il Patto Molotov-Ribbentrop, nazismo e comunismo si spartivano la Polonia aggredendola coi rispettivi eserciti da est e da occidente. Di fronte al male che si manifestava in quel modo e che sarebbe presto sfociato nel passaggio dall’alleanza alla guerra (come spesso accade fra le ideologie), Dio poneva un limite al male diffondendo la strategia della misericordia, attraverso una giovane suora.

Santa Faustina
Giovanni Paolo II conobbe già nella sua Cracovia la devozione alla Divina misericordia e ad essa dedicò la sua seconda enciclica, Dives in misericordia (1980). Il Santo Padre non volle ancora menzionare santa Faustina probabilmente perché era ancora troppo recente la diffidenza dell’ex Sant’Uffizio verso questa devozione, sembra per via di alcuni errori di traduzione che avevano favorito dei fraintendimenti della dottrina.

L’apostolato della Divina misericordia
Se riflettiamo sulla situazione del mondo moderno comprendiamo l’opportunità di questa devozione nel nostro tempo. Il mondo moderno infatti, almeno in Occidente, è nato da una generale e progressiva apostasia che ha avuto i suoi eccessi di violenza nell’epoca delle ideologie, fra il 1789 e il 1989. Dopo questo tempo, noi oggi viviamo l’epoca della dittatura del relativismo, come l’ha definita Benedetto XVI, dominata da un profondo nichilismo che conduce gli uomini a non credere a nulla, neppure agli errori, e a predisporsi a una radicale forma di disperazione. Sazi e disperati, come li definì il card. Giacomo Biffi, gli uomini possono tuttavia convertirsi, anche perché più o meno consciamente cercano una via d’uscita a una situazione esistenziale non certamente entusiasmante. La devozione alla Divina misericordia secondo la dottrina contenuta nell’enciclica di Giovanni Paolo II e nel processo di canonizzazione di santa Faustina è la strada che la Provvidenza di Dio sembra aver preparato per gli uomini della nostra epoca, perché siano aiutati a vedere nel Signore Colui che li ama e li aspetta, il Dio buono e misericordioso che non cerca il peccatore per condannarlo ma per salvarlo.

Per due secoli, dopo la Rivoluzione del 1789, il mondo delle potenze dominanti ha cercato di eliminare la presenza cristiana. Ma ha fallito, pur lasciando un mondo devastato e senza speranza. Oggi, si cerca di eliminare anche la stessa presenza umana, alterandone i connotati. È l’ideologia di genere. In fondo al cuore, tuttavia, gli uomini sanno che un Dio ricco di misericordia li aspetta. I cattolici siano sempre più impegnati in questo apostolato della Divina misericordia che la Provvidenza ha suscitato nella Chiesa.

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