O Prigioniero d’amore

Posté par atempodiblog le 31 mars 2020

O Prigioniero d'amore dans Citazioni, frasi e pensieri Santa-Faustina-Kowalska

O Prigioniero d’amore, chiudo il mio povero cuore in questo tabernacolo, perché Ti adori incessantemente, giorno e notte.

Non conosco impedimenti in questa adorazione e, anche se sarò fisicamente lontana, il mio cuore è sempre con Te. Niente può costituire un ostacolo al mio amore verso di Te. Non esistono impedimenti per me.

O Gesù mio, Ti consolerò per tutte le ingratitudini, per le bestemmie, per la tiepidezza, per l’odio dei senza-dio, per i sacrilegi. O Gesù, desidero ardere come vittima pura e consumata davanti al trono del Tuo nascondimento. T’imploro incessantemente per i peccatori agonizzanti.

O Santissima Trinità, Indivisibile, unico Dio, sii benedetta per questo grande dono e testamento di misericordia!

Santa Faustina Kowalska

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Novena per la patria

Posté par atempodiblog le 26 mars 2020

Novena per la patria dans Fede, morale e teologia Santa-Faustina

Una volta sentii queste parole: «Va’ dalla Superiora e chiedi che ti permetta di fare ogni giorno un’ora di adorazione per nove giorni; durante questa adorazione cerca di fare la tua preghiera con Mia Madre. Prega di cuore in unione con Maria; procura inoltre in questo tempo di fare la Via Crucis».

Ottenni il permesso non per un’ora intera, ma soltanto per il tempo che avevo, dopo compiuti i miei doveri. Dovevo fare quella novena per la patria.

Il settimo giorno della novena vidi la Madonna fra cielo e terra, in una veste chiara. Pregava con le mani giunte sul petto e lo sguardo rivolto al cielo e dal suo Cuore uscivano dei raggi di fuoco, alcuni dei quali erano diretti verso il cielo, mentre gli altri coprivano la nostra terra.

Divisore dans San Francesco di Sales

Freccia dans Viaggi & Vacanze  Via Crucis del Beato Giustino M. Russolillo

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Qualunque cosa fai al prossimo, la fai a Gesù

Posté par atempodiblog le 20 mars 2020

Qualunque cosa fai al prossimo, la fai a Gesù dans Citazioni, frasi e pensieri Medici

[...] Gesù che mi ha detto: «Figlia Mia, Mi hai procurato una gioia più grande facendoMi quel servizio, che se avessi pregato a lungo». Ho risposto: «Ma, Gesù mio, io non ho fatto il servizio a Te, ma a quel malato». Ed il Signore mi ha risposto: «Si, figlia Mia, qualunque cosa fai al prossimo, la fai a Me».

Santa Faustina Kowalska

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Novena a San Giuseppe

Posté par atempodiblog le 10 mars 2020

Novena a San Giuseppe dans Preghiere San-Giuseppe

San Giuseppe mi ha chiesto di avere per lui una devozione continua.

Santa Faustina Kowalska

Divisore dans San Francesco di Sales

Freccia dans Viaggi & Vacanze Novena a San Giuseppe (da recitarsi dal 10 al 18 marzo)

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La spada della sofferenza

Posté par atempodiblog le 2 février 2020

La spada della sofferenza dans Citazioni, frasi e pensieri Santa-Faustina

O Maria, oggi una terribile spada ha trafitto la Tua santa anima. Nessuno eccetto Iddio ha conosciuto la Tua sofferenza. La Tua anima non si è spezzata, ma è stata forte, poiché era con Gesù. O Madre dolce, unisci la mia anima a Gesù, poiché solo allora potrò superare tutte le prove e le esperienze e solo in unione con Gesù i miei piccoli sacrifici saranno graditi a Dio. Madre dolcissima, ammaestrami sulla vita interiore. La spada della sofferenza non mi spezzi mai. O Vergine pura, infondi la fortezza nel mio cuore e custodiscilo.

di Santa Faustina Kowalska

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«Benvenuto anno nuovo! Benvenuto calice dell’amarezza!»

Posté par atempodiblog le 1 janvier 2020

«Benvenuto anno nuovo! Benvenuto calice dell’amarezza!»

«Benvenuto anno nuovo! Benvenuto calice dell'amarezza!» dans Citazioni, frasi e pensieri Santa-Faustina

Oggi è la festa di capodanno.

La mattina mi sono sentita così male, che sono andata appena nella cella vicina per la santa Comunione. Non ho potuto andare alla santa Messa, mi sentivo mancare e per la stessa ragione ho fatto il ringraziamento a letto. Avevo tanto desiderato andare alla santa Messa e poi a confessarmi da Padre Andrasz, ma mi sentivo così male che non ho potuto andare né alla santa Messa né a confessarmi. Per questo motivo la mia anima ha avuto un grande dispiacere.

Dopo colazione venne da me la suora infermiera a chiedermi: «Sorella, perché non è andata alla Santa Messa?»

Risposi che non avevo potuto andarci.

Scosse la testa con aria di disapprovazione e disse: «Una festa così grande e lei non va a Messa!», ed uscì dalla mia cella.

Per due giorni rimasi a letto contorcendomi per i dolori e non venne mai a trovarmi. E il terzo giorno quando venne non mi chiese nemmeno se potevo alzarmi, ma subito con voce concitata mi domandò perché non mi ero alzata per andare alla Santa Messa.

Quando rimasi sola provai ad alzarmi, ma mi mancarono di nuovo le forze, perciò me ne restai a letto pienamente tranquilla. Tuttavia il mio cuore aveva molto da offrire al Signore, unendosi a Lui spiritualmente durante la seconda santa Messa.

Terminata la seconda santa Messa, venne di nuovo da me la suora infermiera ma questa volta col termometro, quindi come infermiera. La febbre però non l’avevo, ma ero molto malata non riuscendo ad alzarmi. E allora giù una nuova predica, che non dovevo lasciarmi vincere dalla malattia. Le risposi che lo sapevo che da noi una è considerata gravemente ammalata solo quando sta già in agonia. Tuttavia, vedendo che continuava a farmi la morale, risposi che per il momento non mi servivano esortazioni allo zelo e restai nuovamente sola nella mia cella.

Il dolore mi strinse il cuore e l’amarezza m’inondò l’anima e ripetei queste parole: «Benvenuto anno nuovo! Benvenuto calice dell’amarezza!».

di Santa Faustina Kowalska

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Nella mitezza e nell’umiltà

Posté par atempodiblog le 1 décembre 2019

Nella mitezza e nell'umiltà dans Avvento Vergine-dell-attesa

Trascorrerò questo Avvento secondo le indicazioni datemi dalla Madonna: nella mitezza e nell’umiltà. Trascorro dei momenti con la SS.ma Vergine. Attendo con ardente nostalgia la venuta del Signore.

I miei desideri sono grandi. Desidero che tutti i popoli conoscano il Signore; desidero preparare tutte le nazioni a ricevere il Verbo Incarnato.

O Gesù, fa’ che la sorgente della Tua Misericordia scaturisca con maggiore abbondanza, poiché l’umanità è molto malata, e perciò ha più che mai bisogno della Tua compassione. Tu sei un mare sconfinato di Misericordia per noi peccatori e maggiore è la nostra miseria, maggiore è il diritto che abbiamo alla Tua Misericordia.

Tu sei la sorgente che rende felice ogni creatura per mezzo della Tua infinita Misericordia.

Santa Faustina Kowalska

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Quanto i santi si interessino di noi

Posté par atempodiblog le 31 juillet 2019

Quanto i santi si interessino di noi  dans Citazioni, frasi e pensieri Sant-Ignazio-di-Loyola

Giorno di Sant’Ignazio. Ho pregato fervorosamente questo santo, facendogli dei rimproveri: Come può osservarmi e non venirmi in aiuto in questioni tanto importanti, cioè nell’adempimento della volontà di Dio?”.
Ho detto a questo santo: “O nostro Patrono, che sei stato infiammato dal fuoco dell’amore e dello zelo per la maggior gloria di Dio, Ti prego umilmente, aiutami a realizzare i disegni di Dio”.  Questo avveniva durante la Santa Messa.

All’improvviso sul lato sinistro dell’altare ho visto sant’Ignazio con un gran libro in mano, il quale mi ha detto queste parole: “Figlia mia, non sono indifferente alla tua causa. Questa regola si può adattare anche a questa congregazione”. E indicando il libro con la mano, scomparve.
Mi rallegrai enormemente vedendo quanto i santi si interessino di noi e quanto sia stretta l’unione con loro.

Santa Faustina Kowalska

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Il mistero pasquale conferma che il bene è vittorioso

Posté par atempodiblog le 28 avril 2019

Il mistero pasquale conferma che il bene è vittorioso dans Citazioni, frasi e pensieri Giovanni-Paolo-II-e-la-Divina-Misericordia

Dio sa sempre trarre il bene dal male, Dio vuole che tutti siano salvi e possano raggiungere la conoscenza della verità (cfr. 1 Tm 2,4): Dio è Amore (cfr. 1 Gv 4,8). Cristo crocifisso e risorto, così come apparve a suor Faustina, è la suprema rivelazione di questa verità.

Qui voglio ancora ricollegarmi a quanto ho detto sul tema dell’esperienze della Chiesa in Polonia durante la resistenza contro il comunismo. Mi sembra abbiano un valore universale.  Penso che anche suor Faustina e la sua testimonianza circa il mistero della Divina Misericordia rientrino in qualche modo in quella prospettiva. Il patrimonio della sua spiritualità ebbe – lo sappiamo per esperienza – una grande importanza per la resistenza contro il male nei sistemi disumani di allora. Tutto ciò conserva un suo preciso significato non soltanto per i Polacchi, ma anche per il vasto ambito della Chiesa nel mondo. Vanno messe in evidenza, tra l’altro, la beatificazione e canonizzazione di suor Faustina. E’ stato come se Cristo, per suo tramite, avesse voluto dire: “Il male non riporta la vittoria definitiva!”. Il mistero pasquale conferma che il bene, in definitiva, è vittorioso; che la vita sconfigge la morte e sull’odio trionfa l’amore.

Tratto da: Memoria e identità, di Giovanni Paolo II, ed. Rizzoli

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Domenica della Divina Misericordia

Posté par atempodiblog le 28 avril 2019

Domenica della Divina Misericordia
Tratto da: La nuova Bussola Quotidiana

Domenica della Divina Misericordia dans Beato Michele Sopocko Ges-Misericordioso

Il 22 febbraio 1931 Gesù apparve a santa Faustina in una veste bianca con la mano destra benedicente e la sinistra poggiata sul petto, da cui fuoriuscivano due grandi raggi, uno rosso e l’altro pallido: «Prometto che l’anima, che venererà quest’immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell’ora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difenderò come Mia propria gloria»

Il 22 febbraio 1931 Gesù comunicò per la prima volta a santa Faustina Kowalska il desiderio di una festa della Misericordia da celebrare nella prima domenica dopo la Pasqua, chiedendole di annunciare le grazie straordinarie che avrebbe concesso. Le apparve in una veste bianca con la mano destra benedicente e la sinistra poggiata sul petto, da cui fuoriuscivano due grandi raggi, uno rosso e l’altro pallido, secondo l’immagine poi dipinta e divenuta famosa in tutto il mondo, sotto la quale le disse che doveva essere riportata la scritta: «Gesù confido in Te». In quello stesso giorno Nostro Signore le fece una solenne promessa, valida per ogni anima pellegrina sulla terra: «Prometto che l’anima, che venererà quest’immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell’ora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difenderò come Mia propria gloria».

Attraverso le rivelazioni a suor Faustina, Gesù ha chiesto ai sacerdoti di annunciare «la Mia grande Misericordia per le anime dei peccatori», domandando a ogni uomo di invocare con fiducia il Suo perdono. Dopo il 22 febbraio 1931, a riprova di quanto la Festa della Divina Misericordia sia importante nel piano salvifico, ricordò la Sua richiesta alla santa in altre 14 apparizioni, dando di volta in volta nuovi elementi sul modo di celebrarla e sul perché. La scelta della prima domenica dopo Pasqua indica proprio l’intimo legame tra il mistero della Redenzione e tale festa, un legame che è reso ancora più evidente dalla sua novena («durante questa novena elargirò grazie di ogni genere», ha detto il Signore) con inizio al Venerdì Santo. Gesù ha infatti spiegato che «le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione», per il rifiuto dell’Amore divino. E con la Festa della Misericordia ha voluto offrire un’altra grande possibilità di salvezza, prima del Suo giusto giudizio.

Gesù ha promesso speciali grazie a chi riceverà degnamente l’Eucaristia nella Domenica della Divina Misericordia: «L’anima che si accosta alla confessione e alla santa Comunione, riceve il perdono totale delle colpe e delle pene». E ha aggiunto: «In quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le mie grazie divine». Per ricevere questi doni eccezionali, che secondo padre Ignazio Rozycki (un teologo carissimo a san Giovanni Paolo II) sono perfino più grandi dell’indulgenza plenaria (la quale è nello specifico la remissione della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa) e si potrebbero equiparare a un «secondo Battesimo», la confessione può essere fatta pure qualche giorno prima, ferma restando la necessità di comunicarsi poi in stato di grazia, perciò senza alcun peccato mortale, e adorare con fervore la Divina Misericordia, definita da Gesù «il più grande attributo di Dio».

Tra coloro che più hanno aiutato suor Faustina a diffondere la devozione alla Divina Misericordia va ricordato il beato Michele Sopocko (1888-1975), suo direttore spirituale: «Egli ti aiuterà a fare la Mia volontà sulla terra», le disse Dio attraverso una locuzione interiore. Fu lui a chiedere nel 1934 a Eugenio Kazimirowski di dipingere la prima immagine di Gesù Misericordioso, che il pittore eseguì sotto la puntigliosa supervisione della santa e che il sacerdote espose per la prima volta nella cappella della Porta dell’Aurora a Vilnius dal 26 aprile al 28 aprile 1935, giorno, quest’ultimo, che coincideva con la prima domenica dopo Pasqua e in cui venne celebrata una Messa solenne.

Riguardo all’immagine dipinta da Kazimirowski c’è un particolare che può essere ricordato: santa Faustina era così rattristata dall’impossibilità di raffigurare Gesù in tutta la Sua bellezza che un giorno, a lavoro ancora in corso, scoppiò a piangere in cappella: «Chi può dipingerTi bello come sei?», disse al Signore, udendo in risposta queste parole: «Non nella bellezza dei colori né del pennello sta la grandezza di questa immagine, ma nella Mia grazia». Un’altra volta Gesù le rivelò: «Il Mio sguardo da quest’immagine è tale e quale al Mio sguardo dalla croce».

Nel 1943, cioè cinque anni dopo la nascita al Cielo di suor Faustina, un altro pittore, Adolf Hyla, si recò dalle consorelle della santa a Cracovia, offrendosi di dipingere un quadro per ringraziare Dio di aver salvato la sua famiglia dalla guerra: nacque così quella che è la versione del dipinto di Gesù Misericordioso più conosciuta oggi, diffusasi provvidenzialmente attraverso milioni di immaginette in tutto il mondo, mentre il quadro originario di Kazimirowski veniva preservato grazie all’opera di alcuni fedeli, che negli anni bui della dittatura comunista riuscirono a evitare – in modo perfino rocamboleschi (per un approfondimento vedi il libro di David Murgia, Suor Faustina & il Volto di Gesù Misericordioso) – che venisse distrutto. Nonostante ostacoli vari, la Festa della Divina Misericordia si andò sempre più radicando, fino alla sua definitiva istituzione nel 2000 ad opera di san Giovanni Paolo II.

Per saperne di più:

Diario di santa Faustina Kowalska

La Misericordia? Dio chiama l’uomo ad abbandonarsi a Lui, di padre Giorgio Maria Faré

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Cos’è e come è nata la Festa della Divina Misericordia

Posté par atempodiblog le 7 avril 2018

Cos’è e come è nata la Festa della Divina Misericordia
Fu istituita da Giovanni Paolo II nel 1992 che la fissò una settimana dopo la Pasqua. A volerla, secondo le visioni avute da suor Faustina Kowalska, la religiosa polacca canonizzata da Wojtyla nel 2000, fu Gesù stesso
di Famiglia Cristiana

Cos’è e come è nata la Festa della Divina Misericordia dans Fede, morale e teologia GP-II-e-Ges-misericordioso
Immagine tratta da: Familia Cristiana

La festa della Divina Misericordia è stata istituita ufficialmente da Giovanni Paolo II nel 1992 che la fissò per tutta la Chiesa nella prima domenica dopo Pasqua, la cosiddetta “Domenica in albis”.

DOVE È STATA CELEBRATA PER PRIMA QUESTA RICORRENZA?
Il card. Franciszek Macharski con la Lettera Pastorale per la Quaresima (1985) ha introdotto la festa nella diocesi di Cracovia e seguendo il suo esempio, negli anni successivi, lo hanno fatto i vescovi di altre diocesi in Polonia. Il culto della Divina Misericordia nella prima domenica dopo Pasqua nel santuario di Cracovia – Lagiewniki era già presente nel 1944. La partecipazione alle funzioni era così numerosa che la Congregazione ha ottenuto l’indulgenza plenaria, concessa nel 1951 per sette anni dal card. Adam Sapieha. Dalle pagine del Diariosappiamo che suor Faustina Kowalska fu la prima a celebrare individualmente questa festa con il permesso del confessore.

QUALI SONO LE ORIGINI DELLA FESTA?
Gesù, secondo le visioni avute da suor Faustina e annotate nel Diario, parlò per la prima volta del desiderio di istituire questa festa a suor Faustina a Płock nel 1931, quando le trasmetteva la sua volontà per quanto riguardava il quadro: “Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia”. Negli anni successivi  Gesù è ritornato a fare questa richiesta addirittura in 14 apparizioni definendo con precisione il giorno della festa nel calendario liturgico della Chiesa, la causa e lo scopo della sua istituzione, il modo di prepararla e di celebrarla come pure le grazie ad essa legate.

PERCHÉ È STATA SCELTA LA PRIMA DOMENICA DOPO PASQUA?
La scelta della prima domenica dopo Pasqua ha un suo profondo senso teologico: indica lo stretto legame tra il mistero pasquale della Redenzione e la festa della Misericordia, cosa che ha notato anche suor Faustina: “Ora vedo che l’opera della Redenzione è collegata con l’opera della Misericordia richiesta dal Signore”. Questo legame è sottolineato ulteriormente dalla novena che precede la festa e che inizia il Venerdì Santo. Gesù ha spiegato la ragione per cui ha chiesto l’istituzione della festa: “Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione (…). Se non adoreranno la Mia misericordia, periranno per sempre”. La preparazione alla festa deve essere una novena, che consiste nella recita, cominciando dal Venerdì Santo, della coroncina alla Divina Misericordia. Questa novena è stata desiderata da Gesù ed Egli ha detto a proposito di essa che “elargirà grazie di ogni genere”.

COME SI FESTEGGIA?
Per quanto riguarda il modo di celebrare la festa Gesù ha espresso due desideri: 

- che il quadro della Misericordia sia quel giorno solennemente benedetto e pubblicamente, cioè liturgicamente, venerato; 
- che i sacerdoti parlino alle anime di questa grande e insondabile misericordia Divina e in tal modo risveglino nei fedeli la fiducia.
“Sì, – ha detto Gesù – la prima domenica dopo Pasqua è la festa della Misericordia, ma deve esserci anche l’azione ed esigo il culto della Mia misericordia con la solenne celebrazione di questa festa e col culto all’immagine che è stata dipinta”.

CHI ERA SUOR FAUSTINA KOWALSKA?
Nata in un villaggio polacco e battezzata col nome di Elena, è la terza dei 10 figli di Marianna e Stanislao Kowalski. Che sono contadini poveri, nella Polonia divisa tra gli imperi russo, tedesco e austriaco. Lei fa tre anni di scuola, poi va a servizio. Pensava di farsi suora già da piccola, ma realizza il progetto solo nell’agosto 1925: a Varsavia – ora capitale della Polonia indipendente – entra nella comunità della Vergine della Misericordia, prendendo i nomi di Maria Faustina. E fa la cuoca, la giardiniera, la portinaia, passando poi per varie case della Congregazione (tra cui, quelle di Varsavia, Vilnius e Cracovia). Ma al tempo stesso è destinataria di visioni e rivelazioni che i suoi confessori le suggeriscono di annotare in un diario (poi tradotto e pubblicato in molte lingue). E tuttavia non crede che questi fatti straordinari siano un marchio di santità. Lei scrive che alla perfezione si arriva attraverso l’unione intima dell’anima con Dio, non per mezzo di “grazie, rivelazioni, estasi”. Queste sono piuttosto veicoli dell’invito divino a lei, perché richiami l’attenzione su ciò che è stato già detto, ossia sui testi della Scrittura che parlano della misericordia divina e poi perché stimoli fra i credenti la fiducia nel Signore (espressa con la formula: “Gesù, confido in te”) e la volontà di farsi personalmente misericordiosi. Muore a 33 anni in Cracovia. Beatificata nel 1993, è proclamata santa nel 2000 da Giovanni Paolo II. Le reliquie si trovano a Cracovia-Lagiewniki, nel santuario della Divina Misericordia. La sua festa ricorre il 5 ottobre.

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Cent’anni da Fatima e della Vergine non ne abbiamo ancora abbastanza (altro che Rosario “divisivo”)

Posté par atempodiblog le 13 octobre 2017

Cent’anni da Fatima e della Vergine non ne abbiamo ancora abbastanza (altro che Rosario “divisivo”)
Solo grazie a Maria la fede cristiana può calarsi totalmente nella storia. Come dimostrano le apparizioni in Portogallo e, oggi, le preghiere dei polacchi
di Valerio Pece – Tempi

Cent’anni da Fatima e della Vergine non ne abbiamo ancora abbastanza (altro che Rosario “divisivo”) dans Apparizioni mariane e santuari polonia-rosario-confini-2-ansa

«Una volta che pregavo per la Polonia, udii queste parole: “Amo la Polonia in modo particolare e, se ubbidirà al Mio volere, l’innalzerò in potenza e santità. Da essa uscirà la scintilla che preparerà il mondo alla Mia ultima venuta”». Così scriveva santa Faustina Kowalska sul suo Diario della Divina Misericordia. Era il 1938. Nessuno può sapere se l’iniziativa partita dai laici polacchi e prontamente appoggiata dalla locale Conferenza episcopale (parliamo del milione di fedeli che sabato 7 ottobre hanno recitato il Rosario lungo il confine: una catena umana lunga 3.500 chilometri) sia proprio quella “scintilla” di cui parla suor Faustina Kowalska. È molto probabile, però, che la commovente impresa del popolo polacco servirà a chiudere definitivamente i conti con una certa teologia mariana, quella «che negli ultimi Cinquanta anni ha subìto un’amarissima epoca glaciale», per usare l’espressione del noto teologo tedesco George Söll. Il tempo, insomma, avrebbe dato ragione ai fedeli legati alla Tradizione, strappando Maria da un certo “minimalismo teologico”.

La crisi però è durata molto, forse troppo. Grave l’allarme lanciato da padre De la Potterie, biblista belga, secondo cui «è un fatto indiscutibile che la Mariologia non trovi quasi più posto nei programmi di studio teologico», perché, come ammette il teologo spagnolo Ignacio Calaguig, «venne rifiutata dai trattati dei teologi progressisti». Già nel ’79 il francescano Antonio Baslucci parlava della crisi mariologica come di «un vero iconoclastismo teologico ai danni della pietà cristiana», mentre René Laurentin, la più grande autorità mondiale in materia, più recentemente ha riferito di una mariologia «ormai ridotta a uno scheletro, a un ectoplasma». Anche il cardinal Albino Luciani, futuro papa Giovanni Paolo I, parlò di atteggiamento “schifiltoso” da parte di molti teologi, tanto che in una famosa udienza, a chi si mostrava incredulo di fronte alla potenza del Rosario, pur ripiegando sul suo proverbiale umorismo rispose con un significativo riferimento biblico: «Naam siro, grande generale, per guarire dalla lebbra disdegnava il bagno nel Giordano suggerito da Eliseo. Qualcuno fa come Naaman: “Sono un gran teologo, un cristiano maturo, che respira Bibbia a pieni polmoni, e mi si propone il Rosario?”».

Gli allarmi lanciati da molti teologi dicono che la débâcle della mariologia post-conciliare è stata deleteria, al punto che non ne ha risparmiato una certa involuzione nemmeno l’operato di figure di indubbio fascino e carisma. Dopo essersi schierato a favore di divorzio e aborto, il frate servita (e poeta) David Maria Turoldo, sulla piazza del valtellinese santuario mariano di Tirano, con un gesto eclatante, «per indicare che col Concilio tutto si rinnova – così racconta lo scrittore toscano Tito Casini – ha spezzato la corona del Rosario». Proprio quel Rosario («salterio dei poveri e compendio di tutto il vangelo» secondo le parole di Pio XII) che è la preghiera che sta maggiormente a cuore alla Madonna, se è vero che a Lourdes e a Fatima è apparsa con il Rosario in mano chiedendone la recita. Perfino gli scritti di monsignor Tonino Bello, per molti altri versi figura straordinaria, non può dirsi che abbiano aiutato la mariologia a risollevarsi dalla “svolta antropologica” rahneriana, quella che ha portato la teologia a misurare Maria non più alla perfezione di Dio, ma all’imperfezione dell’uomo. Nel suo Maria donna dei nostri giorni (San Paolo, 1993) il vescovo pugliese per anni presidente di Pax Christi scriveva di un’adolescente da immaginare «mentre nei meriggi d’estate risale dalla spiaggia, in bermuda». Di una «donna feriale» che «come tutte le mogli avrà avuto momenti di crisi nel rapporto con suo marito, del quale, taciturno com’era, non sempre avrà capito i silenzi», e che nella casa di Elisabetta «pronunciò il più bel canto della teologia della liberazione». Siamo molto lontani dalla “Donna vestita di sole”, dalla Theotókos, dall’Immacolata, colei che distruggerà ogni eresia schiacciando la testa del serpente.

Sono i frutti a dire che la mariologia moderna – sulla carta più fondata biblicamente, più elevata spiritualmente e più ricca pastoralmente – abbia palesemente fallito. Un voluminoso studio del clarettiano padre Angel Pardilla indica che, tra il 1965 e il 2005, proprio gli istituti più innervati della nuova teologia mariana sono stati pressoché dimezzati: dai Servi di Maria (che hanno perduto il 61 per cento) ai Monfortiani (scesi del 51 per cento). Senza contare i Missionari Oblati di Maria (-40 per cento) e i Marianisti (-54 per cento). Nell’approfondita indagine di padre Pardilla in realtà un’eccezione esisteva: l’unico istituto di impronta mariana in continua crescita, in effetti mantenutosi fedele alla mariologia di sempre, erano i Francescani dell’Immacolata. L’ordine è stato commissariato nel 2013.

De Maria numquam satis, su Maria non si dirà mai abbastanza, tanto che «se vogliamo essere cristiani dobbiamo essere mariani» (Paolo VI). Se i polacchi fedeli a Maria sono addirittura arrivati ad essere sotto attacco, bisognerebbe riflettere non poco su quanto scriveva Henry Newman, che da teologo anglicano qual era confessò di essere stato tenuto lontano dalla Chiesa cattolica per quella che la Riforma protestante chiamava con dispregio “mariolatria”. Nel suo Ipotesi su Maria Vittorio Messori ricorda che il cardinal Newman, da buon inglese empirico, venne convertito al cattolicesimo semplicemente dall’osservazione dei fatti. «Se diamo uno sguardo all’Europa – scriveva il beato Henry Newman – vediamo che hanno smesso di adorare il suo Divin Figlio, per passare ad un banale umanesimo, non i popoli che si sono distinti per la devozione a Maria, ma proprio quelli che l’hanno rifiutata. I cattolici, ingiustamente accusati di adorare una creatura al posto del Creatore, lo adorano ancora. Mentre i loro accusatori, che avevano preteso di adorare Dio con maggior purezza e fedeltà alla scrittura, hanno cessato di adorarLo».

Con l’“evento-Fatima”, di cui oggi, venerdì 13 ottobre 2017, si ricordano solennemente i 100 anni dall’ultima apparizione, siamo spettatori di una religione totalmente calata nella storia, in cui a Covra da Iria oltre 70 mila persone hanno assistito al miracolo del sole, e dove Maria ha mostrato l’Inferno ai tre piccoli pastorelli. Chi nega l’Inferno – che, come affermava Karl Ranher, esiste solo «sulla carta ma non nella realtà» – si appella alla “dottrina della Misericordia”, in forza della quale sussisterebbe un’incompatibilità tra l’infinita bontà di Dio e la possibilità di una dannazione eterna. Paradossalmente, però, a scompaginare le carte è proprio colei che la Chiesa presenta come l’“Apostola della Divina Misericordia”, santa Faustina Kowalska, la suora polacca canonizzata nel 2000 da Giovanni Paolo II. La sua impressionante descrizione dell’Inferno (dove sarebbe stata trasportata da un angelo), esattamente come quella di Lucia di Fatima, a un occhio appena attento, della tanto strattonata Divina Misericordia costituirebbe proprio un segno tangibile. Sarebbe, cioè, l’antidoto contro il veleno somministrato con la negazione di quel dogma di fede (l’Inferno è de fide, piaccia o no a Eugenio Scalfari, che con uno zelo degno di miglior causa su Repubblica ha affermato che il Santo Padre in persona lo avrebbe «abolito»). Il ricordare all’uomo la necessità impellente della sua conversione nonché il suo possibile destino eterno in caso di ostinato rifiuto di Dio – esattamente il cuore del messaggio di Fatima – non può, dunque, non essere considerato “misericordia”, per giunta salvifica.

Nel 1967 la stessa suor Lucia piangeva calde lacrime sul calo della devozione al Cuore Immacolato di Maria. Intrigante, sul punto, è il racconto del vescovo slovacco Paolo Hnilica, colui che si batté per inserire la condanna del comunismo nella Costituzione dogmatica Gaudium et Spes e che nel 1984, secondo la richiesta fatta dalla Vergine a Fatima, si recò sulla Piazza Rossa di Mosca per consacrare segretamente la Russia al Cuore Immacolato di Maria. Così scriveva monsignor Hnilinca: «Nel giorno del 50esimo anniversario delle apparizioni incontrai suor Lucia insieme con il Vescovo di Fatima, il quale ci invitò a visitare le tombe dei due Beati, Francesco e Giacinta. Il vescovo mi tirò la veste e disse: “Guardi Lucia!”. La guardai e vidi che piangeva amaramente. E il vescovo: “Piange perché sua cugina Giacinta sul letto di morte le disse: ‘Lucia, ricordati di quello che ha detto la Madonna: Vengo presto a prendervi, tu rimarrai più a lungo con l’unico scopo di diffondere la devozione al Cuore Immacolato di Maria’”. Il vescovo continuò: “Suor Lucia piange perché si sente fallita”».

I cattolici polacchi – e quelli italiani che su invito dell’Associazione Italiana Accompagnatori Santuari Mariani (Aiasm) il 13 ottobre pregheranno il Rosario in tutta Italia – hanno semplicemente compreso quella verità che Vittorio Messori ha così sintetizzato: «Se dimentichiamo quella radice umana che è Maria, il messaggio di Gesù si degrada in spiritualismo, moralismo, come dimostra la drammatica deriva protestante. Oggi, quando è in gioco la stessa possibilità di credere, è urgente ritrovare la presenza di una Donna che tiene al riparo dall’errore e rafforza le basi della fede». Quella Maria che oggi fa così paura, diventata improvvisamente “divisiva” anche tra gli stessi cattolici, non è il «tumore del cattolicesimo» (secondo la devastante espressione dell’osannato Karl Barth), ma nient’altro che la materna difesa e la precisa conferma della più pura e genuina cristologia. È per questo che su Maria, nemica di tutte le eresie, non si dirà mai abbastanza.

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Il desiderio di Gesù di celebrare la festa della Divina Misericordia quale rifugio di tutte le anime

Posté par atempodiblog le 23 avril 2017

Il desiderio di Gesù di celebrare la festa della Divina Misericordia quale rifugio di tutte le anime
Il Signore vuole che i sacerdoti in quel giorno parlino nell’omelia della Divina Misericordia e dimostrino l’inconcepibile Misericordia di Gesù
di Monsignor Józef Bart

Il desiderio di Gesù di celebrare la festa della Divina Misericordia quale rifugio di tutte le anime dans Fede, morale e teologia Ges-confido-in-Te

La festa della Divina Misericordia […] occupa nel Diario di Suor Faustina un posto centrale. Infatti Gesù già nella prima rivelazione ha fatto conoscere a Faustina la Sua volontà di istituire questa festa e di celebrarla la prima Domenica dopo Pasqua. La scelta di questa Domenica indica chiaramente che nei piani di Dio esiste uno stretto legame tra il mistero pasquale della Redenzione e questa festa dedicata a far capire l’aspetto della Misericordia compreso nel mistero della nostra Redenzione.

Gesù richiede che questa festa sia preceduta dalla Novena che consiste nella recita della Coroncina alla Misericordia. Il Signore acclude a questa Novena la promessa: “Durante questa novena elargirà alle anime grazie di ogni genere” (Quaderni…, II, 197).

Gesù chiede che durante la Festa della Misericordia venga solennemente benedetta I’Immagine che rappresenta la stessa Divina Misericordia e chiede la venerazione pubblica di tale Immagine in quel giorno.

Oltre a questo, il Signore vuole che i sacerdoti in quel giorno parlino nell’omelia della Divina Misericordia e dimostrino alle anime l’inconcepibile Misericordia di Gesù nella sua Passione e in tutta l’opera della Redenzione.

La Festa della Divina Misericordia, secondo l’intenzione di Gesù, deve essere il giorno di riparazione e di rifugio per tutte le anime e specialmente per quelle dei poveri peccatori. In questo giorno, infatti, l’immensa generosità di Gesù si spande completamente sulle anime infondendo grazie di ogni genere e grado, senza alcun limite, anche le più impensabili.

Ne è la prova la grazia particolarissima che Gesù ha legato alla festa della Misericordia. Essa consiste nella totale remissione dei peccati che non sono stati ancora rimessi e di tutte le pene derivanti da questi peccati. La grandezza di questa grazia è in grado di ravvivare in noi la fiducia illimitata che Gesù desidera offrirci in questa giornata della Misericordia.

La peculiarità della festa della Divina Misericordia che la distingue da tutte le altre feste e da tutte le altre forme di culto sta:

1) Nell’universalità dell’offerta di Dio a tutti gli uomini, anche a quelli che fino a questo momento non hanno mai praticato il culto alla Divina Misericordia e cioè anche i peccatori che si sono convertiti. Essi sono chiamati a partecipare a tutte le grazie che Gesù ha promesso di elargire il giorno della Festa.

2) La perfezione e la straordinarietà della festa della Misericordia si rivela nel fatto che durante questa giornata vengono offerti agli uomini tutti i generi di grazie, sia spirituali che corporali, sia per i singoli, per le comunità e per l’umanità intera.

3) Infine tutti i gradi della grazia sono in questo giorno alla portata di tutti, “In quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine” ( Quaderni…, II, 138). Proprio tale generosità di Gesù estesa contemporaneamente a tutte le anime è il motivo che permette di supplicare la Divina Misericordia con una grande ed illimitata fiducia per tutti i doni della Grazia che il Signore vuole distribuire durante questa festa.

Infatti, è proprio questa fiducia che apre a noi i tesori della misericordia. Ora è chiara la portata universale del desiderio di Gesù di celebrare questa festa quale rifugio di tutte le anime.

[...] ai sacerdoti che parleranno della Misericordia di Dio Gesù ha promesso che i peccatori induriti si inteneriranno alle loro parole. Questo vuol dire che le omelie incentrate sulla Divina Misericordia hanno un’efficacia straordinaria per la conversione dei peccatori.

Divisore dans San Francesco di Sales

Freccia dans Viaggi & Vacanze 23 aprile 2017: Festa della Divina Misericordia

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Il 23 aprile 2017 è la festa della Divina Misericordia

Posté par atempodiblog le 22 avril 2017

Il 23 aprile 2017 è la festa della Divina Misericordia
Fonte: Festa della Divina Misericordia
Tratto da: Santi e Beati

“Desidero che la prima domenica dopo Pasqua sia la Festa della Mia Misericordia. Figlia Mia, parla a tutto il mondo della Mia incommensurabile Misericordia!

L’Anima che in quel giorno si sarà confessata e comunicata otterrà piena remissione di colpe e castighi.

Desidero che questa Festa si celebri solennemente in tutta la Chiesa”. (Gesù a S. Faustina)

Il 23 aprile 2017 è la festa della Divina Misericordia dans Beato Michele Sopocko Divina-Misericordia

È la più importante di tutte le forme di devozione alla Divina Misericordia. Gesù parlò per la prima volta del desiderio di istituire questa festa a suor Faustina a Płock nel 1931, quando le trasmetteva la sua volontà per quanto riguardava il quadro: 

Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia” (Q. I, p. 27).

Negli anni successivi – secondo gli studi di don I. Rozycki – Gesù è ritornato a fare questa richiesta addirittura in 14 apparizioni definendo con precisione il giorno della festa nel calendario liturgico della Chiesa, la causa e lo scopo della sua istituzione, il modo di prepararla e di celebrarla come pure le grazie ad essa legate.

La scelta della prima domenica dopo Pasqua ha un suo profondo senso teologico: indica lo stretto legame tra il mistero pasquale della Redenzione e la festa della Misericordia, cosa che ha notato anche suor Faustina:

“Ora vedo che l’opera della Redenzione è collegata con l’opera della Misericordia richiesta dal Signore” (Q. I, p. 46). Questo legame è sottolineato ulteriormente dalla novena che precede la festa e che inizia il Venerdì Santo.

Gesù ha spiegato la ragione per cui ha chiesto l’istituzione della festa: 

Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione (…). Se non adoreranno la Mia misericordia, periranno per sempre” (Q. II, p. 345).

La preparazione alla festa deve essere una novena, che consiste nella recita, cominciando dal Venerdì Santo, della coroncina alla Divina Misericordia. Questa novena è stata desiderata da Gesù ed Egli ha detto a proposito di essa che “elargirà grazie di ogni genere” (Q. II, p. 294).

Per quanto riguarda il modo di celebrare la festa Gesù ha espresso due desideri:

- che il quadro della Misericordia sia quel giorno solennemente benedetto e pubblicamente, cioè liturgicamente, venerato;

- che i sacerdoti parlino alle anime di questa grande e insondabile misericordia Divina (Q. II, p. 227) e in tal modo risveglino nei fedeli la fiducia.

“Sì, - ha detto Gesù - la prima domenica dopo Pasqua è la festa della Misericordia, ma deve esserci anche l’azione ed esigo il culto della Mia misericordia con la solenne celebrazione di questa festa e col culto all’immagine che è stata dipinta” (Q. II, p. 278).

La grandezza di questa festa è dimostrata dalle promesse:

- In quel giorno, chi si accosterà alla sorgente della vita questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene” (Q. I, p. 132) – ha detto Gesù. Una particolare grazia è legata alla Comunione ricevuta quel giorno in modo degno:

“la remissione totale delle colpe e castighi”.

Questa grazia – spiega don I. Rozycki – “è qualcosa di decisamente più grande che la indulgenza plenaria. Quest’ultima consiste infatti solo nel rimettere le pene temporali, meritate per i peccati commessi (…). È essenzialmente più grande anche delle grazie dei sei sacramenti, tranne il sacramento del battesimo, poiché‚ la remissione delle colpe e dei castighi è solo una grazia sacramentale del santo battesimo. Invece nelle promesse riportate Cristo ha legato la remissione dei peccati e dei castighi con la Comunione ricevuta nella festa della Misericordia, ossia da questo punto di vista l’ha innalzata al rango di “secondo battesimo”. È chiaro che la Comunione ricevuta nella festa della Misericordia deve essere non solo degna, ma anche adempiere alle fondamentali esigenze della devozione alla Divina Misericordia” (R., p. 25). La comunione deve essere ricevuta il giorno della festa della Misericordia, invece la confessione – come dice don I. Rozycki – può essere fatta prima (anche qualche giorno). L’importante è non avere alcun peccato.

Gesù non ha limitato la sua generosità solo a questa, anche se eccezionale, grazia. Infatti ha detto che “riverserà tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia misericordia”, poiché‚ “in quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine. Nessuna anima abbia paura di accostarsi a Me anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto » (Q. II, p. 267). Don I. Rozycki scrive che una incomparabile grandezza delle grazie legate a questa festa si manifesta in tre modi:

- tutte le persone, anche quelle che prima non nutrivano devozione alla Divina Misericordia e persino i peccatori che solo quel giorno si convertissero, possono partecipare alle grazie che Gesù ha preparato per la festa;

- Gesù vuole in quel giorno regalare agli uomini non solo le grazie salvificanti, ma anche benefici terreni – sia alle singole persone sia ad intere comunità;

- tutte le grazie e benefici sono in quel giorno accessibili per tutti, a patto che siano chieste con grande fiducia (R., p. 25-26).

Questa grande ricchezza di grazie e benefici non è stata da Cristo legata ad alcuna altra forma di devozione alla Divina Misericordia.

Numerosi sono stati gli sforzi di don M. Sopocko affinché‚ questa festa fosse istituita nella Chiesa. Egli non ne ha vissuto però l’introduzione. Dieci anni dopo la sua morte, il card. Franciszek Macharski con la Lettera Pastorale per la Quaresima (1985) ha introdotto la festa nella diocesi di Cracovia e seguendo il suo esempio, negli anni successivi, lo hanno fatto i vescovi di altre diocesi in Polonia.

Il culto della Divina Misericordia nella prima domenica dopo Pasqua nel santuario di Cracovia – Lagiewniki era già presente nel 1944. La partecipazione alle funzioni era così numerosa che la Congregazione ha ottenuto l’indulgenza plenaria, concessa nel 1951 per sette anni dal card. Adam Sapieha. Dalle pagine del Diario sappiamo che suor Faustina fu la prima a celebrare individualmente questa festa, con il permesso del confessore.

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C’è un’unica ermeneutica della vita cristiana: Gesù, Misericordia Divina, Confido in Te

Posté par atempodiblog le 3 avril 2016

Il Timone, per gentile concessione dell’editore Gribaudi, propone un brano dall’epilogo di Vita si santa Faustina Kowalska. Biografia autorizzata (2005)

C’è un’unica ermeneutica della vita cristiana: Gesù, Misericordia Divina, Confido in Te
di suor Sophia Michalenko c.m.g.t.

Domenica della Divina Misericordia dans Beato Michele Sopocko Ges-Misericordioso

La missione di Suor Faustina ebbe davvero inizio dopo la sua morte, come aveva predetto. Durante la guerra, la cappella del convento fu aperta al pubblico. Da quel momento, la sua tomba fu meta costante di persone di ogni ceto sociale, desiderose di chiedere la sua intercessione o di ringraziarla per una grazia ricevuta o semplicemente per pregare. A Lagiewniki, la devozione alla Divina Misericordia divenne strettamente connessa con la persona stessa di Santa Faustina. Chi andava a pregare davanti all’Immagine nella cappella del convento, si recava inevitabilmente anche sulla tomba della suora.

Il culto della Divina Misericordia si diffuse quasi spontaneamente per tutta la Polonia. La causa principale era, senza dubbio, l’acuta esigenza che la gente provava in quel frangente storico. Il messaggio di Suor Faustina rispondeva a tale esigenza in modo particolare. Le suore e le ragazze ricordavano il suo amore e la sua preoccupazione per la Polonia. Esse raccontava no le sue predizioni sulla guerra a quanti visitavano la tomba e la cappella. I visitatori, a loro volta, riferivano la cosa ad altre persone ancora.

Il convento di Lagiewniki divenne il fulcro della devozione alla Divina Misericordia. I fedeli vi giungevano per le immaginette, le novene, le coroncine e le litanie alla Divina Misericordia.

Con il permesso delle autorità ecclesiastiche, ogni terza domenica del mese, si tenevano delle speciali forme di devozione alla Divina Misericordia e la domenica dopo Pasqua si celebrava la Festa della Divina Misericordia.

In varie chiese e istituti cattolici ci furono sempre più insediamenti solenni dell’Immagine della Divina Misericordia. I vescovi delle varie diocesi polacche concessero il permesso di pubblicare le immaginette e le preghiere alla Divina Misericordia.

Entro il 1951, nella sola Polonia erano sorti 130 centri di tale devozione.

Durante la Seconda guerra mondiale, dal 1940 in poi, la Devozione alla Divina Misericordia divenne uno scudo di forza e di speranza per molti, particolarmente i detenuti dei numerosi campi di concentramento diffusi in tutta la Polonia, e persino al di là dei suoi confini. Poi essa fu portata dai soldati e dai rifugiati in ogni parte del mondo. La novena, le litanie e la coroncina furono ben presto tradotte in molte lingue. I centri più dinamici sorsero in Francia, negli Stati Uniti e in Australia.

La Congregazione dei Pallottini e quella Mariana furono le principali promotrici, in virtù delle grazie ricevute da alcuni loro membri.

Il crescente successo e l’espansione del culto a metà degli anni Cinquanta parvero contraddire una profezia che Suor Faustina aveva annotato nel suo Diario nel 1935:

Una volta, mentre parlavo con il mio direttore spirituale, ebbi una visione intima, più veloce del lampo, dove la sua anima soffriva molto ed era in una tale agonia che Dio tocca poche anime con un fuoco così intenso. La sofferenza nasce da quest’opera. Ci sarà un tempo in cui quest’opera, che Dio richiede così fortemente, sembrerà completamente vanificata. Allora Dio agirà con grande potenza, e ciò darà prova dell’autenticità di quest’opera. Sarà un nuovo splendore per la Chiesa, anche se essa è in nuce nel suo seno da tanto tempo. Che Dio sia infinitamente misericordioso, nessuno può negarlo. Egli desidera che lo sappiamo tutti prima della Sua venuta come Giudice.

Egli vuole che le anime Lo conoscano prima come Re di Misericordia. Quando ci sarà questo trionfo, noi saremo già entrati nella vita nuova in cui non c’è sofferenza. Prima, però, la tua anima [del direttore spirituale] sarà saziata di amarezza alla vista della distruzione dei tuoi sforzi. Questa distruzione, però sarà solo apparente, perché Dio non muta ciò che Egli ha decretato. Tuttavia, anche se questa distruzione sarà tale solo esteriormente, le sofferenze saranno reali. Quando accadrà tutto ciò? Non lo so. Quanto durerà? Non lo so.

Ma Dio ha promesso un grande grazie, specialmente a te e a tutti coloro… «che proclameranno la Mia grande misericordia. Io Stesso li difenderò nell’ora della morte, come Mia gloria. E anche se i peccati delle anime fossero neri come la notte, quando un peccatore si rivolge alla Mia misericordia Mi rende la più grande lode e rende gloria alla Mia Passione. Quando un’anima esalta la Mia bontà, Satana trema davanti a essa e fugge nell’inferno più profondo».

La prima parte di questa profezia si compì quasi alla lettera quando la Santa Sede, agendo sulla base di dati imprecisi e insufficienti riguardanti le rivelazioni, con Notificazione del 6 marzo 1959 proibì la diffusione della Devozione della Divina Misericordia nelle forme proposte da Suor Faustina. La decisione di togliere o meno le Immagini della Divina Misericordia dalle chiese in cui in alcuni casi erano state esposte per il culto del pubblico, fu lasciata alla prudenza dei vescovi.

Di conseguenza, le Immagini furono asportate da molte chiese e alcuni sacerdoti smisero persino di predicare la Divina Misericordia. Lo stesso Padre Sopocko fu severamente ammonito dalla Santa Sede e patì molte altre tribolazioni proprio a causa della diffusione di tale culto. Il divieto di diffondere la devozione fu imposto anche alla Congregazione delle Suore di Nostra Signora della Misericordia. Per tale motivo, le Immagini, la coroncina, la novena e qualsiasi altra cosa potesse indicare la propagazione del culto furono ritirate. Sembrava che l’opera della misericordia, così fervorosamente richiesta dal Signore a Suor Faustina, fosse andata completamente distrutta.

In vista del divieto della Santa Sede, le Suore di Nostra Signora della Misericordia a Lagiewniki si rivolsero all’ordinario dell’arcidiocesi di Cracovia, l’Arcivescovo Baziak, chiedendo che cosa fare dell’Immagine che pendeva nell’altare laterale, ricoperta di numerose offerte votive, e come comportarsi riguardo alle celebrazioni che si tenevano in onore della Divina Misericordia. In risposta, l’arcivescovo ordinò che l’Immagine restasse dov’era, e che i fedeli potessero continuare a pregare e a chiedere grazie davanti a quel dipinto. Inoltre, ordinò che fossero mantenute le celebrazioni già esistenti. In tal modo, la devozione alla Divina Misericordia sopravvisse alla prova in questo piccolo centro comunitario di Cracovia, dove erano sepolte le spoglie mortali di Suor Faustina.

Nel frattempo, nel 1963, il Cardinale Ottaviani, Prefetto del Sant’Uffizio, manifestò un grande interesse per il prosieguo della missione di Suor Faustina e chiese all’arcivescovo Karol Wojtyla, promotore della causa di beatificazione di Suor Faustina, di agire rapidamente prima che tutti i testimoni morissero.

Così, ventisette anni dopo la morte di Suor Faustina, il 21 ottobre 1965, con una seduta solenne il vescovo Julian Groblicki, delegato speciale dell’arcivescovo Wojtyla, inaugurò il Processo Informativo riguardante la vita e le virtù di Suor Faustina, la quale, da allora, assunse il titolo di “Serva di Dio”.

Nell’ambito di tale processo, le spoglie di Suor Faustina furono riesumate e trasferite dal cimitero alla cappella del convento il 25 novembre 1966. Wojtyla, di recente nomina a cardinale, concluse il Processo Informativo nella diocesi di Cracovia con seduta solenne il 20 settembre 1967. Gli Atti del Processo Informativo furono ricevuti a Roma dalla Sacra Congregazione per le Cause dei Santi il 26 gennaio 1968 e, per decreto della stessa Sacra Congregazione, il 31 gennaio 1968 ebbe formalmente inizio il Processo di Beatificazione della Serva di Dio Suor Faustina Kowalska, poi canonizzata nel 2000.

Il 15 aprile 1978, in seguito a un accurato esame della documentazione originale, di cui in precedenza la Santa Sede non disponeva, la Notificazione del 1959 fu rovesciata. Dopo un divieto durato vent’anni, la Santa Sede permise nuovamente la diffusione del culto della Divina Misericordia nelle forme proposte da Suor Faustina. La persona che svolse il ruolo principale nel capovolgimento dell’interdizione fu il cardinale Wojtyla, arcivescovo di Cracovia, il quale sei mesi dopo, il 16 ottobre 1978, fu elevato al soglio pontificio con il nome di Papa Giovanni Paolo II. Così, la seconda parte della profezia che abbiamo richiamato in precedenza iniziò a compiersi. Nel maggio del 1938, Suor Faustina scrisse nel Diario:

Mentre pregavo per la Polonia, udii le parole: «Nutro un amore speciale per la Polonia, e se [la Polonia] obbedirà alla Mia volontà, la esalterò in potenza e santità. Da essa uscirà la scintilla che preparerà il mondo alla Mia ultima venuta».

Che cos’era questa scintilla? La risposta a tale quesito è forse stata rivelata in parte. Una delle richieste più urgenti di Faustina era che la Festa della Divina Misericordia fosse ufficialmente decretata in seno alla Chiesa e che l’Immagine della Divina Misericordia fosse venerata pubblicamente. Il 23 gennaio 1995, con approvazione di Papa Giovanni Paolo II la Congregazione per il Culto Divino concesse ai vescovi polacchi che la domenica dopo Pasqua si festeggiasse ufficialmente la Festa della Divina Misericordia vox populi. La domenica dopo Pasqua del 1995, il 23 aprile, Papa Giovanni Paolo II celebrò la domenica della Divina Misericordia e insediò l’Immagine della Divina Misericordia nel Centro della Divina Misericordia fondato per la diocesi di Roma nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia.

Nel suo discorso del Regina Coeli, il Santo Padre esortò tutti a fare personalmente esperienza di tale misericordia per essere misericordiosi e perdonare (L’Osservatore Romano, edizione inglese, 26 aprile 1995). Nel 1999, la domenica della Misericordia fu celebrata per la prima volta in Piazza San Pietro a Roma.

Suor Faustina sapeva quanto fosse urgente la Festa della Divina Misericodia e pregava fervorosamente perché si celebrasse.

Il 10 aprile 1937, mentre prendeva in mano l’articolo sulla Divina Misericordia pubblicato su «Settimana cattolica» di Vilnius inviatole da Padre Sopocko, l’anima di Santa Faustina venne trafitta da un dardo. La religiosa udì le parole:

«Per il tuo desiderio ardente, affretto la festa della Misericordia».

Per il bene del mondo, preghiamo anche noi con fervore per il completamento e il compimento mondiale di questa promessa.

MARANATHÀ! VIENI, SIGNORE GESÙ, INCARNAZIONE DELLA DIVINA MISERICORDIA!

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