Il sorriso della Madre dischiude alla gioia
Posté par atempodiblog le 6 février 2015
Il sorriso della Madre dischiude alla gioia
Tratto da: Sui passi di Bernadette — Padre Livio Fanzaga
Molto e giustamente si è detto e scritto sulla lacrime di Maria, poco o nulla sul suo sorriso. Eppure non si può dire che nelle apparizioni dei tempi moderni sia mancato il suo sorriso materno. Anzi, è proprio sulle grandi tragedie della storia contemporanea che la serena bellezza della Madre di Dio ha brillato come un raggio di sole dopo la tempesta devastatrice.
Forse tu troveresti più coerente che sui mali del mondo scendessero le lacrime del cielo. A questo riguardo mi ha molto colpito una delle tipiche espressioni di Bernadette, così semplici, ma così incisive. Interrogata perché mai durante le apparizioni fosse prima gioiosa e poi triste, ha risposto “sono triste quando Aquero è triste e sorrido quando lei sorride”.
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Bernadette fu una santa crocifissa e gioiosa nel medesimo tempo. E’ ben difficile trovare una creatura che più di lei sia stata assimilata alla croce di Cristo. Tuttavia la sua sofferenza è nascosta, resa pressoché invisibile, come la radice di una albero sepolta nella profondità della terra, mentre all’esterno si eleva al cielo lo spettacolo festoso delle foglie e dei frutti.
L’incontro con la Madonna ha segnato la sua vita. Quando la gioia di Dio ti tocca anche per una sola volta il cuore, ne porti il ricordo della dolcezza fino all’ultimo giorno del tuo pellegrinaggio sulla terra. Mi chiedo spesso perché mai l’uomo sia triste. Parlo di quella tristezza profonda, che nessuna risata mondana riuscirebbe a coprire. Ci sono certamente le persone felici, ma sono rare. Le più sono inquiete e cercano qua e là a tastoni quella felicità che sembra irraggiungibile.
Bernadette è una di queste rare persone sul cui volto è diffusa la pace. Mi ha molto impressionato questo ritratto che di lei ha tracciato un giornalista, che si era recato a Lourdes per coglierla in fallo, ma che si era ricreduto al solo guardarla: “Bernadette compirà fra poco 14 anni, ma non le si darebbero più di 10… la sua taglia è molto esile.. deve aver sofferto molte volte la fame e la sete… dal suo viso traspaiono la dolcezza e la bontà. Gli occhi sono vivi e intelligenti. L’abbigliamento è molto modesto, molto trascurato […] la sua disinvoltura e la sua serenità in presenza di estranei hanno qualcosa di sorprendente per una ragazza della sua età…”
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Bernadette, così come ci viene presentata da una penna non sospetta, è una vera immagine di Maria. Al di sopra di tutto risplendono la dolcezza e la bontà che traspaiono sul suo viso. Mi sono fatto la convinzione che i veggenti autentici, pur nei loro nei limiti e nelle loro mancanze , portano dentro di sé qualche riflesso di Maria. Innanzitutto il riverbero della sua dolcezza e della sua pace. Non si vede il volto sorridente di Maria senza che nel tuo cuore si dischiuda la fonte cristallina della gioia.
Ti chiedi il perché? In fondo si tratta di un fatto semplice e naturale. Nel sorriso della Madre ti scopri figlio amato e accettato, così come sei, nella povertà della tua vita spirituale morale. La gioia nasce dal sentirci accolti dall’amore misericordioso di Dio, pur nella nostra indegnità. Da quel giorno che Maria le ha sorriso, Bernadette si è sentita felice e nessuna prova successiva le ha tolto la pace.
I suoi biografi rendono concorde testimonianza del suo comportamento festoso e perfino sbarazzino, nonostante l’austero abito di religiosa che indossava.
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Si trattava forse di un fatto naturale, relativo al carattere? La gioia viene sempre dal Cielo. Essa nasce dall’esperienza di Dio. Questa era la gioia di Bernadette, che proveniva dalla medesima sorgente divina che colmava anche il cuore di Maria.
La sua vita religiosa fu, umanamente parlando, un calvario, sia per le sofferenze fisiche, come per quelle morali. Ma quasi nessuno se ne accorse. Sul volto di Suor Maria Bernarda aleggiava il sorriso di “Aquero”. A lei interessava fare la volontà di Dio. La sua preoccupazione era il dovere ben fatto. Sapeva che solo in questo modo si sarebbe sentita in pace. Solo così la Santa Vergine sarebbe stata contenta di lei.
Quale momento terribile fu quello in cui dovette affrontare il burbero curato, mons. Peyramale, per riferirgli che “Aquero” voleva che fosse costruita là alla grotta una cappella! E’ talmente angosciata che, nel riferire il messaggio, è quasi tentata di ridimensionare la richiesta della Madonna: “Una cappella… alla buona… anche se piccolina”. Ma una volta eseguito il suo compito, la fanciulla, uscendo dalla canonica, dice alla parente che la accompagnava: “sono molto contenta. Ho fatto la mia commissione”.
Ecco, caro amico, il segreto della gioia che Bernadette possedeva e che anche noi tutti cerchiamo. E’ la felicità di sentirsi amati da Dio. E’ la pace della coscienza tranquilla. E’ l’intima soddisfazione dei compiti quotidiani eseguiti con amore.
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