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San Luigi Maria Grignion de Montfort

Posté par atempodiblog le 28 avril 2013

San Luigi Maria Grignion de Montfort dans San Luigi Maria Grignion de Montfort sanluigimariagrignonmon

Luigi Maria trascorre quasi tutti i primi anni e la breve infanzia a Iffendic, a pochi chilometri da Montfort, dove suo padre aveva acquistato un podere conosciuto con il nome di “Le Bois Marquer”. Secondo le persone che lo hanno conosciuto in questo primo periodo di vita, egli dà già prova di una maturità spirituale poco comune.

All’età di 12 anni entra nella scuola dei Gesuiti di S. Tommaso Becket a Rennes. Oltre a manifestarsi uno studente solerte, rafforza ora quei principi che segneranno tutta la sua vita. Un sacerdote del luogo, Julien Bellier, che racconta la propria vita di missionario itinerante, lo entusiasma alla predicazione delle missioni. Guidato da alcuni sacerdoti, incomincia a praticare una profonda devozione alla Madonna. Nello stesso tempo, sperimenta le privazioni dei poveri, manifestando un crescente affetto e una speciale attenzione per loro, in forma molto condivisa.

Durante questi anni, sente la chiamata al sacerdozio e, terminati gli studi normali, inizia la filosofia e la teologia nella stessa scuola di San Tommaso Becket a Rennes. Però, grazie a un benefattore, può completare gli studi nel celebre seminario di San Sulpizio a Parigi. Ed è per questo che sul finire del 1693, si mette in viaggio verso la capitale.

Partendo da Rennes e iniziando una nuova vita, Luigi Maria vuole fare un gesto clamoroso ma emblematico dello stile di vita che ormai intende intraprendere. La sua famiglia vuole offrirli un cavallo, ma egli lo rifiuta; sua madre gli dona un vestito nuovo e suo padre dieci scudi per i bisogni e le spese del viaggio; alcuni famigliari lo accompagnano fino al ponte di Cesson, dove la strada per Parigi passa sopra il fiume Vilaine e dove ci si scambiano gli ultimi addii. Fin qui nulla di strano. Ma passato il ponte, Luigi Maria approfitta della prima occasione per regalare i dieci scudi, cambiare il vestito nuovo con quello di un mendicante e continuare il cammino a piedi, deciso da questo momento, di vivere alla maniera dei poveri e di non contare, per le proprie necessità, che sulla Provvidenza.

Arrivando a Parigi, si accorge che il suo benefattore non aveva depositato la somma che gli avrebbe permesso di entrare almeno nella comunità chiamata “Piccolo San Sulpizio”, comunità unita al seminario principale, ma nelle stesso tempo separata e destinata ad accogliere gli studenti poveri. Deve perciò alloggiare in diverse pensioni familiari dirette dai Sulpiziani: il cibo è mediocre e molto scarso, può tuttavia seguire i corsi di teologia alla Sorbona. Mosso dal desiderio, forse esagerato, di penitenza, aggiunge mortificazioni proprie a quelle di una vita già austera. Ma dopo meno di due anni, cade ammalato piuttosto gravemente, e dev’essere ricoverato all’ospedale. Ne esce quasi per miracolo. Ma ciò che sembra ancor più miracoloso, è che, all’uscita dall’ospedale, trova riservato per lui un posto nel Piccolo Seminario di San Sulpizio, dove entra nel luglio del 1695.

San Sulpizio era stato fondato da Gian Giacomo Olier, uno dei maggiori rappresentanti della “Scuola francese di spiritualità”, nella quale si metteva l’accento soprattutto sul mistero dell’Incarnazione e sul posto di Maria nel piano divino della salvezza. Per Luigi Maria, questo è il posto ideale perché può approfondire i temi della sua spiritualità personale. Non gli era gradita invece la pratica invalsa nel seminario di promuovere tra gli studenti il senso della dignità sacerdotale mettendo il clero sul piedistallo, perché dava adito alla tentazione di “accomodarvisi” e di cedere all’orgoglio. A parte questo, il tempo trascorso a San Sulpizio, gli offre l’occasione di studiare la maggior parte delle opere di spiritualità conosciute, specialmente quelle riguardanti il posto di Maria nella vita cristiana; una ancor migliore opportunità di consultare libri gli viene offerta quando è nominato bibliotecario. In questo periodo trova anche il tempo di perfezionare l’insegnamento del catechismo, specialmente tra i giovani emarginati della parrocchia di San Sulpizio.

Finalmente arriva anche per lui il momento di essere ordinato sacerdote: giugno 1700, e di celebrare, alcuni giorni dopo, la prima messa all’altare della Madonna nella Chiesa di San Sulpizio. Ma, prima di lanciarsi nell’apostolato, rimane ancora qualche mese a Parigi.

Viene inviato ad esercitare il ministero nella Comunità di San Clemente a Nantes. Ma secondo la testimonianza delle sue lettere di quest’epoca, rimane frustrato perché non trova sufficienti occasioni per predicare come vorrebbe. Esamina diverse alternative, persino quella di farsi eremita, ma vince sempre la convinzione d’essere chiamato a “predicare le missioni ai poveri” e a fondare, a tale scopo, “una piccola compagnia di sacerdoti”, sotto lo stendardo della Santa Vergine. Dopo alcuni mesi, la Signora di Montespan, l’antica istitutrice convertita del re Luigi XIV, che aveva conosciuto a Parigi, lo persuade ad andare nell’Ospedale di Poitiers. Anche se a malincuore (perché non crede di essere fatto per “rinchiudersi in un ospedale”), accetta il posto di cappellano di quello che chiamavano “Ospedale Generale”, ma che in realtà era una specie di ricovero dove venivano richiusi i più miserabili tra i poveri, per sottrarli alla vista del pubblico. Luigi Maria si mette al loro servizio con tutto l’amore che riserva ordinariamente a questa gente. Ma le riforme che si sforza d’introdurre nella casa gli attirano le persecuzioni delle autorità interne, e cosi, verso la Pasqua del 1703, riparte per Parigi.

Questo periodo è particolarmente penoso per Luigi Maria. Tenta, all’inizio, di unirsi al gruppo di cappellani della Salpetrière, primo “Ospedale Generale” fondato da San Vincenzo de Paoli, ma dopo alcune settimane, per ragioni che non conosciamo, è invitato ad andarsene. Da questo momento incomincia un tempo nel quale è respinto da amici e conoscenti. Come era successo a molti altri privilegiati dalla Grazia, sembra che la sua santità straordinaria fosse una sfida troppo dura per le persone meno disposte a prendere il vangelo sul serio, per questo è accusato di orgoglio e di cecità.

Durante quasi un anno vive in una piccola stanza poverissima nella via Pot de Fer, senza amici e senza un preciso ministero. Ma non perde tempo: ha la possibilità di meditare più profondamente su Gesù Cristo, manifestazione della sapienza di Dio, e, probabilmente, è in quest’epoca che compone “L’Amore dell’Eterna Sapienza”.

I poveri di Poitiers però non l’hanno dimenticato, e ora gli scrivono pregandolo di ritornare. Con il consenso del vescovo, ritorna a Poitiers come Direttore dell’ “Ospedale Generale”, riprendendo la riforma dell’Istituto. Una giovane donna, Maria Luisa Trichet, che desiderava diventare religiosa e dedicarsi al servizio dei poveri, l’aiuta in questo compito. Un’altra giovane donna, Caterina Brunet, la raggiungerà poco dopo. Queste due donne, dopo lunghi anni di attesa, diventeranno le prime “Figlie della Sapienza”.

Luigi Maria continua a creare forti resistenze con le sue riforme. E trascorsi alcuni mesi, il vescovo e Maria Luisa Trichet lo convincono a lasciare l’ospedale per la seconda volta. Comincia a predicare le missioni a Poitiers e dintorni: sente che questo è il lavoro al quale Dio lo chiama. Predica una della sue prime missioni nei sobborghi miserabili di Montbernage, usando metodi che più tardi gli saranno caratteristici: invita a rinnovare le promesse del Battesimo e organizza processioni e paraliturgie viventi che attirano i cristiani come mai era successo prima di lui. Ma i suoi successi suscitano le gelosie di coloro che hanno la fiducia del vescovo, e all’inizio della Quaresima del 1706 gli arriva l’“interdetto” di predicare nella diocesi di Poitiers.

Che fare? Era convintissimo che la sua vocazione fosse di predicare le missioni al popolo e ora il vescovo gli proibiva di farlo. Concepisce il pensiero di partire le Missioni Estere, ma prima di decidere vuole chiedere un consiglio autorevole e spassionato a chi può darglielo: il Vicario di Cristo. Si mette in viaggio alla volta di Roma nelle vesti del pellegrino. Il papa Clemente XI, allora regnante, riconoscendo la sua vocazione specifica, gli raccomanda piuttosto la Francia, quale campo di azione, e lo rinvia in patria con il titolo di “Missionario Apostolico”. Per prima cosa si reca a Mont Saint-Michel per un ritiro spirituale, poi cerca in Bretagna il territorio dove impiegare le sue energie missionarie.

Chiede di essere accolto in un gruppo di missionari guidato da uno dei più celebri apostoli bretoni del tempo, il sacerdote Leuduger. Lo raggiunge a Dinan e ne diviene membro. Per alcuni mesi predica numerose missioni con il gruppo, nelle diocesi di Saint-Malo e Saint-Brieuc, una anche nella sua città natale, Montfort-sur-Meu, e altre a Plumieux La Chèze (dove restaura un’antichissima cappella in rovina dedicata alla Madonna della Pietà). Nelle città dove si svolgono le missioni, i più poveri sono sempre i preferiti e, per loro, anima numerose iniziative a fine di soccorrerli, come, ad esempio, il pranzo popolare a Dinan.

Non riesce tuttavia ad adattarsi pienamente alle abitudini poco dinamiche del gruppo e decide di lasciarlo per andare a Saint-Lazare, appena fuori di Montfort-sur-Meu, in compagnia di due Fratelli coadiutori che si erano uniti a lui. Vi trascorre quasi un anno, intento all’insegnamento del catechismo alle persone che visitano l’antico priorato e alla formazione dei due Fratelli alla vita comunitaria. Passato l’anno parte per lavorare nella diocesi di Nantes.

Predica missioni in città e dintorni per due anni, e quasi tutte hanno un grande successo e numerose conversioni. La fama del missionario si propaga ovunque e la gente semplice comincia a chiamarlo “il buon Padre di Montfort”. Per prolungare i frutti spirituali del suo lavoro e incoraggiare le persone a rimanere fedeli alla rinnovazione delle promesse battesimali, fonda confraternite e associazioni, e costruisce memorie tangibili delle missioni stesse: grandi crocifissi o, come a Pontchâteau, un calvario gigante, monumento all’amore di Dio, al quale hanno collaborato migliaia di persone.

Ma proprio questo Calvario doveva causargli molta sofferenza. La vigilia del giorno dell’inaugurazione, il vescovo ne proibisce la benedizione perché gli avevano detto che il re ne aveva ordinato la demolizione. In realtà, questa triste storia della demolizione per ordine del re era il risultato della gelosia e di una meschina vendetta; sembra che il vescovo non potesse fare altro che frenare gli “eccessi” di questo prete straordinario. Giorni dopo gli proibirà anche di predicare nella sua diocesi. Benché non sia l’unico, questo avvenimento è forse il più incomprensibile e duro per Luigi Maria, che però scorge anche qui un invito a condividere la Croce di Cristo. Non si lascia scoraggiare da questa prova, al contrario, si sente stimolato alla riflessione e alla meditazione, e consegna i suoi sentimenti a un piccolo scritto: La “Lettera agli Amici della Croce”.

Non gli era stato proibito ogni ministero nella Diocesi di Nantes, tuttavia era evidente che se voleva continuare a predicare doveva rivolgersi altrove. Invitato dal vescovo di La Rochelle, lascia Nantes nel 1711 e inizia l’ultimo periodo della sua vita, in cui predicherà missioni nelle diocesi di La Rochelle e Luçon nella regione chiamata “Vandea Militare”.

I cinque anni prima della morte, avvenuta nel 1716, sono molto intensi per Luigi Maria. Costantemente occupato a predicare missioni, si sposta a piedi da un luogo all’altro. Nonostante ciò, trova il tempo per scrivere: il “Trattato della vera devozione alla Santissima Vergine”, il “Segreto di Maria”, le “Regole della Compagnia di Maria” e delle “Figlie della Sapienza” e numerosi “Cantici” , che usava nelle missioni facendoli cantare al popolo su melodie dell’epoca. Intraprende due lunghi viaggi, uno a Parigi e l’altro a Rouen, tentando di trovare dei candidati per la sua “Compagnia di Maria”, che, mentre la sua vita volge al termine, sogna sempre più spesso. Ogni tanto si ritira in luoghi tranquilli e isolati, o nella Foresta di Mervent o nel piccolo “eremo” di Sant’Elia vicino a La Rochelle.

Le sue missioni hanno una grande influenza, soprattutto in Vandea. Si è detto che una delle ragioni, che hanno mantenuto gli abitanti di questa regione fortemente opposti alle tendenze antireligiose e anticattoliche della Rivoluzione Francese, 80 anni più tardi, è stata la loro fede illuminata dalla predicazione di san Luigi Maria. Trova però molte difficoltà a persuadere altri sacerdoti a unirsi a lui per lavorare con lui come membri della Compagnia di Maria. Finalmente, durante l’ultimo anno, due sacerdoti, René Mulot e Adrien Vatel, si uniscono a lui, più tardi anche alcuni Fratelli, che l’aiuteranno durante la missione, faranno parte del gruppo.

Il vescovo di La Rochelle, Mons. Etienne de Champflour, rimarrà sempre un grande amico per il Montfort anche quando molte persone continueranno ad opporsi o, peggio, attenteranno alla sua stessa vita. Con l’appoggio del vescovo fonda le scuole di carità per i bambini poveri di La Rochelle e invita Maria Luisa Trichet e Caterina Brunet, che da dieci anni aspettavano pazientemente a Poitiers, a venirgli in aiuto. Finalmente anche loro fanno la professione religiosa e cosi nasce la congregazione delle “Figlie della Sapienza”. Ben presto molte altre sorelle si uniranno a loro.

Nell’aprile 1716, sfinito dal lavoro e dagli stenti, Luigi Maria, arriva a Saint-Laurent-sur-Sèvre per iniziare la predicazione di una missione: sarà l’ultima. Cade ammalato durante la missione e muore il 28 aprile. Le sue ultime parole furono: “Invano mi tenti! Sono tra Gesù e Maria. Deo gratias et Mariae! Non peccherò più”. Migliaia di persone accorrono ai suoi funerali nella chiesa parrocchiale e poco dopo si sparge la voce che sulla sua tomba accadono miracoli. I due sacerdoti della Compagnia di Maria, i padri Mulot e Vatel, si ritirano a Sain-Pompain insieme con alcuni Fratelli e solo due anni più tardi riprenderanno l’opera tanto cara a Luigi Maria: la predicazione delle missioni.

Nel 1888 Luigi Maria viene beatificato da Leone XIII, e nel 1947 è canonizzato dal papa Pio XII. Le Congregazioni che ha dato alla Chiesa, la Compagnia di Maria, le Figlie della Sapienza e i Fratelli di San Gabriele (congregazione che si è sviluppata dal gruppo di Fratelli riuniti da San Luigi Maria), crescono e si propagano prima in Francia e poi in tutto il mondo. Esse continuano a testimoniare il carisma di San Luigi Maria, prolungando la sua missione, che è di stabilire il Regno di Dio, il Regno di Gesù per mezzo di Maria.

Tratto da: Enrosadira

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Preghiera a San Luigi Maria Grignion de Montfort

Posté par atempodiblog le 28 avril 2013

Preghiera a San Luigi Maria Grignion de Montfort

Preghiera a San Luigi Maria Grignion de Montfort dans Preghiere sanluigimariamontfort

O grande apostolo del regno,
tu che insegnasti come segreto di santità
la via perfetta di Maria, “a Gesù per Maria”,
la via stessa voluta da Dio per venire a noi
e ricondurci a Lui,
ottieni  anche a noi la grazia di praticare
la vera devozione alla Madonna,
affinché guidati e sorretti da Lei,
nostra Madre e Mediatrice,
possiamo crescere nella carità e nella fede
per raggiungere la salvezza.

Apostolo della Croce,
il non avere croci era per te
la croce maggiore;
intercedi per noi la perseveranza
nelle tribolazioni,
lo spirito di sacrificio e di servizio
che ci rendono simili al Cristo Crocifisso.

Evangelizzatore instancabile,
infondi anche in noi quello spirito missionario
che ti spinse a lavorare
con passione e con gioia
per costruire ovunque il Regno di Dio.

Padre dei poveri, dei malati e dei diseredati,
che vedesti negli ultimi l’immagine
di Gesù Cristo,
ottienici la vera carità affinché
possiamo soccorrere
i nostri fratelli nelle loro difficoltà.

San Luigi Grignion de Montfort,
prega per noi!

Tratta da: Comunità Cenacolo

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“…Quando la Chiesa sarà Maria”

Posté par atempodiblog le 15 avril 2013

“…Quando la Chiesa sarà Maria”
di Stefano De Fiores –
Madre di Dio

Dall’esperienza messianica di Maria, tutta proiettata all’attesa del Messia, passiamo al terreno infido del nostro tempo, dove il rapporto con l’avvenire è sotto il segno della difficoltà.

Il mondo contemporaneo, guardando a Maria, trova in lei una chance e un paradigma per recuperare la dimensione messianica del cristianesimo. Infatti l’esistenza della Vergine di Nazaret si è svolta tra le due venute di Cristo. Tutta la sua vita è stata un’attesa del Messia, che doveva venire per la prima volta nell’umiltà della condizione umana, e dovrà ritornare sulle nubi del cielo così come era stato visto salire (At 1,11).

Modello dell’attesa

Giustamente il concilio Vaticano II pone Maria tra i poveri del Signore che lo attendono e lo accolgono, poiché con lei, eccelsa Figlia di Sion, «si compiono i tempi e s’instaura una nuova economia» (LG 55). Maria ha atteso il Messia annunciato a lei da Gabriele come il re che avrebbe regnato per sempre sulla casa di Giacobbe.

La tradizione cristiana formalizza questo atteggiamento nel tipo iconografico della Vergine in attesa. Talvolta ci si limita alla raffigurazione di lei incinta, come avviene nella famosa Madonna del parto di Piero della Francesca. Più spesso Maria è rappresentata con il ventre visibilmente gonfio, in atto di leggere un libro che può essere la Bibbia o il cantico del Magnificat.

Ambedue le versioni si avvicinano al vero, perché la spiritualità di Maria è ispirata alla Parola di Dio, che diviene lampada per i suoi passi e prezioso strumento di preghiera. E d’altra parte il Magnificat, che Luca le attribuisce perché certamente rivela la sua spiritualità, è pronunciato da Maria proprio durante la gravidanza, quando fece visita alla parente Elisabetta. 

“...Quando la Chiesa sarà Maria” dans Fede, morale e teologia madonnadelmagnificat
Madonna del Magnificat, affresco di Battista da Vicenza (secolo XV),
Santuario della Madonna della Misericordia di Monte Berico, Penitenzieria, Vicenza.

Il cantico mariano, mentre racconta la singolare esperienza di Dio compiuta da Maria con la sua maternità messianica, narra insieme il futuro instaurato dal concepimento verginale del Messia. A partire da quell’evento muteranno i rapporti nella storia del mondo. Dio infatti rovescerà i potenti, disperderà i superbi, affamerà i ricchi (tutti aoristi incoativi) e adempirà tutte le promesse legate all’alleanza. L’attesa di Maria non è inerzia, ma preghiera di lode e annuncio profetico, unito all’impegno caritativo.

Ma poiché Maria ha contemplato il volto del Messia non solo nella sua nascita e infanzia, ma anche nel corso della realizzazione della sua opera salvifica, ella ci invita a volgerci indietro per ritrovare l’autentica identità del Messia.

È il Messia-re davidico dal regno che non avrà fine, ma si tratta di un re mansueto che non procede con violenza o con l’esercizio del potere sugli altri. È il Messia-profeta che si batte per la verità e la giustizia, ma nello stesso tempo s’immedesima nella figura del Servo di YHWH che si addossa il peccato del mondo e lo ripara. È il Messia-sacerdote che s’immola per amore quale dono incondizionato e che s’identifica con il Figlio dell’uomo, che passa dall’umiliazione all’intronizzazione alla destra di Dio.

Maria vide e contemplò con occhi di madre e di credente il volto accogliente di Cristo maestro di sapienza che invitava a sé tutti i cuori per ricolmarli di felicità, il volto serio del profeta che piangeva sulla sorte di Gerusalemme, il volto insanguinato del Servo di YHWH che offriva la sua vita in riscatto per la moltitudine, il volto radioso del Risorto che donava agli apostoli lo Spirito e la pace, il volto benedicente del Figlio dell’uomo che lasciava il mondo e ritornava al Padre.

Un Messia che ritornerà

Unica persona che lega l’incarnazione alla Pentecoste, Maria è esempio significativo di attesa del ritorno di Cristo. Ella ci invita a guardare in avanti verso il Signore che ritornerà, secondo la promessa angelica. La Madre di Gesù ha ascoltato questo messaggio al momento dell’ascensione e secondo il suo modo abituale ha adeguato la sua esistenza al ritmo della Parola di Dio.

Se una madre anela a vivere con suo figlio e aspetta l’ora felice di ricongiungersi a lui, questo vale tanto più per Maria, che con la comunità primitiva proclama: «Gesù è il Signore!». L’affetto materno coincide in lei con l’amore di Dio sopra ogni cosa. E quante volte avrà cantato o implorato anche lei con i fedeli cristiani: «Maranathà, vieni Signore Gesù!». 

madonnadelparto dans Padre Stefano De Fiores
La Madonna del parto, affesco di Piero della Francesca, Monterchi (Ar).
Sopra: Pentecoste, tempera su legno, secolo XVII, Mosca, Ufficio archeologico.

Per tutti i discepoli vale la consegna del divino Maestro contenuta nella parabola delle dieci vergini: «Vegliate perché non sapete né il giorno né l’ora» (Mt 25,13). In Maria questa consegna diviene vita, poiché nessuno come lei è la Vergine in attesa che va incontro allo Sposo «con più chiara lampa» (Petrarca).

Pegno di questo incontro definitivo è la comunione sacramentale che Maria con la comunità di Gerusalemme riceve «con gioia (en agalliásei) e semplicità di cuore (kai aphelóteti)» (At 2, 46). Maria partecipa non solo alla celebrazione domestica dell’eucaristia, ma anche ai sentimenti che animano i discepoli del Signore: la gioia o giubilo che proviene dalla fede (cf At 8,8.39; 13,48.52; 16,34) e che ella ha sperimentato ed espresso nel Magnificat (Lc 1,46-47), e la semplicità di cuore, propria del povero di YHWH e della persona evangelica.

Mistagoga negli ultimi tempi

Non possiamo ridurre all’esemplarità il ruolo di Maria nella storia della salvezza. È madre nell’ordine della grazia e quindi è formatrice di Cristo in noi, in stretta collaborazione con lo Spirito.

Secondo Montfort, Maria è la principale protagonista-coadiuvante, che dispiega una molteplice attività negli ultimi tempi collaborando con le tre Persone divine. Con l’Altissimo e per suo ordine Maria plasma gli apostoli e santi eccelsi (Trattato della vera devozione a Maria, 47, 59). Con Cristo ella combatte Satana l’orgoglioso (Trattato della vera devozione a Maria, 52-54; Preghiera infocata, 12-13) e conclude gli anni della grazia per mezzo della nuova compagnia di missionari che il Figlio morendo in croce le ha affidato (Preghiera infocata, 1.6). Con lo Spirito Santo Maria è impegnata a generare figli di Dio e a formare i santi dei tempi finali (Preghiera infocata, 11, 15).

Verso gli apostoli degli ultimi tempi, sacerdoti e laici, uomini e donne, la Madre di Dio svolge un’azione mistagogica. Il Montfort lo afferma applicando a Maria il simbolo della santa montagna costituita sulla cima dei monti: chi dimora in essa cresce nella santità, apprende la contemplazione e l’intercessione, viene introdotto nella logica delle beatitudini evangeliche e partecipa ai misteri di Cristo avvenuti sul monte: trasfigurazione, crocifissione e ascensione (Preghiera infocata, 25).

L’azione plasmatrice di Maria tende a far crescere la sovranità di Dio su di noi preparando l’avvento finale di Gesù Cristo mediante una perfetta consacrazione a lui, come rinnovazione delle promesse battesimali. Non si tratta dunque di un messianismo restauratore che si richiami al regno di Davide come a un regno ideale, ma di un messianismo inedito e utopico che realizzi il regno di Gesù Cristo nel mondo con tutte le esigenze delle beatitudini evangeliche. 

verginedelmagnificat dans San Luigi Maria Grignion de Montfort
Madonna del Magnificat, dipinto di Bernardo Daddi (1290-1348),
Musei Vaticani, Pinacoteca, Roma, Città del Vaticano.

Solo quando la Chiesa sarà Maria, cioè quando s’ispirerà alla sua attesa e s’identificherà con i suoi atteggiamenti profondi, potrà andare incontro al Signore che ritorna come supremo giudice, sovrano della storia e sposo della sua comunità. E allora Dio sarà finalmente tutto in tutti (1Cor 15,28).

I tempi finali sono contrassegnati innanzitutto dalla seconda o ultima venuta di Gesù, poiché è certo che egli verrà ancora una volta sulla terra (Trattato della vera devozione a Maria, 158) «per regnare dappertutto e per giudicare i vivi e i morti» (Il Segreto di Maria, 58). Questa venuta si realizza in due scansioni successive: prima si attuerà il regno di Gesù Cristo quando egli sarà più conosciuto, amato e obbedito, poi ritornerà personalmente nella parusìa per il giudizio finale. Montfort pensa a questa seconda venuta di Gesù come a un evento «glorioso e risplendente» (Trattato della vera devozione a Maria, 158).

I tempi finali della Chiesa sperimenteranno anche la venuta dello Spirito, che Montfort immagina come un diluvio di fuoco. Anche se unico, questo diluvio dello Spirito, al pari della seconda venuta di Gesù, implica due fasi successive e analoghe: il «diluvio di fuoco» si manifesterà prima come amore irresistibile, tale da riformare la Chiesa e convertire i popoli, poi come giustizia, in quanto la collera divina «ridurrà in cenere tutta la terra» (Preghiera infocata, 16-17).

È importante rilevare per il nostro scopo come Montfort sia tutto proteso a realizzare il regno di Gesù Cristo, che non consiste nel ritorno del Messia in persona, ma nella sua venuta storico-salvifica nel mondo mediante un’autentica devozione a Maria come perfetta rinnovazione delle promesse del battesimo (Trattato della vera devozione a Maria, 120-126). Prima della venuta personale del giudice dei vivi e dei morti, interessa tutto l’impegno missionario perché Gesù regni nel mondo.

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Maria è il più bel mondo che Dio abbia mai creato

Posté par atempodiblog le 11 février 2013

Maria è il più bel mondo che Dio abbia mai creato dans Cardinale Ivan Dias Madonna

Maria è il più bel mondo che Dio abbia mai creato, diceva san Luigi Maria di Montfort: «Dio ha riunito tutte le acque e le ha chiamate mare, ha riunito tutte le grazie e le ha chiamate Maria». E aggiungeva: «Maria è la bussola che punta sempre verso Gesù… è la calamita che attira lo Spirito Santo».

Card. Ivan Dias

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Scegliere Maria come depositaria di tutti i propri beni

Posté par atempodiblog le 5 février 2013

Scegliere Maria come depositaria di tutti i propri beni dans Citazioni, frasi e pensieri madonnamammacielo

Come mai la maggior parte delle conversioni dei peccatori non dura molto? Come mai si ricade così facilmente nel peccato? Perché la maggior parte dei buoni, invece di progredire di virtù in virtù e acquisire nuove grazie, perdono spesso il poco di virtù e di grazie che possiedono? Questa disgrazia succede, come ho detto prima, perché essendo l’uomo così corrotto, così debole e incostante, si fida di se stesso, si appoggia sulle proprie forze e si crede capace di conservare il tesoro delle proprie grazie, delle virtù e dei meriti. Per mezzo di questa devozione, si affida tutto ciò che si possiede alla Santa Vergine, che è fedele; la si sceglie come depositaria universale di tutti i propri beni di natura e di grazia. Ci si fida della sua fedeltà, ci si appoggia sul suo potere, ci si fonda sulla sua misericordia e carità, affinché ella conservi e aumenti le nostre virtù e i nostri meriti, nonostante il demonio, il mondo e la carne, che compiono ogni sforzo per farceli perdere. Le si dice, come un bravo figlio a sua madre e un fedele servitore alla sua padrona:

«“Custodisci il deposito”, mia buona Madre e Padrona, riconosco che per tua intercessione, ho ricevuto finora più grazie da Dio che non meritassi, e so, per mia esperienza negativa, che porto questo tesoro in un vaso fragilissimo, e che sono troppo debole e misero per conservarlo presso di me: “Io sono piccolo e disprezzato”; ti prego, ricevi in deposito tutto quanto possiedo, e conservamelo con la tua fedeltà e potenza. Se mi custodisci, non perderò nulla; se mi sostieni, non cadrò; se mi proteggi, sono al sicuro dai miei nemici».

San Luigi Maria Grignion de Montfort

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I tempi della grande battaglia profetizzati dal Montfort

Posté par atempodiblog le 12 novembre 2012

“Il Monfort profetizza questo tempo e profetizza gli apostoli di Maria. E la Madonna è qui (a Medjugorje) a  dire che sta formando i Suoi apostoli”.

“Volenti o nolenti, nel tempo della prova siamo già entrati e bisogna rispondere, prepararsi, rendersi forti. E’ il momento della risposta. Sono tempi profetizzati, sono tempi che si tanno realizzando: è una grazia immensa quella che ci è data!”

Padre Livio Fanzaga

I tempi della grande battaglia profetizzati dal Montfort dans Medjugorje montfort

Gli apostoli negli ultimi tempi

55. Infine Dio vuole che la sua Madre santa sia oggi più conosciuta, più amata, più onorata che non lo fosse in passato. Ciò avverrà di sicuro se i veri credenti sapranno entrare, con la grazia e la luce dello Spirito Santo, in quella devozione interiore e perfetta che spiegherò loro in seguito. Allora vedranno chiaramente, nella misura consentita dalla fede, questa splendida stella del mare e – guidati da lei – arriveranno al porto sicuro, nonostante i pericoli delle tempeste e dei pirati; conosceranno gli splendori di questa regina e si metteranno totalmente al suo servizio, come suoi sudditi e schiavi d’amore; gusteranno le sue dolcezze e bontà materne, l’ameranno teneramente come suoi figli prediletti, scopriranno le misericordie di cui è ricolma e i bisogni che essi hanno del suo aiuto; a lei ricorreranno in ogni cosa, come alla loro cara avvocata e mediatrice presso Gesù Cristo; saranno convinti che ella è il mezzo più sicuro, più facile, più breve e più perfetto per andare a Gesù Cristo e si affideranno a lei corpo e anima, senza riserva, per appartenere in questo modo a Gesù Cristo.
56. Ma chi saranno questi servitori schiavi e figli di Maria? Saranno fuoco che brucia, ministri del Signore che porteranno ovunque il fuoco dell’amore divino. Saranno « come frecce in mano a un eroe », frecce acute nelle mani della potente Maria per colpire i suoi nemici. Saranno figli di Levi, ben purificati dal fuoco di grandi tribolazioni e molto uniti a Dio, i quali porteranno l’oro dell’amore nel cuore, l’incenso della preghiera nello Spirito e la mirra della mortificazione nel corpo e saranno ovunque il buon odore di Gesù Cristo per i poveri e i piccoli, mentre risulteranno odore di morte per i grandi, i ricchi e gli orgogliosi del mondo.
57. Saranno nubi tonanti e nuvole volanti nell’aria al più piccolo soffio dello Spirito Santo; senza attaccarsi a nulla, senza attaccarsi, senza meravigliarsi di nulla, senza mettersi in pena per nulla, spanderanno la pioggia della parola di Dio e della vita eterna; tuoneranno contro il peccato, grideranno contro il mondo, colpiranno il demonio e i suoi seguaci, trafiggeranno da parte a parte, per la vita e per la morte, con la spada a due tagli della parola di Dio, tutti coloro ai quali saranno inviati da parte dell’Altissimo.
58. Saranno dei veri apostoli degli ultimi tempi, ai quali il Signore dei forti darà la parola e il vigore per operare meraviglie e riportare gloriose spoglie sui suoi nemici; riposeranno senza oro né argento e soprattutto senza preoccupazione, tra gli altri preti, religiosi e chierici; e tuttavia avranno le ali argentate della colomba, per volare al solo scopo di cercare la gloria di Dio e la salvezza delle anime, dove lo Spirito Santo li chiamerà; e nei luoghi dove avranno predicato, lasceranno dietro di essi unicamente l’oro della carità, che è il compimento di tutta la legge.
59. Infine dobbiamo sapere che saranno dei veri discepoli di Gesù Cristo, che camminano sulle orme della sua povertà, dell’umiltà, del disprezzo del mondo e della carità, insegnando la via stretta di Dio nella pura verità, seguendo il santo vangelo e non le massime del mondo, senza vivere in ansia né avere soggezione per nessuno, senza risparmiare, o farsi condizionare, o temere nessun mortale per potente che sia. Avranno nella loro bocca la spada a due tagli della parola di Dio; sulle loro spalle porteranno lo stendardo della Croce, segnato dal sangue, il crocifisso nella mano destra e la corona del Rosario nella sinistra, sul loro cuore i santi nomi di Gesù e di Maria, e in tutta la loro condotta si ispireranno alla semplicità e alla mortificazione di Gesù Cristo. Ecco i grandi uomini che verranno, ma che Maria farà sorgere per ordine dell’Altissimo, per estendere il suo impero su quello dei non credenti, dei pagani, dei musulmani. Ma quando e come avverrà questo? Dio solo lo sa, noi dobbiamo tacere, pregare, desiderare e attendere: « Ho sperato, ho sperato nel Signore ».

Tratto da: Trattato della vera devozione alla santa Vergine – San Luigi Maria Grignion De Montfort

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L’Ave Maria recitata bene è il nemico del demonio

Posté par atempodiblog le 10 novembre 2012

L'Ave Maria recitata bene è il nemico del demonio dans Citazioni, frasi e pensieri montfortstatuarosario
 
Ecco ciò che la Santa Vergine ha rivelato al beato Alain de la Roche, come è scritto nel suo libro De Dignitati Rosarii, riferito poi da Cartagena: “Sappi, figlio mio, e fallo conoscere a tutti, che un segno probabile e vicino di dannazione eterna sta nell’avere avversione, o nell’essere indifferenti, o negligenti, nella recita del Saluto angelico, che ha salvato il mondo intero”. Sono parole consolanti e terribili nello stesso tempo: si esiterebbe a crederle se non fossero garantite da questo santo uomo, e da san Domenico prima di lui, e poi da altri illustri autori, lungo l’esperienza di diversi secoli. Si è sempre notato infatti che coloro che portano il segno di condanna come gli eretici e i falsi credenti, gli orgogliosi e i mondani, odiano o disprezzano l’Ave Maria e il Rosario. Gli eretici accettano ancora e recitano il Padre Nostro, ma non l’Ave Maria, né il Rosario; li aborriscono: porterebbero addosso più volentieri una serpe, che una corona del Rosario. E così gli orgogliosi: pur essendo cattolici, ma avendo le stesse inclinazioni di Lucifero, loro padre, disprezzano l’Ave Maria, o ne sono indifferenti, e considerano il Rosario come una devozione da donnette, buona solo per gli ignoranti e per quelli che non sanno leggere. Al contrario invece, si è visto che, per esperienza, quelli e quelle che portano i grandi segni della salvezza, amano, gustano e recitano con gioia l’Ave Maria; e più essi sono di Dio, e maggiormente amano questa preghiera. E’ ciò che la Santa Vergine dice ancora al beato Alain, dopo le parole riferite sopra.
Io non so come e perché questo succeda, ma so che è vero; e anch’io non ho un miglior segreto per conoscere se una persona è di Dio, che quello di verificare se ama dire l’Ave Maria e il Rosario. Dico: se ama recitarla, perché può succedere che un’anima sia nella impossibilità naturale o anche soprannaturale di farlo, ma la ama sempre e la ispira agli altri.
Anime dei veri credenti, schiave di Gesù in Maria, sappiate che dopo il Padre nostro, la preghiera più bella di tutte è l’Ave Maria. E’ il complimento più perfetto che possiate rivolgere a Maria, poiché è quello che l’Altissimo le rivolse, per mezzo di un arcangelo, per conquistarne il cuore; e fu così efficace sul cuore di lei, a causa dei segreti incanti di cui è pieno, che Maria diede il proprio consenso alla Incarnazione del Verbo, malgrado la sua profonda umiltà. E’ ugualmente per mezzo di questo complimento che voi conquisterete il suo cuore infallibilmente, se lo direte come si deve.
L’Ave Maria recitata bene, cioè con attenzione, devozione e semplicità, è – al dire dei santi – il nemico del demonio, che mette in fuga, e il martello che lo schiaccia; è la santificazione dell’anima, la gioia degli angeli, la melodia dei veri credenti, il cantico del Nuovo Testamento, il gaudio di Maria e la gloria della santissima Trinità. L’Ave Maria è una celeste rugiada che rende feconda l’anima; è un bacio casto e amoroso che viene dato a Maria; è una rosa rossa che le viene presentata, una preziosa perla che le viene offerta; è una coppa di ambrosia e di nettare divino che le si porge. Sono tutte immagini usate dai santi.
Vi prego quindi vivamente, per l’amore che vi porto in Gesù e Maria: non vi basti recitare la piccola corona della Santa Vergine, ma dite il Rosario ogni giorno, anche intero se ne avete il tempo; nell’ora della vostra morte, benedirete il giorno e l’ora in cui mi avete dato retta; infatti, dopo aver seminato benedicendo Gesù e Maria, raccoglierete benedizioni eterne in cielo: “Chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà”.

San Luigi Maria Grignion de Montfort

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Sotto il segno di Maria

Posté par atempodiblog le 24 septembre 2012

Le apparizioni mariane dei tempi moderni
Dal Montfort a Medjugorje, una sintetica presentazione delle principali apparizioni di Maria e del loro significato. Viviamo un’epoca di tremenda lotta, scatenata dalle forze del male contro la Chiesa. E Maria combatte.
di Padre Livio Fanzaga
Fonte: Il Timone febbraio 2008
Tratto da: Armi di Salvezza

Sotto il segno di Maria dans Anticristo Apparizioni-mariane

Per comprendere il significato delle apparizioni mariane degli ultimi due secoli, che si sono succedute in Europa, ravvivando in modo straordinario la fede, è necessario fare riferimento alla figura di san Luigi Maria Grignion di Montfort (1673-1716), uno dei più grandi apostoli mariani di tutti i tempi. Quando il santo bretone scrisse il suo Trattato della Vera Devozione, presumibilmente nell’eremo di Saint-Eloi, nell’autunno del 1712, nessuno poteva prevedere l’eccezionale influsso che questo libretto avrebbe esercitato fino ai nostri giorni.

Il manoscritto, dimenticato in un baule, è stato ritrovato nel 1842 e pubblicato nel 1843. Fu un caso o un disegno della divina Provvidenza? Per chi vede la storia nella luce della fede non vi è dubbio che il capolavoro del Montfort sia stato pubblicato nel momento giusto, quando era incominciata a spuntare l’alba di quei “tempi di Maria” che egli aveva profetizzato. È stato Jean Guitton (1901-1999), filosofo e accademico di Francia, a far notare che l’opera aveva incominciato a diffondersi pressoché in concomitanza con l’apparizione della Madonna a Rue de Bac, a Parigi (1830), dando inizio così a quel ciclo di apparizioni che caratterizzano la fase più recente della storia della Chiesa.

Secondo questa interpretazione, l’apparizione della Madonna della Medaglia miracolosa rappresenta l’inizio di un tempo particolare, quello che per il Montfort è caratterizzato dalla lotta senza quartiere fra Maria e i suoi umili servi da una parte, e Satana e i suoi seguaci dall’altra: «Il potere di Maria su tutti i demoni risplenderà in modo particolare negli ultimi tempi, quando Satana insidierà il calcagno di Lei e cioè gli umili servi e figli ch’ella susciterà per muovergli guerra» (Trattato della vera devozione, 54). «Gli ultimi tempi» per il Montfort non sono necessariamente quelli che precedono immediatamente la venuta di Gesù Cristo nella gloria come Giudice del mondo.

Si tratta piuttosto di un periodo storico caratterizzato dallo scatenamento del Mysterium iniquitatis, al quale Dio risponde inviando Maria in soccorso della Chiesa. Il Montfort vedeva questi tempi profilarsi all’orizzonte e lui stesso, senza forse rendersene conto, li stava preparando con la sua mirabile opera.

Dopo l’apparizione a Rue de Bac, a Parigi, le apparizioni mariane si susseguono durante l’intero secolo XIX sulla terra di Francia. Prima La Salette (1846), poi Lourdes (1858) e infine Pontmain (1871) e Pellevoisin (1876). Si tratta di apparizioni che hanno avuto una straordinaria risonanza ecclesiale, ben oltre i confini francesi. Durante il secolo XX la “strategia” di Maria si è allargata ad altri Paesi del continente europeo, manifestando una premura particolare della Madre di Dio per quelle nazioni di antica cristianità, che corrono il pericolo di smarrire le radici della fede.

La prima apparizione di quello che viene chiamato “il secolo infernale” ha luogo a Fatima (1917) e la sua importanza è tale da rappresentare una grandiosa profezia che illumina il cammino della Chiesa e dell’umanità fino ai nostri giorni. Le apparizioni di Banneux (1932) e Beauring (1933) precedono la grande carneficina della seconda guerra mondiale e testimoniano la volontà della Madonna di essere presente nei momenti più bui della storia umana. Nella seconda parte del secolo, contrassegnata da trasformazioni profonde e dense di pericoli, che coinvolgono anche la Chiesa, la Madonna è più che mai presente con le sue apparizioni ad Amsterdam (1945), a Roma (Tre Fontane, 1947) e con la lacrimazione di Siracusa (1953).

Qui si fa allusione solo alle manifestazioni in ambito europeo, che hanno ricevuto un’esplicita approvazione ecclesiastica. In realtà, le apparizioni mariane degne di considerazione sono assai più numerose e ormai coinvolgono anche gli altri continenti. AI riguardo, il fenomeno di maggior impatto ecclesiale è senza dubbio quello rappresentato da Medjugorje (1981) dove, da oltre un quarto di secolo, accorrono pellegrini da ogni parte. Si tratta di apparizioni che sono ancora sotto il giudizio della Chiesa, ma che hanno fatto della parrocchia di quel villaggio della Bosnia Erzegovina uno dei santuari mariani più frequentati del mondo.

Ci si interroga giustamente sulla ragione di questa “epifania mariana” degli ultimi due secoli e ci si chiede se si possa intravedere, nella molteplicità degli interventi di Maria, un piano divino di salvezza che si va realizzando. A questo riguardo, va tenuto presente qual è il compito che l’Onnipotente ha assegnato alla Madre di Dio nella fase ultima della storia della salvezza. Maria, Assunta in cielo e Regina del cielo e della terra, esercita la sua missione di Madre della Chiesa e dell’umanità. Le apparizioni fanno parte della sua sollecitudine materna in obbedienza ai disegni di misericordia dell’Altissimo. A partire da Rue de Bac in poi, le apparizioni mariane manifestano una precisa strategia divina, in risposta all’attacco furioso dell’impero delle tenebre nei Paesi di antica cristianità.

Siamo infatti negli anni in cui l’illuminismo, con il culto della dea ragione, pretende di sostituire la fede dei popoli del continente europeo e i movimenti politici che ne sono derivati perseguitano la Chiesa, dando origine alla grande stagione dei martiri. Incomincia ad affermarsi e a diffondersi quel «rifiuto di Cristo» (l’espressione è di Giovanni Paolo Il in Memoria e identità, p. 120, Rizzoli 2006) che, a partire dalla Francia, si diffonde in tutto l’Occidente. È sintomatico che nel segreto de La Salette la Madonna faccia per la prima volta esplicitamente riferimento alla figura misteriosa dell’Anticristo.

Nel secolo XX, dopo l’«inutile strage» della prima guerra mondiale, si affermano le «ideologie del male» (ancora in Memoria e identità, p. 15), in particolare il comunismo e il nazismo, dopo le quali si va affermando un «nuovo totalitarismo, subdolamente celato sotto le apparenze della democrazia» (ibid., p. 63). Le «correnti dell’antievangelizzazione» imperversano con la furia di un uragano fino ai giorni nostri. Non solo la fede è rifiutata, ma vengono colpite «le basi stesse della morale umana, coinvolgendo la famiglia e propagandando il permissivismo morale: i divorzi, l’amore libero, l’aborto, l’anticoncezione, la lotta contro la vita nella fase iniziale come in quella del tramonto, la sua manipolazione. Questo programma opera con enormi mezzi finanziari, non soltanto nelle singole nazioni, ma anche su scala mondiale» (ibid. p. 62).

Ci troviamo indubbiamente in una fase della storia in cui il mysterium iniquitatis opera con impressionante violenza, soprattutto nelle nazioni di antica evangelizzazione, con l’intento di eliminare il cristianesimo, emarginando e perseguitando la Chiesa. In questo quadro gli interventi di Maria rivelano il loro profondo significato, in quanto sono la risposta del Cielo al dilagare dell’impostura anticristica. (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 675). In questo senso la prima di esse, quella della Medaglia miracolosa, rivela profeticamente il grande combattimento escatologico in atto, con la vittoria di Maria su Satana. Infatti la Madonna appare con in mano un globo che presenta al Signore, mentre con i suoi piedi schiaccia la testa al serpente infernale. In questo modo la Madre di Dio illumina la Chiesa sull’offensiva in atto dell’impero delle tenebre e preannuncia la sua vittoria, che non potrà mancare.

Ciò che deve essere chiaro è il fatto che la Chiesa oggi è più che mai nell’occhio del ciclone anticristiano. Non sono pochi ad affermare che l’epoca della grandi persecuzioni non è affatto conclusa. La Madonna però è più che mai presente e prepara il suo esercito per la vittoria. È quanto ha autorevolmente affermato il cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per la Propagazione della Fede, inaugurando 1’8 dicembre 2007, come inviato pontificio, il 150mo anniversario delle apparizioni di Lourdes: «L’apparizione della Vergine a Lourdes – ha affermato il Prefetto – come le altre apparizioni mariane rientra nella lotta permanente, e senza esclusione di colpi, tra le forze del bene e le forze del male, cominciata all’inizio della storia umana e che proseguirà fino alla fine… Anzi, questa è ancora più accanita che ai tempi di Bernadette. Il mondo si trova terribilmente irretito nella spirale di un relativismo che vuole creare una società senza Dio». Il cardinale Dias ha poi ricordato quanto il cardinale Wojtyla disse pochi mesi prima della sua elezione alla cattedra di Pietro: «Noi siamo oggi di fronte al più grande combattimento che l’umanità abbia mai avuto. Penso che la comunità cristiana non l’abbia ancora compreso del tutto. Noi siamo oggi di fronte alla lotta finale tra la Chiesa e l’anti-chiesa, tra il Vangelo e l’antivangelo».

Parole – ha precisato il cardinale Dias – «che trent’anni dopo risuonano come profetiche, peraltro preannunciate proprio dalle apparizioni mariane insieme con la rovina spirituale di certi Paesi, l’affievolimento della fede, le difficoltà della Chiesa e l’aumento dell’azione dell’Anticristo, con i suoi tentativi di rimpiazzare Dio nella vita degli uomini… Ma proprio per questo è discesa dal cielo una Madre preoccupata per i suoi figli che vivono nel peccato, lontani da Cristo… La Madonna sta tessendo una rete di suoi figli e figlie spirituali per lanciare una forte offensiva contro le forze del maligno e per preparare la vittoria finale del suo divino Figlio Gesù Cristo… Ella dunque ci chiama anche oggi ad entrare nella sua legione, per combattere contro le forze del male. Le armi da usare in questa lotta dovranno essere la conversione del cuore, una grande devozione verso la santa Eucaristia, la recita quotidiana del santo Rosario, la preghiera costante e senza ipocrisie, l’accettazione delle sofferenze per la salvezza del mondo».

«La vittoria finale», ha concluso il cardinale Dias, «sarà di Dio. E Maria combatterà alla testa dell’armata dei suoi figli contro le forze nemiche di Satana, schiacciando la testa al serpente» (L’Osservatore Romano, 11 dicembre 2007).

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Di Maria non si dice mai abbastanza

Posté par atempodiblog le 23 septembre 2012

Di Maria non si dice mai abbastanza dans Citazioni, frasi e pensieri

Conviene veramente ripetere con i santi: “De Maria numquam satis”, Maria non è stata ancora abbastanza lodata, esaltata, onorata e servita. Ella merita lodi, ossequi, amore e servizi ancora maggiori.
[...]
Il cuore, con gioia particolare, mi ha dettato ciò che ho scritto per dimostrare come la divina Maria sia rimasta finora sconosciuta e come questo sia uno dei motivi per cui Gesù Cristo non è conosciuto come si deve. Se dunque, come è certo, la conoscenza e il regno di Gesù Cristo devono estendersi nel mondo, ciò non sarà che una conseguenza necessaria della conoscenza del regno della Santissima Vergine Maria, che lo diede alla luce la prima volta e lo farà risplendere la seconda.

San Luigi Maria Grignion de Montfort

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Maria porta sempre a Dio

Posté par atempodiblog le 19 septembre 2012

“Tutto nella Vergine Santissima mi portava ad adorare e ad amare il mio Gesù”.
Melania Calvat di La Salette

Maria porta sempre a Dio dans Apparizioni mariane e santuari Maria-e-Ges

Maria è l’eco di Dio, che non fa che ripetere Dio. Se tu dici Maria, Ella risponde Dio”.
San Luigi Maria Grignion de Montfort

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Il Tesoro del Signore

Posté par atempodiblog le 12 septembre 2012

Il Tesoro del Signore dans Citazioni, frasi e pensieri

Dio Padre fece una riunione di tutte le acque che denominò mare; fece una riunione di tutte le grazie che denominò Maria. Questo gran Dio ha un tesoro o una miniera ricchissima, in cui racchiuse tutto ciò che vi è di bello, di splendido, di raro, di prezioso, perfino il proprio Figlio; e questo tesoro immenso non è altro che Maria, che i santi chiamano: Tesoro del Signore, della cui pienezza sono arricchiti tutti gli uomini.

San Luigi Maria Grignion de Montfort

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Perché Maria è il Paradiso e il mondo di Dio

Posté par atempodiblog le 12 septembre 2012

Perché Maria è il Paradiso e il mondo di Dio dans Citazioni, frasi e pensieri

Non c’è, né ci sarà mai creatura alcuna in cui Dio sarà più grande, al di fuori di Lui stesso e in Lui stesso, che nella divina Maria, senza eccettuare i Beati, i Cherubini e i più alti Serafini, nel Paradiso stesso. Maria è il Paradiso di Dio e il suo mondo ineffabile, dove il Figlio di Dio è entrato per operarvi meraviglie, per custodirlo, per compiacervisi. Egli ha creato un mondo per l’uomo pellegrino, ed è questo che abitiamo; ha creato un mondo per l’uomo beato, ed è il Paradiso; ma ne ha creato un altro per Lui stesso e gli ha dato nome Maria: mondo, questo, sconosciuto a quasi tutti i mortali qui in terra, e incomprensibile anche a tutti gli Angeli, i Beati Comprensori del Cielo, i quali, meravigliati di vedere Dio così alto e così distante da tutti loro, così separato e così nascosto nel suo mondo, la divina Maria, esclamano giorno e notte: “Santo, Santo, Santo!”.

San Luigi Maria Grignion de Montfort

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Quando lo Spirito Santo trova Maria in un’anima, vi vola!

Posté par atempodiblog le 27 mai 2012

Quando lo Spirito Santo trova Maria in un'anima, vi vola! dans Citazioni, frasi e pensieri

Quando lo Spirito Santo, suo Sposo, l’ha trovata in un’anima, vi vola e vi entra con pienezza, si comunica a quest’anima con abbondanza, nella misura in cui trova spazio la sua Sposa. Uno dei principali motivi per cui lo Spirito Santo oggi non compie meraviglie clamorose nelle anime, è che non vi trova un’unione abbastanza forte con la sua fedele e indissolubile Sposa”.

San Luigi Maria Grignion de Montfort

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Maria santissima è l’eco ammirabile di Dio

Posté par atempodiblog le 21 septembre 2011

Radio Maria

Maria santissima è l’eco ammirabile di Dio. Quando si grida: “Maria”, non risponde altro che: “Dio”, e quando la si saluta “Beata” con S. Elisabetta, ella non fa che esaltare Dio. Se i falsi maestri, di cui tanto ha abusato il demonio perfino nella preghiera, avessero saputo trovare Maria e per mezzo di Maria Gesù, e per mezzo di Gesù Dio, non avrebbero dato tante solenni cantonate. Una volta che per mezzo di Maria si è trovato Gesù e per mezzo di Gesù Dio Padre, si ha ogni bene, come dicono le anime sante. E dicendo ogni bene si comprende tutto: ogni grazia e amicizia presso Dio, la difesa dai nemici di Dio, la verità contro la menzogna, la facilità a vincere le difficoltà sul cammino della salvezza, la gioia e la dolcezza nelle amarezze della vita.

San Luigi Maria Grignion da Montfort

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Abbiamo bisogno di Maria!

Posté par atempodiblog le 26 juillet 2011

Scoprire il ruolo della Vergine e accogliere la sua presenza nella propria vita è la risposta all’invito di Cristo: «Ecco tua Madre…».
di Giuseppe Daminelli, smm

Abbiamo bisogno di Maria! dans Fede, morale e teologia marianostramadre

Fin dalle origini del cristianesimo, i santi hanno ritenuto la presenza di Maria benefica ed indispensabile nel loro cammino spirituale per raggiungere una matura e permanente comunione con Dio. San Luigi da Montfort scrive: «Mio personale convincimento è che nessuno può giungere ad un’intima unione con Nostro Signore e ad una perfetta fedeltà allo Spirito Santo senza una grandissima unione con la santissima Vergine e una grande dipendenza dal suo soccorso» (Vera devozione, 43).
Niente dunque santità nella Chiesa senza Maria, perché Maria garantisce l’unione con Cristo e la docilità allo Spirito Santo. Questa dottrina non intende certo escludere dalla santità chi non abbia conosciuto la funzione di Maria nella storia della salvezza, come i martiri dei primi secoli e tanti altri cristiani evangelici in buona fede. Comunque, richiamandosi all’importanza unica di Maria nella comunicazione della grazia di cui è stata ricolma, il Montfort continua a dire: «Soltanto Maria ha trovato grazia presso Dio. Soltanto per mezzo di Maria la troveranno ancora quanti verranno in seguito…
L’Altissimo l’ha costituita unica depositaria dei suoi tesori e unica dispensatrice delle sue grazie» (VD 44). Dalle considerazioni sul ruolo di Maria nella storia della salvezza, Luigi Grignion trae una seconda conclusione: Maria, per volontà di Dio, è necessaria agli uomini (cf VD 39-48). Abbiamo bisogno di lei per la salvezza, per la santificazione e soprattutto per la formazione dei grandi santi degli ultimi tempi. Ma l’argomento più forte viene dalla sua esperienza personale che lo fa esclamare: «Vorrei proclamare a tutte le creature quanto sei stato buono con me (o Gesù), facendomi conoscere tua Madre e consacrare a lei…
Senza Maria sarei perduto per sempre» (Il segreto di Maria, 66). Maria è, dunque, dono di Gesù che ogni discepolo diligente deve accogliere con gioia. Oggi la Chiesa ci chiede di prendere coscienza della presenza e del ruolo di Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa, cioè nel cuore stesso del cristianesimo, quasi a dire: se vuoi essere cristiano davvero, devi accogliere Maria, devi prenderla con te, introdurla in casa tua. Questo può significare: vivere in contatto quotidiano d’amore con lei, realizzare il misterioso legame di madre-figlio, averla come guida sicura, compagna fedele nel cammino della vita. imparare da lei e condividere con lei gioie, dolori e speranze. Significa, cioè, porre Maria tra le persone più care, tra i doni più preziosi di Dio nella vita, come la Parola, l’Eucaristia, la Chiesa, i Sacramenti. È la perla di massimo valore.

Maria, necessaria per la salvezza. La Madonna è stata necessaria a Dio, di necessità ipotetica, cioè dipendente dalla volontà di lui. Il valore di questa affermazione, «necessaria a Dio», va spiegato: Dio non ha assolutamente bisogno di Maria, ma l’ha scelta ed ha voluto aver bisogno di lei nella realizzazione del piano di salvezza, inserendola nel mistero di Cristo e della Chiesa. Per questo si parla di necessità ipotetica, dipendente dalla volontà positiva di Dio.
Bisogna allora dedurre che Maria è necessaria agli uomini nel raggiungimento dell’ultimo fine, la salvezza definitiva. Perciò non si può confondere la devozione a Maria con le devozioni ai santi: è più necessaria di esse e non un soprappiù. Di conseguenza, per volontà di Dio, Maria è divenuta necessaria agli uomini per la salvezza. La devozione mariana per il conseguimento della salvezza deve essere aperta all’universalità, come è universale il mistero della salvezza, voluto da Dio, l’incarnazione e la redenzione: essa è superiore a quella dei santi per la maggior efficacia dell’intercessione di Maria e non è facoltativa, perché l’intercessione a Maria è strettamente connessa con quella di Gesù Cristo, per volontà divina.

Maria, segno di predestinazione. È segno di riprovazione non aver stima e amore per Maria di Nazareth e rigettare coscientemente la sua maternità e la sua funzione santificatrice, perché è rigettare la volontà di Dio e quindi rifiutare la via della salvezza. La vera devozione a Maria conduce a Gesù Cristo nel quale c’è la salvezza. Maria è la speranza nell’ora della morte. L’hanno provato e affermato i teologi. L’hanno detto e ripetuto i Padri e Dottori della Chiesa. Lo riconoscono perfino gli eretici, come Giovanni Ecolampadio (1482-1531). Lo provano le figure e le frasi dell’Antico Testamento. Lo confermano i sentimenti, gli esempi dei santi. L’insegna l’esperienza e lo dimostra la ragione. Gli stessi demoni e i loro fautori, spinti dalla forza della verità, spesso sono stati obbligati a riconoscerlo controvoglia. Così pure parecchi fatti attestano la medesima verità.
Per la riflessione credente e l’insegnamento concorde dei teologi, la grazia della perseveranza è un dono singolarissimo, una grazia della misericordia divina, non dei propri meriti. L’uomo può soltanto implorarla umilmente. Per questa grazia così importante, l’intercessione di Maria presso Dio ha efficacia grandissima, perché impetra la salvezza per ognuno, secondo la volontà di Dio, ma soprattutto per quelli che le sono consacrati e le sono sinceramente devoti. Papa Benedetto XV ha detto: «C’è presso i fedeli la ferma fiducia, avvalorata dalla lunga esperienza, che tutti quelli che ricorrono alla protezione di Maria, si salvano per l’eternità» (22 marzo 1918).

Luigi da Montfort ha detto che Dio vuole servirsi di Maria, perciò l’ha scelta ed eletta a svolgere una missione necessaria nell’incarnazione e redenzione. Le ha affidato, quindi, una funzione santificatrice nel mistero della Chiesa e l’ha costituita depositaria e dispensatrice di tutte le grazie, investendola di un pieno dominio nell’ordine soprannaturale. Maria ci è necessaria per la salvezza, ma anche, e molto di più, per una speciale e maggiore perfezione (cf VD 43-48). Se la devozione alla Madonna è necessaria a tutti gli uomini per attuare semplicemente la salvezza, lo è ancora molto di più per coloro che sono chiamati ad una speciale perfezione.
«Io non credo che una persona possa raggiungere un’intima unione col Signore e una perfetta fedeltà allo Spirito Santo senza avere una strettissima unione con la Madonna ed una grande dipendenza dal suo aiuto» (VD 43). Ecco messi in risalto gli elementi della perfezione: una unione intima con Gesù Cristo e una fedeltà perfetta allo Spirito Santo. Se per ottenere semplicemente la santità ordinaria, che assicuri la salvezza, è necessaria l’unione con Maria e il suo aiuto, per attuare la perfezione occorre una strettissima unione ed una grande dipendenza dal suo materno soccorso. La conclusione è di grande importanza perché il Montfort vuole portare alla categoria dei perfetti il vero devoto di Maria, che egli intende educare e formare. Maria forma i santi di tutti i tempi perché: è un modello di santità, mediatrice di grazia, madre e regina santa. Maria è dunque necessaria agli uomini per la loro salvezza, per il raggiungimento dell’ultimo fine, come speranza nell’ora della morte.

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