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Per vivere fedelmente gli impegni battesimali la consacrazione a Cristo per le mani della Madre

Posté par atempodiblog le 11 janvier 2015

Celebrando il Signore lodiamo Maria
Per vivere fedelmente gli impegni battesimali la consacrazione a Cristo per le mani della Madre
di don Sergio Gasparti smm – Madre di Dio

Per vivere fedelmente gli impegni battesimali la consacrazione a Cristo per le mani della Madre dans Fede, morale e teologia San-Luigi-M-Grignon-de-Montfort

1. Varie forme di consacrazione mariana. Nel secolo XX e inizio del XXI nella Chiesa cattolica si sono praticate  varie forme di consacrazione mariana, ricorrendo a molteplici metodi e terminologie. Pur nella loro diversità verbale, esse sono complementari tra loro. Tutte trovano il loro fondamento biblico-liturgico in Gv 19,26-27. Il duplice gesto di Gesù morente sulla croce – affidamento di Giovanni alla Madre e della Madre a Giovanni – è interpretato come: 1) consacrazione al Cuore immacolato di Maria: si richiama alla consacrazione del genere umano al Sacro Cuore di Gesù a opera di Leone XIII nel 1899 e al messaggio delle apparizioni di Fatima; 2) consacrazione all’Immacolata proposta da san Massimiliano Maria Kolbe (+1941) come appartenenza a Dio mediante l’immedesimazione con l’Immacolata; 3) affidamento alla Vergine secondo la liturgia e il magistero pontificio, rilevato soprattutto da Giovanni Paolo II; 4) espressione e mezzo di rinnovazione delle promesse battesimali conforme alla tradizione ecclesiale; consacrazione insegnata con rigore teologico ed efficace strategia pastorale dall’ardente apostolo della Vergine: san Luigi Maria di Montfort che addita la Madre del Signore quale formatrice degli «apostoli degli ultimi tempi» (Trattato della vera devozione a Maria = VD 58) e dei candidati alla santità.

In tutte queste forme di onsacrazione si vuole indicare che per vivere la vocazione battesimale di morte e risurrezione con Cristo, sostenuti dalla presenza materna della Vergine, è bene, come l’apostolo Giovanni, accogliere Maria e consegnarsi a lei ilialmente. Introdurla «in tutto lo spazio della propria vita interiore», come auspica Giovanni Paolo II (cf Redemptoris Mater = RM 45), è risposta al testamento di amore di Cristo, che ha affidato tutti i credenti alla propria Madre (Gv 19,26), educatrice della fede, della carità e della perfetta unione con lui (LG 63), «maestra di vita spirituale» (MC 21) e colei che riproduce «nei figli i lineamenti spirituali del Figlio primogenito» (MC 57). Oggi si parla di “affidamento a Maria”, così motivato da Stefano De Fiores (+2012) in Vita Pastorale 5/2012, pp. 28-30. Già dal titolo, Consacrazione o affidamento?, De Fiores sembra preferire il termine “affidamento” e, rifacendosi a Giovanni Paolo II, afferma: «La spinta decisiva a favore dell’affidamento è data dall’enciclica Redemptoris Mater, pubblicata in occasione dell’Anno mariano (1987). Infatti, nel descrivere la “dimensione mariana della vita dei discepoli di Cristo” (RM 45), l’enciclica evita l’espressione “consacrazione a Maria” ed esprime l’accoglienza di Maria da parte del discepolo particolarmente con il termine “affidamento”» (pag. 30).

2. Consacrazione a Cristo per Maria: perfetta rinnovazione delle promesse battesimali secondo san Luigi Maria di Montfort. All’inizio del 1700 san Luigi di Montfort accetta e approfondisce con apporto personale la consacrazione mariana quale via privilegiata e perfetta per la rinnovazione delle promesse battesimali. Pur avendo attinto da vari suoi predecessori, come H. M. Boudon (+1702), P. de Bérulle (+1641) e J. Eudes (+1680), Montfort, sostenuto da un preciso contesto cristologico e sacramentale, perviene all’identificazione tra consacrazione a Cristo in Maria e voti battesimali, grazie anche alla riscoperta della vocazione universale alla santità. Su questo sfondo teologico del Montfort, Giovanni Paolo II puntualizza: «Mi è caro ricordare, tra i tanti testimoni e maestri di… spiritualità, la figura di san Luigi Maria de Montfort (+1716), il quale proponeva ai cristiani la consacrazione a Cristo per le mani di Maria, come mezzo efficace per vivere fedelmente gli impegni battesimali» (RM 48). (Questo numero della RM non è citato né analizzato da De Fiores nel suo articolo). I testi di riferimento del Montfort sono principalmente: «Questa onsacrazione alla santissima Vergine e a Gesù Cristo per le mani di lei, non è altro che una perfetta rinnovazione dei voti e promesse del battesimo» (VD 162); e prima aveva detto: è «una perfetta rinnovazione dei voti e delle promesse del santo battesimo» (VD 120).

Questa consacrazione cristocentrica: «A Cristo per Maria» – che ha il pregio di innestarsi sulla consacrazione battesimale e domanda di essere vissuta alla luce del battesimo – esplicita in modo eloquente un’indicazione del rito stesso del battesimo, che suggerisce al termine della celebrazione la possibilità di portare il neobattezzato davanti all’altare o all’icona della Vergine, per porlo sotto la sua materna protezione (cf Rito del Battesimo dei bambini, 80). La consacrazione monfortana tiene conto del magistero della Chiesa, che nel documento Orientamenti e proposte per la celebrazione dell’anno mariano 1987-88 a cura della Congregazione del culto divino nel 1987, rilevava: «Il termine consacrazione, dalle profonde radici cultuali, sottende, in riferimento alle persone, l’idea di totalità e di perpetuità nel dono di sé al Signore». Ogni forma di consacrazione mariana – continuava il documento – «richiede un’adesione personale, libera e maturata in una riflessione che, partendo da una corretta valutazione della primaria e fondamentale consacrazione battesimale, giunga a un’esatta comprensione del significato teologico della “consacrazione a Maria”» (n. 86).

La consacrazione proposta dal Montfort è in linea altresì con la tradizione liturgico-mariana. In una preghiera alla Madre del Signore, risalente all’XI secolo, si avverte un chiaro riferimento alla consacrazione mariana radicata sulle promesse battesimali: «Ricordati, Signora, che nel battesimo sono stato consacrato al Signore e ho professato con la mia bocca il nome cristiano. Purtroppo non ho osservato quanto ho promesso. Tuttavia sono stato affidato e consegnato a te dal mio Signore Dio vivo e vero. Tu, salva colui che ti è stato consegnato e custodisci colui che ti è stato affidato». Non di meno risponde al magistero del Concilio di Trento (1545-63), che domandava di porre il battesimo al centro della predicazione ecclesiale, dei ritiri annuali e della preghiera. Il sacerdote Montfort nelle missioni popolari chiedeva ai fedeli la rinnovazione delle promesse battesimali, quale «contratto d’alleanza con Dio», i quali poi recitavano: «Mi dono interamente a Gesù Cristo per le mani di Maria per portare la mia croce tutti i giorni della mia vita». La formula di questa alleanza era fatta firmare da quanti sapevano scrivere, ma tutti dovevano impegnarsi nella pratica frequente della confessione e della comunione. La consacrazione monfortana, ossia la perfetta consacrazione a Gesù per le mani di Maria, è accettata dalla Chiesa soprattutto a partire dal 1842, anno della scoperta del Trattato della vera devozione. Giovanni Paolo II l’ha fatta propria in modo solenne in un documento ufficiale del suo magistero e l’ha proposta a tutti i battezzati, in quanto è in sintonia con la consacrazione battesimale.

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Maria è necessaria per giungere a Dio

Posté par atempodiblog le 7 décembre 2014

Maria è necessaria per giungere a Dio dans Fede, morale e teologia k3pxmu

Non credo che nessuno possa acquistare una intima unione con Nostro Signore e una perfetta fedeltà allo Spirito Santo senza una grandissima unione alla Santissima Vergine e senza una grande dipendenza dal suo soccorso.

Solamente Maria ha trovato la grazia davanti a Dio (Lc 1,30), senza l’aiuto di nessun’altra creatura. Tutti coloro che hanno trovato grazia davanti a Dio dopo di lei, l’hanno trovata per suo mezzo, e solamente per lei la troveranno tutti coloro che verranno d’ora in avanti. Essa era piena di grazia quando fu salutata dall’arcangelo Gabriele (Lc 1,28), essa fu riempita di grazie sovrabbondanti dallo Spirito Santo, quando la coprì della sua ineffabile ombra (Lc 1,35); ed essa ha aumentato (talmente) questa doppia pienezza di giorno in giorno, di attimo in attimo, che essa è arrivata ad un grado di grazia immenso ed inconcepibile: di modo che l’Altissimo l’ha fatta unica tesoriera dei suoi tesori e dispensatrice delle sue grazie per nobilitare, elevare ed arricchire chi essa vuole, per far entrare chi vuole nella via stretta del cielo, per far passare, malgrado tutti, chi vuole attraverso la stretta porta della vita e per dare a chi vuole il trono, lo scettro e la corona di re. Gesù è dappertutto e sempre il frutto e il Figlio di Maria; e Maria è dappertutto l’albero vero che porta il frutto di vita, e la vera madre che lo produce

A Maria sola Dio ha dato le chiavi delle dispense (Ct 1,3) del divino amore, e il potere di entrare nelle vie più sublimi e più segrete della perfezione e di farvi entrare gli altri. Solamente Maria fa entrare nel paradiso terrestre i miserabili figli dell’infedele Eva, per passeggiarvi piacevolmente con Dio, per nascondervisi al sicuro contro i nemici, per nutrirvisi deliziosamente, senza più temere la morte col frutto degli alberi di vita e della scienza del bene e del male, e per bere a lunghi sorsi le acque celesti della bella fontana che vi zampilla in abbondanza. O piuttosto, siccome essa stessa è questo paradiso terrestre, questa terra vergine e benedetta da cui Adamo ed Eva, peccatori, sono stati scacciati, essa fa entrare presso di sé quelli che vuole per farli divenire santi.

Tutti i ricchi del popolo, per servirmi dell’espressione dello Spirito Santo (Sal 44,13), secondo la spiegazione di San Bernardo, tutti i ricchi del popolo supplicheranno il tuo viso di secolo in secolo, ed in modo particolare alla fine del mondo; vale a dire che i più grandi santi, le anime più ricche di grazia e di virtù saranno le più assidue a pregare la Santissima Vergine e ad averla sempre presente come perfetto modello da imitare; e potente aiuto per soccorrerli.

Dal ‘Trattato della vera devozione alla santa Vergine’ di  San Luigi Maria Grignion de Montfort

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Quanto glorifichiamo Dio quando ci sottomettiamo a Maria

Posté par atempodiblog le 6 décembre 2014

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Oh! quanto glorifichiamo altamente Dio quando ci sottomettiamo, per piacergli, a Maria, sull’esempio di Gesù Cristo, nostro unico modello! […] Dio Spirito Santo essendo sterile in Dio, cioè non generando altra persona divina, divenne fecondo per mezzo di Maria da lui sposata. È con lei e in lei e da lei che egli formò il suo capolavoro, che è un Dio fatto uomo, e che egli forma tutti i giorni fino alla fine del mondo i predestinati e i membri del corpo di questo capo adorabile: perciò più trova Maria, sua cara e indissolubile Sposa, in un’anima, più diviene operante e potente per formare Gesù Cristo in quest’anima e quest’anima in Gesù Cristo.

Con ciò non si vuol dire che la santissima Vergine dia allo Spirito Santo la fecondità, come se non l’avesse, poiché, essendo Dio, egli ha la fecondità o la capacità di generare, come il Padre e il Figlio, sebbene non la riduca in atto, non generando altra persona divina. Ma si vuol dire che lo Spirito Santo, tramite la santissima Vergine, di cui vuol servirsi, sebbene non ne abbia assolutamente bisogno, riduce in atto la sua fecondità, generando in lei e per mezzo di lei Gesù Cristo e i suoi membri. Mistero di grazia sconosciuto anche ai più dotti e spirituali tra i cristiani.

Dal ‘Trattato della vera devozione alla santa Vergine’ di  San Luigi Maria Grignion de Montfort

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L’Ave Maria è una rugiada celeste e divina

Posté par atempodiblog le 19 mai 2014

L'Ave Maria è una rugiada celeste e divina dans Citazioni, frasi e pensieri Maria-e-il-santo-Rosario

La mia Ave Maria, il mio Rosario o la mia corona è la mia preghiera preferita, è la mia pietra di paragone sicura per distinguere quelli che sono condotti dallo spirito di Dio da quelli che sono nell’illusione dello spirito maligno. Ho conosciuto anime che sembrava volassero come aquile fino alle nubi con la loro sublime contemplazione, ed erano, invece, disgraziatamente ingannate dal demonio; ed ho potuto scoprire la loro illusione soltanto con l’Ave Maria ed il Rosario ch’essi rigettavano come non meritevoli della loro stima.

L’Ave Maria è una rugiada celeste e divina che cadendo nell’anima di un predestinato, le comunica una fecondità meravigliosa per produrre ogni sorta di virtù. E più l’anima è irrigata da questa preghiera, più diviene illuminata nello spirito, infiammata nel cuore e fortificata contro ogni suo nemico.

L’Ave Maria è una freccia penetrante ed infocata: se un predicatore la fa precedere alla parola di Dio che annuncia, acquista la forza di trafiggere, commuovere e convertire i cuori più induriti, anche se egli non sia dotato di molti talenti naturali per la predicazione. Fu questa la saetta segreta che la Vergine santa – come ho già detto – suggerì a san Domenico e al beato Alano come la più efficace per convertire gli eretici e i peccatori. Da qui è nata l’abitudine di chi predica – l’afferma sant’Antonio – di recitare un’Ave Maria all’inizio del discorso.

San Luigi Maria Grignion de Montfort

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Breve spiegazione dell’Ave Maria

Posté par atempodiblog le 4 mai 2014

Breve spiegazione dell’Ave Maria
Tratto da: Il segreto meraviglioso del Santo Rosario di San Luigi Maria Grignion de Montfort

Breve spiegazione dell'Ave Maria dans Fede, morale e teologia fduly1

Ti trovi nell’infelice condizione di chi è in peccato? Invoca la divina Maria; dille: Ave, che vuol dire: io ti saluto con profondissimo rispetto, o tu che sei senza peccato e senza miserie! Ella ti libererà dalla disgrazia dei tuoi peccati.
Sei nelle tenebre dell’ignoranza o dell’errore? Rivolgiti a Maria e dille: Ave Maria, che vuol dire: illuminata dai raggi del sole di giustizia. Ella ti farà partecipe dei suoi lumi.
Sei smarrito? fuori della via del cielo? Ricorri a Maria che vuol dire: Stella del mare, stella polare, guida della nostra navigazione in questo mondo ed Ella ti condurrà al porto dell’eterna salvezza.
Sei nell’afflizione? Supplica Maria. Maria vuol dire: mare amaro, colmo di amarezza quand’era in questo mondo e che attualmente, in cielo, è diventato mare di pura dolcezza. Ella convertirà la tua tristezza in gioia e le tue afflizioni in consolazioni.
Hai forse perduto la grazia? Onora l’abbondanza delle grazie di cui Dio riempì la Vergine Santa e di’ a Maria: Piena di grazia! e dei doni tutti dello Spirito Santo. Ed Ella te ne farà parte.
Ti senti solo, come abbandonato da Dio? Rivolgiti a Maria e dille: Il Signore è con Te più degnamente e più intimamente che nei giusti e nei santi, poiché tu sei quasi una cosa sola con Lui. Egli, infatti, è tuo Figlio, la sua carne è carne tua. E poiché gli sei Madre, tu hai una perfetta rassomiglianza col Signore ed un reciproco amore. Dille ancora: La SS. Trinità è tutta con te, essendone Tu il tempio prezioso. Ella ti rimetterà sotto la protezione e la custodia del Signore.
Sei forse diventato l’oggetto delle divine maledizioni? Di’ a Maria: Benedetta sei tu più di tutte le donne e da tutte le nazioni a causa della tua purezza e fecondità: grazie a Te la maledizione divina fu cambiata in benedizione. Ed Ella ti benedirà.
Hai, forse, fame del pane di grazia, del pane della vita? Avvicinati a Lei che portò il pane vivo disceso dal Cielo; e dille: Benedetto il frutto del tuo seno, Gesù, che tu concepisti restando Vergine, portasti senza fatica e desti alla luce senza alcun dolore. Benedetto Gesù che riscattò il mondo schiavo, guarì il mondo ammalato, risuscitò l’uomo morto, ricondusse in patria l’uomo esiliato, giustificò l’uomo colpevole, salvò l’uomo perduto. Senza dubbio l’anima tua sarà saziata del pane della grazia in questa vita e della gloria eterna nell’altra. Amen.

Concludi la tua preghiera con la Chiesa dicendo: Santa Maria, santa nel corpo e nell’anima, santa per la tua singolare ed eterna dedizione al servizio di Dio, santa perché Madre di Dio che ti dotò di una santità eminente quale conviene a tale infinita dignità.
Madre di Dio, che sei anche Madre nostra e nostra Avvocata e Mediatrice, Tesoriera e Dispensatrice delle grazie di Dio, procuraci prontamente il perdono dei nostri peccati e la riconciliazione con la Divina Maestà.
Prega per noi, peccatori, tu che hai tanta compassione per i miseri, tu che non disprezzi né respingi i peccatori, senza dei quali tu non saresti la Madre del Salvatore! Prega per noi, ora, durante questa breve, caduca e misera vita; adesso, perché di sicuro abbiamo solo il momento presente; adesso, perché giorno e notte siamo attorniati e assaliti da nemici potenti e crudeli.
E nell’ora della nostra morte, così terribile e pericolosa, quando le nostre forze saranno esaurite, quando il nostro spirito e il corpo saranno affranti dal dolore e dal timore; nell’ora della nostra morte, quando Satana raddoppierà gli sforzi a fine di rovinarci per sempre; l’ora in cui si deciderà la nostra sorte per tutta l’eternità, felice o infelice. Oh, vieni allora in aiuto ai tuoi poveri figli, Madre pietosa, avvocata e rifugio dei peccatori. Allontana da noi, in quell’ora, i demoni, nostri accusatori e nostri nemici, il cui aspetto terribile ci incuterà spavento; vieni ad illuminarci nelle tenebre della morte. Guidaci al tribunale del nostro Giudice che è anche tuo Figlio, e intercedi per noi affinché ci perdoni e ci accolga fra i suoi eletti nel soggiorno della gloria eterna. Amen. Così sia.

Chi non ammirerà l’eccellenza del Rosario composto di queste due parti: l’Orazione domenicale ed il Saluto angelico? Esiste, forse, preghiera più gradita a Dio e alla Vergine santa? più facile, più soave, più salutare per gli uomini? Teniamo continuamente nel cuore e sulle labbra quelle preghiere per onorare la SS. Trinità, Cristo Gesù nostro Salvatore e la santissima sua Madre.

Al termine di ogni posta sarà bene aggiungere il Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

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Si sceglierà i suoi apostoli

Posté par atempodiblog le 28 avril 2014

Si sceglierà i suoi apostoli dans Fede, morale e teologia 1iy7tt

San Luigi di Montfort, grande devoto della Madonna, ci ricorda che verrà il tempo in cui Maria si sceglierà i suoi Nuovi Apostoli, gli Apostoli della Nuova Era: Sì, Dio vuole che la sua Santa Madre sia conosciuta, amata e o­norata ora più che mai. Ciò accadrà sicuramente se con la grazia e la luce dello Spirito Santo i predestinati entrano nella pratica interiore e perfetta della devozione che ma­nifesterà loro. Allora conosceranno le grandezze di que­sta Sovrana e si consacreranno interamente al suo servi­zio. Allora sapranno che Maria è il mezzo più sicuro, più facile, più breve e più perfetto per andare a Gesù Cristo.
Ma chi saranno questi servi, schiavi e figli di Maria? Sa­ranno fuoco ardente, ministri del Signore, che metteran­no dappertutto il fuoco del Divino Amore. Porteranno nel cuore l’olio dell’amore, l’incenso del­la preghiera nello spirito e la mirra della mortificazione nel corpo. In ogni luogo saranno il buon odore di Gesù Cristo per i poveri e per i piccoli, mentre saranno odore di morte per i grandi, i ricchi e i superbi.
Senza attaccarsi a nulla, né stupirsi di nulla, né metter­si in pena per nulla, spanderanno la pioggia della parola di Dio e della vita eterna, tuoneranno dentro il peccato, gri­deranno contro il mondo, colpiranno di fronte il diavolo e i suoi seguaci. Lasceranno, al loro passaggio di predicato­ri, soltanto l’oro della carità che è il pieno compimento del­la legge… Ma quando avverrà tutto questo? Dio solo lo sa. Compito nostro è di tacere, pregare ed attendere”.

FIORETTO: Anch’io posso unirmi spiritualmente a questi apostoli della Nuova Era pregando, facendo qualche pic­cola penitenza e aiutando i bisognosi.

GIACULATORIA: Maria, infiamma il mio cuor con la for­za del tuo amor”.

Fonte: Viviamo maggio con Maria – Sacerdoti del S. Cuore (Dehoniani)

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Giovanni Paolo II ai Religiosi ed alle Religiose delle Famiglie monfortane

Posté par atempodiblog le 28 avril 2014

Giovanni Paolo II ai Religiosi ed alle Religiose delle Famiglie monfortane
Dal Vaticano, 8 dicembre 2003, Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata  Vergine Maria.

Giovanni Paolo II ai Religiosi ed alle Religiose delle Famiglie monfortane dans Fede, morale e teologia xnf5p4
Foto: Giovanni Paolo II in pellegrinaggio sulla tomba
di san Luigi Maria Grignion da Montfort,
in Vandea (Francia), il 19 settembre 1996.

Un classico testo della spiritualità mariana
1. Centosessant’anni or sono veniva resa pubblica un’opera destinata a diventare  un classico della spiritualità mariana. San Luigi Maria Grignion de Montfort  compose il Trattato della vera devozione alla Santa Vergine agli inizi  del 1700, ma il manoscritto rimase praticamente sconosciuto per oltre un secolo.  Quando finalmente, quasi per caso, nel 1842 fu scoperto e nel 1843 pubblicato,  ebbe un immediato successo, rivelandosi un’opera di straordinaria efficacia  nella diffusione della “vera devozione” alla Vergine Santissima. Io stesso,  negli anni della mia giovinezza, trassi un grande aiuto dalla lettura di questo  libro, nel quale “trovai la risposta alle mie perplessità” dovute al timore che  il culto per Maria, “dilatandosi eccessivamente, finisse per compromettere la  supremazia del culto dovuto a Cristo” (Dono e mistero, p. 38). Sotto la  guida sapiente di san Luigi Maria compresi che, se si vive il mistero di Maria  in Cristo, tale rischio non sussiste. Il pensiero mariologico del Santo,  infatti, “è radicato nel Mistero trinitario e nella verità dell’Incarnazione del  Verbo di Dio” (ibid.).
La Chiesa, fin dalle sue origini, e specialmente nei momenti più difficili, ha  contemplato con particolare intensità uno degli avvenimenti della Passione di  Gesù Cristo riferito da san Giovanni: “Stavano presso la croce di Gesù sua  Madre, la sorella di sua Madre, Maria di Cleofa, e Maria di Magdala. Gesù  allora, vedendo la Madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla  Madre: ‘Donna, ecco il tuo figlio!’. Poi disse al discepolo: ‘Ecco la tua  Madre!’. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa” (Gv 19,  25-27). Lungo la sua storia, il Popolo di Dio ha sperimentato questo dono fatto  da Gesù crocifisso: il dono di sua Madre. Maria Santissima è veramente Madre  nostra, che ci accompagna nel nostro pellegrinaggio di fede, speranza e carità  verso l’unione sempre più intensa con Cristo, unico salvatore e mediatore della  salvezza (cfr Cost. Lumen gentium, nn. 60 e 62).
Com’è noto, nel mio stemma episcopale, che è l’illustrazione simbolica del testo  evangelico appena citato, il motto Totus tuus è ispirato alla dottrina di  san Luigi Maria Grignion de Montfort (cfr Dono e mistero, pp. 38-39; Rosarium Virginis Mariae, 15). Queste due parole esprimono l’appartenenza  totale a Gesù per mezzo di Maria: “Tuus totus ego sum, et omnia mea tua sunt”, scrive san Luigi Maria; e traduce: “Io sono tutto tuo, e tutto ciò che è mio  ti appartiene, mio amabile Gesù, per mezzo di Maria, tua santa Madre” (Trattato  della vera devozione, 233). La dottrina di questo Santo ha esercitato un  influsso profondo sulla devozione mariana di molti fedeli e sulla mia propria  vita. Si tratta di una dottrina vissuta, di notevole profondità ascetica  e mistica, espressa con uno stile vivo e ardente, che utilizza spesso immagini e  simboli. Dal tempo in cui visse san Luigi Maria in poi, la teologia mariana si è  tuttavia molto sviluppata, soprattutto mediante il decisivo contributo del  Concilio Vaticano II. Alla luce del Concilio va, quindi, riletta ed interpretata  oggi la dottrina monfortana, che conserva nondimeno la sua sostanziale validità.
Nella presente Lettera vorrei condividere con voi, Religiosi e  Religiose delle  Famiglie monfortane, la meditazione di alcuni brani degli scritti di san Luigi  Maria, che ci aiutino in questi momenti difficili ad alimentare la nostra  fiducia nella mediazione materna della Madre del Signore.

Ad Iesum per Mariam
2. San Luigi Maria propone con singolare efficacia la contemplazione amorosa del  mistero dell’Incarnazione. La vera devozione mariana è cristocentrica. Infatti,  come ha ricordato il Concilio Vaticano II, “la Chiesa, pensando a lei (a Maria)  piamente e contemplandola alla luce del Verbo fatto uomo, penetra con  venerazione e più profondamente nell’altissimo mistero dell’Incarnazione” (Cost. Lumen gentium, 65).
L’amore a Dio mediante l’unione a Gesù Cristo è la finalità di ogni autentica  devozione, perché – come scrive san Luigi Maria – Cristo “è il nostro unico  maestro che deve istruirci, il nostro unico Signore dal quale dobbiamo  dipendere, il nostro unico Capo al quale dobbiamo restare uniti, il nostro unico  modello al quale conformarci, il nostro unico medico che ci deve guarire, il  nostro unico pastore che ci deve nutrire, la nostra unica via che ci deve  condurre, la nostra unica verità che dobbiamo credere, la nostra unica vita che  ci deve vivificare e il nostro unico tutto, in tutte le cose, che ci deve  bastare” (Trattato della vera devozione, 61).

3. La devozione alla Santa Vergine è un mezzo privilegiato “per trovare Gesù  Cristo perfettamente, per amarlo teneramente e servirlo fedelmente” (Trattato  della vera devozione, 62). Questo centrale desiderio di “amare teneramente”  viene subito dilatato in un’ardente preghiera a Gesù, chiedendo la grazia di  partecipare all’indicibile comunione d’amore che esiste tra Lui e sua Madre. La  totale relatività di Maria a Cristo, e in Lui alla Santissima Trinità, è  anzitutto sperimentata nella osservazione: “Ogni volta che tu pensi a Maria,  Maria pensa per te a Dio. Ogni volta che tu dai lode e onore a Maria, Maria con  te loda e onora Dio. Maria è tutta relativa a Dio, e io la chiamerei benissimo la relazione di Dio, che non esiste se non in rapporto a Dio, o l’eco  di Dio, che non dice e non ripete se non Dio. Se tu dici Maria, ella ripete  Dio. Santa Elisabetta lodò Maria e la disse beata per aver creduto. Maria -  l’eco fedele di Dio – intonò: Magnificat anima mea Dominum: l’anima mia  magnifica il Signore. Ciò che Maria fece in quell’occasione, lo ripete ogni  giorno. Quando è lodata, amata, onorata o riceve qualche cosa, Dio è lodato, Dio  è amato, Dio è onorato, Dio riceve per le mani di Maria e in Maria” (Trattato  della vera devozione, 225).
E’ ancora nella preghiera alla Madre del Signore che san Luigi Maria esprime la  dimensione trinitaria della sua relazione con Dio: “Ti saluto, Maria, Figlia  prediletta dell’eterno Padre! Ti saluto Maria, Madre mirabile del Figlio! Ti  saluto Maria, Sposa fedelissima dello Spirito Santo!” (Segreto di Maria,  68). Questa tradizionale espressione, già usata da san Francesco d’Assisi (cfr Fonti Francescane, 281), pur contenendo livelli eterogenei di analogia, è  senza dubbio efficace per esprimere in qualche modo la peculiare partecipazione  della Madonna alla vita della Santissima Trinità.

4. San Luigi Maria contempla tutti i misteri a partire dall’Incarnazione che si è compiuta al momento dell’Annunciazione. Così, nel Trattato della  vera devozione, Maria appare come “il vero paradiso terrestre del Nuovo  Adamo”, la “terra vergine e immacolata” da cui Egli è stato plasmato (n. 261).  Ella è anche la Nuova Eva, associata al Nuovo Adamo nell’obbedienza che ripara la disobbedienza originale dell’uomo e della donna  (cfr ibid., 53; Sant’Ireneo, Adversus haereses, III, 21, 10-22,  4). Per mezzo di quest’obbedienza, il Figlio di Dio entra nel mondo. La stessa  Croce è già misteriosamente presente nell’istante dell’Incarnazione, al momento  del concepimento di Gesù nel seno di Maria. Infatti, l’ecce venio della  Lettera agli Ebrei (cfr 10,5-9) è il primordiale atto d’obbedienza del Figlio al  Padre, già accettazione del suo Sacrificio redentore “quando entra nel mondo”.
Tutta la nostra perfezione – scrive san Luigi Maria Grignion de Montfort  – consiste nell’essere conformi, uniti e consacrati a Gesù Cristo. Perciò  la più perfetta di tutte le devozioni è incontestabilmente quella che ci  conforma, unisce e consacra più perfettamente a Gesù Cristo. Ora, essendo Maria  la creatura più conforme a Gesù Cristo, ne segue che, tra tutte le devozioni,  quella che consacra e conforma di più un’anima a Nostro Signore è la devozione a  Maria, sua santa Madre, e che più un’anima sarà consacrata a Maria, più sarà  consacrata a Gesù Cristo” (Trattato della vera devozione, 120).  Rivolgendosi a Gesù, san Luigi Maria esprime quanto è meravigliosa l’unione tra  il Figlio e la Madre: “Ella è talmente trasformata in te dalla grazia, che non  vive più, non è più: sei solo tu, mio Gesù, che vivi e regni in lei… Ah! se si  conoscesse la gloria e l’amore che tu ricevi in questa mirabile creatura… Ella  ti è così intimamente unita… Ella infatti ti ama più ardentemente e ti  glorifica più perfettamente di tutte le altre creature insieme” (ibid.,  63).

Maria, membro eminente del Corpo mistico e Madre della Chiesa
5. Secondo le parole del Concilio Vaticano II, Maria “è riconosciuta quale  sovreminente e del tutto singolare membro della Chiesa e sua immagine ed  eccellentissimo modello nella fede e nella carità” (Cost. Lumen gentium,  53). La Madre del Redentore è anche redenta da lui, in modo unico nella sua  immacolata concezione, e ci ha preceduto in quell’ascolto credente e amante  della Parola di Dio che rende beati (cfr ibid., 58). Anche per questo,  Maria “è intimamente unita alla Chiesa: la Madre di Dio è la figura (typus)  della Chiesa, come già insegnava sant’Ambrogio, nell’ordine cioè della fede,  della carità e della perfetta unione con Cristo. Infatti, nel mistero della  Chiesa, la quale pure è giustamente chiamata madre e vergine, la Beata Vergine  Maria è la prima, dando in maniera eminente e singolare l’esempio della vergine  e della madre” (ibid,. 63). Lo stesso Concilio contempla Maria come Madre delle membra di Cristo (cfr ibid., 53; 62), e così Paolo VI  l’ha proclamata Madre della Chiesa. La dottrina del Corpo mistico, che  esprime nel modo più forte l’unione di Cristo con la Chiesa, è anche il  fondamento biblico di questa affermazione. “Il capo e le membra nascono da una  stessa madre” (Trattato della vera devozione, 32), ci ricorda san Luigi  Maria. In questo senso diciamo che, per opera dello Spirito Santo, le membra  sono unite e conformate a Cristo Capo, Figlio del Padre e di Maria, in modo tale  che “ogni vero figlio della Chiesa deve avere Dio per Padre e Maria per Madre” (Segreto  di Maria, 11).
In Cristo, Figlio unigenito, siamo realmente figli del Padre e, allo stesso  tempo, figli di Maria e della Chiesa. Nella nascita verginale di Gesù, in  qualche modo è tutta l’umanità che rinasce. Alla Madre del Signore “possono  essere applicate, in modo più vero di quanto san Paolo le applichi a se stesso,  queste parole: «Figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore, finché non  sia formato Cristo in voi» (Gal 4,19). Partorisco ogni giorno i figli di  Dio, fin quando in loro non sia formato Gesù Cristo, mio Figlio, nella pienezza  della sua età” (Trattato della vera devozione, 33). Questa dottrina trova  la sua più bella espressione nella preghiera: “O Spirito Santo, concedimi  una grande devozione ed una grande inclinazione verso Maria, un solido appoggio  sul suo seno materno ed un assiduo ricorso alla sua misericordia, affinché in  lei tu abbia a formare Gesù dentro di me” (Segreto di Maria, 67).
Una delle più alte espressioni della spiritualità di san Luigi Maria Grignion de  Montfort si riferisce all’identificazione del fedele con Maria nel suo amore per  Gesù, nel suo servizio di Gesù. Meditando il noto testo di sant’Ambrogio: L’anima di Maria sia in ciascuno per glorificare il Signore, lo spirito di Maria  sia in ciascuno per esultare in Dio (Expos. in Luc., 12,26: PL 15, 1561), egli scrive: “Quanto è felice un’anima quando… è tutta posseduta e  guidata dallo spirito di Maria, che è uno spirito dolce e forte,  zelante e prudente, umile e coraggioso, puro e fecondo” (Trattato della  vera devozione, 258). L’identificazione mistica con Maria è tutta rivolta a  Gesù, come si esprime nella preghiera: “Infine, mia carissima e amatissima  Madre, fa’, se è possibile, che io non abbia altro spirito che il tuo per  conoscere Gesù Cristo e i suoi divini voleri; non abbia altra anima che la tua  per lodare e glorificare il Signore; non abbia altro cuore che il tuo per amare  Dio con carità pura e ardente come te” (Segreto di Maria, 68).

La santità, perfezione della carità
6. Recita ancora la Costituzione Lumen gentium: “Mentre la Chiesa ha già  raggiunto nella beatissima Vergine la perfezione che la rende senza macchia e  senza ruga (cfr Ef 5, 27), i fedeli si sforzano ancora di crescere nella  santità debellando il peccato; e per questo innalzano gli occhi a Maria, la  quale rifulge come l’esempio della virtù davanti a tutta la comunità degli  eletti” (n. 65). La santità è perfezione della carità, di quell’amore a  Dio e al prossimo che è l’oggetto del più grande comandamento di Gesù (cfr Mt 22, 38), ed è anche il più grande dono dello Spirito Santo (cfr 1 Cor 13,  13). Così, nei suoi Cantici, san Luigi Maria presenta successivamente ai  fedeli l’eccellenza della carità (Cantico 5), la luce della fede (Cantico 6) e la saldezza della speranza (Cantico 7).
Nella spiritualità monfortana, il dinamismo della carità viene specialmente  espresso attraverso il simbolo della schiavitù d’amore a Gesù sull’esempio e con l’aiuto materno di Maria. Si tratta della piena comunione  alla kénosis di Cristo; comunione vissuta con Maria, intimamente presente  ai misteri della vita del Figlio. “Non c’è nulla fra i cristiani che faccia  appartenere in modo più assoluto a Gesù Cristo e alla sua Santa Madre quanto la  schiavitù della volontà, secondo l’esempio di Gesù Cristo stesso, che prese la  condizione di schiavo per nostro amore – formam servi accipiens -, e  della Santa Vergine, che si disse serva e schiava del Signore. L’apostolo si  onora del titolo di servus Christi. Più volte, nella Sacra Scrittura, i  cristiani sono chiamati servi Christi” (Trattato della vera devozione,  72). Infatti, il Figlio di Dio, venuto al mondo in obbedienza al Padre  nell’Incarnazione (cfr Eb 10, 7), si è poi umiliato facendosi obbediente  fino alla morte ed alla morte di Croce (cfr Fil 2, 7-8). Maria ha  corrisposto alla volontà di Dio con il dono totale di se stessa, corpo e anima,  per sempre, dall’Annunciazione alla Croce, e dalla Croce all’Assunzione.  Certamente tra l’obbedienza di Cristo e l’obbedienza di Maria vi è un’asimmetria  determinata dalla differenza ontologica tra la Persona divina del Figlio  e la persona umana di Maria, da cui consegue anche l’esclusività dell’efficacia  salvifica fontale dell’obbedienza di Cristo, dalla quale la sua stessa Madre ha  ricevuto la grazia di poter obbedire in modo totale a Dio e così collaborare con  la missione del suo Figlio.
La schiavitù d’amore va, quindi, interpretata alla luce del mirabile  scambio tra Dio e l’umanità nel mistero del Verbo incarnato. E’ un vero scambio  d’amore tra Dio e la sua creatura nella reciprocità del dono totale di sé. “Lo  spirito di questa devozione… è di rendere l’anima interiormente dipendente e  schiava della Santissima Vergine e di Gesù per mezzo di Lei” (Segreto di  Maria, 44). Paradossalmente, questo “vincolo di carità”, questa “schiavitù  d’amore”, rende l’uomo pienamente libero, con la vera libertà dei figli di Dio  (cfr Trattato della vera devozione, 169). Si tratta di consegnarsi  totalmente a Gesù, rispondendo all’Amore con cui Egli ci ha amato per primo.  Chiunque vive in tale amore può dire come san Paolo: “Non sono più io che  vivo, ma è Cristo che vive in me” (Gal 2, 20).

La ‘peregrinazione della fede’
7. Ho scritto nella Novo millennio ineunte che “a Gesù non si arriva  davvero che per la via della fede” (n. 19). Proprio questa fu la via seguita da  Maria durante tutta la sua vita terrena, ed è la via della Chiesa pellegrinante  fino alla fine dei tempi. Il Concilio Vaticano II ha molto insistito sulla fede  di Maria, misteriosamente condivisa dalla Chiesa, mettendo in luce l’itinerario  della Madonna dal momento dell’Annunciazione fino al momento della Passione  redentrice (cfr Cost. Lumen gentium, 57 e 67; Lett. enc. Redemptoris Mater, 25-27).
Negli scritti di san Luigi Maria troviamo lo stesso accento sulla fede vissuta  dalla Madre di Gesù in un cammino che va dall’Incarnazione alla Croce, una fede  nella quale Maria è modello e tipo della Chiesa. San Luigi Maria lo esprime con  ricchezza di sfumature quando espone al suo lettore gli “effetti meravigliosi”  della perfetta devozione mariana: “Più dunque ti guadagnerai la benevolenza di  questa augusta Principessa e Vergine fedele, più la tua condotta di vita sarà  ispirata dalla pura fede. Una fede pura, per cui non ti preoccuperai affatto di  quanto è sensibile e straordinario. Una fede viva e animata dalla carità, che ti  farà agire solo per il motivo del puro amore. Una fede ferma e incrollabile come  roccia, che ti farà rimanere fermo e costante in mezzo ad uragani e burrasche.  Una fede operosa e penetrante che, come misteriosa polivalente chiave, ti farà  entrare in tutti i misteri di Gesù Cristo, nei fini ultimi dell’uomo e nel cuore  di Dio stesso. Una fede coraggiosa, che ti farà intraprendere e condurre a  termine senza esitazioni cose grandi per Dio e per la salvezza delle anime. Una  fede, infine, che sarà tua fiaccola ardente, tua vita divina, tuo tesoro  nascosto della divina Sapienza e tua arma onnipotente, con la quale rischiarerai  quanti stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte, infiammerai quelli che  sono tiepidi ed hanno bisogno dell’oro infuocato della carità, ridarai vita a  coloro che sono morti a causa del peccato, commuoverai e sconvolgerai con le tue  soavi e forti parole i cuori di pietra e i cedri del Libano e, infine,  resisterai al demonio e a tutti i nemici della salvezza” (Trattato della vera  devozione, 214).
Come san Giovanni della Croce, san Luigi Maria insiste soprattutto sulla purezza  della fede e sulla sua essenziale e spesso dolorosa oscurità (cfr Segreto di  Maria, 51-52). E’ la fede contemplativa che, rinunciando alle cose sensibili  o straordinarie, penetra nelle misteriose profondità di Cristo. Così, nella sua  preghiera, san Luigi Maria si rivolge alla Madre del Signore dicendo: “Non ti  chiedo visioni o rivelazioni, né gusti o delizie anche soltanto spirituali…  Quaggiù io non voglio per mia porzione se non quello che tu hai avuto, cioè:  credere con fede pura senza nulla gustare o vedere” (ibid., 69). La Croce  è il momento culminante della fede di Maria, come scrivevo nell’Enciclica Redemptoris Mater: “Mediante questa fede Maria è perfettamente unita a  Cristo nella sua spoliazione… E’ questa forse la più profonda kénosis della fede nella storia dell’umanità” (n. 18).

Segno di sicura speranza
8. Lo Spirito Santo invita Maria a “riprodursi” nei suoi eletti, estendendo in  essi le radici della sua “fede invincibile”, ma anche della sua “ferma speranza”  (cfr Trattato della vera devozione, 34). Lo ha ricordato il Concilio  Vaticano II: “La Madre di Gesù, come in cielo, glorificata ormai nel corpo e  nell’anima, è l’immagine e la primizia della Chiesa che dovrà avere il suo  compimento nell’età futura, cosi sulla terra brilla come un segno di sicura  speranza e di consolazione per il Popolo di Dio in marcia, fino a quando non  verrà il giorno del Signore” (Cost. Lumen gentium, 68). Questa dimensione  escatologica è contemplata da san Luigi Maria specialmente quando parla dei  “santi degli ultimi tempi”, formati dalla Santa Vergine per portare nella Chiesa  la vittoria di Cristo sulle forze del male (cfr Trattato della vera devozione,  49-59). Non si tratta in alcun modo di una forma di “millenarismo”, ma del senso  profondo dell’indole escatologica della Chiesa, legata all’unicità e  universalità salvifica di Gesù Cristo. La Chiesa attende la venuta gloriosa di  Gesù alla fine dei tempi. Come Maria e con Maria, i santi sono nella Chiesa e  per la Chiesa, per far risplendere la sua santità, per estendere fino ai confini  del mondo e fino alla fine dei tempi l’opera di Cristo, unico Salvatore.
Nell’antifona Salve Regina, la Chiesa chiama la Madre di Dio “Speranza  nostra”. La stessa espressione è usata da san Luigi Maria a partire da un testo  di san Giovanni Damasceno, che applica a Maria il simbolo biblico dell’àncora  (cfr Hom. Iª in Dorm. B. V. M., 14: PG 96, 719): “Noi leghiamo le  anime a te, nostra speranza, come ad un’àncora ferma. A lei maggiormente si sono  attaccati i santi che si sono salvati e hanno attaccato gli altri, perché  perseverassero nella virtù. Beati dunque, e mille volte beati i cristiani che  oggi si tengono stretti a lei fedelmente e totalmente come ad un’àncora salda” (Trattato  della vera devozione, 175). Attraverso la devozione a Maria, Gesù stesso  “allarga il cuore con una santa fiducia in Dio, facendolo guardare come Padre e  ispirando un amore tenero e filiale” (ibid., 169).
Insieme alla Santa Vergine, con lo stesso cuore di madre, la Chiesa prega, spera  e intercede per la salvezza di tutti gli uomini. Sono le ultime parole della  Costituzione Lumen gentium: “Tutti i fedeli effondano insistenti  preghiere alla Madre di Dio e Madre degli uomini, perché Ella, che con le sue  preghiere aiutò le primizie della Chiesa, anche ora in cielo esaltata sopra  tutti i beati e gli angeli, nella Comunione di tutti i santi interceda presso il  Figlio suo, finché tutte le famiglie dei popoli, sia quelle insignite del nome  cristiano, sia quelle che ancora ignorano il loro Salvatore, nella pace e nella  concordia siano felicemente riunite in un solo Popolo di Dio, a gloria della  Santissima e indivisibile Trinità” (n. 69).
Facendo nuovamente mio questo auspicio, che insieme con gli altri Padri  Conciliari espressi quasi quarant’anni or sono, invio all’intera Famiglia  monfortana una speciale Benedizione Apostolica.

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San Luigi Maria Grignion de Montfort, l’apostolo di Maria

Posté par atempodiblog le 28 avril 2014

San Luigi Maria Grignion de Montfort, l’apostolo di Maria
di Padre Livio Fanzaga – Radio Maria

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Il Monfort fu un predicatore popolare, andava vestito proprio come gli apostoli, a piedi nudi, dormendo dove capitava. Andava in giro predicando al popolo di parrocchia in parrocchia, delle missioni al termine delle quali faceva erigere delle croci e dei calvari (famoso quello di Pont-Château, per costruire il quale lavorarono oltre di cinquecento persone, coadiuvate da cento paia di piissimi buoi, direbbe il Carducci, e fatto demolire con dei pretesti dai suoi avversari), istituendo confraternite del Rosario o dei Penitenti e terminando ogni missione con il solenne rinnovamento delle promesse battesimali fatte a Gesù per mezzo di Maria.

Il Monfort fu molto perseguitato dalla Chiesa (diversi Vescovi lo sospesero a divinis anche se il Papa gli diede la patente di predicatore apostolico pontificio, altri, però, lo protessero, specialmente quelli della Vandea…), il demonio aveva visto in lui un tremendo avversario quindi gli aizzava contro la gente, gli aizzava contro i teologi, i Vescovi, i Parroci, però lui andava imperterrito a predicare istituendo confraternite senza mai essere disubbidiente.

Questi sedici anni tremendi che visse il Monfort da prete tra mille difficoltà e sistematiche persecuzioni anche da parte di uomini di chiesa, sospensioni a divinis, interdizioni di frequentare diocesi, proibizioni di celebrare la Messa, ecc… Satana perseguita i santi e diciamolo fino in fondo… c’è di mezzo l’invidia, guardate che l’invidia spirituale è la cosa più tremenda, l’invidia della grazia altrui…

Noto che in queste regioni della Francia, specie la Bretagna e la Vandea, la religione cattolica è ancora molto radicata nella coscienza popolare e un non piccolo merito è senza dubbio da attribuire all’opera straordinaria di evangelizzazione del santo bretone.

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Gesù fu e sarà sempre l’unico frutto di Maria

Posté par atempodiblog le 25 mars 2014

 Gesù fu e sarà sempre l'unico frutto di Maria dans Citazioni, frasi e pensieri 2nkjo68

Questa devozione a Maria Vergine sarà necessariamente combattuta e contraddetta; ma purché si sia costanti nel coltivarlo, nulla si deve temere.
Anima predestinata, se coltiverai in tal modo il tuo Albero della Vita, di recente piantato nella tua anima dallo Spirito Santo, io ti assicuro che in poco tempo esso crescerà così in alto, che gli uccelli del cielo vi abiteranno, e diverrà così perfetto, che infine a tempo opportuno darà il suo frutto di onore e di grazia, cioè l’amabile ed adorabile Gesù, che fu e sarà sempre l’unico frutto di Maria.

San Luigi Maria Grignion de Montfort – Il segreto di Maria

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Maria, stampo di Dio

Posté par atempodiblog le 11 mars 2014

Maria, stampo di Dio dans Citazioni, frasi e pensieri 2niqkar

Vedo tanti devoti e devote che cercano Gesù Cristo, gli uni per una via e una pratica, gli altri per un’altra e spesso, dopo aver molto lavorato durante la notte, possono dire: « Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla ». Si potrebbe dire loro: « Avete seminato molto, ma avete raccolto poco; Gesù Cristo è ancora molto debole in voi ». Ma per la via immacolata di Maria e questa pratica divina che io propongo, si lavora alla luce del giorno, in ambiente santo e si fatica poco. In Maria non c’è notte, perché non c’è stato il peccato e neppure la minima ombra. Maria è un luogo santo, è il Santo dei santi, dove i santi vengono formati e modellati.

Ti prego di notare ciò che ho detto: i santi sono modellati in Maria. C’è una grande differenza tra lo scolpire un’immagine in rilievo, a colpi di martello e scalpello, e il produrla gettandola in un modello. Gli scultori e gli statuari lavorano molto per realizzare le immagini nel primo modo e impiegano molto tempo; ma nel secondo modo, ci mettono poco tempo e faticano meno. Sant’Agostino chiama la Santa Vergine stampo di Dio, uno stampo adatto a dare forma e a modellare degli esseri divini. Chi viene gettato in questo divino stampo, viene presto formato e modellato in Gesù Cristo e Gesù Cristo in lui: con poca spesa e in poco tempo, diventerà dio, poiché è stato gettato nel medesimo stampo che ha dato forma a un Dio.

Mi sembra di poter paragonare molto a proposito i direttori spirituali e le persone devote che vogliono formare Gesù Cristo in se o negli altri per mezzo di altre pratiche diverse da questa, agli scultori che ripongono fiducia nel loro saper fare, nel loro ingegno e nella propria arte: essi danno un’infinità di colpi di martello e scalpello a una pietra dura, o a un pezzo di legno ruvido, per farne un immagine di Gesù Cristo; a volte non riescono a dare espressione a Gesù Cristo come egli è, sia per mancanza di conoscenza e di esperienza di Gesù Cristo, sia per qualche colpo dato male, capace di rovinare l’opera. Quelli invece che abbracciano questo segreto di grazia che io propongo, li paragono giustamente a dei fonditori e modellatori, i quali hanno trovato lo stampo buono di Maria, nel quale Gesù Cristo ha preso forma così com’è e in modo divino; essi non si fidano della propria bravura, ma contano unicamente sulla bontà dello stampo, e si gettano, e si perdono in Maria, per diventare il ritratto di Gesù Cristo così com’è.

San Luigi Maria Grignion de Montfort

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Una devozione buona in ogni stato e condizione

Posté par atempodiblog le 25 février 2014

La devozione di San Luigi da Montfort: tutto “in Maria, con Maria, per Maria”, una devozione buona in ogni stato e condizione.

In ogni stato della vita spirituale, che è sempre stato di viaggio, battaglia, formazione, elevazione e conquista. In ogni stato di vita abbiamo la Santa Vergine accanto in una perpetua visitazione, soddisfacendo al suo ruolo di Madre.

Crediamo nella perpetua visitazione di Maria ad ogni anima, specialmente a coloro che lavorano alla loro santificazione.

Beato Giustino Maria Russolillo da Pianura
Fonte: Vocationist.org

Una devozione buona in ogni stato e condizione dans Citazioni, frasi e pensieri Beato-Russolillo-e-Maria

[…] ecco delle pratiche interiori molto santificanti per quelli che lo Spirito Santo chiama a un’alta perfezione.

Si tratta, in breve, di fare tutte le proprie azioni per mezzo di Maria, con Maria, in Maria e per Maria, per farle più perfettamente per mezzo di Gesù Cristo, con Gesù Cristo, in Gesù e per Gesù.

Per mezzo di Maria

258. Bisogna fare le proprie azioni per mezzo di Maria, cioè bisogna che obbediscano in ogni cosa alla santissima Vergine, e che siano guidati in ogni cosa dal suo spirito, che è lo Spirito Santo di Dio. «Quelli che sono guidati dallo spirito di Dio sono figli di Dio» (Rm 8,14). Quelli che sono guidati dallo spirito di Maria sono figli di Maria, e, di conseguenza, figli di Dio, come abbiamo mostrato, e tra tanti devoti della santa Vergine, sono veri e fedeli devoti solo quelli che sono guidati dal suo spirito. Ho detto che lo spirito di Maria è lo spirito di Dio, perché ella non è mai stata guidata dal suo proprio spirito, ma sempre dallo spirito di Dio, che se ne è talmente impadronito da divenire il suo proprio spirito. Per questo sant’Ambrogio dice: «L’anima di Maria sia in ciascuno per magnificare il Signore; lo spirito di Maria sia in ciascuno per esultare in Dio». Quanto è felice un’anima quando, sull’esempio del buon fratello gesuita Rodriguez, morto in odore di santità, è tutta posseduta e governata dallo spirito di Maria, che è uno spirito dolce e forte, zelante e prudente, umile e coraggioso, puro e fecondo!

259. Affinché l’anima si lasci guidare da questo spirito di Maria, bisogna: 1) Rinunciare al proprio spirito, alle proprie vedute e volontà prima di fare qualcosa: per esempio, prima di pregare, di dire o ascoltare la santa Messa, di comunicarsi, ecc.; perché le tenebre del nostro spirito e la malizia della nostra volontà e del nostro agire, se le seguiamo, anche se ci sembrano buone, ostacolano lo spirito di Maria. 2) Bisogna abbandonarsi allo spirito di Maria per esserne mossi e guidati nel modo che lei vorrà. Bisogna mettersi e abbandonarsi nelle sue mani verginali, come uno strumento nelle mani dell’artista, come un liuto nelle mani di un buon suonatore. Bisogna perdersi e abbandonarsi in lei, come una pietra che si getta nel mare: si fa semplicemente e in un istante, con una sola occhiata dello spirito, con un piccolo movimento della volontà, o verbalmente, dicendo, per esempio: «Rinuncio a me stesso, mi dono a te, mia cara Madre». E anche se non si sente alcuna dolcezza sensibile in questo atto di unione, è comunque reale; proprio come se si dicesse, Dio non voglia: «Mi dono al diavolo», con altrettanta sincerità, benché lo si dicesse senza alcun mutamento sensibile, si sarebbe comunque realmente del diavolo. 3) Bisogna di quando in quando, durante e dopo le proprie azioni, rinnovare lo stesso atto di offerta e di unione; più lo si farà, più presto ci si santificherà e più presto si giungerà all’unione con Gesù Cristo, che segue sempre necessariamente l’unione con Maria, poiché lo spirito di Maria è lo spirito di Gesù.

Con Maria

260. Bisogna fare le proprie azioni con Maria: cioè bisogna, nelle proprie azioni, considerare Maria come un modello perfetto di ogni virtù e perfezione che lo Spirito Santo ha formato in una semplice creatura, per imitarla secondo la nostra piccola capacità. Bisogna quindi che in ogni azione consideriamo come Maria l’ha fatta o la farebbe, se fosse al nostro posto. Dobbiamo per questo esaminare e meditare le grandi virtù che ha praticato durante la sua vita, particolarmente: 1) la sua fede viva, con la quale ha creduto senza esitare alla parola dell’angelo; ha creduto fedelmente e costantemente fino ai piedi della croce sul Calvario; 2) la sua umiltà profonda, che l’ha fatta nascondersi, tacere, sottomettersi a tutto e mettersi all’ultimo posto; 3) la sua purezza tutta divina, che non ha mai avuto né avrà mai l’uguale sotto il cielo, e infine tutte le sue altre virtù.
Si ricordi, lo ripeto una seconda volta, che Maria è il grande e l’unico stampo di Dio, adatto a fare immagini viventi di Dio, con poca spesa e in poco tempo; e che un’anima che ha trovato questo stampo e vi si perde, è presto cambiata in Gesù Cristo, che questo stampo riproduce al naturale.

In Maria

261. Bisogna fare le proprie azioni in Maria. Per ben comprendere questa pratica bisogna sapere: 1) che la santissima Vergine è il vero paradiso terrestre del nuovo Adamo, e che l’antico paradiso terrestre non ne era che la figura. Vi sono dunque, in questo paradiso terrestre, ricchezze, bellezze, rarità e dolcezze inesplicabili, che il nuovo Adamo, Gesù Cristo, vi ha lasciato. È in questo paradiso che si è compiaciuto per nove mesi, che ha operato le sue meraviglie e che ha mostrato le sue ricchezze con la magnificenza di un Dio. Questo santissimo luogo è composto unicamente da una terra vergine e immacolata, dalla quale è stato formato e nutrito il nuovo Adamo, senza alcuna macchia, per opera dello Spirito Santo, che vi abita. È in questo paradiso terrestre che si trova veramente l’albero della vita che ha portato Gesù Cristo, il frutto di vita; l’albero della scienza del bene e del male che ha dato la luce al mondo. Vi sono, in questo luogo divino, alberi piantati dalla mano di Dio e irrigati dalla sua unzione divina, che hanno portato e portano ogni giorno frutti di un sapore divino; vi sono aiuole smaltate di belli e differenti fiori di virtù, che emanano un profumo che delizia anche gli angeli. Vi sono in questo luogo prati verdi di speranza, torri inespugnabili di fortezza, case incantevoli di fiducia, ecc. Solo lo Spirito Santo può far conoscere la verità nascosta sotto queste figure di cose materiali. C’è in questo luogo un’aria pura, non infetta, di purezza; un bel giorno, senza notte, dell’umanità santa; un bel sole, senza ombra, della Divinità; una fornace ardente e perenne di carità, dove tutto il ferro che vi è messo è infocato e cambiato in oro; c’è un fiume di umiltà che sgorga dalla terra e, dividendosi in quattro rami, irriga tutto questo luogo incantato: sono le quattro virtù cardinali.

262. Lo Spirito Santo, per bocca dei santi Padri, chiama anche la santa Vergine: 1) la porta orientale, per la quale il sommo sacerdote Gesù Cristo entra ed esce nel mondo; vi è entrato la prima volta per mezzo di lei e vi verrà la seconda; 2) il santuario della Divinità, il riposo della Santissima Trinità, il trono di Dio, la città di Dio, l’altare di Dio, il tempio di Dio, il mondo di Dio. Tutti questi differenti titoli e lodi sono verissimi, rispetto alle differenti meraviglie e grazie che l’Altissimo ha operato in Maria. Oh! che ricchezze! Oh! che gloria! Oh! che gioia! Oh! che felicità poter entrare e dimorare in Maria, dove l’Altissimo ha posto il trono della sua gloria suprema!

263. Ma quanto è difficile a dei peccatori come siamo noi avere il permesso e la capacità e la luce per entrare in un luogo così alto e così santo, che è custodito non da un cherubino, come l’antico paradiso terrestre, ma dallo Spirito Santo stesso che ne è divenuto il padrone assoluto, della quale dice: «Giardino chiuso tu sei, sorella mia, sposa, giardino chiuso, fonte sigillata» (Ct 4,12). Maria è chiusa; Maria è sigillata; i miseri figli di Adamo ed Eva, cacciati dal paradiso terrestre, possono entrarvi solo per una grazia particolare dello Spirito Santo, che devono meritare.

264. Dopo che, con la propria fedeltà, si è ottenuta questa grazia insigne, bisogna dimorare nel bell’interno di Maria con compiacenza, riposarsi in pace, appoggiarsi con fiducia, nascondersi con sicurezza e perdersi senza riserve, affinché in questo seno verginale: 1) l’anima sia nutrita del latte della sua grazia e della sua misericordia materna; 2) sia liberata dai suoi turbamenti, timori e scrupoli; 3) sia al sicuro da tutti i suoi nemici, il demonio, il mondo e il peccato, che non vi hanno mai avuto accesso: per questo ella dice che quelli che operano in lei non peccheranno: «Chi opera in me non peccherà» (Sir 24,21), cioè quelli che dimorano nella santa Vergine in spirito non faranno peccati rilevanti; 4) affinché sia formata in Gesù Cristo e Gesù Cristo sia formato in lei: perché il suo seno è, come dicono i Padri, la sala dei segreti divini, dove sono stati formati Gesù Cristo e tutti gli eletti: «L’uno e l’altro è nato in essa» (Sal 87,5).

Per Maria

265. Infine bisogna fare tutte le proprie azioni per Maria. Perché, siccome ci si è consacrati interamente al suo servizio, è giusto che si faccia tutto per lei come un domestico, un servo e uno schiavo; non che la si consideri il fine ultimo dei propri servizi, che è solo Gesù Cristo, ma il proprio fine prossimo, il proprio intermediario misterioso e il proprio mezzo facile per andare a lui. Come un buon servo e schiavo, non bisogna rimanere oziosi; ma bisogna, sostenuti dalla sua protezione, intraprendere e fare grandi cose per questa augusta Sovrana. Bisogna difendere i suoi privilegi quando sono messi in discussione; bisogna difendere la sua gloria quando è attaccata; bisogna attirare tutti, potendolo, al suo servizio e a questa vera e solida devozione; bisogna parlare e gridare contro quelli che abusano della sua devozione per oltraggiare suo Figlio, e nello stesso tempo stabilire questa vera devozione; non bisogna pretendere da lei, come ricompensa dei propri piccoli servizi, che l’onore di appartenere a una così amabile Principessa e la felicità di essere per mezzo di lei uniti a Gesù, suo Figlio, con un legame indissolubile nel tempo e nell’eternità.

Dal ‘Trattato della vera devozione alla santa Vergine’ di  San Luigi Maria Grignion de Montfort

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I devoti scrupolosi

Posté par atempodiblog le 24 février 2014

I devoti scrupolosi dans Citazioni, frasi e pensieri x3weix

94. I devoti scrupolosi sono persone che temono di disonorare il Figlio onorando la Madre, di abbassare l’uno elevando l’altra. Non sanno accettare che vengano attribuite alla Santa Vergine le lodi giustissime che le hanno dato i santi Padri; accettano con difficoltà che vi sia più gente inginocchiata davanti all’altare della Santa Vergine che davanti al Santissimo Sacramento, come se l’uno fosse contro l’altro, come se coloro che pregano la Santa Vergine non pregassero Gesù Cristo per mezzo di lei! Non vogliono che si parli Spesso della Vergine Santa e che ci si rivolga a lei tanto di frequente. Ecco alcune loro affermazioni ricorrenti: A che servono tanti Rosari, tante confraternite e tante pratiche esteriori di devozione mariana? Quanta ignoranza in questi casi! Si mette in ridicolo la nostra fede! Parlatemi di chi è devoto di Gesù Cristo (e lo nominano senza scoprirsi il capo, lo dico tra parentesi): bisogna ricorrere a Gesù Cristo, è lui il nostro unico mediatore; bisogna pregare Gesù Cristo, ecco ciò che è serio! Quanto essi dicono è vero da una parte, ma l’applicazione che ne fanno, per impedire la devozione alla Santa Vergine, è molto pericolosa; è un tranello del demonio, con il pretesto di un bene maggiore; infatti non si onora di più Gesù Cristo che quando si onora molto la Santa Vergine; si onora lei allo scopo di onorare più perfettamente Gesù Cristo; si va infatti a lei come alla strada per giungere al traguardo del cammino, che è Gesù.

95. La Santa Chiesa, con lo Spirito Santo, benedice prima la Santa Vergine e poi Gesù Cristo: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo, Gesù”. Non perché la Santa Vergine sia, più di Gesù Cristo, o uguale a lui: sarebbe un’eresia intollerabile; ma è che per benedire più perfettamente Gesù Cristo, bisogna prima benedire Maria. Diciamo dunque con tutti i veri devoti della Vergine Santa, contro questi falsi devoti scrupolosi: “O Maria, tu sei benedetta tra tutte le donne e benedetto è il frutto del tuo grembo, Gesù”.

Dal ‘Trattato della vera devozione alla santa Vergine’ di  San Luigi Maria Grignion de Montfort

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Maria, la sacra calamita

Posté par atempodiblog le 29 janvier 2014

Maria, la sacra calamita dans Citazioni, frasi e pensieri abic92

Maria è la sacra calamita che, dovunque si trovi attira così fortemente l’eterna Sapienza, che questa non può resistere. E’ la calamita che l’ha attirata sulla terra per tutti gli uomini e che l’attira ancora, ogni giorno, in ogni anima dove Maria dimora. Se giungiamo ad avere Maria dentro di noi, facilmente ed in poco tempo, per la sua intercessione, avremo anche la divina Sapienza.
Di tutti i mezzi per avere Gesù Cristo, Maria è il più sicuro, il più facile, il più breve e il più santo. Facessimo pure spaventose penitenze, penosissimi viaggi e laboriosissime fatiche, spargessimo perfino sangue per acquistare la Sapienza, se in tutti questi sforzi non entrassero l’intercessione e la devozione alla Vergine santa, sarebbero mutili ed incapaci di ottenerla.
Ma se Maria dice una parola per noi, se in noi regna il suo amore, se abbiamo l’impronta dei suoi fedeli servi che custodiscono le sue vie, allora, presto e con poca fatica, avremo la Sapienza divina.

Tratto da: L’Amore dell’Eterna Sapienza di San Luigi Maria Grignion de Montfort

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Il beato Alano de la Roche e le promesse della Santa Vergine sul Rosario

Posté par atempodiblog le 8 septembre 2013

Beato Alano de la Roche (domenicano bretone)
Bretagna, Francia, 1428 – Zwolle; Olanda, 8 settembre 1475
Memoria liturgica: 8 settembre

Il beato Alano de la Roche e le promesse della Santa Vergine sul Rosario dans Preghiere ygk2

Il domenicano Alano de la Roche fu apostolo della diffusione del Rosario, preghiera mariana che lui preferì chiamare “Salterio della Vergine”. Fissò il numero di 150 Ave Maria, divise a decadi, intercalate da 15 Pater Noster; inoltre stabilì i temi di meditazione che oggi chiamiamo “misteri gaudiosi, dolorosi, gloriosi”. Tradizionalmente venerato come beato in tutta Europa e nell’Ordine Domenicano, non è mai stato ufficialmente beatificato.

Etimologia: Alano = dal latino Alanus, dal nome della popolazione degli alani

Tratto da: Santi e beati

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lti0 dans San Luigi Maria Grignion de Montfort

“Dopo che il beato Alano della Roche rinnovò questa devozione al Salterio di Maria, la voce popolare, che è la voce di Dio, gli conferì il nome di Rosario, che significa ‘corona di rose’. Vuol dire che tutte le volte che qualcuno recita, in modo conveniente, il suo Rosario, deposita sul capo di Gesù e di Maria una corona formata da rose bianche e rose rosse del Paradiso, le quali non perderanno mai la loro bellezza ed il loro splendore. La Santissima Vergine approvò e confermò questo nome di Rosario, rivelando a suoi devoti che essi Le avrebbero presentato tante e gradevoli rose quante Ave Maria avessero recitato in suo onore; e tante corone di rose quanti fossero stati i Rosari recitati da loro”.

San Luigi Maria Grignion de Montfort

divisore dans Medjugorje

Il Santo rosario. Le promesse date al Beato Alano de La Roche dalla Santa Vergine

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1. A tutti quelli che devotamente reciteranno il mio Rosario, io prometto la mia protezione speciale e grandissime grazie.

2. Chi persevererà nella recitazione del mio Rosario riceverà grazie preziosissime.

3. Il Rosario è un’arma potente sarà contro l’inferno; esso distruggerà i vizi, libererà dal peccato, dissiperà le eresie.

4. Il Rosario farà fiorire le virtù e le buone opere e otterrà alle anime le più abbondanti misericordie di Dio; Esso sostituirà nei cuori degli uomini l’amor vano del mondo con l’amore di Dio, elevandoli al desiderio dei beni celesti ed eterni.

5. Chi confiderà in me recitando il Rosario, non sarà soverchiato dalle avversità.

6. Chi reciterà devotamente il Rosario, meditando i misteri, non sarà punito dalla giustizia di Dio, se . peccatore, si convertirà; il giusto crescerà nella grazia e diverrà degno della vita eterna.

7. I veri devoti del mio Rosario, nell’ora della morte, non moriranno senza i Sacramenti.

8. Coloro che recitano il mio Rosario troveranno durante la loro vita e nell’ora della loro morte, la luce di Dio e la pienezza delle sue grazie e parteciperanno dei meriti dei Beati in Paradiso.

9. Ogni giorno Libererò dal Purgatorio le anime devote del mio Rosario.

10. I veri figli del mio Rosario gioiranno di una grande gloria in cielo.

11. Tutto quello che chiederete con il mio Rosario, lo otterrete.

12. Coloro che diffonderanno il mio Rosario saranno soccorsi da me in tutte le loro necessità.

13. Io ho ottenuto da mio Figlio che tutti i devoti del Rosario abbiano per fratelli durante la vita e nell’ora della morte i santi del cielo.

14. Coloro che recitano fedelmente il mio Rosario sono tutti miei figli amatissimi, fratelli e sorelle di Gesù Cristo.

15. La devozione al mio Rosario è un grande segno di predestinazione.

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La chiesa di San Sulpizio, a Parigi, dove il Montfort celebrò la sua prima Messa

Posté par atempodiblog le 13 août 2013

Saint Sulpice, monumento di architettura e di fede

- L’interno, capolavoro dello stile classico francese, porta soprattutto il marchio dell’architetto Gittard risalente al 1660.

- La facciata, a cui è collegato il nome di Servandoni, é fatta di elementi aggiunti dopo il 1750.

Fonte: Église Saint Sulpice Paris

La chiesa di San Sulpizio, a Parigi, dove il Montfort celebrò la sua prima Messa dans Apparizioni mariane e santuari igfc

San Luigi Maria Grignion de Montfort [...] nel fiore dei suoi vent’anni, nel seminario di San Sulpizio a Parigi (non lontano da Rue du Bac) dove, nel 1700, venne ordinato sacerdote. Ha celebrato la prima Messa proprio nella chiesa di San Sulpizio, nella cappella dedicata alla Beata Vergine Maria: “Vidi un uomo come un angelo all’altare”, dirà un testimone.

Tratto da: Pellegrino a quattro ruote — Padre Livio Fanzaga

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