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Il Cuore Eucaristico di Gesù

Posté par atempodiblog le 1 juin 2013

Il Cuore Eucaristico di Gesù dans Citazioni, frasi e pensieri Adorazione

“Non si può negare che la devozione, la quale ci mette maggiormente davanti all’amore di Dio e maggiormente ricorda e comunica l’amore, è quella del Sacro Cuore di Gesù considerato specialmente nel suo immolarsi per noi e nel suo darsi a noi e nel suo offrirsi in sacrificio per noi e nel suo darsi in sacramento a noi; dico di quella devozione sintetica che va sotto il bel nome del Cuore Eucaristico di Gesù”.

“O SS. Vergine Maria accoglici nel Tuo Cuore Immacolato e formaci secondo l’adorabile Cuore Eucaristico di Gesù”.

Beato Giustino Maria della Santissima Trinità Russolillo

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Offerta del cuore a Maria

Posté par atempodiblog le 31 mai 2013

Offerta del cuore a Maria dans Don Dolindo Ruotolo madonnamaggioges

L’anima: O Maria, o Madre mia cara, sono giunta alla fine del tuo mese, e mi sento nel cuore un rammarico: in questo tempo mi affidai a te, e tu, da buona Mam­ma mia, mi conducesti per mano e mi inse­gnasti tante verità. Ora che è terminato il mese mi pare quasi di rimanere abbando­nata a me stessa. Sono inesperta, debole, miserabile, ho bisogno sempre di te, Mam­ma mia, e perciò Ti affido e Ti consacro tutto il mio cuore.
Eccolo, lo metto nelle Tue mani, lo affido alla Tua misericordia. Lo accetti Tu, o buona Mamma? Io Te lo do senza riserve, perché so bene che dandolo a Te lo do a Dio. Tu sei mediatrice tra Lui e la creatura, Tu sei l’Avvocata dei poveri peccatori, Tu sei la speranza nostra!

La Madonna: Vieni, o mia piccola figlia, io Ti ricevo e Ti accolgo nel mio Cuore. Qui è il tuo rifugio, il tuo asilo di pace; Io ti suggello in esso… Vieni a Me! Questo Mio Cuore è la via del Cielo; Io ti faccio passare per Me per condurti un giorno in seno a Dio. Confida in Me, confortati. Passerà il tuo esilio penoso, e ti accompagnerò Io stessa nella Patria celeste.

Il mese di Maggio è terminato, ma non è terminato il Mio amore per te: Io ti be­nedico. Vivi in pace, in comunione con Gesù Eucaristia, vivi una vita di rassegnazione alla Volontà di Dio, di preghiera e di ca­rità; fuggì il peccato, ama la virtù… un giorno Mi vedrai in Cielo e finiranno tutte le tue ansietà e le tue pene. Amen.

Giaculatoria: Dolce Cuore di Maria, siate la salvezza mia.

Fioretto: Passate questo giorno in atto di fiducia incondizionata a Maria.

di Don Dolindo Ruotolo
Una profonda riforma del cuore alla scuola di Maria – Casa Mariana

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La vittoria dei due Cuori

Posté par atempodiblog le 27 novembre 2012

La vittoria dei due Cuori dans Anticristo Medaglia-Mirasolosa

Le apparizioni di Rue du Bac sono fondamentali perché annunciano i tempi nuovi, in cui Satana cerca di impossessarsi di quello che è il continente che ha illuminato il mondo dal punto di vista cristiano, cioè l’Europa, tentando di sconfiggere Cristo colpendone il vicario in terra: ecco perché in tutte le apparizioni mariane dei tempi moderni c’è sempre di mezzo la figura del papa: del papa perseguitato, del papa colpito, del papa a cui si spara addosso.

La Madonna che schiaccia la testa al Serpente ci dice quindi che è cominciata la battaglia, ma nel medesimo tempo già preannuncia la vittoria: il globo che tiene in mano, in segno di offerta, è il simbolo della vittoria del Cuore Immacolato, della vittoria della santità, della fedeltà, dell’obbedienza, sull’immoralità, sull’incredulità e sulla disobbedienza. Se ci fermassimo all’immagine del Serpente che avvolge l’emiglobo terrestre potremmo dunque dire che questa in fondo è la situazione presente del mondo sotto l’attacco satanico. Ma se guardiamo al globo sormontato dalla croce, ecco che in essa scorgiamo la garanzia della vittoria finale: il mondo che era avvolto dalle diaboliche spire verrà presto ricondotto alla signoria di Cristo che ha vinto, con la croce, il potere delle Tenebre.

Questa prospettiva di vittoria diventa ancor più chiara se seguiamo il racconto di Caterina, laddove descrive l’immagine che costituirà poi la Medaglia Miracolosa, dicendo che un ovale si forma attorno all’apparizione ed della vede scriversi in un semicerchio questa invocazione, prima sconosciuta: “O Maria, concepita senza peccato, prega per noi  che ricorriamo a Te”, scritta il lettere d’oro. Subito dopo la medaglia si gira e Caterina vede il rovescio: in alto una croce sormonta la “M” di Maria e la “I” di Jesus, in basso due cuori, l’uno incoronato di spine, quello di Gesù, l’altro trapassato da una spada, quello di Maria.

Caterina ode allora queste parole: «Fai coniare una medaglia, secondo questo modello. Coloro che la porteranno con fede riceveranno grandi
grazie».

La medaglia miracolosa pare un esplicito invito di Maria a consacrarsi al Cuore di Gesù tramite il Suo Cuore Immacolato, e in ciò si trova
il richiamo esplicito ai temi montfortiani della consacrazione all’Immacolata e degli ultimi tempi.

Tutte le apparizioni mariane moderne, direttamente o indirettamente, hanno per tema i due Cuori, anche quelle di Medjugorje: dicono cioè che la vittoria sarà del Cuore di Cristo mediante il Cuore Immacolato di Maria, perché la vittoria sarà quella dell’Amore, cioè della Misericordia che Gesù userà nei confronti di questo mondo.

Tratto da: I segreti di Medjugorje di Padre Livio Fanzaga e Diego Manetti

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Il Cuore di Maria

Posté par atempodiblog le 19 octobre 2012

Il Cuore di Maria dans Citazioni, frasi e pensieri 2d7sqgx

“Il Cuore di Maria ha amato ed ama più Dio che tutto il paradiso insieme: voglio dire più che tutti gli angeli e santi che sono stati, sono e saranno”.

San Paolo della Croce

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Il Cuore Sacro e Misericordioso di Gesù

Posté par atempodiblog le 16 octobre 2012

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Simbolo dell’amore di Dio per l’uomo, il Cuore di Gesù è oggetto di una diffusa devozione popolare. Ma anche segno della vera fede in Dio misericordioso e buono.
Ciò che non ha capito il Giansenismo.

Tra le devozioni, vie facili eppure importanti di rapporto con il divino, spesso Suggerite dall’Alto tramite rivelazioni private, riconosciute dalla Chiesa, occupa un posto preminente la devozione al Sacro Cuore di Gesù che si intreccia strettamente a quella di Gesù misericordioso. Vediamo come sono nate e quale sia il loro significato.
Da sempre la fede nella incarnazione del Verbo di Dio in Gesù di Nazareth morto, risorto e infine asceso al Cielo, ha portato non solo a riconoscere la pienezza in Lui delle due nature, quella divina e quella umana, ma anche ad adorare questo corpo glorioso in Paradiso e, insieme, realmente presente nella Eucaristia.
Per aiutare e confermare questa nostra fede in Cristo Redentore e Mediatore, la pietà divina nel corso di duemila anni ha spesso inviato segni straordinari di cui rimangono importanti tracce. Basterà, per esempio, ricordare il miracolo eucaristico di Lanciano: il pane e il vino appena consacrati da un monaco delI’VIII secolo, che dubitava della presenza reale, si trasformarono in carne e sangue.
Conservatisi intatti per oltre dodici secoli, passarono nel 1970-71 e poi ancora nel 1981 al vaglio della scienza che non solo confermò che si trattava di vera carne e di vero sangue, ma che la carne era costituita da tessuto cardiaco (in sezione sono presenti miocardio, nervo vago, ventricolo sinistro) e il sangue da plasma umano dello stesso gruppo di quello presente sulla Sindone.
Una testimonianza sconvolgente, se appena ci lasciassimo coinvolgere. Ma, come dice Pascal, “vi è abbastanza luce per chi vuoi vedere e abbastanza tenebre per chi non vuoi vedere”.
Questo Cuore di Gesù che opera silente, eppure straordinariamente presente, da un’altra manifestazione straordinaria di sé nella Francia del ’600 che iniziava ad essere percorsa dal gelido brivido del Giansenismo. Si trattava di una sorta di riscoperta del divino in chiave di timore, un rispetto trepido che sfociava in una ricerca di purezza che si faceva lontananza, mancanza di confidenza, di abbandono, e che infatti la Chiesa condannerà.
Ebbene,  proprio in quegli anni, in un convento di Visitandine di Paray-le-Monial, un’umile suora, Margherita Maria Alacoque, verrà ripetutamente visitata da Gesù che le affiderà la missione di richiamare la Francia e il mondo “alle meraviglie del suo amore, ai segreti inesplicabili del Sacro Cuore”. “Il mio divin cuore” le dirà “è così appassionato d’amore per gli uomini che, non potendo più racchiudere in sé le fiamme della sua ardente carità, bisogna che le espanda”. È il linguaggio del Cantico dei Cantici, dell’innamorato che insegue la sulammita fino a possederla; del Vangelo che porta memoria di quel discepolo, tanto amato da Gesù, che gli appoggia il capo sul petto, presago della passione che attende il Maestro. È certamente il ribaltamento dell’ottica giansenista. È la riaffermazione di un Dio vicino, che vuoi dare e ricevere amore in un rapporto libero e, proprio per questo, appassionato e coinvolgente. Una successiva visione a santa Alacoque, ci lascerà un segno anche visivo di quell’Amore che ha nel cuore il suo simbolo principale. Il Cuore divino apparirà su un trono di fiamme più raggiante del sole, trasparente come il cristallo, circondato da una corona di spine e sormontato da una croce. Elementi che indicano la gloria della risurrezione ma che ricordano al contempo il passaggio doloroso della passione e della morte. Pio X, nel 1920, proclamerà santa la veggente; Pio XI, nel 1928, estenderà alla Chiesa universale la festa del Sacro Cuore, che Gesù stesso aveva chiesto fosse celebrata il venerdì che segue l’ottava del Corpus Domini, con un significato riparatore delle offese ricevute sotto le specie eucaristiche.
Solo tre anni dopo quella decisione di Pio XI, a un’altra umile suora di un convento polacco, suor Maria Faustina Kowalska, veniva concesso un altro segno straordinario legato al Cuore di Gesù. Agli uomini del XX secolo, stretti tra i massacri di due guerre mondiali, che avrebbero conosciuto gli orrori del marxismo e del nazismo, Gesù voleva ricordare che si può sperare, che esiste un rifugio sicuro contro l’angoscia individuale e collettiva, che vi è la possibilità di ricevere e di dare perdono, che Dio è misericordia che si esprime tramite il Cuore di Gesù. A suor Faustina il Signore apparve vestito di una veste bianca, una mano alzata per benedire, mentre l’altra toccava sul petto la veste, che ivi, leggermente scostata, lasciava uscire due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro pallido. “I due raggi – Gesù le spiegò – rappresentano il sangue e l’acqua. Il raggio pallido rappresenta l’acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il sangue che è la vita delle anime. Entrambi i raggi uscirono dall’intimo della mia misericordia, quando sulla croce il mio Cuore già in agonia venne squarciato con la lancia”. Gesù chiede alla veggente di dipingere un’immagine secondo il modello della visione con sotto scritto “Gesù, confido in te”.
E aggiunge il desiderio che venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua: questa domenica avrebbe dovuto essere proclamata la Festa della Misericordia. In quel giorno la Chiesa leggeva il Vangelo di Giovanni che descrive l’apparizione di Gesù risorto nel Cenacolo e l’istituzione del sacramento della penitenza. L’immagine rappresenta così il Salvatore risorto che porta agli uomini la pace e la speranza con la remissione dei peccati ottenuti mediante la sua morte in croce.
I tempi del riconoscimento ufficiale saranno, in questo caso, più brevi. Suor Faustina, morta nel 1938, verrà beatificata da Giovanni Paolo II nel 1993, canonizzata nel 2000 e nel 1994 la Congregazione per il Culto approverà la Messa votiva.
Quel Cuore pieno di amore così spesso incompreso, riproposto all’attenzione del mondo nel Seicento tramite Margherita Maria, si svela, dunque, come infinita misericordia nel Novecento tramite Faustina. In entrambi i casi un richiamo potente al fatto che al centro del Mistero cristiano non sta un Dio impassibile, lontano ordinatore del mondo, ma il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, il Dio di Gesù Cristo.
Quel Dio che, con il suo Cuore divino-umano, cerca ogni uomo per inserirlo nella stessa vita divina, per trasmettergli il suo Santo Spirito.
Per questo nel cristianesimo non sono necessarie tecniche di ascesi raffinate e particolari. Uno solo è il segreto che tutto muove: corrispondere umilmente a questo amore che viene rivelato, fidarsi e abbandonarsi ad esso. Basta avere un granello di fede: allora sarà possibile, per Grazia, giungere a spostare pure le montagne.
Questa è anche la logica sottesa alle promesse collegate alle visioni delle due suore. Alla prima. Gesù raccomandò di diffondere la pratica dei primi venerdì del mese e dell’ora santa di adorazione. Alla seconda, chiese di promuovere il culto dell’immagine di Gesù misericordioso. In entrambi i casi, promise ai devoti la salvezza eterna e molte grazie in vita.
Spesso le critiche si sono scagliate contro queste pratiche, giudicate una sorta di patto di scambio un po’ banale legato a forme di spiritualità infantile e superate. È proprio vero? O non si tratta piuttosto del modo di agire di un Dio che non vuole spegnere il lucignolo fumigante? Un Dio che propone vie semplici (come, appunto, la pratica dei primi venerdì del mese o il culto reso tramite un’immagine alla sua misericordia) a una fede incerta e traballante come appunto quella di una fiammella così piccola che rischia continuamente di spegnersi? La nostra umanità ha necessità di segni, di eventi tangibili che parlino allo spirito anche attraverso i sensi, di piccoli gesti dalle conseguenze profonde.
II Signore che ci ha fatto ben lo sa. Per questo sbriciola per noi in piccoli bocconi il pane della salvezza, affinché ci sia più facile cibarci e con essi nutrirci.

di Rosanna Brichetti Messori – Il Timone

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Il Sangue di Cristo unica ragione della vita dell’uomo

Posté par atempodiblog le 1 juillet 2012

Come giugno è il mese del Sacro Cuore, luglio è il mese che la Chiesa consacra al culto del Preziosissimo Sangue del Redentore. Qualche breve parola di meditazione per aiutarci a compenetrare meglio il mistero più adorabile di tutta la religione cristiana: il ruolo salvifico di quel Sangue sparso per la nostra salvezza.
di Corrado Gnerre – Radici Cristiane

Il Sangue di Cristo unica ragione della vita dell'uomo dans Articoli di Giornali e News

Né efficientismo né intellettualismo
Oggi la vita cristiana corre due grossi pericoli: l’efficientismo e l’intellettualismo.

L’efficientismo è la riduzione del Cristianesimo a “fare”: fare apostolato, fare volontariato, beneficenze, convegni, incontri, ecc.
L’intellettualismo cristiano è invece aderire a Cristo solo intellettualmente. Per esempio: la convinzione di meritarsi la salvezza solo credendo in Dio; quasi come se Dio avesse bisogno che si creda in Lui. Lucifero, quando si ribellò, non dubitava affatto dell’esistenza di Dio e successivamente non ne ha mai dubitato, eppure è lì, nell’inferno.

Senza la vita di Grazia, il Cristianesimo non c’è
C’è un’immagine che Gesù utilizza per significare quello che deve essere la vita del cristiano. È quella della vite e dei tralci: «Io sono la vite e voi i tralci, se i tralci non sono innestati nella vite, si seccano, non portano frutto e devono essere buttati nel fuoco» (Gv.15,5).

In questa espressione non compare la parola “linfa”, ma, se si riflette bene, è proprio la linfa la vera protagonista. I tralci portano frutto se, innestati nella vite, scorre in loro la linfa vitale; altrimenti si seccano. Ebbene, secondo metafora, la linfa è la Grazia, cioè la vita divina donata al cristiano attraverso la redenzione operata da Cristo.
Senza la Grazia, si possono fare le cose più grandi e belle, non varranno mai per la vita eterna. Il cristiano “può portare frutto” solo quando in lui scorre la “linfa”. L’uomo, solo vivendo nella Grazia, può conquistare la felicità eterna.
Facciamo un esempio: siamo in un grande magazzino, c’è un prodotto che vogliamo acquistare, ma costa 200 euro. Contiamo i soldi che abbiamo nel portamonete e ci rendiamo conto che neppur lontanamente possiamo arrivare a quella cifra. Malgrado il desiderio, non potremmo mai arrivare con le nostre forze (in questo caso con i denari) ad acquistare quel prodotto tanto desiderato. A maggior ragione questo deve dirsi per la felicità eterna: l’uomo non può dare a se stesso ciò che non possiede in natura. Può l’uomo darsi l’assoluto, lui che assoluto non è? Può darsi l’Infinito, lui che infinito non è?
Oggi molti si chiedono: ma è proprio importante essere praticanti, convivere con Dio? L’uomo non può salvarsi solo facendo il bene? Se così fosse, diventerebbe salvatore di se stesso; e se così fosse, dovremmo piuttosto chiederci: perché Dio si è incarnato ed è morto per noi, perché ha effuso il suo Sangue? Tutto il mistero di Cristo si nullificherebbe.  
La salvezza dell’uomo si riconduce inevitabilmente al Sangue di Cristo… ed è il Sangue di Cristo che ci fa capire che il Cristianesimo non è né efficientismo (fare, fare, fare…) né una pura astrazione intellettuale (credere in Dio e basta).
Noi non saremo giudicati né sull’efficientismo né sul semplice credere in Dio, ma sull’amore a Dio. Amare Dio significa convivere con il Signore, sostituire il proprio criterio di giudizio con il criterio di giudizio di Gesù: «Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me» (Galati, 2,20).

Le due ricerche possibili: il Graal magico e il Graal religioso.
Il Sangue di Cristo è così importante per la vita dell’uomo che ad esso si ricollegano anche i due fondamentali atteggiamenti che l’uomo può avere per la sua vita e per la sua possibile salvezza: l’atteggiamento magico (innaturale e illegittimo) e l’atteggiamento religioso (naturale e legittimo).

Al Sangue di Cristo è legato l’oggetto del Graal, ovvero il calice che Gesù utilizzò nell’ultima cena, cioè quando istituì l’Eucaristia e trasformò il vino nel suo Sangue.
Due tipi di atteggiamento dunque… e infatti due sono i motivi per cui il Graal è stato oggetto di numerose leggende. Primo: perché è stato visto come l’oggetto “magico” per eccellenza. Secondo: per il contrario, perché è stato visto anche come l’oggetto “religioso” per eccellenza. 
La magia è un atteggiamento di “potere” con il quale l’uomo pretende mettersi al di sopra del divino; anzi, pretende di divinizzare se stesso. La religione è invece il contrario; è un atteggiamento non di potere ma di “servizio” con cui l’uomo, riconoscendosi creatura, si sottomette al divino.
Nella tradizione tanto esoterica (la verità sarebbe nascosta e solo per pochi) quanto occultistica (la verità sarebbe il frutto del potere della mente che può mutare a proprio piacimento la realtà) il Graal è stato visto come l’oggetto per eccellenza affinché l’uomo potesse impadronirsi dell’onniscienza e dell’immortalità; insomma, lo strumento per realizzare il desiderio dei desideri: la propria divinizzazione.
In queste tradizioni (esoterica ed occultistica) la figura di Gesù è stata spesso vista in chiave gnostica. Gesù sarebbe il modello da imitare, sì, ma non nel senso del Dio-fatto-uomo quanto dell’uomo-che-diventa-Dio. Il Verbo sarebbe il divino buono che è presente a mò di scintilla in ogni uomo.
Incarnandosi, questo Verbo avrebbe insegnato all’uomo come liberarsi dalla prigionia del corpo e quindi come spogliarsi del peso dell’individualità (l’apparente creaturalità) per riunirsi al divino originario. In tale prospettiva il Graal è una sorta di materializzazione di questa convinzione e di questa aspirazione.
Ma abbiamo detto che il Graal può essere considerato anche in maniera totalmente diversa, come il segno che riconduce al vero senso della vita, cioè all’appartenenza al divino.
Nel Graal il vino fu trasformato nel Sangue di Cristo, cioè in quel Sangue che è segno dell’Amore per eccellenza, dell’offerta di Dio all’uomo per la salvezza dell’uomo. Il Graal, quindi, è il segno del bisogno di Dio, di quanto l’uomo abbia avuto e abbia ancora necessità di Dio.
In questa prospettiva il Graal è la vita; e, la sua ricerca, il vero senso della vita. Secondo le celebri saghe bretoni per poter occupare l’ambito “seggio del pericolo” occorreva una condizione indispensabile: essere puri di cuore. Cioè per realizzare pienamente la vocazione fondamentale (la ricerca del Graal, cioè la ricerca non semplicemente di Dio, ma della salvezza operata da Dio) non era necessario possedere tanto le capacità intellettuali quanto aprire il proprio cuore e praticare l’esercizio della virtù.
La vocazione fondamentale è il compito su cui l’uomo si gioca veramente tutto, non a caso nelle saghe bretoni si parla di seggio del pericolo, ovvero di seggio dove l’uomo mette in gioco tutta la sua vita.
La teologia cattolica afferma che nel Sacrificio eucaristico il sacerdote agisce in persona Christi, il che vuol dire che ogni qualvolta il sacerdote consacra, le sue mani non sono più le sue mani ma le mani stesse di Cristo. Ciò vale anche per gli oggetti che sono utilizzati in questo Sacrificio: il calice non è più quel calice che fu acquistato in un determinato negozio, ma diventa, in quel preciso momento, veramente il Graal.

Il modello di Parsifal: il Sangue di Cristo come vera risposta.
Ogni uomo dovrebbe porsi dinanzi alla propria esistenza secondo il modello della figura di Parsifal. Interessa poco sapere della sua esistenza storica; interessa piuttosto tener presente che la sua vita è vera, in quanto vita offerta alla ricerca di ciò che rappresenta veramente il Tutto dell’esistenza umana: il Sangue di Cristo.

Parsifal è senz’altro un eroe antimoderno. Lo è perché sa che la vita va spesa non solo nella dimensione orizzontale (aiutare gli altri), che è pure importante, ma soprattutto in quella verticale. Parsifal sa bene che l’uomo, più che del cibo materiale, ha bisogno di ciò che davvero può riempire la sua esistenza, la risposta totale per tutte le proprie ansie: il Sangue di Cristo. 
Nell’ottimo film di Mel Gibson, The Passion, c’è una scena piena di significato. Dopo la flagellazione e l’allontanamento di Gesù dalla Colonna, la Vergine e Maria Maddalena si calano e, quasi strisciando, asciugano il sangue di Gesù con dei panni dati loro dalla moglie di Pilato.
Il regista giustamente indugia su questo gesto: asciugare e raccogliere il Preziosissimo Sangue di Gesù affinché non vada perso. Gli sguardi delle donne esprimono chiaramente l’importanza di quel Sangue divino. Si può senz’altro dire che una tale scena ha il pregio di sintetizzare tutto il Cristianesimo: è proprio in quell’attenzione e in quell’adorazione l’unica ragione della vita dell’uomo.

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Santa Margherita Maria Alacoque, apostola del Sacro Cuore

Posté par atempodiblog le 8 juin 2012

Santa Margherita Maria Alacoque, apostola del Sacro Cuore
Una prediletta di Dio è stato lo strumento per portare il culto del Sacro Cuore nel mondo.
di Veronica Rasponi – Radici Cristiane

Santa Margherita Maria Alacoque, apostola del Sacro Cuore dans Angeli

“È qui che ti voglio”. Era il 25 maggio 1671 e Margherita, dopo aver girato vari monasteri, era appena arrivata nel convento della Visitazione di Paray-le-Monial. Il Signore la vuole in questo luogo perché da quella piccola cittadina della Francia centrale Egli vuole diffondere al mondo intero la devozione al suo Sacratissimo Cuore.

Una Francia in pericolo
La Francia di quegli anni era imbevuta di spirito giansenista, il fervore dei fedeli si era molto raffreddato e anche nei conventi il sottile veleno dell’eresia era riuscito ad alterare il vero spirito del Vangelo.

Il Signore cercava un’anima che gli appartenesse totalmente e Margherita non si tirò mai indietro: nello spazio di pochi anni, venne preparata, al crogiuolo della sofferenza e della mortificazione, alla grande missione che Gesù aveva preparato per lei: essere l’apostola del Sacro Cuore.
Pochi anni dopo la sua morte, più di 300 confraternite erano dedicate al Sacro Cuore e il 6 febbraio 1756 Clemente XIII ne istituì la festa che venne estesa alla Chiesa universale dal beato Pio IX nel 1865.

Prescelta da Cristo
Ma chi era Margherita Alacoque? Era nata il 22 luglio 1647 nella diocesi di Autun, in Francia, da Claudio Alacoque, giudice e notaio regio, e da Filiberta Lamyn. Fin dalla più tenera età, la bruttezza del peccato la faceva inorridire. Tale era il suo desiderio di riparare le offese che venivano fatte a Dio con il peccato che, ancora giovanissima (tra i 5 e i 7 anni), pronunciò il voto di castità perpetua.
All’età di otto anni, rimasta orfana di padre, Margherita venne affidata alle suore di Santa Chiara. Dalle suore, Margherita ricevette all’età di nove anni la prima Comunione. Questo primo contatto con Gesù segnò profondamente la sua anima che da quel momento non riuscì più a trovar gusto per nessun divertimento.
Desiderava tanto rimanere per sempre dalle suore di Santa Chiara ma improvvisamente una malattia la costrinse a letto e la mamma decise di riportarla a casa. “Le ossa doloranti sembravano conficcarsi nella pelle per tutto il corpo” raccontava successivamente Margherita che per quattro anni non poté neanche camminare. Nulla portava sollievo al suo stato tanto che la madre decise di fare un voto alla Santissima Vergine promettendole che, se fosse guarita, sarebbe divenuta una delle sue figlie. Non appena il voto venne formulato, la piccola Margherita guarì.
Rinata al mondo, Margherita iniziò a sentire tutto il fascino della libertà, delle occasioni mondane, dei discorsi futili, degli abiti eleganti. Ma Dio aveva altri disegni su quella figlia prediletta e voleva fosse tutta per Lui. Cominciò dunque a prepararla conducendola amorosamente per un lungo cammino nel quale non mancarono grandi prove ma anche grazie e consolazioni indicibili.
Ma finalmente, vinte le forti resistenze familiari, riuscì ad entrare nel monastero della Visitazione di Paray-le-Monial. Il 25 agosto 1671 ebbe luogo la Vestizione della nuova postulante al quale venne dato il nome di Margherita Maria. Gesù continuava ad arricchire la sua prediletta di copiosi doni che lei stessa chiedeva talvolta di diminuire per non sembrare diversa dalle altre suore e poter vivere meglio il nascondimento e lo spirito di umiltà.
Poco a poco, in mezzo alle prove che non le faceva mancare, il Signore cominciava a parlare del suo Sacro Cuore all’umile visitandina: nei periodi più gravi egli offriva il suo Cuore come rifugio e asilo; nel suo Cuore le anime avrebbero trovato tranquillità, consolazioni e ogni attrattiva; il suo Cuore regnava nei tormenti, trionfava nell’umiltà. E così l’animo di Margherita Maria cominciava ad infiammarsi e a far conoscere l’amore del Sacro Cuore di Gesù.
Immersa nel Cuore di Gesù, Margherita Maria desiderava ardentemente il disprezzo, l’abiezione, la dimenticanza degli uomini per essere conforme allo Sposo crocifisso. Era ormai pronta alla prima grande rivelazione del Signore.

La prima apparizione
Questa avvenne nel 1673, nel giorno della festa di S. Giovanni Evangelista. Margherita Maria era in preghiera davanti al Santissimo Sacramento quando, come lei stessa scriverà, «il Divin Cuore mi fu presentato come in un trono di fiamme, più sfolgorante di un sole e trasparente come un cristallo, con la piaga adorabile; esso era circondato da una corona di spine (…) e sormontato da una croce (…). E mi fece vedere come l’ardente desiderio di essere amato dagli uomini e di ritrarli dalla via della perdizione, dove Satana li precipita in molti, gli aveva fatto concepire questo disegno di manifestare il suo Cuore agli uomini, con tutti i tesori di amore, di misericordia, di grazie, di santificazione e di salvezza, che esso conteneva, affinché tutti coloro i quali volessero rendergli e procurargli tutto l’onore e la gloria che possono, fossero arricchiti con abbondanza e profusione di quei divini tesori del Cuore di Dio che ne era la sorgente.

Ma bisognava onorarlo sotto la figura di questo Cuore di carne, di cui Egli voleva che l’immagine fosse esposta e portata su di me e sul cuore per potervi imprimere il suo amore e riempirlo di tutti i doni di cui esso era colmo e per distruggervi tutti i movimenti sregolati».
A questa visione, Margherita Maria aggiunse anche le parole pronunciate da Nostro Signore: «Il mio Divin Cuore è tanto appassionato d’amore per gli uomini e per te in particolare, che, non potendo più contenere in se stesso le fiamme del suo ardente Amore, sente il bisogno di diffonderle per mezzo tuo e di manifestarsi agli uomini per arricchirli dei preziosi tesori che ti scoprirò e che contengono le grazie santificanti e in ordine alla salvezza, necessarie per ritrarli dal precipizio della perdizione. Per portare a compimento questo mio disegno ho scelto te, abisso d’indegnità e di ignoranza, affinché appaia chiaro che tutto si compie per mezzo mio». Dopo queste parole Gesù chiese a Margherita Maria il suo piccolo cuore e dopo averlo inabissato nella fornace del Cuore divino, lo restituì a lei che per tutta la vita arse di quel fuoco né fu mai liberata dal dolore provato allora.
In un primo venerdì del mese di qualche mese dopo ebbe luogo una seconda apparizione. Era la festa della Visitazione, il 2 luglio 1674. Il Sacro Cuore le si presentò come un sole sfolgorante di vivissima luce.
In quell’occasione Gesù le manifestò ciò che avrebbe voluto da lei e le svelò i segreti del Suo Cuore. Qualche tempo dopo, durante l’esposizione del Santissimo Sacramento, le si presentò nuovamente Gesù, tutto splendente di gloria con le sue piaghe sfolgoranti come cinque soli. Le disse: «Sono tormentato dalla sete che gli uomini mi onorino nel Santissimo Sacramento: ma non si trova quasi nessun mortale che tenti di estinguere la mai sete e di rispondere al mio amore (…)
Questo mi fa soffrire più di tutto ciò che ho patito nella mia Passione, mentre se, in cambio, mi rendessero almeno un po’ di amore, stimerei poco ciò che ho fatto per loro e vorrei, se fosse possibile, fare ancora di più. Invece non ho dagli uomini che freddezze e ripulse alle infinite premure che mi prendo per far loro del bene». E aggiunse: «Tu almeno supplisci al loro ingratissimo abbandono».
Dopo aver aperto il suo Cuore dal quale scaturì una fiamma ardente che investì Margherita Maria, le spiegò cosa doveva fare: ricevere la Santa Comunione quanto più spesso le fosse concesso dall’obbedienza ma comunque ogni primo venerdì del mese; ogni notte tra il giovedì e il venerdì un’ora di adorazione prostrata a terra in ricordo dell’angoscia mortale patita nel giardino degli Ulivi.
Dopo questa visione, Margherita Maria subì ulteriori prove, sia fisiche che spirituali. Satana stesso ottenne il permesso di tentarla ad eccezione che sulla purezza. Ma il Signore che vegliava sulla sua sposa, le concesse finalmente una guida per la sua anima: il padre gesuita Claudio de la Colombière. A lui, il Signore volle che Margherita Maria manifestasse i tesori del Suo Cuore affinché ne divulgasse il valore e l’utilità.

La grande rivelazione del culto al Sacro Cuore
Ma la grande rivelazione doveva ancora arrivare. Era nell’ottava del Corpus Domini del 1675 mentre Margherita Maria si trovava in adorazione davanti al Santissimo Sacramento. Gesù le apparve e, aprendo il suo Sacratissimo Cuore, le disse:

«Ecco il Cuore che ha tanto amato gli uomini, che non ha niente risparmiato, così da esaurirsi e consumarsi per dichiarare il suo amore, invece la maggior parte di loro mi ricompensano con l’ingratitudine, la disonestà, i sacrilegi, l’indifferenza e il disprezzo che mi dimostrano in questo sacramento di amore. La pena e il cruccio aumentano per essere trattato in tal modo anche dalle anime a me consacrate.
Per cui ti chiedo che il venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini sia istituita una solennità speciale per onorare il mio Cuore: in questo giorno i fedeli dovranno comunicarsi e nel tempo stesso si dovrà fare onorevole ammenda, in riparazione alle ingiurie inferte durante questi giorni al Santissimo Sacramento. Io ti prometto che il mio Cuore si dilaterà per effondere copiosamente le predilezioni del suo amore su quelli che mi renderanno tali onori e saranno promotori di tale devozione presso altri».
Seguendo le indicazione del suo Sposo, Margherita Maria riferisce tutto al padre la Colombière che le chiese di mettere tutto per iscritto. Il 21 giugno di quello stesso anno i due celebrarono per la prima volta la festa del Sacro Cuore e si consacrarono a lui. Ma il beato la Colombière doveva presto lasciare Paray-le-Monial perché l’obbedienza lo inviava in Gran Bretagna.
Il dolore fu grande per la nostra Santa anche perché le prove non mancavano: il Signore le chiese di offrirsi come vittima della sua giustizia per riparare tutte le offese e le mancanze di carità e di obbedienza della sua comunità. Anche le pene fisiche la colpivano duramente. Ma in un momento di particolari angustie il Signore la consolò affidandola ad un fedele angelo custode che non l’avrebbe mai lasciata.
Nel frattempo, anche la madre superiora venne spostata e al suo posto arrivò a Paray-le-Monial madre Peronne-Rosalie Greyfié. Tra i primi atti, ella venne chiamata dal Signore stesso a voler scrivere l’atto solenne di donazione di tutto ciò che possedeva Margherita Maria al suo Sposo, ciò che ella fece il 31 dicembre 1678. In quell’occasione, la Santa si incise il nome di Gesù sul cuore.
Ma il Signore voleva unirla sempre di più alla sua passione ed un giorno, mentre riceveva la Santa Comunione, le offrì una corona di spine. Da quel momento il mal di testa non l’abbandonò mai, ma suor Margherita Maria era felice perché queste sofferenze la univano sempre più al Divin Cuore di Gesù.
Intanto la devozione al Sacro Cuore iniziava a diffondersi all’interno del convento e all’esterno tramite gli altri conventi della Visitazione e tramite l’apostolato del padre la Colombière. Margherita Maria ricevette ancora la promessa dall’adorabile Cuore di Gesù che in virtù del suo amore «concederà la grazia della penitenza finale a quanti per nove mesi consecutivi si accostino il primo venerdì del mese al sacro convito; essi non moriranno in disgrazia né senza aver ricevuti i santi sacramenti: negli ultimi istanti il mio Cuore offrirà loro un asilo sicuro».

Il Sacro Cuore e il Re Sole
Ma non fu l’ultima rivelazione. Doveva ancora arrivare il messaggio che il Sacro Cuore inviava attraverso la sua serva al Re di Francia Luigi XIV: il Signore chiedeva di regnare a corte, soprattutto nel cuore del Re; voleva che la sua immagine fosse dipinta nei vessilli, fosse cesellata sulle armi, perché tornassero vittoriose; voleva fosse costruito un tempio in cui si esponesse l’immagine del Sacro Cuore, perché ricevesse la consacrazione e le preghiere del Re e di tutta la corte; infine, aveva scelto lui medesimo come suo amico fedele affinché ottenesse dalla Santa Sede una messa in suo onore e tutti gli altri privilegi inerenti alla devozione al Sacro Cuore.
Ma, come sappiamo, Luigi XIV non fu un novello Costantino e la Francia, nello spazio di un secolo, sprofondò nell’orrore della Rivoluzione Francese, i Borbone persero il trono e il suo pronipote, Luigi XVI, fu ghigliottinato.
Margherita Maria aveva ormai compiuto la sua missione. Nella continua ricerca dell’umiltà e del nascondimento, chiese che venissero bruciate tutte le lettere e il diario che aveva scritto su ordine del padre Rolin: non voleva che niente rimanesse della sua memoria.
Afflitta per aver così poco amato il Signore durante la sua vita, pregava le sorelle di ottenere per lei perdono da Dio e, per compensare la sua negligenza, di amarlo loro per tutta la vita. Invocando il Santissimo nome di Gesù, Margherita Maria chiuse gli occhi il 17 ottobre 1690. La sua missione era compiuta: il Sacro Cuore di Gesù, dopo aver conquistato il suo cuore, avrebbe trionfato sul mondo.

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Preghiera a N. S. del Sacro Cuore di Gesù

Posté par atempodiblog le 7 juin 2012

Preghiera a N. S. del Sacro Cuore di Gesù dans Preghiere
Ricordatevi, o Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù, del potere ineffabile che il vostro divin Figliolo vi ha dato sopra il suo Cuore adorabile. Pieni di fiducia nei vostri meriti, noi veniamo ad implorare la vostra protezione. O Celeste Tesoriera del Cuore di Gesù, di quel Cuore ch’è la sorgente inesauribile di tutte le grazie, e che Voi potete aprire a vostro piacere, per farne discendere sopra gli uomini tutti i tesori di amore e di misericordia, di lume e di salute ch’Esso racchiude in sè, concedeteci, ve ne scongiuriamo, i favori che vi domandiamo… No, noi non possiamo ricevere da Voi alcun rifiuto, e poiché Voi siete la nostra Madre, o Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù, accogliete benignamente le nostre preghiere e degnatevi di esaudirle.
Così sia.

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O Maria, Vergine Immacolata

Posté par atempodiblog le 1 décembre 2011

O Maria, Vergine Immacolata dans Preghiere 2h4vp6r

O Maria, Vergine Immacolata,
Puro cristallo per il mio cuore,
Tu sei la mia forza, o àncora potente,
Tu sei lo scudo e la difesa dei deboli cuori.

O Maria, Tu sei pura ed impareggiabile,
Vergine e Madre insieme.
Tu sei bella come il sole, senza alcuna macchia,
Nulla è paragonabile all’immagine della Tua anima.

La Tua bellezza ha affascinato il Tre volte Santo,
Sceso dal cielo, abbandonando il trono della Sua sede eterna,
E prese corpo e sangue dal Tuo cuore,
Nascondendosi per nove mesi nel cuore della Vergine.

O Madre, o Vergine, nessuno riesce a comprendere
Che l’immenso Iddio diventa uomo,
Solo per amore e per la Sua insondabile Misericordia.
Per merito Tuo, o Madre, vivremo con Lui in eterno.

O Maria, Vergine Madre e Porta del cielo,
Attraverso Te ci è venuta la salvezza,
Ogni grazia sgorga per noi dalle Tue mani
E solo la Tua fedele imitazione mi farà santa.

O Maria, o Vergine, o Giglio più bello,
il Tuo Cuore è stato il primo tabernacolo per Gesù sulla terra,
Perché la Tua umiltà è stata la più profonda
E per questo sei stata innalzata sopra i cori degli angeli e sul santi.

O Maria, dolce Madre mia,
Affido a Te l’anima, il corpo ed il mio povero cuore.
Sii la Guardiana della mia vita
E soprattutto nell’ora della morte, nell’ultima battaglia.

Santa Faustina Kowalska

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Parole accorate che ci vengono dal Cielo

Posté par atempodiblog le 1 juillet 2011

Parole accorate che ci vengono dal Cielo dans Fatima Sacro-Cuore-di-Ges

Nella festa dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria imprimiamo nel nostro cuore le parole accorate che ci vengono dal Cielo:

“Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini e dai quali non riceve che ingratitudini e disprezzo”. (Gesù a S. Margherita Maria Alacoque)

“Abbi compassione del Cuore della tua Madre Santissima avvolto dalle spine che gli uomini ingrati gli configgono continuamente, mentre non vi è chi faccia atti di riparazione per strappargliele”. (Gesù a Suor Lucia di Fatima)

Padre Livio Fanzaga

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Il Papa chiede di pregare a giugno per i sacerdoti

Posté par atempodiblog le 31 mai 2011

Il Papa chiede di pregare a giugno per i sacerdoti
Intenzioni per l’Apostolato della Preghiera

Il Papa chiede di pregare a giugno per i sacerdoti dans Fede, morale e teologia pregare

Nel mese di giugno che sta per iniziare, Benedetto XVI chiede in particolare preghiere per i sacerdoti, perché siano testimoni autentici dell’amore di Dio.

E’ la proposta che fa nelle intenzioni di preghiera contenute nella lettera pontificia che ha affidato all’Apostolato della Preghiera, iniziativa seguita da circa 50 milioni di persone nei cinque continenti.

L’intenzione generale per il mese di giugno recita: “Perché i sacerdoti, uniti al Cuore di Cristo, siano sempre veri testimoni dell’amore premuroso e misericordioso di Dio”.

Questa richiesta del Papa ha luogo a un anno dalla chiusura dell’Anno Sacerdotale, periodo in cui la Chiesa si è unita in modo particolare in preghiera per i suoi sacerdoti nel mezzo di scandali che hanno visto protagonisti pochissimi di loro ma hanno provocato un grave danno nella percezione della loro vocazione da parte dell’opinione pubblica.

Il mese di giugno è anche quello che la Chiesa dedica tradizionalmente al Sacro Cuore di Gesù.

Oltre all’intenzione generale, il Papa propone ogni mese anche un’intenzione missionaria, che a giugno recita: “Perché lo Spirito Santo faccia sorgere dalle nostre comunità numerose vocazioni missionarie, disposte a consacrarsi pienamente alla diffusione del Regno di Dio”.

Fonte: Zenit.org

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Un cuore che prega

Posté par atempodiblog le 22 juin 2010

Un cuore che prega dans Fede, morale e teologia Il-Sacro-Cuore-di-Ges

Se comprendessimo la necessità e la potenza del­la preghiera! Se sapessimo che la preghiera è la debolezza di Dio e la forza dell’uomo! Gesù invita, raccomanda, impone la preghiera, lega ad essa ogni grazia, ogni benedizione, perfino l’eterna salvezza. Egli stesso prega dovunque e sempre; nel Tempio e nell’Orto degli ulivi, sul monte e sulle acque, sulle piazze e nelle sinagoghe.
San Tommaso d’Aquino non com­prende una questione molto difficile: prega e la preghiera lo illumina. La Maddalena ha l’anima coperta di peccati: prega ai piedi di Gesù e la preghiera la purifica. San Pietro corre il pericolo di sommergersi nelle acque e prega; la pre­ghiera lo fortifica. Marta e Maria pregano piangendo dinan­zi a Gesù nell’ora del dolore e la preghiera le consola. Pre­gano gli Apostoli nel Cenacolo e la preghiera fa scendere lo Spirito Santo con i suoi doni celesti.

E noi quando preghiamo? Preghiamo quando abbia­mo bisogno di aiuti speciali, nelle tentazioni, nei perico­li, nelle cadute? Preghiamo per noi, per la nostra famiglia, per chi ci vuol bene e chi ci vuol male? Preghiamo per tan­ta povera gioventù, per i peccatori, per i moribondi, per le anime sante del Purgatorio? Non dimentichiamo mai nel­le nostre preghiere il Papa, i sacerdoti, i missionari di qual­che Istituto di nostra conoscenza e le vocazioni religiose. Nelle preghiere diamo largo campo anche alla medita­zione. “E’ il principio di ogni bene” (S. Agostino). “È la via più facile e più spedita per l’acquisto della perfezio­ne” (S. Ignazio). Che importa a te se la medicina è ama­ra quando produce il suo effetto benefico?

FIORETTO: Rivolgiamoci al Cuore di Gesù affinché ci in­segni a ben pregare per noi e per il prossimo.

GIACULATORIA:Ti adoriamo, o Cristo, e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo”.

Fonte: Viviamo giugno col Sacro Cuore – Sacerdoti del S. Cuore (Dehoniani)

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Giugno, il mese del Sacro Cuore

Posté par atempodiblog le 1 juin 2010

“Dolce Cuore del mio Gesù, fa che io t’ami sempre più. Dolce Cuore di Maria siate la salvezza dell’anima mia”.

Giugno, il mese del Sacro Cuore dans Fede, morale e teologia Il-Sacro-Cuore-di-Ges

Siamo entrati nel mese dedicato al Sacro Cuore. Il cuore di Gesù ci trasmette il messaggio fondamentale del cristianesimo: Dio è amore.
Facendosi uomo, Dio ha voluto amarci con un cuore come il nostro. Gioisce nel donarci amore ed è felice quando lo contraccambiamo. Nel medesimo tempo soffre per l’indifferenza, il disamore, il disprezzo di tanto cuori induriti nel male.

Il Cuore di Gesù ci invita alla fiducia. Non dobbiamo avere paura di Dio, perché per noi è padre e madre, fratello e amico. Ci ama al di là di ogni nostra immaginazione. Da quel Cuore divino possiamo ottenere tutto, purché sia per il nostro bene. Bussiamo senza timore al Cuore di Gesù traboccante di amore per ognuno di noi.

“Il mio Cuore è ripagato solo con ingratitudine e trascuratezza da parte delle anime che vivono nel mondo. Hanno tempo per ogni cosa; per venire da me a prendere le grazie non hanno tempo” (Gesù a Santa Faustina).

Appendi alle pareti della tua casa un quadro del Sacro Cuore e raccogli la tua famiglia ogni sera davanti a Gesù per onorarlo e per ottenere le grazie necessarie e la protezione dalle insidie del maligno.

Divisore dans San Francesco di Sales

Meditiamo le parole che Gesù ha rivolto a S. Margherita Maria Alacoque, apparendole con il suo Cuore su un trono di fiamme, più luminoso del sole, con la ferita aperta dalla lancia nel costato, circondato di spine e sormontato da una croce:

“Il mio Cuore divino è così appassionato d’amore per gli uomini e per te in modo speciale, che, non potendo più contenere in sé le fiamme della sua carità ardente, deve spargerle per tuo mezzo”.

Gli uomini spesso hanno paura di Dio e, come i nostri progenitori, fuggono a nascondersi quando sono nel peccato. Invece del santo timore che li spinge alla santità, coltivano un timore carnale, che uccide la confidenza e la fiducia.
Ma Gesù ci ama tutti, in modo speciale quando ci vede fragili, spiritualmente malati e in balia del potere delle tenebre. Il suo amore è un fuoco straripante che desidera avvolgerci, purificarci, riscaldarci e guarirci.
Non lasciamo passare un solo giorno di questo mese senza guardare a quel Cuore che ci ama immensamente.

Divisore dans San Francesco di Sales

Apparendo a S. Margherita Maria Alacoque, Gesù fece diverse promesse a coloro che avessero onorato il suo Cuore. Esse sono disseminate nelle varie lettere della santa. In questo mese di Giugno, consacrato al Sacro Cuore, le prenderemo in esame una ad una.

- “Darò tutte le grazie necessarie al loro stato”. In qualunque situazione di vita ci troviamo, qualunque lavoro facciamo, qualunque responsabilità esercitiamo, chi onora il Sacro Cuore avrà le grazie necessarie per compiere bene i propri doveri e per fare fronte ai propri impegni.

- “Porterò soccorso alle famiglie che si trovano in difficoltà e metterò la pace nelle famiglie divise”. Questa promessa di aiuto è particolarmente significativa per la nostra società, dove la famiglia è minacciata dall’esterno, ma è ancora più insidiata dai litigi interni, dietro i quali spesso si cela il ‘nemico’. La medicina è la preghiera, che predispone al perdono, riconcilia i cuori e ottiene la pace.

Ecco le altre promesse di Gesù:
“Spargerò abbondanti benedizioni su tutte le loro opere”.
“I peccatori troveranno nel mio Cuore la fonte e l’oceano della misericordia”.
“Riporterò le comunità religiose e i singoli fedeli al loro primo fervore”.
“Le anime fervorose giungeranno in breve a grande perfezione”.
“Benedirò i luoghi dove l’immagine del mio Sacro Cuore verrà esposta e onorata”.
“A tutti coloro che lavoreranno per la salvezza delle anime darò il dono di commuovere i cuori più induriti”.
“Il nome di coloro che propagheranno la devozione al mio sacro Cuore sarà scritto nel mio Cuore e non ne verrà mai cancellato”.
Cari amici, Gesù mantiene sempre le sue promesse.

Divisore dans San Francesco di Sales

Il Sacro Cuore di Gesù ha fatto questa promessa a S. Margherita Maria Alacoque:Io ti prometto, nell’eccesso della Misericordia del mio Cuore, che il mio Amore Onnipotente concederà a tutti quelli che si comunicheranno il primo Venerdì del mese per nove mesi consecutivi, la grazia della penitenza finale. Essi non moriranno in mia disgrazia, né senza ricevere i Sacramenti, e il mio Cuore sarà il loro asilo sicuro in quell’ora estrema”.

La Vergine Santissima ha rivolto a Suor Lucia di Fatima queste parole: Guarda, figlia mia, il mio Cuore circondato di spine che gli uomini ingrati infliggono continuamente con bestemmie e ingratitudini. Consolami almeno tu e fa’ sapere questo: a tutti coloro che per cinque mesi, al primo sabato, si confesseranno, riceveranno la Santa Comunione, reciteranno il Rosario, e mi faranno compagnia per quindici minuti meditando i Misteri, con l’intenzione di offrirmi riparazioni, prometto di assisterli nell’ora della morte, con tutte le grazie necessarie alla salvezza”.

Perché non iniziare proprio da questa settimana per fare i primi nove venerdì del mese o i primi cinque sabati? In questo modo consoliamo i Cuori di Gesù e di Maria e nel medesimo tempo apriamo i nostri cuori alla luce e alla gioia del Paradiso.

Divisore dans San Francesco di Sales

Meditiamo sulla promessa di salvezza eterna che Gesù ha fatto a coloro che accoglieranno la pia pratica dei primi nove Venerdì del mese.
Dopo aver detto a Santa Margherita Maria Alacoque che, per i devoti del suo Sacro Cuore, Egli sarebbe stato loro sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte, ha aggiunto:

“Io ti prometto, nell’eccesso della Misericordia del mio Cuore, che il mio Amore Onnipotente concederà a tutti quelli che si comunicano il primo Venerdì del mese per nove mesi consecutivi, la grazia della penitenza finale. Essi non morranno in mia disgrazia, né senza ricevere i Sacramenti, e il mio Cuore sarò loro asilo sicuro in quell’ora estrema”.

Per fare la Comunione bisogna essere in grazia di Dio. In caso di stato di peccato mortale è necessaria farla precedere dalla Confessione. Sia la Confessione come la Comunione devono essere espressione della nostra fiducia nell’amore misericordioso di Gesù e nel medesimo tempo un atto di riparazione per le offese che riceve dai peccati degli uomini.

“Dolce Cuor del mio Gesù, fa che io ti ami sempre più”.
“Dolce Cuor di Maria siate la salvezza dell’anima mia”.

di Padre Livio Fanzaga

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Ai Cuori di Gesù e di Maria

Posté par atempodiblog le 19 juin 2009

DEDICATO AI CUORI DI GESU E DI MARIA

Ai Cuori di Gesù e di Maria dans Citazioni, frasi e pensieri Sacri-Cuori-Ges-e-Maria

Gesù, tu sei l’amore

che così tanto ci ama

da donarci il Cuore.

Il tuo Cuore riscalda

la gelida terra

dei cuori in guerra.

Tu stendi il velo

della divina compassione

sull’umano sfacelo.

Per la pecorella smarrita

Tu non hai esitato

a donare la vita.

Sotto il peso del peccato

ha pianto sangue

il tuo Cuore spezzato.

Dal tuo Cuore trafitto

è sgorgato l’Amore

che l’odio ha sconfitto.

Il Cuore di Maria

Ti ha consolato

nell’atroce agonia.

Il Cuore che Ti ha amato

all’umanità infelice

Tu l’hai donato.

O voi, duri di cuore,

è ora di deporre

l’antico livore.

Il Cuore di Maria

verso l’Amore eterno

ci indica la via.

Padre Livio

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Paray le Monial

Posté par atempodiblog le 16 octobre 2008

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« Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini e li ha ricolmati di tutti i benefìci, ma in cambio del suo amore infinito, anziché trovare gratitudine, incontrò invece dimenticanza, indifferenza, oltraggi, e questi arrecatigli talora anche da anime a lui obbligate con il più stretto debito di speciale amore ».

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Attorno al 1661 la Vergine apparve a santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690). La santa ebbe numerose altre visioni della Madonna e di Gesù, il quale nel 1673 gli mostrò il suo Sacro Cuore. Margherita, quinta dei sette figli del notaio Alacoque, alla morte del padre, nel 1655, venne messa in pensionato a Charolles presso le clarisse, dove scoprì la vita religiosa e maturò il desiderio di imitarla.
[...]
La santa mistica divenne una delle anime elette di Dio, al quale offrì sé stessa come ostia di immolazione alla santa giustizia. Gesù le chiese di far celebrare una specifica festa per onorare il suo Cuore.
[...]
Paray le Monial non è conosciuta solo per la sua magnifica Basilica del tredicesimo secolo; è oggi nota in tutto il mondo grazie al messaggio del Cuore di Gesù. Dal 1673 al 1675, Gesù appare ad una giovane religiosa del Monastero dell’Ordine della Visitazione, Margherita Marie Alacoque, svelandole « questo cuore che ha tanto amato gli uomini ». Padre Claude La Colombière, superiore dei Gesuiti, autentifica l’esperienza mistica della giovane religiosa.
[...]
Tra le altre cose, Gesù ha detto alla Santa:
« Io ti prometto, nell’eccesso della Misericordia del mio Cuore, che il mio Amore Onnipotente concederà a tutti coloro che si comunicheranno al Primo Venerdì del mese per nove mesi consecutivi, la grazia della penitenza finale. Essi non moriranno in mia disgrazia, né senza ricevere i Sacramenti, e il mio Cuore sarà il loro asilo sicuro in quell’ora estrema ».

Per approfondire Paray le Monial dans Apparizioni mariane e santuari iconarrowrk7 http://www.mariadinazareth.it/santa%20margherita%20maria%20alacoque.htm

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