Una sola cosa è necessaria, che il peccatore apra almeno un po’ le porte del suo cuore ai raggi della divina Misericordia

Posté par atempodiblog le 17 avril 2014

Una sola cosa è necessaria, che il peccatore apra almeno un po' le porte del suo cuore ai raggi della divina Misericordia dans Citazioni, frasi e pensieri 14b5iiu

O Dio incomprensibile, il mio cuore si strugge dalla gioia, poiché m’hai permesso di penetrare i misteri della Tua Misericordia. Tutto ha inizio dalla Tua Misericordia, e tutto termina nella Tua Misericordia… Ogni grazia deriva dalla Misericordia e l’ultima ora è piena di Misericordia per noi. Nessuno dubiti della bontà di Dio, anche se i suoi peccati fossero neri come la notte, la Misericordia di Dio è più forte della nostra miseria. Una sola cosa è necessaria, che il peccatore apra almeno un po’ le porte del suo cuore ai raggi della divina Misericordia: Dio farà il resto. Ma infelice quell’anima che perfino nell’ultima ora ha tenuto chiusa la porta alla Misericordia di Dio! Sono state queste anime che hanno immerso Gesù nell’Orto degli Ulivi in una tristezza mortale. Ciò nonostante dal Suo Cuore compassionevolissimo scaturì la divina Misericordia.

Santa Faustina Kowalska

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Il Mistero della Croce

Posté par atempodiblog le 16 avril 2014

Il Mistero della Croce
di Padre Livio Fanzaga – La nuova Bussola Quotidiana

Il Mistero della Croce dans Fede, morale e teologia TRJA2820

All’inizio  della Settimana Santa ciò che si presenta davanti a noi in un’ottica cristiana è il mistero della Pasqua, che è il mistero della nostra redenzione e della nostra salvezza. Questo è l’annuncio fondamentale del cristianesimo: siamo stati salvati. Salvati dalla condizione esistenziale di persone che nascono nel peccato, sotto l’impero delle tenebre e quindi nascono lontani da Dio e con la condanna a morte. Perché non c’è dubbio che  se la morte da un certo punto di vista è un fatto naturale, dal punto di vista teologico, dal punto di vista della fede è lo stipendio del peccato, come dice san Paolo. Per invidia del diavolo è entrata la morte nel mondo, dice il libro della Sapienza.

Questa condizione esistenziale nella quale tutti gli uomini nascono, è anche la condizione dalla quale nascono tutte le religioni, perché – come diceva René Girard – tutte le religioni sono nate per dare una risposta al problema della morte, del male e della morte. Per male si intende il male morale, il peccato, la cattiveria e tutto ciò che da esso deriva, a livello personale e sociale. Le religioni sono il tentativo dell’uomo di salvarsi da questa situazione. Ma tutti i tentativi umani, che si esprimono nelle varie religioni, nelle varie filosofie, perfino in varie ideologie, non approdano a nulla. Questo è il punto di partenza su cui possiamo convergere tutti: l’uomo nasce non solo malato, ma condannato: da solo non riesce a salvarsi né dal peccato né dalla morte, né dalla disperazione né dall’angoscia.

Il cristianesimo si distingue da tutte le altre religioni perché l’iniziativa di salvare l’uomo viene da Dio, viene dall’alto. Come dice Benedetto XVI nel suo libro “Gesù di Nazaret” Dio si è assunto la natura umana ma eccetto il peccato. Assunta nella sua totalità, nel corpo e nell’anima, Gesù è vero corpo e vera anima, però senza il peccato.

Lui è quell’agnello immacolato che ha assunto su di sé tutti i peccati del mondo e li ha espiati: così è venuta la nostra salvezza. Cioè noi siamo stati liberati dal peccato, dalla morte, dalla lontananza da Dio, abbiamo riacquistato la divina amicizia e la vita eterna, prima che nel dono dell’immortalità nella pienezza della gioia. Abbiamo ottenuto questo come dono che Dio ci ha dato in quanto Gesù Cristo ha espiato il peccato che è la causa di tutti i mali, compresa la morte fisica. Anche gli apostoli ebbero grande difficoltà a capire perché Gesù aveva dovuto patire. Quando Gesù parlava della sua Passione, della sua morte, sullo sfondo della sua resurrezione, gli apostoli inorridivano, non volevano capire la necessità della sofferenza e della morte in Croce per la redenzione, tanto è vero che quando Gesù venne poi effettivamente catturato, fu veramente in mano ai pagani, vacillarono nella fede. E sotto la Croce non c’erano. C’erano Maria e san Giovanni, gli altri erano pecore sbandate, come se avessero perso il loro pastore, perché non avevano capito il significato della Croce.

Poi Gesù Cristo stesso, il Risorto, e poi il dono dello Spirito santo gli hanno fatto capire: San Pietro nella sua predicazione nel primo giorno di Pentecoste disse parlando di Gesù Cristo morto in croce:  “Patì per i nostri peccati”. Cioè la Croce è il momento scelto per distruggere i peccati.
Come è avvenuta questa distruzione dei peccati? Perché proprio in croce Cristo ha distrutto i peccati di tutto il mondo, di tutti i tempi? Per cui spirando al termine della sua passione, dice “Tutto è compiuto” e invoca il perdono del padre, dicendo “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno. Perché questo perdono che Gesù ci ha ottenuto? Coma ha fatto a ottenerlo? Lo ha ottenuto perché Gesù ha espiato i peccati del mondo nel suo cuore.

Pensiamo a cos’è il peccato: è orgoglio, disobbedienza, superbia, disamore, opposizione a Dio, odio per Dio e per il prossimo, c’è tutta la gamma delle passioni e del male, del peccato. Gesù Cristo nella sua Passione, nel suo cuore ha espresso una tale obbedienza, una tale sottomissione al padre, un tale amore, una tale generosità, una tale pazienza, un tale coraggio, una tale dedizione, una tale pietà, una tale compassione, una tale misericordia, che questo amore che ardeva nel suo cuore ha bruciato tutto il disamore e disobbedienza che c’è in tutti i peccati di tutti gli uomini. Questo cuore di Cristo crocefisso è la fonte di grazia da cui nasce il perdono, da cui nasce la remissione dei peccati, che poi si concretizza per quanto riguarda noi cristiani nei sacramenti del battesimo e della penitenza dove i peccati vengono rimessi perché un altro al nostro posto per nostro amore ha espiato.

Chi andasse in un tribunale e confessare un delitto: sarebbe condannato anche fino a trent’anni di reclusione per aver commesso il delitto e deve espiare quella pena. Se uno va in un confessionale, confessa un delitto, si pente sinceramente e di tutto cuore chiede perdono a Dio, gli viene data l’assoluzione; sì, farà una penitenza ma avrà l’assoluzione. Perché l’assoluzione? Perché Gesù Cristo ha espiato per te, al tuo posto, per tuo amore. Quindi dobbiamo sempre guardare la Croce con questo sguardo di fede, e cioè come l’agnello che si è addossato tutti i peccati del mondo con la sua mitezza, umiltà, obbedienza: li ha distrutti, bruciati. Per cui la Croce è la fonte inesauribile di ogni grazia innanzitutto per il perdono dei peccati, la grazia per la vita eterna, la grazia della figliolanza, quella grazia che poi si effonde in tutti i sacramenti. E questo è l’aspetto teologico della Croce che ovviamente va vista sempre alla luce della Resurrezione, perché il mistero pasquale è il passaggio dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia, quindi la croce va sempre vista nella gloria della Resurrezione, che è anche la nostra meta finale.

Questo è lo sguardo di fede per quanto riguarda il nostro modo di guardare la Croce, per cui dobbiamo chiedere al Signore anche la grazia dello Spirito Santo per avere questo sguardo di fede e accostarci anche al sacramento della confessione pasquale e della comunione vivendo in noi il mistero pasquale, il mistero di morte e di vita che ha vissuto Gesù Cristo.

C’è anche uno sguardo umano, molto denso di significato per quanto riguarda il Crocefisso, uno sguardo non dico laico ma di umana compassione: lo sguardo della ragione, del cuore anche se non illuminati dalla fede. Per cui possiamo dire che la croce è un grandissimo simbolo di civiltà, anzi è un simbolo di civiltà senza il quale l’uomo non avrebbe futuro.

Per quale motivo? Perché sulla Croce c’è l’uomo innocente, sofferente, quindi che sperimenta la condizione umana di sofferenza. L’uomo nasce crocifisso, vive crocifisso e muore. E questo uomo sofferente che soffre perché colpito dalla cattiveria, dalla malvagità dei suoi simili ma che tuttavia invece di opporre al male il male, alla violenza la violenza, invece dell’occhio per occhio dente per dente, ha spezzato la spirale della violenza, ha spezzato la logica della violenza che non solo distrugge le vite personali, i rapporti familiari, i rapporti sociali, ma che rischiano di portare il mondo alla distruzione. E invece di vendicarsi perdona.

Questo del perdono è storicamente il cuore del cristianesimo. Noi credenti lo vediamo come il perdono di Dio per i peccati degli uomini a cui vengono rimessi, per amore misericordioso; ma anche l’occhio non illuminato dalla fede vede il grandissimo valore personale e sociale e anche storico, di un passaggio fondamentale della storia: non si risponde al male con il male, non si risponde alla spada con la spada, bisogna saper perdonare i nemici. Non è solo un dettato di fede, un comandamento di fede, è un imperativo morale senza il quale il mondo non avrebbe più futuro. Perché oggi o è così – si risponde al male con il bene -,  o si risponde con l’amore oppure il mondo rischia l’autodistruzione. Vorrei sottolineare questo aspetto dell’altissimo valore che la Croce ha  sotto il profilo della storia della civiltà, come sottolinea Renè Girard: sotto un profilo puramente laico la Croce ha un valore altissimo perché Gesù Cristo è divenuto quel capro espiatorio di cui tutti gli uomini hanno bisogno nella loro vita, la storia umana ha sempre capri espiatori da distruggere. Cristo è capro espiatorio che ha preso il posto di tutti i capri espiatori. per cui gli uomini d’ora in poi dovranno imparare a perdonarsi.

La croce quindi come svolta della civiltà umana per ottenere una civiltà pacifica, fraterna, e sotto un altro ruolo la Croce come riconciliazione degli uomini con Dio, il riscatto della vita umana sottoposta al male e alla morte, la prospettiva della vita eterna e della resurrezione.

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Via Crucis di Don Giustino Maria Russolillo

Posté par atempodiblog le 11 avril 2014


VIA CRUCIS

di don Giustino Maria Russolillo – Devozionale

Via Crucis di Don Giustino Maria Russolillo dans Don Giustino Maria Russolillo Stazioni-Via-Crucis

I Stazione
Gesù è condannato a morte

v) Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
r) Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Che mistero d’iniquità si compie dagli uomini, che mistero di amore ci riveli in te!
O mio Signore! Devo consentire alla tua morte? Ma non posso consentire alla tua condanna! Condanno a morte ogni peccato anche veniale. Voglio distruggerlo in me stesso e nel mondo! Mi abbandono con te alla passione e morte. Fammi una vivente e operante compassione con te, per te stesso! Amen.

Da ripetere alla fine di ogni stazione:
Padre nostro,
Ave Maria,
Gloria al Padre.
Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

Stazioni-Via-Crucis dans Preghiere

II Stazione
Gesù è caricato della Croce

v) Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
r) Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

O mio Signore! che io sia tutto una vivente e operante compassione per te!
Ma sono io forse la tua croce, o Gesù? Certo lo sono stato! Non lo sono forse ancora? Ma non voglio esser guardato, accolto e abbracciato come la tua croce! Che io non sia mai croce per nessuno, ma invece porti la croce anche degli altri. Senza nulla perdere di pace e dolcezza, per la forza del tuo amore! Voglio essere da te guardato, accolto, abbracciato con amore ben diverso dell’amore alla croce! Che ogni anima ti sia di gioia e gloria per ragioni superiori a quelle del ritorno del figliuol prodigo.

Stazioni-Via-Crucis dans Quaresima

III Stazione
Gesù cade sotto la croce la prima volta

v) Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
r) Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

O mio Signore, fammi tutto una vivente e operante compassione per te nel mio prossimo! …in questo spasimo della caduta del corpo flagellato, coronato di spine, caricato della croce, in questa umiliazione della tua perdita di forze fisiche e di equilibrio esterno sofferta per me. Che tutte le mie debolezze fisiche sino a sfinimento, restino a maggior forza dell’anima! Ma che mai i demoni abbiano a sghignazzare per vedermi sopraffatto dalle miserie morali. Infondimi tenerezza di amore per compatire e rialzare tutti quelli che cadono. Cadano da ogni parte, senza più rialzarsi, tutti i nemici dell’anima, a cui ho dato baldanza coi miei difetti!

Stazioni-Via-Crucis

IV Stazione
L’incontro con la Madre

v) Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
r) Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

O mio Signore, fammi tutto una vivente e operante compassione per la SS. Vergine tua madre! O SS. Vergine Maria madre di Dio, fammi tutto una vivente e operante compassione per Gesù Figlio di Dio e tuo. Il suo Spirito ha tolto l’impedimento che non ti lasciava venire al Calvario. Il suo Cuore penante all’estremo ti ha chiamata da lontano «o Madre mia!». D’allora ognuno che soffre ti chiama vicino «Madonna mia, Mamma mia!». E tu gli vieni sempre vicino, perché gli sei veramente madre! E presso ogni cuore spezzato è Gesù, e soffre ogni nostro dolore!

Stazioni-Via-Crucis

V Stazione
Gesù aiutato dal Cireneo a portare la Croce

v) Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
r) Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

O mio Signore, fammi tutto una vivente e operante compassione per te in ogni sofferente! Tu non a caso t’incontri in ognuno che soffre e stenta a portare la sua croce. Ogni suo dolore è soltanto effetto di colpe sue personali o solidali con gli altri! Con la colpa, egli si è gettato a perdizione fuori del tuo Cuore, squarciandolo di offesa! Col dolore, si sforza di cancellare la colpa e ritornare a te! Ma non basta mai. Tu fai tutto tuo il suo stesso dolore, non meno che egli fece tutta a te l’offesa infinita delle colpe. E prendi su te tutta la croce, a lui offrendo perdono delle colpe e indulgenza della pena. O benedetto in eterno!

Stazioni-Via-Crucis

VI Stazione
Gesù asciugato dalla Veronica

v) Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
r) Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

O Figlio e mio Dio! Vorrei toglierti piano piano la corona di spine dal capo! O Figlio e Dio mio, vorrei farti sedere sulle ginocchia, e riposare e confortare!
O Figlio, vorrei soavemente ripulire il tuo volto dagli sputi e dal sangue! O Figlio, vorrei con lo stesso Cuore della Vergine Madre ripagarti del dolore! O Figlio, vorrei che lo Spirito Santo mi stampasse il tuo volto in tutto l’essere!
O Gesù, vorrei rendere il tuo volto a ognuno,perché ti seguisse in amore! O Gesù, vorrei che tu vedessi in me il volto del Padre, con l’espressione dello Spirito Santo.

Stazioni-Via-Crucis

VII Stazione
Gesù cade sotto la croce la seconda volta

v) Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
r) Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

O mio Signore, per tutti i tuoi fini sublimi tu abbandoni la tua umanità dolorante all’urto violento delle potestà infernali! Ti adoro, o sapienza e amore, o giustizia e misericordia, che trionfi nella passione di Gesù. Tu, in questa stessa caduta, dai la forza alle anime di superare gli scoraggiamenti e le delusioni. Concedimi di non abbattermi mai lungo il cammino della perfezione. Tu infondi nelle anime la luce per sventare ogni insidia, e la forza per superare ogni assalto diabolico. Concedimi di mai subire, per effetto di mie colpe, qualsiasi influsso del maligno. Nel Santo Spirito, a gloria e consolazione tua, voglio aiutare il prossimo a liberarsi da ogni potestà delle tenebre.

Stazioni-Via-Crucis

VIII stazione
Incontro con le pie donne

v) Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
r) Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

O mio Signore Gesù Cristo! Che anch’io m’incontri con te, col tuo sguardo, col tuo Cuore, a ogni spettacolo di male! Attraverso il tuo sguardo, mi si comunichi il tuo amore e prima come odio e dolore, lotta e vittoria contro ogni peccato. M’incontri con te a ogni spettacolo di sofferenza, e compatisca al mio prossimo come a te in persona. Che anch’io m’incontri col tuo sguardo e col tuo Cuore in ogni mia sofferenza, e ne resti consolato. Che anch’io m’incontri col tuo sguardo e col tuo Cuore nella perfetta compassione per le tue pene, e ne resti più unito a te! Che anch’io m’incontri col tuo sguardo nell’ora della morte, e attraverso il tuo sguardo venga al Paradiso. O Signore Gesù, sia ogni anima così unita a te, che ognuno senta il tuo Cuore nello sguardo di ogni fratello.

Stazioni-Via-Crucis

IX Stazione
Gesù cade sotto la Croce la terza volta

v) Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
r) Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

O Gesù, tu vuoi abbandonare la tua umanità a tutto l’effetto di dolori fisici, ed essa si abbatte ancora una volta mortalmente. Come l’abbandonasti a tutti gli effetti della tristezza e timore nell’orto, ed essa sudò sangue in agonia mortale. Ma io penso che tu soccombi al presentimento del sacrificio supremo, quale fu l’abbandono misterioso del Padre!
O mio Signore! glorifico il tuo amore di anima umana, di cuore di carne per il Padre Iddio! Questo tuo amore infonde sempre nuove forze a tutta l’umanità tua dolorante, agonizzante. Esso ti rialza, animoso, e ti offre alla crocifissione ed a sofferenze maggiori, prima che alla morte. Dammi questo tuo amore che trionfi, in me e in ogni anima, di tutte le prove, e così mi congiunga a te, per sempre.

Stazioni-Via-Crucis

X Stazione
Gesù spogliato delle sue vesti

v) Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
r) Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Ti cadono, strappate con violenza, le vesti, e tutte le orribili piaghe si riaprono sul tuo corpo. Tu appari ora in un vestito di sangue, tutto rigato di lividure, tutto increspato di brandelli sanguinolenti. Nessuno ti ha tolto una spina dal capo, nessuno ti ha lavato una piaga, nessuno spasimo ti è stato addolcito!
Non posso fissare il tuo corpo vestito di sangue, senza timore d’impazzire. Così tu mi acquisti la veste della luce, della grazia e della gloria, con cui vuoi vedermi appresso a te, sempre! Che mai i nemici abbiano da me il potere di strapparmi gli abiti delle virtù, di cui tu mi orni. Che sempre l’anima lavori ad acquistare le abitudini virtuose dei tuoi eletti e il corredo nuziale divino!

Stazioni-Via-Crucis

XI Stazione
Gesù inchiodato in Croce

v) Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
r) Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Eccoti, nel tuo ammanto di sangue, entrare nella sala del convito nuziale della morte! Ti offrono il calice inebriante di fiele, aceto e mirra, e tu lo gusti! Ma non sino ad attutire il senso del dolore! E poi spontaneamente ti distendi sul letto della croce, e offri le mani e i piedi al bacio della morte.
Chi può assistere a questa carneficina? Anche se si trattasse di un povero agnello vivo! Quei colpi martellano nel cuore e nell’anima! Non posso udirli senza timore d’impazzire. A ogni colpo tutto il corpo freme! E l’anima geme la sua preghiera! Padre perdona loro! O mani belle! Mani di preghiera, nel vostro ultimo tremore, voi benedite il cuore dei carnefici!

Stazioni-Via-Crucis

XII Stazione
Gesù muore in Croce

v) Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
r) Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Mi abbraccio al piede della tua Croce, o mio Signore! Ricordati di me, o Signore, ora che siedi sul trono della croce! Ricordati di me, o Signore, in tutte le tue parole, e volgi anche a me il tuo pensiero, il tuo sguardo. Dì per me al Padre: «Perdonagli, Padre, perché non sapeva a fondo quello che faceva!
«Di’ per me all’Addolorata: «Ecco ora il tuo figlio!» Dì a me pure: «Ecco la vera Madre tua».
O Dio Spirito Santo! Concedimi di dissetare Gesù, di riparare per ogni nostro male, contraccambiare ogni suo bene! Di’ anche a me, o Gesù, ora e nella morte: «Oggi sarai con me nel Paradiso». Dillo a ogni moribondo. Di’ anche di questo mio spirito, ch’è tutto tuo, o Gesù: «Padre, nelle tue mani, consegno questo spirito mio».

Stazioni-Via-Crucis

XIII Stazione
Gesù deposto dalla Croce

v) Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.
r) Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Ti adoro, o Figlio di Dio, in ogni goccia di sangue sparsa per l’orto degli ulivi e per il Pretorio.
Ti adoro, o Figlio di Dio, in ogni goccia di sangue rappreso sugli strumenti della passione e sugli abiti dei carnefici! Non meno di quanto ti adoro,  o Figlio di Dio, o Divinità, sempre presente nello stesso corpo deposto dalla croce. Non meno di quanto ti adoro, o Divinità presente nell’anima di Gesù, separata dal suo corpo, e avviata al Limbo!
Ti adoro in grembo alla Madre! Ma vorrei adorarti col suo pianto, col suo cuore ferito. Adorarti con la sua appassionatissima unione alla divina volontà, con la sua compassione unitissima con la tua. Vorrei essere trovato degno che ti depongano nelle mie braccia, nella tua passione continuata nei secoli.

Stazioni-Via-Crucis

XIV Stazione
Gesù posto nel Santo Sepolcro

v) Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
r) Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Chiedo anch’io il tuo Corpo, o Signore, per accoglierlo, se ti degni essere ricevuto nel mio sepolcro vuoto, ma non nuovo! Mio Dio, è un sepolcro il mio cuore! Imbiancato da fuori, pieno di brutte cose al di dentro! Ma tu col ministero dei tuoi angeli, l’hai purificato; e col tuo Spirito l’hai consacrato!
Vieni e restami nel cuore! A celebrarvi la tua risurrezione e ascensione al cielo. Senza lasciarlo mai, ma facendone il tuo posto come un ciborio eucaristico, tutta la vita presente.
Come un tuo trono nella vita del cielo, e anche dal mio cuore continui a essere il Salvatore delle anime. Anche col mio cuore sii il glorificatore del Padre. E molto più, o Signore, ricevimi nel tuo, dammi il tuo! O SS. Vergine Maria madre di Dio!
Fammi vivere tutto unito e trasformato come te in Gesù crocifisso e sacramentato. S. Giovanni Evangelista e pie donne assistenti alla croce, o santi stimmatizzati e più appassionati di Gesù Crocifisso, pregate per me!

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Quaresima: digiuno, confessione, elemosina

Posté par atempodiblog le 31 mars 2014

La Confessione non può essere ridotta a confessare i peccati e all’assoluzione, ma è quel lavorio all’interno del cuore per cui ogni confessione è efficace nella misura in cui c’è il dolore dei peccati, la consapevolezza di aver offeso Dio, il dispiacere di aver offeso Dio, il proposito di non commetterne più, a queste condizioni c’è il perdono dei peccati che è una grazia talmente grande per cui il Papa sabato prossimo ha promosso una giornata di ringraziamento per il dono del perdono dei peccati, per il dono del sacramento della Confessione. Un invito da parte del Papa a ringraziare e confessarci, un invito della Chiesa e della Madonna insieme, “andate a confessarvi”, prepariamo una bella confessione pasquale e noi sacerdoti organizziamo nelle chiese quegli incontri penitenziali.

di Padre Livio Fanzaga
Tratto da: Medjugorje Liguria

Quaresima: digiuno, confessione, elemosina dans Fede, morale e teologia e0sys9

Il tempo di quaresima è segnato da alcuni gesti forti, importanti. In particolare la tradizione cristiana ha sempre insistito sulla necessità di praticare in special modo, in questo tempo liturgico, il digiuno, la confessione e l’elemosina.

Dai microfoni di radio Maria padre Livio invita spesso gli ascoltatori al digiuno in senso lato: non solo rinuncia al cibo, magari per dare ciò che ci si è tolti, ad altri, ma anche “digiuno degli occhi”, “digiuno delle orecchie”, “digiuno della lingua”. Se in passato rinunciare al cibo poteva essere un gesto forte, per esercitare la proprio temperanza, l’autocontrollo, il dominio dello spirito sul corpo, oggi è più urgente disfarsi delle mille sollecitazioni sensoriali, visive, tattili che il mondo ci presenta per distrarci, per intrattenerci, per anestetizzare la nostra sana inquietudine di uomini.

Televisione, radio, internet… sono un pullulare di sollecitazioni che, sommate l’una all’altra, rischiano di seppellire i veri desideri della mente e del cuore. L’indifferentismo rispetto alla fede, alla vita, al prossimo, è agevolato da questa possibilità che abbiamo di entrare in contatto continuo con un mondo lontano, virtuale, finto, per staccare la spina rispetto alla realtà vicina, al prossimo, a Dio. Per questo giustamente padre Livio ci invita a “liberarci” dalle svariate distrazioni, per concentrare il nostro sguardo, il nostro ascolto, i nostri silenzi, da cui siamo spesso così spaventati, verso le cose che contano. Perché la voce di Dio non può parlare all’uomo indaffarato soverchiamente nel chiassoso nulla.

Oltre al digiuno, la confessione. Il cardinal Raymond Burke, nei suoi “Esercizi spirituali ai sacerdoti” (Fede & Cultura), insiste molto su questo sacramento dimenticato, cui anche il pontefice fa spesso riferimento. Confessarsi significa riconoscersi peccatori, non in senso generico, ma verso Qualcuno. Significa sentirsi bisognosi di perdono, di grazia, di misericordia: senza questa disposizione del cuore, superficialità di vita e superbia mettono radici nel cuore dell’uomo, trasformandolo in una creatura orgogliosa e tronfia del suo nulla.

Ma è ai sacerdoti che il cardinal Burke si rivolge, definendoli, prima ancora che “guide morali”, “araldi e strumenti della misericordia di Dio”, e dicendo loro che “soltanto quando i fedeli avranno raggiunto una più profonda conoscenza della Divina Misericordia, ascolteranno la chiamata alla conversione e alla donazione della loro vita a Dio, cosicché Egli potrà perdonare i loro peccati e rafforzarli nel proposito d’emendamento. E’ soltanto nella luce della bontà divina che riusciamo a capire che cos’è il peccato!”.

E qui il cardinale consiglia ai sacerdoti di confessare spesso, di ritirarsi volentieri in questo piccolo ospedale dell’anima in cui si operano guarigioni e riconciliazione che è il confessionale, e di confessarsi spesso. Essendoci, a mio parere, un grave rischio: se il sacerdote sale solo sul pulpito, e non sta mai in confessionale, ad ascoltare le colpe altrui, a denunciare le proprie, le sue omelie saranno improntate o ad un freddo e duro moralismo, o allo sciocco utopismo del tempo e delle mode. Perché è nel confessionale che il sacerdote diventa conoscitore dell’animo umano, della sua fragilità, della sua debolezza, ed anche dei suoi slanci vitali, delle sue aspirazioni. Ed è questo il campo di battaglia in cui si impara a tenere al centro la Verità, accompagnata però dalla Misericordia, senza trasformare la Verità in ideologia né la Misericordia in buonismo.

L’ultimo elemento classico della quaresima cristiana è l’elemosina, che, secondo i Padri della Chiesa, “copre la moltitudine dei peccati”. Il dovere dell’elemosina si ricollega fortemente alla carnalità di Cristo, ed è per questo che viene spesso frainteso: quando diventa, per chi fa del cristianesimo una filosofia morale, solo esigenza di giustizia sociale; oppure quando il riferimento ai poveri, ai bisognosi, al dovere cristiano di soccorrere e di sovvenire, appare alle orecchie degli spiritualisti come qualcosa di troppo umano, di poco elevato, di confondibile con dottrine materialiste moderne.

Date dunque ai poveri: lo prego, lo esorto, lo comando, lo ingiungo”, scriveva sant’Agostino, mentre il Crisostomo insegnava che la ricchezza non è male, ma “il peccato sta nell’usare male di essa, non ripartendola tra i poveri”. Dio, proseguiva, “non ha fatto nulla di malvagio. Tutto è buono, o addirittura molto buono. Anche le ricchezze lo sono, a condizione che non dominino chi le possiede, e che servano a porre rimedio alla povertà”. Povertà nostra e altrui che rimarrà sempre con noi, sino alla fine dei tempi, in varie forme e modi, come segno del nostro limite e come appello al nostro cuore.

Francesco Agnoli - Il Foglio
Tratto da: Una casa sulla Roccia

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La Quaresima ci aiuta a lottare contro i nostri difetti

Posté par atempodiblog le 28 mars 2014

“Tutti abbiamo bisogno di migliorare, di cambiare in meglio. La Quaresima ci aiuta a lottare contro i nostri difetti”.
Papa Francesco

La Quaresima ci aiuta a lottare contro i nostri difetti dans Citazioni, frasi e pensieri 28wm8th

“Che io comprenda tutto quello che nell’anima mia resta ancora di male da mortificare nelle mie quaresime, da immolare nelle mie settimane di passione, per dispormi alle settimane maggiori!

Settimane maggiori per maggiori grazie di unione con Gesù Cristo nel suo divino sacrificio e nel suo divino sacramento, nel mistero della morte e della vita, sepoltura e risurrezione dell’uomo in Cristo.

Che siano così profondi i miei cambiamenti in meglio e così alti i miei progressi nel bene, da essere vere resurrezioni… Oh, come vorrei svolgere, con magnificenza, questo programma nel mio anno liturgico…”.

Beato Giustino Maria della Santissima Trinità Russolillo – Ascensione

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Quaresima, tempo di prova

Posté par atempodiblog le 28 mars 2014

“Si custodisce e si preserva l’originalità della Penitenza cristiana solo in comunione viva con Cristo”.
Nota pastorale della CEI n.230

 Quaresima, tempo di prova dans Citazioni, frasi e pensieri 2vns36w

“Tempo di tentazione! Chi entra nel deserto con Gesù, non si meravigli che ci trovi la tentazione, poiché anche Gesù ce la volle trovare, e a posta ci volle andare. Ogni tempo della vita presente è tempo di tentazione, perché tempo di prova. Forse la Quaresima lo è maggiormente. Dunque, vigilate et orate. Preghiamo affinché fatti degni di somigliare a Gesù nell’esser tentati, gli rassomigliassimo anche nel combattere a modo e nel vincere trionfalmente.

Così sia”.

Beato Giustino Maria della Santissima Trinità Russolillo

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Il Papa: incontrare Gesù ci cambia la vita, la misericordia è più grande dei pregiudizi

Posté par atempodiblog le 23 mars 2014

“Felici coloro che bevevano lo sguardo dei tuoi occhi”.
Charles Péguy

Il Papa: incontrare Gesù ci cambia la vita, la misericordia è più grande dei pregiudizi dans Commenti al Vangelo 35jc6th

Il Papa: incontrare Gesù ci cambia la vita, la misericordia è più grande dei pregiudizi
“Il Signore è più grande dei pregiudizi”. E’ quanto affermato da Papa Francesco all’Angelus in Piazza San Pietro, dedicato all’incontro tra Gesù e la donna samaritana, raccontato dal Vangelo domenicale. Il Papa ha sottolineato che tutti siamo alla ricerca dell’acqua viva della Misericordia ed ha soggiunto che la Quaresima è il tempo opportuno per “guardarci dentro”. Il Pontefice ha infine dato appuntamento, venerdì prossimo, alla Giornata penitenziale “24 ore per il Signore”. Sarà, ha detto, “una festa del perdono”.
di Alessandro Gisotti – Radio Vaticana

Un gesto che supera “le barriere di ostilità”, un dialogo che “rompe gli schemi di pregiudizio nei confronti delle donne”. Papa Francesco sintetizza così l’incontro tra Gesù e la donna Samaritana al pozzo, narrato dal Vangelo. E mette l’accento su quel “dammi da bere” pronunciato dal Signore:

“La semplice richiesta di Gesù è l’inizio di un dialogo schietto, mediante il quale Lui, con grande delicatezza, entra nel mondo interiore di una persona alla quale, secondo gli schemi sociali, non avrebbe dovuto nemmeno rivolgere la parola. Ma Gesù lo fa! Gesù non ha paura. Gesù quando vede una persona va avanti, perché ama. Ci ama tutti. Non si ferma mai davanti ad una persona per pregiudizi!

Gesù, soggiunge il Papa, pone la Samaritana “davanti alla sua situazione, non giudicandola ma facendola sentire considerata, riconosciuta, e suscitando così in lei il desiderio di andare oltre la routine quotidiana”. Quella di Gesù del resto, prosegue il Papa, “era sete non tanto di acqua, ma di incontrare un’anima inaridita”. Gesù, infatti, “aveva bisogno di incontrare la Samaritana per aprirle il cuore: le chiede da bere per mettere in evidenza la sete che c’era in lei stessa”:

“La donna rimane toccata da questo incontro: rivolge a Gesù quelle domande profonde che tutti abbiamo dentro, ma che spesso ignoriamo. Anche noi abbiamo tante domande da porre, ma non troviamo il coraggio di rivolgerle a Gesù! La Quaresima, cari fratelli e sorelle, è il tempo opportuno per guardarci dentro, per far emergere i nostri bisogni spirituali più veri, e chiedere l’aiuto del Signore nella preghiera”.

E anche oggi, esorta il Pontefice, dobbiamo seguire l’esempio della Samaritana e chiedere l’acqua che ci disseterà in eterno. Il Vangelo, rileva poi Francesco, “dice che i discepoli rimasero meravigliati che il loro Maestro parlasse con quella donna”.

“Ma il Signore è più grande dei pregiudizi, per questo non ebbe timore di fermarsi con la Samaritana: la misericordia è più grande del pregiudizio. Questo dobbiamo impararlo bene! La misericordia è più grande del pregiudizio e Gesù è tanto misericordioso, tanto!”.

Ecco allora che la Samaritana “corse in città a raccontare la sua esperienza straordinaria. Era andata a prendere l’acqua del pozzo, e ha trovato un’altra acqua, l’acqua viva della misericordia che zampilla per la vita eterna”. “Ha trovato l’acqua – ribadisce il Papa – che cercava da sempre” e annuncia a quel villaggio che « la condannava e rifiutava » di aver incontrato il Messia:

“Uno che le ha cambiato la vita, perché ogni incontro con Gesù ci cambia la vita. Sempre. E’ un passo più avanti, un passo più vicino a Dio. E così ogni incontro con Gesù ci cambia la vita. Sempre! Sempre è così”.

In questo Vangelo, prosegue, troviamo anche noi lo stimolo a “lasciare la nostra anfora”, simbolo di tutto ciò che “apparentemente è importante, ma che perde valore di fronte all’amore di Dio”:

“Tutti ne abbiamo una o più di una! Io domando a voi, anche a me: ‘Qual è la tua anfora interiore, quella che ti pesa, quella che ti allontana da Dio?’ Lasciamola un po’ da parte e col cuore sentiamo la voce di Gesù che ci offre un’altra acqua, un’altra acqua che ci avvicina al Signore”.

Anche noi, è l’invito del Papa, siamo dunque “chiamati a riscoprire l’importanza e il senso della nostra vita cristiana, iniziata nel Battesimo e, come la Samaritana, a testimoniare” la gioia dell’incontro con il Signore:

“Testimoniare la gioia dell’incontro con Gesù, perché ho detto che ogni incontro con Gesù ci cambia la vita ed anche ogni incontro con Gesù ci riempie di gioia, quella gioia che viene da dentro. E così è il Signore. E raccontare quante cose meravigliose sa fare il Signore nel nostro cuore, quando noi abbiamo il coraggio di lasciare da parte la nostra anfora”.

Al momento dei saluti ai pellegrini, almeno 40 mila, il Papa ha ricordato la ricorrenza della Giornata Mondiale della Tubercolosi, invitando a pregare “per tutte le persone colpite da questa malattia, e per quanti in diversi modi le sostengono”. Quindi, ha sottolineato che venerdì e sabato prossimi si vivrà “uno speciale momento penitenziale”, chiamato “24 ore per il Signore” che inizierà con la Celebrazione nella Basilica di San Pietro:

“Sarà – possiamo chiamarla così – la festa del perdono, che avrà luogo anche in molte diocesi e parrocchie del mondo. Il perdono che ci dà il Signore si deve festeggiare, come ha fatto il padre della parabola del figliol prodigo, che quando il figlio è tornato a casa ha fatto festa, dimenticandosi di tutti i suoi peccati. Sarà la festa del perdono”.

Dal Papa, infine, anche un saluto ai partecipanti e agli organizzatori della Maratona di Roma. “Un bell’evento sportivo – ha detto – della nostra città”.

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Il Papa: la Quaresima è per cambiare la vita, no agli ipocriti “truccati” da santi

Posté par atempodiblog le 18 mars 2014

Il Papa: la Quaresima è per cambiare la vita, no agli ipocriti “truccati” da santi
La Quaresima è un tempo per “aggiustare la vita”, “per avvicinarsi al Signore”. E’ quanto sottolineato da Papa Francesco nella Messa di stamani a Casa Santa Marta. Il Papa ha messo in guardia dal sentirsi “migliori degli altri”. Gli ipocriti, ha avvertito, “si truccano da buoni” e non comprendono che “nessuno è giusto da se stesso”, tutti “abbiamo bisogno di essere giustificati”.

di Alessandro Gisotti – Radio Vaticana

Il Papa: la Quaresima è per cambiare la vita, no agli ipocriti “truccati” da santi dans Fede, morale e teologia 14iq3iw

Conversione. Papa Francesco ha iniziato la sua omelia sottolineando che questa è la parola chiave della Quaresima, tempo propizio “per avvicinarci” a Gesù. E commentando la prima Lettura, tratta dal Libro di Isaia, ha osservato che il Signore chiama alla conversione due “città peccatrici” come Sodoma e Gomorra. Questo, ha affermato, evidenzia che tutti “abbiamo bisogno di cambiare la vita”, di guardare “bene nella nostra anima” dove sempre troveremo qualcosa. La Quaresima dunque, ha soggiunto, è proprio questo “aggiustare la vita”, avvicinandosi al Signore. Lui, ha detto, “ci vuole vicini” e ci assicura che “ci aspetta per perdonarci”. Tuttavia, ha ammonito, il Signore vuole “un avvicinamento sincero” e ci mette in guardia dall’essere ipocriti:

“Cosa fanno gli ipocriti? Si truccano, si truccano da buoni: fanno faccia di immaginetta, pregano guardando al cielo, facendosi vedere, si sentono più giusti degli altri, disprezzano gli altri. ‘Mah – dicono – io sono molto cattolico, perché mio zio è stato un grande benefattore, la mia famiglia è questa e io sono… ho imparato… conosciuto il vescovo tale, il cardinale tale, il padre tale… Io sono…’. Si sentono migliori degli altri. Questa è l’ipocrisia. Il Signore dice: ‘No, quello no’. Nessuno è giusto da se stesso. Tutti abbiamo bisogno di essere giustificati. E l’unico che ci giustifica è Gesù Cristo”.

Per questo, ha soggiunto, dobbiamo avvicinarci al Signore: “Per non essere cristiani truccati, che quando passa questa apparenza, si vede la realtà che non sono cristiani”. Qual è, allora, “la pietra di paragone per cui noi non siamo ipocriti e ci avviciniamo al Signore?” La risposta, ha sottolineato il Papa, ce la dà il Signore stesso nella prima Lettura quando dice: “Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni, cessate di fare il male, imparate a fare il bene”. Questo è l’invito. Ma, si chiede Francesco, “qual è il segno che andiamo su una buona strada?”:

“‘Soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova’. Avere cura del prossimo: del malato, del povero, di quello che ha bisogno, dell’ignorante. Questa è la pietra di paragone. Gli ipocriti non sanno fare questo, non possono, perché sono tanto pieni di se stessi che sono ciechi per guardare gli altri. Quando uno cammina un po’ e si avvicina al Signore, la luce del Signore gli fa vedere queste cose e va ad aiutare i fratelli. Questo è il segno, questo è il segno della conversione”.

Certo, ha osservato, “non è tutta la conversione”, quella infatti “è l’incontro con Gesù Cristo”, ma “il segno che noi siamo con Gesù Cristo è questo: curare i fratelli, quelli più poveri, quelli ammalati, come il Signore ci insegna” e come leggiamo nel capitolo 25 del Vangelo di Matteo:

“La Quaresima è per aggiustare la vita, sistemare la vita, cambiare la vita, per avvicinarsi al Signore. Il segno che noi siamo lontani dal Signore è l’ipocrisia. L’ipocrita non ha bisogno del Signore, si salva da se stesso, così pensa, e si traveste da santo. Il segno che noi ci siamo avvicinati al Signore con la penitenza, chiedendo perdono, è che noi abbiamo cura dei fratelli bisognosi. Il Signore ci dia a tutti luce e coraggio: luce per conoscere cosa succede dentro di noi e coraggio per convertirci, per avvicinarci al Signore. E’ bello essere vicino al Signore”.

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Quaresima: un cammino verso la Pasqua

Posté par atempodiblog le 5 mars 2014

In questa Quaresima proviamo a non vivere solo di piacere, perché il piacere dura un istante, mentre noi abbiamo il diritto di vivere la gioia vera. Sono certa che qualcuno ha già fatto l’esperienza che rinunciando al piacere di quel “cioccolatino” che voleva tanto mangiarsi, di quella “consolazione” che Quaresima: un cammino verso la Pasqua dans Fede, morale e teologia elvira-marzo-okvoleva prendersi … ha provato la gioia, che non è passeggera, che dura tutta la vita! Dobbiamo essere generatori di gioia, e ne siamo capaci perché siamo in grado di dirci dei no”: magari cadiamo dieci volte, ma poi c’é quel momento che riusciamo a dirci di no” ed é una vittoria straordinaria!

Lì si genera la gioia, e non solo per noi. Gestiamo bene la nostra libertà in questi quaranta giorni! La Quaresima è un cammino, un percorso per arrivare a festeggiare nel giorno di Pasqua la nostra fede, un cammino di morte e Risurrezione! Noi possiamo dire di averlo già percorso questo passaggio, questo esodo verso la libertà: prima della Comunità eravamo nella morte, ora non più, perché l’“Alba della Risurrezione” sta sfolgorando su quelle tenebre e le sta vincendo! Il cammino quaresimale che percorreremo insieme sarà, se lo vogliamo, se lo crediamo, uno sperimentare la guarigione da ogni vero, profondo e interiore malessere. In questa “traversata del deserto” vogliamo dare spazio al silenzio della testa, dei sentimenti e del cuore. Ripuliamoci dalle banalità, dagli interessi, dalle ambizioni e dalle motivazioni “malate” del nostro fare e del nostro vivere. Diamo voce, spazio e vigore alla Carità! Per tanti di noi la parola Carità significa fare l’elemosina, dare qualcosa a qualcuno, ma non è così. La Carità è una persona con un volto, una voce, un cuore: è Dio Padre che in Suo Figlio Gesù si è fatto conoscere, vedere, ascoltare, toccare, facendosi uomo, persona come ciascuno di noi. Qualcuno dice che è un mistero, ma Gesù è l’unica verità luminosa, reale, operante, attuale in coloro che accolgono se stessi, alzando il capo e piegando le ginocchia, in un abbandono fiducioso e sereno a Colui che ci salva. Pertanto, percorrendo questo “deserto” é importante rendere attento l’orecchio del cuore per sentire, ascoltare, accogliere, con sorpresa a volte, i festosi, danzanti rintocchi delle campane che già ci annunceranno che Gesù, quel giovane crocifisso, Figlio di Maria di Nazareth, risorgerà! Il Signore della Vita ci accompagni, doloroso e luminoso, sofferente e misericordioso, forte e buono verso la luce sfolgorante della sua Vittoria.

di Suor Elvira Petrozzi

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Preghiera e digiuno preparano la Chiesa alle grandi battaglie

Posté par atempodiblog le 5 mars 2014

Preghiera e digiuno preparano la Chiesa alle grandi battaglie dans Fede, morale e teologia 24govhf

Il tempo di Quaresima ci riporta direttamente ai quaranta giorni che Gesù ha trascorso nel deserto prima di affrontare le tentazioni del diavolo. Benché non ne avesse bisogno, il Figlio di Dio ha temprato la sua umanità alla lotta col digiuno e la preghiera, perché ne comprendessimo l’importanza nel nostro combattimento quotidiano contro il potere delle tenebre. In particolare dobbiamo comprendere la necessità del digiuno nella nostra formazione cristiana, come ci attesta la pratica bi millenaria della Chiesa.
Digiuno e preghiera sono fra loro complementari e si sostengono l’un l’altro. Digiunare significa mortificare la fame di mondo e rinunciare all’effimero. Pregare significa far emergere in noi la fame di Dio e nutrirci della sua Parola.
Il digiuno è il momento dello svuotamento di se stessi. La preghiera è il momento in cui saziarci di Dio. Sono due realtà intimamente congiunte, come i movimenti di diastole e di sistole del cuore.
La nostra società ha smarrito il ricordo della forza che il digiuno infonde nel cuore di chi lo pratica. Digiunando, la volontà impara a rinunciare, prima alle piccole cose e poi alle grandi.
Chi ha la forza di rinunciare esce vittorioso dalle battaglie della vita, quelle terrene come quelle più propriamente spirituali.
La rinuncia disarma i nemici, li lascia con le mani vuote e li mette in fuga. La rinuncia assicura a chi la pratica la libertà e la pace.
In modo particolare, la rinuncia è l’arma della vittoria contro il diavolo, che vuole distruggere con quello che offre. Il ritorno alla pratica di un digiuno severo prepara la Chiesa alle grandi battaglie.

di Padre Livio Fanzaga

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Andiamo nella solitudine a parlarci

Posté par atempodiblog le 5 mars 2014

L’esercizio del perdono dans Citazioni, frasi e pensieri Beato-Giustino-Maria-Russolillo
Immagine tratta da: Mis ilustraciones

“Andiamo nella solitudine a parlarci, o Divino Amor mio! Nel deserto più ermo, nell’antro più raccolto, noi ci parleremo indisturbati, da soli… Nella stanza dell’anima dove nessuno può entrare, nemmeno gli spiriti angelici, ma soli io e Voi, solo Voi e io, e noi ci parleremo soli e indisturbati”.

Beato Giustino Maria della Santissima Trinità Russolillo

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Preghiera nel giorno del digiuno

Posté par atempodiblog le 5 mars 2014

Preghiera nel giorno del digiuno, adattato da “Il digiuno” di Padre Slavko

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Invito della Madonna:
“Vorrei che la gente in questi giorni pregasse con me. E che preghi il più possibile! Che inoltre digiuni il mercoledì ed il venerdì; che ogni giorno reciti almeno il Rosario: i misteri gaudiosi, dolorosi, gloriosi…” (14.8.84)

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Signore Dio, creatore dell’universo e mio creatore!
Oggi ti voglio ringraziare perché hai dato al mondo un ordine così meraviglioso. Grazie per aver dato fertilità alla madre terra che produce per noi ogni tipo di frutti. Grazie per il cibo che viene preparato con i frutti della terra! Padre sono pieno di gioia per tutte le tue creature, per i frutti e ti rendo grazie! Grazie perché ogni giorno abbiamo bisogno di pane e perché ogni giorno abbiamo bisogno di dissetarci.

Padre grazie perché mi hai creato per nutrirmi ogni giorno dei frutti della terra, per crescere e servirti. Ti rendo grazie, Padre per coloro che con la loro intelligenza e le loro fatiche scoprono nuove possibilità di vita sulla terra. Grazie per coloro che posseggono tanti beni e ne danno agli altri. Grazie per coloro che al momento stesso di mangiare questo pane terreno sentono anche la fame del Pane celeste. Padre grazie anche per quelli che oggi non hanno di che nutrirsi, perché sono convinto che manderai il tuo aiuto tramite persone piene di bontà!

Padre oggi ho deciso di fare il digiuno. Con ciò non intendo disprezzare le cose che tu hai creato, non intendo rinunciarvi, ma desidero scoprirle nuovamente. Mi sono deciso per il digiuno perché hanno digiunato anche i tuoi profeti, perché ha digiunato anche tuo figlio Gesù Cristo, i suoi apostoli ed i suoi discepoli. Mi sono deciso per il digiuno perché ha digiunato anche la tua serva, la beata vergine Maria . Lei stessa mi ha invitato al digiuno:
“Cari figli! Oggi vi invito a digiunare col cuore. Vi sono molte persone che digiunano, ma fanno questo perché lo fanno gli altri. E’ diventata un’abitudine che nessuno vorrebbe interrompere. Chiedo alla Parrocchia di digiunare in segno di ringraziamento, perché Dio mi ha permesso di rimanere così a lungo in questa parrocchia. Cari figli! Digiunate e pregate col cuore! Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

Oggi voglio imparare a rivolgermi di più verso di Te nonostante le cose che mi circondano. Col digiuno che liberamente ho scelto di fare oggi voglio pregarti per tutti coloro che soffrono la fame e per questo creano agitazioni nel mondo, ti offro il mio digiuno anche per la pace nel mondo. Arrivano le guerre perché siamo attaccati ai beni materiali e vogliamo difenderli, procurarceli e per questo arriviamo ad uccidere. Padre ti offro il mio digiuno per tutti coloro che sono schiavi del loro attaccamento ai beni materiali e non vedono alcun valore.
Ti prego per coloro che vivono in contrasto con gli altri perché accecati dalle loro ricchezze. Padre, con questo digiuno aprimi gli occhi per vedere tutte le cose che ho come tuo dono, poterti ringraziare e dare il giusto valore ad ogni cosa.

Padre, oggi ho deciso di nutrirmi di solo pane per comprendere meglio il valore del Pane celeste: la presenza di tuo Figlio nell’Eucarestia. Fa che attraverso il digiuno crescano in me fede e fiducia!

Padre mi sono deciso per il digiuno perché so che fa crescere in me il desiderio di Te. Attraverso il digiuno desidero ascoltare e vivere con più impegno la tua Paola. Con gioia e gratitudine ripenso alle parole di tuo Figlio: “Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli”. Padre rendimi povero davanti a Te. Dammi la grazia di capire per mezzo del digiuno, come Tu mi sei necessario! Fa che mediante il digiuno cresca il mio desiderio per Te, che il mio cuore aneli verso di Te come la cerva anela alle sorgenti d’acqua e il deserto sospira le nuvole cariche di pioggia!

Padre fa che mediante questo digiuno cresca in me la comprensione e la solidarietà verso chi ha fame e sete, verso coloro non hanno beni materiali. Aiutami a capire cosa non mi serve delle cose che possiedo per darle a chi è nel bisogno.
Padre, donami la grazia di comprendere che sono pellegrino su questa terra e che quando passerò all’altro mondo non potrò portare nulla con me se non l’amore e le buone opere! Fa’ che pur avendo dei beni io sia consapevole di non avere nulla di mio, ma che tutto ho ricevuto come per esserne un amministratore fedele.

Padre dammi la grazia attraverso questo mio digiuno di diventare più umile e pronto a compiere la tua volontà. Perciò purificami dall’egoismo e dalla superbia, liberami da ogni cattiva abitudine, placa le mie passioni, accresci in me le virtù.
Padre fa’ che questo mio digiuno apra la mia anima alla Tua grazia che mi purifica e mi riempie.
Aiutami ad essere simile al Tuo Figlio in ogni tentazione ed in ogni prova, a respingere ogni seduzione del male accogliendo la Tua Parola.

Oh Maria, tu eri completamente libera nel tuo cuore, non eri legata ad alcuna cosa se non alla volontà del Padre: chiedi per me la grazia di fare un digiuno gioioso per cantare con te il cantico della riconoscenza! Fa’ che nella mia decisione di digiunare io sia forte e perseverante. La difficoltà e la fame che sentirò oggi le voglio offrire per tutti gli uomini. Maria, prega per me! Per tua intercessione e per la forza della tua protezione si allontanino da me ogni male ed ogni tentazione diabolica. Insegnami, o Maria, a digiunare ed a pregare perché di giorno in giorno divenga sempre più simile a te ed a tuo Figlio Gesù Cristo nello Spirito santo amen.

di Padre Slavko Barbaric
Tratto da: Info da Međugorje

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“Voi siate preghiera”

Posté par atempodiblog le 2 mars 2014

Messaggio di Medjugorje del 25/02/2013

“Voi siate preghiera” dans Fede, morale e teologia gospai

«Cari figli!
Vedete, ascoltate e sentite che nei cuori di molti uomini non c’è Dio. Non lo vogliono perché sono lontani dalla preghiera e non hanno la pace. Voi, figlioli, pregate, vivete i comandamenti di Dio.
Voi siate preghiera, voi che fin dallo stesso inizio avete detto “si” alla mia chiamata.
Testimoniate Dio e la mia presenza e non dimenticate figlioli, che io sono con voi e vi amo.
Di giorno in giorno vi presento a mio figlio Gesù. Grazie per aver risposto alla mia chiamata».

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Commento di Padre Livio di Radio Maria al messaggio del 25 febbraio
Tratto da: Medjugorje Liguria

Come sempre il messaggio della Regina della Pace del 25 del mese è semplice e profondo e ha sempre al centro il richiamo alla preghiera.
Nell’apertura del messaggio la Madonna ci parla di ateismo in generale o di incredulità. Parla degli uomini concreti nei cui cuori non c’è Dio.
“Vedete”, noi questo lo possiamo vedere, cioè si vede quando nel cuore di un uomo non c’è Dio, lo si vede da come una persona si comporta. Per esempio una persona che non prega mai, una persona che non osserva la legge morale naturale, che non segue la voce della coscienza, che commette il male, noi vediamo che in quel cuore non c’è Dio.
“Ascoltate”, quando una persona parla noi possiamo dalle parole che dice, capire che quella persona nel cuore non ha Dio. E “sentite” quando noi avvertiamo che una persona è dura, che una persona è impermeabile alla grazia, alla bontà, avvertiamo la cattiveria, l’ostilità.
La Madonna ci porta sul piano esistenziale, noi siamo in mezzo alla gente e possiamo, senza giudicare, avere uno sguardo di pietà, vedere, ascoltare e sentire se nel cuore delle persone c’è Dio o non c’è Dio.
C’è una grande diversità tra un cuore dove Dio abita e un cuore dove Dio non abita e dove non abita Dio, abita la serpe velenosa, abita il demonio! “Nei cuori di molti uomini non c’è Dio”, attenzione la Madonna non dice di alcuni uomini, ma di “molti uomini” e come ha già detto a Fatima e a Medjugorje molti oggi vanno all’inferno, vanno perché vivono senza Dio e muoiono senza Dio e quindi rimangono eternamente senza Dio! È un dramma, perché l’uomo è stato creato per conoscere, amare e servire Dio, ma molti vivono senza Dio, perché “non lo vogliono”, non ascoltano la voce della coscienza alla quale se tu cammini sulla via del male ti rimorde, ma tu non l’ascolti, la soffochi.
Uno dei segni per cui possiamo capire che in una persona non c’è Dio, è il fatto che non preghi mai e che non sia in pace.
Se non si apre il cuore a Dio con atteggiamento di umiltà e di amore e da qui sfocia la preghiera, se non c’è la pace, là non c’è Dio! Non lo si vuole far entrare nel cuore, è una porta: Dio bussa, tocca a noi aprire!
La prima parte del messaggio è un’accorata e dolorosa analisi della situazione esistenziale delle persone, molte delle quali non hanno Dio nel cuore, la Madonna non parla degli atei, parla di chi apre il cuore a Dio e di chi Lo rifiuta, di chi sceglie per Dio e di chi sceglie per se stesso e quindi idolatra se stesso e le sue passioni.
Questo è il quadro non molto incoraggiante, nel senso che “molti uomini vivono senza Dio”, è la tragedia, il dramma!
Noi cosa dobbiamo fare? Noi dobbiamo portare Dio e Lo portiamo avendoLo nel nostro cuore. Come facciamo ad avere nel nostro cuore Dio e portarLo agli altri? Pregando. Pregando ci apriamo a Dio. Pregando e vivendo i comandamenti di Dio, perché se non si seguono i comandamenti di Dio, si prega con la bocca, non si prega col cuore.
Quando si prega col cuore, si prega facendo la volontà di Dio, che è una volontà di santità, di bene e quindi pratica dei comandamenti.
Per cui in questo mondo dove molti vivono senza Dio, voi portate Dio pregandolo e vivendo i comandamenti di Dio.
Molti di noi dicono le preghiere ma non pregano e la Madonna dice, proprio perché non identifichiamo la preghiera con il dire le preghiere: “Voi siate preghiera”, siate una preghiera vivente.
Quand’è che siamo una preghiera vivente? Quando il nostro cuore è aperto a Dio, desidera Dio, vuole Dio, cerca Dio, ama Dio, si pente davanti a Dio, si rinnova davanti a Dio, si impegna davanti a Dio.
“Voi” e qui si rivolge ai parrocchiani in modo particolare, “voi che fin dallo stesso inizio avete detto “si” alla mia chiamata”, “Voi siate preghiera”. La Madonna nel 1984 aveva detto: “convertitevi voi della Parrocchia, affinché tutti quelli che vengono qui si convertano”.
“Testimoniate Dio e la mia presenza”, la Madonna ci invita a testimoniare a chi non ha Dio che Dio c’è e ci ama e testimoniare anche la presenza della Madonna senza isterismi e senza pretese, però la Madre c’è, la Madre ci guida, Lei è qui ad aiutarci, ad aiutare la Chiesa, aggiungerei anche il Papa nel compimento della sua grande missione. La presenza della Madonna la si testimonia con umiltà, con bontà, con dolcezza, senza paura, e la Madonna ci dice, perché sa che siamo tribolati, sa che ci sono momenti di tenebra, sa che ci scoraggiamo, sa che siamo provati, sa che dobbiamo lottare contro il potere delle tenebre, ci dice “non dimenticate figlioli, che Io sono con voi e vi amo”, non ci abbandona. Come ha detto il Papa l’altro giorno: “Dio non ci lascia soli, la Madre non ci lascia soli”.
Poi non dimentichiamo che tutti quanti possiamo rivolgerci alla Madonna direttamente, il Papa ha detto una bellissima frase: “la Madonna non è una postina”. La Madonna non ci manda le lettere, non ci manda gli sms, non ci manda neanche il postino, viene Lei direttamente a dirci le Sue parole, ma non solo; la Madonna non vuole i postini a casa Sua. Vuole che noi ci rivolgiamo direttamente a Lei; Lei è pronta ad ascoltarci, “di giorno in giorno vi presento al mio Figlio Gesù”.
“Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”
Questo è un bellissimo messaggio anche per il tempo di Quaresima che si aprirà presto, tempo di digiuno, tempo di preghiera, tempo in cui farci conquistare da Dio, che Dio conquisti il nostro cuore, che Dio abiti nel nostro cuore e entrando Dio nel nostro cuore, porti il suo Paradiso.

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Ecco il giudice di cui ha bisogno l’uomo

Posté par atempodiblog le 1 mars 2014

Ecco il giudice di cui ha bisogno l’uomo dans Citazioni, frasi e pensieri 2qd4h7q

È interessantissimo notare il contrasto interiore che esiste tra il carnevale e la Quaresima. Si seguono e si oppongono.
Caratterizzerei volentieri questo contrasto con una parola.
Il carnevale mette la maschera.
La Quaresima toglie la maschera.
Il carnevale veste l’uomo da eroe o da Pierrot.
La Quaresima invita l’uomo a considerare, in un tu a tu, ciò che egli è.
Orbene, non temo di affermarlo, ogni uomo che si toglie la maschera e si considera così com’è, vedrà dentro di sé quattro cose: un bambino, un malato, un ignorante e un colpevole.
Bambino, egli ha bisogno d’un padre; ignorante, ha bisogno di un dottore; ammalato, ha bisogno di un medico; colpevole, ha bisogno di un giudice.
Orbene, ecco il prete nel suo tipo ideale, padre, medico, dottore e giudice. Ma che giudice! Il giudice che perdona. Ecco il giudice di cui ha bisogno l’uomo.

Ernest Hello - Il secolo e i secoli

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Il dolore di Maria

Posté par atempodiblog le 29 mars 2013

Il dolore di Maria dans Citazioni, frasi e pensieri 1q0kz8

“Al mio spirare, la mia diletta Madre sentì la pena della morte che intesi io, come aveva inteso nell’anima sua tutte le altre mie pene. Ed il divin Padre fece il miracolo della sua potenza nel conservarla in vita, nel tempo stesso che soffriva le pene della morte, restando l’anima sua trapassata dal coltello doloroso, nel vedere morta la sua vita.

Prima di spirare, avevo parlato al di lei amante e addolorato cuore, licenziandomi di nuovo e ringraziandola di quanto aveva sofferto e patito per me. Ma questo lo feci molto di passaggio, per non affliggerla di più, essendo al sommo afflitta ed amareggiata. E per confortarla, l’ultima parola che le dissi fu, che sostenesse il fiero colpo con la sua solita generosità, che io sarei risorto il terzo giorno, e Lei sarebbe stata la prima a godere la mia presenza, e le glorie della mia risurrezione. Restò l’afflitta Madre con questa fede certa, e si confortò uniformandosi alla divina volontà”.

Gesù alla Serva di Dio Maria Cecilia Baij O.S.B. – Vita interna di Gesù Cristo

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