Medjugorje, la fede mariana e la decisione del Pastore

Posté par atempodiblog le 13 mai 2019

Medjugorje, la fede mariana e la decisione del Pastore
L’autorizzazione dei pellegrinaggi è un segno di riconoscimento del bene che accade nella parrocchia-santuario, dove tante persone si riavvicinano ai sacramenti
di Andrea Tornielli – Vatican News

Medjugorje, la fede mariana e la decisione del Pastore dans Andrea Tornielli Pellegrini-a-Medjugorje

Per comprendere le ragioni e il significato profondo della decisione di autorizzare i pellegrinaggi a Medjugorje da parte di Francesco è utile rileggere alcuni passi dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, il documento che traccia la rotta del suo pontificato. Il Papa in quel testo ricordava che «nella pietà popolare si può cogliere la modalità in cui la fede ricevuta si è incarnata in una cultura e continua a trasmettersi». E ricordava pure, citando le parole del documento finale della conferenza dei vescovi latinoamericani ad Aparecida, che «il camminare insieme verso i santuari e il partecipare ad altre manifestazioni della pietà popolare, portando con sé anche i figli o invitando altre persone, è in sé stesso un atto di evangelizzazione». «Non coartiamo né pretendiamo di controllare questa forza missionaria!», concludeva il Pontefice.

È un dato di fatto che milioni di pellegrini in questi anni abbiano vissuto una significativa esperienza di fede recandosi a Medjugorje: lo attestano le lunghe file ai confessionali e le adorazioni eucaristiche serali nella grande chiesa parrocchiale senza un metro quadrato libero da fedeli inginocchiati.
«Credo» che «a Medjugorje ci sia la grazia. Non si può negare. C’è gente che si converte», aveva detto il Papa dialogando nel 2013 con padre Alexandre Awi Mello mariologo e oggi segretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. In quella intervista, trasformata in un libro (È mia madre. Incontri con Maria, edizioni Città Nuova), Francesco metteva certo in guardia dal protagonismo dei veggenti e dal moltiplicarsi di messaggi e segreti. Ma senza mai disconoscere i frutti positivi dell’esperienza dei pellegrinaggi. Nella prefazione a quel libro, il teologo argentino Carlos María Galli aveva scritto: «Per Francesco la cosa più importante è la fede mariana del “santo popolo fedele di Dio”, che ci insegna ad amare Maria oltre la riflessione teologica. In quanto figlio e membro, come qualsiasi altro, del Popolo di Dio, Bergoglio – Francesco – partecipa del sensus fidei fidelium e si identifica con la profonda pietà mariana del popolo cristiano».

È proprio per questo che, continuando a studiare il fenomeno Medjugorje e senza che vi sia un pronunciamento sull’autenticità delle apparizioni, il Papa ha inteso prendersi cura di chi affronta i disagi del viaggio per recarsi a pregare in quel luogo. Per questo aveva voluto un suo inviato permanente, un vescovo dipendente dalla Santa Sede, incaricato proprio della cura pastorale dei pellegrini. E sempre per questo adesso stabilisce di andare oltre quanto dichiarato più vent’anni fa dalla Congregazione per la dottrina della fede, che permetteva i pellegrinaggi a Medjugorje ma solo «in maniera privata». Ora invece le diocesi e le parrocchie potranno organizzare e guidare quei pellegrinaggi espressione della pietà mariana del popolo di Dio.

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Mese di maggio indimenticabile/ Rinverdire la recita del santo Rosario

Posté par atempodiblog le 1 mai 2019

Mese di maggio indimenticabile/ Rinverdire la recita del santo Rosario
di padre Livio Fanzaga – Radio Maria

Il Rosario è l’occasione per immergersi nella Madonna dans Anticristo ff965t

Cari amici, in questo mese di maggio dobbiamo rinverdire la recita del santo Rosario, non solo individualmente, ma anche nelle famiglie e nelle parrocchie. La Madonna nelle sue apparizioni dà una grande importanza alla recita del santo Rosario. Accogliamo col cuore l’invito della Regina della pace. Faremo un mese di Maggio indimenticabile.

“Cari figli, oggi vi invito a cominciare a dire il Rosario con fede viva, così io potrò aiutarvi. Voi, cari figli, desiderate ricevere grazie, ma non pregate, io non vi posso aiutare dato che voi non desiderate muovervi. Cari figli, vi invito a pregare il Rosario; il Rosario sia per voi un impegno da eseguire con gioia, così comprenderete perché sono da così tanto tempo con voi: desidero insegnarvi a pregare. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!” .(12 giugno  1986)

“Figlioli, la preghiera opera miracoli. Quando siete stanchi e malati e non sapete il senso della vostra vita, prendete il rosario e pregate; pregate finché la preghiera diventi un’ incontro gioioso con il vostro Salvatore. Sono con voi e intercedo e prego per voi, figlioli”. (25 aprile 2001).

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Medjugorje, 28° Festival internazionale dei giovani: Omelia di S.E. Mons. Henryk Hoser

Posté par atempodiblog le 6 août 2018

Medjugorje, 28° Festival internazionale dei giovani
Testo dell’Omelia di S.E. Mons. Henryk Hoser, Visitatore Apostolico per la Parrocchia di Medjugorje (05/08/2018)
Tratto da: Radio Maria

Medjugorje, 28° Festival internazionale dei giovani: Omelia di S.E. Mons. Henryk Hoser dans Apparizioni mariane e santuari S.E._Mons_Henryk_Hoser

“Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?”

Cari giovani amici,

ecco la domanda che ci poniamo alla fine del nostro Festival, ricco d’esperienze, momenti intensi, vissuti nei vostri moltissimi incontri, nelle conoscenze fortificate anche per il futuro: “Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?”.

Oggi, come in ogni Messa, il Signore ci invita a prendere i Suoi doni esposti su due tavole, cioè sulla tavola della Sua Parola e sulla tavola della Sua Eucaristia. Ambedue sono assolutamente indispensabili per continuare il nostro cammino di vita, la nostra via che conduce all’obiettivo finale.

In Africa la saggezza dice che, “Se hai perso la tua strada e tu non sai più dove andare, ricordati allora da dove tu sei venuto”. Voi siete venuti dal mondo intero, dai differenti continenti e dai molti paesi. Le differenze tra di voi sono enormi.

Il Documento preparatorio del Sinodo dedicato ai giovani, che si svolgerà in Roma in ottobre, dice:

«Le forti disuguaglianze sociali ed economiche che generano un clima di grande violenza e spingono alcuni giovani nelle braccia della malavita e del narcotraffico; un sistema politico dominato dalla corruzione, che mina la fiducia nelle istituzioni e legittima il fatalismo e il disimpegno; situazioni di guerra ed estrema povertà che spingono a emigrare in cerca di un futuro migliore. In alcune regioni pesa il mancato riconoscimento delle libertà fondamentali anche in campo religioso, e delle autonomie personali da parte dello Stato, mentre in altre l’esclusione sociale e l’ansia da prestazione spingono una parte del mondo giovanile nel circuito delle dipendenze (cioè droga e alcool in particolare) e dell’isolamento sociale. In molti luoghi povertà, disoccupazione ed emarginazione fanno aumentare il numero dei giovani che vivono in condizioni di precarietà, tanto materiale quanto sociale e politica».

Dall’altra parte, tutti conosciamo i drammi di tanti profughi ed immigrati che ci sono nel mondo, e il loro numero arriva a milioni. Ci sono i paesi cosiddetti sviluppati, dove si vive la sazietà dei beni materiali, un iperconsumismo, la vera dittatura del mercato, la moda di lusso come ideale di vita egoista ed insensibile verso gli altri. Le famiglie si decompongono e ricompongono facilmente, senza preoccupazione della sorte dei bambini, sottomessi ad uno sconforto ed alla miseria psichica e spirituale. Queste zone divengono purtroppo come il deserto spirituale, dove la solitudine, la perdita di senso e del valore della vita gettano i giovani verso la tristezza, verso la depressione e a volte al suicidio. Una tale vita è proprio pagana. San Paolo non aveva dubbio a proposito di tale comportamento.

Abbiamo sentito oggi le sue parole: «Vi dico, dunque, e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come pagani con i vani pensieri». E ci esorta: «ad abbandonare, con la sua condotta di prima, l’uomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli, a rinnovarvi nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità».

Cari giovani, Siete arrivati dal mondo, che da una parte vi attira ma dall’altra parte vi ripugna. Attira per tanti suggerimenti, per la pubblicità presente dappertutto, per tante proposte dello stile di vita. Ripugna – i dubbi e le incertezze sono numerose: chi dice la verità e chi mente? Quale proposta ed offerta è buona e quale è pericolosa? A chi credere e di chi aver fiducia? Il tempo della giovinezza è relativamente breve, dopo l’infanzia e prima dell’ età adulta, e poi vi è l’età senile. Il tempo è breve ma forse è il più importante, cioè questo è il periodo presente, il periodo delle scelte e delle decisioni fondamentali, che sono determinanti per tutta la vita futura. In quanto a noi, come cristiani invece scopriamo il nostro Maestro, Gesù Cristo che dice di se stesso, quando uno dei Suoi discepoli Gli pone una domanda fondamentale sulla via da prendere: «Come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Io sono il pane della vita».

La risposta è succinta, ma contiene tutto. Spero dunque che durante questo Festival avete intravisto almeno l’inizio della strada da percorrere. La persona di Cristo è davvero affascinante, ma prima bisogna incontrarlo e conoscerlo.

Ascoltate dunque questo dialogo. Due giovani, sentendo parlare di Lui – di Cristo – seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro -, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava, e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Oggi, alle sette di sera, Gesù si volta verso di noi e ripete la stessa domanda: «Che cosa cercate, chi cercate e perché lo cercate?».

Gesù è un Maestro sicuro. Non tardate ad iscrivervi alla Sua scuola. Alla stessa scuola troverete una Maestra: Maria Madre di Dio, Maria Educatrice e Regina della Pace! Una tale scuola vale di più delle migliori università del mondo! Maria non si stanca di ribadire, a proposito di Suo Figlio «Qualsiasi cosa vi dica, fatela!». Tale è la risposta alla domanda iniziale: “Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?”. Amen.

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Mons. Hoser: in tanti a Medjugorje, anche tra i lontani, per incontrare Cristo

Posté par atempodiblog le 24 juillet 2018

Mons. Hoser: in tanti a Medjugorje, anche tra i lontani, per incontrare Cristo
Nominato da Papa Francesco il 31 maggio scorso visitatore apostolico a Medjugorje, mons. Hoser nella Messa per l’inizio del ministero ha detto che in questo luogo la devozione popolare ha Cristo al centro
di Sergio Centofanti – Vatican News

Mons. Hoser: in tanti a Medjugorje, anche tra i lontani, per incontrare Cristo dans Apparizioni mariane e santuari Medjugorje

L’arcivescovo polacco Henryk Hoser ha presieduto questa domenica una Messa solenne nella Chiesa di San Giacomo, dando inizio al suo ministero di visitatore apostolico a carattere speciale per la parrocchia di Medjugorje. Erano presenti numerosi fedeli e pellegrini, insieme al nunzio in Bosnia ed Erzegovina, mons. Luigi Pezzuto, al vescovo di Alessandria, mons. Guido Gallese, e al provinciale dei francescani, fra Miljenko Steko.

Inviato dal Papa a Medjugorje
Papa Francesco – ha esordito nell’omelia – mi ha inviato a Medjugorje perché “la cura pastorale esige di assicurare un accompagnamento stabile e continuo” di questa comunità parrocchiale “e dei fedeli che vi si recano in pellegrinaggio”.

Prendendo spunto dalla prima lettura di questa XVI domenica del Tempo ordinario, in cui Geremia dice: “Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo”, mons. Hoser ha detto: “Il Santo Padre, pastore universale della Chiesa, prende come sue queste parole del profeta. Ci invia lì, dove esiste e vive la gente, dove i fedeli si radunano cercando la luce di salvezza”. E riferendosi al Vangelo ha sottolineato che “il Signore ci dà un incomparabile esempio e modello missionario“ perché mostra compassione per le tante persone che lo seguivano “come pecore che non hanno pastore”.

Anche “i lontani“ vengono a Medjugorje
Il presule ha quindi commentato le parole di San Paolo: “Voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo (…) Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini”. “A Medjugorje – ha ricordato – vengono i pellegrini da lontano, da circa 80 Paesi del mondo”: per percorrere tanti chilometri “bisogna avere una motivazione ferma e decisa”. “Ma la parola ‘lontani’ significa ancora un’altra cosa; significa una situazione esistenziale di tanti che si sono allontanati da Dio, da Cristo, dalla loro Chiesa e dalla luce che dà senso alla vita, per orientarla e darle lo scopo vitale degno, che vale la pena di essere vissuto”.

Fedeli di Medjugorje, testimoni da 37 anni di tanti eventi
“Questa missione – ha proseguito mons. Hoser – concerne ugualmente non soltanto i lontani, ma pure i vicini. Questi anche in un duplice senso: vicini perché abitano da generazioni questo luogo e territorio; vicini perché sono i parrocchiani di Medjugorje; vicini perché sono da trentasette anni i testimoni di tanti eventi di questa regione. In un’altro senso, sono vicini anche tutti quelli che vivono una fede ardente e calorosa, che vogliono essere in contatto intimo e riconoscente con il Signore Risuscitato e Misericordioso”.

A Medjugorje per incontrare Cristo e sua Madre
A questo punto mons. Hoser ha posto “la questione fondamentale: perché tanta gente si reca ogni anno a Medjugorje? La risposta che si impone è questa: vengono per incontrare qualcuno: per incontrare Dio, incontrare Cristo, incontrare Sua Madre. E poi per scoprire la strada che conduce alla felicità di vivere nella casa del Padre e della Madre; infine per scoprire la strada mariana come quella più certa e sicura. È la strada del culto mariano che si celebra da anni qui, cioè ‘quel culto sacro, nel quale vengono a confluire il culmine della sapienza e il vertice della religione e che pertanto è compito primario del Popolo di Dio’ (Dall’Esortazione apostolica di Paolo VI Marialis cultus)”.

A Medjugorje un culto cristocentrico
“Si tratta davvero – ha precisato – di un culto cristocentrico, perché – come diceva Paolo VI – da Cristo trae origine ed efficacia, in Cristo trova compiuta espressione e per mezzo di Cristo, nello Spirito, conduce al Padre”.

Devozione a Medjugorje è secondo la dottrina
Il Concilio Vaticano II – ha osservato – sottolinea con forza che “le varie forme di devozione verso la Madre di Dio, che la Chiesa ha approvato entro i limiti della sana e ortodossa dottrina si sviluppino in armonica subordinazione al culto che si presta a Cristo e intorno ad esso gravitino come a loro naturale e necessario punto di riferimento” (Cfr Conc. Vat. II, Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen gentium, 66). “Tale è la devozione popolare a Medjugorje: al centro la Santa Messa, l’adorazione del Santissimo Sacramento, una massiva frequenza del Sacramento della Penitenza, accompagnate dalle altre forme di pietà: il Rosario e la Via Crucis che fanno sì che le pietre, prima ruvide, dei sentieri diventino lisce”.

Momenti speciali di grazia
“I pellegrini – ha affermato mons. Hoser – consacrano il loro tempo per essere presenti nello spazio di Medjugorje. A questo proposito il Santo Papa Giovanni Paolo II diceva ‘che come il tempo può essere scandito dai kairoì, momenti speciali di grazia, in modo analogo lo spazio possa essere segnato da particolari interventi salvifici di Dio. E questa, del resto, un’intuizione presente in tutte le religioni, nelle quali si trovano non solo tempi, ma anche spazi sacri, nei quali l’incontro col divino può essere sperimentato in modo più intenso di quanto non avvenga abitualmente nell’immensità del cosmo” (Lettera sul pellegrinaggio, 30-6-1999).

La Regina della Pace
“Medjugorje – ha detto il visitatore apostolico – ci offre il tempo e lo spazio della grazia divina per intercessione della Beata Vergine Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa, venerata qui con l’appellativo di ‘Regina della Pace’. Questo appellativo è ben conosciuto tramite le Litanie Lauretane”. “È vero – ha concluso mons. Hoser – il mondo ha tanto bisogno di pace: la pace del cuore di ciascuno, la pace nella famiglia, la pace sociale e la pace internazionale, tanto desiderata da tutti, specialmente dai cittadini di questo Paese, così provato dalla guerra dei Balcani. Promuovere la pace significa costruire una civiltà fondata sull’amore, sulla comunione, sulla fraternità, sulla giustizia, e quindi sulla pace e la libertà. La Madonna, Madre del Principe della Pace annunziato dei profeti sia la nostra Protettrice, la nostra Regina la nostra Madre. Amen”.

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Medjugorje, è stato autorizzato il culto ufficiale! Parla l’inviato del Papa

Posté par atempodiblog le 8 décembre 2017

Medjugorje, è stato autorizzato il culto ufficiale! Parla l’inviato del Papa
Jesús Colina/Aleteia Francia – Aleteia

Medjugorje, è stato autorizzato il culto ufficiale! Parla l’inviato del Papa dans Apparizioni mariane e santuari Medjugorje

Intervista esclusiva con l’inviato del Papa al santuario mariano

“Il culto di Medjugorje è autorizzato. Non è proibito e non deve svolgersi di soppiatto. La mia missione consiste precisamente nell’analizzare la situazione pastorale e nel proporre delle migliorie”, afferma mons. Henryk Hoser, arcivescovo di Varsavia-Praga in Polonia, inviato speciale di Papa Francesco per la pastorale del santuario di Medjugorje, in Bosnia-Herzegovina, luogo di presunte apparizioni mariane che dal 1981 attira milioni di persone.

“Da oggi, le diocesi e altre istituzioni possono organizzare pellegrinaggi ufficiali. Non ci sono più problemi”, continua l’arcivescovo in un’intervista accordata ad Aleteia nella sua residenza situata in un quartiere di Varsavia.

«Papa Francesco ha recentemente chiesto a un cardinale albanese di dare la sua benedizione ai fedeli presenti a Medjugorie», spiega.

Sono pieno d’ammirazione per il lavoro che i Francescani compiono laggiù. Con un’équipe relativamente ristretta – sono una dozzina – fanno un enorme lavoro di accoglienza dei pellegrini. Tutte le estati organizzano un festival dei giovani. Quest’anno ci sono stati 50mila giovani da tutto il mondo, con più di 700 preti.

Le confessioni sono massive. Hanno una cinquantina di confessionali, che non bastano. Sono confessioni molto profonde.

Questo è un fenomeno. E ciò che conferma l’autenticità del luogo è la grande quantità di istituzioni caritative che esistono attorno al santuario. E un’altra dimensione ancora: il grande sforzo che viene svolto a livello di formazione cristiana. Ogni anno organizzano congressi a più livelli, per pubblici differenti (preti, medici, genitori, giovani, coppie…)

Il decreto della precedente Conferenza Episcopale della Yugoslavia di un tempo, che prima della guerra dei Balcani sconsigliava che i vescovi organizzassero pellegrinaggi a Medjugorie, non è più in atto.

Ci sono altri casi di luoghi di apparizioni, come Kibeho, in Rwanda, dove il vescovo diocesano ha accordato il culto, da principio, e in seguito ha proseguito l’analisi per il riconoscimento delle apparizioni.

Oggi il culto di Medjugorie si estende a 80 paesi: costituisce una rete enorme.

L’arcivescovo ha rivelato che la Commissione per l’analisi delle apparizioni di Medjugorje, che Benedetto XVI aveva affidato al cardinal Camillo Ruini, avrebbe dato parere favorevole:

Ciò che trovo toccante è che tutti i veggenti si siano orientati verso la vita di famiglia. Nell’epoca in cui viviamo, la famiglia ha un’importanza enorme. Tutti vivono in famiglia. Quelle che erano adolescenti all’epoca sono già nonne: 37 anni sono volati via!

«Ma questa decisione dovrà essere presa dal Papa. Il dossier si trova ora negli uffici della Segreteria di Stato. Credo che a breve la decisione finale sarà presa», ha concluso mons. Hoser.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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La veggente Mirjana incontra Giovanni Paolo II

Posté par atempodiblog le 21 septembre 2017

La veggente Mirjana incontra Giovanni Paolo II
Comunque la pensiate sulle apparizioni di Medjugorje, vale la pena leggere questo capitolo, in cui Mirjana racconta il suo emozionante incontro con Giovanni Paolo II, un papa che aveva attraversato il secolo dei sanguinosi totalitarismi. Il papa che aveva iniziato il suo pontificato con le indimenticabili parole: “Non abbiate paura: aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!”. Il papa che aveva nel suo stemma le parole “Totus tuus”, rivolte a Maria, di cui era un ferventissimo devoto! Il papa che aveva detto che «l’umanità è a un bivio: può fare della terra un giardino, o un cumulo di rovine». Oggi queste parole appaiono ancor più profetiche. Ma veniamo al racconto.
di Claudio Forti – Trascrizione del capitolo 20 del libro Il mio cuore trionferà, autobiografia di Mirjana Soldo, edito dalla Dominus Production di Firenze, e uscito recentemente

La veggente Mirjana incontra Giovanni Paolo II dans Apparizioni mariane e santuari Il_mio_cuore_trionfer

Forse si pensa che un veggente che vede la Madonna non resti mai colpito da altre persone, ma non è così. Nel 1987, infatti, ebbi un incontro destinato a lasciarmi un effetto duraturo: conobbi un santo vivente. In quel periodo mi trovavo a Roma, essendo stata invitata da un sacerdote italiano. L’Italia di per sé è una meraviglia. Ero affascinata dalla sua storia. Riuscivo facilmente a immaginare i gladiatori intenti ad allenarsi nel Colosseo, e imperatori che tenevano i loro discorsi nel Foro romano. Ma mi incantarono ancor più gli innumerevoli luoghi sacri presenti nella città eterna. La visita nelle antiche catacombe mi fece capire quanta resistenza e coraggio avevano i primi seguaci della mia religione.
Osservando la Cappella Sistina e gli alti soffitti della Basilica di Santa Maria Maggiore, mi resi conto delle incredibili imprese compiute da tanti uomini di fede.
Pregando presso le tombe dei martiri e dei santi, e semplicemente sostando ai luoghi in cui così tanti prima di me erano vissuti e morti, mi venivano in mente i costanti avvertimenti della Madonna sulla brevità della vita su questa terra.

Il fatto di essere una pellegrina in terra straniera mi diede la possibilità di acquisire una prospettiva nuova sull’esperienza dei pellegrini che venivano a Medugorje. E proprio mentre pensavo che quel mio viaggio non potesse essere migliore, il 20 di luglio mi trovai ad accompagnare in Vaticano un gruppo di giovani croati che erano andati in visita a Giovanni Paolo II.
Quel mattino, quando arrivammo, l’imponente cupola della Basilica di San Pietro era già illuminata dai primi raggi del sole. Arrivando presto, potemmo sistemarci in prima fila all’udienza papale che si sarebbe tenuta in Piazza San Pietro. Subito dopo arrivarono migliaia di altri pellegrini. Quando il papa comparve, la folla era in delirio.
Il pontefice camminò tra la gente benedicendo. Passando davanti a noi, mi mise la mano sul capo e mi benedisse. La benedizione finì prima che mi rendessi conto. Rimasi ferma, sorridente, al settimo cielo dalla contentezza, per aver ricevuto per la prima volta la benedizione da un papa.
Mentre il pontefice seguitava a camminare, il sacerdote che mi accompagnava disse ad alta voce: “Santo Padre, lei è Mirjana di Medugorje!”. Al che il papa si fermò, tornò indietro e mi diede un’altra benedizione. Io ero raggelata. I suoi occhi, di colore azzurro intenso, sembravano attraversarmi l’anima. Non sapendo trovare le parole, inchinai il capo e sentii tutto il calore della sua benedizione. Quando si allontanò mi volsi verso il sacerdote italiano e, scherzando, gli dissi: “Ha pensato che avevo bisogno di una doppia benedizione!”. Entrambi ci facemmo una risata.

Più tardi, quel pomeriggio, una volta tornata al mio albergo ancora stordita da tutta l’esperienza, rimasi senza fiato nel ricevere un invito personale del papa, che ci chiedeva di incontrarlo in privato l’indomani mattina a Castel Gandolfo. Ero così eccitata che non riuscii a prendere sonno. Come sarebbe andato il nostro incontro?
Cosa avrei detto? Avevo mille domande per la testa. Per un attimo mi calmai, ma subito dopo pensai ancora: “Domani incontrerò il papa”. E andai avanti così per tutta la notte.

Mirjana_e_Giovanni_Paolo_II dans Libri

Il giorno seguente andai a Castel Gandolfo poco prima delle 8, l’ora stabilita per l’incontro. Quel paesino fortificato, a circa 25 chilometri da Roma, è da secoli la residenza estiva dei papi. Il palazzo papale, appollaiato su una collina esposta al vento e circondato da giardini e da uliveti, si affaccia sul lago di Albano, le cui acque sono di un colore azzurro, simile agli occhi di Giovanni Paolo II.
Un uomo in divisa mi scortò fino alla fine del palazzo. Quando vidi il Santo Padre là ad aspettarmi, mi venne subito da piangere. Lui mi guardò e sorrise. Il suo sguardo era pieno di calore e di amore. Avevo la sensazione di essere in presenza di un santo, un vero figlio della Beata Vergine Maria. Avevo imparato a riconoscere qualcosa di speciale negli occhi delle persone che amavano la Madonna. Una tenerezza che solo la Madre celeste poteva trasmettere. E questo aspetto in Giovanni Paolo II era più forte che in qualsiasi altro.

Il papa mi fece sedere con lui. Dovetti convincermi che non stavo sognando. Avevo sempre pensato che incontrare il papa fosse una cosa impossibile per una persona insignificante come me. E adesso eccomi là, davanti a lui. Volevo salutarlo, ma ero troppo nervosa, anche per esprimere una sola frase. Il Santo padre mi strinse delicatamente la mano dicendomi: “Gin dobre”, (Buon giorno in polacco. Ndt). Non riuscii a capirlo.
Forse ero troppo emozionata e le mie orecchie mi stavano ingannando. O forse il mio cervello era andato in tilt. Ero mortificata. Avevo avuto l’occasione unica di incontrare il papa, ma non avevo idea di cosa mi stesse dicendo. Le sue parole assomigliavano al croato, ma non riuscivo a decifrarle. Presto capii che stava parlando in polacco. Le lingue slave, come il croato e il polacco, hanno in comune molte parole, quindi il papa voleva vedere se potevamo comunicare entrambi nelle nostre lingue madri. Purtroppo la cosa non funzionò, ma mi ricordai che c’era una lingua che conoscevamo entrambi.

«Santo padre, possiamo parlare in italiano?», chiesi. Sorrise e annuì: «Si, bene Mirjana, bene!». Parlammo di molte cose. Alcune posso rivelarle, altre no. E presto mi sentii completamente a mio agio alla sua presenza. Mi parlò con un affetto tale, che sarei rimasta lì con lui per ore a conversare. «Per favore, chiedi ai pellegrini di Medjugorje di pregare per le mie intenzioni!», disse. «Certo Santità!», lo rassicurai. «So tutto di Medjugorje. Ho seguito i messaggi sin dall’inizio. Per favore, dimmi come ci si sente quando appare la Madonna!», il papa mi ascoltò con grande attenzione mentre descrivevo quello che vivevo durante le apparizioni. Ogni tanto sorrideva e annuiva dolcemente col capo. «E quando scompare – conclusi – provo tanto dolore in quel
momento. L’unica cosa a cui penso è quando la rivedrò di nuovo».
Si chinò verso di me e disse: «Abbi cura di Medjugorje, Mirjana! Medjugorje è la speranza per il mondo intero».
Le parole di Giovanni Paolo II sembrarono confermare l’importanza delle apparizioni, e alla grande responsabilità che avevo in quanto veggente. Rimasi sorpresa dal tono convinto della sua voce e dal bagliore emanato dai suoi occhi ogni volta che nominava Medjugorje. Per non parlare della perfezione con cui pronunciava il nome di tale paese, sempre molto difficile da ripetersi per gli stranieri.

«Santo Padre – dissi -: vorrei che lei vedesse tutta la gente che viene da noi, e prega». Il papa si voltò fissando verso est, facendo un sospiro pensieroso, e disse: «Se non fossi papa sarei già andato da molto a Medjugorje», disse.
Non dimenticherò mai l’amore irradiato dal Santo padre. Con lui avevo sensazioni simili a quelle che avevo stando con la Madonna. Anche guardare nei suoi occhi, era come guardare in quelli di Maria.

In seguito un sacerdote mi confidò che il papa era interessato a Medjugorje fin dagli inizi, poiché prima ancora che iniziassero le apparizioni, Giovanni Paolo II aveva pregato la Madonna di apparire di nuovo sulla terra.
«Non posso farcela da solo, Madre – pregava -: in Jugoslavia, Cecoslovacchia, Polonia e altri paesi comunisti, la gente non è libera di praticare la propria fede. Ho bisogno del tuo aiuto, Madre cara”!». (E quanto è vero anche oggi, non solo nei paesi comunisti, ma nelle terre islamiche, ma anche in paesi cristiani. Ndt).

Secondo quel sacerdote, il papa, quando venne a sapere che la Madonna era apparsa in una piccola località di un paese comunista, pensò immediatamente che Medjugorje fosse stata la risposta alle sue preghiere. La Dominus Production è una benemerita casa fiorentina che provvede al doppiaggio di film che, avendo un contenuto cattolico, non sono diffusi in italiano dai grandi media. Per questo ha provveduto alla doppiatura di
fil, come Cristiada, di cui ha fatto tradurre anche il libro; God’s not dead, Il missionario, e ora anche il libro “Il mio Cuore trionferà”, eccetera. Ndt). La si trova a questo link: http://www.dominusproduction.com/

Tratto da: Radio Maria

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La preghiera è la chiave segreta dell’incontro con Dio

Posté par atempodiblog le 7 septembre 2017

Non parlate, ma pregate
La preghiera è a chiave segreta dell’incontro con Dio
Tratto da: Radio Maria Fb

Messaggio di Medjugorje del 25/08/2017
“Cari figli!
Oggi vi invito ad essere uomini di preghiera. Pregate fino a quando la preghiera diventi per voi gioia e incontro con l’Altissimo. Lui trasformerà il vostro cuore e voi diventerete uomini d’amore e di pace.
Figlioli, non dimenticate che Satana è forte e vuole distogliervi dalla preghiera. Voi, non dimenticate che la preghiera è la chiave segreta dell’incontro con Dio. Per questo sono con voi, per guidarvi. Non desistete dalla preghiera.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

La preghiera è la chiave segreta dell’incontro con Dio dans Apparizioni mariane e santuari Padre_Livio_e_Marija

Testo della telefonata tra la veggente Marija e P. Livio (25/08/2017)

P. Livio: Questo messaggio è un grande appello alla preghiera.
Marija: Sì, praticamente tutto il messaggio è un invito alla preghiera, perché, come ha detto la Madonna, la preghiera è la chiave segreta dell’incontro con Dio. Vediamo che in tutti questi anni la Madonna ci sta chiamando a questo; fin dall’inizio ha cominciato a pregare con noi e ci invita a pregare.

P. Livio: C’è proprio un cammino nella preghiera: arrivare a far sì che la preghiera diventi per noi gioia, come dice la Madonna, questo è il punto di arrivo, fatto di molta perseveranza quotidiana.
Marija: La Madonna dice: “Vi invito ad essere uomini di preghiera”. Diceva già all’inizio: “Non parlate, ma pregate. Con la vostra vita date l’esempio. Io penso che la Madonna stia ritornando a questo: non parlare, ma pregare; così la preghiera diventa gioia e il nostro cuore diventa amore e pace. E di questo diventeremo testimoni.

P. Livio: La Madonna ci chiede di pregare col cuore…
Marija: Dall’inizio ha detto: “Ogni preghiera che fate col cuore è buona e piace a Dio”. Non ha indicato una preghiera in particolare, ma chiede sempre di pregare col cuore. Ci ha detto che essa è la chiave segreta dell’incontro con Dio e per questo ci sta ripetendo: “Pregate! Pregate! Pregate! Pregate finché la vostra vita diventi preghiera”.

La Madonna ripete ancora: “Pregate fino a quando la preghiera diventi per voi gioia”. All’inizio ci vuole uno sforzo perché non siamo abituati, ma poi, quando cominciamo ad avere l’esperienza di Dio, diventa tutto più facile: davvero la preghiera è la chiave segreta. Quando raggiungiamo questo incontro con Dio, diventiamo uomini di amore e di pace, testimoni appassionati che parlano di Dio alle persone.

P. Livio: La Madonna ha detto che la preghiera più importante è la S. Messa.
Marija: Sicuramente! Il culmine del nostro incontro con Dio avviene nella S. Messa, nell’Eucaristia. Ricordo la catechesi di un sacerdote: diceva che non siamo coscienti che il Signore è con noi quando ad esempio, durante la S. Messa, il sacerdote dice: “Il Signore sia con voi”. E noi rispondiamo automaticamente: “E con il tuo spirito”. Dovremmo gridare di gioia! Così avviene nella preghiera: se siamo coscienti che essa è la chiave per incontrare Dio, a quel punto il pregare diventa una gioia.

P. Livio: Santa Teresa d’Ávila pregando il Padre nostro, quando pronunciava la parola “Padre”, non riusciva più ad andare avanti. Sentire le parole col cuore. Ad esempio quando diciamo: Signore ti amo”, in quel momento il mio cuore deve traboccare di amore. Se le parole non hanno eco nel cuore, rimangono parole vuote.
Marija: Sì, però io dico che, anche se sono parole vuote, è bene ripeterle, perché prima o poi entrano nel cuore. Come la preghiera del pellegrino russo: “Signore Gesù, abbi pietà di me peccatore”. Ripetendola diventa vita. La Madonna dice: “Pregate per coloro che non hanno incontrato Dio”.  Se noi l’abbiamo incontrato con la nostra vita, la nostra testimonianza, il nostro esempio, possiamo aiutare altri ad incontrare Dio.

P. Livio: La Madonna dice di affidarle nella preghiera tutti i nostri problemi, le nostre croci, tutte le difficoltà. Cosa vuol dire affidare alla Madonna tutte queste cose che ci opprimono specie al mattino?
Marija: La Madonna anche in questo messaggio ha detto: “Per questo sono con voi, per guidarvi”. Lei ci sta guidando, istruendo. Ci dice: “Non siete soli, non siete abbandonati, Dio è con voi… Dio mi ha mandato… mi ha permesso di essere con voi!”. Ci dice anche: “Non desistete dalla preghiera, perché è la chiave per entrare nel cuore di Gesù”.

P. Livio: Dobbiamo avere dei momenti precisi di preghiera: al mattino, alla sera, il S. Rosario in famiglia, la Messa almeno alla domenica, perchè poi sarà più facile che la preghiera personale nasca spontaneamente durante il corso della giornata.
Marija:
E’ vero. La Madonna prima con noi ha cominciato con 7 Pater, 7 Ave, 7 Gloria e il Credo. Poi pian piano ha aggiunto un Rosario, poi il Rosario completo come preghiera biblica, dove contempliamo la vita di Gesù. Ha inoltre raccomandato di leggere ogni giorno un brano della Sacra Scrittura. Poi ha detto di leggere la vita dei santi per imitarli. Ci ha chiamato a quella che Lei chiama Scuola di preghiera e Via della santità. La Madonna desidera che attraverso la preghiera incontriamo Dio e Lei stessa. Poi ha detto: “Con la preghiera e col digiuno anche le guerre si possono fermare. Non solo le guerre nel mondo, ma anche le guerre nei cuori.

Da noi c’era il comunismo, oggi ci sono anche il materialismo e il modernismo… tanti attacchi con cui satana vuole distruggere la famiglia, la patria… vuole distruggere Dio, togliere Dio dalla società, dai cuori, dai giovani, dalle famiglie, dalle scuole, dalle parrocchie, ovunque. Mentre la Madonna ha detto: “Senza Dio non avete né futuro, né vita eterna”.

P. Livio: Io ho letto tanti libri di spiritualità, di mistici, di santi, ma per me i messaggi di Medjugorje sono il più grande poema mai scritto sulla preghiera. Mai ho trovato altrove una tale profondità. Veramente la Madonna è una maestra di preghiera come nessun altro al mondo lo è mai stato, a parte suo Figlio Gesù. Non dimentichiamo che c’è in atto una grande apostasia nel mondo, specialmente in occidente, non solo tra i semplici cristiani, ma anche in migliaia di sacerdoti – per questo la Madonna pensa che la Chiesa si possa rinnovare soltanto a partire dalla preghiera. Ho capito bene anche che, nonostante le mie responsabilità la cosa più importante che devo fare durante la giornata è l’incontro con Dio nella preghiera. Se non si capisce questo, non riusciamo a mettere in pratica il piano della Madonna.
Marija: Sono d’accordo con te. La Madonna sta bussando al cuore di ciascuno di noi, anche dei lontani o di coloro che sono andati in crisi (incontro persino sacerdoti e suore in crisi perché troppo attaccati alle azioni e alle cose materiali a scapito della preghiera).

La Madonna vuole riportarci alla preghiera, alla parte spirituale, perché noi facciamo tante azioni, ma poca preghiera. Per questo lei insiste così tanto. Io credo che la preghiera possa cambiare il mondo, credo profondamente nella sua forza: “Con la preghiera e col digiuno anche le guerre si possono allontanare”.

Marija ha quindi pregato il Magnificat e il Gloria.
Padre Livio ha concluso con la benedizione.

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Hoser: a Medjugorje un clima spirituale molto positivo

Posté par atempodiblog le 25 août 2017

Hoser: a Medjugorje un clima spirituale molto positivo
In un’intervista l’arcivescovo, inviato del Papa, chiamato a valutare l’aspetto pastorale, ipotizza entro l’anno il “sì” alle prime apparizioni
di Giacomo Gambassi – Avvenire (22 Agosto 2017)

Hoser: a Medjugorje un clima spirituale molto positivo dans Apparizioni mariane e santuari Arcivescovo_Henryk_Hoser

Sono «molto positive» le conclusioni sul “caso” Medjugorje dell’arcivescovo polacco Henryk Hoser, l’inviato di papa Francesco chiamato a esaminare la situazione pastorale nella cittadina dell’Erzegovina nota per le presunte apparizioni mariane che da 36 anni sei giovani (oggi adulti) dicono di avere. In una lunga intervista all’agenzia di stampa cattolica polacca Kai, Hoser indica in «preghiera, silenzio, Eucaristia, adorazione, digiuno e sacramento della Riconciliazione» i «punti di forza» di Medjugorje che ogni anno attrae oltre 2 milioni di persone da tutto il mondo. Un luogo che, sottolinea l’arcivescovo, ha una «forte specificità» rispetto ad altri siti d’impronta mariana: ha avuto «enormi dinamiche di crescita» e ha «una notevole creatività di opere» che «non conosce equivalenti».

Benché Hoser – come lui stesso ammette – non aveva il «compito di valutare le rivelazioni», l’arcivescovo ipotizza che «entro l’anno» potrebbe arrivare «il riconoscimento delle prime apparizioni, come proposto dalla Commissione Ruini» dal momento che «la Congregazione per la dottrina della fede ha consegnato l’intera documentazione alla segreteria di Stato che adesso sta lavorando su tutto questo». E se «saranno riconosciute le visioni, almeno le prime sette, ciò sarà di grandissimo stimolo per Medjugorje», sostiene. Secondo Hoser, «è difficile credere che i sei veggenti stiano mentendo da 36 anni. E quanto riferiscono è coerente». L’arcivescovo ha incontrato quattro di loro nelle settimane di visita nella cittadina. «Sono persone equilibrate e non mentalmente disturbate. Alcuni si lamentano che non sono diventati sacerdoti e religiose.

Ma il mondo è cambiato. Si sono sposati. I loro matrimoni sono solidi. E così mostrano la bellezza della vita familiare che oggi è molto minacciata». Inoltre nessuno di loro «ha attraversato momenti di crisi di fede». Di fronte agli oltre 40mila messaggi “mariani”, l’arcivescovo nota che anche «santa Faustina ha parlato con Gesù ogni giorno per molti anni». E aggiunge che nei testi «non esistono fondamentalmente errori dottrinali». Hoser definisce il «culto mariano» a Medjugorje legato «a Cristo», parla di fedeli «felici», dell’attenzione alla «formazione cristiana» con «catechesi, ritiri, seminari», di «conversioni reali» che gli sono state testimoniate dai confessori, di «numerose opere di carità» presenti.  Elogia anche l’impegno dei francescani che «guidano molto bene» la parrocchia anche se «sono stati sensibilizzati» a eliminare «ogni elemento turistico».  Insomma, per il presule, a Medjugorje c’è un «clima spirituale molto effervescente».

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Medjugorje, 5 agosto: Il compleanno della Madonna

Posté par atempodiblog le 5 août 2017

EDITORIALE DI PADRE LIVIO
MEDJUGORJE, 5 AGOSTO: IL COMPLEANNO DELLA MADONNA

Medjugorje, 5 agosto: Il compleanno della Madonna dans Apparizioni mariane e santuari Compleanno-Maria-Santissima

Cari amici,
per quanto la Vergine abbia messo il sigillo della segretezza sulla sua vita, che ha raccontato ai veggenti, tuttavia qualcosa ha rivelato attraverso i messaggi. Si tratta di particolari tutt’altro che trascurabili. Quello più rilevante riguarda la questione se la Madonna sia morta prima di essere stata assunta in cielo. Al riguardo la “Gospa” è categorica. Proprio nel giorno dell’Assunta così risponde: “Mi chiedete della mia assunzione. Sappiate che io sono salita al cielo prima della morte” (15–08–1981). L’affermazione della Madonna si pone così nel solco della tradizione più antica che parla della “Dormizione” della Beata Vergine Maria, intesa come momento di grazia nel quale la Madre di Dio “è stata pienamente conformata al Figlio suo Risorto, il vincitore del peccato e della morte” (cfr Catechismo C.C. 966). “Nella tua maternità hai conservato la verginità, nella tua dormizione non hai abbandonato il mondo, o Madre di Dio; hai raggiunto la sorgente della Vita, tu che hai concepito il Dio vivente e che, con le tue preghiere, liberi le nostra anime dalla morte” (Liturgia bizantina).

L’altro particolare che la Regina della pace ha rivelato, chiedendo il coinvolgimento dei fedeli, riguarda il giorno della sua natività, la cui festa liturgica è celebrata dalla Chiesa l’8 settembre. La Madonna ha voluto dare molta enfasi a questa rivelazione con un messaggio commovente: “Il 5 Agosto prossimo si celebri il secondo millennio della mia nascita. Per quel giorno Dio mi permette di donarvi grazie particolari e di dare al mondo una speciale benedizione. Vi chiedo di prepararvi intensamente con tre giorni da dedicare esclusivamente a me. In quei giorni non lavorate. Prendete la corona del rosario e pregate, digiunate a pane e acqua. Nel corso di tutti questi secoli mi sono dedicata completamente a voi: è troppo se adesso vi chiedo di dedicare tre giorni a me?” (01-08-1984).

La precisazione della Madonna può essere un prezioso punto di riferimento per gli storici e gli esegeti, sempre che la vogliano accogliere. L’intenzione della Madre di Dio è però un’altra. Vuole che i suoi figli si rendano conto del suo amore inesauribile e universale, che abbraccia l’intero cammino dell’umanità e di ogni persona in particolare. Anche quello che ci chiede per festeggiare il suo compleanno è a nostro completo vantaggio. Quel giorno i veggenti e i giovani del villaggio hanno preparato per l’incontro con la Madonna una torta enorme con gli auguri di rito. Non era però possibile sistemarvi sopra tutte le candeline necessarie.

Vostro Padre Livio
Tratto da: Radio Maria

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Le apparizioni di Medjugorje, l’evento più significativo dei tempi moderni

Posté par atempodiblog le 24 juin 2017

Le apparizioni di Medjugorje, l’evento più significativo dei tempi moderni
Padre Livio Fanzaga – Radio Maria

Le apparizioni di Medjugorje, l'evento più significativo dei tempi moderni dans Apparizioni mariane e santuari Medjugorje

Le apparizioni di Medjugorje sono l’evento più significativo dei tempi moderni, che si collocano al crocevia fra un millennio e l’altro, al centro di un drammatico combattimento escatologico fra la Donna vestita di sole e il dragone infernale. La nostra generazione ne è coinvolta e nessuno può illudersi di sfuggire alla decisione di fare una scelta di campo.

La Regina della pace è qui da così tanto tempo per contrastare la tenebra della menzogna e della morte, che ha avvolto il mondo e che prepara la sua distruzione. Dal quel 24 Giugno 1981, quando la Madonna è apparsa sulla collina con un Bambino in braccio, il mondo ha fatto un cambiamento radicale. E’ crollato il comunismo e le chiese incatenate dal dragone sono state liberate. L’Occidente al contrario sta apostatando dalla fede, nella luciferina illusione di creare un mondo senza Dio, dove l’uomo è l’assoluto padrone. La Chiesa è ovunque perseguitata e indebolita nella sua testimonianza dalla tiepidezza e dal modernismo.

La Regina della pace è instancabile nell’invitarci alla preghiera e alla conversione, per essere decisi e forti nella fede e per essere delle piccoli luci che brillano nelle tenebre del mondo. La nostra risposta deve essere generosa, fedele e perseverante. La vittoria del suo Cuore Immacolato incomincia nel cuore di ognuno di noi.

Ascoltiamo i suoi messaggi, pieni di sapienza e di santità e mettiamoli in pratica. Non lasciamoci sorprendere come gli apostoli nel Getzemani, che dormivano nell’ora dell’impero delle tenebre. Vegliamo e preghiamo. Liberiamoci dai lacci con i quali il demonio ci imprigiona. Scarichiamo dalla nostra vita le zavorre inutili, perché questo tempo è un punto di svolta. Mettiamoci a disposizione della nostra Regina, come apostoli generosi, per la grande battaglia della fede, per la salvezza delle anime, per un futuro di pace.

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Il pensiero di Diego Manetti sulle esternazioni di Papa Francesco su Medjugorje

Posté par atempodiblog le 16 mai 2017

Il pensiero di Diego Manetti sulle esternazioni di Papa Francesco su Medjugorje

“QUESTE MIE APPARIZIONI QUI A MEDJUGORJE SONO LE ULTIME PER L’UMANITÀ. AFFRETTATEVI A CONVERTIRVI” (Messaggio di Medjugorje del 17 aprile 1982)

Il pensiero di Diego Manetti sulle esternazioni di Papa Francesco su Medjugorje dans Apparizioni mariane e santuari Madonna_di_Medjugorje

Dopo le esternazioni di PAPA FRANCESCO SU MEDJUGORJE nel corso della conferenza stampa in aereo di ritorno da Fatima per il centenario delle apparizioni (13 maggio 1917 – 2017) molti mi hanno chiesto che cosa pensassi. Ecco di seguito il mio pensiero.

Anzitutto è bene ricordare – come ha fatto Francesco – che le apparizioni mariane (vere o presunte) sono una forma di rivelazione privata che nulla aggiunge alla rivelazione della fede e pertanto la Chiesa non obbliga a credervi, benché le riconosca come prezioso ausilio per approfondire la fede stessa.

Il Papa ha quindi sottolineato due realtà positive su Medjugorje. 
La prima sono i frutti spirituali, ovvero le molte CONVERSIONI sincere e autentiche che a Medjugorje sono nate, sempre più numerose negli ultimi anni.

La seconda realtà che il Papa ha sottolineato sono le APPARIZIONI della prima fase, quando i veggenti erano ragazzi, per le quali il rapporto della Commissione presieduta dal Card. Ruini dice che è bene investigare ancora. Una apertura positiva e importante sulle apparizioni stesse, dunque, ben oltre il giudizio pastoralmente positivo che già un mese fa aveva espresso mons. HOSER a Medjugorje sottolineando la fede cristocentrica che là si respira.

Poi il Papa ha espresso perplessità sulla fase delle apparizioni attuali, precisando però che si tratta di una sua OPINIONE PERSONALE.

In merito, credo sia sufficiente considerarla come tale. Sapendo che l’opinione personale del vescovo di Roma non è certamente paragonabile al futuro pronunciamento ufficiale del Papa – cui Francesco stesso ha alluso al termine del suo intervento. Quale che sia questo pronunciamento, da figlio obbediente della Chiesa ben volentieri mi atterrò ad esso.

Ma, nell’attesa, posso ancora precisare che:

1. Se la prima fase delle apparizioni è considerata positivamente, per cui si dà credito almeno ai primi 3 anni delle apparizioni (dal 24 giugno 1981 al marzo 1984, allorché iniziano i messaggi del giovedì per la parrocchia, cui fanno seguito quelli mensili del 25, a partire dal gennaio 1987), bisogna tenere presente che in questo periodo sono compresi già i dieci SEGRETI DI MEDJUGORJE, rivelati per prima a Mirjana il 25 dicembre 1982. Quando si realizzeranno, dopo esser stati svelati con 3 giorni di anticipo, e quando verrà dato il SEGNO SULLA COLLINA, anche chi dubita crederà.

2. Nella prima fase rientra anche il messaggio del 17 aprile 1982 in cui la Regina della Pace indica Medjugorje come LE SUE ULTIME APPARIZIONI. Alla luce di questo messaggio, non possono esserci apparizioni mariane nel mondo dopo Medjugorje. Ora, poiché la Chiesa ha riconosciuto nel 2001 le apparizioni della Vergine dei Dolori di KIBEHO in Ruanda, che hanno avuto luogo dal 1981 al 1989, va da sé che occorre considerare come autentiche le apparizioni di Medjugorje almeno fino al 1989. A meno di dover considerare falso il messaggio del 17 aprile 1982 e dunque dubitare della prima fase delle apparizioni. Cosa che però la Commissione e le parole di papa Francesco paiono escludere.
Se si considerano autentiche (almeno) le apparizioni fino a tutto il 1989, ne segue che si accolgono come autentici i messaggi settimanali (1984-1987) e i primi 3 anni almeno di quelli mensili del 25 alla parrocchia. Messaggi che vengono dati a scadenze precise, secondo lo stile di Maria che a Bernadette ha dato appuntamento per 15 giorni nello stesso posto e che a Fatima hai chiesto ai pastorelli di tornare il 13 del mese a mezzogiorno. 
Se sono autentiche le apparizioni fino al 1989, e se le conversioni continuano ancora oggi, perché dubitare che sia tutto vero?

3. Infine, desidero precisare che CREDO ALLA PRESENZA DI MARIA A MEDJUGORJE e sono grato a Dio per aver incontrato quella oasi di pace che mi ha fatto vivere una fede più profonda e sperimentare l’amore di Gesù e Maria. 
E sono onorato, nel mio piccolo, di poter servire la Regina della Pace con libri, catechesi, apostolato e testimonianza di vita.

Amen, alleluja.

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Omelia dell’Arcivescovo Henryk Hoser a Medjugorje

Posté par atempodiblog le 4 avril 2017

Omelia dell’Arcivescovo Henryk Hoser a Medjugorje, Inviato Speciale del Papa per Medjugorje, tenuta a Medjugorje il I aprile 2017
Fonte: Medjugorje.hr
Tratto da: Radio Maria

Omelia dell'Arcivescovo Henryk Hoser a Medjugorje dans Fede, morale e teologia Mons._Henryk_Hoser_a_Medjugorje

«Cari fratelli e sorelle,

questa volta parlerò in francese. Scusatemi, non ho ancora imparato la bella lingua croata.

Siamo riuniti attorno all’altare nella Quinta Domenica di Quaresima. Di fronte a noi ci sono ancora due settimane, che ci separano dalla Pasqua: fra una settimana sarà già la Domenica delle Palme e fra due settimane, dopo la Settimana Santa, celebreremo la più grande Festa cristiana, la Festa della Risurrezione. Le letture della Parola di Dio di oggi ci parlano quindi della Risurrezione e mostrano tre prospettive, tre sguardi circa la Risurrezione. Il primo sguardo, la prima prospettiva è storica: noi sappiamo che Gesù Cristo, Figlio di Dio e Figlio dell’uomo, è vissuto su questa terra in Palestina, in Terra Santa. Sappiamo che lui era già stato predetto, profetizzato dai Profeti, tra cui Ezechiele che leggiamo oggi. Egli cita le parole di Dio: “Io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire”. E ripete: “Io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire”. Si tratta di una profezia, egli vede già l’avvento del Messia. Sappiamo che Gesù è morto e che è risuscitato. Questo è il fondamento della nostra fede: senza questo evento della Risurrezione, la nostra fede sarebbe vuota.

Il secondo sguardo è quello liturgico, è il cammino della Quaresima. Abbiamo pregato per quaranta giorni, e stiamo ancora pregando; abbiamo digiunato, e digiuniamo ancora; siamo diventati più generosi per mezzo dell’elemosina, e lo faremo ancora. Voi qui conoscete bene questa spiritualità della Quaresima.

Questo cammino liturgico che ci prepara, ci mostra al contempo il terzo sguardo, la terza prospettiva, che è quella della nostra vita, della vita di ciascuno di noi. Noi viviamo per la risurrezione e camminiamo verso di essa: noi attraversiamo la morte per venire risuscitati. Il fine ultimo della nostra vita terrena è la risurrezione. E’ necessario risorgere già durante questo cammino, avanzando verso quella prospettiva finale: questa “risurrezione parziale” è la nostra conversione. Gesù ha detto e ripetuto che ci sarà una morte corporale, ma egli ha anche parlato della morte dell’anima, dal momento che essa costituisce per noi una minaccia di qualcosa di molto più grave, ossia dell’eventualità di perire eternamente. Ogni volta che ci convertiamo, noi ci rivolgiamo a Dio che è la sorgente della vita, della vita eterna, ed anche all’amore, poiché Dio è amore. E’ l’amore che ci fa vivere, è l’amore misericordioso che ci dona la pace interiore ed anche la gioia di vivere.

Ci sono, però, due condizioni, e la prima è la fede. Prima di operare miracoli, Gesù esigeva la fede: “Tu credi che io possa farlo?”. “Sì, Signore: io lo credo, lo credo fortemente!”. Questa fede apre il nostro cuore alla conversione, e questa apertura, grazie al Sacramento della misericordia, che è la Confessione sacramentale, fa sì che il nostro cuore si apra, si purifichi e si riempia di Spirito Santo con tutta la Trinità. E’ Cristo che ce lo conferma, dicendo nell’Apocalisse che egli si pone alla porta del nostro cuore e bussa. Se la Santa Trinità abita in noi, noi diveniamo il tempio di Dio, un santuario di Dio.

Ritorno ora alla prospettiva storica. Nei prossimi giorni leggeremo nel Vangelo che la rete intessuta dai nemici di Cristo si stringerà sempre più. Gesù viene minacciato sempre di più e lui lo sa, lo sa meglio dei suoi apostoli e dei suoi discepoli. Ma c’è qualcuno che lo segue, che segue il suo cammino di Passione: è sua Madre, la Santa Vergine Maria. Lei gli sta vicino, lei soffre con lui, sperimenta la sua impotenza. San Giovanni Paolo II parlava della sua fede “particolarmente difficile”. Noi spesso la chiamiamo “Vergine dei Sette Dolori”, ed è evidente che la sua vita è stata punteggiata di sofferenza e dolore. Ed ora la sua passione, la sua sofferenza cresce con quella di Cristo, fino ai piedi della croce. Facendo la Via Crucis, nella Quarta Stazione, noi vediamo che Maria incontra suo Figlio. Poi il Vangelo ci dice che è stata testimone oculare della sua morte terribile sulla croce. Lei ha preso tra le braccia il corpo massacrato di suo Figlio. Poi, secondo quanto dice la tradizione cristiana, è stata la prima ad aver incontrato il Dio Risorto, Gesù Risorto, prima anche di Maria Maddalena.

Dunque, nella prospettiva della nostra vita, della vita di ciascuno di noi, nella prospettiva della risurrezione, lei c’è! Ci accompagna, ci segue, partecipa alle nostre sofferenze ed alla nostra passione, se noi l’affrontiamo nella prospettiva di Dio. Lei cerca il modo di salvarci, di condurci alla conversione. Dobbiamo sentire la sua presenza spirituale.

Noi, soprattutto qui, la chiamiamo “Regina della pace”. Nelle Litanie della Santa Vergine Maria, la invochiamo come “Regina” una dozzina di volte. L’invocazione in cui la invochiamo come “Regina della pace” è quasi alla fine. Maria è Regina: contemplando i misteri gloriosi del Rosario, noi vediamo anche la sua incoronazione a Regina del Cielo e della terra. Lei, dunque, condivide le caratteristiche del Regno di suo Figlio, come Creatore del Cielo e della terra: anche il di lei Regno è dunque universale. Lei è dovunque ed il suo culto è ovunque autorizzato. Noi la ringraziamo e le diciamo grazie per la sua costante presenza accanto a ciascuno di noi.

La Regina della pace è frutto della conversione: lei introduce la pace nel nostro cuore, e quindi noi diveniamo persone pacifiche in seno alle nostre famiglie, in seno alla società, in seno ai nostri paesi. La pace è minacciata nel mondo intero: il Santo Padre Francesco ha detto che la terza guerra mondiale “a pezzi” c’è già! Queste sono le guerre più terribili, le guerre civili, quelle tra gli abitanti di uno stesso paese.

Miei cari fratelli e sorelle, io ho vissuto in Ruanda, in Africa, per ventuno anni. Nel 1982 vi sono state là delle apparizioni della Santa Vergine Maria, nelle quali ella, circa dieci anni prima che avvenisse, ha predetto il genocidio in Ruanda. A quel tempo nessuno capiva nulla di quel messaggio. Quello è stato un genocidio che ha poi causato un milione di vittime in tre mesi. Le apparizioni della Santa Vergine là sono già state riconosciute. Lei là si è presentata come “Madre della Parola, Madre del Verbo eterno”, anche in prospettiva di una mancanza di pace.

Dunque questo culto, che qui è così intenso, è estremamente importante e necessario per il mondo intero. Preghiamo per la pace, perché oggi le forze distruttrici sono immense: il commercio delle armi non smette di crescere, i giovani sono in lotta, le famiglie sono in lotta, la società è in lotta. Ci occorre un intervento del Cielo, e la presenza della Santa Vergine è uno di questi interventi. E’ un’iniziativa di Dio.

Io vorrei dunque incoraggiarvi e confortarvi, in quanto Inviato Speciale del Papa: propagate nel mondo intero la pace, per mezzo della conversione del cuore.

Il più grande miracolo di Medjugorje sono i confessionali che sono qui. Il Sacramento del Perdono e della Misericordia è un Sacramento di risurrezione. Ringrazio tutti i preti che vengono qui a confessare, come oggi una cinquanta di preti a servizio del popolo. Ho lavorato per molti anni in paesi dell’Occidente: Belgio, Francia… E vi dico che la Confessione è scomparsa, che la Confessione individuale non esiste più, salvo qualche singola eccezione. Il mondo si sta inaridendo, i cuori si stanno chiudendo, il male sta aumentando ed i conflitti si stanno moltiplicando: dobbiamo essere, dunque, apostoli della buona novella della conversione e della pace nel mondo.

Qui ho sentito quelle parole secondo cui quelli che non credono sono coloro che non hanno ancora percepito l’amore di Dio. Infatti, chi tocca l’amore di Dio e la sua misericordia, non può resistervi. Noi siamo, dunque, testimoni di ciò che salva le vite, di ciò che salva il mondo.

I frati francescani mi hanno detto che qui vengono pellegrini da ottanta paesi del mondo. Il che significa che questo invito si è diffuso fino ai confini della terra, come aveva detto Cristo inviando i suoi apostoli. Voi siete quindi i testimoni dell’amore di Cristo, dell’amore di sua Madre e dell’amore della Chiesa.

Che Dio vi rafforzi e vi benedica. Amen».

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La pace inizia dal proprio cuore

Posté par atempodiblog le 10 septembre 2016

La pace inizia dal proprio cuore
Padre Livio Fanzaga – Radio Maria

La pace inizia dal proprio cuore dans Fede, morale e teologia buon_mattino

Cari amici,

nella sua prima omelia a S. Marta, dopo le vacanze, Papa Francesco ci ha invitati a essere costruttori di pace nel mondo, incominciando ognuno dal proprio cuore. Noi pensiamo che siano la politica, la diplomazia e persino l’uso della forza i mezzi per assicurare la pace a un mondo dove la violenza e la guerra si dilatano ogni giorno di più. In realtà solo se i cuori degli uomini sono in pace, il mondo intero vivrà in pace.

“Guerra nei cuori, guerra nel mondo”. Di qui la necessità che ognuno lavori sul suo cuore, perché possa godere della beatitudine dei pacifici. “La pace non si fa da un giorno all’altro; la pace è un dono, ma un dono che deve essere preso e lavorato ogni giorno. Per questo, possiamo dire che la pace è un dono che diviene artigianale nelle mani degli uomini.

Siamo noi uomini, ogni giorno, a fare un passo per la pace: è il nostro lavoro. È il nostro lavoro con il dono ricevuto”. Papa Francesco conclude la sua omelia ponendoci delle domande a cui rispondere nel silenzio della nostra anima: “Come è il tuo cuore, oggi? E’ in pace? Se non è in pace, prima di parlare di pace, sistema il tuo cuore in pace.

Come è la tua famiglia oggi? E’ in pace? Se tu non sei capace di portare avanti la tua famiglia, il tuo presbiterio, la tua congregazione, portarla avanti in pace, non bastano parole di pace per il mondo”.

La Regina della pace da tempo ci esorta nel medesimo modo. La pace – dice la Madonna - incomincia dal cuore di ognuno, si estende nelle famiglie e poi, come un fiume, scorre per irrigare il mondo intero.

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Il Papa vede lontano

Posté par atempodiblog le 10 août 2016

Il Papa vede lontano
Padre Livio Fanzaga – Radio Maria

Il Papa vede lontano dans Fede, morale e teologia Papa_misericordioso

Il 17 Agosto di due anni fa La Regina della pace diede un messaggio sorprendente al veggente Ivan, in occasione di un incontro di preghiera in una Chiesa italiana. In quella circostanza la Madonna invitava a pregare “per il suo amatissimo Santo Padre e per la sua missione, la missione della pace”. Successivamente ha dato un altro messaggio a Ivan e al suo gruppo, dove la Madonna, invitando di nuovo a pregare per il suo “amatissimo Santo Padre”, specificava un altro aspetto della sua missione: il rinnovamento spirituale della Chiesa. Quelli che hanno risposto alla chiamata della Gospa dovrebbero meditare le parole della Madonna e cercare di comprendere la missione pastorale di Papa Francesco che, col suo cuore immenso, abbraccia tutta la Chiesa e il mondo intero. Papa Francesco in ogni occasione chiede preghiere per la sua missione: dobbiamo pensare che lo Spirito Santo faccia l’orecchio da mercante e non ascolti le preghiere che innumerevoli cuori semplici elevano per il Successore di Pietro? 

Sforziamoci di capire, nella luce del discernimento spirituale, i pensieri, le parole e le iniziative di Papa Francesco, che vede molto più in là di noi e che, prima di ogni altro, ha compreso che la terza guerra mondiale è già incominciata e che il mondo è sempre più a rischio di autodistruzione. Il Santo Padre sa bene che le guerre sono suscitate dalla dittatura del denaro, dall’avidità e dalla volontà di potenza, dietro i quali il principe di questo mondo soffia il suo alito mortale. La Chiesa non può e non deve  farsi intrappolare in questa logica, ma deve essere un punto di riferimento per tutte le religioni e tutte le persone di buona volontà, perché il nostro pianeta non vada distrutto. Papa Francesco sta opponendo la forza dell’intercessione di tutti “i pacifici” alla violenza distruttiva dell’impero delle tenebre. Cerchiamo di comprendere la grandezza e l’ampiezza della sua missione per il bene dell’umanità e sosteniamolo col nostro amore e la nostra preghiera.

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La Madonna racconta la sua vita: Nata il 5 agosto

Posté par atempodiblog le 5 août 2016

La Madonna racconta la sua vita: Nata il 5 agosto
Tratto da: Medjugorje. Il cielo sulla terra — Padre Livio Fanzaga, ed. PIEMME

La Madonna racconta la sua vita: Nata il 5 agosto dans Apparizioni mariane e santuari Compleanno-Gospa
Nella foto: Alcuni pellegrini libanesi festeggiano il compleanno della Gospa sul Podbrdo  di Laura M.

[...] Per quanto la Vergine abbia messo il sigillo della segretezza sulla sua vita, tuttavia qualcosa ha rivelato attraverso i messaggi. Si tratta di particolari tutt’altro che trascurabili. Quello più rilevante riguarda la questione se la Madonna sia morta prima di essere stata assunta in cielo. Al riguardo la Gospa è categorica. Proprio nel giorno dell’Assunta così risponde: «Mi chiedete della mia assunzione. Sappiate che io sono salita al cielo prima della morte» (15/08/1981). L’affermazione della Madonna si pone così nel solco della tradizione più antica che parla della «Dormizione» della Beata Vergine Maria, intesa come momento di grazia nel quale la Madre di Dio «è stata pienamente conformata al Figlio suo Risorto, il vincitore del peccato e della morte» (CCC, 966). «Nella tua maternità hai conservato la verginità, nella tua dormizione non hai abbandonato il mondo, o Madre di Dio; hai raggiunto la sorgente della Vita, tu che hai concepito il Dio vivente e che, con le tue preghiere, liberi le nostra anime dalla morte» (Liturgia bizantina).

L’altro particolare che la Regina della pace ha rivelato, chiedendo il coinvolgimento dei fedeli, riguarda il giorno della sua natività, la cui festa liturgica è celebrata dalla Chiesa l’8 Settembre. La Madonna ha voluto dare molta enfasi a questa rivelazione con un messaggio commuovente: «il 5 Agosto prossimo si celebri il secondo millennio della mia nascita. Per quel giorno Dio mi permette di donarvi grazie particolari e di dare al mondo una speciale benedizione. Vi chiedo di prepararvi intensamente con tre giorni da dedicare esclusivamente a me. In quei giorni non lavorate. Prendete la corona del rosario e pregate, digiunate a pane e acqua. Nel corso di tutti questi secoli mi sono dedicata completamente a voi: è troppo se adesso vi chiedo di dedicare tre giorni a me?» (01/08/1984). La precisazione della Madonna può essere un prezioso punto di riferimento per gli storici e gli esegeti, sempre che la vogliano accogliere. L’intenzione della Madre di Dio è però un’altra. Vuole che i suoi figli si rendano conto del suo amore inesauribile e universale, che abbraccia l’intero cammino dell’umanità e di ogni persona in particolare. Anche quello che ci chiede per festeggiare il suo compleanno è a nostro completo vantaggio. Quel giorno i veggenti e i giovani del villaggio hanno preparato per l’incontro con la Madonna una torta enorme con gli auguri di rito. Non era però possibile sistemarvi sopra tutte le candeline necessarie…

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