A Napoli la veggente Mirijana di Medjugorje

Posté par atempodiblog le 17 janvier 2012

L’associazione “Cieli Nuovi” con il patrocinio del comune di Napoli, promuove un incontro di preghiera mariana con la partecipazione della veggente Mirijana Dragicevic Soldo
Giovedì 02 Febbraio 2012 – Palavesuvio in via Argine, 927 – Napoli

A Napoli la veggente Mirijana di Medjugorje dans Medjugorje mirijanaanapoli

Fonte: Cieli Nuovi

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Commento di p. Livio al messaggio di Medjugorje del 2/12/2011

Posté par atempodiblog le 7 décembre 2011

Messaggio a Mirjana del 2 dicembre 2011

Commento di p. Livio al messaggio di Medjugorje del 2/12/2011 dans Medjugorje mirjana

Come ogni 2 del mese verso le ore 9 di mattina la Madonna è apparsa a Medjugorje alla veggente Mirjana e le ha dato il seguente messaggio:

« Cari figli,
come Madre sono con voi per aiutarvi con il mio amore, preghiera ed esempio a diventare seme di ciò che avverrà, un seme che si svilupperà in un forte albero ed estenderà i suoi rami nel mondo intero. Per divenire seme di ciò che avverrà, seme dell’amore, pregate il Padre che vi perdoni le omissioni finora compiute. Figli miei, solo un cuore puro, non appesantito dal peccato può aprirsi e solo occhi sinceri possono vedere la via per la quale desidero condurvi.Quando comprenderete questo, comprenderete l’amore di Dio ed esso vi verrà donato. Allora voi lo donerete agli altri come seme d’amore. Vi ringrazio ».

Commento di Padre Livio al messaggio del 2 dicembre 2011

pliviofanzaga dans Padre Livio Fanzaga

Cari amici, non c’è bisogno di sottolineare la straordinarietà di questo messaggio che comunque si colloca in un filone ben preciso della Regina della Pace, la quale non ha mai annunciato a Medjugorje la fine del mondo o una catastrofe imminente.
La Madonna ha sempre detto che attraverso una grande testimonianza, una grande lotta e combattimento spirituale alla fine trionferà il suo Cuore Immacolato e da questo punto di vista le Apparizioni di Medjugorje si collocano come il compimento di quelle di Fatima, così come la Madonna ha detto nel messaggio del 25 agosto 1991. Quindi lo sguardo verso il futuro è uno sguardo di speranza, con questa precisazione però, che è molto importante, e cioè che la Madonna sta preparando adesso questo futuro e lo sta preparando attraverso la chiamata alla conversione, alla fede, alla preghiera, alla pace e alla testimonianza attraverso coloro che hanno risposto alla Sua chiamata.
Quelli che hanno risposto alla Sua chiamata, ha detto la Madonna, sono: “il seme di ciò che avverrà”. Cosa avverrà? Verrà appunto un mondo in cui regnerà l’amore! “Il mondo nuovo della pace”, come lo chiama la Madonna, “un tempo di primavera”.
Allora la Madonna ci vuole responsabilizzare, siamo il seme di ciò che avverrà, cari amici: “un seme che si svilupperà in un forte albero ed estenderà i suoi rami nel mondo intero”.
Io più di una volta vi ho già detto che nel tempo dei dieci segreti ci saranno sconvolgimenti spirituali mai avvenuti prima. Gli uomini si renderanno conto che Gesù Cristo e la Madre di Cristo per ordine di Cristo intervenendo in nome di Cristo, salveranno l’umanità. Nel tempo dei dieci segreti, tutti gli uomini, poiché i segreti verranno svelati tre giorni prima, vedranno che sarà la Madre di Dio che interverrà in nome di Suo Figlio per salvare l’umanità in un passaggio in cui potrebbe essere compromesso il futuro del mondo stesso, in un momento in cui, come la Madonna ha detto: “satana vuole distruggere non soltanto la vita umana ma anche la natura e il pianeta in cui vivete” (messaggio del 25 gennaio 1991). La Madonna, non più di qualche giorno fa, il 17 novembre, nella Cattedrale di Vienna apparendo a Ivan, ha ripetuto il medesimo messaggio del 25 settembre 2001, dopo quello che era successo alle due torri, dicendo: “satana vuole l’odio, satana vuole la guerra. Pregate, pregate. Chi prega non ha paura del futuro!”.
Allora noi siamo quel seme, quelli che hanno risposto alla chiamata. Quel seme che la Madonna ha raccolto, ha preparato in tutti questi anni in cui la zizzania sta espandendosi in tutto il mondo. La Madonna ha raccolto questo seme, coltiva questo seme, pianta questo seme e questo seme si svilupperà in un forte albero, come il granello di senape, e stenderà i suoi rami nel mondo intero. Ci aspettano tempi di grandi sconvolgimenti spirituali, di grandi conversioni, perché gli uomini vedranno che è la Madre di Gesù che ci ha salvato!
Però, cari amici, dice la Madonna, ecco qui il richiamo forte: “Per divenire seme di ciò che avverrà, seme dell’amore,” cioè quel seme che preparerà la civiltà dell’amore, per far questo: ”pregate il Padre che vi perdoni le omissioni finora compiute”.
Quali sono le omissioni finora compiute? Sono l’omissione di una totale conversione, non ci siamo convertiti totalmente, non abbiamo ancora un “cuore puro”, abbiamo il cuore impuro, non abbiamo ancora “occhi sinceri”, ma abbiamo ancora occhi torbidi, per cui abbiamo omesso di operare, lavorare sul cuore, perché diventasse un cuore puro e cioè libero dal peccato, dalle passioni, “un cuore non appesantito dal peccato”. Abbiamo omesso questo, di far sì che il nostro cuore non fosse appesantito dal peccato, non fosse puro e che potesse aprirsi all’Amore di Dio, questo abbiamo omesso. Abbiamo omesso di avere “occhi sinceri”, occhi di luce che potessero vedere la via, “la via per la quale desidero condurvi”, che è la via dell’amore.
Allora questo dobbiamo fare e questo è il tempo di Grazia dell’Avvento e cioè la purificazione del cuore e gli occhi sinceri, luminosi.
Con un cuore puro, noi possiamo prendere le scelte importanti, siamo i canali dell’amore del mondo, gli occhi sinceri sono quelli che guidano gli uomini sulla Via di Dio. “Quando comprenderete questo”, dice la Madonna, “comprenderete l’amore di Dio ed esso vi verrà donato”.
L’amore di Dio ci viene donato! Però bisogna aprirsi per accoglierLo e comprenderLo. E poi, quando il nostro cuore sarà puro, pieno dell’amore di Dio e i nostri occhi saranno sinceri, “allora voi lo donerete agli altri come seme d’amore. Vi ringrazio ».
Cari amici, un messaggio straordinario, pieno di speranza che ci apre uno sguardo di luce sul futuro, ma nel medesimo tempo ci chiama alla responsabilità, alla conversione, anche alla confessione prima di Natale o in questa novena dell’Immacolata. Chiediamo alla Madonna Immacolata la grazia di un cuore puro e occhi sinceri, chiediamo la grazia di una conversione completa, prendiamo la decisione necessaria.
La Madonna ci dice “guardate il mio esempio, Io sono qui per aiutarvi col mio amore”. Con la preghiera e con l’esempio imitiamo la Madonna, guardiamoLa e imitiamoLa e diventeremo quel seme di ciò che avverrà, il seme dell’amore che diventerà un albero forte che stenderà i suoi rami nel mondo intero!
Pensate che meravigliosa visione di speranza e a quale responsabilità siamo chiamati e quale sollecitazione forte ci fa la Madonna alla conversione, alla conversione vera, cioè ad avere un cuore puro e occhi sinceri. È un convertito chi ha un cuore puro e occhi sinceri!

Trascrizione dall’originale audio ricavata dal sito:  www.medjugorjeliguria.it 

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La trasfigurazione del volto di Ivan di Medjugorje

Posté par atempodiblog le 24 novembre 2011

La trasfigurazione del volto di Ivan di Medjugorje dans Medjugorje ivandragicevic

Il tanto atteso incontro con il veggente di Medjugorje Ivan Dragicevic si è avuto nella giornata di lunedi 21 sulla sommità del monte scalambra ad oltre 1400 metri di altezza. Davanti ad un pubblico in religioso silenzio c’è stata la trasfigurazione del volto dell’uomo in stato di contemplazione e subito dopo la recita della seconda parte del santo rosario, i suoi occhi si sono illuminati d’immenso mentre sulle sue labbra è apparso il sorriso mentre la Madonna gli parlava (Clicca qui per vedere il video). <<Cari amici, con la grazia di Dio sono felice di essere qui con voi (un lungo applauso hanno accolto queste parole). Non poteva essere questo – spiega Ivan Dragicevic – il modo migliore di iniziare il tempo di Avvento. Posso confessarVi che con il mio cuore sono ancora in contatto con la Madonna. E’ difficile riprendersi da questa grandezza dell’incontro con la Madonna. Una volta, quando tutti noi veggenti, eravamo inginocchiati  davanti alla Madonna, abbiamo posto a Lei una domanda: Maestra perché sei così bella? « Cari figli, sono bella perché amo anche voi se amate sarete belli ».  Io Spero che noi con questo amore torneremo alle nostre case. Anche oggi la Madonna ci porta l’amore, perché la Madonna ci ama così tanto. « Se Voi sapeste quanto vi amo  potreste piangere dalla gioia » – mi ha detto.  E’ difficile descrivere l’incontro con la Madonna con queste povere parole, perché non ci sono in questo mondo le parole adatte per poter descrivere la bellezza dell’incontro con la Madonna. Ecco vi voglio descrivere brevemente quello che è accaduto con l’incontro con la madonna: Per incontrare la Madonna, si può parlare con la preghiera del Santo Rosario, pregando insieme a Voi, mi sono avvicinato sempre di più con il  mio Cuore a Lei . Quando mi sono inginocchiato, ed ho pregato è venuta la Madonna, il primo segno è sempre una luce all’interno di questa luce appare Lei. Perché quella è la luce del paradiso, perché una parte del paradiso che  viene insieme alla Madonna. Appena arriva la Madonna io non vedo più niente ne davanti ne dietro a me. Guardo solamente la Madonna. Questa sera la Madonna è venuta con noi e ci ha portato il saluto materno. Mi ha assicurato che prega per i presenti qui  e per il Santo Padre, prega poi per tutti i malati qui presenti e vi benedice tutti con la benedizione materna. Poi la Madonna mi ha detto: « cari figli anche oggi vi invito al tempo della grazia che sta venendo. Pregate nelle Vostre famiglie, rinnovate la preghiera famigliare,, pregate per le Vostre parrocchie, per i vostri sacerdoti , pregate per le vocazioni della chiesa. Grazie cari figli perché anche questa sera avete risposto alla mia chiamata ». Io ho raccomandato tutti voi, tutti i Vostri bisogni  per tutte le Vostre famiglie e in particolare i malati, il Vostro Vescovo. Questa sera la Madonna è venuta molto, molto gioiosa  e felice (lungo applauso)>>.

Si è chiusa così la lunga giornata di preghiera  per le famiglie, fortemente voluta dal Parroco Don Primo, che è riuscito a trascinare nonostante il freddo pungente ad oltre 1400 metri  sul Monte Scalambra circa 2000 persone, che hanno raggiunto la vetta  in tutti i modi e almeno un centinaio sono venuti a piedi dal centro storico con oltre tre ore di cammino. Malati, carrozzine, tutti incuranti del freddo per assistere  a questo importante incontro che comunque ha lasciato il segno.

La messa è stata celebrata da Mons. Felicetto Gabrielli, con tutti i presbiteri presenti, che ha sottolineato l’importanza di questo incontro mentre a Don Primo abbiamo chiesto. Don Primo salire sul Monte Scalambra oggi è stato come salire sul Monte Tabor. Cosa ci dobbiamo portare dentro? “Quando Gesù si trovò con i suoi discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni loro videro il volto di Gesù trasfigurarsi. Possiamo dire che oggi abbiamo visto qualcosa di simile, abbiamo visto nel volto del veggente Ivan la gioia della sua esperienza intima della visione della Mamma celeste che gli stava  apparendo in quel momento. Certamente, tutti noi abbiamo vissuto in parte questa gioia che abbiamo colto sul suo volto. La Madonna ha certamente distribuito grazie speciali nei nostri cuori, ora con questa grazia , con la Forza dello Spirito Santo che è aumentato in noi dopo questa bellissima esperienza di preghiera e di fede. Il Signore ci chiede di ritornare giù di andare a spendere questa testimonianza di fede, di andarla ad annunciare  nella nostra vita quotidiana”.

Così oggi si è praticamente consacrato il gemellaggio tra la Madonna della Pace di Monte Scalambra e quella di Medjugorje in Bosnia Erzegovina.

Il TG1 manderà in onda il servizio ripreso e commentato dal collega Piero Damosso la mattina dell’8 Dicembre  nella trasmissione Uno Mattina.

Giancarlo Flavi – Ecco la notizia quotidiana

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Ricordo di Padre Slavko Barbaric

Posté par atempodiblog le 24 novembre 2011

Ricordo di Padre Slavko Barbaric (11/3/1946- 24/11/2000)

padre slavko

Considerazioni di Padre Livio Fanzaga sulla morte di Fra Slavko

Sia Venerdì sera che Sabato mattina vi ho dato notizia della improvvisa morte di P. Slavko che, come sapete, era un po’ « l’anima » di Medjugorje dove si trovava dal 1982. P. Slavko non è mai stato Parroco di Medjugorje, ma aveva l’incarico, da parte del suo Padre Provinciale, di essere un po’ il « Parroco » di quella « Parrocchia » spirituale che fa capo a Medjugorje e che si è dilatata fino a toccare tutti i cinque continenti, che è appunto la « Parrocchia dei pellegrini » di Medjugorje. P. Slavko, quindi, era un po’ « l’anima » di tutte le iniziative di accoglienza dei pellegrini e di tutte le iniziative spirituali che la Parrocchia organizzava per i pellegrini. Era un uomo ancora giovane (55 anni) che dal 1987 ci inviava e commentava per noi il messaggio mensile della Madonna. P. Slavko è stato servo buono e fedele, servo infaticabile della Gospa. Mi pare che la connotazione migliore che si possa dare di P. Slavko sia proprio questa: un uomo totalmente a servizio della Madonna e dei pellegrini, un servo fedele e anche molto umile. Infatti, anche se era un po’ burbero di carattere, era però infaticabile e molto umile: non si metteva mai in cattedra, era proprio totalmente a servizio. Nella Parrocchia di Medjugorje la sua mancanza è grandissima!
La morte di P. Slavko è stata degna della sua vita, una morte che è stata un segno di Maria. Infatti P. Slavko è morto di Venerdì, alla vigilia del 25 del mese, dopo aver guidato la Via Crucis sul Krizevac per i pellegrini. Proprio là, davanti alla grande Croce, dopo aver dato la Benedizione e aver raccomandato di fare attenzione a non cadere scendendo poiché pioveva, si è accasciato a terra, probabilmente per un infarto. Questa morte è stata improvvisa e inaspettata. La Madonna lo ha voluto portare in Cielo.
Noi tutti ci siamo meravigliati perché la Madonna ha nominato P. Slavko in un suo messaggio, ma questa non è stata la prima volta. Posso dirvi con certezza che nel 1984 la Madonna ha fatto il suo nome in un messaggio, perché c’era una pressione per allontanarlo da Medjugorje. In quel tempo, infatti, il regime comunista cercava di soffocare le apparizioni, anche facendo pressioni sui superiori di P. Slavko perché fosse allontanato da Medjugorje. La Madonna disse al veggente Ivan: « Desidero che P. Slavko rimanga qui » e infatti, nonostante tutte le difficoltà che P. Slavko ha avuto fino a oggi, egli è rimasto a Medjugorje finché Dio non l’ha chiamato a Sé, finché non ha compiuto la sua missione. E la sua morte in cima al Krizevac alla vigilia del 25 del mese, è dolorosa e gloriosa nello stesso tempo perché da ciò che Maria dice nel suo messaggio del 25 Novembre 2000, comprendiamo che Maria ha messo il Suo sigillo su questa vita. Ma vorrei che comprendessimo bene il significato delle parole della Madonna: non si tratta di una « beatificazione » di P. Slavko da parte Sua, infatti la stessa morte di questo servo buono e fedele non può che essere interpretata come approvazione di Dio sulla sua vita. Credo che la Madonna con questa frase abbia voluto dire qualcosa anche a noi. Intanto l’espressione: « Gioisco con voi » ci ricorda che la morte del giusto è sempre motivo di gioia: « Beati i morti che muoiono nel Signore ». La Madonna ci chiede di gioire con Lei guardando a questa morte da un punto di vista soprannaturale. Poi l’espressione « Desidero dirvi”, a mio parere, va interpretata. Secondo me, infatti, la Madonna ha chiesto a Dio di poterci dire che Slavko era nato in Cielo. Perché lo ha chiesto a Dio? Secondo me perché ha voluto dirci che, se facciamo bene il nostro dovere andremo in Paradiso senza andare in Purgatorio, per dirci che non è poi così difficile andare in Paradiso. Tutti noi abbiamo i nostri limiti e difetti, ma Dio non ne tiene poi tanto conto. Dio tiene conto della fedeltà con cui lo serviamo. Certamente P. Slavko non era esente da difetti, ma l’essenza della sua personalità era quella del servo fedele e infaticabile della Madonna con dedizione
totale. La Madonna vuol dire a tutti noi che se adempiamo il compito che Dio ha affidato a ciascuno di noi andremo in Paradiso. Per la Madonna non esistono i compiti più importanti e quelli meno importanti, Lei ci ha detto: « Per me siete tutti importanti”! Il compito di P. Slavko che portava i messaggi in tutto il mondo per la Madonna era altrettanto importante di quello del Sacerdote sconosciuto che confessava o di quello delle donne di Medjugorje che lavano i pavimenti della Chiesa. Se ognuno di noi farà il proprio dovere in spirito di servizio alla Madonna, ci salveremo, perché a questo Dio guarda. Poi è bellissima l’espressione « E’ nato in Cielo”. Nel momento della morte, se moriamo nella fede, nasciamo in Cielo. « … e intercede per voi”: già è attivo, tutti noi, arrivati in Cielo, siamo già in missione!
La gioia più grande che ci da questo messaggio è quella di ricordarci che si può andare in Cielo senza passare dal Purgatorio facendo il proprio dovere con tanta fedeltà, essendo servi applicati e infaticabili. Ecco ciò che piace alla Madonna, ecco come Lei vuole il nostro cammino di santità: applicati, fedeli ogni giorno, con tanto amore.

Dal commento al messaggio del 25/11/2000 di P. Livio Fanzaga
Tratto da: Ascolta tua Madre

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Medjugorje e l’aborto

Posté par atempodiblog le 4 novembre 2011

Medjugorje e l'aborto dans Aborto abortoz

P. Livio - [...] Senti, Antonio, tu finisci con un riferimento a Medjugorje, dove la Madonna, che come sappiamo, non ha mai fatto riferimento preciso a dei peccati concreti, però dell’aborto ha detto che è un grave peccato. Che i bambini abortiti sono come angeli in cielo. E poi ha anche detto che chi pratica l’aborto ne risponderà a Dio. Ma nel medesimo tempo c’è anche un episodio bellissimo che desidererei che tu leggessi e che vogliamo dedicare a tutte quelle donne – e sono tantissime – che hanno abortito, e che sanno quale ferita lancinante sia rimasta nella loro anima, perché sia di grande consolazione per loro.

Socci – Si, è tratta da uno dei libri di P. Laurentin, dedicato a Medjugorje, e che dice così: «Una donna profondamente ferita venne a trovare Marija Pavloviç, e le dice: « Vengo da te perché non ho il coraggio di andare da un prete. Non oso confessarmi. Ho abortito otto volte, e ho paura che il prete si arrabbi con me e mi cacci dal confessionale, ma penso che tu possa fare qualcosa. Puoi chiedere alla Santa Vergine di aiutarmi. Non riesco più a dormire. Sono depressa. Ho tanti disturbi e soffro terribilmente. Tu capisci, mio marito era talmente contrario alla vita… avevamo molti mezzi, ma ora non posso più avere figli. Puoi confidare tutto questo alla Madonna? »».

Marija, che si è sempre mostrata attiva nel fare amare e proteggere la vita – fra l’altro a quel tempo Marija era incinta – Marija ascolta quella donna con amore, e la sera stessa la affida alla Vergine. «Allora la Madonna ci ha sconvolto ancora una volta con la straordinaria speranza che sa infondere in noi suoi figli, soprattutto quando tutto sembra umanamente impossibile». Infatti la Madonna rispose a Marija: «Ora sarà lei a portare la vita per aiutare gli altri». Infatti la donna si riconciliò con Dio, si confessò, e il suo cuore venne così trasformato, che oggi testimonia con forza la guarigione di tutta se stessa, ottenuta per la misericordia di Dio. Ora prova una gran gioia di vivere e fa un gran bene con la sua testimonianza che ha già incoraggiato molte madri a tenere il bambino che aspettano. È in questo modo che Maria desidera agire in ognuno di noi. Delle nostre ferite di morte vuole fare fonti di vita. Se solo noi offriremo a Gesù tutto il male che ci si è accumulato dentro, Lui ci guarirà attraverso le sue piaghe eternamente gloriose».

P. Livio – Molto bello! E così, solo così, il mondo sarà salvo! Quindi è una luce di speranza davanti a noi!

Socci – Posso dire che sono rimasto impressionato nel vedere come queste parole della Madonna sono praticamente le stesse papa Giovanni Paolo II aveva usato nell’Evengelium vitae? Ed egli si rivolgeva alle donne che avevano abortito. È impressionante la tenerezza con cui il Papa parla loro. Anche la consolazione che dà loro dicendo che « i vostri bambini sono accanto al Signore ». E poi dice: «Non lasciatevi prendere dallo scoraggiamento e non abbandonate la speranza. Sappiate comprendere piuttosto ciò che si è verificato e interpretatelo nella sua giusta verità. Se ancora non l’avete fatto, apriteli con umiltà e fiducia al pentimento. Il Padre di ogni misericordia vi aspetta per offrirvi il suo perdono e la sua pace nel sacramento della Riconciliazione. Vi accorgerete che nulla è perduto. E potrete chiedere perdono anche al vostro bambino, che ora vive nel Signore. Aiutate dal consiglio e dalla vicinanza di persone amiche e competenti, potrete essere, con la vostra sofferta testimonianza, tra i più eloquenti difensori del diritto alla vita di tutti!». Esattamente le stesse parole che ha detto la Madonna!

P. Livio – Si, normalmente, anche oggi, il Papa e la Madonna dicono le medesime cose, e questo per noi è un grande segno.

Il genocidio censurato – Conversazione di Padre Livio con Antonio Socci
Presentazione del libro « Il genocidio censurato. Aborto: un miliardo di vittime innocenti ».

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Il cristianesimo prima di essere una dottrina è un rapporto personale con Dio

Posté par atempodiblog le 4 novembre 2011

Intervista con Padre Livio Fanzaga – Radio Maria Italia
Intervista: Lidija Paris - Glasnik Mira
Pubblicata sul Sito Ufficiale della Parrocchia di Medjugorje

Il cristianesimo prima di essere una dottrina è un rapporto personale con Dio dans Anticristo padreliviofanzaga

Il cristianesimo prima di essere una dottrina è un rapporto personale con Dio
Padre Livio Fanzaga è un sacerdote religioso, membro della Congregazione dei Padri Scolopi, un Ordine Religioso clericale fondato nel secolo XVII da S. Giuseppe Calasanzio (1557-1648) e dedito all’apostolato dell’educazione dei fanciulli e giovani, preferibilmente poveri.

Ci racconti come ha sentito parlare di Medjugorje
Io ho sentito parlare di Medjugorje nella mia parrocchia di Milano. Quando ho sentito questa parola, ho avuto come una chiamata interiore. Così, nel marzo del 1985 per la prima volta, insieme a due ragazzi della mia parrocchia, ho accolto questa chiamata che è stata per me un cambiamento di vita. Perché da allora mi sono messo all’ascolto dei messaggi della Madonna. Dal 1985 sono sempre venuto tutti gli anni per le mie vacanze a Medjugorje. Venivo anche 3-4 volte l’anno. Questa è stata l’esperienza fondamentale della mia vita.

Siate annunciatori di conversione e diffondete i messaggi nell’amore
Come avete incominciato con Radio Maria?
Poi, ho conosciuto questa radio parrocchiale che si chiamava Radio Maria dove parlava già padre Slavko. Dava i messaggi del giovedì e così ho incominciato le trasmissioni in questa radio parrocchiale. Era una radio di preghiera e di intrattenimento come tutte le radio parrocchiali di allora. Nel 1987, un gruppo di persone legate a Medjugorje ha fondato l’associazione “Radio Maria”. Da li è incominciata questa grande avventura. Io ho ottenuto dai miei superiori il permesso prima per un anno, poi a tempo indefinito, di dedicarmi a Radio Maria in qualità di Direttore, e da allora abbiamo dato una svolta precisa alla radio come emittente fondata sui due pilastri della preghiera e della evangelizzazione. L’impulso mi è venuto da un evento accaduto nel gennaio 1986, quando un gruppo di pellegrini di Radio Maria ha ricevuto a Medjugorje attraverso Vicka un messaggio: “ Siate annunciatori di conversione. I messaggi della Regina della Pace diffondete e testimoniate nell’amore”. Possiamo dire che Radio Maria è unica. È diversa dalle comuni radio cattoliche. La programmazione è fondata innanzi tutto sulla preghiera. Trasmettiamo ogni giorno la Santa Messa da una parrocchia diversa e ogni pomeriggio un’ora di adorazione, anch’essa dalle varie parrocchie. Abbiamo studi mobili e volontari disseminati in tutte le province d’Italia. Nell’arco delle 24 ore trasmettiamo sei rosari, alcuni dei quali coinvolgono direttamente le famiglie. Trasmettiamo tutta la liturgia delle ore, in parte dalle parrocchie, in parte dai nostri microfoni. Abbiamo 12 ore di cultura religiosa, praticamente tutte le materie di una facoltà teologica. Come conduttori abbiamo diversi vescovi, una sessantina sacerdoti e altrettanti laici. La maggior parte dei sacerdoti sono professori nelle varie facoltà pontificie. Poi abbiamo la cultura e la promozione umana – la medicina, la pedagogia, la psicologia e varie discipline umane viste nella prospettiva della fede. In particolare dedichiamo molte trasmissioni alla famiglia. C’è poi la catechesi specializzata per i bambini, i giovani, i fidanzati, i malati, ecc. Per quanto riguarda l’informazione
produciamo due nostri radio giornali e trasmettiamo ogni giorno quello di Radio Vaticana. La musica è rigorosamente religiosa o tale da elevare l’anima a Dio.

I messaggi della Madonna sono sempre stati trasmessi attraverso Radio Maria in Italia?
Fin dall’inizio noi abbiamo voluto essere una fonte di informazione attendibile per quanto riguarda Medjugorje. Abbiamo definito una linea ben precisa: abbiamo stabilito che nessun conduttore di programma può parlare di Medjugorje a Radio Maria eccetto il Direttore, il quale ne parla come persona informata. Io ho due ore al giorno di trasmissione. Ogni giorno faccio la catechesi e in tutti questi anni, dal 1987 fino adesso, – sono ormai 20 anni – ho potuto quasi quotidianamente fare riferimento ai messaggi della Regina della Pace, ma con una intenzione molto particolare: mostrare che i messaggi sono una lettura del Vangelo, sono in sintonia con l’insegnamento della Chiesa, sono dunque un elemento di crescita spirituale ed ecclesiale. Abbiamo sempre trasmesso il messaggio, prima del giovedì, poi del 25 del mese in diretta. Su questa linea, non ho mai avuto nessun problema con l’autorità ecclesiastica. Ho sempre potuto parlare di Medjugorje liberamente, ma anche lealmente, dicendo che la Chiesa non si è ancora pronunciata, però ci lascia liberi. Nel medesimo tempo abbiamo anche mostrato l’importanza di seguire questo messaggio e di viverlo, perché la Madonna oggi è qui… Naturalmente, questo è stato un cammino di crescita lungo il corso degli anni, fatto con perseveranza, e che il pubblico di Radio Maria ha molto apprezzato.

Chi sono i vostri ascoltatori?
Il problema era questo: è possibile con una radio di preghiera ed evangelizzazione avere un ascolto? In Italia sono 300 le radio cattoliche. Hanno una impostazione basata sui valori cattolici, ma non hanno un programma organico di preghiera e di catechesi. Sono molto simili alle radio comuni. Noi abbiamo un pubblico vastissimo, 2 milioni di ascoltatori al giorno. E’ un dato accertato dalle statistiche ufficiali. Siamo tra le prime 10 radio ascoltate in Italia. Sono 2 milioni al giorno, 5 milioni la settimana. È una radio popolare, che riesce a coinvolgere il pubblico semplice, ma anche quello più colto. Il 40% dei nostri ascoltatori ha il diploma di scuola superiore o la laurea. Quindi, è una radio che riesce a parlare a tutti. La ragione di questo vasto ascolto è da ricercare nel fatto che la gente ha fame della Parola di Dio. Abbiamo fatto una scommessa audace sotto il profilo economico – ed è un miracolo che ha meravigliato anche la Santa Sede – perché Radio Maria costa moltissimo, anche se tutti i suoi conduttori sono volontari. Infatti in Italia abbiamo 850 ripetitori, come la RAI, per potere coprire tutto il territorio e arrivare a ogni persona, mentre le radio commerciali ne hanno 300, perché gli altri non sono economici. Il miracolo è che riusciamo a far fronte a tutte queste spese senza una parola di pubblicità. Non abbiamo finanziamenti particolari, tranne le offerte della gente che fa la fila agli uffici postali.

Radio Maria nel mondo
Come avete incominciato con Radio Maria negli altri paesi?
Abbiamo coperto l’Italia in tre anni e ora stiamo realizzando Radio Maria nelle varie nazioni del mondo. Arrivano molte richieste da parte di sacerdoti che studiano a Roma e ascoltano Radio Maria. Tornando nelle loro diocesi ne parlano ai loro vescovi. Così arrivano richieste da ogni parte del mondo. Abbiamo domandato ai nostri ascoltatori di aiutarci a venire incontro a queste richieste. Non abbiamo mai fondato una Radio Maria di nostra iniziativa. Se c’é una richiesta, prendiamo contatto con le autorità ecclesiastiche, fondiamo l’Associazione Radio Maria con persone del posto e incominciamo l’opera di formazione e di realizzazione. In questo modo siamo andati in 50 nazioni nel mondo. Quasi tutta l’America, molti paesi dell’Europa, specialmente l’Europa dell’est, 10 paesi in Africa, e due dell’Asia. Siamo gemellati con la radio cattolica del Libano che trasmette in arabo. Tutte le Radio Maria del mondo sono membri dell’Associazione mondiale “World family of Radio Maria”. Il presidente di ogni associazione nazionale è un laico, ma tutti i Direttori devono essere sacerdoti. Questa è un’emittente di evangelizzazione e quindi la Chiesa deve vigilare sulla dottrina. In tutte le Radio Maria i sacerdoti-direttori ha il permesso canonico dell’Ordinario che può intervenire dal punto di vista della dottrina e della linea pastorale. Cosi la Chiesa è tutelata e non ha problemi per quanto riguarda l’economia, l’amministrazione, la tecnica.

In tutti i paesi siete legati a Medjugorje?
Solo Radio Maria Italia fa un particolare riferimento a Medjugorje. È una scelta del direttore. Per quanto riguarda le altre Radio Maria del mondo dipende dal Direttore e dalla autorità ecclesiastica locale. Ci sono alcune Radio Maria, come ad esempio in Austria e a Panama, dove vengono trasmessi regolarmente i messaggi della Regina della pace.

Dalla Gospa ho imparato tutto
Che cosa avete imparato della Gospa?
Dalla Gospa ho imparato tutto, in particolare ho scoperto in profondità la grandezza e la bellezza della fede cristiana. Il messaggio più coinvolgente di Medjugorje è che il cristianesimo, prima di essere una dottrina, è un rapporto personale di amore con Dio. La grande scoperta che ho fatto a Medjugorje – e che fanno anche gli altri pellegrini – è che abbiamo una Madre celeste che si chiama Maria. Teoricamente lo sapevo anche prima, ma a Medjugorje l’ho sentito col cuore. L’esperienza fondamentale di Medjugorje è l’incontro con Maria nostra madre, che è anche Madre della Chiesa e dell’umanità. Lei si occupa della nostra vita, ci guida prendendoci per mano, ci insegna a vivere la fede cristiana, ci indica la via della salvezza. Si prende cura della nostra vita personale, ma nel medesimo tempo ha a cuore la vita della Chiesa e si preoccupa del futuro dell’intera umanità. Questa è stata la mia esperienza fondamentale. Spesso mi chiedo perché i pellegrini vanno a Medjugorje e poi ci ritornano, spinti da una forza misteriosa. A Medjugorje non ci sono attrazioni particolari. Non c’è un grande santuario come a Lourdes… Perché la gente torna a casa contenta e vuole ritornarci? Questo è un mistero. A me pare che il motivo sia che la gente qui scopre il Cuore materno di Maria. La prima volta che sono venuto a Medjugorje era il 15 marzo 85. Pioveva, faceva freddo. Prima della Messa si è aperta la porta della sacristia dove i veggenti avevano avuto l’apparizione. Ho visto prima il viso sorridente di Marija e poi quello degli altri veggenti. Volti puliti, pieni di luce. Ho concelebrato la messa con Padre Slavko. Durante la concelebrazione ho avuto come una luce particolare: qui c’è la Madonna, mi sono detto, dunque il cristianesimo è l’unica religione vera! Perché la Madonna è cattolica! Questa è stata la forza che ho trasmesso nei programmi di Radio Maria. Su quest’idea ho costruito il palinsesto di Radio Maria come annuncio della verità nella carità! La Madonna è qui per donarci Gesù Cristo. Abbiamo costruito una radio che dona Gesù Cristo, che dona il Vangelo attraverso il Cuore materno di Maria.

I veggenti?
Io sono amico di Vicka da tanto tempo e conosco personalmente tutti gli altri veggenti. In oltre venti anni di frequentazione non c’è mai stato nulla che mi abbia sollevato qualche dubbio. Quello che mi ha colpito dei veggenti anzitutto è che sono molto normali. In tutti questi anni loro non hanno mai avuto sbandamenti né nella fede né nella vita morale. Potrebbero comportarsi come delle star, perché sono persone conosciute nel mondo, ma sono pieni di semplicità e umiltà. Per quanto riguarda la famosa critica, fatta anche dal vescovo di Mostar, che non si sono consacrati, ora risulta chiaro la Madonna ha visto per tempo come la crisi della famiglia ha bisogno della testimonianza delle famiglie cristiane. Mi ha molto colpito un’altra cosa: in tutto questo tempo i veggenti non si sono mai contraddetti tra di loro. Poi l’umiltà. Per esempio Vicka: La Madonna le ha detto: “Budi sama” – “Sii da sola”. Da allora Vicka ha le apparizioni privatamente. Si vede che c’è una regia soprannaturale che li guida e assegna a ognuno il suo compito con straordinaria sapienza. I veggenti si lasciano guidare dalla Gospa con molta docilità.

I messaggi?
I messaggi tracciano un cammino di perfezione cristiana, che non ha uguali in tutta la Chiesa cattolica. Io dico sempre: il libretto dei messaggi è superiore all’Imitazione di Cristo. La spiritualità di Maria è materna, traccia un cammino di santità per la Chiesa. È una spiritualità per tutti. Certo, bisogna leggerli col cuore, nella luce dello Spirito Santo. C’è una profondità straordinaria. Una cosa è certa: i messaggi hanno guidato milioni di cristiani. Noi non abbiamo l’idea di come le parole della Gospa divengano il cibo quotidiano di gran parte della Chiesa. Ed è giusto così, perché si tratta del vangelo insegnato ai piccoli. Nulla può essere paragonato a questa catechesi meravigliosa della Madre di Dio.

Qui si sta realizzando il programma della Madonna
Dal 1 marzo 1984 all’8 gennaio 1987, la Madonna ha dato i messaggi ogni giovedì per la parrocchia di Medjugorje. (1. marzo 1984: “Cari figli; io ho scelto in modo speciale questa parrocchia ed è mio desiderio guidarla. Con amore la proteggo e desidero che tutti siano miei. Grazie per essere venuti qui questa sera. Desidero che vi troviate sempre più numerosi con me e con mio Figlio. Ogni giovedì darò un messaggio particolare per voi.”) In questi messaggi, le parole parrocchia, parrocchiani ricorrono 46 volte (nel 1984 – 17 volte, nel 1985 – 26 volte, nel 1986 – 3 volte).
Nei messaggi del 25 del mese “per la parrocchia e per il mondo” (dal 25.01.1987), queste parole ricorrono solamente 5 volte per la parrocchia di Medjugorje e 1 sola volta per tutte le parrocchie in generale. Questo messaggio dall’25.09.1995 dice:
Cari figli! Oggi v’invito ad innamorarvi del Santissimo Sacramento dell’altare. Adoratelo, figlioli, nelle vostre parrocchie e cosi’ sarete uniti con tutto il mondo. Gesu’ vi diventerà amico e non parlerete di lui come di qualcuno che appena conoscete. L’’unità con Lui sarà per voi gioia e diventerete testimoni dell’amore di Gesu’, che ha per ogni creatura. Figlioli quando adorate Gesu’ siete vicini anche a me. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

Che cosa ha fatto nascere Medjugorje nel mondo e nella Chiesa cattolica?
Io dico chiaramente quello che penso. Ovviamente il centro della Chiesa è il Vaticano, perché c’è Pietro. Ma in un certo senso il cuore pulsante della Chiesa cattolica in questo momento è Medjugorje. Qui si sta realizzando il programma della Madonna. Lei non ha scelto soltanto i sei veggenti. Ha scelto la parrocchia. Nel messaggio dato alla parrocchia il 1 marzo 1984 lei dice che ha scelto questa parrocchia: “Cari figli; io ho scelto in modo speciale questa parrocchia ed è mio desiderio guidarla.” L’8 marzo 1984, la Madonna manifesta il suo programma che si è realizzato perfettamente: “Convertitevi tutti nella parrocchia, cosi aiuterete a convertirsi tutti coloro che verranno qui.” L’ultimo dell’anno, dopo la Messa, ho visto ancora 30 confessionali accesi con lunghe file di persone davanti. Ecco, la Madonna sta realizzando il suo programma attraverso la parrocchia di Medjugorje. Attraverso i pellegrini e i sacerdoti che vengono qui, sta rinnovando tutta la Chiesa. Qui si realizza per la seconda volta quello che è già avvenuto quando Gesù ha detto a san Francesco: “Va, edifica la mia Chiesa”. L’Ordine Francescano è protagonista di questa rinascita della Chiesa. Non dimentichiamo la grande fatica pastorale di accogliere tutti questi pellegrini che vengono da ogni parte del mondo. La grande fatica pastorale dell’Ordine Francescano è sotto gli occhi di tutti.

Questa mi sembra una visione un po’ idealizzata. La realtà non è sempre così ideale. Si può dire che la parrocchia di Medjugorje si è convertita? La parrocchia non è perfetta…
Meno male che non è perfetta, così non diventa orgogliosa! La Madonna lascia alla parrocchia tutte le sue debolezze, tutti i suoi difetti, ma quello che voleva da questa parrocchia, l’ha attuato. La Madonna voleva fare di questa parrocchia un grande centro di preghiera. Quando veniamo qui a Medjugorje, che cosa ci colpisce? La preghiera! Si prega dappertutto: nelle cappelle, sulle strade, sul monte Križevac, sul Podbrdo. Si prega anche nelle case. Non c’è dubbio che la Madonna rinnova la Chiesa. In che modo? Con la preghiera. Oggi, l’attacco di Satana riguarda la fede. Oggi, quale è il più grande pericolo nella Chiesa? Che la gente perde la fede. Il Sinodo dei vescovi dell’Europa ha detto che in Europa c’è una apostasia silenziosa. Tanti pensano che con la morte finisce tutto. La perdita della fede è la malattia spirituale dell’Europa oggi. Qual’è la medicina che la Madonna ha trovato per guarire la perdita della fede che è il vero pericolo del nostro tempo? Lo disse già Paolo VI: “Oggi, la vera questione è quella della fede”. La Madonna attraverso la preghiera, porta le gente a incontrare Dio, a incontrare Gesù Cristo, nella Santa Messa, nella confessione… A Medjugorje, tutti sono credenti. Il problema di fondo oggi, prima ancora della morale, è quello della fede. Dunque, la Madonna rinnova la Chiesa attraverso la preghiera, perché la preghiera fortifica la fede. I pellegrini ritornano a casa da Medjugorje con una fede più viva. Ci sono alcuni, specie i giornalisti, che fanno le solite critiche vedendo i negozietti o le macchine nuove. Tutto ciò non mi scandalizza affatto. Io non sono contrario a un giusto benessere materiale, a condizione che Dio sia al primo posto. Non idealizzo la parrocchia di Medjugorje, come se non avesse i suoi limiti. Dico che è una parrocchia che vive la fede come poche parrocchie. Ho visitato tanti santuari in Europa, ma da nessuna parte ho trovato il fervore della preghiera che c’è a Medjugorje. Ci sono dei difetti, ma non mi scandalizzano. Le fragilità umane non impediscono alla Madonna di realizzare i suoi piani. Medjugorje è l’unico villaggio dove tutta la gente ha creduto compatta alle apparizioni, affrontando con coraggio la persecuzione. Questo non è avvenuto a Fatima, non è avvenuto a Lourdes.

Perché la Madonna ha scelto questo paese?
La Madonna ha detto che è venuta qui per completare quello che ha iniziato a Fatima. Nel messaggio di Fatima c’è questa figura anticristica del comunismo ateo. La Madonna l’ha sconfitto qui a Medjugorje, in un paese comunista. Io ho visto il comunismo crollare nei cuori. La Madonna ha detto: non abbiate paura! La Madonna e più forte del comunismo! Qui, in un paese comunista, è crollato il comunismo!

Ma non è stato il papa Giovanni Paolo II con la sua preghiera, con la sua influenza nel mondo, con la sua azione diplomatica e pastorale che ha fatto crollare il comunismo?
Si, ma Giovani Paolo II era il papa dell’Totus Tuus! Un strumento di Maria!

La Madonna ha scelto questa parrocchia per rinnovare la Chiesa
Talvolta mi sembra che siamo un po’ pretenziosi riguardo Medjugorje, credendo che Medjugorje sia il centro del mondo… pensiamo a tutto quello che si vive nella Chiesa universale! La salvezza del mondo non dipende da Medjugorje. Gesù ha già salvato il mondo, la Chiesa è viva!
Medjugorje è un po’ come Nazaret…un villaggio emarginato e sconosciuto. La Madonna ci ha richiamato spesso a non diventare orgogliosi e a restare nell’umiltà. Non c’è dubbio però che la Gospa ha scelto questa parrocchia per rinnovare la Chiesa! L’ha scelta come un strumento. Ma la parrocchia non deve dimenticare che è un “strumento inutile”, come ha detto Gesù… Siamo tutti strumenti inutili. Facciamo quello che dobbiamo fare, ma senza attribuirci dei meriti. E’ infatti per divina benevolenza che qui vengono date grazie speciali.
Poi, c’è un’altra cosa che mi colpisce. Marija, la veggente che riceve il messaggio per la parrocchia, abita in Italia, a Milano. Però, la Madonna, quando dà il suo messaggio, dice: “qui a Medjugorje”… Questo è il luogo santo, il luogo di grazia, anche se le apparizioni avvengono da un’altra parte! La Madonna ha detto: “Qui do particolare grazie”. Qui! Non bisogna dimenticare poi che Il segno sarà dato qui, in questa terra, in questo luogo, sul Podbrdo e sarà visibile da qua. Il più bello deve ancora venire. Tutto questo è una preparazione e Medjugorje sarà ancora più conosciuto in avvenire.
Il cardinale Ivan Dias – prefetto della Congregazione della Dottrina della fede – ha fatto l’8 dicembre 2007, come legato pontificio, inviato del Papa, un discorso a Lourdes dove ha aperto le celebrazioni del 150º anniversario delle apparizioni della Madonna. Ha detto che la Madonna durante gli ultimi due secoli ha preparato il suo esercito per combattere e vincere la grande battaglia contro le potenze del male, contro l’Anticristo. Questo discorso e stato pubblicato sull’Osservatore Romano del 9 dicembre 2007. La Madonna, con la sua apparizione di Rue de Bac a Parigi è intervenuta in soccorso della Chiesa, mentre nel mondo andava crescendo l’impostura anticristica, quella cioè di una società che si illude di salvare se stessa, con le sole sue forze, a prezzo dell’apostasia dalla verità. Medjugorje è la fase finale di questa lotta escatologica, al termine della quale avremo un tempo di pace, “un tempo di primavera”, come dice la Gospa. Si tratta di prospettive che sono presenti anche negli insegnamenti degli ultimi Papi, a partire da Paolo VI. Voglio dire con questo che Medjugorje è collocato nel cuore della Chiesa e del grande compito che essa deve svolgere per salvare la nostra generazione.

Talvolta ci può sembrare che i cattolici sono un po’ timidi, un po’ ipocriti, vivono la loro fede tranquillamente, come una tradizione antica, senza zelo… compromessi con i valori del mondo…
Il cardinal Dias ha citato una frase del cardinale Woytila poco prima di diventare Papa: “Ci troviamo oggi di fronte al più grande combattimento che l’umanità abbia mai visto. Non penso che la comunità cristiana l’abbia compreso totalmente. Siamo oggi di fronte alla lotta finale tra la Chiesa e le Anti-Chiesa, tra il Vangelo e gli Anti-Vangelo”. Siamo nel momento della più grande battaglia escatologica di tutti i tempi, e la Chiesa cattolica sembra non essersene accorta. Tuttavia il ruolo del “piccolo gregge” sarà decisivo. La Madonna per schiacciare la testa al serpente ha bisogno delle persone che hanno risposto alla sua chiamata e che e le sono fedeli.

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Perdonare per avere la pace

Posté par atempodiblog le 29 octobre 2011

Maria, da tempo ripete spesso queste parole, toccando la condizione fondamentale della pace: se non si perdona la pace non è possibile.
di Padre Slavko Barbaric

Perdonare per avere la pace dans Fede, morale e teologia padreslavkobarbaric

1. Perdonare non è facile, questo lo sappiamo tutti sicuramente; specialmente quando le cose che non ti piacciono si ripetono, soprattutto nella famiglia. Gesù non ha detto per caso che bisogna perdonare « 70 volte 7″, cioè sempre. Ma noi ci troviamo molte volte in una contraddizione con noi stessi: vogliamo la pace e non vogliamo perdonare; vogliamo la pace ma non vogliamo chiedere perdono. Perché, per chiedere il perdono, bisogna avere anche un po’ di umiltà; chiedere perdono significa vedere anche la parte della propria responsabilità. Qui troviamo un grande problema: vedere la propria colpa, riconoscerla e chiedere perdono. Io mi ricordo di questa storia vera. Una persona è venuta e ha detto: « Io non ho più la pace; non posso dormire, né lavorare, non posso far niente ». E io ho chiesto quello che anche voi avreste chiesto: « Da quando non hai la pace e perché? » Mi dice: « Una persona mi ha ferito profondamente e ho perso la pace ». Io ho detto allora: « Tu devi perdonare e la pace ritornerà ». Ha detto: « Eh, padre, non posso, perché mi ha ferito profondamente ». Io ho detto: « Ma tu cerchi la pace? » « Sì, padre; non posso dormire, non posso mangiare, non posso lavorare ». Allora io ho detto: « Tu devi perdonare! » « Ah, non posso perché non è la prima volta che mi ha ferito così! » « Ma tu vuoi la pace! » « Sì padre! » Potevamo continuare fino all’indomani e mancava poco che questa persona entrasse in conflitto anche con me. Noi sappiamo tutti che quando siamo feriti, è difficile perdonare o chiedere perdono, ma, volendo la pace, dobbiamo lavorare su questo punto del perdono e non dire che è impossibile perdonare. Dio non può chiederci le cose impossibili. Se noi pensiamo che è impossibile, probabilmente non preghiamo abbastanza. Infatti la Madonna ci insegna: « Pregate con il cuore per poter perdonare ed essere perdonati » (a Ivanka 25.06.97). In un messaggio al gruppo di preghiera, la Madonna ha detto: « Se tu senti nel tuo cuore qualche cosa contro qualcuno, prega fino al momento in cui cominci a sentire sentimenti positivi verso questa persona ». In un gruppo una persona ha reagito dicendo: « Ah, io dovrei pregare giorno e notte! » E allora prega giorno e notte fino a che riuscirai a perdonare, perché la pace è un profondo desiderio di tutti e vale la pena impegnarsi. Il problema del perdono è più grave di quanto noi pensiamo, soprattutto nelle famiglie. Guardate, quando parliamo degli altri ad un amico o ad un’amica, come parliamo? Molte volte in modo negativo; e sempre, quando siamo tentati di parlare così, si tratta del problema del perdono. Si dice: « La mia vita è difficile a causa di mio padre, di mia madre, marito, moglie, suocera, nuora… » Sono sempre gli altri quelli che ci creano problemi! Quante volte abbiamo detto o sentito dire che la vita di mio padre o di mia madre, di mia moglie, o di mio marito è difficile a causa mia! E’ molto raro vedere le difficoltà che hanno gli altri, per il fatto che vivono con noi, ma noi sempre sappiamo come è difficile la nostra vita a causa degli altri. E’ sempre il problema del perdono. Soprattutto questa affermazione: « Io ho ragione! » Ecco una storiella: Dio permette a satana di dominare un giorno una città; e satana gli chiede solo una cosa: lasciare che i semafori della città segnino sempre verde. Risultato: in un minuto confusione completa! In ogni incidente ognuno aveva ragione: quello che veniva da una parte aveva il verde, ma anche quello che veniva dall’altra parte aveva pure lui il verde! Tutti avevano ragione. E chi può perdonare se ha ragione? E chi poteva chiedere perdono se aveva ragione? Ecco: quante volte dalla nostra parte c’è sempre verde e dopo tutti sono colpevoli intorno a noi; solo noi no, perché abbiamo la luce verde… Sono sicuro che avete ascoltato le testimonianze dei giovani di suor Elvira. Una volta uno ha detto: « Noi ci amiamo nella comunità non perché non ci conosciamo, ma ci amiamo perché ci conosciamo; noi non abbiamo paura di dire all’altro: ho sbagliato. Ci amiamo perché conosciamo anche le debolezze l’uno dell’altro ». Molte volte, soprattutto nelle famiglie, noi nascondiamo queste cose. E dopo si incontrano le maschere! Le maschere, non le persone! E così si incontrano maschere tra marito e moglie, tra genitori e figli e hai un teatro, non una famiglia, non una vita.

2. Di solito diciamo che noi viviamo male a causa degli altri e non ci accorgiamo quando gli altri vivono male a causa nostra. Cioè vediamo la pagliuzza nell’occhio del fratello e non la trave che è nel nostro. Qui possiamo collaborare con Maria o con satana. Quando abbiamo esperienze negative con gli altri, quando ci hanno ferito o parlato male di noi, che cosa facciamo? Se continuiamo ad accusare, a farli responsabili per questo, a spargere in giro queste cose, noi collaboriamo con satana, perché satana fa così. Nella Bibbia si dice che satana si trova davanti al trono di Dio e ci accusa. Nei messaggi della Madonna troviamo invece questo: « Io prego per voi… ». « Io intercedo per voi presso Dio… ». La Madonna ci conosce, conosce le nostre cose buone e anche le cose cattive, ma non ci accusa, non ci condanna; bensì prega per noi. Allora, quando tu hai un’esperienza negativa con qualcuno e cominci a pregare per questa persona, tu sei in piena collaborazione con la Madonna. Guardate che su questo punto siamo tutti troppo deboli: parliamo spesso male gli uni degli altri e siamo tentati di ingigantire le storie negative; e dall’altra parte siamo tentati a diminuire il bene degli altri. E’ sempre la collaborazione con il negativo! E’ anche una tentazione quando uno dice: « Quello che ti dico è proprio vero! » Anche se è vero, tu diffondi le cose negative e il negativo si allarga. C’è un buon consiglio per tutti voi, soprattutto per coloro che sono molto tentati a parlare male degli altri. Io dico a loro: continuate a parlare male, ma a una condizione. Prima di raccontare le cose negative, a questa persona alla quale vuoi parlare, devi dire: « Quando termino di dirti queste cose negative, promettimi che pregherai un Rosario con me per questa persona, oppure che farai un giorno di digiuno per la persona che ti ha fatto del male ». Sono sicuro che molti vi diranno che non hanno tempo di ascoltare le cose brutte e negative… Succede spesso che anche le persone che pregano molto, dicono il Rosario, vanno alla Messa, ecc., quando si incontrano con gli altri, tante volte parlano male, fanno delle chiacchiere. Bisogna decidersi: con chi vuoi collaborare? Con la Madonna o con satana? (16 agosto 1997).

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Vicka sulla vocazione al matrimonio

Posté par atempodiblog le 28 octobre 2011

Intervista a Vicka Ivankovic, Gennaio 2002

Vicka sulla vocazione al matrimonio dans Discernimento vocazionale vickaivankovicsposa

Sr. Emanuel prima delle nozze era andata a trovarla. Tra le tante domante le ha chiesto:

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Domanda: Vicka, come vedi questo cammino del matrimonio che hai scelto?
Vicka: Guarda! Ogni volta che Dio ci chiama, dobbiamo essere pronti nel profondo del cuore a rispondere a questa chiamata. Ho provato a rispondere alla chiamata di Dio trasmettendo i messaggi in questi ultimi 20 anni. L’ho fatto per Dio, per la Madonna. In questi 20 anni l’ho fatto da sola, ed ora non cambierà niente se non che adesso lo farò attraverso una famiglia. Dio mi chiama a cominciare una famiglia, una famiglia santa, una famiglia per Dio. Sai, io ho una grande responsabilità di fronte alle persone. Loro cercano dei modelli, degli esempi da seguire. Allora voglio dire ai giovani: non abbiate paura di impegnarvi nel matrimonio, di scegliere questo cammino del matrimonio! Ma, per essere sicuri del proprio cammino, che sia questo o un altro, la cosa più importante è mettere Dio al primo posto nella vostra vita, mettere la preghiera al primo posto, cominciare la giornata con la preghiera e finirla con la preghiera. Un matrimonio in cui non c’è la preghiera, è un matrimonio vuoto, che sicuramente non durerà. Là dove c’è l’amore c’è tutto. Ma bisogna sottolineare una cosa: l’amore, si. Ma quale amore? Prima l’amore per Dio, e poi l’amore verso la persona con la quale vivrete. E poi, lungo il cammino della vita, non bisogna aspettarsi dal matrimonio che sia tutto rose e fiori, che sia tutto facile…No! Quando arrivano i sacrifici e le piccole penitenze, bisogna sempre offrirle al Signore con tutto il cuore; ogni giorno ringraziate il Signore per tutto ciò che è successo durante la giornata. Per questo dico: cari giovani, care nuove coppie, non abbiate paura! Fate di Dio la persona più importante della vostra famiglia, il Re della vostra famiglia, mettetelo al primo posto, e allora Egli vi benedirà – non soltanto voi, ma anche tutti quelli attorno a voi.

D.: Dopo il tuo matrimonio abiterai ancora a Medjugorje?
Vicka: Abiterò a pochi chilometri da qui, ma credo proprio che quasi ogni mattina, ritroverò il mio posto! (ovvero la scalinata della casa azzurra). Non devo cambiare la mia missione, so bene qual è il mio posto! Il mio matrimonio non cambierà questo.

D.: Cosa puoi dirci di Marijo (pronuncia: Mario), l’uomo che sposerai il 26 gennaio?
Vicka: È difficile per me parlarne. Ma tra di noi c’è una cosa sicura: la preghiera. È un uomo di preghiera. È un uomo buono, bravo. È un uomo profondo, e questo è molto bello. E poi, stiamo molto bene insieme. C’è veramente amore tra noi; così poi, poco a poco, costruiremo su questo.

D.: Vicka, come può una ragazza sapere quale uomo sposare?
Vicka: Sai, con la preghiera di sicuro, il Signore e la Madonna sono pronti a risponderti. Se chiedi nella preghiera qual è la tua vocazione, certo il Signore ti risponderà. Devi avere buona volontà. Ma non bisogna essere precipitosi. Non devi andare troppo veloce e dire guardando il primo ragazzo che incontri: “Questo è il ragazzo per me”. No, non devi fare così! Bisogna andare piano, pregare e aspettare il momento di Dio. Il momento giusto. Bisogna essere pazienti e aspettare che sia Lui, Dio, a mandarti la persona giusta. La pazienza è molto importante. Noi tutti tendiamo a perdere la pazienza, ci affrettiamo troppo e dopo, quando abbiamo fatto un errore, diciamo: “Ma perché, Signore? Quest’uomo non era veramente per me”. È vero, non era per te, ma dovevi essere paziente. Senza pazienza e senza preghiera, niente può andar bene. Oggi dobbiamo essere molto più pazienti, più aperti, per rispondere a ciò che il Signore vuole.

Se l’uno o l’altro ha paura di cambiare vita e dice a se stesso: “Oh, ma sono più tranquillo così da solo”, egli in realtà guarda in sé una paura. No! Bisogna prima liberarci da tutto ciò che ci turba dentro, e solo dopo potremo fare la volontà di Dio. Non possiamo chiedere una grazia e dire: “Signore, dammi questa grazia” quando abbiamo un grande blocco lì dentro; questa grazia non ci arriverà mai perché dentro di noi non siamo ancora pronti a riceverla. Il Signore ci ha dato la libertà, ci ha dato anche una buona volontà, e allora dobbiamo liberarci dei nostri blocchi interiori. Poi dipende da noi essere liberi o no. Tutti sono pronti a dire: “Dio qui, Dio là, fai questo, fai quello”…Dio agisce, è sicuro! Ma anch’io devo cooperare con Lui e averne la volontà. Devo dire: “Lo voglio, quindi lo faccio”.

D.: Vicka, hai chiesto alla Madonna il suo parere sul tuo matrimonio?
Vicka: Ma vedi, io sono come tutti gli altri, il Signore mi ha dato la possibilità di scegliere. Io devo scegliere con tutto il mio cuore. Sarebbe troppo comodo che la Madonna ci dicesse: “Fai questo, fai quello”. No, Lei non fa così! A noi tutti Dio ha fatto grandi doni perché potessimo comprendere interiormente ciò che Egli ha preparato per noi (Vicka non ha posto domande alla Madonna riguardo al suo matrimonio perché “Non le faccio mai domande per me stessa”, dice).

D.: Vicka, per molte persone consacrate nel celibato, tu rappresentavi un po’ il loro “modello” a Medjugorje. Ora essi ti vedono sposarti, hai qualcosa da dire loro?
Vicka: Vedi, durante questi 20 anni, Dio mi ha chiamata ad essere uno strumento nelle sue mani in questo modo (nel celibato). Se rappresentavo un “modello” per queste persone, oggi non cambia niente! Non vedo la differenza! Se si prende qualcuno come esempio da seguire, bisogna anche lasciarlo rispondere alla chiamata di Dio. Se Dio ora vuole chiamarmi ad una vita di famiglia, di famiglia santa, è che Dio vuole questo esempio, ed io devo rispondere ad esso. Per la nostra vita, non dobbiamo guardare quello che fanno gli altri, ma guardare in noi stessi e trovare in noi stessi ciò a cui Dio ci chiama. Egli mi ha chiamata a vivere 20 anni in questa maniera, adesso mi chiama ad un’altra cosa ed io devo ringraziarlo. Bisogna che io gli risponda anche per quest’altra parte della mia vita. Oggi Dio ha bisogno di esempi di buone famiglie, ed io credo che la Madonna voglia fare di me un esempio di questo tipo di vita, ora. L’esempio, la testimonianza che il Signore si aspetta che diamo, non la troveremo guardando agli altri, ma ascoltando, ciascuno per quanto lo riguarda, la chiamata personale di Dio. Ecco la testimonianza che possiamo dare! Non dobbiamo cercare la nostra soddisfazione personale, né fare ciò di cui abbiamo voglia. No, bisogna veramente fare ciò che Dio vuole che facciamo. Talvolta siamo troppo attaccati a ciò che ci piace e guardiamo troppo poco ciò che invece piace a Dio. In tal modo possiamo vivere tutta una vita, lasciar passare il tempo ed accorgerci soltanto all’ultimo momento che abbiamo fatto un grande sbaglio. Il tempo è passato e non abbiamo concluso niente. Ma è oggi che Dio ti dona occhi nel tuo cuore, occhi nella tua anima per poter vedere e non perdere il tempo che ti è dato. Questo tempo è un tempo di grazia, si! Ma è un tempo in cui bisogna scegliere ed essere ogni giorno più decisi sul cammino che abbiamo scelto.

Fonte: Les Enfants de Medjugorje

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Il miglior giocatore di pallanuoto al mondo, Alex Giorgetti, è venuto a Medjugorje

Posté par atempodiblog le 6 septembre 2011

Il miglior giocatore di pallanuoto al mondo, Alex Giorgetti, è venuto a Medjugorje dans Medjugorje alexgiorgetti

Il miglior giocatore di pallanuoto al mondo, il 24nne Alex Giorgetti, è venuto a Medjugorje. Viene da Savona in Italia, è attaccante della Pro-Recco ed anche membro della nazionale Italiana maschile di pallanuoto, quest’anno campione del mondo. Il giovane Alex ha incontrato in primo luogo Fra Miljenko Šteko, capo dell’ufficio Informazioni di Medjugorje al quale ha consegnato la palla firmata da tutti i giocatori della squadra italiana. Successivamente ha condiviso la sua esperienza di vita con il giornalista della stazione radiofonica « MIR » Medjugorje. 
Ci ha detto della sua conversione sperimentata un anno fa quando ha incontrato Gesù e Maria e di come sia davvero molto felice dopo aver completamente cambiato vita.
Ha vissuto senza preghiera e sacramenti prima della sua conversione e ci ha detto: « Poiché l’Italia non vinceva il campionato del mondo da ben vent’anni, ho preso la decisione che se avessimo raggiunto un buon risultato sarei venuto a Medjugorje a ringraziare Gesù per questo. Non solo siamo diventati campioni del mondo, ma sono anche stato premiato come miglior giocatore del campionato. Ecco perché ho deciso di venire a ringraziare Gesù e Nostra Signora per tutte le grazie che mi ha concesso. Ho salito la collina dell’Apparizione e la montagna della Croce a piedi nudi ed è stata un esperienza davvero bella per me. Mi sento contento e soddisfatto e non vedo l’ora di tornare in Italia a testimoniare la bellezza di questo luogo. Sono arrivato qui con mio fratello gemello. Prima, non ci parlavamo; ne mai gli ho detto che gli volevo bene. Non è mai andato in chiesa, non ha mai pregato e ora per la prima volta qui è andato a confessarsi ed alla santa messa. Vedo tutto ciò come frutto della mia conversione e sono davvero felice di vederlo così allegro, non era mai successo in passato. Non era stato fortunato come me nella vita, perché era nato con un handycap fisico e tutto ciò lo ha influenzato. I nostri genitori ci hanno sempre separati in tutto quello che dovevamo fare. Mia madre ha dimostrato più affetto a me ed io ero quello con i vestiti migliori, i giocattoli, quello che ha ricevuto più caramelle e dolci durante il periodo della nostra infanzia. Lei vedeva che amavo gli sport e che ero portato per la pallanuoto e per l’allenamento in piscina. 
Ho avuto una vita perfetta; Ero giovane, di bell’aspetto e di successo, mentre mio fratello era solo e triste. Ero troppo egoista per vederlo. Non ho avuto necessità di comunicare molto con la mia famiglia perché ho avuto tutto dalla vita: soldi, ragazze e carriera. Ma tutto questo non è durato troppo a lungo. Ho concluso il lungo rapporto che avevo con la mia ragazza. La amavo davvero, ma era interessata soltanto a soldi ed alla gloria. Ho rifiutato l’invito del Coach nella nostra nazionale ed ero completamente disperato, distrutto, senza famiglia, amici, senza ragazza e carriera. 
Ero sull’orlo della depressione. Poco dopo conobbi una coppia di fratelli gemelli che hanno condiviso con me la storia della loro conversione. La loro storia mi ha toccato profondamente ed ho deciso di raccontare loro i miei problemi, la mia solitudine ed il mio disagio. Ho desiderato l’aiuto di Gesù, per cambiare vita e darmi la pace che desideravo così profondamente. Da quel momento sono cominciati i cambiamenti nella mia vita. Mi sono confessato, ho iniziato ad andare alla santa messa, a leggere la Sacra Bibbia e ad aiutare i poveri. La mia vita è cambiata completamente. I rapporti con la mia famiglia e con la gente sono cambiati, pieni di significato, la mia carriera è avanzata e sono diventato una persona nuova. Era semplicemente Dio che volgeva tutto al bene. 
La mia famiglia ed i miei amici hanno letto della mia conversione sui giornali, e quando ho deciso di condividere tutto con la gente sono rimasti molto sorpresi. La cosa più bella è quando potete vivere nella verità ed essere chi realmente siete. La mia nuova vita è appena cominciata ed il mio desiderio è di incontrare Gesù ogni giorno di più. Spero che la mia storia sia di esempio per altri giovani affinché cambino vita e capiscano che senza Gesù le loro vite sono senza senso. »

Fonte: Medjugorje.hr

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Un invito ad accostarsi alla confessione

Posté par atempodiblog le 2 août 2011

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Intervista di Padre Livio a Vicka del 3 agosto 2000

Padre Livio: Ieri, due agosto, era il perdono di Assisi. Mi pare che nei primi tempi delle apparizioni, proprio in occasione di questa festa, la Madonna abbia invitato i presenti a toccare la sua veste e voi veggenti avete visto che vi erano rimaste delle macchie. Era un invito ad accostarsi al sacramento della confessione?
Vicka: In quell’occasione io non c’ero, ma erano presenti Mirjana, Ivanka, Marija e Jakov. La Madonna ha invitato i presenti a toccare la sua veste e molti hanno avuto questa grazia di toccarla.
Padre Livio: Anche se non la vedevano?
Vicka: I veggenti presenti indicavano dove mettere la mano.
Padre Livio: Così mettevano la mano sulla veste della Madonna?
Vicka: Sì, hanno avuto questa grazia. Ma alcuni di quelli presenti, toccando, hanno lasciato il segno della loro mano e così la Madonna ha chiesto di andare a confessarsi.
Padre Livio: La Madonna raccomanda una confessione regolare, mi pare.
Vicka: Raccomanda la confessione una volta al mese e poi secondo le necessità di ognuno. Dice anche di non limitarsi soltanto a dire i propri peccati, ma di chiedere un consiglio al sacerdote per fare un passo avanti nel cammino spirituale.
Padre Livio: Quindi la Madonna vede la confessione come un grande aiuto sulla via della santità?
Vicka: Certamente.

315fyfr dans Fede, morale e teologia

Quel giorno tutti poterono accarezzarla
L’abito macchiato
Fonte: Oggi

Siamo ai primi di agosto del 1981. Al momento dell’apparizione, come al solito, una calca di persone si stringe attorno ai veggenti: mani che sfiorano il cielo, preghiere che salgono da ogni bocca. La Madonna appare e, inaspettatamente, i ragazzi dicono ai pellegrini che, se lo desiderano, la possono toccare. Come? Essi stessi li accompagneranno per mano fino a lei.
Pur senza vederla, ciascuno dei presenti attesterà l’avvenuto incontro, attraverso un’esperienza tattile-corporea molto marcata. Alcuni hanno avvertito una “sensazione di forte calore”, altri “come una leggera scossa elettrica dalla mano fino alla testa e ai piedi”, altri ancora sono stati “vinti dalle lacrime e da una profondissima gioia”. Ma mentre i fedeli si avvicendano ordinatamente per questa speciale carezza a Maria, i veggenti, d’un tratto, appaiono allarmati e, quasi simultaneamente gridano: “Non toccate più la Madonna. Per favore, lasciatela stare”. Che cos’è accaduto?
I ragazzi diranno di aver visto sull’abito immacolato della Vergine delle grosse macchie, come di unto, e spesse, lasciate dalle dita di chi l’aveva appena sfiorato. E che la Madonna aveva cominciato a piangere e aveva spiegato che quelle erano le tracce del nostro peccato. Infiene, aveva invitato tutti alla confessione.

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Il Cristianesimo è un miracolo che sta accadendo ora

Posté par atempodiblog le 25 juin 2011

30 ANNI DI MEDJUGORIJE INSEGNANO: IL CRISTIANESIMO E’ UN MIRACOLO CHE STA ACCADENDO ORA (se non si capisce questo si finisce nel pelagianesimo: ridurre la fede a un proprio sforzo, a una propria introspezione o iniziativa, a un proprio percorso)
di Antonio Socci – Libero

Il Cristianesimo è un miracolo che sta accadendo ora dans Antonio Socci medjugorje

La scuola era appena finita e due adolescenti, Miriana e Ivanka, quel caldo pomeriggio del 24 giugno 1981, alle ore 17.45, stavano facendo una passeggiata fuori del paese di Bijakovici, frazione di Medjugorje, comune di Citluk, provincia di Mostar: il posto più sperduto del mondo.

Come cominciò
Dimenticato dagli uomini certamente. Ma non da Dio che ama ciò che è piccolo e insignificante.
A un certo punto Ivanka si volta verso la collina sassosa del Podbrdo: vede qualcuno lassù, a duecento metri di distanza, è una giovane ragazza, ha un bimbo piccolo in braccio.
Cosa ci fa in quel luogo desolato, pieno di vipere? Lassù non va mai nessuno. Ivanka si sofferma un attimo, vede che ha una veste lunga e un velo: “Ma quella è la Madonna!”.
Mirjana neanche si gira: “eh sì, figurati se la Madonna non ha altro da fare che venire a vedere cosa facciamo noi”. Cresciute sotto un regime comunista non avevano neanche mai sentito parlare di apparizioni come Lourdes o Fatima.
Arrivati in paese incontrano altri amici, Ivanka dice di aver visto una ragazza sulla collina sassosa, tornano su: è ancora lì. Fa cenno con la mano di avvicinarsi. Sono incantati, ma c’è anche timore.
Quel giorno non le si avvicineranno. Lo faranno il giorno successivo alla stessa ora: è una ragazza di una bellezza senza eguali. E dolcissima.
I sei ragazzi sono felici. E raccontano a tutti quello che è accaduto, ciò che hanno visto e che lei ha detto loro. Nel villaggio non si parla d’altro.
La voce corre, raggiunge i paesi vicini e pure la polizia. Il regime comunista è durissimo con i ragazzi: li arresta, li minaccia, minaccia le loro povere famiglie, ma loro non rinnegheranno mai quello che hanno visto.
Cominciano ad accadere subito segni e prodigi. Le stesse commissioni mediche e scientifiche che studiano, anche con delle macchine, ciò che si verifica durante le apparizioni riconoscono che lì c’è un mistero inspiegabile.

Un piccolo borgo nel mondo
Perché accade lì? I posti così sono prediletti dalla “bellissima ragazza” che proprio in un borgo sperduto – Nazaret – aveva vissuto. E sono dei ragazzi semplici e normali che lei sceglie per le sue missioni (apparentemente) impossibili: salvare il mondo.
Perché da quel momento iniziò una vicenda che, trent’anni dopo, possiamo definire uno dei più grandi eventi della storia della Chiesa e dell’umanità.
Ma all’inizio il mondo non se ne accorse. Come duemila anni prima. In quei giorni di giugno del 1981 di cosa parlavano i giornali?
In Italia c’era appena stato l’attentato al Papa, il referendum sull’aborto ed era scoppiato lo scandalo della P2. Dalla crisi di governo uscì il primo esecutivo laico della storia repubblicana guidato da Spadolini.
In Francia il socialista Mitterrand vinse le presidenziali e formò un governo con quattro ministri comunisti. Era una novità storica.
Intanto – mentre il Papa era ancora in ospedale – all’Est le pressioni di Mosca sulla Polonia, per cancellare Solidarnosc, si facevano ogni giorno più forti. Breznev arrivò a paventare il rischio di uno scontro nucleare.
Infatti a dicembre 1981 Solidarnosc fu schiacciata. Nessuno poteva immaginare che solo otto anni dopo l’impero comunista sarebbe crollato.
Nel frattempo in Iran – fatto fuori Bani Sadr – presero definitivamente il potere gli ayatollah che dettero fuoco alla polveriera islamica in tutto il mondo.
Come si vede dunque erano settimane di durissimo scontro fra i blocchi, fra vecchi e nuovi poteri, nazionali e planetari.
Tutti pensano che a fare la storia siano gli stati, gli eserciti, il petrolio, i cannoni, i poteri finanziari ed economici.
Perciò quel 24 e 25 giugno nessun giornale o tv del mondo poteva immaginare che nel più oscuro villaggio della Bosnia stesse accadendo un avvenimento di enorme importanza. Eppure è così.
Da trent’anni là accadono cose stupende e a milioni accorrono alla ricerca di lei, la bellissima, la dolcissima, la meraviglia dell’universo. Cosa cercano? E cosa trovano?

La storia di Silvia
Lo fa capire bene, per esempio, la storia di Silvia Buso, una giovane padovana.
L’ho incontrata il mese scorso al Palasport di Firenze: c’era una giornata di preghiera dei gruppi di Medjugorije, circa 4 mila persone.
Io feci una testimonianza su quello che era accaduto alla mia Caterina e la visita di una delle veggenti di Medjugorie.
Alla fine mi si avvicinò questa ragazza bionda, alta, atletica: “anche io” mi disse “ho avuto una grande grazia a Medjugorije”.
Di lì a poco fece lei stessa una testimonianza. Come già aveva fatto a Medjugorije nel 2010, al festival della gioventù (c’è il video anche su internet, nel sito di Radio Maria).
Silvia ha 22 anni.  Nell’autunno del 2006, a 16 anni, d’improvviso si ritrova paraplegica, inchiodata a una carrozzella: fino ad allora aveva fatto sport, nuoto, danza, aveva amici. Frequentava la terza liceo. Una vita normale.
Di colpo il buio. Le gambe non si muovevano più. E poi attacchi simil-epilettici. Una tragedia.
La sua era una famiglia cattolica, ma “la messa domenicale” racconta la ragazza “per me era perlopiù un’abitudine, non un atto d’amore”.
Anche con la malattia, partecipando il venerdì a un gruppo di preghiera, era così. Un giorno una signora del gruppo le dette una medaglietta della Madonna che la Vergine stessa aveva benedetto a Medjugorije.
Silvia la mise al collo. In aprile e maggio del 2007 si immerse nello studio per sostenere gli esami, ma si faceva portare ogni giorno al gruppo di preghiera perché solo lì trovava pace.
Il 20 giugno la sua dottoressa le dice che la settimana successiva non ci sarà perché deve accompagnare sua mamma a Medjugorije.
Silvia d’istinto le chiede di andare con lei. Arrivati, dopo la messa vengono a sapere che la sera Ivan avrebbe avuto un’apparizione straordinaria sul monte Podbrdo.
Silvia, sia pure con imbarazzo, accetta si farsi portare in braccio fin lassù: “Alle 20 arrivammo. Ho iniziato a pregare e quello per me è il primo ricordo di una preghiera fatta veramente con il cuore”.
Racconta: “Io non ho mai chiesto la mia guarigione perché mi sembrava una cosa troppo impossibile. Poco prima dell’apparizione il mio capogruppo mi disse di chiedere tutto quello che volevo alla Madonna perché lei avrebbe ascoltato tutti, sarebbe scesa dal cielo sulla terra. Allora le ho chiesto che mi desse la forza per poter accettare a 17 anni una vita in carozzina”.
Alle 22 è iniziata l’apparizione a Ivan: “io sulla mia sinistra ho visto una luce, era una luce bianca bellissima” dice Silvia.
“Finita l’apparizione non l’ho più vista, però mi sentivo chiamare da tutte le parti. Ma non ho detto niente a nessuno di ciò che mi stava accadendo. Loro mi hanno ripeso in braccio e dopo sono scivolata all’indietro per terra come svenuta.
Però non mi sono fatta niente. Io ricordo solo che mi sentivo come su un materasso morbidissimo e che c’era una voce dolcissima che mi parlava e mi calmava coccolandomi.
Dopo qualche minuto, non so quanti, ho aperto i miei occhi e a mio padre che piangeva ho detto che sentivo finalmente le gambe: papà sono guarita! Cammino!”.
Ed è stato così. “Io ricordo che c’era una mano tesa davanti a me e io nel volergliela afferrare mi sono ritrovata in piedi come se fosse la cosa più naturale. Il mattino dopo alle 4,30 sono salita sulla montagna della croce, il Kriscevaz, con le mie gambe!”.
E’ guarita così. Ma oggi Silvia dice: “La grazia più grande che Dio mi ha fatto è stata la mia conversione e quella della mia famiglia. Il sentire l’amore di Dio e della Madonna: questa è per me è la cosa più bella e importante della mia vita”.
Silvia è timida, ma molto netta: “Con la conversione è come se Dio mi avesse acceso un fuoco dentro. Certo, il fuoco va sempre alimentato con la preghiera, il rosario, con l’eucaristia, la Santa messa e l’adorazione. E tutto ciò che chiede la Madonna a Medjugorije. E questo fuoco non si spegne. Questa per me è la cosa più bella”.

Bisogna chiedersi: cosa è mai questo “sentirsi teneramente amati” per attrarre milioni e milioni di persone e cambiare radicalmente le loro vite? Solo così si può cominciare a capire cosa sta accadendo a Medjugorije.

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Il Digiuno: una via verso la pace

Posté par atempodiblog le 12 mars 2011

Il Digiuno: una via verso la pace dans Digiuno paneeacquaeparola

11- 14 agosto 1984, la sera prima della festa dell’Assunzione della Vergine, il veggente Ivan ebbe un’ apparizione a casa. Mentre si preparava per recarsi in Chiesa per la preghiera della sera, improvvisamente gli apparve la Madonna e gli disse di trasmettere alla gente questo messaggio: « Vorrei che la gente in questi giorni pregasse con me. E che preghi il più possibile! Che inoltre digiuni il mercoledì e il venerdì; che reciti ogni giorno il Rosario: i misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi… ».
Quando lvan giunse in parrocchia e ci diede questo messaggio della Madonna, ci trovammo in grande difficoltà perché già prima di quel 14 agosto la gente diceva che a Medjugorje si stava esagerando con la preghiera e il digiuno. Ed ora – immaginatevi un po’ – la Madonna chiedeva un giorno di digiuno in più e tutte e tre le parti del rosario! Noi frati non sapevamo che fare, come dirlo alla gente, poiché ritenevamo, in partenza, che si sarebbe lamentata ancora di più. Ci preparammo e dicemmo: « Bene, se crediamo alle apparizioni della Madonna dobbiamo dare questo messaggio e chi lo segue, lo segue. » Ammetto, però, che eravamo veramente scoraggiati. Ritengo che la Madonna sia stata molto coraggiosa a chiedere di digiunare due volte la settimana.
In conclusione, noi, dall’altare, lo abbiamo detto alla gente e da quel giorno valse questo ulteriore invito al digiuno. In molti, tuttavia, risultarono scoraggiati, non solo perché si doveva digiunare due giorni, bensì anche per il modo in cui Io si doveva fare. Infatti la Madonna aveva consigliato un modo concreto di digiunare: a pane e acqua.
Eppure non si tratta di giorni in cui si deve morire di fame, ma di un invito a vivere per due giorni di solo pane. Il pane è sempre un simbolo di vita. Anche l’acqua è un simbolo, quello della purificazione. Credo che la Madonna desideri che noi, adoperando entrambe queste cose, riscopriamo la vita, purificandola anche.
Digiunare a pane e acqua sarebbe la cosa ideale. Ma cosa deve fare chi pensa di non riuscirci, pur volendo seguire la Madonna? Credo che in questi due giorni di digiuno il pane debba essere l’alimento principale, ma che frutta, tè o anche caffè siano legittimi se non è possibile esaudire completamente il desiderio della Madonna. Molti chiedono se si debba digiunare anche quando si è malati e se anche i bambini e i giovani debbano digiunare in questo modo. La Madonna non ha detto nulla sul digiuno degli infermi, bambini e giovani. Ma chi vuole seguire la Madonna, anche se è malato o bambino, troverà il modo di esaudire i desideri di Maria.

IL DIGIUNO NELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA
Nel Vecchio Testamento, si parla spesso di digiuno. I profeti esortavano il Popolo Eletto al digiuno. E possiamo rinvenire due situazioni particolari in cui veniva richiesto il digiuno. Innanzitutto lo si richiedeva nelle situazioni difficili; se incombeva una catastrofe per rimanerne illesi o per sfuggirle. E troviamo, a proposito, le parole dei profeti che dicevano: « Convertitevi, digiunate, solo allora non ci sarà questa sventura! » L’altra situazione era in caso di schiavitù, in cui dicevano: « Pregate, digiunate, e il Padre vi libererà dalla servitù ».
Nel Nuovo Testamento, Gesù ha parlato del digiuno, lo ha richiesto, ed Egli stesso ha digiunato. Anche gli apostoli hanno digiunato, e sicuramente anche la Madonna. Ella, in quanto figlia del popolo di Israele ancora prima di diventare Madre di Gesù, digiunava due volte la settimana, il lunedì e i! giovedì. Infatti, questo digiuno degli Israeliti ricorre anche nella vicenda della preghiera del fariseo e del pubblicano nel tempio, quando il fariseo disse: « Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo » (Lc18,12).
In seguito nella Chiesa si continuò a digiunare sempre due volte la settimana, il mercoledì e il venerdì. Si può così supporre che anche la Madonna, quale buona cristiana, digiunasse in questi due giorni.
A tutti è chiaro il motivo per cui si deve digiunare di venerdì. In questo giorno della settimana i cristiani desiderano ricordare, in maniera particolare, la passione e la morte di Gesù. Ma perché digiuniamo il mercoledì? Secondo la tradizione ecclesiastica, il mercoledì della settimana santa, Giuda andò dai farisei per pattuire con loro quando e per quanti soldi avrebbe tradito Gesù. E così, per amore devoto verso Gesù, la Chiesa decise di introdurre anche questo mercoledì.
Ai nostri giorni: Attualmente la Chiesa ci fa obbligo di osservare un digiuno stretto due volte l’anno, il mercoledì delle ceneri e il venerdì santo. La Madonna ci richiede quindi di più rispetto alla Chiesa ufficiale. Questo però non contraddice quanto deciso dalla Chiesa solo perché essa ha ridotto l’obbligo del digiuno a un minimo. La gente ha sfruttato questa libertà limitando il digiuno al minimo richiesto. Ma anche la Madonna sfrutta questa libertà della Chiesa: Ella sa che la Chiesa non ha vietato il digiuno, per cui ci invita a praticano. Si deve però rilevare che si tratta di un invito, e non di una norma come peri! mercoledì delle ceneri e il venerdì santo.

PERCHÉ DIGIUNARE?
Per il digiuno si possono trovare tre profonde motivazioni che rappresentano al tempo stesso la chiave per la pace. Tali motivazioni sono rispettivamente a livello fisico, psicologico e spirituale.

In primo luogo a livello fisico:
Prima di iniziare a parlare alla gente del digiuno, ho discusso della cosa con diversi medici. Tutti hanno detto che il digiuno fa bene. Non desidero dilungarmi in questa sede su tutte le reazioni che avvengono nel nostro corpo quando si digiuna. Dico solo questo: digiunare fa bene al nostro organismo. Quando, secondo Io standard occidentale, si mangia normalmente’; si assumono comunque alimenti in ragione di un terzo più del necessario. Questo terzo, di cui il corpo non ha bisogno, grava sul nostro organismo come un peso. Ogni organismo possiede il suo ritmo biologico datogli dal Creatore. Se esso viene affaticato da un’alimentazione eccessiva, anche il cuore può perdere il suo ritmo, e anche le difese del nostro corpo nei confronti delle malattie ne possono risultare indebolite, ecc. Un’alimentazione eccessiva danneggia il nostro organismo in molti modi. I medici hanno dichiarato che i giorni di digiuno sono contemporaneamente giorni di purificazione del nostro organismo.
Ho notato che molta gente ha paura del digiuno. AI contrario, si dovrebbe avere più paura del mangiare dato che questo rappresenta il pericolo maggiore per l’organismo. E chiaro che nessuno deve ora perdere la voglia di mangiare, ma dobbiamo stare attenti ai reali bisogni del nostro organismo. Questo sarà un aiuto per la nostra salute fisica. Il tutto è molto importante poiché, come dice il proverbio, « mens sana in corpore sano ». Ora però chi è in eccesso di peso non deve pensar male di sé. Questo è solo un invito al digiuno, e comunque si resta sempre liberi di scegliere.

In secondo luogo a livello psicologico:
Nel mondo occidentale la gente non ha solo ciò di cui ha bisogno, ma addirittura di più. Con questo eccesso corriamo il pericolo di soffocare la nostra anima e la nostra vita psichica. Soffocando la nostra vita spirituale diventiamo ciechi e ingordi rispetto a ciò che abbiamo, per cui si ha la sensazione di aver bisogno di un numero sempre crescente di cose. Non vedendo ciò che abbiamo, e, volendo sempre di più, nella nostra anima sorgono dei conflitti: non vediamo più l’essenziale ma solo ciò che non abbiamo. Quando si vive in uno stato del genere si perde l’energia dello Spirito.
Cosa è questa energia dello Spirito? Per esempio il non disperare subito se ci si trova in situazioni difficili. Ci sono giovani che cadono in depressione o addirittura si suicidano per non aver superato un esame. Molti iniziano per esempio a prendere la droga perché non riescono a resistere, perché non hanno quindi la forza psichica di resistere alla tentazione della droga.
Oppure i divorzi: nessuno sposa qualcuno
che non ama. Ma ci sono molti divorzi. Perché? Forse, in un determinato momento, non si riesce a sopportare il proprio partner. Non si ha la forza di stargli accanto e di perdonarlo: la famiglia viene così distrutta.
In altre parole: se abbiamo tutto,(o peggio anche in eccesso), non impariamo ciò che è invece molto importante per la nostra vita: ad aspettare, ad essere pazienti con gli altri e con le cose materiali. Questo è un grosso pericolo soprattutto per i giovani che sono abituati ad avere subito tutto ciò che vogliono. L’unica cosa che devono fare a casa è mettere in funzione un elettrodomestico per avere da mangiare e da bere, tutto. Rischiano così di non riuscire a vivere con le cose senza toccarle. In questo modo si diventa facilmente egocentrici: « Ho bisogno di tutto. Sono proprietario. » Quando poi escono allo scoperto nella vita, nella famiglia, nel lavoro, ed incontrano delle difficoltà, non hanno più la forza di superarle.
Cosa ci vuole dunque insegnare il digiuno? A vivere due giorni con tutte le cose che abbiamo, senza toccarle. E, a dire il giovedì mattina: « Guarda, vivo ». E a dire anche il sabato: « Ieri non ho mangiato nulla, né cioccolata né biscotti, eppure vivo ancora. » Non è facile vivere con le cose e non toccarle. Ma coloro che cominciano a digiunare iniziano ad apprendere questo comportamento. Si sviluppa così una forza nuova per superare le difficoltà e convivere con i problemi. Questa è l’energia dello Spirito!
Vivere più semplicemente. Questo mondo tecnologico non ci insegna a convivere con i problemi. Quando trattiamo con gli altri siamo impazienti e perdiamo i nervi. Si possono così spiegare tutti i suicidi, tutti i divorzi, tutti i problemi di droga e di alcool. Chi impara a vivere con le cose riesce a vivere anche con gli uomini. Chi non si lascia abbagliare dalle cose materiali, acquista la vista e può accettare e accogliere gli altri uomini. Chi riesce a vivere con le cose materiali, conoscerà gli uomini nella loro situazione concreta. Avrà quindi la forza e anche la volontà di aiutarli.
Quanta gente è infelice solo perché non riesce a vivere con le cose e con gli uomini. Quanti giovani nel mondo occidentale sono infelici perché non possiedono ancora di più, invece di vedere ciò che già hanno. Se si considera invece la situazione di quei paesi in cui esiste la fame o in cui ci sono profughi – pensiamo solo a quelli del Vietnam o della Cambogia – si vede che questi sono stati costretti ad imparare che non si muore subito se non si ottiene immediatamente ciò che si vuole avere.
Certo, non dobbiamo tutti soffrire la fame, la Madonna non Io vorrebbe. Ma quanta gente ha perso la voglia e la gioia di vivere solo perché non possiede una determinata cosa materiale. Ma cosa è più importante, la vita in quanto dono di Dio o le cose materiali della vita? Riflettiamo un attimo sui tanti conflitti che sorgono in famiglia a causa della cose materiali!
Non pretendere di avere tutto. Una ragazza che aveva iniziato a digiunare mi ha raccontato: « Ogni volta che tornavo da Medjugorje mi vergognavo di me stessa quando aprivo il mio armadio, poiché vedevo molte cose di cui non avevo assolutamente bisogno. Era soprattutto un vestito che a casa aveva provocato una guerra con mio padre e mia madre. Io lo desideravo mentre essi dicevano di non avere abbastanza soldi per comprarlo. Ma non ci fu nulla da fare, io lo volevo e lo ebbi. Ed ora scoprivo di averlo indossato forse due o tre volte per poi metterlo da parte. Capivo di non averne più bisogno. Mi vergognai di ciò e chiesi scusa ai miei genitori ».
Questa ragazza fece anche un’altra esperienza, che forse non piacerà a tutti, ma che io racconterò Io stesso. Scoprì di trascorrere molto tempo a farsi bella: tutte cose che le donne conoscono meglio di me. Un giorno si rese conto che anche il viso che Dio le aveva donato era bello. Dopo questa esperienza non fece più quelle cose, non so neanch’io come chiamarle. E mi disse: « Notai che mi rimanevano, così, molti soldi che ora potevo utilizzare per i poveri ». Per i giovani il digiuno significa, quindi, soprattutto imparare a vivere con le cose che, grazie a Dio, ci sono davanti e che esistono in abbondanza.
E come la mettiamo con i bambini? Essi non possono certo vivere per due giorni di solo pane. Sappiamo però che molti bambini mangiano troppi dolci. Se i genitori iniziano a digiunare possono dire al loro figlio: « Guarda, il mercoledì e il venerdì non avrai queste cose superflue ». Devono essere prima i genitori ad iniziare il digiuno, e poi seguiranno di certo anche i bambini ».
Alleviare le difficoltà. Ancora una volta: a questo livello impariamo a condividere con gli altri. Anche con l’esempio di quella ragazza a cui ho accennato prima si scopriranno opportunità per aiutare gli altri. Vedete, ci sono molte persone al mondo che sarebbero felici di poter vivere soltanto così come noi digiuniamo. Noi possiamo scegliere il pane, ma queste persone muoiono se non hanno questo pezzettino di pane. Dunque se il nostro amore fosse più forte, avremmo così E tante opportunità per aiutare i poveri. Cosa potremmo fare, in questo momento, se sapessimo che nostro fratello o nostra sorella in Africa stanno ora morendo di fame? Non potremmo fare tutto, ma certamente molto. Si può così sviluppare la pace avendo
occhi per gli altri, aiutandoli e imparando a condividere con loro.

In tezo luogo a livello personale:
è molto semplice: quando si digiuna si prega meglio. C’è un proverbio latino che dice: « Plenus venter non studet libenter. » « Uno stomaco pieno non studia volentieri. » Possiamo correggere questo proverbio, senza con ciò offendere i latinisti, dicendo: « Uno stomaco pieno non prega neanche volentieri. » Quando si digiuna si penetra davvero più facilmente nel profondo del cuore, della preghiera. E in effetti si è meno distratti nei giorni di digiuno. Se vogliamo pregare meglio, dovremo cominciare a digiunare.
Se digiuniamo pregando, questo pregare aiuta il digiuno. E con il digiuno aumenta il nostro anelito verso Dio. Se viviamo di pane, scopriremo anche il Pane Eucaristico e crescerà il nostro amore per Gesù nel Sacramento . Si potrebbe parlare a lungo del livello spirituale del digiuno. Lo si comprende quando si inizia a digiunare. Digiunando anche
Io spirito si apre al Signore perché vediamo che non si vive di solo pane, come dice anche Gesù, ma anche di quella parola che penetra nel cuore aperto ed è capace di amare.

PROBLEMI DEL DIGIUNO
La nostra dipendenza: La paura del digiuno, o le nostre difficoltà ad esso connesse, non dipendono da un insufficiente apporto di calorie per il nostro corpo in quel giorno particolare; bensì dalla nostra dipendenza nei confronti del cibo. Quante volte ci sono conflitti nelle famiglie solo perché alla data ora il pranzo o la cena non sono pronti! Posso dire che quando ho iniziato a digiunare mi ci preparavo sempre bene, facendo una buona cena il martedì sera, per il semplice motivo di sopravvivere dai mercoledì al giovedì; la stessa cosa succedeva il giovedì sera, per il giorno di digiuno dal venerdì al sabato mattina. La mattina del mercoledì e dei venerdì il primo pensiero era: « Oggi non c’è colazione. » Ora dal punto di vista fisico il giovedì o il sabato mattina, quindi dopo il giorno di digiuno, avrei dovuto avere più fame che il mercoledì o il venerdì invece in questi giorni non sorgeva nessun problema. Le difficoltà erano quindi solo il segno della dipendenza da qualcosa.
Certo: può essere che la prima fase del digiuno sia solo una lotta, ossia di come si possa sopravvivere a questo giorno. Ma, dopo, si instaura un’altra situazione, e si comincia già a sentire di più la libertà in questo giorno, in cui si prega più facilmente, si lavora più facilmente e si incontrano gli altri più facilmente.
Il nervosismo: Alcune persone affermano di diventare molto nervose quando digiunano. Esse si appigliano alla seducente alternativa che è meglio mangiare ed essere buoni con gli altri, piuttosto che essere nervosi. Chi vuole accettare questa spiegazione è naturalmente libero di farlo, ma io personalmente non la condivido: queste persone dicono di essere tese, per cui sarebbe meglio non digiunare. Se ad essere nervosi fossero veramente solo coloro che digiunano, non ci sarebbero così tante persone nervose al mondo. Da dove vengono quelle che non digiunano?
Iniziare con coraggio: Desidero ora consolare chi dovesse essersi rattristato per non aver finora saputo tutto questo, o per non essere finora riuscito, concretamente a digiunare. In ogni settimana della nostra vita ci saranno un mercoledì e un venerdì. Non li cancellate come giorni di digiuno, ma sottolineateli! Se però un mercoledì o un venerdì coincidono con una festa, digiunate un giorno prima, così gioirete anche del martedì o del giovedì perché saranno giorni di digiuno. Vedrete che questo fa bene. Grazie al digiuno riusciamo meglio a sopportare o evitare i conflitti. Nei conflitti spesso si perde; è meglio non averne. Grazie al digiuno riusciamo meglio ad aprirci per la pace e a portarla agli altri.

Padre Slavko Barbaric
Fonte: Maria a Medjugorje

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Guerra santa a Medjugorje

Posté par atempodiblog le 10 octobre 2010

L’apparizione che divide la Chiesa. Shönborn ci crede ma Roma è prudente. L’indagine di Ruini.
di Paolo Rodari - Il Foglio

Guerra santa a Medjugorje dans Cardinale Christoph Schönborn medjugore

L’ultima mossa del cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schonborn è del 23 settembre scorso. Incurante delle richieste di prudenza più volte espresse dalla curia romana, Schonborn ha aperto le porte della monumentale Stephansdom, la cattedrale di Santo Stefano, a due dei sei veggenti di Medjugorje: Marija Pavlovic e Ivan Dragicevic. Davanti a centinaia di fedeli, i due hanno parlato delle apparizioni, dei messaggi che la Madonna affida loro da quasi trent’anni. Poi, sull’altare antistante la tomba in marmo rosso dell’imperatore Federico III, ha preso posto lo stesso cardinale arcivescovo che si è rivolto ai due medjugorjani con queste parole: « Grazie di essere qui in mezzo a noi. Grazie per il servizio che avete reso in tutti questi anni ».
Da quasi tre decenni la battaglia su Medjugorje è aperta dentro la chiesa cattolica. Da una parte la curia romana che resiste scettica, a volte prevenuta, sempre e comunque prudente. Dall’altra diverse personalità ecclesiastiche e il popolo che in massa si riversa da ogni parte del mondo nel paesino dell’Erzegovina dove il 24 giugno del 1981 sei giovani dichiararono di aver avuto, sulla collina Crnica, nel luogo chiamato Podbrdo, un’apparizione. Videro una figura bianca con un bambino nelle braccia. « Abbiamo visto la Madonna », dissero. Per tanti anni le apparizioni furono quotidiane. Dal 1987 la Madonna appare ogni 25 del mese e soltanto a Marija. Gli altri hanno apparizioni più sporadiche.

Roma chiede silenzio, prudenza, passi brevi e molto ponderati. Mentre diversi sacerdoti e vescovi, tra questi Schönborn, agiscono più d’istinto. Sentono che a Medjugorje, come fu a Fatima e Lourdes, il soprannaturale parla e si manifesta. L’arcivescovo di Vienna sa bene quanto i suoi interventi pro Medjugorje infastidiscano Roma. Ma sembra non curarsene, spinto probabilmente anche dal richiamo dell’Erzegovina che un tempo fu terra dell’Impero: un richiamo importante per un nobiluomo di ascendenza asburgica. La devozione popolare è alimentata anche dal combattivo padre Livio Fanzaga di Radio Maria. Dalla comunità Nuovi Orizzonti di Chiara Amirante, E da tante parrocchie, molte italiane, che ai treni per Lourdes e ai voli per Fatima preferiscono i pullman per Medjugorje.
A Roma il partito degli anti visionari non è dell’ultima ora, Le resistenze interne è da tempo che giocano un ruolo imporrtante, Dice il decano dei vaticanisti Benny Lai: « La curia gioca il suo ruolo di istituzione monolitica. Cerca sempre di resistere fino all’ultimo ai visionari, veri o presunti tali. Ancora oggi le guarigioni di Lourdes sono guardate con sospetto, Medjugorje, in particolare, non è mai stata presa in seria considerazione dall’apparato, Certo, Giovanni Paolo II aveva una posizione aperta su Medjugorje, Come ce l’aveva, ad esempio, su padre Pio da Pietralcina. Ma un conto è l’idea personale di un Pontefice, un altro è la voce ufficiale della chiesa, Una voce che non può tollerare i passi in avanti troppo affrettati di singoli vescovi o cardinali che siano ».
Fu lo scorso gennaio che Schönborn si recò in visita a Medjugorje, una televisione al proprio seguito, Da qui lanciò un messaggio a tutta la chiesa: « Bisogna chiudere gli occhi per dubitare che a Medjugorje scorrano fiumi di grazia ». Immediata fu la reazione del vescovo di Mostar (la diocesi in cui ricade Medjugorje), monsignor Ratko Peric. In una nota ufficiale si lamentò di non essere stato preventivamente informato da Schönborn del suo arrivo. Da Mostar i malumori arrivarono fino a Roma.
Tanto che, lo scorso giugno, quando Benedetto XVI ricevette Schönborn dopo le accuse rivolte all’ex segretario di stato vaticano Angelo Sodano di aver insabbiato a suo tempo l’inchiesta sugli atti di pedofilia che avrebbe compiuto l’ex arcivescovo di Vienna Hans Hermann Groer, si dice che parlò con Schonborn anche di Medjugorje e dell’inopportunità della sua visita.

L’anti medjugorjanesimo romano ha radici profonde nella Congregazione per la dottrina della fede, Sul dossier Medjugorje ci sono fin da quando lavorava all’ex Sant’Uffizio, Tarcisio Bertone, oggi segretario di Stato vaticano, e Angelo Amato, oggi prefetto dei Santi. Bertone è sempre stato un tignoso quanto ad apparizioni mariane. Su Fatima sostiene che nulla c’è da rivelare di quanto già non si sappia. E su Medjugorje? Nel 2005, quando era arcivescovo di Genova, andò a Porta a Porta e li disse la sua. Scoppiò un pandemonio tra preti e fedeli, « Radio Maria, rivolta contro Il cardinale », titolò Il Corriere della Sera. Cosa accadde? Bertone non negò il diritto a pregare la Vergine in quei luoghi, ma deplorò « gli eccessi di fanatismo, come i manifestini distribuiti in diverse chiese, nei quali si assicura anche la possibilità di assistere a un’apparizione della Madonna, a ora stabilita ». E ancora: « Dal 1981 a oggi Maria sarebbe apparsa decine di migliaia di volte a Medjugorje. Questo è un fenomeno non assimilabile ad altre apparizioni mariane ». Radio Maria reagì furente. In diretta padre Livio proruppe contro lo « scetticismo » del cardinale. Che rispose: « Sono reazioni scomposte e offensive di fedeli e sacerdoti che si definiscono medjugorjani”. E ancora: « Sono attacchi inaccettabili non certo compatibili con i fautori di un’autentica devozione mariana ». Quindi l’ordine rivolto dall’alto all’Opera romana pellegrinaggi di depennare dal catalogo le visite al più famoso santuario della ex Jugoslavia.

Benedetto XVI ha sempre ascoltato il giudizio del suo braccio destro fin dai tempi dell’ex Sant’Uffizio. Ratzinger scoprì Bertone nel 1988 e da allora in poi lo mise all’opera sulle questioni più intricate e scottanti: lo scisma di Marcel Lefebvre, la teologia della liberazione, i padri di famiglia ordinati preti nella Cecoslovacchia comunista, il terzo segreto di Fatima, lo scandalo dei preti pedofili negli Stati Uniti, il matrimonio dell’arcivescovo Emmanuel Milingo con una seguace della setta di Moon e, appunto, il dossier Medjugorje. Bertone e la Dottrina della fede hanno lavorato in simbiosi con la diocesi di Mostar. Qui il vescovo Pavao Zanic prima, e poi il suo successore Ratko Peric, hanno sempre avuto una posizione scettica. Fu l’11 ottobre 1984 che Zanic disse: « Dichiaro che è tutta una grande truffa, un inganno… non ci sono apparizioni della Madonna… io credo che c’è il Demonio! ». Una posizione forte, alla quale seguì una nota del 1991 della Conferenza episcopale Jugoslava: « Sulla base delle ricerche finora compiute non è possibile dichiarare che si tratti di apparizioni e fenomeni soprannaturali ». Parole che per il partito degli anti medjugorjani sono la conferma che è tutto un bluff. Mentre per i medjugorjani no. Dicono: « La Conferenza episcopale jugoslava non dice che non vi sono apparizioni, ma solo che non sono ancora state confermate ».
E’ stato Papa Ratzinger, la scorsa primavera, a riaprire tutto. Con un’azione a sorpresa ha istituito una Commissione internazionale d’inchiesta guidata dal cardinale Camillo Ruini. Da tempo c’è chi sostiene che Ruini sia scettico su Medjugorje e che dunque l’esito dell’inchiesta sia in qualche modo scontato. Ma è davvero così? Davvero Ruini affosserà Medjugorje, trent’anni di apparizioni e migliaia di conversioni comprese? In Vaticano si dicono due cose. Anzitutto che è stato Ruini a lasciare fuori dalla Commissione, composta da circa venti persone, l’attuale vescovo di Mostar, Ratko Peric. E ciò significa che per volere di Ruini ai lavori non partecipa la personalità ecclesiastica che più di altre è contraria al riconoscimento dell’autenticità delle apparizioni. In secondo luogo, si ritiene che oggi sia del tutto prematuro fare previsioni. I tempi dell’inchiesta sono lunghi, si parla addirittura di anni. Anche perché è difficile esprimersi in maniera definitiva mentre le apparizioni ancora hanno luogo. Una prima volta la Commissione si è riunita il 26 marzo scorso ma non ha fatto altro che dividere il da farsi secondo argomenti diversi. Tra questi, il capitolo « traduzioni ». Già, perché è dalle traduzioni dei messaggi della Madonna che dipende principalmente l’esito dei lavori guidati da Ruini. I veggenti hanno lasciato in questi anni migliaia di messaggi che, dicono, ha comunicato loro la Madonna. E oggi il problema principale è tornare indietro nel tempo e recuperare soltanto quelli autentici.
Infatti, i messaggi, veicolati dai veggenti in lingua croata, hanno avuto centinaia di traduzioni in tutte le lingue del mondo. Le traduzioni si sono sovrapposte ai testi originali ed è difficile, soprattutto coi messaggi dei primi anni, distinguere tra gli originali e gli apocrifi. Nei primi anni Ottanta, ad esempio, vi fu uno scontro durissimo tra il vescovo di Mostar e i francescani che risiedono vicino alla parrocchia di Medjugorje. La curia voleva meno protagonismo da parte dei francescani che invece rivendicavano un ruolo importante rispetto alla parrocchia e ai veggenti. Secondo alcuni messaggi riportati dagli stessi veggenti la Madonna prese posizioni in questa disputa a favore dei francescani. « Non ubbidite a nessuno! », disse il 15 aprile 1982 la Madonna secondo quanto ha riportato la veggente Vicka. È anche su queste dichiarazioni che Ruini deve lavorare.

Oltre ai messaggi c’è il problema dei segreti. Come a Fatima, anche Medjugorje ha nel suo bagaglio diversi segreti. Dieci, per l’esattezza. Oggi ancora non sono stati rivelati. Sono un macigno misterioso che pesa e fa paura alla chiesa, alla curia di Roma, alla Dottrina della fede. Anche perché si descrivono gli eventi che si verificheranno se l’umanità non riuscirà a ravvedersi. Sostengono i veggenti che con la realizzazione dei segreti la vita nel mondo cambierà: dopo la loro manifestazione, gli uomini crederanno come nei tempi antichi. Una veggente, Mirjana, ha dichiarato che dieci giorni prima della realizzazione di ogni segreto avviserà un sacerdote, il padre francescano Petar Ljubicic, incaricandolo di rivelarli. Egli dovrà digiunare per sette giorni e avrà il compito di rivelarli tre giorni prima della loro realizzazione. Poiché è arbitro della sua missione, potrebbe tenerli per sé, come fece Giovanni XXIII per il segreto di Fatima, la cui rivelazione era autorizzata per il 1960. Tuttavia, padre Petar è fermamente intenzionato a rivelarli: è stato interrogato in proposito anche da Antonio Socci nel 2004 e ha confermato che lo farà « senz’altro ». E se si tiene conto che padre Petar ha già sessant’anni, i tempi delle rivelazioni non possono essere lontani.
E Benedetto XVI? Nella battaglia tra favorevoli e contrari egli sembra stare nel mezzo. Se Giovanni Paolo II era difatti convinto della verità di queste apparizioni, Ratzinger sembra voler restare un passo indietro. Nel 2000, quando era prefetto dell’ex Sant’Uffizio, scrisse un « Commento teologico » circa le apparizioni mariane. C’è rivelazione e rivelazione, spiegò, nel solco di quanto già scrisse nel Settecento il dotto cardinale Prospero Lambertini, poi Papa col nome di Benedetto XIV. Un conto è la rivelazione che si è espressa definitivamente in Gesù, che esige dal cristiano un pieno assenso di fede cattolica. Un conto sono le rivelazioni « private »: meritevoli queste « di un assentimento di fede umana conforme alle regole della prudenza, che ce le presenta come probabili e piamente credibili ». Queste rivelazioni sono un « aiuto che è offerto per comprendere e vivere meglio il Vangelo, ma del quale non è obbligatorio fare uso ». Non è scorretto pensare che ancora oggi il Papa si mantenga al livello di quanto espresso nel dotto commento teologico. Ma dice Antonio Socci: « Incontrai Ratzinger a Belluno poco prima dell’elezione al soglio di Pietro e gli chiesi di Medjugorje. Non si sbilanciò molto ma mi chiese cosa avessi visto io a Medjugorje. Gli raccontai del fiume di gente convertita… Mi disse: “Ovviamente questo aspetto è decisivo. Perché la chiesa non può chiudere la porta dove la gente ritrova la fede”.
Ratzinger pare non sia mai andato a Medjugorje. Così Karol Wojtyla. Ma sono tantissimi i vescovi e i cardinali che, spesso in incognito, sono andati a vedere. Molti hanno aspettato di diventare « emeriti », di non avere più incarichi importanti, per raggiungere, sempre in viaggi segreti, l’Erzegovina. Così fece, prima di morire il cardinale Corrado Ursi (di Napoli). Vescovo di nomina pacelliana, esponente di spicco di quel rinnovamento liturgico che nel post Concilio tanto ha fatto parlare di sé, per andare a Medjugorje affrontò un viaggio di 1.500 chilometri in macchina. Aveva 94 anni. Arrivando disse: « Quanta gioia e grazia per essere presenti qui ».

Recentemente è stata la volta del cardinale Bernardino Echevarria Ruiz, arcivescovo emerito di Guayaquil (Ecuador). A Medjugorje ha detto: « I messaggi della Madonna sono totalmente biblici ». Poco prima di morire arrivò a Medjugorje il cardinale arcivescovo di Praga Frantisek Tomasek, noto in tutto il mondo soprattutto per l’epica opposizione al comunismo nell’ex Cecoslovacchia. Disse: « Ritengo che dobbiamo anche agli eventi di Medjugorje una parte della nostra grande primavera spirituale, che Dio ci ha donato per mezzo di Maria. La preghiera e il digiuno, la fede e la conversione e l’invito alla pace possono venire solo da Dio. Per dirla semplicemente, sento parlare molto di Medjugorje, ma vorrei sentirne parlare di più ». Indimenticato, infine, è rimasto tra i medjugorjani l’affondo di uno dei più profondi teologi della nostra epoca: Hans Urs Von Balthasar. Fondatore della rivista Communio, amico e maestro di Joseph Ratzinger – morì poco prima di ricevere da Giovanni Paolo II la berretta cardinalizia per meriti « alla carriera » -, intervenne su Medjugorje dopo che il vescovo di Mostar, Zanic, risentito coi francescani residenti vicino alla parrocchia, aveva attaccato Medjugòrje con queste parole: « Una vicenda in cui compaiono frati ribelli e sospesi a divinis, segreti e vite della Vergine mai rivelati, personaggi che si ritengono inviati dalla provvidenza, guarigioni mai verificate e gente che si rovina la vista guardando il sole ». Von Balthasar prese carta e penna e scrisse a Zanic queste lapidarie parole: « Monsignore! Come è possibile che lei abbia mandato un tanto triste documento in tutto il mondo! Mi sono sentito profondamente colpito vedendo la funzione episcopale tanto degradata. Invece di avere pazienza, come le era stato raccomandato da più persone, lei tuona e scaglia saette a scapito di persone note e innocenti, degne del suo rispetto e della sua tutela. Ripete delle accuse che sono state confutate cento volte ».
Von Balthasar accusa Zanic di non avere avuto pazienza. La stessa accusa che oggi da Roma viene fatta a vescovi e cardinali troppo frettolosi di mostrarsi medjugorjani. A Ruini il compito di arbitrare tra le due correnti contendenti. Con molta pazienza.

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Vacanze cristiane

Posté par atempodiblog le 31 juillet 2010

« Cari figli, in questo tempo in cui pensate al riposo del corpo, io vi invito alla conversione. Pregate e lavorate in modo che il vostro cuore aneli al Dio creatore che è il vero riposo della vostra anima e del vostro corpo. Che Egli vi riveli il suo volto e vi doni la sua pace. Io sono con voi e intercedo davanti a Dio per ciascuno di voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata ».  (Regina della pace, 25 luglio 2008)

Vacanze cristiane dans Medjugorje In-vacanza-con-lo-sguardo-rivolto-verso-il-Cielo

La Regina della pace nel messaggio [...] ci ricorda che il riposo riguarda l’uomo tutto intero, nella sua dimensione sia spirituale che corporale. E’ infatti illusorio pensare di stare bene fisicamente quando l’anima è spiritualmente malata e nel cuore non abita la pace.

Ci invita perciò a dedicare il tempo del riposo alla preghiera, perché in essa sperimentiamo Dio, che è la luce e la pace dell’anima. Nella preghiera Dio ci dà la sua forza e rinnova la nostra mente stanca e dissipata. Ci libera dal groviglio  delle passioni e dai condizionamenti della carne, infondendo nelle nostre stanche membra una nuova giovinezza.

Nella preghiera liberiamo il cuore dalla fame di mondo e risvegliamo la fame di Dio, assopita dagli affanni e dalle preoccupazioni della vita. Incontrando Dio col cuore, proviamo una grande pace e una gioia che invano cercheremmo nelle cose fugaci della vita.

Nel tempo delle vacanze dedichiamo più tempo alla preghiera, sia personale che famigliare. Riprendiamo la recita del santo Rosario e della Coroncina della Divina Misericordia e, se possibile, partecipiamo ogni giorno alla S. Messa, ricevendo il pane quotidiano dell’eucaristia. Leggiamo la S. Scrittura e facciamo la visita al SS Sacramento.

Quello suggerito dalla Regina della Pace è un riposo poco costoso, alla portata di tutti, con conseguenze molto positive per l’anima e per il corpo.

Padre Livio Fanzaga

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Il caso Medjugorje – L’umanità è al bivio

Posté par atempodiblog le 27 juin 2010

Il caso Medjugorje
L’umanità è al bivio
di Aldo Galli - Holy Queen

«Cari figli, oggi, come mai prima, vi invito alla preghiera. Che la vostra preghiera sia preghiera per la pace. Satana è forte e desidera distruggere non soltanto la vostra vita umana, ma anche la natura e il pianeta sul quale vivete» (25 gennaio 1991)

Il caso Medjugorje - L'umanità è al bivio dans Apparizioni mariane e santuari medjugorje1

UN FATTO INEDITO PER L’UMANITÀ – La Madonna a Medjugorje, già a partire dalle sue prime apparizioni, si è presentata col titolo di « Regina della pace ». Con il passare degli anni si è iniziato a comprendere sempre più chiaramente il motivo per cui si è presentata in questo modo: la pace oggi rappresenta infatti il problema più grave ed urgente per il mondo. Se anche in passato in special modo nel corso del XX secolo con le due guerre mondiali si verificarono orrori ed eccidi spaventosi, soltanto ora per la prima volta nella storia dell’umanità il mondo è a rischio di autodistruzione perché possiede armi tali non solo da poter distruggere la Terra ma anche per renderla non più abitabile da alcuna forma di vita. Sempre a Medjugorje la Madonna all’inizio del 1991 (mentre era in corso la guerra in Iraq) svelò questo piano satanico quando affermò che Satana vuole distruggere « il pianeta sul quale vivete ». Fino a qualche anno fa le armi di distruzione di massa erano infatti monopolio di alcuni stati come l’URSS e gli Stati Uniti in quanto esigevano alti livelli tecnici per essere prodotte e raffinate conoscenze tecniche per essere utilizzate. Oggi invece non solo tali armi possono essere costruite anche da piccoli « Stati canaglia », ma la materia prima di queste armi, trafugata dalle nazioni dell’ex Unione Sovietica e poi vendute al mercato nero, possono facilmente finire a disposizione di piccoli gruppi terroristici che dispongano di adeguate risorse finanziarie. Atti terroristici che prevedano l’impiego di tali armi, aventi un impatto distruttivo ben superiore rispetto a quanto avvenuto a Hiroshima e Nagasaki e in grado di portare in breve tempo il mondo intero alla distruzione, rappresentano oggi una tragica realtà.

IL MONDO È A RISCHIO DI AUTODISTRUZIONERiusciranno gli uomini coi loro mezzi a impedire la distruzione del mondo? Oggi molti studiosi ritengono di no. La complessa realtà attuale si presenta in modi assai più enigmatici e spaventosi rispetto a quanto accaduto durante il periodo della guerra fredda, che vedeva il contrapporsi di Oriente ed Occidente in due blocchi ben definiti. Oggi invece il terrorismo non ha una matrice ben definita e individuabile; inoltre gli « Stati canaglia » sono alla continua ricerca di armi nucleari, biologiche e chimiche tanto che il proliferare del commercio globale di tali armi da parte di questi Stati rappresenta ormai un pericolo che incombe su tutte le nazioni. Alcuni analisti dei servizi segreti occidentali sostengono che sia plausibile che tale situazione possa sfociare entro il prossimo decennio nell’esplosione di piccoli dispositivi nucleari o radioattivi in Europa o negli USA. Sempre secondo tali esperti, è difficile prevedere con esattezza un simile evento, come l’ora ed il posto o chi potrebbe esserne responsabile. Come ha detto Stephen Lander, direttore generale del Servizio di sicurezza della Gran Bretagna: «I servizi segreti si occupano delle informazioni di sicurezza che altri vorrebbero mantenere riservate. Il 100% del successo però non si ottiene mai. Quelli che credono che l’intelligence possa fermare qualsiasi attacco terroristico non devono aver prestato attenzione a questo particolare». La politica, di fronte a questo rischio, si dimostra del tutto incapace di impedire la proliferazione di queste armi nucleari che potrebbero distruggere il mondo. Robert Hutchinson, autore di una documentatissima inchiesta giornalistica dal titolo Le armi di distruzioni di massa (edita in Italia da Newton & Compton), conclude: « Il genio nucleare non può essere imprigionato dentro la gabbia dei regolamenti. Soltanto un politico dalla mente debole potrebbe crederlo. Oggi la realtà si presenta, in tanti modi, più spaventosi del vecchio confronto nucleare Oriente-Occidente. Oggi coloro che potrebbero armarsi della radioattività hanno motivazioni radicalmente differenti e più imprevedibili rispetto agli Stati membri del ‘circolo nucleare’, che hanno sviluppato le loro armi e sono vincolati per lo meno da alcune delle convenzioni diplomatiche e politiche accettate. Nonostante tutte le nostre speranze, la fine dell’incubo nucleare era un pura illusione. Ora appare all’orizzonte delle nostre paure quotidiane più grande di quanto non fosse negli ultimi giorni della guerra fredda ».

LA PREOCCUPAZIONE DI GIOVANNI PAOLO IINel testamento di morte, Giovanni Paolo II rivelò quale fosse la sua preoccupazione durante la prima parte del suo pontificato: lo scoppio di una guerra nucleare causata dalla guerra fredda. In seguito al crollo dell’Unione Sovietica nel 1989, come egli stesso scrive, tale pericolo oggi sembra scongiurato, ma il futuro non appare certo più roseo e privo di inquietudini. L’ultimo decennio del secolo passato è stato libero dalle precedenti tensioni ma ciò non significa che non abbia portato con sé nuovi problemi e difficoltà. Giovanni Paolo II non ha mai nascosto questa sua preoccupazione per le sorti del nostro pianeta quando affermò nel solenne Atto di affidamento del nuovo millennio alla Beata Vergine Maria del 2000: «Oggi come mai nel passato l’umanità è ad un bivio; possiede strumenti che può fare di questo mondo un giardino, o ridurlo ad un ammasso di macerie». La stessa preoccupazione la espresse in due encicliche parlando apertamente del rischio di autodistruzione: «Sull’orizzonte della civiltà contemporanea, specialmente di quella più sviluppata in senso tecnico-scientifico, i segni e i segnali di morte sono diventati particolarmente presenti e frequenti. Basti pensare alla corsa agli armamenti e al pericolo, in essa insito, di un’autodistruzione nucleare» (Dorninum et vivificantem, 57). «La seconda metà del nostro secolo — quasi in proporzione agli errori e alle trasgressioni della nostra civiltà contemporanea — porta in sé una minaccia così orribile di guerra nucleare che non possiamo pensare a questo periodo se non in termini di accumulo incomparabile di sofferenze, fino alla possibile autodistruzione dell’umanità» (Salvifici doloris, 8).

MEDJUGORJE: L’UNICA SPERANZA DI SALVEZZAMolti non hanno ancora compreso il motivo per cui le apparizioni mariane di Medjugorje continuano da così tanto tempo e, anzi, si domandano il perché di questo strano fenomeno che coinvolge milioni di persone e pellegrini provenienti da tutto il mondo e che solo parzialmente trova un adeguato e corretto riscontro sui media. Sarebbe un grave errore ridurre Medjugorje ad un semplice luogo devozionale e di preghiera popolare così come ve ne sono già in molte parti del mondo: ciò che è accaduto in questi 25 anni è infatti soltanto una fase preparatoria di un evento che coinvolgerà tutti e nel quale « il più » deve ancora venire. Non va dimenticato infatti che la Madonna rivelò ai veggenti Dieci Segreti fin dai primissimi tempi delle apparizioni, anche se ciò non compare, se non di sfuggita, nei messaggi ufficiali dati alla parrocchia. Questo è avvenuto perché ciò che più conta è la conversione e il rafforzamento della propria fede più che la preoccupazione angosciante del futuro: Dio ha un suo piano, e lo realizzerà con il nostro aiuto fatto di preghiere e santificazione personale. Ciò non toglie però l’estrema importanza che riveste la prospettiva che vede il delinearsi all’orizzonte dei Dieci Segreti: senza di essa si rischia di non comprendere questa importante manifestazione di misericordia di Dio. Personalmente mi ha molto colpito l’interrogativo posto a Mirjana – la veggente che dovrà annunciare i segreti al mondo mediante un sacerdote 3 giorni prima che accadano – da parte di Padre Livio Fanzaga nel corso di una sua nota intervista rilasciata nel 2001. Padre Livio in quella occasione sottolineava l’importanza di voler sapere se la veggente conosceva esattamente il luogo e il momento preciso in cui si verificheranno gli eventi contenuti nei segreti. «Queste due parole, « dove » e « quando », sono molto importanti» rimarcò, appena dopo averlo saputo. Perché queste due informazioni sono così importanti? A mio parere il motivo è evidente: il conoscere esattamente 3 giorni prima quanto accadrà ci permetterà di prendere quelle decisioni fondamentali per poterci salvare o evitare un imprevedibile catastrofe. Secondo alcune indiscrezioni raccolte da René Laurentin e pubblicate in un suo studio, in un segreto la Vergine avrebbe mostrato alla veggente, come in un film, la realizzazione di un segreto, che pare riguarderà l’Occidente. La terra era desolata. «Lo sconvolgimento di una regione del mondo».

L’INTERPRETAZIONE TEOLOGICAL’interpretazione teologica di questo evento è stata data in maniera brillante da Padre Livio Fanzaga nel suo volume La Donna e il Drago prendendo lo spunto dalla lettura del capitolo dodicesimo dell’Apocalisse e applicandola alla lettura di quanto sta avvenendo nella storia secondo la prospettiva del messaggio di Medjugorje ed in continuità con il messaggio di Fatima. La tesi del libro è netta: Satana sta tentando di porre fine all’opera della creazione e redenzione del mondo attraverso la distruzione dell’intero pianeta, ma Maria, la Donna dell’Apocalisse, con i suoi umili e fedeli discepoli « portatori della pace » lo impedirà sconfiggendo il Drago infernale. Bisogna pertanto evitare il rischio che questa profezia venga strumentalizzata e deformata da gruppi settari e millenaristi, il cui scopo altro non è se non quello di seminare il terrore e la disperazione preannunciando un futuro senza sbocchi. La prospettiva finale di questo scontro è invece una prospettiva di salvezza che vedrà vincitore Cristo, vero Signore della storia, attraverso l’intervento dell’umile fanciulla di Nazareth che, con l’aiuto dei suoi seguaci, sconfiggerà la perfida serpe dell’odio, della violenza e della guerra – dietro la quale si nasconde sempre il volto infame di Satana – donando al mondo un tempo nuovo di prosperità e di pace.

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