30° anniversario delle apparizioni della Vergine a Kibeho

Posté par atempodiblog le 28 novembre 2011

30° anniversario delle apparizioni della Vergine a Kibeho dans Antonio Socci Madonna-di-Kibeho

Le apparizioni della Madonna, il località Kibeho, a tre ragazze di un collegio, Alphonsine Mumureke, Nathalie Mukamazimpaka e Marie-Claire Mukangango, dal 28 novembre 1981 al 28 novembre 1989, dopo una lunga e accurata inchiesta canonica, sono state riconosciute autentiche dalla Chiesa con un decreto del vescovo datato 29 giugno 2001 in accordo con la Congregazione per la dottrina della fede.
Nell’apparizione del 18 agosto 1982, davanti a 20 mila persone, le tre veggenti poterono vedere le orrede immagini del genocidio che effettivamente si sarebbe verificato in Ruanda (e anche a Kibeho) nel 1994, un genocidio immane e feroce. Il carattere profetico di quella visione dettagliata fu evidente. Va però sottolineato che la Madonna ha dato alle tre ragazze un simile allarme anche per il mondo intero. Nathalie, per esempio, ricorda queste sue severe e terribili parole pronunciate nell’apparizione del 15 agosto 1982: « Il mondo va male… Il mondo corre verso la sua rovina, sta per cadere in un baratro… Il mondo è in ribellione contro Dio, vi si commettono troppi peccati. non c’è più né amore né pace… Se voi non vi pentite e non convertite i vostri cuori, voi cadrete tutti in un baratro » (Vedi padre Gianni Sgreva, Le apparizioni della Madonna in Africa: Kibeho, Shalom 2002, p.17).

Tratto da: Antonio Socci – I segreti di Karol Wojtyla

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Le apparizioni di Nostra Signora dei Dolori a Kibeho (Rwanda)

Posté par atempodiblog le 3 mars 2011

Le apparizioni di Nostra Signora dei Dolori a Kibeho (Rwanda) dans Apparizioni mariane e santuari KIbeho

Quelle di Kibeho sono le prime apparizioni mariane avvenute in terra d’Africa che siano state ufficialmente riconosciute dall’autorità della Chiesa cattolica e sono altresì le più vicine a noi da un punto di vista cronologico, avendo avuto luogo in Rwanda dal 1981 al 1989. In questo lasso di tempo tre fanciulle del collegio di Kibeho – Alphonsine (che avrà apparizioni dal 28 novembre 1981 al 28 novembre 1989), Nathalie (dal 12 gennaio 1982 al 3 dicembre 1983) e Marie-Claire (dal 2 marzo 1982 al 15 settembre dello stesso anno) – vivono numerosissime estasi e ricevono dalla Madonna diversi messaggi che, nel loro insieme, costituiscono un mosaico di forte valenza profetica rispetto alla storia nazionale di quel Paese – che verrà insanguinato dai feroci genocidi del 1994 e del 1995, seguiti agli scontri tra le etnie Hutu e Tutsi – ma rappresentano altresì un appello alla conversione di portata universale.

Aldilà dei riferimenti ai fatti di sangue del Rwanda, non bisogna pensare che i fatti di Kibeho abbiano una valenza puramente locale. Si tratta infatti di un dono dal Cielo che intende raggiungere il mondo intero, invitando l’umanità a lasciare il peccato e a tornare a Dio, con la penitenza e la preghiera, come ben si intende dalle parole che la Vergine Addolorata, tra le lacrime, consegnò alla veggente Nathalie il 15 agosto 1982: “Il mondo va assai male, e se voi non fate nulla per pentirvi e per rinunciare ai vostri peccati, guai a voi! È proprio questo che continua a farmi male, perché io voglio liberarvi da un baratro perché voi non vi cadiate, ma voi rifiutate. Raddoppiate quindi lo zelo, figlia mia, per la preghiera in favore del mondo, affinché i peccati diminuiscano e siano perdonati a coloro che lo desiderano”.

In quello stesso giorno, la Madonna disse ad Alphonsine: “Se piango è perché voi uomini siete in uno stato così critico che io non posso più trattenere le lacrime per voi. E tutti quelli che non si curano di ascoltare il messaggio che voi trasmettete loro, che cosa aspettano? Che cosa aspettano? Non si rendono conto che il tempo si fa breve?”. Dopo questo richiamo così forte alla necessità e all’urgenza della conversione, Alphonsine ebbe una tremenda visione: fiumi di sangue, incendi, omicidi, corpi martoriati e decapitati, cadaveri orrendamente mutilati e abbandonati senza sepoltura, profezia dei terribili genocidi che avrebbero insanguinato il Rwanda pochi anni dopo.

Alla terza veggente, Marie Claire, la Vergine insegnerà, nel corso delle apparizioni, come pregare il Rosario dei Dolori in onore delle sofferenze che segnarono il cammino terreno della Madre di Gesù. La fanciulla non chiese mai il nome della Signora, né questa si rivelò con un titolo particolare, come invece aveva fatto con Alphonsine e Nathalie, presentandosi rispettivamente come Madre di Dio e Madre del Verbo. Tuttavia per la devozione al Rosario dei Dolori e per il fatto che l’ultima apparizione alla terza veggente cadde il 15 settembre 1982, giorno in cui si fa memoria della Beata Vergine Maria Addolorata, possiamo pensare che questo sia il titolo che la Vergine intese manifestare a Marie Claire: Madre dei Dolori.

E non si riferiva solo alle sofferenze della Passione di Gesù, né al dolore che al suo cuore avrebbero provocato i genocidi rwandesi, ma al dolore che Ella sentiva per i peccati del mondo, come disse a Marie Claire il 27 marzo: “Se ora vengo a Kibeho, non significa che vengo solo per Kibeho, o per la diocesi di Butare, oppure per il Rwanda o per l’Africa. Io mi rivolgo al mondo intero”.

Un estremo appello alla conversione risuona infine nel messaggio di congedo della Vergine, dato nell’ultima apparizione ad Alphonsine il 28 novembre 1989: “Figli miei, il fatto che ora vi dico addio non significa che d’ora in avanti dimentico l’Africa e il mondo intero. … Figli miei, pregate, pregate, pregate! (come non ricordare il triplice invito alla preghiera della Regina della Pace?, NdA) Seguite il Vangelo di mio Figlio e mettetelo in pratica: facendo questo, sarete certamente felici della vostra anima. … Quanto alle disgrazie che si abbattono su di voi, non siate turbati, perché nulla è più forte di Dio stesso. Figli miei, sto per dirvi arrivederci: io vi amo! Io vi amo assai! Ma guai a chi si mostrerà indifferente a questo amore che vi ho ora promesso ed espresso. Sono venuta per voi, sono venuta per voi! Perché vedevo che avevate bisogno di qualcosa”.

Accogliendo le richieste espresse dalla Vergine stessa, sul luogo delle apparizioni viene edificato il santuario dedicato a Nostra Signora dei Dolori, che verrà poi inaugurato nel 2003, dopo il riconoscimento ufficiale delle apparizioni del 2001.

di Diego Manetti – Radio Maria

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Nostra Signora di Kibeho

Posté par atempodiblog le 28 novembre 2010

Apparizioni della Madonna in Africa. Nostra Signora di Kibeho
di Padre Angelo Maria Tentori

Nostra Signora di Kibeho dans Apparizioni mariane e santuari KIbeho

I veggenti sono tre ragazze. In realtà furono di più, ma soltanto queste tre furono ritenute autentiche anche se può esserci del vero anche negli altri giovani veggenti, ma a causa di alcune contraddizioni sono stati esclusi.

Queste Apparizioni si differenziano da quelle avvenute in Europa per alcuni aspetti. L’Autore ne spiega il motivo adducendo realtà culturali differenti a cui la Madonna cerca di uniformarsi per essere compresa. I messaggi della Madonna vertono sempre sul bisogno di conversione, di penitenza, di preghiera.

Le Apparizioni precedono di alcuni anni i fatti sanguinosi del genocidio in Ruanda. Le ragazze, infatti, ebbero una visione profetica di quei massacri. Videro scorrere fiumi di sangue, persone che si uccidevano a vicenda, corpi decapitati, cadaveri abbandonati, un baratro spalancato, violenze orribili. Tutte cose che poi si verificarono.

Kibeho non fu risparmiata dal genocidio. Più di 10.000 Tutsi rifugiatisi nella parrocchia di Kibeho furono massacrati nell’aprile 1994 e quelli asserragliati in chiesa furono bruciati vivi. Un anno dopo, più di 8.000 Hutu furono massacrati sulla piazza stessa delle Apparizioni. Le vittime del genocidio accertate furono 3.070.000.

Il riconoscimento ufficiale delle Apparizioni di Kibeo da parte della Chiesa avvenne nel 2001.

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Il ruolo della donna in Africa

Posté par atempodiblog le 15 mars 2010

Una suora saveriana, Teresina Caffi, ad un convegno così presentò la testimonianza sul ruolo della donna in Africa:

Il ruolo della donna in Africa dans Kibeho Donna-in-Africa

La donna era in ospedale pestata dal marito. Le asportarono la milza. Sembrava potesse farcela. “Riuscirai a perdonargli?”, le ha chiesto Lucia. “Se non gli perdono io, chi gli perdonerà?”. Morì poco dopo, quasi all’improvviso.

Rendo omaggio con questo mio intervento alle donne d’Africa, alle donne dei Paesi dei Grandi Laghi.
Alle donne che risalivano dal lago alle sei del mattino, con la gerla già piena di sabbia bagnata, con cui riempire un fusto per una casa in costruzione. Capaci di alzare la testa da sotto il peso e salutare con un largo sorriso. I primi spiccioli della giornata.
Poi via, per i campi lontani dalla città, scalze, la gerla con la zappa sulle spalle. E magari anche l’ultimo nato, da deporre all’ombra, mentre si chinano sotto il sole a coltivare.

Rendo omaggio alle donne al lavoro nei campi, spazio di libertà e creatività ove far crescere e moltiplicare la vita; che raccolgono e sbucciano la manioca, ne riempiono la cesta e tornano insieme liete camminando per chilometri sotto il sole delle due.
E poi il fuoco da accendere, il cibo da preparare per tutti, il profumo che inonda l’aia e tutti che attendono da loro il cibo. E vederli mangiare tutti con gioia ed orgoglio. E finalmente sedersi a mangiare, magari in cucina.

Rendo omaggio alla loro intelligenza volta a proteggere la vita, al loro provvedere ad ogni cosa. Alle donne al mercato, finalmente sedute, che vendono il sovrappiù per procurare un po’ di pesce, di sale, un vestito ai figli e magari anche qualcosa di bello per loro. Basta così poco perché facciano festa.

Rendo omaggio alla loro bellezza luminosa, regale, ignorata, che la fatica spegne presto, ma solo in apparenza.

Rendo omaggio a queste donne, che trovano il tempo per prendere il quaderno e andare a imparare a scrivere, e capire così che non è vero che sono meno intelligenti, alla festa di leggere le prime parole, il libro dei canti, la lettura in chiesa.

Rendo omaggio a queste donne regine ad ogni maternità. Che sanno chiamare Désiré (Desiderato) anche il nono figlio e che ai metodi delle “nascite desiderabili” ricorrono piuttosto per averli, i figli.

Rendo omaggio alle donne morte nel dare la vita, con semplicità, come in un’avventura di cui sapevano da sempre il prezzo.

Rendo omaggio a queste donne per le umiliazioni nascoste, i tradimenti subiti, le speranze deluse, la capacità di stare per amore dei figli. Per le volte che qualcuno ha detto loro che erano inferiori, serve, incapaci, per tutte le decisioni subite senza essere interpellate.

Rendo omaggio a loro, soprattutto per questi lunghi anni di guerra, a loro che portano il peso dell’impresa quasi impossibile di nutrire la famiglia.
Al coraggio delle loro riunioni clandestine in città, non in nome di chissà quali alternative politiche, ma dei loro figli e dei loro mariti resi merce di scarto dall’arruolamento forzato, dalla mancanza quotidiana di cibo.
A loro che hanno per mesi rifiutato di mandarli a scuola. A loro che hanno marciato il seno scoperto per dire l’inutilità del loro dare la vita, di fronte ai continui massacri. A loro che si sono vestite a lutto, che hanno scioperato da ogni attività, che vendono le merci in casa per non pagare al mercato la tassa dello “sforzo di guerra”, la guerra contro il loro popolo.

Rendo omaggio ai loro piedi che fanno chilometri e chilometri per trovare da qualche parte del cibo che costa meno, che accettano l’umiliazione di varcare la frontiera a comprare, tassato, un cibo prodotto nel loro paese, purché i figli mangino. Rendo omaggio alle loro mani callose che conoscono fin da piccole il lavoro, che sanno condividere con la vicina il niente che hanno.

Rendo omaggio al loro grembo offeso da una guerra fatta contro di loro per uccidere il futuro di un popolo. Rendo omaggio alle donne infettate di HIV spesso scientemente come tecnica di guerra. Rendo omaggio alle ragazze umiliate alla stessa maniera mentre andavano all’acqua o al campo e di colpo diventate solo buone per la strada. A queste donne usate e umiliate. A quelle che hanno preferito morire atrocemente  pur di non essere violate.

Rendo omaggio alla loro capacità di danzare, malgrado tutto, alla nascita del figlio della vicina o negli incontri liturgici, ultimi spazi di libertà rimasti. Alla loro capacità di ridere mai del tutto spenta.

Rendo omaggio alla loro fede nel Dio quotidiano che lotta con loro e mediante loro per proteggere la vita, armata debole e enorme della vita contro gli eserciti di morte.

Rendo omaggio a Colui che le ha inventate per dire oggi che la vita si guadagna, si difende, si protegge con la vita. A questa Eucarestia continuamente da esse celebrata nella fatica di una vita data.

Le loro storie, chi mai le racconterà? Ma da qualche parte, un libro è scritto, che conosce ogni loro passo.
Non sono tutte sante. Ma conoscono che l’amore è fatica, l’amore fa male, come diceva madre Teresa.
Un messaggio, una scelta concreta?
Accettare che l’amore ci faccia male, consumi il nostro tempo, la nostra vita, le nostre forze, la nostra pace. Accettare di essere tribolati per amore. Il resto sono parole, sentimenti, Sanremo.

Tratto da: Apparizioni della Madonna in Africa – Nostra Signora di Kibeho
di Padre Angelo Maria Tentori

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