Halloween, il crisantemo opposto

Posté par atempodiblog le 23 octobre 2012

Halloween, il crisantemo opposto dans Fede, morale e teologia Halloween

Halloween (« All Hallows’Eve day »), la festa più importante dell’anno per tutti i seguaci di Satana. Che, intelligentissimo, danza nascondendosi. Entra nelle scuole con feste e filastrocche in inglese, zucche e teste vuote. Passeggia nelle strade con « dolcetto o scherzetto » (in origine « maledizione o sacrificio »)

Prospettive diverse, forse opposte. Sul davanzale di novembre crisantemi, cimiteri addobbati di luce, preghiere silenziose e composite: è la memoria che va cercando lo spazio del cuore per riannodare vecchi volti. Storie già partite. Frammenti di eternità nello scorrere del tempo. La solennità dei santi e la commemorazione dei defunti sono l’eco di un limite che all’uomo non è dato oltrepassare: il mistero tremendo e affascinante della morte.
Della conversazione tra cielo e terra. Tra tempo ed Eternità. Occasione di speranza per qualcuno: perché dopo la sorte toccata all’Uomo della Croce morire non è più assurdo e insignificante. Motivo d’angoscia per altri: perché quel limite richiama il senso della finitezza, dell’impotenza, del confine umanamente insormontabile. Del mistero.
E all’insormontabile qualcuno risponde con la magia, l’esoterismo, il fascino attraente dell’occulto. La bellezza dell’estremo. Il rischio della magia.
E’ il benvenuto di Halloween (« All Hallows’Eve day »), la festa più importante dell’anno per tutti i seguaci di Satana. Che, intelligentissimo, danza nascondendosi. La sua migliore pubblicità. Entra nelle scuole con feste e filastrocche in inglese, zucche e teste vuote. Passeggia nelle strade con « dolcetto o scherzetto » (in origine « maledizione o sacrificio »), con maschere carnevalesche e campanelli suonati fuggendo. Viaggia nei pensieri con l’antica leggenda di Jack, il fabbro malvagio. Con la magia dei racconti, il fascino catodico degli horror cult. E dietro le zucche un’illusione: diventare più furbi del Diavolo. Per evitare il mondo degli inferi. Pipistrelli e gatti neri. La luna piena, le streghe e i fantasmi: l’alfabeto dell’occulto che ad Halloween trova cittadinanza onoraria. Con tanto di consegna di chiavi della città dell’anima.
Si legge trafugando nella Scrittura Sacra: « il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza » (Osea 4,6). Anche l’Isaia profeta lanciava grida di battaglia contro chi mescola il bene col male confondendolo a proprio piacimento. E’ legge sotterranea quella di soffocare nelle osterie della vita l’angoscia dell’esistenza. Dando credito al primo gatto-volpe che passa. Soprattutto quando il cuore non conosce custodia alcuna.

Così, decidendo di non pensare alla morte, l’uomo scende a patti con l’Avversario, il demone per eccellenza. Fino ad organizzargli una festa senz’accorgersi che il credito procuratosi è l’angoscia. Ma se l’uomo s’accorgesse, la Menzogna tradirebbe la sua intelligenza.
Oltre a rovinare la notte di Halloween.

di Don Marco Pozza
a cura di Buggio e Nerella
Tratto da: Cultura Cattolica

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Halloween non è solo una carnevalata

Posté par atempodiblog le 15 octobre 2012

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“Vorremmo ricordare la vigilia della festa del 1 novembre, l’invito per ogni uomo a vivere senza maschere la grande chiamata all’amore da parte di Cristo, proprio come i santi fratelli che ci hanno preceduto. Viviamo già in una società in cui conta apparire più che essere. E i giovani pur di essere accettati sono disposti ad indossare le varie maschere: dal ‘duro’ al playboy… Il dramma è che spesso i giovani non solo non si sentono accettati e amati, ma si sentono profondamente soli. Paradossalmente nella società della comunicazione passiamo ore su Internet coperti da uno schermo, cercando di far vedere solo le parti ideali di noi stessi. E così nei luoghi di aggregazione: puoi ritrovarti in una discoteca di mille persone ma sentirti immensamente solo.
Per me Halloween non è solo una carnevalata. Mi viene da piangere al pensiero che tanti giovani ogni giorno assumono delle maschere e cadono nel piacere illusorio delle droghe. Quelle maschere mi ricordano la triste realtà del popolo della notte, tutti quei volti incontrati in questi anni, sguardi segnati dalla morte nel cuore. Eppure molti di loro oggi hanno fatto l’esperienza della resurrezione”.

Chiara Amirante – La Bussola Quotidiana

Divisore dans San Francesco di Sales

Cliccare freccetta.jpg QUI per approfondire il tema Halloween

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Halloween, culto pagano

Posté par atempodiblog le 28 octobre 2011

Halloween, culto pagano
di PADRE LIVIO FANZAGA in DIRETTA su RADIO MARIA il 25.10.2007
Tratto da: Santuario Beata Vergine della Salute di Puianello (Mo)

Halloween, culto pagano dans Fede, morale e teologia Halloween

Carissimi,
come di consueto, ecco che si avvicina la festa di « Tutti i Santi » e i blasfemi tra virgolette « Ignoranti » nel senso che ignorano tale culto pagano, la festeggiano con il nome di Halloween senza immaginare cosa c’è dietro questo orribile culto pagano…. Per i più piccoli sembrerà divertente, ma in realtà è un sottile gioco di persuasione per far passare per « normale » un culto satanico….
Approfittando della cultura di una mia cara sorella in Cristo, vi giro la lettera che mi ha scritto (ho la sua approvazione) dopo una ricerca accurata, dando una spiegazione dettagliata del motivo per cui non vuole più festeggiare il culto pagano con i suoi bambini benché le sue origini non siano italiane, ma Canadesi, dove lì è talmente naturale festeggiare certe usanze con i suoi pro e i suoi contro….
E’ un po’ lunghetta, ma è il caso di leggerla tutta per far passare per sempre a chicchessia la voglia di onorare il rito blasfemo…

“Io ho deciso, con i bambini, di fare un’altro tipo di festa quella sera che abbia dei significati profondi perché, sebbene io sia nata e cresciuta in Canada e abbia sempre festeggiato halloween, ho approfondito la questione e ho deciso che non mi piace come quella sera si esalti in modo particolare, sangue, morti, spiriti e altre cose orrende . Non mi sento coerente con il mio essere cattolica (e neanche una tanto brava) e per natura vado sempre al di là della superficie quando faccio qualcosa e ho imparato con il tempo a guardare se c’è un significato più profondo a quello che sto facendo. Questo è quello che so io. Senza offesa per alcuno, lo sapete che rispetto tutti, ma queste sono la ragioni per cui IO, Cristina, cattolica credente, non festeggio più halloween: massimo rispetto per chi lo fa.

Capodanno Celtico
I bambini adorano halloween perché è sia divertente che pauroso, ma non hanno idea di che cosa ci sia dietro a questa celebrazione. Le streghette, i fantasmini, i draculini e gli scheletrini…tutto così INO E CARINO E INNOCENTINO!!
Per i Satanisti e le « streghe » halloween però non è uno scherzo. Il 31 Ottobre è il giorno più importante dell’anno Satanico – è conosciuto per essere il giorno del compleanno di Lucifero – e segna anche il capodanno celtico. Era la fine dell’anno dei raccolti, marcava la transizione dall’estate all’inverno (la stagione della morte) ed è diventato il festival dell’aldilà che torna al di qua. In questo giorno, il dio Celtico Samhain (dio della Morte) ha chiamato a sé le anime defunte durante l’anno e le faceva reincarnare in animali destinati a vagare a terra e a tornare in visita alle loro case la notte del 31. Allo stesso tempo gli spiriti maligni erano lasciati liberi di vagare per le campagne ad infastidire i passanti e gli abitanti, il cibo veniva lasciato in offerta sui balconi nella speranza che questi spiriti malvagi accogliessero l’offerta e passassero oltre.
Il 31 Ottobre, i celti si aspettavano di essere tormentati dalle anime e dagli spiriti e demoni e non era un divertimento per loro. I Druidi trascinavano la gente in cerimonie nelle quali cavalli, gatti, pecore nere, esseri umani e altre offerte erano raccolti, infilati in grandi gabbie di legno e bruciati vivi. La gente si vestiva con pelli e teste di animali e danzavano intorno al fuoco e questo veniva fatto per rabbonire Samhain e tenere lontano gli spiriti maligni. L’usanza delle maschere deriva anche dall’uso di indossare una specie di travestimento per nascondere la propria identità agli spiriti. Non è dunque chiaro che Halloween è sempre stata la celebrazione della morte? Oggi in pochi lo sanno, ma adoratrici di Satana, le così dette Streghe (e non altri tipi di streghe che con robe Sataniche non hanno nulla a che vedere) restano incinta appositamente per sacrificare poi il neonato in quella notte. Non si parla di queste cose, perché non fa fico e rovina la festa ma è così…e questo è solo UNO degli orrori di halloween.

TRICK OR TREAT
Il giochetto del « dolcetto o scherzetto » deriva invece dall’usanza dei druidi di andare di casa in casa in quella notte a chiedere denaro, cibo e sacrifici umani. Se erano accontentati
promettevano prosperità e fortuna alla famiglia e la casa… al contrario lo scherzetto era una maledizione lanciata sulla famiglia qualora le loro richieste non venissero soddisfatte. Essi portavano con se delle grosse rape scavate e intagliate con facce demoniache (oggi le zucche) e credevano che all’interno ci fosse uno spirito che li guidasse nella notte. Il loro piccolo demone personale.

Divinazione e sacrifici
Halloween è anche una notte in cui la gente sguazza nella divinazione, le carte e le ouija board. E’la notte in cui i morti ritornano e gli spiriti vagano per la terra . Come dicevo venivano (e vengono) fatti sacrifici umani o di animali (se avete dei gatti neri mettete a riparo le povere bestiole) sopratutto al dio della morte, Samhain…nel medioevo, c’è stato un grande revival dei riti Satanici e qui appaiono le streghe a cavallo delle loro scope (che non erano altro che simboli fallici. La storia delle streghe che volano agli incontri Satanici con altre streghe arriva dal fatto che in quella notte assumevano delle erbe allucinogene e che facessero dei viaggi in trance. Facevano riti nude, usavano le scope appunto come i moderni vibratori e facevano altre schifezze).
Tutto questo esaltare l’oscurità e la morte, gli scheletri, le streghe (quelle, beh, avete capito), Dracula (che lo sapete è un personaggio realmente esistito, il conte Vlad di Transilvania, durante il suo regno di sei anni questo maniaco ha massacrato oltre 100.000 tra uomini donne e bambini nei modi più orrendi…impalava i suoi nemici e beveva il loro sangue… invitava la gente handicappata, malata e vecchia alle feste di palazzo… li nutriva e ubriacava e poi incendiava il castello con tutti dentro. Un parente lontano di Hitler insomma… E’ questo tragico evento l’origine della casa degli orrori… ) e il sangue, assassini e paura, demoni e riti magici, occulto e ouiija board…si vestono questi bimbetti da mostri sanguinanti e si mandano in giro per le case a rievocare un atto di pura malvagità che era quello di augurare il male ad altre persone. Introduce i bambini alla stregoneria e all’occulto, rendendoli vulnerabili.
Insegnare ai bambini che va bene giocare con cose oscure, li abitua all’idea di accettare il male piuttosto che combatterlo. Li rende anestetizzati e ridicolizza e rende addirittura divertenti e ludiche delle pratiche che di divertente e innocente non hanno proprio niente! ma
voi mandereste in giro i vostri figli vestiti come gli assassini di Erba, o Bin Laden? E’ lo stesso concetto…ha le stesse radici. Il male.
Puoi chiamare una papera un’oca, un cavallo o una mucca..ma resta sempre una papera.
Non è ironico come in tante scuole stanno sparendo molti simboli religiosi, non si festeggia più il Natale o la Pasqua e sta invece aumentando il festeggiare una ricorrenza che ha origine occulte, spiritiche e di morte?
Le persone pagane avranno da ridire e sicuramente troveranno argomenti alternativi a questo mio pensiero e io le rispetto. Ma queste sono le ragioni per cui trovo che non sia più il caso che la mia famiglia festeggi questa ricorrenza. Noi quella sera, faremo una festa d’autunno e mangeremo anche noi caramelle e faremo dei giochi, ma non celebrerò il sangue e la morte e il terrore come fosse una cosa divertente per poi scandalizzarmi il giorno dopo alle notizie di vandalismi, sacrifici, profanazioni di tombe, violenze, riti satanici e stupri. E’ un controsenso e credo che vorrò far fare ai miei figli un’altro percorso. Anche se sarò additata come fanatica,matta, impopolare o semplicemente FUORI MODA.
Scusatemi se ho scritto tanto ma è servito anche a me per ricordarmi la ragione di certe scelte e approfondire per me stessa alcuni concetti. Cristina”.

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L’offensiva cattolica anti Halloween

Posté par atempodiblog le 28 octobre 2010

Il sito dei papaboys crea «Holyween». Il capo dei vescovi organizza un itinerario cristiano
Marce, dolcetti, chiese aperte di notte per la festa. «Esponete i Padre Pio»
di Gian Guido Vecchi – Corriere della Sera

L'offensiva cattolica anti Halloween dans Fede, morale e teologia HOLY-WEEN

Treats or tricks, dolcetti o dispetti? E sabba da discoteca, vestiti da menagramo, zucche ghignanti. C’è chi, come il compianto vescovo Alessandro Maggiolini, con saggezza gastronomica osservava che «le zucche sono buone per farci i tortelli». Il cardinale Carlo Maria Martini fu tra i primi, anni fa, a notare desolato che «questo tipo di feste è estraneo alla nostra tradizione, a valori immensi come il culto dei defunti che apre la speranza all’eternità». Il più duro è stato il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, nel pieno della polemica sui crocifissi nelle scuole: «L’Europa del terzo millennio ci lascia solo le zucche e ci toglie i simboli più cari! No, Halloween non mi piace per niente, anche se arrivo dalle parti di Vercelli e mi piacciono i Celti…».

Festa pagana, festa consumistica, festa aliena: no, decisamente alla Chiesa non è mai piaciuto quel carnevale lugubre alla vigilia («Eve») di Ognissanti(«All Hallows»). Eppure non tutti i dispetti vengono per nuocere. Con buona pace dei rosarioni «riparatori» organizzati ogni anno contro «il capodanno di Satana» – secondo la sobria definizione del Gruppo di ricerca sulle sette di Imola – si fa strada l’idea che le zucche, tutto sommato, abbiano funzionato come «una provocazione provvidenziale», sorride monsignor Domenico Pompili, portavoce della Cei.

Così a Genova, dov’è arcivescovo il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, il Museo della diocesi ha ideato per sabato un itinerario nel centro storico alla riscoperta delle tradizioni, dal Chiostro dei Morti alle raffigurazioni pittoriche dei santi, con tanto di dolcetti autorizzati dalla nostra storia: come le «fave dei morti» fatte con pasta di mandorle, vaniglia e cioccolato. E intanto i «papaboys» del progetto «Sentinelle del mattino» (sentinelledelmattino.org), creato da don Andrea Brugnoli, hanno lanciato via Internet e Twitter la festa di «Holyween», la notte dei santi: la sera del 31 ottobre, alla faccia di «streghe e zombie», invitano parrocchie e cittadini a esporre alle finestre le immagini di santi e beati, da Padre Pio a Madre Teresa e Chiara Badano. Parteciperanno almeno trenta città, da Torino a Palermo, e in comuni come Pordenone, Ravenna, Padova e Città di Castello una chiesa rimarrà aperta nella notte. Tra l’altro la mattina dell’1 novembre, a Roma, si corre la terza edizione della «Corsa dei santi», maratona benefica organizzata dai salesiani.

Non cambia il giudizio su Halloween, insomma, ma la strategia. «Dalla fase di critica si è passati a iniziative per riscoprire il significato di Ognissanti», spiega monsignor Pompili. «Del resto, la memoria dei defunti riceve significato dalla festa dei santi che la precede: nulla di triste o lugubre, perché i morti sono coloro che ci hanno preceduto nel cammino verso la vita eterna…».

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Halloween, ecco la verità

Posté par atempodiblog le 25 octobre 2010

«Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele»
(Lettera agli Efesini 5,11)

Halloween, ecco la verità dans Halloween No-Halloween

HALLOWEEN, ECCO LA VERITA’
Mentre le celebrazioni religiose cristiane dei defunti e dei Santi hanno lo scopo di farci meditare sulla permanenza temporanea in questo mondo e di riavvicinarci alla comunione con i defunti con lo scopo di pregare per alleviare la loro permanenza e sofferenza nel Purgatorio e di venerare i Santi (per noi esempio di come deve essere vissuto il Vangelo), halloween, al contrario, è estranea a questo contesto di preghiera ed inserisce i partecipanti in una atmosfera pagana. Molti, prendono “dimestichezza” con l’horror e le streghe in modo da non più temere tali prodotti infernali.

Intanto… “ il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza(Osea 4,6)

Halloween, è la festa delle streghe, (così infatti è conosciuta oltreoceano) nonostante non lo i dica, è una ricorrenza esoterica (di fatto l’esoterismo è esercitare potere, in modo occulto, nei confronti di qualcuno…). Il mondo esoterico così lo definisce: è il giorno più magico dell’anno, è il capodanno di tutto il mondo esoterico; è la festa più importante dell’anno per i seguaci di satana”.

La Bibbia invece afferma: “Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro”. (Isaia 5,20)

Genitori stiamo attenti a permettere che i nostri bambini si abituino o, ancor peggio, si educhino all’occulto.
Insegnanti informiamoci delle verità nascoste dietro alla macabra creatività, potremmo scandalizzare, a nostra e a loro insaputa, gli alunni che ci stanno davanti. Certe filastrocche
che i bambini devono imparare sono evocazioni dello spirito di morte.
Giovani e meno giovani siamo accorti a non avvinghiarci al mondo esoterico attraverso i rituali di massa che, nelle feste come quelle dedicate a halloween, ci vengono proposti.
Alcuni balli di gruppo sono rituali di iniziazione satanica.
Commercianti e venditori abbiamo il coraggio di dire no a promuovere articoli che, dietro l’apparenza della mascherata, diffondono e creano mentalità esoterica. Molti oggetti venduti tra i prodotti di consumo sono amuleti, o loro riproduzione, usati nelle pratiche di
stregoneria.
Cristiani non lasciamoci fuorviare da apparenti tradizioni e mode ma teniamo alta la
vittoria che ha sconfitto il mondo, la nostra fede (cf 1Giovanni 5,4).

Se pensiamo a case stregate, pipistrelli, gatti neri, spiriti, la luna piena, streghe, fantasmi… sono simboli usati nel mondo dell’occulto che hanno trovato posto naturale nella festa di Halloween, ma anche per il loro denominatore comune che è la paura che incutono. Ma
“Dio non ci ha dato uno spirito di paura, ma uno spirito di forza, di amore e disciplina”
(2a lettera di San Paolo a Timoteo 1,7)

Se sono un cristiano e se amo il Signore, non posso permettermi di partecipare ad una festa in cui il Signore Gesù non ha posto, anzi, che va contro la Sua volontà.

Tratto da: Radio Maria
Fonte: GENITORI CATTOLICI

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La faccia nascosta di Halloween

Posté par atempodiblog le 23 octobre 2009

A colloquio con don Bruno Ferrero
“La faccia nascosta di Halloween”

La faccia nascosta di Halloween dans Don Bruno Ferrero La-faccia-nascosta-di-Halloween

«Ho fatto anch’io l’esperimento, ho chiesto ai miei chierichetti che festa è il Primo novembre e loro non hanno avuto la minima esitazione: “Halloween!”. Ma non è così solo fra i ragazzi, basta guardare certe vetrine», dice il direttore editoriale della Elledici, commentando la scelta di scommettere su questo piccolo libro svelto, lucido e polemico, opera prima del francese Damien Le Guay, classe 1961, filosofo e critico letterario «innocentemente cristiano». Il sottotitolo del volumetto recita: «Come la festa della zucca ha sconfitto Tutti i Santi». E le sue 128 paginette spiegano perché Halloween non è soltanto l’ultimo gadget d’importazione colorato ed innocuo per fare più felici i nostri bambini.

Don Ferrero, com’è nata l’idea di tradurre questo libro?
L’ho trovato alla fiera di Francoforte, abbandonato in mezzo a tanti altri, l’ho letto in una notte e mi è sembrato davvero buono. E risponde a un’idea che viene da lontano: dal nostro lavoro e dalle nostre scelte in Elledici, che sono quelle di raccontare e di proporre la gioia della fede. In un contesto dove, purtroppo, tra la gente prevale l’equazione “religioso uguale noioso”. E dove soprattutto si è perso il senso della festa cristiana: cioé la festa nella quale il corpo si ferma, si riposa per accorgersi che anche lo spirito ha delle esigenze. Ebbene, è proprio in questa perdita che si è infilato Halloween.

Halloween, cioè la notte di Samhain, il capodanno celtico, nella quale si spalancano i cancelli del regno dei morti. La notte dei fuochi, dei travestimenti, delle offerte raccolte di casa in casa. Poi il trasloco negli Stati Uniti e, negli anni ’90, il “ritorno” in Europa. Ma la festa della zucca come ha potuto sfrattare la festa cristiana?
Chiaro, la Santa zucca è forse più vendibile del senso del Paradiso. Ma Halloween, con i suoi scheletrini, i suoi scherzi e i suoi simboli vagamente sulfurei si è inserito in un vuoto che abbiamo lasciato noi cristiani, dimenticando che Tutti i Santi e i Morti sono la festa della speranza, la festa della consapevolezza che nella direzione in cui siamo diretti, l’aldilà, c’è una base, una meta che ci attende.

A proposito dello sbarco in Francia della Halloween-mania, Le Guay svela, dati e cifre alla mano, che si trattò di una colossale operazione di merchandising organizzata negli anni ’90. Ma poi aggiunge, con l’intransigenza di certo cattolicesimo francese à la Bernanos, che “giocare ad Halloween” non è esattamente educativo. Qui non esagera un poco?
Sì, Le Guay insiste sull’idea che Halloween non è poi così innocente. Ma sono d’accordo sul fatto che quel modo di far festa, di prendersi gioco della morte, del mostruoso e dell’aldilà è discutibile: non si esorcizza la morte in quel modo, la si deride e basta. E questo no, non è educativo.

Un consiglio agli animatori e agli educatori alle prese con la “magica” notte del 31 ottobre.
Inutile impuntarsi, lasciamo che Halloween faccia la sua strada. Ma insieme riscopriamo il significato di Tutti i Santi e il ricordo dei defunti: feste vere, queste, a dispetto (ahimé) di una liturgia in genere ben poco festosa. E ricordiamo che se si sta a casa da scuola e dal lavoro lo dobbiamo ad Ognissanti, non alla Zucca.

Per saperne di più:
Le Guay Damien
Centro Evangelizzazione e Catechesi “Don Bosco” (A cura di)
Patarino Marisa (Tradotto da)
Elledici 2004

Giovanni Godio – elledici.org

Descrizione:
Oggi con Halloween ci si mettono tutti: la televisione, i giornali, anche gli insegnanti a scuola. Ma perché accogliere con tanto entusiasmo questa festa proveniente da un altro paese e da un altro universo religioso? Abbiamo valutato tutte le conseguenze che può avere sui nostri bambini? Questo volume propone una “indagine d’impatto” di natura psichica e spirituale sulla diffusione in Italia di una festa che si contrappone alla tradizione cristiana.

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No alla festa di Halloween

Posté par atempodiblog le 1 novembre 2008

VESTITI DA ANGELI “PROTESTANO” CONTRO HALLOWEEN: “E’ LA FESTA DEL DEMONIO”

Prima di partecipare alla festa di Halloween… dans Fede, morale e teologia Festa-santi

E’ successo alle Case Gescal del Villaggio Santo dove una cinquantina di persone, tra anziani, donne e bambini, hanno invaso le strade per dire ‘No alla festa di Halloween’ con cartelloni e cori religiosi.

[...]

Vestiti da angeli hanno sfilato per le vie del villaggio della zona Sud di Messina intonando i più noti cori religiosi e alzando al cielo cartelloni di protesta: “No ad Halloween, sì ai Santi”, “Halloween festa dell’ignoranza e della superstizione”. Questo si legge nei loro “striscioni fai da te”. Stupefatti gli abitanti del Rione al passaggio dello strano corteo.

Fonte: normanno.com

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La disfida di Halloween

Posté par atempodiblog le 24 octobre 2008

La disfida di Halloween dans Fede, morale e teologia No-Halloween

La festa della zucca è innocua oppure è soltanto una ricorrenza consumistica, anzi pericolosa, che finisce per irridere i riti sacri tradizionali e per far dimenticare contemporaneamente il senso della morte?
di Roberto Mussapi -  Avvenire

Avevo già espresso, tempo fa, il mio fastidio per la festa di Halloween. Poiché continua a imperversare, con la fatalità dei fenomeni più diffusi e immotivatamente accettati (il presenzialismo televisivo, i grandi fratelli e le isole dei presunti o sedicenti famosi), ma con un’ombra più inquietante, mi pare il caso di soffermarmi su questa carnevalata dello spirito, su questa « festa de noantri » dove il tema però non è la porchetta o il vino dei castelli, ma l’anima, il suo destino dopo la morte. La cupa festa chiaroscurale di Halloween mette infatti in scena zucche svuotate da zucche vuote, che impersonano spiriti dei morti, i quali in tale occasione verrebbero a visitarci. E precede quella dei Santi e di Morti. La prima riguardante i cattolici, che nei Santi vedono una sopravvivenza alla vita straordinaria, esemplare per esemplarità di comportamento già in vita. La seconda, quella dei morti, credo sia una festa di tutti: i morti sono di tutti e lo strazio del decesso riguarda perché ferisce allo stesso modo credente e non credente, che pure hanno, per il « dopo », prospettive ben differenti. Dante ha una visione della morte diversa da quella di Foscolo, ma è identico nei due poeti lo sgomento dell’attimo unito a un subitaneo desiderio, anzi bisogno, d’immortalità, a un perdurare comunque degli affetti, o in assoluto o nel non minimale assoluto della memoria.

La festa di Halloween attinge a tradizioni afroamericane serie, riguardanti il rapporto tra il vivente e gli antenati, tra l’istante e gli spiriti dei morti, tra il presente e l’origine. Cose serie, ripeto, inscritte nell’ordine sacro in cui in ogni tempo e in ogni parte del mondo l’uomo si interroga da sempre sul proprio destino. Tramutata così in carnevalata americana non offende solo il senso della vita e della morte, la cognizione del dolore, di noi contemporanei, non importa assolutamente se credenti o non credenti, offende anche lo spirito originario e antico da cui è stata presa in prestito per essere poi distorta, tramutata in parodia.

Non intendo colpevolizzare chi innocentemente, con la famiglia o gli amici, festeggia questo obbrobrioso atto di scherno ai defunti e allo spirito: intendo metterlo in guardia, fargli sapere che, in buona fede, sta scherzando col fuoco. Se oggi la vita non vale nulla e padri e figli si ammazzano come bestie, se si sceglie ciecamente la morte altrui e propria in folli scorribande notturne dopo la discoteca, se ci si distrugge a quindici anni con droghe acquistate davanti alla scuola e consumate in gruppo con inquietanti corollari, se a Perugia avviene un delitto esemplare per sprezzo di ogni forma di respiro, se ragazzotti ignoranti sfondano le porte delle chiese di notte per improvvisare orridi riti satanisti, con fiumi di sangue, non è forse perché non abbiamo più il senso tragico della morte? Certo la festa in questione non ha nessuna intenzione malvagia, sia chiaro. Ma sottende una sottovalutazione, anzi una farsesca messa in ridicolo di una questione di fondo.

Non è il caso di svegliarci rispetto a riti questa volta innocenti e pacifici, ma nel fondo sprezzanti del sacro confine tra vita e morte? Che, sia chiaro, non deve essere un incubo puritano, ma al contrario un ringraziamento alla vita, un inno a tutto ciò che respira, e che, se amato, vivrà ancora, e per sempre, ovunque ognuno di noi gli trovi posto secondo la sua sensibilità, in Cielo o semplicemente nel suo Cuore.

Boicottiamo Halloween dans Halloween divisore-halloween

E se provassimo a rendere «cristiana» la festa?
I nostri antenati hanno saputo trasformare in autentico senso religioso i riti pagani. E noi?
di Roberto Beretta – Avvenire

La zucca è uno strano vegetale, che quando le metti davanti un ostacolo – sia un muro, sia una grossa e apparentemente invalicabile pietra, per non dire una rete o qualsivoglia altra recinzione – cerca, spinge, annusa e s’insinua nelle minime fessure fino a che, un bel giorno, ti ritrovi nell’orto una grossa cucurbitacea che certo non avevi piantato, voluto e programmato nemmeno; ma c’è. Eccome se c’è. La paraboletta tardo-autunnale non ha molte pretese, se non quella di attirar l’attenzione su un dato di fatto assai pratico e peraltro robustamente fondato su dati storici: ogniqualvolta cioè i cattolici si sono arroccati in difesa, hanno sempre inguaribilmente fallito (e, Halloween a parte, dobbiamo pur confessare che oggi la Chiesa gioca spesso il catenaccio). Non si tratta soltanto dell’applicazione pedissequa del buon (buon?) senso comune – tipo «La miglior difesa è l’attacco»; no, qui si va oltre: è che il cattolicesimo è fatto per essere espansivo, missionario, per contagiare ed entusiasmare, sennò è morto. E non riesce nemmeno a mantenere le posizioni che si era illuso di aver «conquistato» a mai più riparlarne.

Dipinto lo sfondo, il quale peraltro dovrebbe suggerire prudenza dallo sparar anatemi e indire crociate pastorali, non risulta inutile annotare che – in fondo – la Chiesa vien ripagata della sua stessa moneta. Già. Fu almeno dal IV secolo, infatti, che la saggezza dei Padri (non tutti, per la verità: ci fu anche chi abbatté gli idoli con l’ariete e la spada…) ha preferito mediare anziché cancellare, sovrapporsi e trasfigurare piuttosto che annullare, incenerire, seppellire, censurare. Ovvero: le feste pagane, i nostri antenati le hanno sapute «cristianizzare», riciclando intelligentemente il contesto – ormai ben introdotto nella tradizione popolare – e imbottendolo di contenuti completamente nuovi. Se dunque Hallowen (che, ricordiamolo, significa letteralmente «vigilia di Ognissanti») dovesse riprendere le sue vesti celtiche – vere o presunte che siano – o piuttosto ammantarsi di lustrini consumistici oppure celarsi sotto rituali più o meno «satanici», non farebbe che riappropriarsi di un territorio già suo; e a noi resterebbe semmai da meditare come e perché non ci sia data la forza culturale (e fors’anche spirituale) per ripetere l’impresa dei nostri antedecessori.

Ogni generazione ha i suoi modi per riflettere sulla morte: nel Seicento lo si faceva meditando davanti a un teschio, oggi sganasciandosi di fronte a una cucurbitacea intagliata. Ma lo scherzo e la stessa parodia non sono sempre stati nei secoli – dalle «danze macabre» al cinema horror – sistemi per esorcizzare la paura, in fondo dunque per riconoscerla, sia pure in via di paradosso e per contrari? Il nostro tempo cerca confusamente i contorni del mistero della vita e lo fa come sa, come può: poveramente, forse; carnascialescamente, anche. Del resto, bisognerebbe andare ben lontano per rintracciare le radici di una «scomparsa della morte» che coinvolge ormai tutti gli ambiti sociali (dagli ospedali alle chiese) e interessa versanti etici, intacca abitudini familiari, induce comportamenti nuovi. Dovrebbe sfiorarci dunque il dubbio che, con l’innocuo dilemma «Dolcetto o scherzetto?», i nostri figli mascherati da scheletri balbettino a modo loro (ma forse è l’unico che conoscono) una domanda – magari malposta o superficiale, comunque una domanda. Il futuro sarà quel che risponderemo.

Tratti da Holy Queen

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Prima di partecipare alla festa di Halloween…

Posté par atempodiblog le 31 octobre 2007

 Prima di partecipare alla festa di Halloween… dans Fede, morale e teologia Festa-santi

Vogliamo essere sentinelle del mattino, vigili, sveglie, attente (Is 21,6-8), che sanno alzare la voce (Is 52,8), che “non taceranno mai” (Is 62,6), che “vigilano sulla casa d’Israele” (Ez 3,16).

Prima di partecipare alla festa di Halloween, ti sei informato sulle origini, la natura e le implicazioni?

“Dolcetto o scherzetto” è la formula magica che imperversa per le nostre strade nella notte di Ognissanti. Dobbiamo temere i ragazzetti che scendono per le strade vestiti da mostriciattoli? Croci contro zucche? Nessuna battaglia, ma una semplice comprensione del senso vero e profondo della santità a cui siamo chiamati e a cui il Papa spesso ci richiama.
Non s’intende fare crociate, ma occorre essere consapevoli che è a partire dalle piccole cose che viene manipolata la nostra cultura e censurata la nostra storia, stordendo l’uomo con l’oppio del magico e dell’inconsistente.

Viviamo nell’epoca e nella logica del “che male c’è in fondo…”! E invece c’è molto di male dietro questa festa che appare innocua , ma che, in realtà, è una festa pagana a cui si sono aggiunti elementi tratti dalla magia, esoterismo e stregoneria…il tutto mascherato in un perfetto cocktail d’ipocrisia. Da cristiani, figli della chiesa di Roma, DICIAMO NO AD UNA FESTA PAGANA con implicazioni nel mondo dell’occulto. Halloween è “una finestra aperta, una porta d’ingresso all’occultismo”. C’è una chiara strategia alle spalle, che, con tatticismi e senza sospetti, vuole ingannare. A cui si aggiunge un colossale business frutto di un’autentica pianificazione consumistico-commerciale su scala mondiale.

Dietro le maschere,le zucche, i costumi,apparentemente innocui,si nascondono molte insidie.

DICIAMO NO AD UNA FESTA DELL’IGNORANZA E DELLA SUPERSTIZIONE

Prima di agire conosci!

Il significato. Halloween è la forma contratta dell’espressione inglese “All Hallows’Eve day” che letteralmente significa vigilia d’Ognissanti. La tradizione celtica. Le origini di Halloween risalgono agli antichi druidi celti che celebravano la vigilia del nuovo anno, il 31 ottobre, in onore di Samhain, principe della morte, che veniva ringraziato per i raccolti estivi. Si tratta del capodanno celtico ed è evidente l’origine pagana della festa. Il giorno di Samhain segnava, dunque, l’inizio delle metà invernale dell’anno e veniva considerato un momento magico: le barriere tra vivi e morti si assottigliavano tanto da permettere agli spiriti di tornare sulla terra e comunicare con i vivi. Col tempo questi spiriti assunsero un connotato diabolico e malvagio. Fu così che apparvero i simboli della morte, che poco hanno a che vedere con la iniziale ricorrenza celtica. La leggenda irlandese. Jack, fabbro malvagio e tirchio, dopo l’ennesima bevuta, viene colpito da un attacco mortale di cirrosi epatica. Il diavolo, nel reclamare la sua anima, viene raggirato da Jack (!!!) e si trova costretto a rinunciare alla sua anima, facendolo tornare in vita. Jack, ignaro degli effetti della malattia, muore un anno dopo. Rifiutato in Paradiso, Jack non trova posto neanche all’inferno a causa del patto col diavolo e allora intaglia una grossa rapa mettendovi all’interno della brace fiammante. Con questa lanterna, Jack, da fantasma, torna nel mondo dei vivi. La rivisitazione americana. Gli irlandesi, emigrati in America verso il 1850, sostituirono le rape con le zucche che divennero le “Jack o’lantern”, utilizzate la notte d’Ognissanti, pensando di tener lontani gli spiriti inquieti dei morti che tentavano, come Jack, di tornare a casa.

“Trick or treat”. E’ l’usanza del “dolcetto o scherzetto”. Il significato dell’espressione inglese è “trucco o divertimento”, ma in realtà significa: “maledizione o sacrificio”. La notte di Halloween si chiedono soldi o cibo: se accontentati si promette prosperità e fortuna; al contrario la scherzetto diventa una maledizione alla famiglia.

Tutto questo è il presupposto della festa di Halloween: una tradizione pagana del mondo celtico, gonfiata da una leggenda irlandese, rivisitata dalla commercializzazione americana e importata in Europa e in Italia.

Ma le obiezioni cristiane a queste favole sono evidenti.

1. L’anima, dopo la morte, è nelle mani di Dio e col giudizio particolare va in Paradiso, Purgatorio o Inferno e non si fa delle passeggiate.
2. Quando l’uomo muore, il giudizio si compie solo davanti a Dio e non al diavolo.
3. Il diavolo non ha nessun potere di far tornare in vita un uomo dopo la morte, cosa che compete solo a Dio.
4. Se si fa un patto col diavolo l’inferno accoglie a braccia aperte.
5. E’ superstizioso pensare di allontanare questi presunti spiriti dei morti solo con una zucca!
6. La storiellina di Halloween sviluppa e accredita pratiche occulte e magiche.
7. I morti non sono qualcosa da cui difendersi, ma per i defunti si prega, si offrono messe, si fa elemosina.

E’ davvero sconcertante quello che, apparentemente nascosto, si cela dietro questa “festaccia” che getta blasfemia sulla festa di Ognissanti e dileggia il culto cristiano dei defunti. Ma non è tutto.

Il satanismo. Il 31 ottobre è una data importante non solo per la cultura celtica, ma anche per il satanismo. E’ uno dei quattro sabba delle streghe. I primi 3 segnavano il tempo per le stagioni “benefiche”: il risveglio della terra dopo l’inverno, il tempo della semina, il tempo della messe. Il quarto sabba marcava l’arrivo dell’inverno e la sconfitta del sole…quindi freddo e morte. Halloween, quindi, è una ricorrenza legata al mondo della magia. Il mondo dell’occulto lo definisce così: “E’ il giorno più importante dell’anno, è il capodanno di tutto il mondo esoterico, è la festa più importante dell’anno per i seguaci di satana”. Le cosiddette “streghe” restano incinte appositamente per sacrificare il neonato in quella notte. E se vedete sparire qualche gatto nero chiedetevi il perché. E’ la notte in cui si sguazza nella divinazione, nell’astrologia, nella chiromanzia, nella medianità, nella magia, nella stregoneria, nello spiritismo, nel satanismo. La festa di Halloween, quindi, è un rendere osanna al diavolo, il quale se adorato, anche solo per una notte, pensa di vantare dei diritti sulla persona. La festa di Halloween è una sorta di seduta spiritica presentata sotto forma di gioco: è questa l’astuzia del demonio!

Tutto questo è la versione moderna di Halloween che va ad aggiungersi a quel clima di magico che siamo costretti a subire di continuo: dai fiumi di serial televisivi in cui le streghe sono magari anche simpatiche e buone ad anni di harrypotterismo, da un oceano di riviste con richiami all’esoterismo agli amuleti e oggetti magici.
Il “paradosso di Halloween” è proprio quello di essere una festa ipermoderna nel modo di presentarsi ed iperarcaica nelle idee; rappresentare il massimo della credulità in un mondo sempre più secolarizzato.
Nella cultura di massa dove imperversa la logica della “festa per la festa” a prescindere dai contenuti,è facilmente spiegabile il successo della penetrazione di Halloween, emblema del vuoto, delle zucche, ma specialmente delle teste vuote che in esse si perdono.

Alle zucche vuote di Halloween i cristiani rispondono con le zucche piene di cultura veramente alternativa e controcorrente,che alla confusione dei fenomeni di massa,sostituisce l’intimità e il silenzio di una fede vissuta.

E’ un vero e proprio scippo che la cultura cristiana sta subendo. La progressiva scristianizzazione della festa cristiana, la ferializzazione del giorno festivo hanno dato la spinta all’introduzione di questa nuove feste anticristiane. Ma in realtà quella di Ognissanti è una festa cristiana. Instaurata da papa Gregorio IV nell’840, originariamente si celebrava nel mese di maggio. Fu nel 1048 che Odilio de Cluny spostò la celebrazione cattolica all’inizio di novembre per detronizzare il culto di Samhain.

La Parola di Dio (150 circa sono i passi ) è chiarissima al riguardo, vietando il ricorso più o meno consapevole a pratiche di superstizione e irreligiosità.
La tentazione e oppressione diabolica ,descritta nel Vangelo, tenta di pervertire l’uomo rendendolo nemico a Dio. Ma
Gesù ha dimostrato la sua potenza sui demoni e ha trasmesso questa sua potenza ai suoi discepoli.

Lo stesso magistero e la tradizione cattolica che si esprime nella catechesi è chiara al riguardo.
L’unico culto da rendere è quello all’unico e vero Dio che si fa carne in Gesù Cristo. Tutto ciò che è deviato da questo culto diventa superstizione, che ha la sua massima espressione nell’
idolatria (che può arrivare al satanismo),come nelle varie forme di divinazione e magia.
La
divinazione è la pretesa di conoscere e preannunciare il futuro e le cose nascoste,mediante contatti con forze occulte. E’ condannata perché nasce con un patto con il diavolo e conduce l’uomo a credere in colui che combatte la salvezza, ma il futuro non può essere previsto perché appartiene solo a Dio. Sono in contraddizione con la fede cristiana la consultazione degli oroscopi, l’astrologia, la chiromanzia, l’interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza, il ricorso ai medium.
La
magia e la stregoneria non pretendono di conoscere invano il futuro, ma le cose occulte. Si pretende in altre parole di sottomettere le potenze occulte per porle al proprio servizio ed ottenere un potere sugli altri soprattutto per nuocere, ricorrendo all’intervento dei demoni. Anche portare amuleti è da condannare. La Chiesa mette in guardia anche dallo spiritismo che spesso implica divinazione o magia.

Questa è la verità, nient’ altro che la verità. Noi crediamo nel Dio della Luce e della Vita.
Una notte di Halloween allora vestito da mostriciattolo o da fantasma? No grazie!
Una notte attorno al Santo dei Santi:
GESU’ che porta una grande luce d’amore.
Per invocare
UNICO SPIRITO che non porta paura o terrore.
Ci sono Orizzonti di Cielo per te!
Una luce nella notte. Una luce nella
notte di Ognissanti.

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HALLOWEEN e zucche vuote

Posté par atempodiblog le 30 octobre 2007

HALLOWEEN e zucche vuote
di Antonio Fasol

HALLOWEEN e zucche vuote dans Fede, morale e teologia halloween-e-zucche-vuote

L’occasione dell’imminente festa cristiana di Ognissanti, ormai per popolarità superata dalla più democratica e political correct festa di Halloween ci offre l’opportunità per tentare di andare aldilà dell’immagine ironico grottesca delle zucche dipinte e per cercare di esplorarne simbolicamente l’interno. In tale percorso ci aiuterà il critico francese Damien Le Guay , di cui è appena uscita una interessante pubblicazione, a carattere ironico e provocatorio “la faccia nascosta di Halloween” (ed. Elledici) significativamente sottotitolata “come la festa della zucca ha sconfitto Tutti i Santi”!

La prima considerazione che viene spontanea è che nell’attuale risvegliarsi, in Europa, di una cultura caparbiamente laicista, che rifiuta, forzando perfino la storia, di riconoscere le proprie origini cristiane, non meraviglia il fatto che una festa di arcane origini paganeggianti, miratamente trasformata in occasione consumistica e di vago sapore carnevalesco, abbia ormai sopraffatto l’originaria festa cristiana non a caso con essa coincidente temporalmente.

Vi è, per la verità, un esempio ancora più emblematico di tale processo di sovrapposizione tra mondo secolare-paganeggiante e cristiano: il Natale, che, preso a sua volta in prestito (come data) dalla precedente festa pagana del dio sole e divenuto il “dies natalis” di Gesù per secoli, è ora ormai insidiato, soprattutto in ambito anglosassone e nordico, dalle renne di babbo natale e dagli alberi colorati, con annesso tutto l’indotto commerciale e consumistico che ha, tra l’altro, relegato il francescano presepe, originariamente veicolo religioso di meditazione sul mistero dell’Incarnazione, in rassegne artistiche dedicate dal vago sapore naturalistico e spesso più attente a rendere l’effetto meccanico di mulini e cascate piuttosto che a manifestare la nascita del Salvatore!

Ma tornando alla festa in oggetto, ciò che invece insospettisce il nostro autore è innanzitutto la pressoché totale indolenza e passività con cui la maggioranza della gente ha in pochi anni (l’inizio risale al 1995), dapprima timidamente tollerato, poi sempre più accettato tale sorpasso festaiolo, secondo la logica del “in fondo che c’è di male”.

Giornalisti e sociologi, per la verità, hanno pure tentato interpretazioni, almeno negli intenti, più filosofiche, affermando, per esempio, che “le cucurbitacee (la famiglia delle zucche) si adeguano perfettamente ai valori emergenti” (sic), o ancora che “Halloween è una nuova educazione alla vita e alla morte” (editoriale di “Le Monde” del 1° novembre 2000), articolo nel quale l’autore interpreta la grande diffusione della festa e la relativa ostilità dei cristiani come una rottura del monopolio religioso-e cristiano in particolare- sui riti e sulla simbologia nella società occidentale; c’è anche chi, infine, arriva a considerare la cultura indoeuropea, celtica e pagana come la vera originaria rispetto a quella giudaico-cristiana, che “ne avrebbe soffocato lo sviluppo” (J.Markale).

Ma donde viene in realtà Halloween? Diciamo subito che il nome è già una sorta di malcelato acronimo inglese di “Ognissanti”; si tratta poi di una arcaica- e in parte mitizzata- tradizione celtica, veicolata successivamente da tradizioni irlandesi e americane, che univa il passaggio agricolo al nuovo anno con la festa religiosa-popolare del dio Samhain, divinità che nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre consentiva il passaggio di spiriti malefici dal mondo dei morti a quello dei vivi. In tale occasione gli antichi druidi, travestiti con teste di animali, compivano gesti propiziatori in cambio di offerte che, se rifiutate, ricambiavano con puntuali maledizioni! Per scacciare i medesimi spiriti, pare che fuori dalle case venissero appese zucche e lampade.

Chi pensasse, però che si tratti di una delle tante rivalutazioni tradizional-folcloristiche di culture arcaiche minoritarie, verrà subito smentito dall’apprendere che, in realtà, fu il frutto di una autentica pianificazione consumistico-commerciale su scala mondiale operata da una società (Cesar) nel 1992. Essa individuò il periodo “a metà strada tra l’inizio dell’anno scolastico e Natale” e lanciò la festa con maschere(di cui era produttrice), teschi e costumi da strega; successivamente, grazie ad una mirata pubblicità mass-mediatica e all’apporto di grosse multinazionali dello svago (da Disney a McDonalds), raggiunse la diffusione che conosciamo diventando una sorta di “folklorizzazione religiosa” (M.de Certeau).

Il paradosso di Halloween e delle sue bizzarrie è, quindi, quello di essere nel contempo ipermoderna (nel modo di presentarsi) ed iperarcaica (nelle idee), e rappresentare il massimo della credulità in un mondo – per dirla con Chesterton - che ha smesso di credere in Dio.

Nell’attuale cultura, in stile tipicamente new age e rigorosamente a-confesionale, dove impera la logica della festa per la festa, a prescindere dai contenuti da celebrare, si spiega il facile e veloce successo della penetrazione sociale di Halloween, emblema e icona del vuoto, delle zucche ma specialmente delle teste che in esse si perdono.

Perfino l’apparentemente innocuo gioco infantile del “dolcetto o scherzetto”, ad un’analisi più approfondita, non è che la rappresentazione dei ruoli invertiti bambini-adulti, dove questi ultimi sono ricattati a dare dolcetti ai primi per cautelarsi contro la maledizione, sia pur scherzosa: e qui sta la differenza tra lo scambio gratificante e il dono estorto (considerando anche che il carnevale è ancora lontano).

Per quanto riguarda l’ambito scolastico, poi, mentre la tendenza imperante, dai programmi ai testi adottati, è quella di evitare o ridurre al minimo ogni accenno a riferimenti religiosi- e in particolare cristiani- assistiamo, per occasioni come Halloween (proprio per la sua malcelata aura di gioiosa e giocosa neutralità) ad una vera e propria adozione laica universalmente accettata, con tanto di lezioni di cultura anglosassone(?) e similia. A tale filone culturale sono da ascrivere i successi, tra gli adolescenti, di alcune serie televisive americane (Buffy, Streghe).

In definitiva, quindi, la differenza tra Halloween e Ognissanti è sostanziale, sia come contenuto – per la prima pressoché inesistente – sia come rappresentazione temporale: per la prima, infatti, il tempo è ciclico e costituito da stagioni che ritornano uguali, mentre per la seconda, il tempo cristiano è lineare e caratterizzato dalla tensione tra nascita e parusìa di Cristo, sia pur nella ciclicità liturgica.

La più nostrana e genuina tradizione popolare metteva giustamente in guardia: “scherza con i fanti…!”.

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Boicottiamo Halloween

Posté par atempodiblog le 18 octobre 2007

Boicottiamo Halloween dans Halloween divisore-halloween 

SALVIAMO LE NOSTRE RADICI, BOICOTTIAMO HALLOWEEN

Famiglie ed educatori imparino a decodificarlo per capire quanto sia necessario combatterlo. E’ un aspetto in apparenza ridicolo, in realtà tragico, di un atteggiamento profondamente anticattolico.

Ho un invito, anzi una raccomandazione urgente da fare a tutti: specialmente alle famiglie, agli insegnanti, agli animatori sociali, agli esercenti. Boicottate l’Halloween. Fatelo subito, adesso: e organizzatevi in modo che questa vergogna sia spazzata dalle nostre abitudini. Prima che qualcuno possa dire che si tratta di una «tradizione». Oggi si parla molto d’identità: e c’è chi ritiene che la propria identità si tuteli combattendo quelle altrui. Ad esempio, l’apertura di una nuova moschea potrebbe mettere in pregiudizio le chiese cattoliche. Non si vede proprio perché: chi sa cos’è una chiesa ed è abituato a frequentarla guarderà con tutto il dovuto rispetto a qualunque luogo di culto non-cattolico, ma non proverà alcuna attrazione religiosa verso di esso. Le tradizioni vengono minacciare solo dal loro interno: vale a dire dalla loro mancanza di forza interiore. E dalla confusione. Ecco perché bisogna capire che l’indecorosa mascherata di diavoli, fantasmi, streghe, vampiri e zoombies che da qualche anno popola l’inizio di novembre un po’ in tutto il cosiddetto «Occidente», e non solo, non è soltanto un piccolo Carnevale di pessimo gusto. E’ un vero e proprio attentato alla nostra identità profonda, al senso di solidarietà tra noi e quanti ci hanno preceduto in questa vita, alle nostre tradizioni. Halloween è un ritorno ateizzato e in prospettiva demonizzato a consuetudini pagane che il cristianesimo, aveva non solo vinto, ma anche già accolto per quel che esse avevano di positivo. Halloween è un aspetto in apparenza ridicolo, in realtà tragico, dell’apostasia cattolica dei giorni nostri. Impariamo a decodificarlo per capire quanto sia necessario combatterlo. Le feste dedicate ai defunti e agli antenati, quindi alla fecondità garantita da chi ha già affrontato il ciclo naturale della morte e della rinascita, sono comuni a molti sistemi etnoreligiosi. E nelle «feste dei morti». E’ abbastanza comune che essi rechino anche dei doni ai vivi: il morto appartiene all’immaginario dell’eterno ciclo naturale del nascere e dello spegnersi, del letargo e del rifiorire della natura. Nella nostra Europa, le culture celtiche usavano distinguere l’anno in tre grandi stagioni di quattro mesi lunari ciascuna: all’inizio di una di esse. Quella autunno-invernale, c’era la festa del Samain, dedicata ai morti e principalmente agli antenati. Tale festa pagana si era mantenuta nelle aree di più profonda tradizione celtica (la Francia e in particolare la Bretagna, la Galizia, l’Irlanda, la Scozia, il Galles) e tracce di essa, caratterizzata da certe usanze sacrificali, erano ancora evidenti nell’XI secolo. Spettò ai benedettini dell’abbazia di Cluny in Borgogna avviare un’iniziativa – fondata sul principio dell’acculturazione, cioè dell’accoglimento formale di una tradizione e della metabolizzazione del suo significato – in forza della quale l’antica festa celtica degli antenati divenne il giorno memoriale dei Santi e quindi dei Morti, con tutto il corredo di preghiere e suffragi. Ma nei paesi nei quali durante il Cinquecento, trionfò la Riforma, la ricorrenza dei Santi e dei Morti fu naturalmente abolita. Col risultato che la sua celebrazione tornò, nelle aree rurali del vecchio mondo celtico, a un folkore dell’Aldilà privo di sacralizzazione ed esposto quindi ai rischi di cadere nella superstizione e nella stregoneria.

Gli inglesi e gli scozzesi emigrati nel Nuovo mondo ve la radicarono fra Otto e Novecento. Poi, al contrario con la degenerazione romantico-macabra del gusto e della letteratura, la «festa dei Morti» di ancestrale tradizione celtica, perduta la sua giustificazione cristiana, si trasformò in una specie di celebrazione del convegno dei defunti con streghe e demoni (dimenticando tra l’altro che “Halloween” in inglese vuol dire “vigilia di Ognissanti”). Questo gusto, questa specie di pseudotradizione pagano-ateistico-satanista, dell’America è tornata a invadere l’Europa, sotto l’alibi dell’ingenua usanza dei giochi e degli scherzi infantili: una specie di Epifania e di Carnevale entrambi fuori stagione. Non è così. E’ un’usanza che cancella le care tradizioni di memoria e di raccoglimento attorno al ricordo dei nostri cari che non sono più di questo mondo e mina alle radici del principio cristiano della comunione dei Santi, vale a dire del rapporto e della solidarietà di tutti i fedeli in grazia di Dio, viventi o defunti che siano. Quello della festività di Ognissanti e della celebrazione dei defunti è un territorio spirituale da riconquistare e da difendere contro l’inquinamento di una pseudotradizione al tempo stesso consumistica e anticattolica. Educatori e famiglie debbono mobilitarsi contro questa diseducazione del buon gusto, contro questa profanazione del mistero della morte e della vita dopo la morte, che davvero rischia di tagliare le nostre radici profonde. Dove sono, a difenderci da questi pericoli, i paladini indefessi della Padania e dell’Europa «cristiane», temi tanto utili in periodo elettorale?
Franco Cardini

halloween-divisore dans Halloween

L’ESORCISTA DELLA SANTA SEDE: HALLOWEEN E’ UN OSANNA AL DIAVOLO

“Penso che la società italiana stia perdendo il senno, il senso della vita, l’uso della ragione e sia sempre più malata. Festeggiare la festa di Halloween è rendere un osanna al diavolo. Il quale, se adorato, anche soltanto per una notte, pensa di vantare dei diritti sulla persona. Allora non meravigliamoci se il mondo sembra andare a catafascio e se gli studi di psicologi e psichiatri pullulano di bambini insonni, vandali, agitati, e di ragazzi ossessionati e depressi, potenziali suicidi”. La condanna e’ dell’esorcista della Santa Sede, già presidente dell’associazione internazionale degli esorcisti, il modenese padre Gabriele Amorth.

I macabri mascheramenti, le invocazioni apparentemente innocue altro non sarebbero, per l’esorcista, che un tributo al principe di questo mondo: il diavolo. “Mi dispiace moltissimo che l’Italia, come il resto d’Europa, si stia allontanando da Gesù il Signore e, addirittura, si metta a omaggiare satana”, dice l’ esorcista secondo il quale “la festa di Halloween è una sorta di seduta spiritica presentata sotto forma di gioco. L’astuzia del demonio sta proprio qui. Se ci fate caso tutto viene presentato sotto forma ludica, innocente. Anche il peccato non è più peccato al mondo d’oggi. Ma tutto viene camuffato sotto forma di esigenza, libertà o piacere personale. L’uomo – conclude – è diventato il dio di se stesso, esattamente ciò che vuole il demonio”. E ricorda che intanto, in molte città italiane, sono state organizzate le ‘feste della luce’, una vera e propria controffensiva ai festeggiamenti delle tenebre, con canti al Signore e giochi innocenti per bambini.

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