Il beato Carlo Acutis sarà canonizzato

Posté par atempodiblog le 23 mai 2024

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La madre del “Beato Carlo Acutis” Antonia Salzano, ha fatto un sogno con San Francesco d’Assisi che le ha detto:

– «Suo figlio occupa un posto molto alto in cielo e dopo essere stato canonizzato, ne verrà una: Generazione di santi».

Poi lei sognò suo figlio Carlo che le disse:

– «Sarò beatificato presto e poco dopo Canonizzato».

Tratto da: San Michele Arcangelo shalom

Carlo-Acutis-canonizzazione dans Carlo Acutis

Il beato Carlo Acutis sarà canonizzato
COMUNICATO DELLA POSTULAZIONE

Lodiamo il Signore per questa grande notizia!

Oggi, giovedì 23 maggio, Papa Francesco, ricevendo in udienza il Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, ha autorizzato il medesimo Dicastero a promulgare il decreto riguardante il miracolo attribuito al Beato Carlo Acutis.
Con questa decisione del Pontefice si giunge al felice esito della Causa aprendo la via alla canonizzazione.
Il Papa prossimamente convocherà un Concistoro ordinario pubblico
nel quale fisserà la data della cerimonia della canonizzazione.
Ringraziamo il Signore che nella Sua Provvidenza ha disposto che
Carlo Acutis venga iscritto nel Catalogo dei Santi.
La nostra gratitudine va anche a Papa Francesco che ha approvato questo ultimo passo dell’iter di canonizzazione.
Estendiamo la nostra riconoscenza ai fedeli di tutto il mondo che hanno pregato e continuano a rivolgersi a Carlo Acutis.

Dott. Nicola Gori
Postulatore della Causa.

Tratto da: Associazione Amici di Carlo Acutis

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Carlo Acutis/ Un tesoro da custodire gelosamente: la devozione alla Beata Vergine Maria

Posté par atempodiblog le 20 février 2024

Carlo Acutis/ Un tesoro da custodire gelosamente: la devozione alla Beata Vergine Maria
di fr. Benedetto Penza – L’Osservatore Domenicano

Carlo Acutis/ Un tesoro da custodire gelosamente: la devozione alla Beata Vergine Maria dans Carlo Acutis Carlo-Acutis-e-i-pastorelli-di-Fatima

Carlo dopo la SS. Eucaristia ha sempre avuto una grandissima devozione per la Madonna. Per lui erano molto importanti i luoghi dove nel corso dei secoli la Vergine si era manifestata sia per operare miracoli, sia per guidare i suoi figli alla vera vita. L’ultimo viaggio che fece Carlo nel 2006 fu proprio in un luogo mariano, ovvero a Fatima. Carlo aveva avuto molti segni dai pastorelli di Fatima. Aveva sognato anche Francisco che gli chiedeva di riparare e offrire sacrifici affinché la gente amasse e onorasse di più l’Eucaristia. Pochi giorni dopo la morte di suor Lucia, avvenuta nel 2005, Carlo la sognò mentre gli diceva che con la pratica dei Primi Cinque Sabati del mese si potevano cambiare i destini del mondo.

Un’altra volta, quando aveva circa otto anni, aveva visto la Madonna di Fatima che durante una processione in chiesa si fermava davanti a lui e gli donava il suo Cuore e glielo poggiava sul petto. Gli diceva di consacrarsi al suo Cuore Immacolato e al Sacro Cuore di Gesù.

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L’Angelo custode

Posté par atempodiblog le 2 octobre 2023

“Chiedi continuamente aiuto al tuo Angelo custode che deve diventare il tuo migliore amico”.

Beato Carlo Acutis

L'Angelo custode dans Carlo Acutis Carlo-Acuris-e-l-Angelo-custode

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Istituzione della festa del Corpus Domini (Belgio, Liegi, 1374)

Posté par atempodiblog le 11 juin 2023

Istituzione della festa del Corpus Domini (Belgio, Liegi, 1374)
Tratto da: Beato Carlo Acutis • Miracoli Eucaristici ed Apparizioni Mariane

Istituzione della festa del Corpus Domini (Belgio, Liegi, 1374) dans Carlo Acutis Beato-Carlo-Acutis-Miracoli-Eucaristici-ed-Apparizioni-Mariane

«Sebbene l’Eucaristia ogni giorno venga solennemente celebrata, riteniamo giusto che, almeno una volta l’anno, se ne faccia più onorata e solenne memoria. Le altre cose infatti di cui facciamo memoria, noi le afferriamo con lo spirito e con la mente, ma non otteniamo per questo la loro reale presenza. Invece, in questa sacramentale commemorazione del Cristo, anche se sotto altra forma, Gesù Cristo è presente con noi nella propria sostanza. Mentre stava infatti per ascendere al cielo disse:
“Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt 28,20)».

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Carlo Acutis, oggi l’anniversario della nascita del Beato legato fortemente al Cilento

Posté par atempodiblog le 3 mai 2023

Carlo Acutis, oggi l’anniversario della nascita del Beato legato fortemente al Cilento
Carlo Acutis era un giovane speciale, che non si è mai accontentato di vivere la fede in modo superficiale, ma ha cercato di approfondirla e di farla conoscere agli altri, soprattutto ai giovani
di Luisa Monaco – Info Cilento

Carlo Acutis, oggi l’anniversario della nascita del Beato legato fortemente al Cilento dans Carlo Acutis Auguri-di-compleanno-beato-Carlo-Acutis

Il 3 maggio 1991 nasceva a Londra il beato Carlo Acutis, una figura che ha segnato il mondo della fede e della tecnologia. Carlo era un giovane appassionato di informatica, sport e animali, ma soprattutto della fede, che viveva con gioia e contagiosità.

Il legame con il Cilento
Il suo legame con il Cilento era molto forte, essendo la madre originaria di Centola. Carlo e la sua famiglia visitavano spesso questa terra meravigliosa, dove lui stesso ha avuto modo di conoscere il Santuario Eucaristico di San Mauro La Bruca, di cui è diventato il grande ambasciatore nel mondo.

Carlo Acutis era un giovane speciale, che non si è mai accontentato di vivere la fede in modo superficiale, ma ha cercato di approfondirla e di farla conoscere agli altri, soprattutto ai giovani. Per questo motivo, ha creato una mostra sui miracoli eucaristici che ha fatto il giro del mondo, dimostrando che la fede può essere vissuta in modo moderno e accattivante.

Il suo slogan, “l’Eucarestia è la mia autostrada per il Cielo”, dimostra la sua grande devozione verso questo Sacramento, che per lui era il centro della sua vita. Carlo partecipava alla messa ogni giorno, per incontrare Gesù e riceverlo nella Santa Comunione, e trascorreva del tempo in adorazione per stare con lui.

Chi era Carlo Acutis
Ma Carlo non si limitava a vivere la fede in modo personale, ma cercava di condividerla con gli altri, soprattutto con i più bisognosi. Aveva un grande cuore per i poveri, i senza fissa dimora e i bisognosi, ai quali portava cibo e indumenti.

Per Carlo, la fede non era solo una questione personale, ma doveva essere testimoniata agli altri, soprattutto ai giovani. Diceva: “Tutti nasciamo come originali, ma la maggior parte finisce per vivere come fotocopie”, invitando i coetanei a vivere la fede in modo autentico e personale.

La vita di Carlo è stata breve ma intensa, segnata dalla malattia che lo ha portato alla morte giovanissimo, a soli 15 anni, il 12 ottobre 2006. Ma la sua fama di santità è rimasta e si è diffusa in tutto il mondo. Lo scorso ottobre, è stato beatificato dal Papa, diventando uno dei santi moderni più amati ed invocati in tutto il mondo.

Oggi, vogliamo ricordare Carlo Acutis anche per il suo legame con il Cilento, la terra di cui la madre era originaria e che lui stesso ha amato tanto. Questo giovane straordinario è diventato un ponte tra il Cilento e il mondo intero, portando la bellezza della fede e della tecnologia in ogni parte del globo.

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La corona del Rosario, “arma” dei Santi

Posté par atempodiblog le 18 février 2023

La corona del Rosario, arma dei Santi
Da Padre Pio a Carlo Acutis, da S. Alfonso a S. Giovanni Bosco la recita del Rosario è stata sempre parte integrante della vita spirituale dei Santi
di Gianluca Giorgio – ACI Stampa
Carlo Acutis: “Il Rosario è la scala più corta per salire in Cielo” dans Carlo Acutis Il-Rosario-la-scala-pi-corta-per-salire-in-Cielo-Beato-Carlo-Acutis

Il Rosario è una forma di preghiera che nasce all’interno dell’Ordine domenicano. Incoraggiata nelle Regole della fraternità di San Domenico, questa rappresenta uno dei modi più autentici di pregare la Madre di Dio. San Domenico, il beato Alano della Rupe e molti altri santi ne hanno custodito il segreto e la devozione.

Tra questi brilla anche San Pio da Pietrelcina. Sacerdote cappuccino, scomparso nel 1968, ne diffuse il culto e la spiritualità. Devotissimo alla Madonna, incoraggiava i propri devoti alla recita, fedele e costante, della preghiera mariana. Per loro disegnò i Gruppi di preghiera che si riuniscono, ogni mese, per la celebrazione della Messa, preceduta dalla recita del Rosario. Amava ripetere che la Madonna non gli aveva mai negato una grazia. La chiamava l’arma, non separandosene mai. Alla morte la lasciò in eredità ai suoi figli spirituali sparsi nel mondo, in continuità con il proprio apostolato sacerdotale.

Questa insegna a vivere con Cristo e Maria per le strade della vita. I venti misteri, gioiosi, gloriosi, dolorosi e luminosi, rivivono la vita del Redentore, permettendo di meditare sul mistero assunto. Questo è tanto altro è contenuto nel mistero di questa orazione, che è stata definita il breviario del Popolo di Dio.

Sant’Alfonso Maria de Liguori, il beato Carlo Acutis, San Serafino da Montegranaro, e molti santi hanno intessuto la propria giornata di rosari.

Don Dolindo Ruotolo e il venerabile Marcellino da Capradosso la recitavano, per la strada, in cammino. San Giovanni Bosco la diffuse nei propri oratori e per i suoi ragazzi.

Un tempo, nelle famiglie, si recitava la corona tutte le sere. Chiunque può, in pochi minuti, recitarlo in strada, in macchina o in casa. Un solo mistero o i cinque misteri di dieci poste, aiutano il contatto con Maria. Oggi come ieri e domani il santo Rosario resta una delle preghiere più belle che le persone possono rivolgere alla propria Madre, per onorala ma di più amarla.

Divisore dans San Francesco di Sales

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La voglia di essere santi

Posté par atempodiblog le 1 novembre 2021

La voglia di essere santi dans Carlo Acutis Acutis

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Carlo Acutis e Aparecida, più di una data liturgica in comune

Posté par atempodiblog le 12 octobre 2021

Carlo Acutis e Aparecida, più di una data liturgica in comune
Come Nostra Signora Aparecida, Carlo Acutis ha un forte legame con il Brasile, ed è curioso che non abbia mai visitato il Paese

di José Miguel Carrera – Aleteia

Carlo Acutis e Aparecida, più di una data liturgica in comune dans Apparizioni mariane e santuari Carlo-Acutis-e-l-Aparecida

Il giovane Carlo Acutis, beatificato nel 2020, viene celebrato dalla Chiesa il 12 ottobre, giorno della festa di Nostra Signora Aparecida. È stata in questa data, nel 2006, che l’adolescente è partito per la Casa del Padre ad appena 15 anni.
Non è solo la data liturgica che lui e la padrona del Brasile hanno in comune: entrambi hanno conquistato il cuore dei devoti brasiliani.

Pur senza aver mai visitato il Brasile, Acutis ha un fortissimo legame con il Paese. Uno dei miracoli riconosciuti dal Vaticano nel processo di beatificazione del giovane italiano è infatti avvenuto in Brasile.

Il miracolo di Carlo Acutis in Brasile
Il Vaticano ha riconosciuto il miracolo avvenuto per intercessione di Carlo Acutis in cui un bambino brasiliano dello Stato del Mato Grosso do Sul è guarito da una rara malattia nota come anomalia congenita del pancreas.

Il 12 ottobre 2010, in una cappella dedicata a Nostra Signora Aparecida, il piccolo ha ricevuto la benedizione sacerdotale con la reliquia di Carlo Acutis. Dopo la benedizione, la famiglia riferisce che è guarito. Non è stata sicuramente una mera coincidenza…

Devozione alla Madonna
Un altro forte legame tra Carlo Acutis e Aparecida: nella stanza di Carlo c’è un’immagine di Nostra Signora Aparecida, che la madre ha ricevuto da un sacerdote brasiliano. Il beato nutriva una forte devozione per Maria, e una volta ha affermato “La Vergine Maria è stata l’unica donna della mia vita”.

Oltre a questo, il giovane recitava il Rosario e riceveva l’Eucaristia tutti i giorni. È arrivato a dire: “Ricordate di recitare il Rosario tutti i giorni”, “Il Rosario è la scala più breve per arrivare al cielo”, “Dopo la Santa Eucaristia, il Santo Rosario è l’arma più potente per combattere il demonio”.

Non va dimenticato che vicino ai 15 anni (non si conosce l’età esatta) Maria di Nazaret ha accettato di essere la madre del Verbo di Dio incarnato. Anche il giovane Carlo Acutis a 15 anni è partito per le braccia di Gesù e Maria. Ora la Madonna, che Carlo ha tanto amato e ammirato, sta sicuramente aiutando il giovane per intercedere per il Brasile e per il mondo intero.

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12 ottobre/ Memoria liturgica del Beato Carlo Acutis, le celebrazioni ad Assisi

Posté par atempodiblog le 11 octobre 2021

Memoria liturgica del Beato Carlo Acutis, le celebrazioni ad Assisi
Martedì 12 ottobre ricorre la Memoria liturgica del Beato Carlo Acutis. Ecco il programma della festa del giovane ad Assisi
di Veronica Giacometti – ACI Stampa

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Martedì 12 ottobre ricorre la Memoria liturgica del Beato Carlo Acutis. Sono tante le iniziative e le celebrazioni che si terranno nella Chiesa di Santa Maria Maggiore-Santuario della Spogliazione ad Assisi, dove si trova la tomba del giovane beatificato un anno fa.

La diocesi di Assisi fa sapere che lunedì 11 ottobre mattina alle ore 11 ci sarà la santa messa, nel pomeriggio alle ore 17,30 il santo rosario e a seguire alle ore 18 la celebrazione eucaristica presieduta dal vicario generale don Jean Claude Kossi Anani Djidonou Hazoumé. In serata alle ore 20,30 si terrà la veglia di preghiera dei giovani della cattedrale di San Rufino.

Il 12 ottobre, giorno della Memoria liturgica di Carlo, alle ore 11 la santa messa sarà presieduta dal vicario provinciale della Provincia dei Frati minori, fra Marco Gaballo. Nel pomeriggio al santo rosario delle ore 17,30 seguirà (ore 18) la santa messa presieduta dal vescovo diocesano monsignor Domenico Sorrentino.

Tutti gli appuntamenti saranno trasmessi in diretta su Maria Vision (canale 602 Umbria), sulla pagina Facebook Diocesi Assisi-Nocera-Gualdo e sul sito della Diocesi www.diocesiassisi.it.

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«Soffrire per salvare anime: Teresita, bimba già santa»

Posté par atempodiblog le 14 mars 2021

Intervista all’amico sacerdote
«Soffrire per salvare anime: Teresita, bimba già santa»
Colpita da un tumore, Teresita è salita al Cielo a 10 anni, dopo che la Chiesa l’ha riconosciuta missionaria, compiendo il suo più grande desiderio. Padre Alvaro, sacerdote legato alla famiglia, racconta alla Bussola che «ha offerto le sue sofferenze a Gesù per la gente, i malati, i preti». Diceva: «Vorrei portare gli altri a Gesù, ai bambini che non lo conoscono, così che vadano al Cielo felici».
di Benedetta Frigerio – La nuova Bussola Quotidiana
Tratto da: 
Radio Maria

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Si chiama Teresita e si comprende ora quanto il suo nome non sia un caso. La vita della piccola volata in cielo a Madrid il 7 marzo all’età di 10 anni, giorno in cui la Chiesa ricorda con Felicita anche Perpetua, la santa a lei molto cara, sta facendo il giro della Spagna. Come mai? A raccontare alla Nuova Bussola Quotidiana perché questa bimba stia già colpendo tanti cuori è padre Alvaro Cardenas Delgado, sacerdote legato alla famiglia.

Il prete spiega che “Teresita Castilla de Diego è nata in Siberia ed è arrivata in Spagna all’età di 3 anni, dopo che era stata adottata dai suoi genitori spagnoli”. Colpisce che fin da piccola, nonostante la separazione dalla madre naturale, proprio come accaduto a santa Teresina di Lisieux, di cui portava il nome, era “gioviale, allegra, enormemente socievole e comunicativa, amava la sua famiglia e viveva tutto con intensità”.

Forse proprio la sua provenienza la rese, esattamente come la santa, “sensibile ai poveri e ai malati” gia’ dimostrando “una vita spirituale molto semplice, ma profonda e forte”. Tanto che sua madre ha raccontato che “nessuno gli era indifferente, ha dato il suo amore a tutti. Ha parlato ai poliziotti, ai postini…a tutti. Ogni volta che c’era un povero alla porta della chiesa, si fermava a parlargli”. Inoltre, sebbene “come tutti i bambini voleva giocare…andava a Messa tutti i giorni a ricevere la comunione nella sua scuola madrilena delle Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore, a Galapagar”.

La piccola, sempre come la sua patrona, è “morta in odore di santità”: infatti, “come i bambini di Fatima ha offerto le sue sofferenze a Gesù come una missione a favore dei sacerdoti, delle missioni e della salvezza di chi non conosce l’amore di Dio”. Una consapevolezza maturata attraverso “la sofferenza causata da un tumore alla testa che l’ha colpita quando aveva 5 anni”.

La malattia di Teresita si è presentata nel 2015, per cui fu subito sottoposta ad un “trattamento iniziale: un intervento chirurgico per rimuovere la massa tumorale e la chemioterapia di un anno, che ebbero successo”. Tre anni dopo però, nel 2018, il tumore è ricomparso. Per cui la bimba “ha dovuto subire una nuova operazione e un nuovo trattamento in Svizzera”. Come se non bastasse “un incidente durante il gioco, avvenuto alla fine del 2020, l’ha riportata in ospedale e il 2 gennaio di quest’anno è stata nuovamente ricoverata per forti mal di testa”. Teresita ha sofferto moltissimo ma le consolazioni non sono mai mancate.

Padre Alvaro ricorda che “prima dell’operazione, prevista per l’11 gennaio di quest’anno, fu affidata al ​​beato Carlo Acutis e alla venerabile Montse Grases”. Teresita chiese di vedere Carlo in sogno e il Signore le concesse tanto, “tuttavia non è stato possibile eseguire l’intervento chirurgico a causa di una complicanza medica. Alla prova si è aggiunto il fatto che Teresita e sua madre sono risultate positive al coronavirus, quindi hanno dovuto rimanere isolate”. Non è finita, perché “la valvola (posta nel cervello) si è guastata, era intasata e questo gli ha causato un grande dolore. Nel frattempo il tumore ha continuato a crescere senza possibilità di intervento”.

Eppure “Teresita ha vissuto questa situazione con la sua forte spiritualità. Secondo la testimonianza di sua madre: ‘Aveva offerto le sue sofferenze, credendo che Gesù ne approfittasse per salvare più anime e più anime’. Teresita aveva detto alla madre: ‘Lo offro per il popolo, per qualcuno che è malato, per i preti…’. O ancora: ‘Vorrei portare gli altri a Gesù, ai bambini che non lo conoscono, così che vadano al cielo felici per sempre’”.

La bambina era serena, affidata a Dio, che pregava sempre, e alla Madonna a cui si consegnava tramite il Rosario quotidiano. Il cielo per lei era una realtà così prossima che “qualche mese prima aveva detto più volte e molto seriamente a suo padre: “Papà, vado in paradiso!”. A dire da dove veniva tanta gioia in mezzo a tale sofferenza. La sua vita si è poi compiuta con il coronamento della sua vocazione. La piccola, infatti, sognava di diventare missionaria, proprio come santa Teresina di Lisieux. Ma se la prima lo fu entrando in clausura affinché Cristo fosse conosciuto, lei lo è stata soffrendo e sacrificando la vita. E ricordando ai missionari di tutto il mondo che a salvare le anime non è l’attivismo ma l’amore a Dio, la consegna a Lui e alla sua volontà.

Non a caso, prosegue il sacerdote, “prima della sua morte, la Chiesa di Madrid la nominò ufficialmente missionaria”. Ed è questo episodio che ha permesso la diffusione della sua fama di santità: “La vita luminosa di questa ragazza e l’offerta d’amore delle sue sofferenze sarebbero probabilmente cadute nell’oblio se padre Angel Camino Lamela, vicario diocesano di Madrid, non l’avesse conosciuta l’11 febbraio, giorno della memoria Vergine di Lourdes e Giornata Mondiale del Malato.

Ogni anno il vicario visita un ospedale, vi celebra la Messa, saluta i dottori e le infermiere e porta il sacramento dell’unzione degli infermi e della Comunione ad un malato. Quest’anno ha visitato l’ospedale di La Paz, dove era ricoverata Teresita e i cappellani hanno invitato il vicario ad incontrarla, come ha raccontato lo stesso vicario in una lettera inviata a tutti i suoi fedeli: ‘Siamo arrivati ​​in terapia intensiva adeguatamente attrezzati, ho salutato medici e infermieri, poi mi hanno portato al letto di Teresita che era accanto a sua madre Teresa.

Una benda bianca le circondava tutta la testa, ma il suo viso era abbastanza scoperto da scorgere un volto davvero luminoso’. Il vicario ha spiegato alla piccola di essere andata a trovarla ‘a nome del cardinale arcivescovo di Madrid per portargli Gesù’.

A quel punto la bimba gli chiese: “Mi porti Gesù, giusto?”, aggiungendo: “Sai una cosa? Amo molto Gesù ”. In quel momento la madre, invitò la figlia a dire al vicario cosa desiderava e Teresita ha risposto: “Voglio fare la missionaria”. Il vicario ha ammesso che la risposta era “del tutto inaspettata per me. Prendendo la forza che non avevo, per l’emozione che mi ha suscitato, le ho detto: ‘Teresita, ti sto rendendo missionaria della Chiesa in questo momento e questo pomeriggio ti porterò il documento che lo accredita e la croce missionaria’”.

Il vicario ha poi amministrato il sacramento dell’Unzione e le ha dato la Comunione e la benedizione apostolica del papa, come spiega nella sua lettera: “È stato un momento di preghiera, estremamente semplice, ma profondamente soprannaturale. Si sono unite a noi alcune infermiere che ci hanno scattato spontaneamente alcune foto, per me del tutto inaspettate, e che rimarranno un ricordo indelebile. Ci siamo salutati mentre lei, con la madre, è rimasta a pregare e ringraziare”.

Dopo aver lasciato l’ospedale, continua padre Alvaro, “padre Ángel ha redatto il documento in cui la costituiva missionaria, ha preso la croce del missionario e alle cinque del pomeriggio è tornato di nuovoin ospedale per portarli Teresita. Appena la madre della bimba lo ha visto, ha esclamato ad alta voce: ‘Teresita, non posso crederci! Il vicario sta arrivando con il regalo per te’. La bimba ha quindi preso tra le mani il documento e la croce e ha chiesto alla madre di appenderlo vicino al letto: ‘Metti quella croce sulla sbarra così posso vederla bene, e domani la porterò in sala operatoria. Sono già missionaria’”.

Padre Alvaro sottolinea il potere consolatorio di “quel regalo, arrivato a Teresita in un momento particolarmente difficile, dopo due mesi di terribili dolori, esami e operazioni in un reparto di terapia intensiva dell’ospedale. Come ha spiegato la madre di Teresita all’arcidiocesi di Madrid: ‘Allora aveva già due valvole che si erano guastate e ogni volta che accadeva le faceva molto male’”.

Eppure, quello stesso giorno Teresita “ha inviato alla zia, sua madrina, un messaggio vocale dicendole che era stata nominata missionaria. Con una voce molto dolce, come chi è molto stanco ma trae forza da altro, ha detto: ‘Ciao zia, ti dico una cosa molto importante per me, questa mattina dopo aver ricevuto l’Unzione e la Comunione, il Il vicario di Madrid mi ha fatto missionaria: sono già missionaria’”.

Segnata dai patimenti, nelle sue ultime settimane di vita la bimba “era come una donna crocifissa”, ha detto la madre, che “di fronte all’impossibilità per Teresita di bere, le ha messo in bocca una garza imbevuta d’acqua”, continua il sacerdote. La madre ha poi aggiunto che “ho visto un martirio nella malattia di mia figlia e ogni volta che entrava nella stanza di terapia intensiva era come andare al Calvario. La ragazza non poteva più parlare, ma sapevo che mia figlia offriva tutta la sua sofferenza. Teresita era molto innamorata di Gesù. Disse a sua nonna che prima di amarla, doveva amare di più Gesù”. E “In mezzo al dolore più forte ha detto quasi senza voce: Sacro Cuore di Gesù, confido in Te”.

Padre Alvaro conferma che “più soffriva, più cresceva il suo desiderio”. Come disse a sua madre qualche giorno prima di diventarlo: “Voglio fare la missionaria adesso!”. Non solo, perché dopo che il vicario episcopale l’ha costituita tale, è accaduto un fatto che lo ha sbalordito, come ha raccontato lui stesso: “Quello che non potevo immaginare è che, attraverso i contatti dei genitori, questa testimonianza sia arrivata alle orecchie del Delegato della Missione Nazionale”, che lo ha chiamato affermando che “questa testimonianza ha fatto il giro dell’intero mondo missionario spagnolo che ha già fatto di Teresita una nuova protettrice per i bambini in missione”.

Certamente anche i genitori di Teresita, proprio come Luigi Martin con la figlia, hanno accolto eroicamente la missione della piccola, come dimostrano le parole materne: “Un giorno mi ha chiesto il motivo di quel dolore e le ho spiegato che lei era un’amica intima di Gesù che glielo ha dato per partecipare alla sua croce e lei ha capito perfettamente”.

La convinzione che la bimba sia santa viene dalla Chiesa, che il giorno della salita al cielo di Teresita, tramite il vicariato, ha mandato un messaggio all’impresa di pompe funebri: “Se Teresita non è in Paradiso, allora lì non c’è nessuno”. Perciò, conclude padre Alvaro, “ha invitato tutti ad affidarsi a Teresita, convinti che abbiamo un grande avvocata in cielo. Una convinzione che si estende dove si incontra la sua testimonianza di vita”.

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Non si conosce la possibilità dell’Inferno

Posté par atempodiblog le 11 octobre 2020

“Quando non si conosce il giudizio di Dio, non si conosce la possibilità dell’Inferno, del fallimento radicale e definitivo della vita, non si conosce la possibilità e la necessità della purificazione. Allora l’uomo non lavora bene per la terra perché perde alla fine i criteri, non conosce più se stesso, non conoscendo Dio, e distrugge la terra”.

Benedetto XVI

Non si conosce la possibilità dell'Inferno dans Carlo Acutis Beato-Carlo-Acutis

“Se veramente le anime corrono il rischio di dannarsi, come le Scritture affermano, e in modo particolare la Madonna apparendo a Fatima nel 1917 ha confermato, mi chiedo il motivo per cui oggi non si parli quasi mai dell’Inferno, perché è una cosa talmente terribile e spaventosa che mi fa paura il solo pensarci”.

del Beato Carlo Acutis
Tratto da: Un genio dell’informatica in Cielo. Biografia del Servo di Dio Carlo Acutis, di Nicola Gori. Libreria Editrice Vaticana

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Ecco la piccola via di Carlo Acutis alla santità

Posté par atempodiblog le 10 octobre 2020

Ecco la piccola via di Carlo Acutis alla santità
Già chiamato dal popolo il Patrono di Internet, il giovanissimo ragazzo milanese seppe usare persino i nuovi mezzi di comunicazione a vantaggio delle anime, per il Regno di Dio. Ma il segreto che lo portò dritto in Paradiso fu uno solo e fu più reale che mai: l’amore esclusivo per l’Eucaristia, Cuore vivo di Gesù.
di Costanza Signorelli  – La nuova Bussola Quotidiana

Ecco la piccola via di Carlo Acutis alla santità dans Articoli di Giornali e News Beato-Carlo-Acutis

Quando San Pio X pubblicò il decreto Quam Singulari con cui abbassò a sette anni, quasi dimezzandola, l’età per ricevere la Santa Eucaristia, motivò così la sua scelta: “Ci saranno santi tra i bambini”.

Era il 1910 e nessuno poteva immaginare che, a distanza di circa cento anni, il Paradiso avrebbe accolto un santo bambino che fece, esattamente dell’Eucaristia, il centro della sua vita e la sua “autostrada per il Cielo”.

Stiamo parlando di Carlo Acutis (1991-2006) che proprio oggi, sabato 10 ottobre alle ore 16:30, verrà beatificato presso la Basilica superiore di San Francesco ad Assisi, con rito presieduto dal cardinale Agostino Vallini.

Carlo, a ben vedere, non è che uno tra le schiere di pargoletti che da quella profezia salutarono la terra con il profumo di santità. Primi tra tutti i due Pastorelli di Fatima, Francesco e Giacinta Marto.

Il giovane milanese, dal canto suo, ha speso tutta la sua breve esistenza, fino all’offerta della vita, per amore di Gesù, di Maria Santissima e della Chiesa. È salito al Cielo il 12 ottobre del 2006, a soli 15 anni, per una leucemia fulminante.

Il suo corpo, dall’1 al 17 ottobre, rimarrà esposto alla venerazione dei fedeli presso il Santuario della Spogliazione, ove già riposa dall’aprile del 2019, data della sua traslazione in loco.

Beato-Carlo-Acutis dans Carlo Acutis

IL FUTURO “PATRONO DI INTERNET”
Ebbene, la profezia di Pio X, che già stupiva i teologi del primo Novecento, abituati a separare i bambini dalle cose di Dio, suona ancora più incredibile, se si pensa che uno dei maggiori campi in cui il nuovo Beato ha giocato il suo apostolato è stato quello di Internet, per cui il ragazzino era dotato di doni assolutamente fuori dal comune.

Tantissime sono le testimonianze della sua genialità in materia informatica, tanto che Carlo Acutis rappresenta senz’altro un virtuoso modello di come si possano usare in modo sano e intelligente i nuovi mezzi di comunicazione, che oggi sono in grado di rovinare la vita dei giovanissimi come lui. Carlo, invece, con la grazia del Cielo, sapeva usare persino gli strumenti informatici, a vantaggio delle anime e per la costruzione del Regno di Dio.

Lo stesso Papa Francesco, proprio nell’Esortazione Apostolica dedicata alla santità, “Christus vivit”, ha parlato di Carlo in questi termini: “Ha saputo usare le nuove tecniche di comunicazione per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza”.

A tal proposito è ormai universalmente conosciuta la mostra sui Miracoli Eucaristici da lui ideata e realizzata, che ha fatto il giro dei più grandi santuari del mondo e, attraverso un sito dedicato, è interamente visitabile online.

Carlo-Acutis dans Fede, morale e teologia

UN SOLO CENTRO DI VITA: GESÙ EUCARISTIA
Sulle svariate virtù cristiane di Carlo Acutis si potrebbe parlare a profusione. Basti sapere che il domestico induista di casa Acutis – che accompagnava Carlo un po’ dappertutto: a scuola, in chiesa, dagli amici, al catechismo e che, tutte le sere, faceva con lui il giro del quartiere per distribuire ai poveri gli avanzi della cena – vedendo il suo modo di vivere e di morire, rimase tanto affascinato da convertirsi alla Chiesa Cattolica. Eppure, per quanto fosse chiaro già in vita il suo esercizio eroico delle virtù, su Carlo Acutis non abbiamo ancora detto nulla, se non parliamo del suo rapporto eccezionale con Gesù Eucaristia.

Come raccontò la mamma Antonia Acutis alla Nuova Bussola Quotidiana, la grande devozione di Carlo per l’Eucaristia cominciò sin da piccolissimo. A soli sette anni infatti ebbe il permesso di ricevere la Prima Comunione: da quel momento crebbe in lui il santo desiderio di andare a Messa tutti i giorni e così fece sino al giorno della sua repentina malattia e precoce partenza per il Cielo.

Dopo la Prima Comunione nel 1998, Carlo chiese con insistenza d ottenne che tutta la famiglia potesse fare la Consacrazione al Sacro Cuore di Gesù. Il motivo per lui era semplicissimo: “L’Eucaristia è veramente il Cuore di Gesù”.

Ogni volta che il bambino riceveva l’Ostia consacrata, recitava questa giaculatoria: “Gesù, accomodati pure! Fa come se fossi a casa tua!”. E per prepararsi all’incontro con Gesù, Carlo faceva tutti i giorni – prima o dopo la Messa – un poco di adorazione eucaristica. Il perché di questa sua devota abitudine, lo spiegava così: “Davanti al sole ci si abbronza, ma davanti all’Eucaristia si diventa santi!”.

Inoltre, Carlo a soli 11 anni iniziò a fare l’aiuto catechista: fu proprio in questa occasione che il fanciullo rimase davvero stupito e molto addolorato nel vedere quanta indifferenza ci fosse di fronte al Santissimo Sacramento. Tanto che spesso si domandava: “Com’è possibile che davanti ad un concerto rock, o a una partita di calcio, ci siano file interminabili di persone e poi davanti al Tabernacolo, dove è presente realmente Dio, si vedano così poche persone?”.

B-Carlo-Acutis dans Papa Francesco I

DESIDERIO DI SANTITÀ
Dal canto suo, Carlo desiderava diventare santo più di ogni altra cosa al mondo ed era profondamente convinto che non solo lui, ma tutti fossero chiamati alla santità. Per spiegare questa chiamata del Cielo che investiva davvero ogni uomo, Carlo ripeteva: “Tutti nascono originali, ma molti muoiono fotocopie”.

Ebbene, se qualcuno ora pensasse che le pie aspirazioni di Carlo venissero orientate da un contesto familiare marcatamente cattolico, rimarrebbe sorpreso nel sapere che in casa Acutis accadde esattamente il contrario. Sarà l’amore totalizzante e il desiderio così bruciante di Carlo per le cose del Cielo che “obbligherà” la fede tiepida e superficiale dei suoi genitori a diventare una fede autentica.

Mamma Antonia confessa che quando Carlo aveva circa cinque anni, imbarazzata dalle sue domande tanto precise e profonde su Gesù, arrivò persino ad iscriversi ad alcuni corsi presso la facoltà di teologia di Milano. E non esagera quando dice che il suo figlioletto è stato per lei come un piccolo salvatore, proprio perché l’ha salvata da una vita lontana da Dio.

Il bruciante desiderio di diventar Santo che accompagnò il piccolo grande Carlo per tutta la vita, lo preparò perfettamente anche alla morte, che per lui non era altro se non il sospirato momento dell’incontro con il suo adorato Gesù.

Così, quando entrò in ospedale per un improvviso malessere, che poi si rivelò una leucemia fulminante, Carlo capì subito cosa gli stesse accadendo. Da quel momento accettò ogni cosa con grande abbandono, comprese le tremende sofferenze di quei giorni: offrì tutto per il Papa e per la Santa Chiesa. E quando arrivò la “sua ora”, la accolse con il sorriso sulle labbra e il volto già trasfigurato da quella Luce eucaristica che aveva adorato per tutta la vita.

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Carlo Acutis: “Il Rosario è la scala più corta per salire in Cielo”

Posté par atempodiblog le 9 octobre 2020

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Carlo Acutis, un ragazzo pulito

Posté par atempodiblog le 1 octobre 2020

Carlo Acutis, un ragazzo pulito dans Carlo Acutis Carlo-Acutis

[…] ha lasciato in tutti l’impressione di un ragazzo “pulito”. Oggi, si sa, fin dalla tenera età, i ragazzi sono smaliziati. Mischiati in tutto agli adulti. I cellulari ti portano il mondo “dentro”. Cose belle e brutte. Imparare a discernere è decisivo.

Diverse testimonianze dicono che Carlo si difendeva bene, pronto com’era a ritrarre lo sguardo da immagini volgari. (“Se vedeva la televisione, era sempre vigilante se andavano in onda pubblicità scandalose, in quel caso si copriva gli occhi con la mano”: dalla testimonianza dei genitori in Positio pp. 299-300).

Ma anche a lui – immagino – non sarà stata risparmiata la lotta: che virtù sarebbe, senza lotta? Il segreto di tutto, nelle poche parole che gli piacevano anche perché facevano rima: “Non io, ma Dio”. E’ la stessa logica di Francesco: “Non più padre Pietro di Bernardone, ma Padre nostro che sei nei cieli”.

Tratto da: Originali non fotocopie. Carlo Acutis e Francesco d’Assisi, di Domenico Sorrentino. Ed. Francescane Italiane

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Carlo Acutis, esposizione del corpo intatto ad Assisi (FOTOGALLERY)

Posté par atempodiblog le 1 octobre 2020

Carlo Acutis, esposizione del corpo intatto ad Assisi (FOTOGALLERY)
Grande commozione e momenti di intensa preghiera per il giovane morto in fama di santità, che sarà beatificato il 10 ottobre
di Gelsomino Del Guercio – Aleteia

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«Consentire a più persone un momento di raccoglimento davanti alla tomba di Carlo Acutis (1991-2006), sia prima che dopo la beatificazione del 10 ottobre nella Basilica superiore di San Francesco».

Con questa motivazione il vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino, spiega l’esposizione del corpo intatto del giovane Venerabile, a partire da oggi 1 ottobre 2020, all’interno del Santuario della Spogliazione, ad Assisi, al termine della celebrazione della Messa da lui presieduta. «Il giorno della beatificazione – precisa – porteremo nel luogo della celebrazione una reliquia, ma il suo corpo resterà sempre qui fino al 17 ottobre».

Nello stesso arco temporale, la diocesi ha organizzato un ricco calendario di appuntamenti sulla figura di Carlo Acutis, morto a 15 anni in odore di santità, scandito da preghiere, celebrazioni liturgiche e momenti di animazione culturale (Vatican News, 1 ottobre).

Attesi 3mila fedeli alla beatificazione
L’apertura della tomba, assieme agli eventi paralleli, permette anche di ‘spalmare’ il numero di fedeli che arriveranno ad Assisi, favorendo così il rispetto delle esigenze imposte dalla situazione sanitaria. “Per la beatificazione – prosegue monsignor Sorrentino – si attendono più di 3 mila persone. E le domande di partecipazione sono continue perché c’è tanta gente in tutte le parti del mondo che conosce questa storia e ne è attratta”.

Carlo-Acutis dans Carlo Acutis

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Il programma degli eventi
Il santuario della Spogliazione è aperto dalle 8 alle 22 tutti i giorni, con prolungamenti fino alla mezzanotte il 9, 10, 11 ottobre.

Venerdì 2 ottobre, ci saranno le inaugurazioni, nella cattedrale di San Rufino e a Santa Maria degli Angeli, delle due mostre, quella sui “Miracoli eucaristici” e quella sulle “Apparizioni Mariane”, ideate dallo stesso Carlo mentre in serata è previsto un evento online dedicato ai giovani dal titolo: “Beato Te: a scuola di felicità con Carlo Acutis”, a cura della Pastorale giovanile regionale.

Sabato 3 ottobre, alle 21, al santuario della Spogliazione, la visita dei vescovi della Conferenza episcopale delle Marche per la venerazione del corpo di Carlo Acutis.

Il 5 ottobre è previsto un momento di testimonianza con il ricordo della mamma, Antonia Salzano, e di alcuni amici assisani di Carlo.

Il 6 ottobre, alle 17, nella sala della Spogliazione, “Francesco e Carlo: due giovani a confronto”: Paolo Rodari, vaticanista de La Repubblica, intervista il vescovo Sorrentino.

Nel pomeriggio dell’8 ottobre, nel Santuario della Spogliazione, la presentazione del libro della giornalista Mediaset, Safiria Leccese, dal titolo “La ricchezza del bene” alla presenza degli imprenditori raccontati nel volume.

Il 9 ottobre, vigilia della beatificazione, una veglia di preghiera a Santa Maria degli Angeli, alla presenza del vescovo ausiliare di Milano, mons. Paolo Martinelli, e del presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Renato Boccardo, e animata dalla Pastorale giovanile diocesana; nella circostanza tutta Assisi diventerà “Città Eucaristica” con momenti di Adorazione in diverse chiese del centro storico.

La cerimonia di beatificazione, sabato 10 ottobre, potrà essere seguita attraverso maxi-schermi allestiti in diverse piazze. Domenica 11, al santuario della Spogliazione, alle 11, il ministro generale dei Frati minori cappuccini, p. Roberto Genuin, presiederà la messa, mentre il 12 ottobre, nel giorno della memoria liturgica del beato Carlo Acutis sarà il vescovo diocesano mons. Sorrentino a celebrarla, alle 18.

Nella mattina del 13 ottobre momento di riflessione nella sala della Spogliazione dal titolo: “Eucarestia e malattia, quando la sofferenza luce”. Nel pomeriggio, alle 18, nel santuario della Spogliazione sarà il presidente della Ceu, mons. Boccardo, a presiedere la messa.

Il 16 ottobre nel salone Papale di San Francesco è in programma un convegno dal titolo “Carlo Acutis e la digital economy”, al quale partecipano padre Paolo Benanti, docente presso la Pontificia Università Gregoriana, Luca Tomassini, fondatore di Vetrya, e Giovanna Melandri, presidente della Human Foundation. Il periodo di venerazione del giovane Beato terminerà il 17 ottobre, alle 10.30, con la messa al santuario della Spogliazione, presieduta dal vescovo Sorrentino con la partecipazione di tutte le rappresentanze diocesane. Al termine sarà chiusa la tomba del beato.

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