Natale, dal Marocco una lezione ai laicisti italiani
Posté par atempodiblog le 30 novembre 2017
Natale, dal Marocco una lezione ai laicisti italiani
di Souad Sbai – La nuova Bussola Quotidiana
Dove non arriva la forza delle parole, di sicuro arriva quella delle immagini. Non per chi è libero e non ha bisogno del politicamente corretto per orientarsi nella vita, ma di sicuro per chi di questo aberrante concetto fa abuso. Succede che alcune istantanee di un mio breve soggiorno in Marocco, Paese per chi non lo sapesse a maggioranza islamica, facciano il giro dei social e solo perché dietro di me ci sono degli alberi di Natale, strade addobbate e aria di festa.
Lo ripeto e lo riscrivo: Marocco. Non passa un minuto dopo la pubblicazione delle foto sui miei profili social che il paradosso appare in tutta la sua gigantesca portata: qui in Italia nelle scuole si vietano presepe e canti di Natale, a Rabat come a Casablanca il Natale non solo si mostra ma addirittura ti acceca.
Ogni Natale, e in questo purtroppo so di non dire una cosa nuova, si sentono i servi del pensiero unico dire che sarebbe ora di abolire ogni festa religiosa dalle scuole, che se si festeggia il Natale qualche bimbo si sentirebbe umiliato perché la sua religione verrebbe ad essere, per così dire, offesa. E leggo, anche su ‘autorevolissimi’ giornali che si vantano di combattere le fake news del web ma ne sfornano almeno altrettante, che è arrivato il momento di laicizzare tutto, di essere “neutri” rispetto alla religione. Buonismo delirante all’ennesima potenza, che è esso stesso un paradosso prima ancora del modo con cui tratta certi temi.
Ora faccio una domanda e sfido chiunque stia leggendo questa mia riflessione a tirare fuori un nome: al netto di pagliacci, pagine fake e fenomeni da baraccone, avete mai sentito una persona di religione islamica (che sa di cosa si parli) chiedere l’abolizione dei canti di Natale? Ecco, rispondere a questa domanda ci porta diretti alla fonte del paradosso vergognoso a cui assistiamo: e cioé che sono solo i buonisti italiani a chiedere che questo accada. Perché i bimbi, di qualsiasi religione siano, non chiedono laicismo ma solo di giocare con i propri compagni e comprendere la realtà attorno a loro.
Perché l’estremismo, questo lo ripeto da anni, ha fatto più breccia (con mezzi e risorse che conosciamo) nella mente di una certa elite salottiera, che si fa paladina di diritti che nemmeno i presunti destinatari hanno mai richiesto.
Gli alberi di Natale pieni di luci e di palline colorate in Marocco sono l’esempio più lampante della clamorosa mistificazione che questi signori chiamano rispetto politicamente corretto del multiculturalismo. E tutto questo, ovviamente, sulla pelle di chi non può difendersi e non può replicare, come i bambini. Lo ripeto, di qualsiasi etnia o religione siano. Che vengono strumentalizzati senza vergogna per l’ossequio al pensiero unico che strappa via radici e distrugge, questo sì, ogni diritto. La potenza delle immagini, di ciò che non si può confutare ad arte: la verità.
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