« La terra è ogni giorno più lontana da Dio »

Posté par atempodiblog le 8 novembre 2008

Il messaggio della Regina della Pace del 25 Ottobre ha il tono di un appello drammatico che non ci può lasciare nell’indifferenza, come se le cose non ci riguardassero direttamente.

Era dal 1°Gennaio 2001 che la Madonna non faceva riferimento a satana. Ora invece allude a un suo piano su questa terra, che è quello « di mettere se stesso al posto di Dio ». Da sempre l’angelo ribelle vuole prendere il posto di Dio. La novità sta nel fatto che il progetto « anticristico » dell’impero delle tenebre si sta realizzando in quanto « la terra è ogni giorno più lontana da Dio ». Satana realizza il suo piano, conquistando un cuore dopo l’altro, distruggendo « tutto ciò che è bello e buono nell’anima di ognuno di voi ».

Quello che la Madonna denuncia è sotto i nostri occhi ed è quanto ripete, senza essere ascoltato, il Santo Padre. Il dilagare dell’incredulità e dell’immoralità, l’estendersi dell’apostasia nei paesi di antica cristianità, la tiepidazza di molti cristiani, fanno sì che il piano di satana si concretizzi ogni giorno di più.

La Madonna ci invita a reagire, armandoci con le armi della preghiera e del digiuno, affinché il piano di satana venga fermato. La Madonna non parla invano. Non ci accada, come agli apostoli, di cadere addormetati nell’ora dell’impero delle tenebre, nonostante che Gesù li esortasse a vegliare e a pregare.

di Padre Livio Fanzaga

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P. Livio sul messaggio del 25/10/2008

Posté par atempodiblog le 29 octobre 2008

Commento di Padre Livio al messaggio mensile
Tratto da: Holy Queen

P. Livio sul messaggio del 25/10/2008 dans Anticristo plivioiz7

Si tratta di un messaggio particolarissimo. In genere la Madonna, in occasione del messaggio del 25 ottobre, dava un messaggio che ci introduceva alla festa dei santi e dei defunti, per aiutarci a meditare sulla meta della nostra vita che è il Cielo. Questa volta la Madonna ha voluto che noi guardassimo alla situazione quaggiù su questa terra così come la vede Dio. La situazione è di grande pericolo: mai la Madonna ha usato in passato le parole che usa in questo messaggio. È dal messaggio del 1 gennaio 2001 che la Madonna non parla più di Satana. In quella occasione a Mirjana aveva lanciato un grido di allarme dicendo che Satana era sciolto dalle catene, e ci invitava a stare vicini a lei e al cuore di Gesù. L’espressione « sciolto dalle catene » risale al libro dell’Apocalisse, quando si parla del Drago, e la Madonna la applica al nostro tempo. Esistono anche altre profezie al riguardo, come quella della beata Caterina Emmerick, che nel 1820 aveva udito una voce che le rivelava che 50 anni prima del 2000 Lucifero sarebbe stato sciolto dalle catene.

In questo messaggio c’è una espressione che indica la gravità del momento storico in cui viviamo, ed è quella in cui parla di un « piano di Satana ». In genere la Madonna ha sempre parlato dei suoi piani e di Satana che li ostacola, ora però la Madonna formula in modo esplicito quello che già implicitamente aveva già detto in passato, ossia l’esistenza di un piano di Satana e lo svela: si tratta di un piano anticristico. Infatti l’espressione « mette se stesso al posto di Dio » è presente nella Sacra Scrittura nella Seconda Lettera ai Tessalonicesi (Capitolo 2, 3-4), quando San Paolo parla dell’anticristo, dell’uomo iniquo, del figlio della perdizione. Inoltre questa espressione è stata ripresa più volte, anche recentemente, da papa Benedetto XVI in occasione del commento alla parabola dei vignaioli: «Vi è chi, avendo deciso che « Dio è morto », dichiara « dio » se stesso, ritenendosi l’unico artefice del proprio destino, il proprietario assoluto del mondo» (5 ottobre 2008). L’anticristo per eccellenza, ossia colui che vuole mettersi al posto di Dio e farsi adorare al posto di Dio, è Satana, che si incarna e manifesta attraverso gli uomini, la società, le istituzioni.

Questo tentativo di Satana di sostituirsi a Dio noi lo riscontriamo ogni giorno, quando vediamo che il mondo si allontana sempre più da Dio attraverso il dilagare dell’immoralità, dell’incredulità, della menzogna, della superbia, dello spirito di potenza che spinge gli uomini ad armarsi di armi di distruzione di massa. Non è dunque difficile capire qual è il piano di Satana: proclamarsi re di questo mondo, prendere il posto di Dio nel cuore degli uomini distruggendo tutto ciò che c’è di bello e di buono nell’anima di ognuno, farsi adorare al posto di Dio, seppellire la società nella violenza e nella menzogna, anticipare l’inferno su questa terra e portare il mondo alla distruzione. La Madonna già in altri tempi aveva delineato questo piano, ad esempio nel messaggio del 25 gennaio 1991, quando disse che Satana desiderava distruggere non soltanto vita umana, ma anche la natura e il pianeta sul quale vivete. Nel messaggio del 25 gennaio 1997 aveva detto che gli uomini volevano creare un mondo nuovo senza Dio.

Dietro questo progetto c’è Satana, che entrando nel cuore degli uomini, distrugge la fede e la morale. Quando nel cuore degli uomini si infiltra Satana scompare la bontà, la misericordia e la verità, e si manifesta la bramosia, l’ingordigia, la cattiveria, la spietatezza, l’infedeltà, la menzogna, la violenza, il disprezzo del prossimo, il disprezzo di Dio e la bestemmia. Questo è lo spettacolo di un cuore in cui Satana ha preso dimora. Questo quadro che la Madonna ci descrive è molto realistico e lo si vede ad occhio nudo sfogliando il giornale al mattino. Mentre noi ci preoccupiamo che nelle borse di tutto il mondo vengono distrutte le ricchezzie, la Madonna ci indica l’azione di Satana che distrugge tutto ciò che c’è di buono e di bello nell’anima di tutti noi. Questo è un quadro che a mio parere focalizza molto bene il tempo che precede il verificarsi dei Dieci Segreti. Il tempo dei Dieci Segreti sarà il tempo della manifestazione anticristica ma anche il tempo in cui Satana verrà sconfitto.

Se il piano di Satana è quello di conquistare il mondo, regnando nel cuore degli uomini e portando il mondo alla distruzione non solo spirituale e morale ma anche materiale, la Madonna risponde chiamando alla battaglia tutti coloro che hanno risposto alla sua chiamata. Si tratta di una impostazione tipicamente biblica, perché in tutta la Sacra Scrittura, quando si svela il piano del nemico, subito c’è l’esortazione di stare saldi e resistenti nella fede. La Madonna fa la medesima cosa e invita tutti, nessuno escluso, ea pregare per le sue intenzioni che realizzarenno un suo piano. La Madonna usa parole che sottolineano che stiamo vivendo un momento di emergenza. La Madonna ci invita ad unirci a lei nella preghiera per sconfiggere il piano di satana. Come possiamo aiutare la Madonna? In primo luogo con la nostra preghiera incessante fatta col cuore, la Santa Messa, il Rosario, ma anche la buona volontà, l’adorazione, la supplica, l’intercessione. Dobbiamo sentirci impegnati e non perdere tempo in chiacchere inutili o davanti alla televisione.

A mio parere siamo già entrati nel tempo della grande battaglia, dal momento che la parola usa la parola « armatevi »: una parola fortissima, che sta ad indicare la battaglia escatologica. La Madonna ci richiama nuovamente alla preghiera e al digiuno (a pane ed acqua, il mercoledì e il venerdì da mezzanotte a mezzanotte). Con questi mezzi non solo aiutiamo la Madonna a fermare il piano di satana, ma entriamo nella luce di Dio e vediamo l’amore di Dio anche nei momenti più difficili, anche quando siamo travolti dallo scoraggiamento, dalle persecuzioni, dalle incomprensioni. Con il digiuno il cuore si purifica, entra nella luce soprannaturale, riceve da Dio la pace, la forza e la conoscenza della sua volontà. Senza la preghiera e il digiuno rischiamo di venire travolti dalle potenze del male.

Come vedete si tratta di un messaggio non ordinario, nel quale si indica il nemico delle nostre anime che sta conquistando la terra conquistando i cuori uno per uno con l’obiettivo di porsi al posto di Dio come oggetto di adorazione (“ti darò tutto ciò, se mi adorerai” è la tentazione di Satana). In questo messaggio è tratteggiata la dimensione anticristica del momento storico in cui viviamo. Ma la Madonna è qui come Regina, e ci chiede di combattere con lei con le armi della preghiera e del digiuno, di essere testimoni di pace, amore e speranza, e di diventare così suoi strumenti.

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L’Anticristo

Posté par atempodiblog le 26 octobre 2008

L’ANTICRISTO
di AGOSTINO LÉMANN
CAN. ONOR. DELLA PRIMAZIALE DI LIONE, PROF. DI S. SCRITTURA E DI LINGUA EBRAICA PRESSO LA FACOLTÀ CATTOLICA
*Unica traduzione approvata dall’Autore del Can. BENEDETTO NERI

Si può leggere qui L'Anticristo dans Anticristo iconarrowrk7 http://www.radiomaria.it/documenti/repository/20071211122555.pdf

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La deriva anticristica del mondo moderno

Posté par atempodiblog le 26 octobre 2008

Lo spirito dell’Anticristo persente oggi risiede nel rifiuto della verità rivelata e nell’orgoglio dell’uomo di volersi sostituire a Dio. Benedetto XVI non esita ad affermare che ciò ci potrebbe portare direttamente ad una catastrofe.

[...] Papa Benedetto XVI, in un crescendo di interventi dal tono marcatamente apocalittico, già a partire dai primi mesi del suo pontificato denuncia uno dei più pericolosi peccati dell’uomo moderno: la negazione dell’esistenza stessa della verità e la volontà dell’uomo – sedotto dal principe delle tenebre – di erigersi a padrone del mondo eliminando Dio e la sua legge morale dalla propria vita e dalla vita pubblica. La radice di questo peccato risiede nel rifiuto di essere creature e di dipendere da Dio Creatore, ed è proprio da questo rifiuto che derivano tutti i mali: il disprezzo di Dio, il disprezzo del prossimo, la persecuzione alla Chiesa, l’arroganza del potere e l’asseza della pace tra i popoli. Tutto ciò non può che portare l’umanità ad una inevitabilmente catastrofe, essendo satana – instancabile nemico dell’opera divina della creazione e della redenzione – il regista nascosto di questa situazione. [...]

Fonte: Holy Queen

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Il dominatore del mondo

Posté par atempodiblog le 28 septembre 2008

IL DOMINATORE DEL MONDO di ROBERT HUGH BENSON

Il libro si può leggere integralmente qui Il dominatore del mondo dans Anticristo iconarrowti7 Il dominatore del mondo.

Inoltre… iconarrowti7 dans Libri Il volto umano dell’Anticristo.

div23di7 dans Racconti e storielle

Presentazione: Il processo di secolarizzazione dell’Occidente, prima di arrivare all’ateismo contemporaneo – l’odierno Dio non esiste -, ha dovuto percorrere alcune tappe. Tra le prime di esse, vi è quella che comporta il rifiuto della Chiesa Cattolica, sintetizzabile nel motto Cristo sì, Chiesa no. Dalla negazione della divina istituzione della Chiesa, è stato più facile passare alla negazione della divinità di Cristo – Dio sì, Cristo no – e, successivamente, all’ateismo. Il libro […] vuole risalire la china della deriva secolarizzante, concentrandosi sulla confutazione della prima, inelubile, tappa della modernità: quella della persistenza del Salvatore nella sua Chiesa, che – secondo monsignor Benson – è all’origine della pretesa cristiana.

Tratto da: Totustuus.net
Fonte: lucisullest.it

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Il «nemico numero uno»

Posté par atempodiblog le 16 mai 2008

Il demonio è il grande nemico dell’uomo. E’ il «nemico numero uno» dice il Papa Paolo VI.  

Satana appare agli inizi del genere umano, e si presenta “fin da principio omicida, mentitore e padre della menzogna” (Gv 8,44-45). Riesce a far cadere i nostri progenitori Adamo ed Eva, e diventa “il principe di questo mondo” (2 Cor 4,4), «l’accusatore dei nostri fratelli” (ap 12,10).

Con il peccato originale, quindi, “tutto il mondo è stato posto sotto il maligno” (1 Gv 5,19) e i demoni sono “i dominatori di questo mondo tenebroso” (Ef 6,12).

Come appaiono tenebrosi i primi eventi dell’umanità novella, a causa di questo infernale assassino, che ha “l’impero delle tenebre” (Lc 22,53)!

San Pio da Pietrelcina, in una lettera al suo Padre spirituale ha accennato alla figura mostruosa di satana, visto in una visione come un essere orrendo e gigantesco, alto come una montagna nera…

San Pietro ce lo presenta con l’immagine di un leone ruggente sempre pronto a sbranarci (1 Pt 5,8-9). Come lo tortura l’invidia, perché noi possiamo salvarci! Egli ci vuole tutti con sé all’Inferno.

Anche una scena stupenda, però, ci appare agli inizi dell’umanità soggiogata da satana e oppressa dal peccato. Una Donna sublime, con il suo figlio, “schiaccia la testa” (Gn 3,15) al serpente tentatore. L?Immacolata, vincitrice di satana, splende nelle tenebre del peccato, con il suo divin figlio. L’Immacolata è la disfatta di satana.

La pagina del Genesi in cui Dio stesso presenta l’Immacolata è simile a un’aurora che si alza meravigliosa sulla notte dell’umanità peccatrice. L’autore ispirato del Cantico dei cantici così esclama, rapito: “Chi è costei che s’avanza come l’aurora, bella come la luna, eletta come il sole, tremenda come esercito schierato?” (Ct 6,9).

Questa è l’Immacolata, la Guerriera invincibile, la Signora delle Vittorie, il terrore dei demoni.

Ci basti qui ricordare un particolare narrato da santa Bernardetta Soubirous dell’Immacolata a Lourdes. La piccola veggente vide da un lato della grotta una torma di demoni scalmanati che le urlavano grida infernali. Spaventata, santa Bernardetta alzò subito gli occhi all’Immacolata. E bastò che l’Immacolata volgesse un solo sguardo severo verso i demoni, perché questi si dessero a precipitosa fuga.

Così il demonio, di fronte all’Immacolata, dimostra di essere davvero ciò che significa il suo nome Beelzebul: un “dio delle mosche”!

La tattica del demonio è quella di allettare i sensi e l’immaginazione dell’uomo per far prevaricare lo spirito. Si presenta come un consigliere e un servitore in guanti gialli, con offerte di beni e piaceri seducenti da guadagnare. Così fece con Eva (Gn 3, 1-7). Così tentò anche con Gesù nel deserto (Mt 4,1) e con tanti santi di ogni tempo: san Benedetto, san Francesco d’Assisi, santa Teresa d’Avila, il santo curato d’Ars, san Giovanni Bosco e san Pio da Pietrelcina.

Abilissimo e scaltro com’è, egli sa servirsi di tutto per rovinarci: gli basta un’occhiata immodesta di David che guarda Betsabea (2 Sam 11,2-26) una golosità di Esaù che vuole un piatto di lenticchie (Gn 25,29-34), un attaccamento al denaro di Anania e Saffica che nascondono dei soldi (At 5,1-10).

Egli tenta persino di proporre cose apparentemente utili per le anime. Si sa che il Santo Curato d’Ars predicava in maniera semplicissima, feconda di grazie per le anime. Ebbene il demonio andò da lui tutto premuroso e lo esortò a predicare in maniera dotta e difficile, assicurandogli la fama di grande predicatore.
Il santo avvertì l’inganno e respinse l’insidia e continuò con la sua predicazione facile ed efficace. Dovette pagarla però, con molti dispetti furiosi che il demonio gli fece di giorno e di notte.

Quattro stupidi…

Il capolavoro dell’arte di satana è arrivare a convincere gli uomini che egli non esiste. A questo punto, è chiaro, il demonio può trattare gli uomini da veri burattini.

Una volta san Pio da Pietrelcina ascoltò una predica in cui l’oratore non faceva che chiedersi se veramente il demonio non esiste, come dicono alcuni. Soltanto alla fine, l’oratore concluse affermando l’esistenza del demonio.

Dopo la predica, san Pio ammonì il predicatore dicendogli che quando si parla del demonio bisogna parlare subito della sua esistenza e della sua azione nefasta nel mondo; soltanto alla fine si può aggiungere: “Ci sono poi quattro stupidi che osano negare l’esistenza del demonio…”.

Questi “quattro stupidi” oggi sono diventati molti, persino nella Chiesa. Tanto è vero che il papa Paolo VI è dovuto intervenire espressamente con un discorso (il 15-11-1972) per ribadire la verità di fede sull’esitenza di Satana come persona e per costatare amaramente come il “fumo di Satana” stia affumicando la Chiesa. Come insegna il catechismo, il diavolo è “una persona: Satana, il Maligno, l’angelo che si oppone a Dio. Il “diavolo” è colui che “vuole ostacolare” il Disegno di Dio e la sua “opera di salvezza” compiuta in Cristo” (n. 2851).

Un’altra volta, san Pio da Pietrelcina disse a una figlia spirituale: “Se si potesse vedere con gli occhi del corpo quanti demoni hanno invaso la terra, non si vedrebbe più il sole!”. Contro questi “impuri apostati”, come li chiamava lo stesso san Pio, quale non deve essere la nostra difesa?

“Vigilate e pregate”

Gesù ci ha messo in guardia contro le insidie del diavolo. Egli ci ha insegnato le parole del Padre nostro: «…non ci indurre in tentazione» (Lc 11,4). Egli ci ha raccomandato con cura: «Vigilate e pregate per non cadere nella tentazione» (Mc 14,38).

La vigilanza e la preghiera sono le due grandi forze dell’uomo contro il demonio. Facciamo nostra questa raccomandazione paterna di san Pio da Pietrelcina: «Figlio mio, il nemico non dorme; all’erta con la vigilanza e la preghiera. Con la prima lo avvistiamo, con la seconda abbiamo l’arma per difenderci».
La vigilanza ci fa avvistare le occasioni pericolose (una lettura, uno spettacolo, una persona, un luogo, una voglia…); la preghiera ci dà la forza di evitare i pericoli, di fuggire le occasioni, come raccomandava san Filippo Neri.

Anche sant’Agostino insegna che il demonio è solo un cane legato, e può mordere solo chi si avvicina a lui. Alla larga, quindi! Se il demonio si fa insolente, ascoltiamo la parola di san Giovanni Bosco che diceva ai suoi giovani: «Rompete le corna al demonio con la Confessione e la Comunione».

San Massimiliano M. Kolbe ha scritto che oggi «il serpente alza la testa in tutto il mondo, ma l’Immacolata gliela schiaccia in vittorie strepitose».
Per battere il demonio nel modo più umiliante bisogna ricorrere all’Immacolata. Il demonio ha letteralmente terrore di Colei, che, da sola, «è terribile come un esercito schierato» (Ct 6,9).

Quando santa Veronica Giuliani veniva assalita fisicamente dal demonio, non appena riusciva ad invocare la Madonna, il demonio, fuggiva precipitosamente urlando: «Non invocare la mia nemica».

La preghiera mariana più forte contro il demonio è il Rosario. Una volta gli fu chiesto durante un esorcismo, quale preghiera egli temesse di più. Rispose: «Il Rosario è il mio flagello!».
Se i cristiani portassero addosso e usassero spesso questo «flagello dei demoni», quante rovine, sventure e peccati in meno sulla terra!

Tratto da “Maggio, mese di Maria” – P. Stefano Maria Manelli – Casa Mariana Editrice – Roma 2003, p. 63.

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La speranza

Posté par atempodiblog le 6 février 2008

La virtù teologale che ci solleva dalla paura del futuro

La speranza è l’attesa, insita in ogni uomo, di una felicità che ci riserva il futuro. Se questa speranza si estingue, viene meno anche la vita.

Una delle più preoccupanti caratteristiche dei tempi in cui viviamo è proprio la mancanza di speranza, anche tra i giovani, che ne dovrebbero esserne i naturali portatori. La tristezza e l’angoscia in cui vive immerso l’uomo contemporaneo nasce dalla profonda e tragica incertezza che ci riserva il futuro.

Il declino demografico dell’Occidente deriva principalmente da questa assenza di speranza che può portare alla disperazione e al crollo finale. Il suicidio è l’atto finale di un uomo o di una società che ha perso ogni speranza.

Per il cristiano la speranza sorge, in maniera soprannaturale, con il battesimo, ed è strettamente legata alla fede. La speranza è, con la fede e con la carità, una delle tre grandi virtù teologali. Dio stesso ne è l’oggetto primario. Egli la infonde nella nostra volontà per darci la certezza di ottenere la vita eterna e i mezzi soprannaturali per raggiungerla. Il paradiso è il luogo in cui la speranza dell’uomo ha il suo pieno appagamento.

L’inferno è il luogo da cui è bandita ogni speranza. Nella visione moderna della storia, l’uomo non ha come fine la vita eterna. La fede nel progresso si sostituisce alla fede nella Provvidenza divina e la storia viene ad assumere il ruolo di “redentrice” dell’umanità, all’interno di una visione in cui il “paradiso terrestre” si sostituisce a quello celeste. La storia si trasforma in un percorso caratterizzato da un continuo e illimitato miglioramento verso un futuro ritenuto inevitabilmente migliore del passato e del presente.

L’idea del progresso come legge necessaria della storia, definita in termini di modernità, è assunta come valore.

Nella nuova Enciclica Spe Salvi (Nella speranza siamo stati salvati), firmata il 30 novembre 2007, Benedetto XVI affronta il tema della speranza, richiamandosi alla concezione tradizionale della Chiesa, ma con uno stile nuovo e originale.

La speranza, strettamente intrecciata alla fede, spiega il Papa, è «elemento distintivo dei cristiani»: questi «hanno un futuro, sanno che la loro vita non finisce nel vuoto». Il messaggio cristiano non è soltanto «informativo», bensì «performativo», cioè il Vangelo non è solo una «comunicazione di cose che si possono sapere, ma è una comunicazione che produce fatti e cambia la vita. La porta oscura del tempo, del futuro è stata spalancata. Chi ha la speranza vive diversamente, gli è stata donata una vita nuova».

Il cuore dell’enciclica sta nei paragrafi 15-23, in cui Benedetto XVI ripropone una forte teologia della storia a un mondo cattolico disorientato, per aver troppo spesso ceduto alle lusinghe del progressismo.

Il Papa descrive la genesi e lo sviluppo della nuova “fede del progresso”, a partire da Francesco Bacone, nel XVII secolo. «Due tappe essenziali della concretizzazione politica di questa speranza» sono quindi la Rivoluzione Francese e la Rivoluzione comunista che sostituiscono «la verità dell’aldilà», con «la verità dell’aldiquà».

Con Marx «il progresso verso il meglio, verso il mondo definitivamente buono, non viene più semplicemente dalla scienza, ma dalla politica – da una politica pensata scientificamente, che sa riconoscere la struttura della storia e della società e ci indicacosì la strada verso la rivoluzione, verso il cambiamento di tutte le cose».

Queste ideologie hanno esercitato un influsso sugli stessi cristiani. Per il Papa è quindi necessaria «un’autocritica dell’età moderna in dialogo col cristianesimo e con la sua concezione della speranza», ma «bisogna che nell’autocritica dell’età moderna confluisca anche un’autocritica del cristianesimo moderno, che deve sempre di nuovo a comprendere se stesso a partire dalle proprie radici».

Il pensiero corre a quei cattolici che, a partire dagli anni ’60 – la “nuova era” che sembrava dischiusa dal “Papa buono” Giovanni XXIII e dal Presidente americano Kennedy – credettero fermamente nell’irreversibilità della storia, nello “spirito dei tempi”, nell’abbraccio tra la Chiesa e il mondo moderno, proprio nel momento in cui il colosso di argilla della modernità iniziava a sgretolarsi.

Il progresso «offre nuove possibilità per il bene, ma apre anche possibilità abissali di male – possibilità che prima non esistevano». «Se al progresso tecnico non corrisponde un progresso nella formazione etica dell’uomo, nella crescita dell’uomo interiore – recita l’Enciclica – allora esso non è un progresso ma una minaccia per l’uomo e per il mondo».

Contro i condizionamenti delle ideologie moderne, Benedetto XVI ribadisce che l’unica vera grande speranza «può essere solo Dio, che abbraccia l’universo e che può proporci e donarci ciò che, da soli, non possiamo raggiungere». «Un mondo senza Dio è un mondo senza speranza (Ef. 2,1)». Perdere Dio vuol dire perdere tutto, e finire col perdere se stessi.

Il Santo Padre riafferma infine il Giudizio Finale di Dio che chiamerà «in causa le responsabilità» di ciascun uomo. La Spe Salvi ribadisce l’esistenza del Purgatorio e dell’Inferno e lega il motivo della speranza cristiana proprio alla giustizia divina. «È impossibile infatti che l’ingiustizia della storia sia l’ultima parola» afferma uno dei passaggi più forti della lettera. «La grazia non esclude la giustizia (…) I malvagi alla fine, nel banchetto eterno, non siederanno indistintamente a tavola accanto alle vittime, come se nulla fosse stato».

L’enciclica del Papa finisce con una preghiera molto bella alla Madonna, “stella della speranza”: «per suo mezzo, attraverso il suo “sì” – scrive il Papa – la speranza dei millenni doveva diventare realtà, entrare in questo mondo e nella sua storia».

Dopo aver letto e meditato l’enciclica Salvi in Spe, ci si può porre questa domanda: demistificando le ideologie progressiste ed evoluzioniste, il Papa ci invita a pensare che l’umanità sofferente sia entrata nei tempi ultimo dell’Anticristo e che solo le persecuzioni e il martirio aspettino i cristiani prima della “Parusia”, il ritorno finale di Gesù Cristo sulla terra?

È proprio la virtù della speranza a soccorrerci e a offrire una risposta a questo inquietante interrogativo. I cristiani non devono chiudere gli occhi sul dramma del nostro tempo, ma hanno il diritto e il dovere di sperare non solo la salvezza soprannaturale, ma anche la rinascita di quell’ordine e di quella pace che il Redentore è venuto a portare sulla terra, prima del Regno dell’Anticristo. «Allora finalmente – esclama Pio XI nella sua enciclica Quas Primas, citando Leone XIII – si potranno risanare tante ferite, allora ogni diritto riacquisterà la sua forza originaria, allora finalmente ritorneranno i beni preziosi della pace, e cadranno dalle mani le spade e le armi, quando tutti accoglieranno volenterosi il regno di Cristo e gli ubbidiranno, quando ogni lingua confesserà che il Signore Gesù Cristo è nella gloria di Dio Padre».

La Madonna a Fatima, nel 1917, annunziando il trionfo sociale del suo Cuore Immacolato apre i nostri cuori a questa immensa speranza che illumina il nuovo secolo.

Roberto de Mattei – Radici Cristiane, gennaio 2008

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Le apparizioni mariane

Posté par atempodiblog le 14 décembre 2007

Il cardinale Dias a Lourdes
Le apparizioni mariane per salvare l’uomo dal peccato

(©L’Osservatore Romano – 11 dicembre 2007)

Le apparizioni mariane dans Anticristo Nostra-Signora

L’apparizione della Vergine a Lourdes, come le altre apparizioni mariane, « rientra nella lotta permanente, e senza esclusione di colpi, tra le forze del bene e le forze del male, cominciata all’inizio della storia umana e che proseguirà fino alla fine ». Lo ha detto il cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, durante la messa celebrata sabato scorso a Lourdes per inaugurare, come inviato speciale del Papa, l’Anno celebrativo del centocinquantesimo anniversario delle apparizioni. Anzi « questa lotta – ha aggiunto il cardinale – è ancora più accanita che ai tempi di Bernadette. Il mondo si trova terribilmente irretito nella spirale di un relativismo che vuole creare una società senza Dio; di un relativismo che erode i valori permanenti e immutabili del Vangelo; e di una indifferenza religiosa che resta imperturbabile di fronte al bene superiore delle cose che riguardano Dio e la Chiesa ». E ancora: « Questa battaglia fa innumerevoli vittime nelle nostre famiglie e tra i nostri giovani ». Il cardinale ha poi ricordato quanto il cardinale Wojtyla disse pochi mesi prima della sua elezione alla cattedra di Pietro: « Noi siamo oggi di fronte al più grande combattimento che l’umanità abbia mai avuto. Penso che la comunità cristiana non l’abbia ancora compreso del tutto. Noi siamo oggi di fronte alla lotta finale tra la Chiesa e l’anti-chiesa, tra il Vangelo e l’antivangelo ». Parole, ha aggiunto il cardinale Dias, che trent’anni dopo risuonano come profetiche, peraltro preannunciate proprio dalle apparizioni mariane « insieme con la rovina spirituale di certi Paesi, l’affievolimento della fede, le difficoltà della Chiesa e l’aumento dell’azione dell’anticristo, con i suoi tentativi di rimpiazzare Dio nella vita degli uomini ». Ma proprio per questo « è discesa dal cielo una Madre – ha aggiunto – preoccupata per i suoi figli che vivono nel peccato, lontani da Cristo ».
Nella grande basilica sotterranea di San Pio X lo ascoltano migliaia di fedeli provenienti da diversi Paesi del mondo per non mancare al solenne appuntamento con la celebrazione dell’anniversario di « quelle apparizioni – avverte il cardinale Dias – vere e proprie irruzioni mariane nella storia del mondo, che segnano l’entrata decisiva della Vergine nel pieno delle ostilità tra lei e il diavolo, come è descritto nella Genesi e nell’Apocalisse ». Per questo motivo il Prefetto ha invitato i fedeli a non abbassare la guardia « qui a Lourdes come in tutto il mondo. La Madonna sta tessendo una rete di suoi figli e figlie spirituali per lanciare una forte offensiva contro le forze del maligno e per preparare la vittoria finale del suo divino figlio Gesù Cristo ». Ella dunque « ci chiama anche oggi ad entrare nella sua legione, per combattere contro le forze del male ». Le armi da usare in questa lotta dovranno essere « la conversione del cuore, una grande devozione verso la santa Eucaristia, la recita quotidiana del santo Rosario, la preghiera costante e senza ipocrisie, l’accettazione delle sofferenze per la salvezza del mondo ». « La vittoria finale – ha concluso il cardinale Dias la sua omelia – sarà di Dio. E Maria combatterà alla testa dell’armata dei suoi figli contro le forze nemiche di Satana, schiacciando il capo del serpente ». Terminata la celebrazione della messa il cardinale ha guidato il lungo corteo processionale che, entrando nel santuario dalla porta Saint Michel, ha fisicamente inaugurato la peregrinatio del centocinquantesimo anniversario delle apparizioni.

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Avvertimenti del Cielo

Posté par atempodiblog le 13 novembre 2007

 

Profezie sul futuro
Avvertimenti del Cielo

da Fede e Cultura   -   fedeecultura.it


LEONE XIII

Il 13 Ottobre 1884 Leone XIII ebbe una visione mentre celebrava la Messa. Il Pontefice disse che la visione riguardava il futuro della Chiesa, un periodo di circa cento anni in avanti quando il potere di Satana avrebbe raggiunto il suo culmine. Leone XIII sentì due voci: quella di Nostro Signore e quella di Satana. Satana affermava con orgoglio di poter distruggere la Chiesa, ma per fare questo chiedeva più tempo e più potere: aveva bisogno di 75 o 100 anni e un maggior potere su coloro che si fossero messi al suo servizio (in sostanza Satana pensava di potere distruggere la Chiesa cattolica in un periodo tra il 1959 e il 1984 circa). Nostro Signore acconsentì alla richiesta. Papa Leone XIII compose subito la preghieraesorcismo a San Michele Arcangelo, contro satana e gli angeli ribelli e dispose che questa preghiera, insieme al Prologo del Vangelo di San Giovanni, fossero sempre letti alla fine di ogni Messa. Dopo il Concilio le due preghiere vennero definitivamente soppresse dalla liturgia.

MEDJUGORJE

Mirjana dice di aver avuto, il 14 aprile 1982, un’apparizione che getta, secondo noi, raggi di luce sulla storia della Chiesa. Essa racconta un’apparizione nella quale satana le si era presentato con le apparenze della Vergine; satana chiese a Mirjana di rinunciare alla Madonna e di seguirlo, perché l’avrebbe resa felice, nell’amore e nella vita; mentre, con la Vergine, avrebbe dovuto soffrire, diceva lui. Mirjana lo respinse. E subito apparve la Vergine e satana scomparve. La Vergine le disse, sostanzialmente, quanto segue: 1) Scusami per questo, ma devi sapere che satana esiste. 2) Un giorno si è presentato davanti al trono di Dio e ha chiesto il permesso di tentare la Chiesa per un certo periodo. Dio gli ha permesso di metterla alla prova per un secolo. Questo secolo è sotto il potere del demonio, ma quando saranno compiuti i segreti che vi sono stati affidati, il suo potere verrà distrutto. Già ora egli comincia a perdere il suo potere ed è diventato aggressivo: distrugge i matrimoni, solleva discordie tra preti, crea ossessioni, assassinii. 3) Dovete proteggervi con la preghiera e con il digiuno; soprattutto con la preghiera comunitaria. Portate con voi dei simboli benedetti. Metteteli nelle vostre case, riprendete l’uso dell’acqua benedetta”.

BEATA ANNA CATERINA EMMERICH

Già più di due secoli fa la Venerabile Caterina Emmerich (1774-1824) preannunciava la liberazione di Satana poco prima dell’anno 2000: A) “ Mi è stato anche detto che Lucifero verrà liberato per un certo periodo cinquanta o sessanta anni prima dell’anno di Cristo 2000. Mi vennero indicate le date di molti altri eventi che non riesco a ricordare; ma un certo numero di demoni dovranno essere liberati molto prima di Lucifero, in modo che tentino gli uomini e servano come strumenti della giustizia divina”.

UNA PARTE DI GERUSALEMME È INFEDELE

Vidi una strana chiesa che veniva costruita contro ogni regola… Non c’erano angeli a vigilare sulle operazioni di costruzione. In quella chiesa non c’era niente che venisse dall’altoC’erano solo divisioni e caos. Si tratta probabilmente di una chiesa di umana creazione, che segue l’ultima moda…” (12 settembre 1820). “Vidi cose deplorevoli: stavano giocando d’azzardo, bevendo e parlando in chiesa; stavano anche corteggiando le donne. Ogni sorta di abomini venivano perpetrati là. I sacerdoti permettevano tutto e dicevano la Messa con molta irriverenza. Vidi che pochi di loro erano ancora pii, e solo pochi avevano una sana visione delle cose. Tutte queste cose mi diedero tanta tristezza.” (27 settembre 1820). “Poi vidi che tutto ciò che riguardava il Protestantesimo stava prendendo gradualmente il sopravvento e la religione cattolica stava precipitando in una completa decadenza. La maggior parte dei sacerdoti erano attratti dalle dottrine seducenti ma false di giovani insegnanti, e tutti loro contribuivano all’opera di distruzione. In quei giorni, la Fede cadrà molto in basso, e sarà preservata solo in alcuni posti, in poche case e in poche famiglie che Dio ha protetto dai disastri e dalle guerre.” (1820) “Stavano costruendo una Chiesa grande, strana, e stravagante. Tutti dovevano essere ammessi in essa per essere uniti ed avere uguali diritti: evangelici, cattolici e sette di ogni denominazione” (22 aprile 1823). “Ho visto di nuovo la strana grande chiesa. Non c’era niente di santo in essa. Ho visto anche un movimento guidato da ecclesiastici a cui contribuivano angeli, santi ed altri cristiani. [Nella strana chiesa] C’era qualcosa di orgoglioso, presuntuoso e violento in tutto ciò, ed essi sembravano avere molto successo. Sullo sfondo, in lontananza, vidi la sede di un popolo crudele armato di lance, e vidi una figura che rideva, che disse: “Costruitela pure quanto più solida potete; tanto noi la butteremo a terra” (12 settembre 1820). “Fra le cose più strane che vidi, vi erano delle lunghe processioni di vescovi. Le loro colpe verso la religione venivano mostrate attraverso delle deformità esterne” (1 giugno 1820). “La Messa era breve. Il Vangelo di San Giovanni non veniva letto alla fine” (12 luglio 1820). (Fino alla riforma liturgica del 1967, la Santa Messa si concludeva con la lettura del Prologo del Vangelo di Giovanni. Le profezie della santa si riferiscono quindi al periodo successivo al 1967). “Vidi la Chiesa di San Pietro in rovina, e il modo in cui tanti membri del clero erano essi stessi impegnati in quest’opera di distruzione – ma nessuno di loro desiderava farlo apertamente davanti agli altri. Gesù mi dice che la Chiesa sembrerà in completo declino. Ma sarebbe risorta” (4 ottobre 1820). “Vidi ancora una volta che la Chiesa di Pietro era minata da un piano elaborato dalla setta segreta, mentre le bufere la stavano danneggiando… Ma vidi anche che l’aiuto sarebbe arrivato quando le afflizioni avrebbero raggiunto il loro culmine. Vidi di nuovo la Beata Vergine ascendere sulla Chiesa e stendere il suo manto su di essa. Vidi un Papa che era mite e al tempo stesso molto fermo /…/ Vidi un grande rinnovamento e la Chiesa che si librava in alto nel cielo”.

IL MARTIRIO DI UN PAPA

“La Chiesa si trova in grande pericolo. Dobbiamo pregare affinché il Papa non lasci Roma; ne risulterebbero innumerevoli mali se lo facesse. Ora stanno pretendendo qualcosa da lui. La dottrina protestante e quella dei greci scismatici devono diffondersi dappertutto. Ora vedo che in questo luogo la Chiesa viene minata in maniera così astuta che rimangono a mala pena un centinaio di sacerdoti che non siano stati ingannati. Tutti lavorano alla distruzione, persino il clero. Si avvicina una grande devastazione” (1 ottobre 1820). “Mentre attraversavo Roma con San Francesco e altri santi, vedemmo un grande palazzo avvolto dalle fiamme, ma mentre ci avvicinavamo il fuoco diminuì e noi vedemmo un edificio annerito. Finalmente raggiungemmo il Papa. Era seduto al buio e addormentato su una grande poltrona. Era molto ammalato e debole; non riusciva più a camminare.Gli ecclesiastici nella cerchia interna sembravano insinceri e privi di zelo; non mi piacevano. Parlai al Papa dei vescovi che presto dovevano essere nominati. Gli dissi anche che non doveva lasciare Roma. Se l’avesse fatto sarebbe stato il caos. Egli pensava che il male fosse inevitabile e che doveva partire per salvare molte cose… Era molto propenso a lasciare Roma, e veniva esortato insistentemente a farlo. La Chiesa è completamente isolata ed è come se fosse completamente deserta. Sembra che tutti stiano scappando. Dappertutto vedo grande miseria, odio, tradimento, rancore, confusione e una totale cecità. O città! O città! Cosa ti minaccia? La tempesta sta arrivando; sii vigile!” (7 ottobre 1820). “Vedo il Santo Padre in grande angoscia. Egli vive in un palazzo diverso da quello di prima e vi ammette solo un numero limitato di amici a lui vicini. Temo che il Santo Padre soffrirà molte altre prove prima di morire. Vedo che la falsa chiesa delle tenebre sta facendo progressi, e vedo la tremenda influenza che essa ha sulla gente” (10 agosto 1820). “Il Santo Padre, immerso nel suo dolore, è ancora nascosto per evitare le incombenze pericolose. Ora può fidarsi solo di poche persone; è principalmente per questa ragione che deve nascondersi. Ma ha ancora con sé un anziano sacerdote di grande semplicità e devozione. Egli è suo amico, e per la sua semplicità non pensavano valesse la pena toglierlo di mezzo. Ma quest’uomo riceve molte grazie da Dio. Vede e si rende conto di molte cose che riferisce fedelmente al Santo Padre. Mi veniva chiesto di informarlo, mentre stava pregando, sui traditori e gli operatori di iniquità che facevano parte delle alte gerarchie dei servi che vivevano accanto a lui, così che egli potesse avvedersene”.

GRANDE TRIBOLAZIONE E ANTICRISTO

“Vidi quanto sarebbero state nefaste le conseguenze di questa falsa chiesa. L’ho veduta aumentare di dimensioni; eretici di ogni tipo venivano nella città [di Roma]. Il clero locale diventava tiepido, e vidi una grande oscurità… Allora la visione sembrò estendersi da ogni parte. Intere comunità cattoliche erano oppresse, assediate, confinate e private della loro libertà. Vidi molte chiese che venivano chiuse, dappertutto grandi sofferenze, guerre e spargimento di sangue. Una plebaglia selvaggia e ignorante si dava ad azioni violente. Ma tutto ciò non durò a lungo” (13 maggio 1820). “Ho avuto un’altra visione della grande tribolazione. Mi sembrava che si pretendesse dal clero una concessione che non poteva essere accordata. Vidi molti sacerdoti anziani, specialmente uno, che piangevano amaramente. Anche alcuni più giovani stavano piangendo. Ma altri (e i tiepidi erano fra questi), facevano senza alcuna obiezione ciò che gli veniva chiesto. Era come se la gente si stesse dividendo in due fazioni” (12 aprile 1820). “Vidi un’apparizione della Madre di Dio, che disse che la tribolazione sarebbe stata molto grande. Aggiunse che queste persone devono pregare ferventemente… Devono pregare soprattutto perché la chiesa delle tenebre abbandoni Roma” (25 agosto 1820). “Vidi la Chiesa di San Pietro: era stata distrutta ad eccezione del Santuario e dell’Altare principale (N.d.R. = La visione è da intendersi in senso simbolico: vuole indicare gli attacchi alla Fede e la decadenza della Chiesa che avranno luogo prima del suo più grande trionfo durante l’Era di Pace. Ma non si può escludere che i seguaci della Bestia, anche in Vaticano, provocheranno danni materiali e devastazioni = N.d.R.) (10 settembre 1820). “Vedo altri martiri, non ora ma in futuro… Vidi le sette segrete minare spietatamente la grande Chiesa. Vicino ad esse vidi una bestia orribile che saliva dal mare..(Ap 13,1). In tutto il mondo le persone buone e devote, e specialmente il clero, erano vessate, oppresse e messe in prigione. Ebbi la sensazione che sarebbero diventate martiri un giorno. Quando la Chiesa per la maggior parte era stata distrutta e quando solo i santuari e gli altari erano ancora in piedi, vidi entrare nella Chiesa i devastatori con la Bestia. Là essi incontrarono una donna di nobile contegno che sembrava portare nel suo grembo un bambino, perché camminava lentamente. A questa vista i nemici erano terrorizzati e la Bestia non riusciva a fare neanche un altro passo in avanti. Essa proiettò il suo collo verso la Donna come per divorarla, ma la Donna si voltò e si prostrò (N.d.R. = in segno di sottomissione a Dio = N.d.R.), con la testa che toccava il suolo. Allora vidi la Bestia che fuggiva di nuovo verso il mare, e i nemici stavano scappando nella più grande confusione” (Agosto-ottobre 1820). “Verranno tempi molto cattivi, nei quali i non cattolici svieranno molte persone. Ne risulterà una grande confusione. Vidi anche la battaglia. I nemici erano molto più numerosi, ma il piccolo esercito di fedeli ne abbatté file intere [di soldati nemici]. Durante la battaglia, la Madonna si trovava in piedi su una collina, e indossava un’armatura. Era una guerra terribile. Alla fine, solo pochi combattenti per la giusta causa erano sopravvissuti, ma la vittoria era la loro” (22 ottobre 1822). “Vidi, in grande lontananza, grandiose legioni che si avvicinavano. Davanti a tutti vidi un uomo su un cavallo bianco (Ap 19, 11-21?). I prigionieri venivano liberati e si univano a loro. Tutti i nemici venivano inseguiti. Allora, vidi che la Chiesa veniva prontamente ricostruita, ed era magnifica più di prima”. (Agosto-ottobre 1820).

UN NUOVO PAPA

Vidi un nuovo Papa che sarà molto rigoroso. Egli si alienerà i vescovi freddi e tiepidi. Non è un romano, ma è italiano. Proviene da un luogo che non è lontano da Roma. Ma per qualche tempo dovranno esserci ancora molte lotte e agitazioni” (27 gennaio 1822). “Vorrei che fosse qui il tempo in cui regnerà il Papa vestito di rosso. Vedo gli apostoli, non quelli del passato ma gli apostoli degli ultimi tempi e mi sembra che il Papa sia fra loro”. “Gli ebrei ritorneranno in Palestina e diverranno cristiani verso la fine del mondo”.

Comitato di Redazione (Fede e Cultura)

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La Bella Signora delle Tre Fontane

Posté par atempodiblog le 10 novembre 2007

 

Apparizioni Mariane:
la Bella Signora delle Tre Fontane

(Storia della Vergine della Rivelazione)

1. QUEL TRENO PERSO

Bruno Cornacchiola (1913 – 2004) era un comunista e un protestante della setta degli «Avventisti del settimo giorno». Nel 1936 Bruno si sposa con Iolanda Lo Gatto. Stringe rapporti con i compagni comunisti del Partito d’Azione e si arruola come radiotelegrafista volontario all’OMS, per andare in Spagna. A Saragozza è incuriosito da un tedesco che aveva sempre un libro sotto il braccio. In spagnolo gli chiede: «Perché porti sempre questo libro sotto il braccio?». «Ma non è un libro, è la sacra Scrittura, è la Bibbia», fu la risposta. Così, discorrendo, i due giungono vicino alla piazza antistante il santuario della Vergine del Pilar. Bruno invita il tedesco a entrare con lui. Quegli rifiuta energicamente: «Guarda che io in quella sinagoga di Satana non ci sono mai andato. Io non sono cattolico. A Roma c’è il nostro nemico». «Il nemico a Roma?», domanda incuriosito Bruno. «E dimmi chi è, così se io lo incontro, lo ammazzo». «È il Papa che sta a Roma. La grande Bestia dell’Apocalisse è il Papa». In Bruno, che già era avverso alla Chiesa cattolica, aumenta l’odio contro di essa e contro tutto ciò che la riguardava. Così, nel 1938, mentre si trova a Toledo, compra un pugnale e sulla lama incide: «A morte il Papa!». Nel 1939, terminata la guerra, Bruno ritorna a Roma e trova lavoro come uomo delle pulizie all’ATAC, la società che gestisce i mezzi di trasporto pubblici di Roma. Tra gli «Avventisti del settimo giorno», Bruno viene fatto direttore della gioventù missionaria avventista di Roma e del Lazio e si distingue per il suo impegno e fervore contro la Chiesa, la Vergine, il Papa. Non perde occasione di fare tutti i possibili dispetti ai preti, facendoli cadere sui mezzi pubblici e rubando loro la borsa. Il 12 aprile 1947, come direttore della gioventù missionaria, dalla sua setta riceve l’incarico di prepararsi per parlare in Piazza della Croce Rossa. Il tema è a sua scelta, basta che sia contro la Chiesa, l’Eucaristia, la Madonna e contro il Papa, ovviamente. È sabato in Albis quel 12 aprile 1947. Verso le 14 papà Bruno parte con i suoi tre bambini: Isola, di undici anni, Carlo di sette e Gianfranco di quattro. Giungono alla stazione Ostiense: proprio in quel momento stava partendo il treno per Ostia. La delusione è grande. Bruno dice ai bambini: “Vorrà dire che adesso… andremo in un altro posto. Prendiamo il tram, andiamo a S. Paolo e lì prendiamo il 223 per andare fuori Roma». Scendono vicino alle Tre Fontane. Bruno consegna la palla ai bambini perché giochino mentre lui si siede sopra un masso con la Bibbia, quella famosa Bibbia su cui aveva scritto di suo pugno: «Questa sarà la morte della Chiesa cattolica, con il Papa in testa!». Con la Bibbia aveva portato anche un taccuino e una matita per prendere appunti. Mentre inizia a scrivere, giungono i bambini trafelati: «Papà, abbiamo perso la palla». «Andate a cercarla!». I bambini vanno e ritornano con la palla. Bruno la tira in direzione di Isola che aveva le spalle rivolte verso la scarpata da dove erano saliti. Ma la palla, invece di raggiungere Isola, come se avesse un paio di ali, vola sopra gli alberi e scende verso la strada dove passa l’autobus. «Stavolta l’ho persa io», dice il papà; «andate a cercarla».

2. LA BELLA SIGNORA!

Ad un certo punto Gianfranco non risponde più e non si trova più nel luogo dove lo aveva lasciato. Bruno lo cerca fra i cespugli e le rocce, finché vede il piccolo inginocchiato sul limitare di una grotta. Il bambino tiene anche le manine come in atteggiamento di preghiera e guarda verso l’interno, tutto sorridente e bisbiglia: «Bella Signora!… Bella Signora!… Bella Signora!…». Giunge Isola con un mazzolino di fiori in mano e Bruno domanda ad Isola: «Ma gli hai insegnato tu questo gioco della “Bella Signora”?». «No, papà, io non lo conosco ‘sto gioco, non ci ho mai giocato con Gianfranco». «E come mai dice: “Bella Signora”?». «Non lo so, papà: forse qualcuno è entrato dentro la grotta». Isola fa per andarsene, quando improvvisamente si ferma, i fiori le cadono dalle mani e anche lei si mette in ginocchio con le mani giunte, accanto al fratellino e anche lei mormora rapita: «Bella Signora!… Bella Signora!…». L’altro suo bambino, Carlo, fa per andarsene anche lui, quando si ferma di scatto, si gira verso la grotta, unisce le due mani e si inginocchia vicino ad Isola e ripete le stesse parole degli altri due… Il papà allora non ne può più e grida: «Questo è troppo. Basta, alzatevi!». Bruno prende il bambino per le spalle e cerca di smuoverlo, di rimetterlo in piedi, ma non ci riesce. «Era come di piombo, come se pesasse quintali». Lo stesso accade con gli altri due figli. Allora esclama: «Ma che cosa succede qui?… Ci sono delle streghe nella grotta oppure qualche diavolo?…». E il suo livore contro la Chiesa cattolica lo porta subito a pensare che sia qualche prete: “Non sarà qualche prete che è entrato dentro la grotta e con l’ipnotismo, mi ipnotizza i bambini?”. E grida: «Chiunque tu sia, anche un prete, vieni fuori!». Silenzio assoluto. «Chi c’è qua?», grida. Ma la grotta è assolutamente vuota. Allora il pover’uomo, in preda al panico, sale sull’altura per cercare aiuto: «Aiuto, aiuto, venitemi ad aiutare!». Ma non vede nessuno e nessuno deve averlo udito. Ritorna concitato dai bambini che, ancora inginocchiati con le mani giunte, continuano a dire: «Bella Signora!… Bella Signora!…». Si avvicina e cerca di smuoverli… Li chiama: «Carlo, Isola, Gianfranco!…», ma i bambini rimangono immobili. E qui Bruno comincia a piangere: «Che cosa sarà?… che cosa è successo qui?…». E pieno di paura alza gli occhi e le mani al cielo, gridando: «Dio salvaci tu!».

LE MANI DI DIO

Appena proferito questo grido d’aiuto, Bruno vede uscire da dentro la grotta due mani candidissime, trasparenti, che si avvicinano lentamente verso di lui, gli sfiorano gli occhi, facendo cadere da essi come delle squame, come un velo che lo accecava… Ma poi, all’improvviso i suoi occhi sono invasi da una luce tale che per qualche istante tutto scompare dinanzi a lui, figli, grotta… e si sente leggero, etereo, quasi che il suo spirito fosse stato liberato dalla materia. Nasce dentro di lui una grande gioia, un qualcosa di completamente nuovo. Quando Bruno riprende a vedere dopo quel momento di accecamento luminoso, nota che la grotta si illumina fino a scomparire, ingoiata da quella luce… Si staglia soltanto un blocco di tufo e sopra questo, scalza, la figura di una donna avvolta da un alone di luce dorata, dai tratti di una bellezza celestiale, intraducibile in termini umani. I suoi capelli sono neri, uniti sul capo e appena sporgenti, tanto quanto lo consente il manto di color verde-prato che dal capo le scende lungo i fianchi fino ai piedi. Sotto il manto, una veste candidissima, luminosa, cinta da una fascia rosa che scende a due lembi, alla sua destra. La statura sembra essere media, il colore del viso leggermente bruno, l’età apparente sui venticinque anni. Nella mano destra regge appoggiato al petto un libro non tanto voluminoso, di colore cinerino, mentre la mano sinistra è appoggiata sul libro stesso. Il volto della Bella Signora trasluce un’espressione di benignità materna, soffusa di serena mestizia. «Il mio primo impulso fu quello di parlare, di alzare un grido, ma sentendomi quasi immobilizzato nelle mie facoltà, la voce mi moriva in gola», confiderà il veggente. Nel frattempo in tutta la grotta si era diffuso un soavissimo profumo floreale. E Bruno commenta: «Anch’io mi ritrovai accanto alle mie creature, in ginocchio, con le mani giunte».

3. «SONO LA VERGINE DELLA RIVELAZIONE»

A un tratto la Bella Signora incomincia a parlare, dando inizio a una lunga rivelazione. Si presenta immediatamente: «Sono colei (quella) che sono nella Trinità divina… Sono la Vergine della Rivelazione… Tu mi perseguiti, ora basta! Rientra nell’Ovile Santo, Corte Celeste in terra. Il giuramento di Dio è e rimane immutabile: i nove venerdì del Sacro Cuore che tu facesti, amorevolmente spinto dalla tua fedele sposa, prima di entrare nella via della menzogna, ti hanno salvato!». Bruno ricorda che la voce della Bella Signora era «così melodiosa, sembrava una musica che entrava dentro gli orecchi; la sua bellezza nemmeno si può spiegare, la luce, smagliante, qualcosa di straordinario, come se il sole fosse entrato dentro la grotta». La conversazione è lunga; dura un’ora e venti minuti circa. Gli argomenti toccati dalla Madonna sono molteplici. Alcuni riguardano direttamente e personalmente il veggente. Altri riguardano la Chiesa intera, con un particolare riferimento ai sacerdoti. Poi c’è un messaggio da consegnare personalmente al papa.

TRADIMENTO DEI CHIERICI

A un certo punto la Madonna muove un braccio, il sinistro, e punta l’indice verso il basso…, indicando qualcosa ai suoi piedi… Bruno segue con l’occhio il gesto e vede per terra un drappo nero, una veste talare da prete e sopra di essa una croce spezzata in più punti. «Vedi, spiega la Vergine «così ridurranno i miei sacerdoti i loro abiti talari. Li lasceranno per darsi al mondo e alla carne (il mondo e la carne entreranno nelle chiese, negli eremi e nei conventi). Questo è il segno che la Chiesa soffrirà, sarà perseguitata, spezzata; questo è il segno che i miei figli si spoglieranno… Tu, sii forte nella fede!…». La celeste visione non nasconde al veggente che lo attendono giorni di persecuzione e di prove dolorose, ma che Lei lo avrebbe difeso con la sua materna protezione. Poi Bruno viene invitato a pregare molto e a far pregare, recitare il rosario quotidiano. E specifica in particolare tre intenzioni: la conversione dei peccatori, degli increduli e per l’unità dei cristiani.

LA TERRA BENEDETTA

E gli rivela il valore delle Ave Maria ripetute nel rosario: «Le Ave Maria del Rosario che voi dite con fede e con amore sono tante frecce d’oro che raggiungono il Cuore di Gesù». Gli fa una bellissima promessa: «Con questa terra di peccato opererò potenti miracoli per la conversione degli increduli. Io convertirò i più ostinati con prodigi che opererò con questa terra di peccato. Il mio corpo non marcì, né poteva marcire. Mio Figlio e gli angeli mi vennero a prendere al momento del mio trapasso. Si preghi assai e si reciti il rosario quotidiano per la conversione dei peccatori, degli increduli e per l’unità dei cristiani. Con questa terra di peccato opererò potenti miracoli per la conversione degli increduli. Sono la calamita della Trinità Amore». Con queste parole Maria si presentava anche come Assunta in Cielo in anima e corpo. Mentre a Lourdes (1858) l’apparizione della Madonna confermò il dogma dell’Immacolata Concezione, promulgato da Pio IX, l’8 dicembre 1854, alla Grotta delle Tre Fontane, nel 1947, la Madonna anticipa il Dogma dell’Assunzione in Cielo di Maria, promulgato da Pio XII il 1° novembre 1950. La Madonna, alla Grotta delle Tre Fontane, raccomandò con chiarezza e precisione di vivere la Divina Dottrina, di vivere il cristianesimo, cioè di vivere la religione.

LE DUE PROVE

Ma occorreva dare al veggente la certezza che quella esperienza che stava vivendo e che tanto avrebbe inciso nella sua vita non era una allucinazione o un incantesimo, e tanto meno un inganno di Satana. Per questo gli dice: «Desidero darti una sicura prova della divina realtà che stai vivendo perché tu possa escludere ogni altra motivazione del tuo incontro, compresa quella del nemico infernale, come molti ti vorranno far credere. E questo è il segno: dovrai andare per le chiese e per le vie. Per le chiese, al primo sacerdote che incontrerai e per le strade, a ogni sacerdote che incontrerai, tu dirai: “Padre, devo parlarle!”. Se costui ti risponderà: “Ave Maria, figliolo, cosa vuoi”, pregalo di fermarsi, perché è quello da me scelto. A lui manifesterai ciò che il cuore ti dirà e ubbidiscilo; ti indicherà infatti un altro sacerdote con queste parole: «Quello fa per il caso tuo». Continuando, la Madonna lo esorta a essere «prudente, perché la scienza rinnegherà Dio», quindi gli detta un messaggio segreto da consegnare personalmente alla «Santità del Padre, supremo pastore della cristianità», accompagnato però da un altro sacerdote che gli dirà: «Bruno, io mi sento legato a te». «Poi la Madonna», riferisce il veggente, «mi parla di ciò che sta avvenendo nel mondo, di quello che succederà nell’avvenire, come va la Chiesa, come va la fede e che gli uomini non crederanno più… Tante cose che si stanno avverando adesso… Ma molte cose si dovranno avverare…». E la celeste Signora lo conforta: «Alcuni a cui tu narrerai questa visione non ti crederanno, ma non lasciarti deprimere». Al termine dell’incontro, la Madonna fa un inchino e dice a Bruno: «Sono colei che sono nella Trinità divina. Sono la Vergine della Rivelazione. Ecco, prima di andare via io ti dico queste parole: la Rivelazione è la Parola di Dio, questa Rivelazione parla di me. Ecco perché ho dato questo titolo: Vergine della Rivelazione». Poi fa alcuni passi, si gira ed entra dentro la parete della grotta. Termina allora quella grande luce e si vede la Vergine che si allontana lentamente. La direzione presa, andando via, è verso la basilica di S. Pietro.

4. IL PROFUMO DI MARIA

Bruno dice ai figli: «Beh, facciamo una cosa: puliamo dentro la grotta perché quello che abbiamo visto è qualcosa di grande… Però non lo so. Adesso stiamo zitti e puliamo dentro la grotta». All’improvviso, tutta quella terra che noi abbiamo pulito, tutta quella polvere che abbiamo innalzato, profumava. Che profumo! Tutta la grotta… Toccavi le pareti: profumo; toccavi per terra: profumo; ti allontanavi: profumo. Insomma, ogni cosa lì profumava.

5. LA PRIMA AVE MARIA

Dopo un momento di silenzio, il papà spiega ai bambini: «La Bella Signora della grotta ci ha detto che qui c’è Gesù. Io prima vi insegnavo di non credere a ciò e vi proibivo di pregare. Gesù sta là dentro, in quella casina. Ora vi dico: preghiamo! Adoriamo il Signore!». «Papà, che preghiera facciamo?». «Figlia mia, non saprei…». «Diciamo un ‘Ave Maria», riprende la piccola. «Guarda che io l’Ave Maria non me la ricordo». «Ma io sì, papà!». «Come tu? E chi te l’ha insegnata?». «Quando mi mandavi a scuola e mi facevi il biglietto perché lo consegnassi alla maestra e fossi così esentata dall’ora di catechismo, ebbene, la prima volta gliel’ho dato, ma poi non lo feci più perché mi vergognavo, così sono rimasta sempre e allora ho imparato l’Ave Maria». «Ebbene, dilla tu…, piano piano, così pure noi ti veniamo appresso». Allora la bambina inizia: Ave Maria, piena di grazia… E gli altri tre: Ave, Maria, piena di grazia… E così fino all’Amen finale. Dopo di che escono e rifanno il tragitto verso casa. Arrivato a casa Bruno si avvicina alla moglie e le dice: “Abbiamo visto la Madonna, io ti chiedo perdono perchè ti ho fatto soffrire, Jolanda. Sai dire il rosario?”. “Non lo ricordo bene”. E si inginocchiarono per pregare. «Allora, siccome a mia moglie ne ho fatte tante, perché la tradivo, facevo peccati, la picchiavo, eccetera, pensate che l’11 aprile, pur essendo protestante, non gli si dice: Puoi fare questo, puoi fare quest’altro, questo è peccato, non si dice: Ci sono i dieci comandamenti. Ebbene, quell’11 sera io non avevo dormito a casa, ma avevo passato la notte, diciamo la verità, con l’amica mia… La Vergine poi mi ha dato il pentimento. Allora, ricordando tutte queste cose, mi inginocchio davanti a mia moglie, in cucina, i bambini stavano in camera e inginocchiandomi io, lei pure si inginocchia. Allora io le dico: “Adesso ti chiedo perdono di quello che ho fatto, del male, di tutto quello che ho fatto contro di te, fisicamente. Io ti chiedo perdono, perché quello che hanno detto i bambini, adesso non diciamo niente, però quello che hanno detto i bambini è vero… Io ti ho insegnato tante cose cattive, ho parlato contro l’Eucaristia, contro la Madonna, contro il Papa, contro i sacerdoti e i Sacramenti… Ora non so che cosa sia avvenuto…, mi sento cambiato…”».

6. LA PROMESSA SI AVVERA

Bruno, ora, sul tram, a ogni sacerdote a cui faceva il biglietto diceva: «Padre, devo parlarle». Se quello gli rispondeva: «Che vuoi? Dimmi pure», Bruno gli rispondeva: «No no, ho sbagliato, non è lei… Scusi, sa». Inoltre «venivano a casa i “compagni” e mi dicevano: “Ma come, non vieni più a trovarci? Come mai?”». Al che lui rispondeva: «Ho una cosa che… Verrò più tardi». Anche il Pastore protestante avventista si faceva vedere: «Ma come? Non vieni più alla riunione? Come mai, che cosa è successo?». Il 28 aprile erano sedici giorni che Bruno aspettava di incontrare un sacerdote e non lo trovava ancora. «Ma, sei stato in parrocchia? Può darsi che lì lo troverai», lo consiglia la moglie, nella sua semplicità e buonsenso. E Bruno: «No, in parrocchia non ci sono stato». «Ma vai, può darsi che là troverai un sacerdote…». Bruno esce di casa e si porta alla chiesa della sua parrocchia, la chiesa di Ognissanti, sull’Appia Nuova. Si mette vicino alla sacrestia e attende davanti a un grande Crocifisso. Ed ecco che dalla sacrestia esce un giovane sacerdote, piuttosto frettoloso, con la cotta… Bruno sente un impulso interiore, come se fosse spinto verso di lui. Lo prende per la manica della cotta e grida: «Padre, devo parlarle!». «Ave Maria, figliolo, cosa c’è?». Sentendo quelle parole Bruno ha come un sussulto di gioia e dice: «Io aspettavo queste parole che lei mi doveva dire”. Martedì 6 maggio Bruno ritorna alla grotta e il prodigio si rinnova. Appare la soave figura celestiale della Madre di Dio. Non dice nulla. Lo guarda soltanto e gli sorride.

7. IL SECONDO SEGNO

Uno dei sacerdoti della chiesa di Ognissanti, don Mario Sfoggia, un giorno, 21 o 22 maggio, manifesta a Bruno il desiderio di recarsi anche lui alla grotta: «Senti», gli dice, «io voglio venire con te a recitare il rosario, in quel posto dove tu hai visto la Madonna». «Va bene, ci andiamo il 23, sono libero». Giunti alla grotta, i due si inginocchiano vicino al sasso dove la Madonna aveva appoggiato i piedi e cominciano la recita del rosario. Al secondo «mistero gaudioso», la Visitazione di Maria a Santa Elisabetta, don Mario prega la Madonna nel suo cuore: «Visitateci, illuminateci! Che si sappia la verità, che non siamo ingannati!». Bruno risponde regolarmente alle prime due del mistero della visitazione, ma alla terza non risponde più! Allora don Mario vuole vedere meglio cosa accade ma mentre sta per farlo, viene investito come da una scarica elettrica che lo immobilizza, rendendolo incapace di ogni minimo movimento… Sente Bruno che mormora: «Quant’è bella!… Quant’è bella!… Ma è grigio, non è nero…». «Don Mario, è rivenuta!» gli dice Bruno. Gli racconta che durante la visione la Madonna aveva posto le sue mani sul capo a tutti e due e poi se n’era andata, lasciando un profumo intenso. Il sacerdote abbraccia Bruno e gli dice: «Bruno, mi sento legato a te!». A queste parole il veggente ha come un sussulto e pieno di gioia riabbraccia don Mario. Quelle parole pronunciate dal sacerdote erano il segno che la Madonna gli aveva dato per indicargli che sarebbe stato colui che lo avrebbe accompagnato dal Papa per consegnargli il messaggio.

8. «NON PROFANATE QUESTA GROTTA…»

Venerdì 30 maggio, Bruno ritorna alla grotta e c’è un’altra apparizione della Madonna. Un altro giorno, andando alla grotta, viene preso da un grande senso di tristezza e di delusione. Da alcuni segni si rende conto che essa è tornata a essere luogo di peccato. Amareggiato, Bruno scrive su un foglio questo appello accorato e lo lascia nella grotta: «Non profanate questa grotta con il peccato impuro! Maria, la dolce madre di tutti i peccatori, ecco che cosa ha fatto per me peccatore. MILITANTE NELLE FILE DI SATANA NELLA SETTA PROTESTANTE AVVENTISTA, ero nemico della Chiesa e della Vergine. Qui il 12 aprile a me e ai miei bambini è apparsa la Vergine della Rivelazione, dicendomi di rientrare nella Chiesa cattolica, apostolica, romana, con segni e rivelazioni che Lei stessa mi ha manifestato. L’infinita misericordia di Dio ha vinto questo nemico che ora ai suoi piedi implora perdono e pietà. Amate, Maria è la dolce Madre nostra. Amate la Chiesa con i suoi figli! Ella è il manto che ci copre nell’inferno che si scatena nel mondo. Pregate molto e allontanate i vizi della carne. Pregate!». Appende questo foglio a una pietra, all’ingresso della grotta. Sappiamo che quel foglio finì, in seguito, sul tavolo del commissariato di polizia di S. Paolo. Ecco perché ne possediamo il testo esatto. Nel 1956, il Vicariato di Roma, dopo avere acconsentito alla costruzione di una cappella sul luogo dell’apparizione per il culto della Vergine della Rivelazione, ne affida la custodia ai Padri francescani minori conventuali, perché provvedano al servizio religioso. Sempre nel 1956, L’Osservatore Romano, in un articolo dove venivano elencati i più celebri santuari mariani, mete di pellegrinaggio, definiti «cattedrali della preghiera, feudi e capitali di Maria», vi aggiungeva anche la «piccola grotta delle Tre Fontane». L’8 dicembre 1982 fu inaugurato un altare nella grotta. La celebrazione della S. Messa è divenuta quotidiana dal 1995. Nel 1987 fu eretto l’Arco della Pace.

9. CONVERSIONI E GUARIGIONI

Sono stati segnalati tanti fenomeni di conversione, con ritorno alla vita sacramentale, a cominciare da quella di un altro tranviere, anche lui protestante, Pietro Genna, nel 1947, a pochi mesi dalle apparizioni. Sono avvenute e avvengono tante guarigioni, come attestano anche i tanti ex voto che tutti possono vedere alle spalle della grotta (cfr. Dario Pacifico, La Vergine della Rivelazione alle Tre Fontane, Roma, 1993, pp. 48-52). Alla Grotta delle Tre Fontane sono avvenute prodigiose guarigioni (cfr. Ernesto Piacentini, In cammino verso il terzo millennio con la “Vergine della Rivelazione” alla Grotta delle Tre Fontane, Roma 1997, pp. 53-54).

10. FENOMENI NEL SOLE

A partire dal 12 aprile 1980 si manifestano, in coincidenza con gli anniversari, per alcuni anni anche i cosiddetti “fenomeni del sole”, registrati e riportati puntualmente dalla stampa con ricchezza di particolari e di testimonianze. I fenomeni dureranno, in ogni anniversario, fino al 1987 (cfr. Ernesto Piacentini, In cammino verso il terzo millennio con la “Vergine della Rivelazione” alla Grotta delle Tre Fontane, Roma 1997, pp. 77-87).

11. ASSOCIAZIONE CATECHISTICA

Bruno Cornacchiola descrive lui stesso, al Card. Traglia, questa sua decisione: “Nel settembre del 1947, cioè sei mesi dopo la mia conversione, ascoltai il discorso che il Papa fece agli uomini dell’A.C. e mi colpirono alcune frasi che mi incoraggiarono a far quel che già pensavo di fare dopo l’apparizione, cioè un’Organizzazione Catechistica per la conversione dei comunisti e dei protestanti. Difatti il 12 aprile 1948, con l’aiuto di Dio e della Vergine cara, formai lo Statuto per l’organizzazione che chiamai S.A.C.R.I: Schiera Arditi Cristo Re Immortale” (cfr. Dario Pacifico, La Vergine della Rivelazione alle Tre Fontane, Roma, 1993, p. 81).

12. PERCHÉ ALLE TRE FONTANE?

Secondo un’antica tradizione che rimanda ai primi secoli del cristianesimo, confermata da documenti storici di grande valore, il martirio dell’apostolo Paolo, avvenuto nel 67 dopo Cristo per ordine dell’imperatore Nerone, sarebbe stato consumato nel luogo allora denominato Aquae Salvìae, precisamente dove oggi sorge l’abbazia delle Tre Fontane. La decapitazione dell’Apostolo, sempre secondo la tradizione, avvenne sotto un pino, presso un cippo marmoreo, che ora si può vedere in un angolo della chiesa stessa. Si dice che la testa dell’Apostolo, mozzata con un deciso colpo di spada, sia rimbalzata per terra tre volte e che a ogni balzo sarebbe scaturita una sorgente di acqua. La Madonna ha scelto quella località, dunque, in riferimento a san Paolo, non solo per la sua conversione ma anche per il suo amore alla Chiesa e alla sua opera di evangelizzazione? Ciò che accadde all’Apostolo sulla via per Damasco ha parecchi punti di contatto con ciò che si verificò in questa apparizione della Vergine a Bruno Cornacchiola. Gesù a Saulo: «Io sono colui che tu perseguiti!». Alle Tre Fontane la Madonna dirà al veggente, rivestendolo della sua luce affettuosa: «Tu mi perseguiti, ora basta!». E lo invita a entrare nella vera Chiesa che la celeste Regina definisce «ovile santo, corte celeste in terra». In pratica, ciò che alle Tre Fontane la Madonna riproporrà è lo stesso messaggio che San Paolo visse e annunciò nella sua vita di apostolo e che possiamo riassumere in tre punti: 1. conversione dei peccatori, specialmente dalla loro immoralità (il luogo dove Maria appare ne era teatro); 2. conversione degli increduli dal loro ateismo e dal loro atteggiamento di indifferenza di fronte a Dio e alle realtà soprannaturali; l’unità dei cristiani, cioè il vero ecumenismo, affinché si adempia la preghiera e l’anelito di suo Figlio: si faccia un solo ovile sotto la guida di un solo pastore. Il fatto poi che il luogo si trovi a Roma è di per se stesso un richiamo a Pietro, alla roccia su cui è fondata la Chiesa, alla garanzia di verità e di sicurezza della Rivelazione stessa. La Madonna dimostra un particolare affetto e cura per il papa. Con questo vuole far capire che è lui il Pastore dell’«ovile santo» e che non c’è vera Chiesa, nel senso pieno del termine, se si prescinde dall’unione con lui.

a cura di Don Guglielmo Fichera

Associazione “Fede, Cultura e Società- fedeecultura.it

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Il diavolo

Posté par atempodiblog le 1 novembre 2007

Riflessioni teologiche su un malessere ecclesiale
di Gianni Colzani

Potete leggerlo sul sito: http://www.radiomaria.it/documenti/dwnl.php?id=907

 

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La vita è adesso?

Posté par atempodiblog le 26 septembre 2007

La vita è adesso? dans Anticristo cuoreb

Oggi c’è una visione della vita in cui non esiste più la prospettiva dell’eternità, parafrasando un noto spot televisivo si potrebbe dire che per molti « life is now », come se la vita fosse un fenomeno rinchiuso nel tempo ed in cui “si vive una sola volta quindi godiamocela”.
La Regina della Pace a Medjugorje ci ricorda « figliolini, non dimenticate che la vostra vita passa come un fiorellino di primavera, che oggi è meraviglioso e domani non se ne trova traccia » e ancora « non dimenticate che siete passeggeri come un fiore in un campo che si vede da lontano, ma in un attimo sparisce » e ci invita ad essere apostoli dell’amore, portatori della pace, testimoni della fede e mani gioiosamente estese verso coloro che non credono.Il messaggio della cultura dominante del nostro tempo è che “senza Dio sarai felice, senza Dio si vive bene, atei è bello”. In questo tempo non pochi sono quelli che si presentano come coloro che ti indicano la realizzazione della tua vita al di fuori della Legge di Dio, al di fuori della Fede in Dio, al di fuori della sottomissione a Dio e al di fuori della Legge Morale. satana si presenta come consigliere perché senza Dio puoi fare quello che vuoi, sei il signore di te stesso e sei il padrone della tua vita. Molti giovani vivono il carpe diem perché sono sollecitati da più parti ad afferrare il giorno e l’opportunità del momento, a godersi la vita, e a fare di questa vita quello che si vuole. I maestri dell’errore insegnano l’arte di consumare la vita nel tempo e non alla luce dell’eternità, dicono godi e poi ti dissolvi nel nulla. Questa è un’attività satanica presente nella storia, soprattutto presente nella società del nostro tempo, attraverso i falsi maestri, i falsi profeti che sono quelli che occupano le cattedre, cioè quelli che formano le coscienze (o meglio, deformano e ottenebrano). Naturalmente chi mangia questo frutto che satana gli offre si trova solo, disperato e infelice. La disperazione è la conseguenza del messaggio satanico. Come ha detto la Regina della Pace “volete costruire un mondo senza Dio per questo siete infelici”. satana, attraverso gli uomini, vuole fare il maestro di vita, ma t’insegna una vita dove Dio non c’è e che si trasforma per te in un boccone velenoso. I falsi maestri sono nelle scuole, in televisione… ovunque. I ragazzi abbandonano di colpo la Fede perché c’è chi li ha convinti che la loro menzogna è più credibile della Parola di Dio che avevano imparato. Per Divina Grazia succede che trovandosi con i porci a contendersi il pasto si accorgono di dove sono caduti. Purtroppo non tutti riescono ad alzarsi in piedi come il figliol prodigo ed a tornare a casa. Dio approfitta delle crisi esistenziali per far aprire il cuore alla fame di assoluto.I giovani oggi si trovano in una situazione molto difficile perché trovano poche persone che li indirizzano verso il bene, mentre sono un esercito coloro che li spingono al male. Stanno provocando, in Occidente, la più grande apostasia della Fede che si sia mai avuta in oltre 2000 anni di storia cristiana. Per molti tutto è oggetto e l’uomo è una cosa. La falsa scienza di oggi ti dice che l’uomo è il suo corpo e quindi una cosa. Ma chi dice che “tutto è cosa” è una cosa o un “io”? Chi dice che tutto è oggetto è un soggetto (che è autocoscienza). L’uomo è capace di pensare, di scegliere, è autocosciente ed è aperto all’Infinito. Trascende la materia e va aldilà dell’orizzonte della finitezza. La vita è un cammino che dal tempo va all’eternità ed il Cielo è la meta a cui dobbiamo tendere. E’ questione di tempo, chiunque nasce è condannato a morte. Questa cosa va pensata fin da giovani per impostare bene la vita. Prima dei 35 anni (più o meno) si guarda avanti e si vedono orizzonti infiniti (diventerò…, farò…, chissà…), dopo si inizia a tirare il freno. Ti trovi con la vita davanti che si esaurisce come fa la clessidra. Gli anni si consumano e le persone diventano dei sopravvissuti perché han perso le motivazioni di vivere. Non sanno più perché vivono. Mantengono se stessi in vita. Quando, però, la vita è impostata come camino nel tempo verso l’eternità, ogni anno che passa una persona è sempre più realizzata, è sempre più vicina alla meta (il Cielo): raggiungere Dio è il fine della vita. Questa è un’occasione unica perché la si vive una sola volta e, in questo tempo che Dio ci ha dato (che può essere lungo o corto), decidiamo la nostra eternità. Se gli altri obiettivi che si hanno non si raggiungono (diventare Presidente della Repubblica, astronauta, manager, calciatore, ecc…) state tranquilli che non succede niente. Come dice Gesù: “che giova l’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde la sua anima?”. Potete essere bocciati a tutti gli esami ma non a questo!
Per decidersi alla santità bisogna essere motivati e ciò che motiva è che la vita passa. Tutti gli obiettivi materiali si dissolvono o, comunque, li devi lasciare perché la vita è breve. Devi scegliere quello che conta e conta solo Dio. E’ una cosa da assimilare per non farci prendere dalle false luci, ricordando la frase di Santa Teresa: tutto passa solo Dio basta.

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La tentazione

Posté par atempodiblog le 26 septembre 2007

Padre Livio Fanzaga ci spiega costantemente cos’è la tentazione e come smascherarla. Ecco una sua catechesi a riguardo:

La tentazione dans Anticristo padreliviofanzaga

Il maligno studia a fondo le tentazioni. I due Testamenti dei quali è composta la Sacra scrittura incominciano ambedue con la tentazione. Nell’Antico testamento i progenitori sono caduti assoggettando se stessi e l’intera umanità al potere del maligno. Nel secondo Testamento Gesù Cristo, figlio di Dio fatto uomo, respinge il demonio “vattene satana”. E lo vince con la sua Passione, Morte e Resurrezione. Basterebbe questo fatto: sia l’Antico Testamento che il Nuovo Testamento iniziano con la tentazione per comprendere l’importanza centrale che da la Sacra Scrittura all’attività specifica di satana che è appunto la tentazione. Infatti, è soccombendo ad essa o superandola che si decide la salvezza eterna della propria anima. E’ una lacuna grave sul piano pastorale che nella catechesi e nella predicazione non si insegni alle anime che cos’è la tentazione, quali sono i suoi meccanismi, chi ne è l’autore e quali sono gli obiettivi che satana si propone di conseguire con essa. Leggetevi il Vangelo e studiate il Catechismo della Chiesa Cattolica. Gesù ha vinto il demonio ma non ci ha dispensato dal combattimento spirituale. Il demonio sarà legato alla fine del mondo. Alla norma della Fede dovremmo adeguarci tutti. Bisogna parlare di satana nel modo e nella quantità con cui ne parlano Gesù Cristo e gli apostoli (ed anche i Santi: ricordatevi la vita di San « Padre » Pio). Bisogna smascherare il meccanismo sofisticatissimo della tentazione, vero capolavoro di astuzia e di pazienza con il quale la malefica serpe cattura innumerevoli anime.La tentazione è sempre un pensiero e contiene veleno. Contiene tutta la capacità di satana di ingannarti. Lo sforzo del cuore di non rispondere è già vittoria.satana fa le sue catechesi perverse nel mondo attraverso i falsi maestri, i falsi profeti, il potere mass-mediatico, i FALSI AMICI…Molte persone ti provocano astutamente per avere un aggancio, dopo che ci sono riuscite ti condiscono e ti cucinano. Come si fa con il pollo. Gli interessa istaurare una discussione con te, il modo lo trovano. La tua unica risposta è una sola: tanti saluti e chiudi la porta. Poi di una Ave Maria per loro.Quel che sta a cuore a satana è colpire la tua Fede e la tua fiducia in Dio.
Non si risponde alla tentazione, non si prende in esame, si deve mollare l’osso, si deve mollare la presa così si vince.
Quando la tentazione si affaccia al cuore sotto forma di un pensiero, di un’immagine o di una proposta si devono subito distogliere gli occhi del cuore e rivolgerli a Dio nella preghiera. Se solo ci soffermiamo un poco su ciò che satana ci propone, egli ci attira nella sua orbita e la sconfitta è sicura. Questa prontezza è frutto di una purezza interiore e di un assiduo esercizio di mortificazione. La prontezza è quella che ci salva. Il fuoco della tentazione va soffocato subito sul nascere, prima che diventi un incendio devastante. Ascoltando la voce della tentazione si è già aperto uno spiraglio.
Quando infuria la tentazione e nel tuo cuore incominci a minimizzare le conseguenze del peccato significa che la serpe ti sta già stringendo nelle sue spire. Quando ti chiedi « che male c’è? »… il momento della resa è arrivato e sei ormai in sua balia.
Bisogna che ti raccogli sinceramente in preghiera con il cuore aperto, desideroso di conoscere la volontà di Dio, in questo modo la tentazione viene facilmente superata.
A volte in Tv invitano degli opinionisti che annacquano la Parola di Dio o la modificano. Il solo fatto che venga cambiato ciò che il Signore dice nella limpida semplicità della Sua Parola, ci deve sempre mettere in sospetto.
E’ la tipica tattica dei falsi profeti, di cui satana è il primo e il maestro. L’adulterazione della parola del Creatore è volta sottilmente ad offuscarne l’immagine. Si tratta di un’abile insinuazione che presenta Dio come colui che ti impedisce di realizzare la tua vita e di godere delle bellezze della creazione.Il grido di Dio che va alla ricerca dell’uomo che si è smarrito (il Buon Pastore) e dice « Adamo dove sei? » è l’appello di Dio all’inizio della storia della salvezza e attraversa tutta la storia.
Gesù ha iniziato la sua vita pubblica dicendo « Convertitevi ». Il grido della Regina Della Pace è « vi supplico convertitevi ».
Dio non cessa di chiamare il peccatore pentito e non cessa di invitare alla conversione. Fa di tutto per salvare gli uomini; però c’è il tempo della Misericordia e il tempo della Giustizia. Finché l’uomo è in vita è il tempo della Misericordia; quando l’uomo termina la sua vita è il tempo del Giudizio. L’uomo alla fine deve decidere se vuole amare Dio oppure no, se accogliere l’Amore di Dio o respingerlo.
Adamo ci rappresenta tutti. Quello che ha sperimentato lui, lo sperimentiamo anche noi quando cadiamo nella rete del maligno.
Adamo ha avuto paura di Dio che lo chiamava. Si nascose nel folto del giardino per non farsi vedere. La paura di Dio è frutto del peccato.
Es. Quando la finanza gira e poi va a bere un caffé al bar mentre una persona esce da lì senza scontrino e nota l’arrivo dei finanzieri si spaventa, perché teme la multa. Invece i finanzieri vanno a bersi la loro tazzina. Chi è in Grazia di Dio non ha paura. Invece ci sono timori che sorgono pensando a peccati passati o pensandosi imperfetti ma che scompaiono con la preghiera e la fiducia in Dio. Il Santo Timore di Dio a volte ha colpito Bernardette quando pensava di non essere stata all’altezza del compito affidatogli da Dio. Bernardette amava moltissimo le prediche sulla Misericordia.

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