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La monaca santa dei Ponti Rossi

Posté par atempodiblog le 16 février 2025

La monaca santa dei Ponti Rossi
La Beata Maria Giuseppina di Gesù crocifisso. Padre Pio le disse: “Ci santificheremo insieme”.
di Francesco Bosco – Voce di Padre Pio

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Una bambina come tante
Giuseppina Catanea nasce a Napoli il 18 febbraio 1896, da Francesco, impiegato ferroviario a Benevento, e Concetta dei marchesi Grimaldi. Terzogenita di una famiglia devota e amorevole, viene battezzata pochi giorni dopo la nascita. “Pinella”, così viene affettuosamente chiamata in famiglia, si distingue per la sua salute delicata, ma per il resto appare una bambina come tutte le altre, dimostrando una profonda spiritualità.
Nonostante sia solo una bambina, frequenta da sola la Chiesa di Santa Caterina e si dedica ad aiutare i bisognosi. Sebbene la sua salute fragile la costringa spesso ad assentarsi da scuola, riesce comunque a eccellere negli studi.
Nel settembre 1908, la sorella maggiore Antonietta entra nel monastero carmelitano dei Santi Giovanni e Teresa. Giuseppina l’accompagna, e quel momento segna l’inizio di una forte attrazione verso la vita monastica. Tuttavia, decide di accantonare temporaneamente l’idea, legata com’è alla madre alla quale è molto affezionata. Per un periodo pensa persino di costruirsi una vita matrimoniale, ma ben presto si rende conto che il suo destino è altrove, vicino a Dio. Riceve alcune proposte di matrimonio che rifiuta con cortesia. Tuttavia, uno dei suoi pretendenti, risentito dal rifiuto, arriva persino a ferirla con un’arma da caccia. Invece di denunciare l’accaduto, Giuseppina decide di tacere, coprendo ferita con un’immagine della Madonna e lasciando che guarisse da sola.
Nel frattempo la sorella Antonietta, costretta a lasciare il monastero per motivi di salute, viene scelta dal suo direttore spirituale, padre Romualdo di Sant’Antonio, per fondare un nuovo Carmelo a Napoli. Viene considerata una missione voluta da Dio e accolta con fede dalla famiglia.
Il 15 agosto 1910 Antonietta inizia la sua nuova vita religiosa in due modeste stanze prese in affitto dalle suore Betlemite a Santa Maria dei Monti, sui Ponti Rossi. Qui, il 22 ottobre, riceve l’abito carmelitano e prende il nome di suor Maria Teresa.

Quadro-Miracoloso-di-san-Giuseppe-ai-Ponti-Rossi-di-Napoli dans Fede, morale e teologia

Una irresistibile chiamata
Anche Giuseppina è presente alla cerimonia, celebrata nella Chiesa di Santa Teresa al Museo, e avverte nuovamente il richiamo alla vita consacrata.
Il 2 aprile 1913, viene benedetta la cappella della nuova casa, un segno che il sogno del Carmelo di Napoli si sta realizzando.
Dopo lunghe preghiere e riflessioni, Giuseppina comprende che deve seguire il suo cuore e rispondere alla chiamata di Dio. Comunica la sua decisione alla madre e alle zie, che si oppongono fermamente, ma lei risponde con determinazione: “Non posso più far attendere Colui che mi chiama”. Decide quindi di unirsi al Terz’Ordine Carmelitano, ricevendo lo scapolare come segno di appartenenza alla famiglia carmelitana.
Il 10 marzo 1918, prende la decisione definitiva. Chiede alla madre il permesso di andare ai Ponti Rossi per partecipare alla novena in onore di san Giuseppe. La madre acconsente, pensando che il cambio d’aria possa aiutarla a guarire definitivamente dagli attacchi d’angina. Tuttavia, Giuseppina non tornerà mai più a casa: la sua permanenza nel monastero si prolunga a causa dei bombardamenti della Prima Guerra Mondiale e dell’epidemia della “spagnola”.
A Natale si ammala. Il medico le diagnostica una bronco-pleurite che si aggrava fino a diventare polmonite doppia. Le condizioni peggiorano ulteriormente quando sviluppa una broncoalveolite, ma non perde la speranza, e sopporta le sofferenze offrendo tutto a Dio.
Nel novembre del 1920, decide di entrare definitivamente in monastero, nonostante le pressioni dei familiari per farla tornare a casa.
Poco dopo, la sua salute subisce un ulteriore colpo: viene colpita da tubercolosi alla spina dorsale, paralisi completa e meningismo spinale. Nonostante queste prove dolorose, Giuseppina cerca di abbracciare la volontà di Dio con serenità, mentre le sue consorelle pregano per la sua guarigione.

Quel misterioso vento
Nella primavera del 1923, ha un sogno che segna un punto di svolta nella sua vita: le appare un santo vestito di nero e una voce che accompagna la visione dice: “San Francesco ti ha guarita dal tuo male”. Quando padre Romualdo le porta un’immaginetta di san Francesco Saverio, Giuseppina riconosce immediatamente il Santo del sogno.
Il 26 giugno, la reliquia del braccio del Santo viene portata nella sua cella: subito dopo un misterioso vento la spinge a rialzarsi. Quella che sembrava una paralisi permanente scompare, e Giuseppina riesce a stare in piedi e a camminare, tra le grida di gioia delle sue consorelle. E’ un vero miracolo.
Da quel momento, inizia per lei, un nuovo tipo di apostolato. In parlatorio accoglie persone di ogni ceto sociale, offrendo conforto, consigli e preghiere.
Dopo un lungo percorso, che condusse Giuseppina anche a Roma in udienza da Papa Pio XI, arrivò l’approvazione pontificia del monastero nel 1932.
Un anno più tardi, Giuseppina e le altre monache ricevono ufficialmente l’abito carmelitano, e lei diventa suor Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso. La sua missione è quella di portare la luce di Dio a tutti coloro che la cercano.
Maria Jose, la futura regina d’Italia, viene a raccomandarle la sua creatura che sta per nascere. I suoi prediletti però sono i poveri e gli infelici.
È solita dire: “Lo dico a Gesù”.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il Carmelo sperimenta, grazie a suor Giuseppina, una speciale protezione di Dio. Nonostante le bombe che cadono, tanta gente va da lei a chiedere la sua preghiera e notizie dei soldati lontani. Ella soffre l’indicibile e chiede continuamente a Dio la fine del conflitto armato. Consola, prega, ottiene l’impossibile. Vede il futuro il crollo del fascismo, l’Italia che rinasce.

Per Padre Pio era l’eletta di Dio
Sicuramente la santa monaca già conosceva Padre Pio, ma è dal 1940 che affiorano documenti che segnalano un rapporto di figliolanza spirituale quando dopo aver lanciato il suo grido di aiuto, Padre Pio dal Gargano le rispondeva tramite i comuni amici: “L’amato Padre Pio vi ha nel cuore quale eletta di Dio”.
All’inizio del 1944 dolori atroci stritolano il suo corpo lentamente, perde la vista, ma il suo sguardo rimane bello e luminoso.
La notte del 28 settembre Gesù le anticipa: “Sarà stentata la tua vita”.
I medici diagnosticano la sua nuova malattia: sclerosi a placche.
Continua a pregare: “Gesù, trasfigurami in Te”. Nonostante le sue condizioni, nel 1945 viene eletta priora e guida la comunità con dolcezza e determinazione.
Madre Giuseppina mantiene sempre il sorriso e la forza d’animo e continua ad accogliere i fedeli con parole di conforto e speranza.
Nel 1947, una donna napoletana dopo essersi confessata da Padre Pio, gli domanda: “Madre Giuseppina le manda a dire che vuole salvarsi l’anima. Se crede, le dica una parola per l’anima sua”. Padre Pio sorride e risponde: “Vuole salvarsi l’anima?”, poi con tono di voce appassionato, afferma: “Dille che le mando una fiumana di benedizioni, tutti i sorrisi degli angeli del Paradiso, e che ci santificheremo insieme”.
Le sue ultime parole mostrano una profonda accettazione della volontà di Dio: “E’ infermità della volontà di Dio”.
Riceve gli ultimi Sacramenti.
Offre le sofferenze atroci, le preghiere, la vita, per i sacerdoti, per i più lontani da Dio, per l’avvenire dell’Italia, per la Chiesa.
Prega intensamente: “Gesù, sii per me Gesù, sii per tutti Gesù”.
Muore serenamente il 14 marzo 1948, domenica di Passione. Pochi giorni prima, Padre Pio da Pietrelcina le aveva mandato a dire: “Prego tanto il Signore che l’aiuti nel suo olocausto, che sia sempre merito per sé, per le anime, per la gloria del Signore. Un giorno quando ci sarà dato di vedere la luce del pieno meriggio allora conosceremo quale valore e quali tesori siano state le sofferenze terrene che ci avranno fatto guadagnare tanto per la patria che non avrà fine. Dalle anime generose e innamorate, aspetta eroismi per giungere dopo l’ascesa al Calvario, al monte dell’Ascensione”.
Nel 1987 Papa Giovanni Paolo II la dichiarò Venerabile, mentre nel 2008 Papa Benedetto XVI la proclamò Beata. Oggi è conosciuta come la “monaca santa” dei Ponti Rossi.

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