Nostra Signora della Misericordia di Pellevoisin: una devozione che fa bene

Posté par atempodiblog le 30 août 2024

Nostra Signora della Misericordia di Pellevoisin: una devozione che fa bene
Il Dicastero per la Dottrina della Fede ha dato il consenso all’arcivescovo di Bourges a emettere il decreto di “nihil obstat” relativo alla devozione legata al santuario mariano di questo piccolo comune francese, dove nel 1876 una povera domestica, Estelle Faguette, avrebbe avuto varie apparizioni della Vergine Maria
della Redazione di Vatican News

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“Sebbene non sia prassi corrente” del Dicastero per la Dottrina della Fede “esprimersi sul carattere soprannaturale o sull’origine divina dei fenomeni soprannaturali e dei presunti messaggi, le espressioni che Estelle ha presentato come provenienti dalla Vergine Maria hanno un valore particolare che ci permette di intravedere un’azione dello Spirito Santo in mezzo a questa esperienza spirituale”.

È quanto scrive il cardinale Victor Manuel Fernández in una lettera indirizzata all’arcivescovo di Bourges, in Francia, Jérôme Daniel Beau, e approvata da Papa Francesco giovedì 22 agosto, con cui si dà il consenso a procedere con il decreto proposto di “nihil obstat” (nulla osta) relativo a “Nostra Signora della Misericordia”, venerata nel Santuario di Pellevoisin, piccolo comune della Francia centrale, dove nel 1876 una povera domestica, Estelle Faguette, avrebbe avuto varie apparizioni della Vergine Maria.

Una devozione raccomandata
Il prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede afferma che non solo “non ci sono obiezioni dottrinali, morali o di altro tipo a questo evento spirituale” a cui i fedeli “possono dare il loro assenso in modo prudente” (Norme, art 22, 1), “ma che in questo caso la devozione, già fiorente, è particolarmente raccomandata per coloro che desiderano liberamente aderirvi”, in quanto vi si trova “un cammino di semplicità spirituale, di fiducia, di amore che farà un gran bene e che “sarà certamente un bene per tutta la Chiesa”.

La lettera di Estelle alla Vergine
Estelle nasce il 12 settembre 1843 da una famiglia molto povera. Per provvedere a sé e ai genitori fa prima la lavandaia e poi la domestica. Ammalatasi gravemente, è in pericolo di vita. A questo punto decide di scrivere un’accorata lettera alla Madonna per la sua guarigione perché possa continuare a mantenere i poveri genitori. Le sue parole – scrive il porporato – “colpiscono per la loro semplicità, chiarezza e umiltà. Estelle narra la sofferenza causata dalla sua malattia. Non si vanta di uno spirito cristiano di rassegnazione. Al contrario, spiega la sua resistenza interiore a una malattia che ha sconvolto il suo progetto di vita”. Ma alla fine si affida sempre alla volontà di Dio. Lei vuole solo aiutare il papà e la mamma con tutte le forze che le restano: “Questa dedizione generosa agli altri, questa vita che si usa per prendersi cura degli altri, è ciò che ha toccato di più il cuore della Madre” che “sa riconoscere tutto il bene che si nasconde dietro le nostre parole”.

La guarigione miracolosa
La giovane racconta che nel febbraio 1876, all’età di 32 anni, iniziano le prime apparizioni: alla quinta, come promesso da Maria, guarisce completamente. Estelle è molto chiara su quanto accaduto: la Vergine ha ottenuto la sua guarigione dal Figlio. Tutto è attribuito a Cristo, è Cristo che ha ascoltato l’intercessione di sua madre. Una guarigione – sottolinea il cardinale Fernández – “confermata come miracolosa dall’arcivescovo di Bourges, l’8 settembre 1893, con il consenso dell’allora Sant’Uffizio”.

Alcuni messaggi di Maria
Nei suoi messaggi Maria manifesta a Estelle tutta la sua vicinanza e tenerezza con parole d’incoraggiamento: “Non temere nulla, sei mia figlia”, “Se vuoi essere al mio servizio, sii semplice”, “Coraggio”, “Sarò invisibilmente accanto a te […] Non hai nulla da temere”, “Io scelgo i piccoli e i deboli per la mia gloria”. E poi le esortazioni ad avere pace: “Calma, figlia mia, abbi pazienza, avrai delle sofferenze, ma io sono qui”, “Vorrei che tu fossi ancora più calma […] Hai bisogno di riposarti”. Un invito rivolto anche alla Chiesa: “Nella Chiesa non c’è la calma che desidero”.

Una presenza silenziosa
Spesso – afferma il cardinale prefetto – “più ancora delle poche parole di Maria, ciò che colpisce è la sua presenza silenziosa, quei lunghi silenzi dove lo sguardo della Madre guarisce l’anima”. Scrive Estelle: “Mio Dio, com’era bella! Rimase a lungo immobile senza dire nulla […] Dopo questo silenzio, mi guardò; non so cosa provai; come ero felice!”, ” “Non mi disse nulla. Poi mi guardò con grande bontà e se ne andò”, “Mi guardava sempre sorridendo”, “Che bellezza e che dolcezza!”, “Che gentilezza nei suoi occhi e che misericordia!”.

Lo scapolare con l’immagine del Cuore di Cristo
“L’esperienza di Pellevoisin – prosegue il prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede – è mariana, ma allo stesso tempo è fortemente cristologica”. Così “la grande richiesta che la Vergine rivolge a Estelle è che diffonda lo scapolare con l’immagine del Cuore di Cristo, e il grande messaggio di Maria è l’invito a rivolgersi a quel Cuore amorevole del Signore”. Mostrando a Estelle lo scapolare del Sacro Cuore di Cristo, Maria dice: “I tesori di mio Figlio sono aperti da tempo […] amo questa devozione”.

Estelle accoglie questa richiesta di diffondere la devozione al Cuore del Signore. “Il Cuore di Cristo – afferma il cardinale – non è mai indifferente, si lascia toccare dalla nostra supplica sincera e amorevole, specialmente quando è la Madre che tocca il suo Cuore”. La vita di Estelle trascorre nell’umiltà tra molte prove, accuse e calunnie. Nel 1925 entra nel terz’ordine domenicano. Muore a Pellevoisin il 23 agosto 1929 a quasi 86 anni.

Le autorizzazioni dei Papi
Il porporato ricorda che vari Papi hanno autorizzato gesti di devozione legati a “Nostra Signora della Misericordia” conosciuta anche col titolo di “Madre tutta misericordiosa”: nel 1892 Leone XIII concede le indulgenze ai pellegrini che giungono a Pellevoisin e nel 1900 riconosce lo scapolare del Sacro Cuore. Benedetto XV nel 1915, ricevendo lo scapolare, afferma che “Pellevoisin è stata scelta dalla Santa Vergine come luogo speciale dove diffondere le sue grazie”. Nel 1922 viene autorizzata una Messa votiva alla Vergine, il 9 settembre, per la Parrocchia di Pellevoisin. Lungo tutti questi anni – afferma il cardinale Fernández – “molti bei frutti di fede e di carità” sono sbocciati in quanti hanno vissuto questa devozione.

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Desiderio di santità

Posté par atempodiblog le 27 août 2024

Desiderio di santità dans Citazioni, frasi e pensieri Zelia-Martin
28 agosto, nascita in Cielo di Zelia Guérin Martin

In una sua lettera Zelia così scrive alle figlie in collegio: “Bisogna servire bene il buon Dio, mie care figliolette e procurare di essere un bel giorno nel numero dei santi di cui oggi celebriamo la festa”.

In un’altra lettera scrive:  “Spero che Maria (la primogenita) sarà una buona ragazza, ma vorrei che fosse una santa, e vorrei santa anche te, Paolina mia. Anch’io vorrei farmi santa, ma non so da che parte incominciare; c’è così tanto da fare che mi limito al desiderio. Dico spesso durante la giornata: Mio Dio, come vorrei essere santa!”. 

Tratto da: Pellegrino a quattroruote, sulle strade d’Europa  di Padre Livio Fanzaga, ed. SugarCo

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La fede cristiana è un cammino dello sguardo

Posté par atempodiblog le 26 août 2024

La fede cristiana è un cammino dello sguardo dans Citazioni, frasi e pensieri La-fede-cristiana

Ha detto il grande biblista Ignace de la Potterie: “La fede cristiana è un cammino dello sguardo”. Non è frase poetica o astratta: è la descrizione esatta, fattuale di un metodo.
Lo sguardo prima intravede, poi incomincia ad avere la percezione di fattori più distinti e solo in seguito incomincia a sorprendere la possibilità di un significato. Aumentando l’attenzione a questo significato, capisce che è vero.

Don Luigi Giussani – L’avvenimento cristiano, BUR, Milano 2003, p. 59

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La chiesa a Roma dedicata alla Beata Vergine Regina dei cuori

Posté par atempodiblog le 23 août 2024

La chiesa a Roma dedicata alla Beata Vergine Regina dei cuori
Una chiesa, quasi nascosta, retta dai padri Monfortani, a Roma. La Teologia diventa architettura.
di Antonio Tarallo – ACI Stampa
Tratto da: Radio Maria

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Una memoria troppe volte dimenticata quella della Beata Vergine Maria Regina. Eppure dietro ad essa si nasconde un tesoro prezioso tutto da scoprire e riscoprire. La memoria liturgica è stata istituita da Papa Pio XII , nel 1955. Dopo la riforma seguita al Vaticano II, è stata collocata al 22 agosto, giorno conclusivo dell’ottava della solennità di Maria assunta in Cielo. La Vergine è proposta come modello e segno di speranza per tutti i cristiani che, già rivestiti della dignità regale del Signore nel Battesimo, sono chiamati a regnare eternamente con lui. Questo titolo di “Regina” fu attribuito a Maria fin dall’antichità dal popolo cristiano che la saluta con questo appellativo specialmente nella “Salve Regina” e nelle serie finale delle litanie lauretane.  Al mistero della Vergine Maria appartiene la dignità regale della sua piena glorificazione e della perfetta conformazione a Suo Figlio, Re di tutti i secoli.  E’ il Concilio Vaticano II a dirci, infatti, che Maria, dopo aver finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste con il suo corpo e con la sua anima, ed esaltata come Regina dell’universo, perché fosse più pienamente conformata a Gesù. Tra gli elementi che costituiscono la dignità regale della Vergine Maria, i testi liturgici ne celebrano particolarmente quattro: l’umiltà; la funzione materna; la supplice intercessione e il segno della futura gloria della Chiesa.

Ed è proprio a questo titolo speciale, “Regina”, che è dedicata una chiesa a Roma, quasi nascosta. Ci troviamo al centro di Roma: in via Romagna, una piccola viuzza che sembra quasi nascondersi fra palazzi umbertini e moderni uffici. Davanti a noi si erge la facciata della chiesa, piccola, sobria ma che – al contempo – conserva un “qualcosa” di maestoso: è lo specchio della regalità della Vergine Maria. La chiesa è retta dai Monfortani. Ha una storia del tutto affascinante. La sua fondazione passa per una data specifica: quella dell’8 dicembre, festa dell’Immacolata. Infatti, l’8 dicembre del 1903 ha luogo la benedizione e la posa della prima pietra del futuro santuario; e, dopo un anno esatto, l’8 dicembre 1904, si ha la sua inaugurazione, nel cinquantesimo anniversario della definizione del dogma della Immacolata Concezione di Maria. Tutto qui ci parla di Maria: soprattutto le bellissime vetrate che circondano la chiesa.

Sopra l’ingresso del Santuario, all’interno, è possibile subito notare una bifora con due sopra immagini che riescono bene a sintetizzare il termine “Regina”. La vetrata di destra è dedicata al mistero del Cristo Re. In questa vetrata troviamo un tondo in cui è inscritto il busto del re Davide con la corona in testa e avvolto nel manto; regge nella destra un’arpa – è ritenuto l’autore dei Salmi – e con la sinistra tiene il lembo di un rotolo dispiegato, su cui si legge: “Ego autem constitutus sum rex ab eo – Io sono stato costituito re da Lui”. L’espressione è tratta dal Salmo numero due, che canta profeticamente il Re Messia.

La figura del Cristo occupa la parte centrale della vetrata: rivestita di tunica e calzari, avvolta in un ricco mantello regale, nella mano destra, benedicente, impugna lo scettro e con la sinistra regge il globo , simbolo del mondo soggetto alla sua signoria. Lo sormonta – infatti – una croce aurea, strumento della vittoria pasquale: innalzato sulla croce, Gesù attira tutti a sé. Il segno della croce è presente nel tondo superiore della vetrata, in cui è raffigurato un angelo a grandi ali spiegate, che mostra la croce, “strumento di morte e di gloria” come canta la liturgia.

E a sinistra, invece, troviamo in maniera speculare un’altra immagine: questa volta ci parla di Maria, o meglio, della sua regalità. Nel tondo inferiore è ritratto il Montfort, che stringe in mano un grande rosario. Lo circonda una scritta che dice: “Ut adveniat regnum tuum, adveniar regnum Mariae – Affinchè venga il tuo regno (Signore, è sottinteso) venga il regno di Maria!”. Questa espressione – presa dal “Trattato della vera devozione a Maria” scritto dal santo francese – pone l’accento sul pensiero monfortano secondo cui il riconoscimento della signoria di Maria riesce a condurci più facilmente ad accogliere il regno di Cristo nel proprio cuore. Maria è presentata col capo velato e incoronato. E’ rivestita, sotto la tunica regale, con un abito trapuntato; il manto è riccamente ornato. Nella mano destra impugna lo scettro regale e nella sinistra sostiene un globo – come Gesù – sormontato da una croce.

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San Giovanni Eudes, l’apostolo dei Sacri Cuori

Posté par atempodiblog le 19 août 2024

San Giovanni Eudes, l’apostolo dei Sacri Cuori
Grande propagatore della devozione al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria, san Giovanni Eudes spiegò in pagine mirabili l’unione tra i due Sacri Cuori, lasciando insegnamenti preziosi per il cammino spirituale di ogni fedele.
di Antonio Tarallo – La nuova Bussola Quotidiana
Tratto da: Radio Maria

San Giovanni Eudes, l’apostolo dei Sacri Cuori dans Fede, morale e teologia Ges-e-Maria

«Organo muscolare, cavo, che costituisce il centro motore dell’apparato circolatorio». E ancora: «Dall’antichissima credenza popolare che il cuore fosse il centro della vita spirituale e affettiva dell’uomo, si è formata ed è rimasta nel linguaggio comune una serie ricchissima di locuzioni e frasi». E ancora più avanti: «Il cuore è inteso come la sede dei vari moti dell’animo. Come sede dell’affetto, dell’amore». Sono definizioni colte dall’Enciclopedia Treccani: fanno riferimento al sostantivo «cuore». Sono immagini che riescono a donare diversi significati di questo termine così ricco e prezioso per la vita umana. Quando pensiamo a questa parola, infatti, sono tante le analogie, le metafore, i pensieri che nascono naturalmente nella mente. Forse, fra i tanti, quello più comune è che il cuore rappresenti la sede della vita e dei sentimenti. Ed è proprio al cuore – a due in particolare, quello di Gesù e della Vergine Maria – che san Giovanni Eudes (del quale oggi ricorre la memoria liturgica) ha guardato per l’intera sua esistenza terrena, meritando di essere definito «apostolo infaticabile della devozione ai Sacri Cuori di Gesù e Maria» (Benedetto XVI, udienza generale del 19 agosto 2009).

Per addentrarci meglio nella spiritualità di questo grande santo, fondatore della Congregazione di Gesù e Maria (1643) per la formazione dei futuri sacerdoti e dell’Ordine di Nostra Signora della Carità (1651), è importante focalizzare l’attenzione su quanto sia stata fondamentale nella sua visione spirituale la centralità della relazione personale con Gesù Cristo: il fedele, per san Giovanni Eudes, deve vivere il proprio cammino spirituale in stretta relazione con Cristo. E questo dialogo deve passare proprio per il Sacro Cuore di Gesù, sede dell’Amore di Dio per gli uomini. Per arrivare a Cristo, il fedele passa per Maria, la Vergine Santa.

Testimonianza di ciò, il testo Il Cuore Ammirabile della SS. Madre di Dio, un trattato teologico-spirituale e devozionale assai interessante per diversi aspetti. «Cuore ammirabile. Perché mai lo Spirito Santo la chiama “Signum magnum”? Per farci conoscere che Ella è tutta miracolosa e per farne oggetto di rapimento per gli Angeli e per gli uomini. Allo stesso scopo lo Spirito Santo fece cantare in suo onore, in tutto l’universo, per bocca di tutti i fedeli, questo elogio: “Mater admirabilis”! O Madre ammirabile, con quanta ragione portate questo nome! Però quel che è più ammirabile in Maria è il suo Cuore verginale. Esso è tutto un mondo di meraviglie, un oceano di prodigi, un abisso di miracoli. È il principio e la sorgente di tutte le cose più rare e più straordinarie che emergono in questa gloriosa Principessa».

La descrizione che Eudes fa del Cuore della Vergine è una perfetta sintesi teologica. Ciò che colpisce è il linguaggio del santo: poetico, alto, profondo e, allo stesso tempo, vicino al popolo di Dio. Tanto è racchiuso in quel passaggio, «il principio e la sorgente di tutte le cose più rare e più straordinarie», e il lettore non può che provare stupore, misto a meraviglia, davanti a questa sublime descrizione.

Ma perché è così importante il Cuore Immacolato della Vergine Maria? Il santo risponde con queste parole contenute sempre nel suo libro: «Non v’è parte del sacro corpo di Gesù che non sia degno dell’ammirazione eterna degli uomini e degli Angeli. Non c’è nulla nel corpo verginale di Maria che non sia meritevole delle lodi immortali di tutte le creature. Ma il suo cuore ha diritto ad un particolare onore per le sue meravigliose prerogative: 1) Esso è il principio della vita di questa Divina Madre e di tutte le funzioni della sua vita corporale e sensibile: origine della vita di colei che ha dato vita al Figlio di Dio; 2) Altra prerogativa di questo Cuore è d’aver preparato e donato il sangue verginale di cui fu formato il corpo santissimo dell’Uomo-Dio; 3) La terza è d’essere stato il principio della vita umana di Gesù Bambino, durante la dimora nascosta ch’Egli fece nel seno della madre sua. Come di ogni madre, si può dire che la vita e il cuore di Maria era la vita e il cuore di Gesù (…) 4) La quarta prerogativa è indicata da queste parole della Cantica: “Il nostro letto è tutto ricoperto di fiori profumati” (Ct I, 15). Qual è questo letto, se non il cuore purissimo di Maria, sul quale il Bambino Gesù ebbe a riposare dolcemente?». In queste righe comprendiamo, allora, l’importanza del Cuore di Maria. Ancora una volta, viene ribadito il concetto dello strettissimo legame tra questo Cuore e quello di Gesù.

L’unione dei due Sacri Cuori è il tema portante dell’intensa e alta spiritualità di san Giovanni Eudes. Fra le righe de Il Cuore Ammirabile della SS. Madre di Dio troviamo una pagina importantissima, fondamentale per il cammino spirituale di ciascuno: «Il Cuor di Gesù vive nel cuore di Maria, l’anima di Gesù nella sua anima, lo spirito di Gesù nel suo spirito; la memoria, l’intelletto, la volontà di Gesù sono viventi nella memoria, nell’intelletto, nella volontà di Maria; i suoi sensi interiori ed esteriori vivono nei sensi di Lei; le sue passioni nelle passioni di Lei; le sue virtù, i suoi misteri, i suoi divini attributi, tutti vivono nel cuore di Lei e regneranno sovranamente in Lei; vi opereranno affetti meravigliosi e incomprensibili a noi mortali, e v’imprimeranno l’immagine vivente di Gesù stesso».

Grazie a queste pagine si riesce a comprendere come i due Sacri Cuori siano profondamente connessi tra loro. L’uno potrebbe definirsi il prosieguo dell’altro: vi è un filo rosso che li unisce, vi è un’arteria che li congiunge e li fa vivere e palpitare all’unisono. Ed è a questi due Cuori che san Giovanni Eudes ci invita ad accostarci attraverso la preghiera e l’Eucaristia.

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San Tarcisio, romano, martire dell’Eucaristia

Posté par atempodiblog le 15 août 2024

San Tarcisio, romano, martire dell’Eucaristia
della Redazione di Vatican News

San Tarcisio, romano, martire dell'Eucaristia dans Fede, morale e teologia San-Tarcisio

Accolito delle catacombe
La sua storia si snoda nel terzo secolo. In quel periodo l’imperatore Valeriano perseguita i cristiani e Tarcisio è un giovane accolito della Chiesa di Roma. Frequenta le catacombe di San Callisto e un giorno, pensando che la sua giovinezza sarebbe stata il miglior riparo per l’Eucaristia, si offre di portare il Pane consacrato ai carcerati e agli ammalati.

Stretto al petto
Ma lungo il cammino incontra alcuni giovani pagani. Si accorgono che Tarcisio stringe qualcosa al petto e tentano di strapparglielo. Il ragazzino non cede e allora viene preso a calci, qualcuno afferra delle pietre e gliele tira contro. Tarcisio resiste e riesce a non far profanare le ostie. A soccorrerlo ormai in fin di vita è un ufficiale pretoriano, convertitosi al cristianesimo di nascosto, che lo porta al sacerdote della sua comunità. Tra le mani serrate strette al petto c’è ancora un pezzo di stoffa con l’Eucaristia.

Protomartire dell’Eucaristia
Dopo la morte, Tarcisio è sepolto nelle catacombe di San Callisto. Sull’epigrafe, posta da Papa Damaso, viene riportato l’anno 257. Queste parole scritte nelle catacombe di San Callisto, giunte attraverso varie testimonianze, ci ricordano il suo martirio: “Mentre un gruppo di malvagi si scagliava su Tarcisio volendo profanare l’Eucaristia da lui portata, egli, colpito a morte, preferì perdere la vita piuttosto che consegnare ai cani rabbiosi le membra celesti di Cristo”.

Carne della sua carne
Sul protomartire dell’Eucaristia si riporta anche una tradizione orale secondo la quale sul suo corpo non venne trovato il Santissimo Sacramento. Secondo tale tradizione la Particola Consacrata, difesa con la vita dal giovane accolito, era diventata carne della sua carne. Un’unica Ostia unita al suo corpo e offerta a Dio.

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Assunzione della Beata Vergine Maria

Posté par atempodiblog le 14 août 2024

Assunzione della Beata Vergine Maria
di Padre Livio Fanzaga
Tratto da: Blog di p. Livio – Direttore di Radio Maria

Buona festa dell'Assunta! dans Amicizia maria_assunta_in_cielo

Oggi gioiamo con tutta la Chiesa per l’Assunzione alla gloria celeste dell’Immacolata Vergine Maria con la sua anima e il suo corpo e per essere esaltata come Regina dell’universo a fianco di suo Figlio, il Signore dei dominanti e il vincitore del peccato e della morte.

La Madre di Dio, terminato il corso della sua vita terrena, ha avuto il singolare previlegio di partecipare alla resurrezione di suo Figlio, divenendo così un segno per tutti i credenti di quello che sarà il compimento della loro vita.

Noi giustamente ci domandiamo quale sarà la condizione in cui ci troveremo in Paradiso e la risposta la troviamo nella Vergine Maria, che è già ora ciò che noi saremo quando, alla fine del mondo, i nostri corpi risorgeranno e si uniranno alle nostra anime beate, partecipando come Maria alla gloria di Cristo risorto.

Con questa meravigliosa verità di fede, definita dalla Chiesa, noi possiamo camminare nel pellegrinaggio della nostra vita terrena con lo sguardo rivolto al Cielo, dove la Madre di Cristo e madre nostra ci attende, tenendo viva la speranza che non delude.

Cari amici, in questo mondo nel quale regnano l’incredulità e la morte, che soffocano e intristiscono la vita, teniamo viva nella preghiera la nostra unione con Gesù e Maria, che sono una fonte inesauribile di grazia e di santità, grazie alla quale veniamo plasmati a loro immagine e somiglianza.

La Vergine Maria assunta in Cielo, nel nostro tempo come mai prima, scende in mezzo a noi, per sorreggerci nel grande combattimento escatologico in atto e per renderci, alla fine, partecipi del trionfo del suo Cuore Immacolato.

La Madonna è qui per rafforzarci nella fede e guidarci nella battaglia, affinché crolli il mondo senza Dio, sotto il cui peso l’umanità geme, e al suo posto nasca il mondo della pace e dell’amore, che il cuore umano desidera.

“Nella tua maternità hai conservato la maternità, nella tua dormizione non hai abbandonato il mondo, o Madre di Dio; hai raggiunto la sorgente della Vita, ti che hai concepito il Dio vivente e che, con le tue preghiere liberi le anima dalla morte” (C.C. Cattolica 966).

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Hidilyn Diaz e Nostra Signora della Medaglia Miracolosa

Posté par atempodiblog le 11 août 2024

Hidilyn Diaz e Nostra Signora della Medaglia Miracolosa dans Apparizioni mariane e santuari Hidilyn-Diaz-a-Rue-du-Bac-Medaglia-Miracolosa

Hidilyn Diaz, il 6 agosto scorso, ha mantenuto la promessa di visitare Nostra Signora della Medaglia Miracolosa in Rue du Bac, a Parigi.
La visita è avvenuta durante i festeggiamenti per l’anniversario della dedicazione della Cappella consacrata al Sacro Cuore e, successivamente, a Nostra Signora della Medaglia Miracolosa. La Cappella fu solennemente benedetta il 6 agosto del 1815 e dedicata al Sacro Cuore di Gesù.
L’atleta filippina ha conquistato, nel 2021 a Tokyo, la prima medaglia d’oro per il suo paese nella storia dei Giochi Olimpici e, in quell’occasione, aveva espresso il desiderio di recarsi a Rue du Bac nella chiesa in cui la Santa Vergine era apparsa a santa Caterina Labouré.
Ai Giochi di Parigi 2024 il suo connazionale Carlos Yulo, vincitore di due ori in questa edizione, alzando un braccio al Cielo e recitando una preghiera, ha voluto ringraziare il Signore per essere presente nella sua vita.
Hidilyn ci incoraggia ad avere fiducia nella Mamma del Cielo e ci rivolge un invito: «Recitiamo sovente la giaculatoria incisa sulla Medaglia: “O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi”».

Divisore dans San Francesco di Sales

Freccia dans Viaggi & Vacanze Solleva la Medaglia Miracolosa dopo aver vinto l’Oro

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Trasfigurazione del Signore

Posté par atempodiblog le 6 août 2024

“La festa della Trasfigurazione del Signore ci ricorda che siamo chiamati a fare esperienza dell’incontro con Cristo perché, illuminati della sua luce, possiamo portarla e farla risplendere ovunque come piccole lampade di Vangelo che portano un po’ d’amore e di speranza”. 
Papa Francesco (06/08/2021)

Trasfigurazione del Signore dans Commenti al Vangelo Luce-di-Cristo

Gesù attende di risplendere su chi ha sete di Lui, in unione al suo Corpo mistico, la Chiesa
Trasfigurazione del Signore

Nel prefazio, la liturgia della Trasfigurazione recita che Nostro Signore «fece risplendere una luce incomparabile per preparare i suoi discepoli allo scandalo della croce».
di Ermes Dovico – La nuova Bussola Quotidiana
Tratto da: Radio Maria

Introducendo i misteri della luce nella recita del Rosario, san Giovanni Paolo II scrisse che la scena evangelica della Trasfigurazione di Nostro Signore può essere assunta a «icona della contemplazione cristiana». E il nostro fine, come già per gli apostoli annichiliti ed estasiati di fronte alla maestà divina, è «fissare gli occhi sul volto di Cristo».

Come testimoni dell’ineffabile mistero del suo Corpo glorioso, Gesù volle con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, dunque il suo vicario in terra, il primo martire dei Dodici e il discepolo prediletto, che è anche colui ad aver scritto il libro che chiude la Sacra Bibbia. Proprio nell’epilogo dell’Apocalisse, Gesù dà un’ultima definizione di Sé chiamandosi «la stella radiosa del mattino» (Ap 22, 16), che attende di risplendere su chi ha sete di Lui, in unione al suo Corpo mistico, la Chiesa.

Sul santo monte (2 Pt 1, 18), identificato con il Tabor, i tre apostoli ebbero un anticipo del premio di cui godranno in eterno i redenti: «(…) il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce» (Mt 17, 2). A conversare con Gesù ci sono Mosè ed Elia, che rappresentano la Legge e i Profeti, quindi la continuità dell’unico piano salvifico di Dio che si disvela tra l’Antica e la Nuova Alleanza. Come già nel Battesimo nel Giordano, altro mistero della luce, anche in questa epifania il Padre rende testimonianza al Figlio venuto in mezzo agli uomini: «Questi è il Figlio mio, l’amato. Ascoltatelo!». La voce proviene dalla nube luminosa, simbolo dello Spirito Santo, a completare l’unità trinitaria. Di fronte a tanta gloria gli apostoli cadono con la faccia a terra e sono presi da un sacro timore. Ma porteranno dentro di loro quel gaudio che Pietro, pur ancora umanamente incapace di penetrare quel mistero di salvezza, aveva espresso poco prima così: «È bello per noi restare qui».

L’episodio della Trasfigurazione si colloca dopo la solenne confessione petrina («Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivente») e il primo annuncio della Passione, in cui sempre Pietro aveva protestato con Gesù all’idea che Egli dovesse soffrire ed essere ucciso. Si può dire che esso sia il contraltare del mistero doloroso nell’Orto degli Ulivi, dove i testimoni prescelti saranno ancora Pietro, Giacomo e Giovanni. Nel Getsemani – anziché la luce divina del Figlio – si manifesteranno le tenebre del peccato che Gesù, per redimerci, assumerà sulla sua sacra umanità, sudando lacrime di sangue. Il preludio dolorosissimo al Calvario.

Proprio nei giorni tra il primo annuncio della Passione e la Trasfigurazione, Gesù aveva detto: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua». Nel prefazio, la liturgia della Trasfigurazione recita infatti che Nostro Signore «fece risplendere una luce incomparabile per preparare i suoi discepoli allo scandalo della croce». Una prefigurazione della gloria futura, in definitiva, che passa dalla croce, secondo la via insegnata da Gesù, abbracciata da Maria e poi imitata dagli apostoli. Esempi sicuri per guadagnare il Paradiso.

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Ricorri a Maria con tenera devozione di figlio

Posté par atempodiblog le 5 août 2024

Ricorri a Maria con tenera devozione di figlio dans Citazioni, frasi e pensieri Compleanno-Madonna

Se vuoi essere fedele, sii molto mariano.

La Madre nostra — dall’annuncio dell’Angelo fino alla sua agonia ai piedi della Croce — non ha avuto altro cuore né altra vita che quella di Gesù.

Ricorri a Maria con tenera devozione di figlio, ed Ella ti otterrà la lealtà e l’abnegazione che desideri.

di San Josemaría Escrivá de Balaguer

Divisore dans San Francesco di Sales

Freccia dans Viaggi & Vacanze La Madonna racconta la sua vita: Nata il 5 agosto

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