Breve triduo a San Pedro Calungsod

Posté par atempodiblog le 30 mars 2024

Breve triduo a San Pedro Calungsod dans Preghiere triduo

Questo triduo può essere recitato in preparazione della festa del santo, il 2 aprile, dal 30 marzo al 1 aprile, o in qualsiasi momento per le proprie necessità.

San Pedro Calungsod, studente, catechista, giovane migrante, missionario, amico fedele e martire, ispiraci con la tua fedeltà nei momenti di prova e con il tuo coraggio nell’insegnare la Fede in mezzo alle ostilità e con il tuo amore nel versare il sangue per il Vangelo di N. S. Gesù Cristo.

Ti affidiamo tutte le nostre intenzioni e i nostri problemi (breve pausa per formulare in silenzio le proprie richieste) ed intercedi per noi davanti al trono della Misericordia e della Grazia affinché, sperimentando l’aiuto del Cielo, siamo incoraggiati a vivere e proclamare il Vangelo qui sulla terra.

Tre Pater, Ave, Gloria

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La fortezza della Madonna

Posté par atempodiblog le 30 mars 2024

La fortezza della Madonna dans Citazioni, frasi e pensieri Santa-Maria-donna-del-Sabato-santo

Ammira la fortezza della Madonna: ai piedi della Croce, con il più grande dei dolori umani — non c’è dolore come il suo dolore — piena di fortezza. — Chiedile questo vigore, per saper stare anche tu presso la Croce.

di San Josemaría Escrivá de Balaguer

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Pensiero Spirituale sulla partecipazione alla Santa Messa

Posté par atempodiblog le 13 mars 2024

Pensiero Spirituale sulla partecipazione alla Santa Messa
di Padre Livio Fanzaga
Tratto da: Blog di p. Livio – Direttore di Radio Maria

Pensiero Spirituale sulla partecipazione alla Santa Messa dans Fede, morale e teologia Partecipare-alla-Santa-Messa

Cari amici, alla luce di un report recentemente pubblicato sulla partecipazione degli italiani alla Santa Messa festiva, è bene fare una riflessione. In questa statistica è stato evidenziato un netto calo della presenza settimanale alla Santa Messa; certamente la secolarizzazione si estende ovunque, perfino nelle grandi città africane, gli effetti ricadono soprattutto sulla pratica dei Comandamenti e dei Sacramenti.

La secolarizzazione, ovvero la visione della vita mondana che esclude la legge morale che viene da Dio Creatore, in occidente è talmente diffusa e i venti del modernismo soffiano forte mietendo vittime, tanti perdono la fede, infatti, e la pratica religiosa è sempre più abbandonata.

La Regina della pace vede come lavora il demonio e ci avverte prima che i danni causati dal diavolo siano irreversibili.

Diversamente da altre apparizioni, la Madonna a Medjugorje non ha chiesto la costruzione di una chiesa ma, dopo aver scelto i sei veggenti nel 1981, dopo tre anni ha scelto la Parrocchia: «Cari figli, io ho scelto in modo speciale questa parrocchia ed è mio desiderio guidarla. Con amore la proteggo e desidero che tutti siano miei. Grazie per essere venuti qui, questa sera. Desidero che vi troviate sempre più numerosi con me e con mio Figlio. Ogni giovedì darò un messaggio particolare per voi» (1 marzo 1984).

Da allora la Madonna ha agito come se fosse Lei stessa il parroco e da allora i parroci di Medjugorje sono sempre stati molto ligi alle indicazioni della Madonna, perfino il vescovo che inizialmente era un po’ scettico ha dato ascolto alle indicazioni della Gospa.

La Madonna a Medjugorje ha scandito i momenti di preghiera a partire dalla Santa Messa, preceduta da due Rosari che a loro volta precedevano le apparizioni. Le apparizioni e i Rosari erano come un viatico, una preparazione alla Santa Messa quotidiana, alla quale partecipavano in massa tutti i parrocchiani, specialmente nei primi tempi.

La prima volta che sono andato a Medjugorje, il 15 marzo 1985, sono rimasto molto colpito nel trovare la chiesa gremita di parrocchiani, erano le cinque del pomeriggio. Era già buio, pioveva a dirotto ma la chiesa era piena di gente della parrocchia, non c’erano pellegrini.

Per frenare la perdita della fede la Madonna ha chiamato la gente innanzitutto a partecipare alla Santa Messa quotidiana. La Messa della sera, a Medjugorje, è diventata il clou della giornata e non c’è differenza fra Messa feriale e festiva perché la partecipazione è la stessa da parte dei parrocchiani a cui si aggiungono i numerosi pellegrini. La Celebrazione Eucaristica della sera, a Medjugorje, è molto partecipata sia dai parrocchiani, che dai pellegrini, ma anche dai numerosi sacerdoti che concelebrano.

La Madonna ha spiegato questa sua strategia dicendo chiaramente che la Chiesa «è indistruttibile, perché mio Figlio le ha dato un cuore: l’Eucaristia» (2 dicembre 2015). Cristo è realmente presente nell’Eucarestia con corpo, sangue e anima e questo rende la Chiesa indistruttibile.

È tempo di scuotere le anime dal loro sonno stanco nel quale satana le ha imbrigliate, le ha cloroformizzate, le ha avvelenate, le ha rese sterili: «La zizzania ha preso molti cuori e sono diventati sterili» (25 febbraio 2024). Questo messaggio è una sentenza di morte, è una costatazione oltremodo vera alla quale la Madonna ha aggiunto un raggio di luce: «perciò voi, figlioli, siate luce, amore e le mie mani tese in questo mondo che anela a Dio che è amore».

Dobbiamo essere trainanti anche su questo punto fondamentale del Cristianesimo che è l’Eucarestia, cuore della fede, totalità della fede. La Santa Messa è la fonte di grazia per tutti i Sacramenti e per tutte le grazie che vengono diffuse nel mondo. Tutto passa attraverso il sacrificio della Croce e la gloriosa Resurrezione di Cristo il quale, dopo essere risorto, è apparso nel Cenacolo e ha detto: «Ricevete lo Spirito Santo» (Gv 20,19).

Lo Spirito Santo viene dall’Eucarestia. Il dono dello Spirito Santo, che è l’amore di Dio, viene dalla Resurrezione di Cristo. Lo Spirito Santo rimette i peccati, ci trasfigura, ci eleva, ci divinizza, è l’opera della santificazione che ci fa figli di Dio, eredi della vita eterna.

Dopo la Confessione i parroci dovrebbero dare un impegno che il penitente può mantenere, una cosa semplice ma spiritualmente edificante. Nella mia lunga esperienza di confessore, dopo il pentimento e il proposito di vita nuova, ho sempre dato come indicazione concreta di mai mancare alla Messa domenicale. È lì che il fedele trova la fonte della grazia, la Parola di Dio, l’Eucarestia ed è proprio perché per ricevere l’Eucarestia bisogna essere in grazia di Dio che ci si confessa, ci si prepara spiritualmente.

Cari amici, per dirci cristiani e per essere attivi nel coltivare la nostra fede e ravvivarla, dobbiamo tenere vivo l’impegno di partecipare alla Santa Messa festiva. Il nostro proposito a Gesù e a Maria sia di non mancare mai alla Santa Messa, accostandoci alla Comunione sempre in grazia di Dio.

Chi attinge alla fonte della grazia non perde mai la fede e man mano viene introdotto da Dio alla comprensione di questo mistero immenso che è l’Eucarestia, cioè la celebrazione dell’evento della nostra salvezza. Cristo è veramente presente nell’Eucarestia.

Partecipando alla Santa Messa moriamo al peccato e risorgiamo con Cristo a vita nuova, diventiamo sempre più assimilati a Cristo figli nel Figlio, eredi della vita eterna.

Torniamo al fervore della fede vissuta, della partecipazione alla Santa Messa. Dobbiamo essere Cristiani militanti, appassionati, decisi, innamorati di Cristo, veri figli della Madonna e fratelli nell’unica Chiesa Cattolica.

Facciamo dell’Eucarestia il perno della nostra vita e, possibilmente, anche della nostra giornata.

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Con Pietro, sempre

Posté par atempodiblog le 13 mars 2024

Con Pietro, sempre
Undici anni di pontificato sulla via della misericordia e della pace
di Andrea Tornielli – Vatican News

Con Pietro, sempre dans Andrea Tornielli Non-possiamo-separarci-da-Pietro

Nel silenzio assordante della diplomazia, in un panorama caratterizzato dall’assenza sempre più evidente di iniziativa politica e di leadership capaci di scommettere sulla pace, mentre il mondo ha iniziato una folle corsa al riarmo destinando ai sofisticati strumenti di morte somme che basterebbero per assicurare due volte l’assistenza sanitaria di base a tutti gli abitanti della terra e ridurre significativamente le emissioni di gas serra, la solitaria voce di Papa Francesco continua a supplicare di far tacere le armi e a invocare il coraggio di favorire percorsi di pace. Continua a chiedere il cessate il fuoco in Terra Santa, dove allo spietato massacro del 7 ottobre attuato dai terroristi di Hamas è seguita e continua ad essere perpetrata la tragica carneficina di Gaza. Continua a chiedere di far tacere le armi nel tragico conflitto deflagrato nel cuore dell’Europa cristiana, nell’Ucraina distrutta e martoriata dai bombardamenti dell’esercito aggressore russo. Continua a invocare pace nelle altre parti del mondo dove si combattono con indicibili violenze i conflitti dimenticati che compongono i tasselli sempre più grandi di un conflitto mondiale.

Il Vescovo di Roma entra nel dodicesimo anno di pontificato in un’ora buia, con le sorti dell’umanità in balia del protagonismo di governanti incapaci di valutare le conseguenze delle loro decisioni che sembrano arrendersi all’ineluttabilità della guerra. E con lucidità e realismo dice che «è più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo», cioè «chi ha il coraggio di negoziare», perché «negoziare è una parola coraggiosa», della quale non bisogna vergognarsi. Papa Francesco, sfidando le incomprensioni dei vicini e dei lontani, continua a mettere al centro la sacralità della vita, ad essere vicino alle vittime innocenti e a denunciare gli sporchi interessi economici che muovono i fili delle guerre ammantandosi di ipocrisia.

Un rapido sguardo a questi ultimi undici anni di storia fa comprendere il valore profetico della voce di Pietro. L’allarme, lanciato la prima volta due lustri fa, sulla terza guerra mondiale a pezzi. L’enciclica sociale Laudato si’ (2015), che ha mostrato come cambiamenti climatici, migrazioni, guerre, economia che uccide sono fenomeni interconnessi tra di loro e possono essere affrontati soltanto attraverso uno sguardo globale. La grande enciclica sulla fratellanza umana (Fratelli tutti, 2020), che ha indicato la via per costruire un mondo nuovo basato sulla fraternità, togliendo ancora una volta qualsiasi alibi all’abuso del nome di Dio per giustificare il terrorismo, l’odio e la violenza. E poi il costante riferimento nel suo magistero alla misericordia, che intesse tutta la trama di un pontificato missionario.

Nelle società secolarizzate, e “liquide” senza più certezze, nulla può essere dato per scontato e l’evangelizzazione – insegna Francesco – ricomincia dall’essenziale, come si legge in Evangelii gaudium (2013): «Abbiamo riscoperto che anche nella catechesi ha un ruolo fondamentale il primo annuncio o “kerygma”, che deve occupare il centro dell’attività evangelizzatrice e di ogni intento di rinnovamento ecclesiale. [...] La centralità del kerygma richiede alcune caratteristiche dell’annuncio che oggi sono necessarie in ogni luogo: che esprima l’amore salvifico di Dio previo all’obbligazione morale e religiosa, che non imponga la verità e che faccia appello alla libertà, che possieda qualche nota di gioia, stimolo, vitalità, ed un’armoniosa completezza che non riduca la predicazione a poche dottrine a volte più filosofiche che evangeliche. Questo esige dall’evangelizzatore alcune disposizioni che aiutano ad accogliere meglio l’annuncio: vicinanza, apertura al dialogo, pazienza, accoglienza cordiale che non condanna».

La testimonianza della misericordia rappresenta dunque un elemento fondamentale di questo «amore salvifico di Dio» che è «previo all’obbligazione morale e religiosa». In altre parole, chi non è ancora venuto in contatto con il fatto cristiano, come aveva già osservato lucidamente Benedetto XVI nel maggio 2010, difficilmente rimarrà colpito e affascinato dall’affermazione di norme e obblighi morali, dall’insistenza sui divieti, dagli elenchi minuziosi dei peccati, dalle condanne, o dagli appelli nostalgici ai valori di un tempo.

All’origine dell’accoglienza, della vicinanza, della tenerezza, dell’accompagnamento, all’origine di una comunità cristiana capace di abbracciare e di ascoltare c’è il riverbero della misericordia che si è sperimentata e che si cerca – pur tra mille limiti e cadute – di restituire. Se si leggono con questi occhi i gesti del Papa, anche quelli che hanno provocato in alcuni le stesse reazioni scandalizzate che provocavano duemila anni fa i gesti di Gesù, se ne scopre la profonda forza evangelizzatrice e missionaria.

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Gesù abbraccia la nostra vita

Posté par atempodiblog le 10 mars 2024

Siamo tutti peccatori e tutti bisognosi di perdono. Nessuno può erigersi a giudice degli altri e puntare il dito per condannarlo, come se lui fosse innocente. Gli uomini, dice Paolo, sono stati tutti rinchiusi nel peccato, affinché a tutti venisse concessa la misericordia. Uno solo è senza peccato.

La consapevolezza che siamo tutti peccatori ci deve mantenere in un atteggiamento di umiltà e di indulgenza nei confronti degli altri. Non dimentichiamo mai che, senza l’aiuto della grazia, potremmo cadere anche noi in quelle situazioni di vita che condanniamo con tanta severità nel prossimo.

L’intransigenza nei confronti del male non ci deve mai rendere duri verso i peccatori, come se noi fossimo fatti con una pasta diversa.

Uno solo fra tutti gli uomini è radicalmente senza peccato. Gesù non solo è santo, come lo è Maria, la piena di grazia, ma è la fonte stessa di ogni santità. Lui solo conosce ciò che vi è nel segreto di ogni cuore e lui solo ha i titoli per giudicare.

di Padre Livio Fanzaga – La pazienza di Dio. Vangelo per la vita quotidiana, Ed. Piemme

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Gesù abbraccia la nostra vita
Papa Francesco
Angelus
Domenica, 10 marzo 2024


Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

In questa quarta domenica di Quaresima il Vangelo ci presenta la figura di Nicodemo (cfr Gv 3,14-21), un fariseo, «uno dei capi dei Giudei» (Gv 3,1). Egli ha visto i segni che Gesù ha compiuto, ha riconosciuto in Lui un maestro mandato da Dio ed è andato a incontrarlo di notte, per non essere visto. Il Signore lo accoglie, dialoga con lui e gli rivela di essere venuto non a condannare ma a salvare il mondo (cfr v. 17). Fermiamoci a riflettere su questo: Gesù non è venuto a condannare, ma a salvare. È bello, eh!

Spesso nel Vangelo vediamo Cristo svelare le intenzioni delle persone che incontra, a volte smascherandone atteggiamenti falsi, come con i farisei (cfr Mt 23,27-32), o facendole riflettere sul disordine della loro vita, come con la Samaritana (cfr Gv 4,5-42). Davanti a Gesù non ci sono segreti: Egli legge nel cuore, nel cuore di ognuno di noi. E questa capacità potrebbe inquietare perché, se usata male, nuoce alle persone, esponendole a giudizi privi di misericordia. Nessuno infatti è perfetto, tutti siamo peccatori, tutti sbagliamo, e se il Signore usasse la conoscenza delle nostre debolezze per condannarci, nessuno potrebbe salvarsi.

Ma non è così. Egli infatti non se ne serve per puntarci il dito contro, ma per abbracciare la nostra vita, per liberarci dai peccati e per salvarci. A Gesù non interessa farci processi o sottoporci a sentenze; Egli vuole che nessuno di noi vada perduto. Lo sguardo del Signore su ognuno di noi non è un faro accecante che abbaglia e mette in difficoltà, ma il chiarore gentile di una lampada amica, che ci aiuta a vedere in noi il bene e a renderci conto del male, per convertirci e guarire con il sostegno della sua grazia.

Gesù non è venuto a condannare, ma a salvare il mondo. Pensiamo a noi, che tante volte, tante volte che condanniamo gli altri; tante volte che ci piace sparlare, cercare pettegolezzi contro gli altri. Chiediamo al Signore che ci dia a tutti questo sguardo di misericordia, di guardare agli altri come Lui ci guarda a tutti noi.

Maria ci aiuti a desiderare il bene gli uni degli altri.

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Anno di preghiera in preparazione al Giubileo

Posté par atempodiblog le 9 mars 2024

Anno di preghiera in preparazione al Giubileo
di Padre Livio Fanzaga – Il giornalino di Radio Maria

Anno di preghiera in preparazione al Giubileo dans Fede, morale e teologia Preghiere

Papa Francesco ha deciso di dedicare il 2024 alla preghiera. Nella vita della Chiesa e di ogni cristiano la preghiera dovrebbe essere sempre al primo posto, ma quest’anno lo sarà in modo particolare. Ecco alcun consigli perché l’intera giornata sia santificata dalla preghiera.

La giornata inizia con la preghiera
La prima cosa da fare al mattino è il Segno della Croce, seguito dalle preghiere del buon cristiano (Padre Nostro, Ave Maria, Ti adoro, Credo…) e da un messaggio personale che sgorga dal profondo del cuore per parlare con Dio, affidargli la nostra giornata, chiedergli aiuto e protezione. La preghiera del mattino sia come i raggi del sole che illuminano la nostra giornata.

Piccole preghiere personali nel corso della giornata
Durante la giornata possiamo dire delle brevissime preghiere: giaculatorie come “Gesù ti amo”, “Signore proteggimi”, “Maria proteggimi” sono dardi infuocati d’amore che dal nostro cuore arrivano al Cielo e che possiamo ripetere quando siamo in macchina, in attesa dal medico, in coda alla posta, mentre facciamo la spesa. Così facendo intessiamo la nostra giornata di preghiera, rinnoviamo il nostro amore per Dio e la nostra volontà di servirlo, le ansie e le preoccupazioni non ci soffocheranno e il nostro atteggiamento sarà più sereno.

La giornata si conclude con la preghiera
Sarebbe bello che le famiglie (e i cristiani in generale) decidessero di ritornare alla bella abitudine del Rosario serale spegnendo la tv e prendendo in mano la Corona del Rosario. Pregando insieme il Rosario in casa si tiene lontano il diavolo, non si fa entrare lo spirito della divisione e la famiglia rimane unita.

La domenica
La domenica è il giorno del Signore e deve essere illuminato da Cristo Risorto. Deve esserci il desiderio e la gioia di partecipare alla Santa Messa e di ricevere l’Eucarestia in stato di grazia. Per questo dobbiamo ricorrere al Sacramento della Confessione con cadenza possibilmente mensile e ogni volta che ne abbiamo bisogno.

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