Il mese di maggio

Posté par atempodiblog le 30 avril 2023

Il mese di maggio dans Citazioni, frasi e pensieri Maggio-mese-di-Maria

“Il mese di maggio che è il più delizioso dell’anno doveva con tutta ragionevolezza essere consacrato a Maria”.

San Giovanni Bosco

Divisore dans San Francesco di Sales

 Freccia dans Viaggi & Vacanze Preghiera del mese di Maggio a cura di Radio Maria

Publié dans Citazioni, frasi e pensieri, Mese di maggio con Maria, Preghiere, San Giovanni Bosco | Pas de Commentaire »

“O Madre del bell’Amore, riscalda i nostri cuori!”

Posté par atempodiblog le 30 avril 2023

“O Madre del bell'Amore, riscalda i nostri cuori!” dans Citazioni, frasi e pensieri Viviamo-maggio-con-Maria

“O Madre del Bell’Amore, riscalda i nostri cuori!”.

del venerabile padre Sosio Del Prete

Publié dans Citazioni, frasi e pensieri, Mese di maggio con Maria | Pas de Commentaire »

Imitando Maria

Posté par atempodiblog le 30 avril 2023

Imitando Maria dans Citazioni, frasi e pensieri Santa-Maria-di-Fianarantsoa

Se ci identifichiamo con Maria, se imitiamo le sue virtù, potremo far sì che Cristo nasca, per virtù della grazia, nell’anima di molti che si identificheranno con Lui per opera dello Spirito Santo.

Se imitiamo Maria, in qualche modo parteciperemo alla sua maternità spirituale.

In silenzio, come la Madonna; senza farlo notare, quasi senza parole, con la testimonianza di un comportamento cristiano, integro e coerente, con la generosità di ripetere senza sosta un fiat che rinnovi costantemente la nostra intimità con Dio.

di San Josemaría Escrivá de Balaguer

Publié dans Citazioni, frasi e pensieri, Fede, morale e teologia, Mese di maggio con Maria, Riflessioni, San Josemaria Escriva' de Balaguer, Stile di vita | Pas de Commentaire »

L’affidamento quotidiano a Maria

Posté par atempodiblog le 23 avril 2023

Pensiero spirituale sull’affidamento quotidiano alla Madonna
di Padre Livio Fanzaga
Tratto da: 
Blog di p. Livio – Direttore di Radio Maria

L’affidamento quotidiano a Maria dans Fede, morale e teologia Maria-Regina-Montfort

Cari amici, San Giovanni Paolo II da giovane era un cultore degli scritti del Montfort e della Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.

Affidare se stessi, la propria vita, i propri progetti alla Madonna e mettere tutto nelle Sue mani perché disponga Lei è una pratica bellissima, arricchente e molto importante per noi mariani.

L’affidamento a Maria integra le preghiere del mattino e si rinnova alla sera, in chiusura di giornata.

Mentre la Consacrazione ha una sua solennità, l’affidamento diventa una pratica quotidiana alla portata di tutti ed è stata sviluppata soprattutto da San Giovanni Paolo II che in tante occasioni della sua vita – anche le più dolorose – diceva “Totus Tuus”appartengo a Te (Maria), mi affido tutto a Te.

Per il Santo Padre l’affidamento alla Madonna era totale, era un modo di vivere, un camminare con Maria. Questa connotazione mariana di San Giovanni Paolo II era evidente nella sua vita quotidiana, era un rinnovamento continuo a Maria di richiesta di aiuto, sostegno, guida nelle cose di ogni giorno. Per Wojtyla Maria è stata la guida, la forza, la consolazione, la compagnia (insieme a Gesù), in ogni giornata, in ogni momento.

L’affidamento a Maria andrebbe integrato nelle preghiere quotidiane del mattino e della sera. Ciascuno può utilizzare una formula personale, oppure dire semplicemente e umilmente:

Maria, affido me stesso al tuo Cuore Immacolato e per mezzo del tuo Cuore al Sacratissimo Cuore di Gesù.
Ti chiedo la grazia di accompagnarmi in questa giornata.
Ti chiedo la grazia della fortezza, della sapienza, della perseveranza.

Integrando alle preghiere del mattino e della sera questa breve preghiera personale (e personalizzabile nelle richieste), affidiamo a Maria tutta la nostra giornata, affidiamo noi stessi, ci mettiamo sotto la Sua protezione e la Sua guida.

Mentre per la Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria c’è una formula solenne specifica, per l’affidamento si possono utilizzare parole proprie. È bene affidare se stessi e le opere della giornata al mattino e alla sera, ma anche nel corso della giornata come formula devozionale che parte dal profondo del cuore, come faceva San Giovanni Paolo II che diceva “Totus Tuus”.

L’affidamento a Maria ci permette di vivere tutta la nostra giornata insieme a Lei.

Mettiamo nelle Sue mani i nostri problemi, le preoccupazioni, le tribolazioni. Lei è nostra Madre e sa consolarci e aiutarci. Affidiamoci a Lei e fidiamoci di Lei.

La Madonna si prende cura di noi e delle nostre preoccupazioni. Una volta che abbiamo affidato a Lei un problema, non continuiamo a preoccuparci, lasciamo che se ne occupi la Madonna perché ha la possibilità di ottenere tutte le grazie necessarie da Dio e le concede quando Lei desidera. Bisogna saper aspettare con pazienza perché la Madonna sa quando è il momento giusto di concedere una grazia.

Quando affidiamo alla Madonna una nostra richiesta di aiuto, un Suo intervento, con fiducia totale rinnoviamolo perché a Lei piace essere pregata, ma non riprendiamoci il problema, lasciamo che sia Lei a occuparsene nei tempi e nelle modalità che solo Lei conosce. I tempi di Dio non sono i tempi nostri.

La Madonna concede sempre le grazie richieste con il cuore e con la fiducia dei figli. Ovviamente devono essere grazie che concorrono al bene. Bisogna saper aspettare però e pregare con fiducia, certi che siamo stati ascoltati e che saremo accontentati. Molte volte se chiediamo la grazia della guarigione per un nostro caro, ad esempio, la Madonna concede la grazia della sopportazione della sofferenza. Il modo con cui Dio concede delle grazie corrisponde alla Sua sapienza.

La Madonna ci fa aspettare, mette alla prova la nostra fede in Dio e la nostre fiducia in Lei, ma poi tutte le grazie richieste arrivano.      
La Madonna riempie di grazie chi prega con fiducia e chi sa aspettare senza farsi prendere dall’impazienza, ma con la certezza che è stato ascoltato e sarà accontentato nei tempi e nei modi di Dio.

Publié dans Fede, morale e teologia, Riflessioni, San Luigi Maria Grignion de Montfort, Stile di vita | Pas de Commentaire »

Bernadette e la Misericordia

Posté par atempodiblog le 16 avril 2023

Bernadette e la Misericordia
Tratto da: Enfants misericorde

Bernadette e la Misericordia dans Apparizioni mariane e santuari santa-Bernadette

Bernadette ha sperimentato la misericordia di Dio in molteplici modi. Ella era molto povera e affermava: “la Vergine Maria mi guardava come una persona che guarda un’altra persona”. “Tenerezza” e “carità” sono le parole che esprimono la misericordia. Così, grazie alla carità della Vergine Maria, Bernadette comprese la misericordia di Dio.
Durante le apparizioni, la Madonna invita Bernadette a pregare per i peccatori, cioè per tutti gli uomini e le donne della terra perché siamo tutti, chi più o chi meno, lontani da Dio. Maria, che è la nostra Madre celeste, desidera che tutte le persone sappiano che Dio, che ha un cuore pieno di misericordia, ama ciascuno di noi e si aspetta che noi andiamo verso Lui.
Dopo le apparizioni di Lourdes, Bernadette andò a Nevers e divenne Suora della Carità. Si mise al servizio dei poveri e dei malati, e trasmise la tenerezza e la misericordia di Dio.
Santa Bernadette morì il 16 aprile 1879 presso le Suore della Carità di Nevers. Fu canonizzata l’8 dicembre 1933.

Publié dans Apparizioni mariane e santuari, Fede, morale e teologia, Lourdes, Santa Bernadette Soubirous, Stile di vita | Pas de Commentaire »

Accuse assurde e infamanti

Posté par atempodiblog le 16 avril 2023

Accuse assurde e infamanti
A proposito delle presunte rivelazioni su Papa Wojtyla e il caso Orlandi
di Andrea Tornielli – Vatican News

Accuse assurde e infamanti dans Andrea Tornielli Giovanni-Paolo-II

Pensate che cosa sarebbe accaduto se qualcuno fosse andato in televisione ad affermare, sulla base di un “sentito dire” proveniente da una fonte anonima e senza lo straccio di un riscontro o testimonianza anche soltanto di terza mano, che vostro padre o vostro nonno di notte usciva di casa e insieme a qualche “compagno di merende” andava in giro a molestare ragazze minorenni. E immaginate che cosa sarebbe successo se il vostro parente, ormai defunto, fosse universalmente conosciuto e da tutti stimato, a motivo di qualche importante ruolo ricoperto. Non avremmo forse letto commenti ed editoriali indignati per il modo inqualificabile con cui è stata lesa la buona fama di questo grande uomo, amato da tanti?

È accaduto davvero, purtroppo, con san Giovanni Paolo II, Pontefice della Chiesa cattolica dal 16 ottobre 1978 al 2 aprile 2005. L’accusa è stata lanciata da Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la ragazza scomparsa nel centro di Roma in un pomeriggio di giugno del 1983. Pietro, in presenza del suo avvocato Laura Sgrò che annuiva, ha raccontato nel corso della trasmissione Di martedì condotta su La7 in prima serata da Giovanni Floris, che papa Wojtyla la notte usciva in compagnia di qualche monsignore per andare a cercare ragazzine. Il tutto è stato presentato come indiscrezione credibile, accompagnata da qualche sorrisino ammiccante, come se si parlasse di un segreto di Pulcinella. Prove? Nessuna. Indizi? Men che meno. Testimonianze almeno di seconda o terza mano? Neanche l’ombra. Solo anonime accuse infamanti.

Parole che Pietro Orlandi ha accompagnato all’audio attribuito ad un sedicente membro della Banda della Magliana il quale asserisce – anche lui senza prove, indizi, testimonianze, riscontri o circostanze – che Giovanni Paolo II “pure insieme se le portava in Vaticano quelle”, intendendo Emanuela e altre ragazze: per porre fine a questa “schifezza” il segretario di Stato di allora si sarebbe rivolto alla criminalità organizzata per risolvere il problema. Una follia. E non lo diciamo perché Karol Wojtyla è santo o perché è stato Papa. Anche se questo massacro mediatico intristisce e sgomenta ferendo il cuore di milioni di credenti e non credenti, la diffamazione va denunciata perché è indegno di un Paese civile trattare in questo modo qualunque persona, viva o morta, che sia chierico o laico, Papa, metalmeccanico o giovane disoccupato. È giusto che tutti rispondano degli eventuali reati, se ne hanno commessi, senza impunità alcuna o privilegi. È sacrosanto che si indaghi a 360 gradi per cercare la verità sulla scomparsa di Emanuela. Ma nessuno merita di essere diffamato in questo modo, senza neanche uno straccio di indizio, sulla base dei “si dice” di qualche sconosciuto personaggio del sottobosco criminale o di qualche squallido anonimo commento propalato in diretta Tv.

Publié dans Andrea Tornielli, Articoli di Giornali e News, Mormorazione, Riflessioni | Pas de Commentaire »

PASQUA/ Come potrebbe Cristo non essere risorto, se ci cambia ora?

Posté par atempodiblog le 10 avril 2023

PASQUA/ Come potrebbe Cristo non essere risorto, se ci cambia ora?
La morte è davvero la grande questione della vita. Si dice che duemila anni fa un uomo sia risorto dai morti. Il fatto è che esiste ed opera. Dunque è vero
di Don Federico Pichetto – Il Sussidiario

PASQUA/ Come potrebbe Cristo non essere risorto, se ci cambia ora? dans Articoli di Giornali e News Santa-Pasqua

I giorni di Pasqua, come quelli di Natale, sono pieni di auguri: le persone inviano gradevoli messaggi, immagini e frasi che esprimono contenuti e propositi. Nelle banche dati facilmente consultabili in rete, si reperiscono materiali sempre nuovi, idee da comunicare sulle chat personali, nei post, all’interno dei gruppi. È il modo con cui il nostro tempo riduce la festa ad un genere di consumo, qualcosa da cui è possibile assorbire un’emozione di breve durata che ci predisponga velocemente all’emozione successiva. L’importante, in fondo, è che la festa non ci disturbi e non ci cambi. Le parole, in questo modo, smettono di essere lo strumento con cui uno comprende di più quello che vive e diventano il rivestimento con cui ci allontaniamo e ci difendiamo dall’esperienza concreta.

Tutti gli articoli, tutte le riflessioni – perfino quella che scorre adesso sotto gli occhi di chi legge –, si prestano a fare il gioco di chi non ha alcuna intenzione di imparare qualcosa da quello che accade, ma desidera semplicemente perpetrare quello che già sa, quello che già conosce e lo rassicura.

Il paradosso è diventato ancora più grande nel giorno di Pasqua, la festa che introduce il cambiamento più grande e rivoluzionario della storia: un uomo che risorge dai morti. Siamo così abituati a sentire questa storia che quasi ci dimentichiamo che la morte è davvero la grande questione della vita: nostro marito muore, nostra moglie muore, i nostri genitori e i nostri figli muoiono. Ma muore anche la passione per il lavoro, muore l’amore fra due persone, muore il desiderio con cui uno comincia la facoltà o la scuola superiore. Non c’è una cosa che non finisca. E a questa fine non c’è scampo. Camus, volendo aggiungere l’asso in una partita a carte già vinta, diceva che “gli uomini muoiono e non sono felici”.

Non solo l’ombra della fine incombe su tutto, anche sull’ultimo neonato che viene alla vita, ma questa fine è accompagnata da un’oscurità più grande, quella dell’infelicità. Siamo infelici per le nostre scelte, per come siamo trattati, abbandonati, esclusi. Siamo infelici per una vita che non è andata o non sta andando come vorremmo. E tutto è maledettamente in corsa verso la morte.

In questo fosco quadro, che spesso anestetizziamo con un discorsetto preciso e pulito, con l’alcool o con la droga, col sesso o col cinismo dei soldi, accade qualcosa di inaudito: la scomparsa di un corpo. Duemila anni fa un corpo, un corpo di un morto, è letteralmente svanito nel nulla. In tanti dicono che è stato portato via nottetempo, in molti suggeriscono si tratti di un complotto senza precedenti, qualcuno sostiene di averlo visto vivo.

Ora, se nei primi due casi sarebbe per noi impossibile determinare con certezza quanto accadde in quella notte, nel terzo caso la soluzione sarebbe incredibilmente più lineare, più semplice: se un morto è risorto, e non è più morto, esso è ancora vivo. E se è vivo, si badi bene, significa che è possibile ancora oggi incontrarlo, al punto tale che la grande questione del cristianesimo non riguarderebbe tanto la storicità del fatto, bensì se Gesù Cristo sia o sia stato. Se è stato, Egli non è più e quello che rimane è un insegnamento eticamente potente; ma se Egli è, se Egli sta, se Egli è presente, allora il punto è poterlo intercettare, poterlo rivedere.

E, cosa non da poco, questo “poterlo rivedere” non sarebbe ad appannaggio dei soliti capi, dei soliti noti delle gerarchie di qualunque tempio, ma sarebbe ad un passo da tutti, ad un passo da te.

Perché in ognuno di noi il Mistero ha posto un cuore capace di riconoscerLo, capace di sobbalzare ogni qualvolta il Suo sguardo entri in contatto con il nostro sguardo. Un cuore che il tempo, e il cinismo di questo tempo, ha forse messo a tacere, ma che la Chiesa continuamente educa e risveglia, chiamandolo a guardare oltre, ad allargare quella ragione che è un tutt’uno con il cuore e che è affermazione indomita di verità, di bellezza, di giustizia e di amore.

Non si tratta, in questi giorni, di farci gli auguri di Pasqua. Non si tratta di spegnere con i nostri discorsi la sfida affascinante che ci aspetta: si tratta di capire se Colui che dicono essere vivo sia davvero vivo, se la Sua grande presenza possa guarire il nostro amore, il nostro matrimonio, la nostra famiglia, la nostra comunità e la nostra vita dalla fine orribile di un’esistenza senza senso votata all’oblio.

Se questo fosse vero, se questo fosse possibile, come apparirebbero grotteschi i nostri auguri pasquali! Come apparirebbero banali i nostri testi o le nostre devote immagini! Davvero tutto diventerebbe urgente: la nostra amicizia, il nostro pranzo di festa, la nostra preghiera, il nostro ritrovarci. Tutto avrebbe come unica tensione il testimoniarci a vicenda un fatto, con tanto di data e ora, capace di capovolgere tutto. Capace di far ricominciare un’intera vita. E questa sì, allora, sarebbe davvero una buona Pasqua.

Publié dans Articoli di Giornali e News, Don Federico Pichetto, Fede, morale e teologia, Riflessioni, Santa Pasqua, Stile di vita | Pas de Commentaire »

Domenica di Risurrezione: “Il giorno del trionfo del Signore”

Posté par atempodiblog le 9 avril 2023

Domenica di Risurrezione: “Il giorno del trionfo del Signore
Il giorno del trionfo del Signore, della sua Risurrezione, è definitivo. Dove sono i soldati che le autorità avevano messo di guardia? Dove sono i sigilli che erano stati posti sulla pietra del sepolcro? Dove sono coloro che condannarono il Maestro? Dove sono quelli che crocifissero Gesù?… Di fronte alla sua vittoria, avviene la grande fuga di quei poveri miserabili. Riémpiti di speranza: Gesù Cristo vince sempre. (Forgia, 660)

Domenica di Risurrezione: “Il giorno del trionfo del Signore” dans Commenti al Vangelo Ges-Risorto

La sera del sabato Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo, e Salòme comprarono gli aromi per imbalsamare il corpo morto di Gesù.

Il giorno dopo, di buon mattino, arrivano al sepolcro quando il sole è già sorto (Mc 16, 1-2).

Entrando, rimangono costernate perché non trovano il corpo del Signore. Un giovane, in bianche vesti, dice loro: Non temete, so che cercate Gesù Nazareno: non est hic, surrexit enim sicut dixit, non è qui, perché è risorto come aveva predetto (Mt 28, 5).

E’ risorto! Gesù è risorto: non è più nel sepolcro. La Vita ha sconfitto la morte.

E’ apparso alla sua Santissima Madre. E’ apparso a Maria di Magdala, pazza d’amore. E a Pietro e agli altri apostoli. E a te e a me, che siamo suoi discepoli e più pazzi della Maddalena: quante cose gli abbiamo detto!

Non vogliamo mai più morire a causa del peccato. Che la nostra risurrezione spirituale sia eterna.

- E prima di terminare la decina, tu hai baciato e piaghe dei suoi piedi , e io più audace perché più bambino ho posato le mie labbra sul suo costato aperto. (Il santo rosario, Primo mistero glorioso: La Resurrezione del Signore).

di San Josemaría Escrivá de Balaguer
Tratto da: OPUS DEI

Publié dans Commenti al Vangelo, Fede, morale e teologia, Riflessioni, San Josemaria Escriva' de Balaguer, Santa Pasqua, Stile di vita | Pas de Commentaire »

Venerdì Santo, inizia la novena alla Divina Misericordia

Posté par atempodiblog le 7 avril 2023

Venerdì Santo, inizia la novena alla Divina Misericordia
Nelle rivelazioni di Gesù a santa Faustina Kowalska è compresa la richiesta di una novena, da recitarsi dal Venerdì Santo al sabato che precede la Domenica della Divina Misericordia. Per ogni giorno della novena, si prega per un gruppo particolare di anime indicato dal Signore stesso.
di Maria Alessandra Molza – La nuova Bussola Quotidiana
Tratto da: Radio Maria

Novena alla Divina Misericordia (dal 25 marzo al 2 aprile 2016) dans Fede, morale e teologia Ges-confido-in-Te

Quest’anno la Domenica delle Palme, che dà inizio alla Settimana Santa, ha coinciso con il diciottesimo anniversario della salita al cielo di san Giovanni Paolo II, il Papa polacco che ha canonizzato suor Faustina Kowalska e diffuso nel mondo il culto alla Divina Misericordia, secondo le rivelazioni fatte da Gesù a questa giovane e semianalfabeta suora polacca, da Lui scelta come segretaria della Sua Misericordia.

I successori di Wojtyła - Benedetto XVI e Francesco – hanno seguito anche loro la rivelazione contenuta nel Diario di suor Faustina Kowalska. E il decreto De celebratione sanctae Faustinae Kowalska, firmato nel 2020 dal Prefetto del culto divino Robert Sarah, ha disposto che “il nome di Maria Faustina (Elena) Kowalska, vergine, sia iscritto nel Calendario Romano Generale e la sua memoria facoltativa sia celebrata da tutti il 5 ottobre” (come chi scrive ha già avuto occasione di far notare, sempre sulla Nuova Bussola Quotidiana).

Ma nonostante tutto questo, c’è ancora chi fra i consacrati rifiuta tale devozione, dicendo che sia “una come tante”In realtà, non solo l’enciclica di Giovanni Paolo II Dives in Misericordia, richiamando nel contenuto il Diario della giovane e umile suora polacca, lo conferma con eccezionale autorità, ma fanno lo stesso anche Benedetto XVI nella sua prima enciclica, Deus caritas est (2005), e Francesco dieci anni dopo, con il Giubileo della Misericordia.

Escluse alcune frange di irriducibili increduli nei confronti della piccola “segretaria” polacca, morta di tubercolosi a 33 anni, la Chiesa cattolica ha, quindi, ormai recepito ufficialmente le richieste fatte da Gesù Misericordioso a Santa Faustina, in modo particolare la potentissima preghiera della Coroncina (che detta accanto a un morente gli garantisce la salvezza dell’anima) e la Domenica della Divina Misericordia (già Domenica in Albis): “Desidero che la prima domenica dopo Pasqua sia la Festa della Misericordia. (…) in quel giorno chi si accosterà alla sorgente della vita [Santa Messa, Confessione e Comunione] conseguirà la remissione delle colpe e delle pene (…). In quel giorno sono aperte le viscere della mia misericordia, riverserò un mare di grazie sulle anime che si avvicineranno alla fonte della mia misericordia”.

Sembra, invece, che sia stata dimenticata la Novena che Gesù chiese alla suora polacca come preparazione alla Festa della Sua Misericordia: “Desidero che durante questi nove giorni [dal Venerdì Santo al sabato che precede la seconda Domenica di Pasqua] tu conduca le anime alla sorgente della Mia Misericordia (…). Ogni giorno condurrai al Mio Cuore svariate schiere di anime e le immergerai nell’oceano della Mia Misericordia: Io le introdurrò nella casa del Padre Mio”.

Per dire la Novena della Divina Misericordia (vedi qui il testo), che quest’anno va dal 7 al 15 aprile compreso, basterà leggere lo scritto relativo a quel giorno e poi accompagnare il Gruppo di Anime indicato al Cuore Misericordioso di Gesù. Alla fine si recita la Coroncina della Divina Misericordia, che, com’è noto, venne suggerita da Gesù a suor Faustina il 13 settembre 1935, dopo che la suora aveva avuto nella sua cella la visione di un Angelo che stava per distruggere un certo luogo della terra. La santa, pur pregando l’Angelo perché si fermasse, vide che non otteneva nulla, mentre appena – per ispirazione divina – iniziò a pregare: “Eterno Padre, Ti offro il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità (…)”, vidi l’impotenza dell’Angelo che non poté compiere la giusta punizione”.

Tornando alla Festa della Divina Misericordia, Gesù disse pure a santa Faustina che“L’umanità non gusterà la pace finché non verrà ad attingerla alle sorgenti della Mia Misericordia”. Visto che la pace è sicuramente il bene più prezioso, perché a questo punto non chiederla durante la Novena alla Divina Misericordia? Perché la Chiesa cattolica non si unisce in comunione di preghiera in ogni parte del mondo dal 7 al 15 aprile per chiedere la pace non solo fra Russia e Ucraina, ma anche in Africa e in tutte le altre decine e decine di nazioni-teatro di conflitti? Sicuramente si potrà contare anche sull’intercessione di Benedetto XVI, che quest’anno, proprio nella Domenica della Divina Misericordia, il 16 aprile, avrebbe festeggiato 96 anni.

Divisore dans San Francesco di Sales
Per recitare la novena cliccare qui Freccia dans Viaggi & Vacanze NOVENA ALLA DIVINA MISERICORDIA

Publié dans Fede, morale e teologia, Misericordia, Papa Francesco I, Sacramento della penitenza e della riconciliazione, Santa Faustina Kowalska | Pas de Commentaire »