Commento di Don Dolindo Ruotolo al Vangelo di oggi

Posté par atempodiblog le 4 décembre 2022

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Che cosa faceva Giovanni nel deserto, tutto solo? Guidato dalla luce dello Spirito Santo, meditava la grandezza di Dio, pregava, riparava per l’umana ingratitudine, e teneva in penitenza il suo corpo con ogni specie di disagio per amore di Dio.

Si può credere con ogni verosimiglianza che la Vergine Santissima, sua dolcissima zia, l’abbia personalmente guidato nelle vie di Dio, giacché i suoi genitori dovettero morire presto.

Non è supponibile, infatti, che la Vergine Santissima, così piena di bontà e di grazie, abbia trascurato colui che era andato a visitare ed a santificare stando ancora egli rinchiuso nel seno materno.

[...]

La figura stessa di Giovanni, scarna e spettrale, sembrava che avesse solo la voce con la quale chiamava a penitenza; era quasi tipicamente una voce che sembrava venire dalle profondità del mistero, e corsero le turbe per farsi battezzare confessando i propri peccati. Sentivano tutti il bisogno di purificarsi, erano stanchi di una vita di peccati, ed avevano il desiderio di vederla mutata. Il battesimo di Giovanni non rimetteva di per sé le colpe; ma eccitando l’anima a compunzione ed a pentimento, attraeva la misericordia di Dio e non era una semplice e sterile cerimonia.

Al popolo che andava a Giovanni si unirono anche dei farisei e dei sadducei, i quali andarono ad osservare il novello profeta, più per curiosità che per vera compunzione; più per criticare che per sanzionare la sua missione; è evidente dalle parole severe che il santo Precursore rivolse loro. Essi erano abituati ad avvelenare il popolo con le loro false teorie religiose e perciò Giovanni li chiamò razza di vipere, cioè anime avvelenate che non sapevano propinare che veleno, subdolamente e quasi senza farsi scorgere, ammantati di ipocrisia gli uni, e di fasto gli altri. Li esortò particolarmente a fare penitenza, come quelli che ne avevano più bisogno, e a non presumere di potersi salvare perché figli di Abramo, poiché i veri figli della spirituale discendenza di lui dovevano essere suscitati dalla grazia e non dalla natura.

San Giovanni quando disse queste severe parole battezzava a Betabara, dove Israele sotto la guida di Giosuè aveva miracolosamente attraversato il Giordano. Erano là ancora le dodici pietre poste a ricordo del miracolo, ed il Precursore additandole gridò che Dio per mantenere la promessa fatta ad Abramo di una spirituale discendenza non si sarebbe fermato alla progenie naturale di lui, ma avrebbe suscitato anche dalle pietre i suoi figli spirituali, tagliando anzi come inutili ed infruttuosi alberi, quelli che, fidando sulla discendenza naturale da Abramo, non avrebbero fatto buoni frutti di penitenza. Era necessario, per formare la progenie eletta, non tanto discendere da Abramo, quanto dal Redentore; Egli avrebbe costituito negli apostoli le dodici pietre fondamentali della Chiesa universale, testimonianza viva del passaggio dalla morte alla vita operato da Lui, e da quelle pietre sarebbero nati i veri figli di Abramo, i veri discendenti ed eredi della grande promessa.

del Servo di Dio don Dolindo Ruotolo

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