La Madonna ha detto che l’umanità è giunta al bivio: bisogna scegliere

Posté par atempodiblog le 26 mars 2022

La Madonna ha detto che l’umanità è giunta al bivio: bisogna scegliere
di Padre Livio Fanzaga
Tratto da: Blog di p. Livio – Direttore di Radio Maria

La Madonna ha detto che l'umanità è giunta al bivio: bisogna scegliere dans Apparizioni mariane e santuari Messaggio-di-Medjugorje-del-25-marzo-2022

Cari amici,
mentre il Santo Padre, in comunione con tutta la Chiesa, consacrava l’umanità e in particolare l’Ucraina e la Russia, al Cuore Immacolato di Maria, per una felice coincidenza celeste la Regina della pace dava il suo Messaggio a Medjugorje.

Alle invocazioni e alle preghiere che si sono elevate da ogni parte del mondo per i pericoli che incombono, comprese le minacce di armi nucleari, la Madre si è affrettata a rispondere dicendo per prima cosa che ascolta il nostro grido e le preghiere per la pace.
Era quello che volevamo sentire, consapevoli che stiamo vivendo il momento più drammatico della storia nel quale l’uomo, a causa della superbia, dell’arroganza e dell’odio di cui i cuori sono pieni, è persino disposto a innescare una guerra dalle conseguenze inimmaginabili.

La Madonna ha voluto rispondere a questa mobilitazione spirituale che, grazie alla determinazione del Santo Padre, ha coinvolto la Chiesa intera: Vescovi, Sacerdoti, Fedeli. Non vi è dubbio che, fra le molteplici Consacrazioni fatte al Cuore Immacolato di Maria, questa è stata la più corale e la più sentita.
La gente ha compreso che dinanzi a eventi di questo genere, solo La Donna vestita di sole e coronata di dodici stelle può affrontare satana sciolto dalle catene.

Tuttavia la Madonna ha subito provveduto a spegnere gli entusiasmi troppo facili per una situazione che potrebbe trovare una temporanea soluzione.
Innanzi tutto ci ha ricordato che “da anni satana lotta per la guerra” ed è per questo che Dio l’ha inviata per guidarci e proteggerci.
Poi ha ribadito che siamo giunti a un bivio: quello della vita e quello della morte. Bisogna scegliere e nessuno potrà evitarlo.

La Madre ci ha ancora una volta invitati a scegliere la strada del ritorno a Dio e dell’osservanza dei Comandamenti. Seguendola su questa strada potremo “stare bene su questa terra” e uscire “da questa crisi” nella quale siamo entrati.

Tocca a noi prendere una decisione. Quale strada sceglierà l’umanità? La Madonna ci ha rivelato fin dai primi anni che entreremo in un tempo di tribolazioni e di scelte radicali, nel quale crollerà il mondo senza Dio che l’umanità sta costruendo. E’ il tempo dei segreti che nel momento stabilito da Dio verranno rivelati.

Attraverso questa “grande tribolazione”, nella quale però la Madonna sarà presente con apparizioni quotidiane e con i suoi messaggi, si aprirà una nuova fase della storia, il tempo della pace e della “vita nuova” qui sulla terra.
Nel frattempo, cari amici, molti nella Chiesa, quasi improvvisamente hanno compreso la grazia immensa della presenza della Regina della pace. Come ha detto S. Giovanni Paolo II: “Medjugorje è la speranza del mondo”.

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La preghiera del Papa per la consacrazione della Russia e dell’Ucraina a Maria

Posté par atempodiblog le 25 mars 2022

La preghiera del Papa per la consacrazione della Russia e dell’Ucraina a Maria
Ecco il testo integrale che Francesco pronuncerà nel pomeriggio [di oggi 25 marzo], durante la liturgia penitenziale nella Basilica vaticana, la cui conclusione sarà accompagnata dal suono delle campane di San Pietro. Tutti i vescovi e tutti i sacerdoti del mondo invitati a unirsi a lui in questa supplica
di Vatican News

La preghiera del Papa per la consacrazione della Russia e dell’Ucraina a Maria dans Preghiere Consacrazione-della-Russia-e-dell-Ucraina-al-Sacro-Cuore-di-Maria

“In quest’ora l’umanità, sfinita e stravolta, sta sotto la croce con te. E ha bisogno di affidarsi a te, di consacrarsi a Cristo attraverso di te. Il popolo ucraino e il popolo russo, che ti venerano con amore, ricorrono a te…”. È uno dei passaggi centrali della preghiera che dopodomani il Papa leverà per consacrare e affidare l’umanità e specialmente la Russia e l’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria. Francesco la pronuncerà al termine della liturgia della penitenza nella basilica di San Pietro, nel pomeriggio di venerdì 25 marzo, festa dell’Annunciazione. La liturgia avrà inizio alle ore 17:00 (ora di Roma), mentre la consacrazione avverrà attorno alle 18:30.

Ecco il testo integrale della preghiera:

ATTO DI CONSACRAZIONE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, noi, in quest’ora di tribolazione, ricorriamo a te. Tu sei Madre, ci ami e ci conosci: niente ti è nascosto di quanto abbiamo a cuore. Madre di misericordia, tante volte abbiamo sperimentato la tua provvidente tenerezza, la tua presenza che riporta la pace, perché tu sempre ci guidi a Gesù, Principe della pace.

Ma noi abbiamo smarrito la via della pace. Abbiamo dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso, il sacrificio di milioni di caduti nelle guerre mondiali. Abbiamo disatteso gli impegni presi come Comunità delle Nazioni e stiamo tradendo i sogni di pace dei popoli e le speranze dei giovani. Ci siamo ammalati di avidità, ci siamo rinchiusi in interessi nazionalisti, ci siamo lasciati inaridire dall’indifferenza e paralizzare dall’egoismo. Abbiamo preferito ignorare Dio, convivere con le nostre falsità, alimentare l’aggressività, sopprimere vite e accumulare armi, dimenticandoci che siamo custodi del nostro prossimo e della stessa casa comune. Abbiamo dilaniato con la guerra il giardino della Terra, abbiamo ferito con il peccato il cuore del Padre nostro, che ci vuole fratelli e sorelle. Siamo diventati indifferenti a tutti e a tutto, fuorché a noi stessi. E con vergogna diciamo: perdonaci, Signore!

Nella miseria del peccato, nelle nostre fatiche e fragilità, nel mistero d’iniquità del male e della guerra, tu, Madre santa, ci ricordi che Dio non ci abbandona, ma continua a guardarci con amore, desideroso di perdonarci e rialzarci. È Lui che ci ha donato te e ha posto nel tuo Cuore immacolato un rifugio per la Chiesa e per l’umanità. Per bontà divina sei con noi e anche nei tornanti più angusti della storia ci conduci con tenerezza.

Ricorriamo dunque a te, bussiamo alla porta del tuo Cuore noi, i tuoi cari figli che in ogni tempo non ti stanchi di visitare e invitare alla conversione. In quest’ora buia vieni a soccorrerci e consolarci. Ripeti a ciascuno di noi: “Non sono forse qui io, che sono tua Madre?” Tu sai come sciogliere i grovigli del nostro cuore e i nodi del nostro tempo. Riponiamo la nostra fiducia in te. Siamo certi che tu, specialmente nel momento della prova, non disprezzi le nostre suppliche e vieni in nostro aiuto.

Così hai fatto a Cana di Galilea, quando hai affrettato l’ora dell’intervento di Gesù e hai introdotto il suo primo segno nel mondo. Quando la festa si era tramutata in tristezza gli hai detto: «Non hanno vino» (Gv 2,3). Ripetilo ancora a Dio, o Madre, perché oggi abbiamo esaurito il vino della speranza, si è dileguata la gioia, si è annacquata la fraternità. Abbiamo smarrito l’umanità, abbiamo sciupato la pace. Siamo diventati capaci di ogni violenza e distruzione. Abbiamo urgente bisogno del tuo intervento materno.

Accogli dunque, o Madre, questa nostra supplica.

Tu, stella del mare, non lasciarci naufragare nella tempesta della guerra.

Tu, arca della nuova alleanza, ispira progetti e vie di riconciliazione.

Tu, “terra del Cielo”, riporta la concordia di Dio nel mondo.

Estingui l’odio, placa la vendetta, insegnaci il perdono.

Liberaci dalla guerra, preserva il mondo dalla minaccia nucleare.

Regina del Rosario, ridesta in noi il bisogno di pregare e di amare.

Regina della famiglia umana, mostra ai popoli la via della fraternità.

Regina della pace, ottieni al mondo la pace.

Il tuo pianto, o Madre, smuova i nostri cuori induriti. Le lacrime che per noi hai versato facciano rifiorire questa valle che il nostro odio ha prosciugato. E mentre il rumore delle armi non tace, la tua preghiera ci disponga alla pace. Le tue mani materne accarezzino quanti soffrono e fuggono sotto il peso delle bombe. Il tuo abbraccio materno consoli quanti sono costretti a lasciare le loro case e il loro Paese. Il tuo Cuore addolorato ci muova a compassione e ci sospinga ad aprire le porte e a prenderci cura dell’umanità ferita e scartata.

Santa Madre di Dio, mentre stavi sotto la croce, Gesù, vedendo il discepolo accanto a te, ti ha detto: «Ecco tuo figlio» (Gv 19,26): così ti ha affidato ciascuno di noi. Poi al discepolo, a ognuno di noi, ha detto: «Ecco tua madre» (v. 27). Madre, desideriamo adesso accoglierti nella nostra vita e nella nostra storia. In quest’ora l’umanità, sfinita e stravolta, sta sotto la croce con te. E ha bisogno di affidarsi a te, di consacrarsi a Cristo attraverso di te. Il popolo ucraino e il popolo russo, che ti venerano con amore, ricorrono a te, mentre il tuo Cuore palpita per loro e per tutti i popoli falcidiati dalla guerra, dalla fame, dall’ingiustizia e dalla miseria.

Noi, dunque, Madre di Dio e nostra, solennemente affidiamo e consacriamo al tuo Cuore immacolato noi stessi, la Chiesa e l’umanità intera, in modo speciale la Russia e l’Ucraina. Accogli questo nostro atto che compiamo con fiducia e amore, fa’ che cessi la guerra, provvedi al mondo la pace. Il sì scaturito dal tuo Cuore aprì le porte della storia al Principe della pace; confidiamo che ancora, per mezzo del tuo Cuore, la pace verrà. A te dunque consacriamo l’avvenire dell’intera famiglia umana, le necessità e le attese dei popoli, le angosce e le speranze del mondo.

Attraverso di te si riversi sulla Terra la divina Misericordia e il dolce battito della pace torni a scandire le nostre giornate. Donna del sì, su cui è disceso lo Spirito Santo, riporta tra noi l’armonia di Dio. Disseta l’aridità del nostro cuore, tu che “sei di speranza fontana vivace”. Hai tessuto l’umanità a Gesù, fa’ di noi degli artigiani di comunione. Hai camminato sulle nostre strade, guidaci sui sentieri della pace. Amen.

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Rinnoviamo la consacrazione ai Sacri Cuori

Posté par atempodiblog le 23 mars 2022

Rinnoviamo la consacrazione ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria, nostro sicuro rifugio nel tempo della tribolazione
di Padre Livio Fanzaga
Tratto da: Blog di p. Livio – Direttore di Radio Maria

Rinnoviamo la consacrazione ai Sacri Cuori dans Fede, morale e teologia NXXE9682

Cari amici,
alla Consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria che il Santo Padre compie venerdì 25 marzo, solennità dell’Annunciazione, dobbiamo unire anche la nostra, insieme a quella di tutta la Chiesa.
In particolare la Regina della pace ci esorta alla Consacrazione ai Sacri Cuori, nel tempo in cui satana è sciolto dalle catene: “In modo speciale adesso in cui satana è libero dalle catene. Io vi invito a consacrarvi al mio Cuore e al Cuore di mio Figlio ” (1 gennaio 2001).

La Consacrazione può essere fatta con una formula classica o con parole molto semplici insieme alle preghiere del mattino e della sera.

“All’inizio (o al termine) di questa giornata, Madre mia, rinnovo la mia Consacrazione al tuo Cuore Immacolato e al Cuore Sacratissimo di tuo Figlio Gesù”.

La consacrazione, per essere efficace, esige in cammino interiore, che ha come centro il nostro cuore, in modo tale che lo conduca ad essere una cosa sola con i Cuori di Gesù e di Maria.

Il primo passo, che la Madonna ci richiede innumerevoli volte, è quello di aprire il cuore, come quando apriamo la porta di casa per fare entrare una persona di cui ci fidiamo.
Si tratta di accogliere Gesù e Maria nella nostra vita, in modo tale da viverla con loro in ogni momento, cosi che la possano guidare, proteggere e rendere ricca di opere buone.
Per fare questo è necessario vivere in grazia di Dio e confessarci ogni volta che, per disgrazia, dovessimo compiere dei peccati gravi.

Il secondo passo che la Madonna ci chiede è quello di purificare il cuore, perché sia sempre più degno di essere la dimora di Gesù e Maria.
Si tratta di un lavorio quotidiano sui nostri difetti, sulle nostre debolezze, sui nostri vizi e comportamenti, in modo tale da essere sempre più una immagine viva di Gesù e Maria.
E’ come il lavoro che facciamo in giardino quando ad una ad una strappiamo tutte le erbe infestanti che cercano di prevalere.

Il terzo passo al quale la Madonna ci esorta è quello di donarLe il Cuore, in modo tale che sia tutto suo e di suo Figlio Gesù.
In questo modo Gesù e Maria diventano l’amore della nostra vita, come ci ha testimoniato S. Giovanni Paolo II, il Papa “Totus tuus”.
Grazie alla Consacrazione ai Sacri Cuori avremo la luce e la forza per superare le difficoltà , i pericoli e gli inganni di questo tempo di prove.

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Medjugorje: la voce dei profughi ucraini, “scelti per portare questa Croce”. La festa dei bambini

Posté par atempodiblog le 20 mars 2022

Medjugorje: la voce dei profughi ucraini, “scelti per portare questa Croce”. La festa dei bambini
Una settimana fa sono arrivati a Medjugorje circa 200 profughi ucraini, tutte donne con figli tra 1 e 15 anni. I primi in tutta la Bosnia-Erzegovina. Altri ne arriveranno nelle prossime settimane. La città mariana ha aperto le sue porte e ha avviato un cammino di accoglienza materiale e spirituale. Domenica è stata una giornata di festa. Questo il racconto del Sir.
di Daniele Rocchi – Agenzia SIR
Tratto da: 
Toscana Oggi

Medjugorje: la voce dei profughi ucraini, “scelti per portare questa Croce”. La festa dei bambini dans Articoli di Giornali e News Medjugorje-la-voce-dei-profughi

(Medjugorje) “Cari bambini, mi chiamo Zlatko, un nome insolito, per questo tutti mi chiamano Zlaya. Vado in quarta elementare. Mi dispiace molto per quello che vi è successo. Sappiamo tutti che la vita è piena di ostacoli, ma io so che ce la farete a superarli. Prego tutti i giorni che la guerra finisca il prima possibile così che possiate fare rientro nelle vostre case e nelle vostre scuole. Vi voglio bene”. Poche righe scritte a mano su un foglio dove campeggiano la bandiera ucraina e quella bosniaca, in mezzo un cuore rosso. Così il piccolo Zlatko, un bambino della parrocchia di Siroki Brijeg, non distante da Medjugorie, ha voluto salutare i suoi coetanei ucraini accolti, con madri e sorelle, nel centro noto al mondo per le apparizioni mariane. La guerra in Ucraina ha raggiunto la Bosnia-Erzegovina, che proprio in questi giorni ricorda i 30 anni dello scoppio della guerra e dell’assedio di Sarajevo. Circa 200 profughi, infatti, sono giunti una settimana fa nel santuario dove si venera Maria, Regina della Pace. Un ulteriore motivo per sentirsi al sicuro e per pregare per i loro uomini rimasti in patria a combattere contro i russi.

Vivere in guerra. “Si tratta solo di donne e bambini dagli 1 ai 15 anni che arrivano da gran parte dell’Ucraina sotto attacco, Kiev esclusa – racconta al Sir Davor Ljubic, uno dei promotori dell’accoglienza -. Al momento ci sono oltre 200 ucraini qui a Medjugorje, la gran parte è registrata presso la Croce Rossa che così fornisce cure e assistenza medica, insieme alla vaccinazione anti Covid-19. Tanti abitanti del posto hanno messo a loro disposizione delle stanze e appartamenti. Noi bosniaci sappiamo bene che significa vivere in guerra e questo è il minimo che possiamo fare per dare aiuto a chi sta soffrendo la perdita di tutto”. A Medjugorje gli scampati dalla guerra in Ucraina trovano anche assistenza spirituale e pastorale. “Il loro pensiero è rivolto ai congiunti rimasti in Patria a combattere – spiega al Sir, padre Arturo, giovane sacerdote pallottino, di origini polacche che parla molto bene ucraino – il mettersi nelle mani di Dio e di Maria dona loro sollievo. Da parte nostra cerchiamo di ascoltarli molto e di dare loro conforto attraverso colloqui personali, l’amministrazione dei Sacramenti. Facciamo ogni cosa che serve ad aprire il cuore alla speranza”.

“Scelti per portare la croce”. Domenica 13 è  stato un giorno di festa perché i bambini delle parrocchie, anche quelle vicine a Medjugorje, hanno voluto preparare dei regali per i loro amici ucraini. In cerchio hanno cantato canzoni delle rispettive tradizioni, i bambini ucraini intonato un canto popolare ucraino sui versi di Taras Hryhorovyč Ševčenko, uno dei più grandi poeti ucraini. Dalla sua penna sono usciti versi patriottici come: “…Crederemo ancora un po’ alla libertà, Poi cominceremo a vivere Tra la gente, come la gente. E finché sarà così, Amatevi, fratelli miei, Amate l’Ucraina, E pregate il Signore Per lei”. Mentre i piccoli cantavano i volti degli adulti si rigavano di lacrime, scattavano foto da mandare al fronte, cercavano un contatto con chi è rimasto a casa per condividere un po’ di festa. Per tranquillizzarli ed esorcizzare la paura. La fatica, è il racconto Daryna (nome di fantasia), “è quella di non far trapelare nulla ai nostri figli del peggioramento della situazione in Ucraina. Abbiamo notizie che parlano di combattimenti e di attacchi a zone che finora erano state risparmiate dalla guerra”. Olia viene da Ternopiľ, una città dell’Ucraina occidentale. A lei fanno riferimento le madri del gruppo arrivato a Medjugorje. Olia conosce bene Medjugorje perché qui è venuta molte volte in pellegrinaggio prima della guerra: “Lasciare il nostro Paese è stata una scelta molto difficile. Uscire è stato molto complicato dal punto di vista logistico, ci muovevamo solo di notte. Finché siamo rimaste in Ucraina evitavamo di guardare la televisione per non pensare sempre alla guerra. Per questo il tempo che avevamo lo dedicavamo ad aiutare persone in difficoltà o che non potevano muoversi”.

“I momenti peggiori erano quando di notte suonavano gli allarmi antiaerei. Non sapevamo cosa fare, dove andare a nasconderci. Allora ci mettevamo seduti sul pavimento a recitare il Rosario”.

Ora il Rosario lo recita mentre sale sul monte delle Apparizioni, un cammino per lei familiare. Come la Via Crucis. “Molto del nostro tempo – ancora parole della donna – lo trascorriamo pregando. Preghiamo per chiedere di tornare presto a casa, preghiamo per la pace e salvezza di tutti”. Una lunga e continua preghiera di intercessione per la pace che parte da Medjugorje e che arriva dentro le città martiri ucraine. “Siamo grati al mondo per la solidarietà e a Papa Francesco per la sua continua vicinanza. Abbiamo capito che siamo stati scelti per portare questa Croce ed è ciò che facciamo”.

Tempo di sperare. Intanto il biglietto di Zlatko è passato di mano in mano come i regali, palloni, giochi di società, dolcetti, peluche, dvd, bambole e costruzioni. Chi lo legge lo rimette nello scatolone dei regali, così che tutti possano vederlo e leggerlo. Una bambina si tiene stretto un peluche – “ne aveva uno simile a casa in Ucraina, un regalo del papà” ci fa capire la mamma –. Nel prato due piccole squadre di calcio miste, bambini ucraini e bosniaci insieme. Giacche a vento a delimitare le porte. Questo è il tempo di giocare e di sperare.

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Russia e Ucraina, l’abbraccio e il perdono

Posté par atempodiblog le 17 mars 2022

Russia e Ucraina, l’abbraccio e il perdono
Il 25 marzo papa Francesco consacrerà la Russia e l’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria, rinnovando il gesto di san Giovanni Paolo II
di Don Federico Pichetto – Il Sussidiario

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“Siete andati così bene fino ad oggi, perché adesso voi cattolici tirate fuori il vostro armamentario magico?”. Il bicchierino del primo caffè della mattina finisce nel cestino insieme alla tagliente frase che la collega pronuncia commentando la notizia della consacrazione al Cuore Immacolato di Maria della Russia e dell’Ucraina, decisa da papa Francesco per il prossimo 25 marzo, festa dell’Annunciazione e giornata di preghiera della Chiesa in adorazione eucaristica per le cosiddette “24 ore per il Signore”, momento penitenziale forte all’interno della Quaresima.

Eppure ai vescovi dell’Ucraina che quotidianamente vivono sotto le bombe, rischiando la loro vita per non abbandonare il popolo, non è venuto in mente niente di più concreto e di più solido che chiedere al Papa di compiere proprio quel gesto, attribuendogli un grande significato simbolico, penitenziale e decisivo per le sorti della nazione ucraina.

Il tutto si arricchisce di un’attenzione che lascia trapelare quanto il Pontefice condivida fermamente questa decisione: infatti non solo lui compirà l’atto nella Basilica di San Pietro, ma lo stesso giorno la consacrazione sarà ripetuta dal cardinal Krajewski – Elemosiniere del Papa – proprio a Fatima.

La Chiesa dalla quale ci si aspetta iniziative diplomatiche, provvedimenti per i profughi, raccolte di beni per i più poveri, si presenta ai fedeli con un gesto così apparentemente straniante che viene da chiedersi in quale brandello di esperienza della vita esso trovi senso e fondamento. Il fatto è che consacrare qualcosa, nella dinamica della fede, significa determinare un’appartenenza, un destino, un abbraccio, significa avere fiducia che ciò che veramente cura l’esistenza – e cambia la storia – non è qualcosa che l’uomo può fare, ma un bene a cui deve cedere. Nella mentalità comune l’umanità è abituata prima a mettercela tutta e poi a farsi aiutare, come se la questione dirimente fosse l’azione umana, lo sforzo del singolo: nell’esperienza cristiana ciò che cura e guarisce è lo sguardo di un Altro, l’abbraccio di Qualcuno che cambia il nostro cuore in profondità.

È la Grazia che mette in moto la libertà, non la libertà che genera la Grazia. C’è un punto dell’esistenza, un istante del vivere, in cui l’unica cosa davvero concreta da desiderare è il cambiamento del cuore. In quel preciso spazio la preghiera diventa necessaria come l’aria, affinché il fiotto di un’inaudita primavera irrompa nel grigiore con cui normalmente percepiamo tutto. Mettersi nell’ottica di offrire questo abbraccio all’Ucraina e alla Russia significa scegliere lo sguardo di Dio, uno sguardo che va oltre la politica e le evidenti responsabilità storiche della guerra, per offrirsi a chi piange e a chi soffre come “misericordia” che argine gli errori delle nazioni e restituisce alla storia l’identità di un popolo, identità che è superiore alle barriere degli Stati e che trova nel pieno riconoscimento della reciproca fraternità la sua più completa manifestazione.

Dio sta dalla parte dell’umano, Dio sta dalla parte delle nostre ferite. La maternità di Maria non è un pio esercizio di immaginazione, ma l’irruzione nel tempo di una forza impensata, non scontata, dirompente. Nessuno può fare finta di niente di fronte a Uno che ti abbraccia e ti perdona. È così che Dio spazza via tutte le resistenze, tutte le meschinità, anche il perfido cinismo con cui siamo abituati a bere il primo caffè della mattina.

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Papa Francesco: Dio, ferma la guerra o la catastrofe atomica ci estinguerà

Posté par atempodiblog le 17 mars 2022

Papa Francesco: Dio, ferma la guerra o la catastrofe atomica ci estinguerà
Il Papa riflette sul futuro dell’umanità nell’udienza generale, durante la quale prega per l’Ucraina recitando un’accorata a preghiera scritta dall’arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia: Perdonaci, Dio, se continuiamo a uccidere nostro fratello. In mattinata l’incontro a San Pietro con degli studenti di Milano, ai quali chiedeva di rivolgere un pensiero ai bambini ucraini sotto le bombe
di Salvatore Cernuzio – Vatican News

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In un mondo in cui uomini e donne vivono sotto pressione, nella proiezione di un futuro fatto di macchine e robot che regalano l’illusione di una giovinezza eterna, si fa strada l’idea di una catastrofe finale che ci estinguerà: Quello che succede con un’eventuale guerra atomica, dice il Papa durante la sua catechesi nell’udienza generale, in riferimento alle ripetute minacce nucleari emerse in questi oltre venti giorni di guerra in Ucraina. Lo scenario è apocalittico, ma sembra diffondersi sempre di più tra la gente comune: Il ‘giorno dopo’ – se ci saranno ancora giorni ed esseri umani – si dovrà ricominciare da zero. Distruggere tutto per ricominciare da zero, commenta il Pontefice.

La preghiera per l’Ucraina
Al termine dell’udienza, Francesco è tornato poi a richiamare l’attenzione sulla barbarie che si consuma nel Paese est-europeo. Il suo appello prende la forma di una accorata preghiera, quella scritta dall’arcivescovo di Napoli, monsignor Mimmo Battaglia, che il Pontefice recita con i fedeli in Aula Paolo VI. Nel dolore di questa guerra, facciamo una preghiera tutti insieme chiedendo al Signore il perdono e chiedendo la pace. Pregheremo con una preghiera che ha scritto un vescovo italiano, dice il Papa:

Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di noi peccatori! Signore Gesù, nato sotto le bombe di Kiev, abbi pietà di noi! Signore Gesù, morto in braccio alla mamma in un bunker di Kharkiv, abbi pietà di noi! Signore Gesù, mandato ventenne al fronte, abbi pietà di noi! Signore Gesù, che vedi ancora le mani armate all’ombra della tua croce, abbi pietà di noi! Perdonaci Signore, se non contenti dei chiodi con i quali trafiggemmo la tua mano, continuiamo ad abbeverarci al sangue dei morti dilaniati dalle armi.

Ferma la mano di Caino
Perdonaci, se queste mani che avevi creato per custodire, si sono trasformate in strumenti di morte, prosegue Papa Francesco.

Perdonaci, Signore, se continuiamo ad uccidere nostro fratello, se continuiamo come Caino a togliere le pietre dal nostro campo per uccidere Abele. Perdonaci. Perdonaci, se continuiamo a giustificare con la nostra fatica la crudeltà, se con il nostro dolore legittimiamo l’efferatezza dei nostri gesti. Perdonaci la guerra, Signore. Perdonaci la guerra, Signore.

Il Papa implora quindi il Signore: Ferma la mano di Caino! Illumina la nostra coscienza, non sia fatta la nostra volontà, non abbandonarci al nostro agire! Fermaci, Signore, fermaci! E quando avrai fermato la mano di Caino, abbi cura anche di lui. È nostro fratello. O Signore, poni un freno alla violenza! Fermaci, Signore!.

Il pensiero ai bambini sotto le bombe
Pregare per l’Ucraina ferita è stata anche la missione che il Papa ha affidato ai giovani polacchi che nei prossimi giorni si riuniranno nel Santuario di Jasna Gora o nelle loro parrocchie per l’iniziativa “Uno per tutti, tutti per uno”, sabato e domenica prossimi: Questa volta preghiamo soprattutto per la pace in Ucraina, ha detto. E ancora una preghiera per la terra ucraina e per la sua popolazione è stata al centro dell’incontro di questa mattina, nella Basilica di San Pietro, con circa duemila studenti dell’Istituto professionale “La Zolla”, di Milano. Il Papa aveva chiesto loro di pensare, fare un pensiero ai tanti  bambini, bambine, ragazzi e ragazze che sono in guerra, che oggi in Ucraina stanno soffrendo, sono come noi, come voi.

Sei, sette, dieci, quattordici anni e voi avete davanti un futuro, una sicurezza sociale di crescere in una società in pace. Invece questi piccoli, anche piccolini, devono fuggire dalle bombe, stanno soffrendo, tanti, con quel freddo che fa lì… Pensiamo. Ognuno di noi pensi a questi bambini, bambine a questi ragazzi, ragazze, oggi stanno soffrendo, oggi, a 3000 km da qui. Preghiamo il Signore. Io farò la preghiera e voi con il cuore con la mente pregate con me, ha esortato il Pontefice.

Da qui, una preghiera da recitare insieme: “Signore Gesù ti prego per i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze che stanno vivendo sotto le bombe, che vedono questa guerra terribile, che non hanno da mangiare, che devono fuggire lasciando casa, tutto… Signore Gesù guarda questi bambini, questi ragazzi, proteggili, sono le vittime della superbia di noi, gli adulti. Signore Gesù benedici questi bambini e proteggili. Insieme preghiamo la Madonna perché li protegga. Ave Maria….”.

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I tre giorni dei segreti sono una prova della Fede

Posté par atempodiblog le 17 mars 2022

I tre giorni dei segreti sono una prova della Fede
di Padre Livio Fanzaga
Tratto da: Blog di p. Livio – Direttore di Radio Maria

I tre giorni dei segreti sono una prova della Fede dans Apparizioni mariane e santuari I-TRE-GIORNI-DEI-SEGRETI-SONO-UNA-PROVA-DELLA-FEDE

I segreti di Medjugorje sono dieci e questo numero richiama le dieci piaghe d’Egitto con le quali il popolo ebraico fu liberato dalla schiavitù del Faraone. Si tratta quindi di un numero non casuale ma con un valore salvifico.
Inoltre “le cose terribili” che la Regina della pace ha mostrato ad ognuno dei veggenti si collocano dal quarto al decimo segreto e rievocano i sette flagelli dell’Apocalisse.

E’ la prima volta che la Madonna dispone che i segreti consegnati ai veggenti vengano preannunciati tre giorni prima. Non ha spiegato il perché. Tocca a noi scoprire le ragioni di questa disposizione. Infatti le motivazioni sono molteplici e tutte importanti.

Incominciamo ad esaminare il numero tre che ci richiama alla mente i tre giorni che vanno dalla morte di Gesù in Croce alla sua resurrezione. Noi lo pronunciamo ogni volta che recitiamo il Credo, una preghiera che fin dai primi giorni la Madonna ha recitato con i veggenti.
Infatti, nella nostra professione di fede diciamo: “Fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte”. Si tratta di parole di una densità unica, che racchiudono il mistero della Redenzione.
Ogni volta che verrà annunciato il segreto tre giorni prima entreremo sempre più a fondo nel mistero dei tre giorni di attesa. In particolare dovrà prenderlo in considerazione questo mondo che “ha rifiutato la fede e la Croce”.

Cosa è avvenuto in quei tre giorni, Venerdì santo, Sabato Santo e Domenica di Pasqua, quando gli avversari del Cristo si congratulavano a vicenda, mentre i suoi seguaci, vacillanti nella fede, fuggivano o si nascondevano, pensando che orami tutto era perduto?
Per gli apostoli la Passione di Gesù è stata una prova drammatica, nella quale la loro fede è stata passata al vaglio da satana, come li aveva preavvertiti il Maestro.
In quei tre giorni avrebbero dovuto ricordare le parole di Gesù, che aveva preannunciato la sua Resurrezione dopo la sua Passione e la morte in croce.
Invece sono arrivati impreparati, distratti da cose mondane, incapaci di affrontare i drammatici avvenimenti con lo sguardo della fede e la forza della preghiera.

Questa situazione esistenziale sarà anche la nostra nei tre giorni che precedono ogni evento. Infatti anche noi potremmo vacillare nella fede, dubitando delle parole della Madonna, lasciandoci appesantire dalla carne e influenzare dalla chiacchiere del mondo.
Deve essere nostra cura prepararci fin da ora, imitando la fede intrepida di Maria in quelle ore angosciose della Passione. In quei tre giorni dovremo credere che quanto rivelato si avvererà e sostenere la fede vacillante dei deboli.

Infatti la salvezza passa attraverso la fede e questo è il primo grande valore dell’annuncio dei segreti prima che accadano.
Tuttavia c’è ancora molto da esplorare. Facciamolo insieme perché ogni giorno più ci avviciniamo e non possiamo perdere la partita più importante della vita.

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Filippine, una fede arrivata 501 anni fa e ancora viva

Posté par atempodiblog le 17 mars 2022

Filippine, una fede arrivata 501 anni fa e ancora viva dans Articoli di Giornali e News 501-ANNI-DI-FEDE-DEL-POPOLO-FILIPPINO

Oggi, 17 marzo, è la celebrazione ufficiale del 501° anno del Cristianesimo nelle Filippine. In questo giorno la nostra fede germogliò e cominciò a procedere con fermezza e unità.

Fonte: Hugot Seminarista

Divisore dans San Francesco di Sales

Freccia dans Viaggi & Vacanze La statua di Maria realizzata per celebrare i 500 anni dell’arrivo del Cristianesimo nelle Filippine

 

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Il 25 marzo il Papa consacrerà Russia e Ucraina al Cuore Immacolato di Maria

Posté par atempodiblog le 15 mars 2022

Il 25 marzo il Papa consacrerà Russia e Ucraina al Cuore Immacolato di Maria
L’atto avverrà durante la Celebrazione della Penitenza che Papa Francesco presiederà alle 17 nella Basilica di San Pietro. Lo stesso atto, lo stesso giorno, sarà compiuto a Fatima dal cardinale Krajewski, elemosiniere pontificio, come inviato del Papa
della Redazione di Vatican News

Il 25 marzo il Papa consacrerà Russia e Ucraina al Cuore Immacolato di Maria dans Articoli di Giornali e News Papa-Francesco-e-la-Vergine-Maria

Venerdì 25 marzo, durante la Celebrazione della Penitenza che presiederà alle 17 nella Basilica di San Pietro, Papa Francesco consacrerà all’Immacolato Cuore di Maria la Russia e l’Ucraina. Lo stesso atto, lo stesso giorno, sarà compiuto a Fatima dal cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio, come inviato dal Santo Padre. Lo rende noto in una dichiarazione il direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni. Per la consacrazione è stato scelto il giorno della festa dell’Annunciazione del Signore. Lo annuncia in un tweet anche il Papa, invitando a pregare per la pace.

La Madonna, nell’apparizione del 13 luglio 1917 a Fatima, aveva chiesto la consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato, affermando che, qualora non fosse stata accolta questa richiesta, la Russia avrebbe diffuso “i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni – aveva aggiunto – saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte”. Dopo le apparizioni di Fatima ci sono stati vari atti di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria: Pio XII, il 31 ottobre 1942, consacrò tutto il mondo e il 7 luglio 1952 consacrò i popoli della Russia al Cuore Immacolato di Maria nella Lettera apostolica Sacro vergente anno:

“Come pochi anni fa abbiamo consacrato tutto il mondo al Cuore immacolato della vergine Madre di Dio, così ora, in modo specialissimo, consacriamo tutti i popoli della Russia al medesimo Cuore immacolato”.

Paolo VI, il 21 novembre 1964, rinnovò la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato alla presenza di Padri del Concilio Vaticano II. Papa Giovanni Paolo II compose una preghiera per quello che definì Atto di affidamento da celebrarsi nella Basilica di Santa Maria Maggiore il 7 giugno 1981, solennità di Pentecoste. Questo il testo:

O Madre degli uomini e dei popoli, Tu conosci tutte le loro sofferenze e le loro speranze, Tu senti maternamente tutte le lotte tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre che scuotono il mondo, accogli il nostro grido rivolto nello Spirito Santo direttamente al Tuo cuore ed abbraccia con l’amore della Madre e della Serva del Signore coloro che questo abbraccio più aspettano, e insieme coloro il cui affidamento Tu pure attendi in modo particolare. Prendi sotto la Tua protezione materna l’intera famiglia umana che, con affettuoso trasporto, a Te, o Madre, noi affidiamo. S’avvicini per tutti il tempo della pace e della libertà, il tempo della verità, della giustizia e della speranza.

Poi, per rispondere più pienamente alle richieste della Madonna, volle esplicitare durante l’Anno Santo della Redenzione l’atto di affidamento del 7 giugno 1981, ripetuto a Fatima il 13 maggio 1982. Nel ricordo del Fiat pronunciato da Maria al momento dell’Annunciazione, il 25 marzo 1984 in piazza San Pietro, in unione spirituale con tutti i Vescovi del mondo, precedentemente convocati, Giovanni Paolo II affida al Cuore Immacolato di Maria tutti i popoli:

E perciò, o Madre degli uomini e dei popoli, Tu che conosci tutte le loro sofferenze e le loro speranze, Tu che senti maternamente tutte le lotte tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre, che scuotono il mondo contemporaneo, accogli il nostro grido che, mossi dallo Spirito Santo, rivolgiamo direttamente al Tuo Cuore: abbraccia con amore di Madre e di Serva del Signore, questo nostro mondo umano, che Ti affidiamo e consacriamo, pieni di inquietudine per la sorte terrena ed eterna degli uomini e dei popoli. In modo speciale Ti affidiamo e consacriamo quegli uomini e quelle nazioni, che di questo affidamento e di questa consacrazione hanno particolarmente bisogno.

Nel giugno del 2000 la Santa Sede ha rivelato la terza parte del segreto di Fatima e l’allora arcivescovo Tarcisio Bertone, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, sottolineò che suor Lucia, in una lettera del 1989, aveva confermato personalmente che tale atto solenne e universale di consacrazione corrispondeva a quanto voleva la Madonna: Sì, è stata fatta – aveva scritto la veggente – così come Nostra Signora l’aveva chiesto, il 25 marzo 1984″.

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Giunga la pace di Cristo a tutte le nazioni

Posté par atempodiblog le 14 mars 2022

Giunga la pace di Cristo a tutte le nazioni dans Citazioni, frasi e pensieri FWPQ7417

Non voglio guerre, e ti supplico, Madre nostra, Regina dei cieli e della terra.
Non voglio guerre, perché è il peggior flagello che Dio possa permettere. [...]
In Europa manca la pace: la pace per potere amare liberamente Dio.
Signora, insisto nella mia supplica perché giunga la pace di Cristo a tutte le nazioni.

– San Josemaría Escrivá de Balaguer 

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