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Missionari e missionarie di Don Orione: “Noi restiamo qui, non possiamo abbandonare i nostri ragazzi disabili, le mamme, i bambini, i poveri”

Posté par atempodiblog le 25 février 2022

EUROPA/UCRAINA  Missionari e missionarie di Don Orione: “Noi restiamo qui, non possiamo abbandonare i nostri ragazzi disabili, le mamme, i bambini, i poveri”

Missionari e missionarie di Don Orione: “Noi restiamo qui, non possiamo abbandonare i nostri ragazzi disabili, le mamme, i bambini, i poveri” dans Articoli di Giornali e News Ucraina

Roma (Agenzia Fides Don Giovanni Carollo, direttore della provincia religiosa “Madre della Divina Provvidenza” dei Figli della Divina Provvidenza (Don Orione) da cui dipende la missione orionina in Ucraina, in contatto con i sacerdoti di Don Orione presenti a Kiev e a Leopoli, nel comunicato inviato a Fides riporta le notizie che gli arrivano dai confratelli.

Don Moreno Cattelan, che si trova a Kiev, riferisce che “è in vigore la legge marziale, si raccomanda di mantenere la calma e se suona l’allarme raggiungere i rifugi. Nella notte è stato bombardato l’aeroporto militare della città, situato nei pressi della casa orionina. Molte persone stanno lasciando la capitale formando lunghi incolonnamenti di auto. Non è semplice reperire carburante”.

“Anche a Leopoli (L’viv) sono suonate più volte le sirene  fa sapere Don Fabio Cerasa , c’è un traffico pazzesco, perché tutti stanno scappando. Noi siamo qui in casa. I distributori di carburante sono presi d’assalto, così come i bancomat. L’aeroporto è stato già chiuso”. Don Egidio Montanari, sempre da L’viv, riferisce che “l’attacco è su tutta la nazione, da questa mattina continuano a suonare le sirene antiaeree, non abbiamo ancora sentito esplosioni ma credo che ci sia un pericolo di bombardamento dell’aeroporto della città, perché stanno facendo questo in varie città dell’Ucraina. Noi restiamo qui, non possiamo abbandonare il campo, la casa e soprattutto i nostri ragazzi disabili perché hanno solo noi. Vediamo come evolverà la situazione ».
Nel frattempo si è deciso che Don Moreno Cattelan lasci Kiev per raggiungere i confratelli a L’viv così da stare tutti insieme. Ma avendo solo metà serbatoio, si incontreranno a metà strada per poi rientrare a L’viv.

Questa mattina anche le Piccole Suore Missionarie della Carità (Don Orione) sono riuscite a mettersi in contatto con le suore che si trovano a Kharkiv, città tra le più colpite dall’attacco russo, e nella vicina Korotycz. Suor M. Kamila da Kharkiv ha riferito che sono state svegliate nella notte dal rumore degli spari. La situazione è molto delicata. Il Cardinale ha chiesto alle Suore orionine delle due comunità di riunirsi tutte a Korotyc, perché ritenuta più sicura. Alle Suore, appartenenti alla provincia polacca, è stato chiesto se preferivano rientrare in Polonia, ma tutte hanno scelto di rimanere accanto alle mamme, ai bambini e ai poveri che assistono. Come i sacerdoti orionini anche le suore hanno chiesto di pregare.

I superiori generali dei Figli della Divina Provvidenza (Don Orione) e delle Piccole Suore Missionarie della Carità, don Tarcisio Vieira e Madre M. Mabel Spagnuolo hanno manifestato alle religiose e ai sacerdoti orionini e alla popolazione ucraina la vicinanza di tutta la Famiglia Carismatica Orionina, assicurando preghiere per la pace.

(SL) (Agenzia Fides 24/02/2022)

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Vogliono la fine del mondo? Signore, liberaci dal male

Posté par atempodiblog le 25 février 2022

Vogliono la fine del mondo? Signore, liberaci dal male
Di fronte alla violenza prepotente della guerra, alle popolazioni attonite di tutto il mondo non resta che pregare e aiutare chi soffre. C’è paura e sbigottimento per la follia di un conflitto che può diventare molto più grande. Non possiamo restare indifferenti
di Sergio Centofanti – Vatican News

Vogliono la fine del mondo? Signore, liberaci dal male dans Anticristo Regina-della-Pace-prega-per-noi

Non ci resta che pregare. Di fronte alla violenza inaudita e prepotente della guerra, di fronte agli incubi di un conflitto più grande e devastante, di fronte alla follia e alla irrazionalità che fanno tremare il mondo, non ci resta che invocare Dio. L’umanità intera è in preda all’angoscia per le notizie che vengono dall’Ucraina. C’è incredulità, paura, sbigottimento. C’è chi parla di segni apocalittici: la pandemia, gli sconvolgimenti del clima, la guerra. C’è chi ricorda come iniziò la seconda guerra mondiale: l’Anschluss, i Sudeti, la Polonia. Che possiamo fare di fronte al mistero grande dell’iniquità? Soltanto alzare gli occhi al cielo e pregare.

Possiamo aiutare chi soffre. Le Caritas sono in prima linea. Possiamo pensare ai bambini, alle mamme, ai papà, ai nonni, agli uomini e alle donne della terra ucraina, che adesso è così vicina a noi. Chiedono aiuto, solidarietà. Siamo sconvolti con loro, atterriti. Oggi soffrono loro, domani chissà. Non possiamo restare indifferenti. Sono nostri fratelli e nostre sorelle.

Cosa si vuole occupare? Cosa si vuole distruggere? Che armi saranno usate? Altri Paesi saranno attaccati? Con quali stupide e false giustificazioni? Non vogliamo credere che ci sia qualcuno così pazzo da rischiare di devastare il mondo per aggiungere un po’ di potere al suo potere. Il potere di questo mondo passa presto. E poi verrà il giudizio di Dio. Ma la storia ci insegna che in questi casi, spesso, arriva prima il giudizio umano.

I soldati vanno alla guerra. Obbediscono. Ammazzano e sono ammazzati. Per un pezzo di terra che fa gola a qualche potente. Qualcuno rifiuterà l’ordine di uccidere degli innocenti? Qualcuno si ribellerà al comando di compiere un bombardamento indiscriminato e atroce? O saranno tutti fieri di schiacciare i più deboli? Giganti orgogliosi nel calpestare i più piccoli.

Di fronte a questi eventi ci si sente inermi, senza parole. Non ci resta che pregare. E aiutare, ognuno come può. Tutti dobbiamo pregare. Alzando la nostra debole voce verso Dio. Anche quelli che pensano di essere atei possono pregare. Basta un pensiero. Il Creatore ascolta il grido di tutte le sue creature. Dobbiamo essere tutti uniti adesso, dimenticando ogni divisione, ogni contrasto, ogni rancore, per poter dire insieme: Signore, liberaci dal male.

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